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  • Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità

    Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità

    Sapete che il luogo che accoglie attualmente la cantina di Beppe Marino è ricco di sacralità? Andiamo a scoprirne il motivo!

    Di Elsa Leandri

    Gennaio 2024

    Siamo nelle Langhe e più precisamente a Santo Stefano Belbo, città a molti conosciuta per avere dato la nascita al celebre scrittore di “La Luna e i Falò”, Cesare Pavese. In questo comune della provincia di Cuneo è presente un edificio il Monastero della Congregazione delle Figlie di San Giuseppe di Rivalba, congregazione fondata nel 1875 da Don Clemente Marchisio e da Rosalia Sismonda e tuttora dedita alla produzione di ostie per la Santissima Eucarestia.

    Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità, foto da sito
    Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità, foto da sito

    Può sembrare curioso il fatto che questo convento sia noto anche come “Monastero del vino bianco, ma in realtà questo “soprannome” è legato al fatto che le suore siano state impegnate per più di un secolo nell’elaborazione del cosiddetto “vino da messa”, a base di uve moscato, che veniva richiesto per officiare la liturgia non solo dalle parrocchie di tutta Italia ma anche dal Vaticano.

    Il monastero in seguito alla mancanza di novizie e con la presenza di solo due suore ha chiuso e ha, di conseguenza, interrotto la produzione del “vino da Messa” nel 2010, ma è proprio qui che nel 2016 Beppe Marino ha deciso di trasferire la sua cantina, ridando così nuovamente vita alla regola del codice Pio-Benedettino “Vinum debet esse naturale de genime vitis et non corruptum” (il vino deve essere naturale del frutto della vite e non alterato).

    Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità, foto da sito, Maurizio Marino in vigna
    Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità, foto da sito, Maurizio Marino in vigna

    La realtà dell’azienda Beppe Marino affonda le proprie origini nel 1972 e conta, ad oggi, 13 ettari di vigneti dislocati a circa 400 m. s.l.m. tra i comuni di Santo Stefano Belbo, Mango d’Alba e di Castelnuovo Calcea, in cui i terreni sono principalmente di tipo arenaceo-marnosi.

    La forza di questa impresa è da una parte la passione che coinvolge tutta la famiglia, in quanto Beppe è affiancato costantemente da sua moglie Rosalba e da suo figlio Maurizio, e dall’altra l’avere dislocato i propri vigneti in zone vocate per la produzione non solo di moscato, ma anche di altri vitigni autoctoni come barbera, dolcetto, freisa, brachetto e di alcuni internazionali come chardonnay e pinot.

    La loro affermazione nel mercato vitivinicolo è collegabile principalmente ai vitigni identitaria con il Piemonte e al fine di poterne capire la vocazione vi proponiamo una degustazione di tre delle loro etichette in cui si esprimono come solisti la barbera o il moscato.

    Degustazione di Elsa Leandri

    Momparone Barbera D’Asti Superiore DOCG 2019 – ottenuto da uve barbera allevate nei comuni di Vinchio e Vaglio in provincia d’Asti, con una prevalenza argillosa-calcarea così da esprimere maggiormente la tipica acidità della barbera.
    Carminio con riflessi granato. Si apre con sentori di ciliegia e di lampone in gelatina su un manto di petali di rosa rossa ravvivati da effluvi di cardamomo, rabarbaro e da delicati echi di vaniglia, tabacco e cioccolato. Il fresco impatto si declina sulla piccola frutta rossa ed è accompagnato da un grip tannico piacevolmente speziato. Finale di pralina di amarena.

    Momparone Barbera D’Asti Superiore DOCG 2019, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità
    Momparone Barbera D’Asti Superiore DOCG 2019, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità

    Pietre Barbera D’Asti DOCG 2021– Carminio impenetrabile. Il profilo olfattivo ci racconta di un bouquet di viola e di rosa e di confettura di marasca impreziositi da brezze d’eucalipto, maggiorana e salvia. La caratteristica freschezza del vitigno è in parte frenato dalla componente psudocalorica e glicerica offrendo una lunga chiusura di ciliegia sciroppata.

    Pietre Barbera D’Asti DOCG 2021, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità
    Pietre Barbera D’Asti DOCG 2021, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità

    Muray Moscato D’Asti DOCG 2022 – ottenute da uve moscato del comune di Santo Stefano Belbo in cui l’alternanza di strati di tufo e roccia conferiscono struttura e mineralità al moscato.
    Verdolino di lieve intensità. Si esprime con i profumi classici e tipici dell’uva aromatica moscato: rosa bianca, muschio, salvia e ricordi di pesca nettarina. In bocca la delicata dolcezza guida il sorso chiudendosi su una scia di albicocca.

    Muray Moscato D’Asti DOCG 2022, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità
    Muray Moscato D’Asti DOCG 2022, articolo: Beppe Marino una realtà piemontese dal 1972 vini di qualità

    VEDI ANCHE: https://www.papillae.it/pietra-cava-degustazioni-vini-di-elsa-leandri/

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    VEDI ANCHE: https://www.papillae.it/ricetta-2022-quiche-lorraine-e-moscato-dasti-docg/

    Sito cantina: https://www.beppemarino.it/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto.

    Di Carol Agostini

    Esperti del settore, giornalisti e sommelier di varie associazioni, suddivisi in quattro commissioni, sono stati chiamati ad eleggere i migliori tra i vini di quelle che all’estero vengono definite “le 3B del vino italiano”: Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto

    La degustazione si è svolta secondo lo schema dei blind tasting orizzontali, ovvero le 52 referenze di Barolo e Barbaresco – in batterie da sei vini – e le 44 referenze di Brunello di Montalcino – in batterie da cinque – sono state assaggiate e valutate dalle commissioni esaminatrici rigorosamente alla cieca, al fine di eleggere i migliori vini che si sono aggiudicati il premio Tre Cavatappi.

    I criteri di valutazione sono stati espressi da ciascun giurato attraverso un punteggio in scala da uno a cinque, per ciascuno dei seguenti ambiti: attrattività, espressività, iconicità, piacevolezza/prospettiva e coerenza.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini

    I Premi Assegnati

    Sulla base della media aritmetica dei punteggi assegnati dai degustatori sono stati assegnati i Cavatappi di Decanto:

    • Da 15 a 17 punti UN CAVATAPPI
    • Da 18 a 20 punti DUE CAVATAPPI
    • Da 21 a 25 punti TRE CAVATAPPI
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l'ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto, foto di Decanto
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, foto di Decanto

    Sono stati poi premiati i vini che hanno totalizzato il punteggio più alto nelle seguenti categorie:

    • Miglior vino
    • Vino più tipico
    • Vino con maggiore rapporto qualità-prezzo
    • Vino con la migliore etichetta (assegnato dai follower di Decanto sui social network)
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold di Decanto, foto di Decanto
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold 3B, foto di Decanto

    A questi premi si è aggiunto anche quello di “Migliore Cantina“, assegnato all’azienda che ha ottenuto il punteggio più alto sommando quelli ottenuti da due referenze, e quello di “Migliore Cantina Emergente” all’azienda fondata negli ultimi venti anni sempre con lo stesso criterio.

    Decanto è stato inoltre Media Partner del Paestum Wine Fest dove il 26 marzo – presso il padiglione di Decanto Untold – all’interno della kermesse, è stato possibile assaggiare proprio i vini che si sono aggiudicati i Tre Cavatappi.

    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold di Decanto, foto di di Carol Agostini
    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold 3B, foto di Carol Agostini

    Il Premio “Rosso dell’Anno” Dei Migliori Vini: Una Giuria di Esperti del Settore Rivela i Vincitori

    Un evento enologico di risonanza internazionale ha visto la luce con il Premio “Rosso dell’Anno“, una celebrazione dell’eccellenza vinicola che ha coinvolto una giuria di esperti del settore, unitamente al team Decanto. L’obiettivo? Assaporare e valutare, alla cieca, i vini migliori tra i migliori.

    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto
    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto

    La Sfida Epica Tra le 9 Referenze Vincitrici

    Nel corso delle precedenti otto edizioni del contest “Untold,” ben nove referenze avevano conquistato il titolo di vincitrici. Un confronto epico si è tenuto quando queste eccellenze vinicole si sono sfidate per la prima volta, in un assaggio alla cieca che ha messo alla prova il palato e il discernimento dei giudici.

    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023
    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Hanno preso parte alla giuria in ordine alfabetico:

    • Andrea Annunziata, Direttore Editoriale, Decanto
    • Danilo Amapani, Redattore, Decanto
    • Francesco Corsi, Giornalista, Carlo Zucchetti
    • Gaetano Cataldo, Giornalista, Mediterranea Online
    • Lorenzo Colombo, Giornalista, ioeilvino.it
    • Luigi D’Acunto, Titolare, Decanto
    • Roberto Garofalo, Sommelier & Wine Blogger, Decanto
    • Simona Geri, Wine Expert, The Winesetter srls

    Momenti di relax post giuria di Untold 3B di Decanto, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi
    Momenti di relax post giuria di Untold 3B, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi

    I vini assaggiati:

    1. Le Fonti – Panzano – Chianti Classico 2018
    2. Le Berne – Vino Nobile di Montepulciano 2018
    3. Col d’Orcia – Brunello di Montalcino Riserva “Nastagio”, 2016
    4. Castello di Cacchiano – Chianti Classico Gran Sel. “Millennio” 2015
    5. Strapellum – Aglianico del Vulture Sup. “Tenute Piano Regio” 2016
    6. Anzivino – Gattinara Riserva “Cesare” 2017
    7. Cantine Povero – Barbaresco “Batù”, 2019
    8. Cascina Bongiovanni – Barolo “Pernanno”, 2018
    9. Bianchi – Ghemme 2013

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi

    La Selezione del “Rosso dell’Anno” Scoperta Dagli Esperti

    Nel contesto dell’evento, ciascun membro della giuria ha avuto l’opportunità di indicare le proprie tre preferenze, indicando il numero delle calze in cui erano custoditi i tre migliori vini in competizione.

    Dopo una rapida conta dei voti, è stata la “calza 7” a rivelare il vino decretato “Rosso dell’Anno,” che ha conquistato il cuore di ben sette giurati.

    Il prestigioso riconoscimento del “Rosso dell’Anno” è stato attribuito al Barbaresco “Batù” del 2019, prodotto dalle Cantine Povero.

    Per completezza, va notato che le tre selezioni effettuate dalla giuria sono state, nell’ordine: il Vino Nobile di Montepulciano, il Chianti Classico e il Barbaresco, tutti dignitosi rappresentanti dell’arte vinicola.

    Conclusione

    E’ stata un’esperienza intensa che ho vissuto grazie all’invito di Luigi D’Acunto di Decanto e il collega, grande esperto enogastronomico Gaetano Cataldo, con me a vivere tutto ciò la collega Cristina Santini con la quale portiamo avanti il progetto www.Papillae.it e Fabio Pascucci Pepi direttore amministrativo della cantina Col D’Orcia, in rappresentanza della cantina .

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficiale: https://decanto.wine/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • Barolo Serralunga d’Alba renaissance 2019 sul mercato

    Barolo Serralunga d’Alba renaissance 2019 sul mercato

    Disponibile sul mercato ufficialmente da oggi, il Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019, il Barolo della Fiducia, la cui anteprima è stata svelata a settembre dello scorso anno.

    Redazione – Carol Agostini

    Dopo il successo della prima edizione del progetto Renaissance di Fontanafredda, con il Barolo Serralunga d’Alba 2018, presentato il 21 marzo 2022, oggi l’uscita ufficiale sul mercato della seconda edizione. Con una dedica speciale alle nuove generazioni, il Barolo della Fiducia, annata 2019, è il secondo di una collezione di 10 sentimenti che nella storia della civiltà hanno dato origine alle rinascite collettive, narrato e disegnato grazie al contributo di grandi scrittori e illustratori italiani.

    Il vino più iconico di Fontanafredda, strumento del Rinascimento Verde, vuole risvegliare lo spirito critico di chi lo beve con lo scopo di costruire una nuova umanità fatta di nuovi valori incentrata sul rispetto per le persone.

    Barolo Serralunga d'Alba renaissance 2019 sul mercato, foto da comunicato stampa
    Barolo Serralunga d’Alba renaissance 2019 sul mercato, foto da comunicato stampa

    A un anno dal lancio della prima edizione del Barolo Serralunga d’Alba Renaissance, il Barolo della Speranza, Fontanafredda, produttore dei grandi vini delle Langhe con 120 ettari di vigneti certificati a BIOLOGICO che circondano il primo Villaggio Narrante d’Italia, annuncia l’uscita ufficiale sul mercato della seconda edizione, il Barolo della Fiducia, annata 2019.

    È con il progetto Renaissance che Fontanafredda ha rinnovato, a 30 anni dalla nascita, il suo vino più iconico, arricchendolo di profondi valori culturali e artistici. Presentato a marzo dello scorso anno, il Barolo della Speranza ha inaugurato la collezione chiamata a raccontare i 10 sentimenti che nella storia della civiltà hanno dato origine alle rinascite collettive e ha visto il contributo del pluripremiato scrittore contemporaneo Marco Missiroli e della giovane illustratrice e pittrice piemontese riconosciuta a livello internazionale Elisa Talentino.

    Disponibile sul mercato ufficialmente da oggi, il Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019, il Barolo della Fiducia, la cui anteprima è stata svelata a settembre dello scorso anno, foto da comunicato stampa
    Disponibile sul mercato ufficialmente da oggi, il Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019, il Barolo della Fiducia, la cui anteprima è stata svelata a settembre dello scorso anno, foto da comunicato stampa

    Grazie al successo ottenuto, Fontanafredda ha deciso di presentare in anteprima la seconda edizione nell’autunno 2022, dando la possibilità agli appassionati di pre-ordinare online e in anteprima il Barolo della Fiducia 2019, seconda annata del Barolo Serralunga d’Alba Renaissance. Oggi, finalmente, il lancio ufficiale sul mercato.

    Il Libro: La fiducia nei desideri, e l’illustratore romano Andrea Calisi, foto da comunicato stampa, Barolo Serralunga d'Alba
    Il Libro: La fiducia nei desideri, e l’illustratore romano Andrea Calisi, foto da comunicato stampa, Barolo Serralunga d’Alba

    I curatori del racconto sulla fiducia, con la prefazione di Oscar Farinetti sono la scrittrice e poetessa biellese Silvia Avallone, Premio Campiello, con la monografia dal titolo: La fiducia nei desideri, e l’illustratore romano Andrea Calisi che rappresenta la fiducia con la sua opera dal titolo “il filo della reciprocità” dove una donna e il suo alter ego sono unite da un filo, simbolo della fiducia in sé e negli altri.

    Il progetto “Barolo Serralunga d’Alba Renaissance, parole «illustri» per una nuova umanitàvuole fare della prima menzione comunale al mondo di un Barolo, riconosciuta dalla critica nazionale e internazionale, il simbolo del Rinascimento Verde, lo strumento che vuole mettere la Terra al centro dell’uomo, con il grande obiettivo di dare vita così a una grande comunità mondiale costruita sulla fiducia negli altri. Dove Il rispetto per la Terra diventa anche rispetto per le Persone. Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba Renaissance è un vino anche biologico, frutto di una storia che resiste da 165 anni e che oggi, con fiducia nel presente, guarda con coraggio al futuro.

    Barolo Serralunga d'Alba renaissance 2019 sul mercato, foto da comunicato stampa
    Barolo Serralunga d’Alba renaissance 2019 sul mercato, foto da comunicato stampa

    Dichiarazioni:

    Oscar Farinetti:
    «Bisogna avvicinare la gente alla cultura e se un prodotto, come il vino, lo arricchisci di valori immateriali quali i sentimenti, accompagni la gente a “consumare” consapevolmente e in maniera sostenibile. Con Renaissance siamo partiti dalla speranza, il primo sentimento che si prova quando si pensa al futuro. Oggi proseguiamo con la fiducia, fondamentale per poter costruire il futuro, il prossimo sarà il coraggio per andare avanti e così via».

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    Set libro e latta Barolo Serralunga 2019 Renaissance da 750ml e 1500ml Bio, foto da comunicato stampa
    Set libro e latta Barolo Serralunga 2019 Renaissance da 750ml e 1500ml Bio, foto da comunicato stampa

    Degustazione del vino

    Il Barolo Serralunga d’Alba Renaissance 2019 è un vino dai sentori floreali intriganti che lasciano spazio a un secondo naso complesso ed elegante. In bocca è setoso, ma al tempo stesso teso, avvolgente e vibrante, con un tannino energico che esprime la grande potenzialità di invecchiamento. Dopo 30 mesi in botte di rovere e 6 mesi in cemento, il vino è pronto per essere imbottigliato: la scelta della chiusura innovativa e sostenibile  SÜBR, primo tappo micro-naturale al mondo privo di poliuretano e senza difetti olfattivi della gamma di Vinventions (brand che ha tra i suoi Ambassador il primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli) garantisce la conservazione della freschezza del vino e un ottimale affinamento in cantina grazie a un ingresso di ossigeno controllato.

    La seconda edizione del Barolo Serralunga d’Alba Renaissance è da oggi disponibile sul sito ufficiale di Fontanafredda, alla seguente pagina: https://www.fontanafredda.it/barolo-renaissance/ .

    Da comunicato stampa

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://www.fontanafredda.it

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/it/pr-communication.html

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba

    Un nuovo Barolo per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Con il Coste di Vergne l’azienda langarola punta su tre etichette per rappresentare le diversi espressioni del territorio.

    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d'Alba, foto da sito
    Camparo e le sue etichette 2023 nelle vigne di Diano d’Alba, foto da sito

    Camparo completa la collezione “Domani” col Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017.

    L’azienda di Diano d’Alba (CN), esce per la prima volta sul mercato con tre etichette di Barolo: “Domani” Barolo D.O.C.G. 2019 da La Morra e Grinzane Cavour; “Domani” Barolo Boiolo D.O.C.G. 2019 da La Morra; e, infine, l’ultimo nato, “Domani” Barolo Coste di Vergne D.O.C.G. 2017, da uno dei vigneti più alti del Comune di Barolo.

    Collezione "Domani", foto da sito
    Collezione “Domani”, foto da sito

    Tre espressioni diverse di Barolo e del Nebbiolo che Camparo coltiva in tre diversi areali di questo straordinario e cangiante territorio che sono le Langhe, lavorando da oltre vent’anni secondo un modello di sostenibilità e biodiversità, che ne ha fatto una tra le prime aziende biologiche certificate di queste colline.

    Infatti, l’obiettivo è proprio quello di tradurre la complessità territoriale. Se il Barolo vuole essere un’espressione di bevibilità dell’annata, Boiolo riporta tutta la balsamaticità e la profondità tipiche delle marne di Sant’Agata e dell’esposizione ad est, mentre nel Coste di Vergne prevale il frutto e la rotondità grazie all’altitudine, all’esposizione a sud e alla ricchezza dei terreni.

    Un nuovo tassello va quindi ad arricchire la linea “Domani” che, proprio nel concetto di tempo, trova la propria essenza più vera, in quanto collezione di tre Barolo D.O.C.G. Il vino che più di ogni altro è, per sua stessa natura, proiettato al futuro. All’attesa. A “Domani”, appunto.

    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito
    Un nuovo Barolo per Camparo, foto da sito

    Camparo

    L’azienda agricola Camparo si trova a Diano d’Alba (CN), nelle Langhe del Barolo e nasce negli anni ’80, quando Mauro Drocco decide di dedicarsi a tempo pieno ai vigneti di famiglia. Oggi l’azienda è gestita da Mauro con la moglie Mirella, insieme ai figli Sara, Alberto, Alessio e a Debora Bonora, responsabile commerciale export. Camparo è, così, giunta alla quarta generazione.

    L’azienda è certificata biologica dal 2000, una delle prime in Langa, e la gestione di piante e suoli è orientata alla sostenibilità e alla rigenerazione dei suoli. Proprio per valorizzare questi concetti è stato scelto come logo aziendale la farfalla.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari nei comuni di Diano D’Alba – dove si trova il corpo principale -, di La Morra e di Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Arneis e Viognier.

    L'azienda Camparo a Diano d'Alba, foto da sito
    L’azienda Camparo a Diano d’Alba, foto da sito

    Vini prodotti

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    (altro…)

  • Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023

    Cascina Boschetti, la degustazione di 3 prodotti rappresentativi

    Di Marco Germani

    Il territorio di Barolo, nel cuore delle Langhe rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo, da queste colline nasce uno dei vini più famosi mai prodotti, icona della viticoltura italiana di qualità.

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, il titolare, foto Murialdo Gomba
    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, il titolare, foto Murialdo Gomba Winery

    C’è una collina, che sovrasta i tetti di Barolo e le mura del castello dei Marchesi Falletti, dove gli ordinati filari di nebbiolo sembrano disegnati da un pittore, la collina Boschetti.
    Cascina Boschetti nasce sulla sommità di questa collina, dall’azienda si gode di una vista mozzafiato a 360°, sulle colline di Langa e sui numerosi castelli che le costellano.

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, i vigneti, foto da sito
    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, i vigneti, foto da sito

    Sergio Gomba

    Quando parliamo di Cascina Boschetti parliamo di Sergio Gomba. E’ lui l’uomo che ha firmato la rinascita dell’azienda, una vita passata a coltivare un sogno. Tenace e capace, Sergio Gomba ha trasformato una casa e le sue vigne in una tenuta maestosa con una vista mozzafiato.

    “Il lavoro non mi ha mai spaventato, anche adesso che ho una certa età” dice senza enfasi, quest’uomo di poche parole. Per capire che non mente, basta guardargli le mani.

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto da sito
    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto da sito

    La Cantina

    Cascina Boschetti, nasce nel 1977, i vigneti attorno alla cantina appartengono da anni alla famiglia Gomba. Nel 1991 l’acquisto della cascina e successivamente di altre vigne nel Roero.

    “Ci piace dire che le uve sono tutte nostre, raccolte a mano, selezionate a mano. La vendemmia è un momento importantissimo per tutti noi, di lavoro ma anche di festa, di riunione della famiglia e degli amici”.

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, la cantina, foto da sito
    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, la cantina, foto da sito

    “I nostri 30 ettari si dividono tra Langhe e Roero, garantendo il meglio delle nostre uve, delle nostre viti e dei nostri terroir, per ottenere un vino unico, ogni anno diverso, ma sempre ineguagliabile”
    Oggi la produzione si attesta intorno alle 300 mila bottiglie, di cui 160 mila di Barolo.
    “La vigna parla: bisogna saperla ascoltare”.

    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto da sito
    Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto da sito

    Grande cura quindi per tutte le lavorazioni del vigneto: dagli umori di terreno e viti fino all’ecosistema in cui sono inseriti.
    Sergio custodisce non solo i suoi filari, ma anche dei boschi attorno alla tenuta. Qui vivono animali e alberi che contribuiscono a mantenere un equilibrio importante per il vigneto.

    Nasce anche il tartufo bianco d’Alba. Una curiosità: il nuovo vigneto a Scaparoni, tra Alba e Piobesi d’Alba, è stato piantato sopra la “grotta dei pipistrelli”, una vecchia cava di gesso dismessa che ora è un rifugio per centinaia di pipistrelli.

    Lineup degustata da Marco Germani di Cascina Boschetti, foto autore articolo
    Lineup degustata da Marco Germani di Cascina Boschetti, foto autore articolo

    Nebbiolo d’Alba DOC 2021

    Nebbiolo d’Alba DOC 2021, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani
    Nebbiolo d’Alba DOC 2021, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani

    Luminoso rubino scarico. Olfattivo deciso declinato su mora, ribes, e fragolina di bosco in maturazione, rosa canina e viola fresche. In bocca domina la freschezza, in coerenza con una beva non troppo impegnativa. Il tannino, ancora deciso, porta ad un medio finale su scie di frutti di bosco maturi.

    Barbera d’Alba DOC 2021

    Barbera d’Alba DOC 2021, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani
    Barbera d’Alba DOC 2021, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani

    Rubino carico con screzi purpurei. Al naso si presenta piacevolmente variegato, passando da un fruttato maturo di ciliegia, amarena e mirtillo ad un floreale in appassimento di viola, rosa e peonia. Eleganti tocchi di pepe bianco, sottobosco e legno di rovere ne completano il profilo. In bocca è morbido, pieno, con tannini ben dosati e media persistenza su note di ciliegia succosa.

    Barolo DOCG del Comune di Barolo 2019

    Barolo DOCG del Comune di Barolo 2019, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani
    Barolo DOCG del Comune di Barolo 2019, Cascina Boschetti vissuta di sensi al Vinitaly 2023, foto di Marco Germani

    Rubino vivace con sfumatura granata, sfoggia un olfattivo declinato al frutto sottospirito. Mora, ribes, ciliegia, lampone e fragolina di bosco sono seguiti da freschi fiori di viola e rosa. Completano il profilo piacevoli rimandi di pepe, noce moscata, liquirizia, vaniglia, smalto. Di ottima struttura, fine, dal tannino ben dosato e la fresca e dinamica evoluzione. Molto gradevole la lunga chiusura su rimandi di liquirizia e polvere di caffè.

    Marco Germani, autore articolo, Wine Blogger
    Marco Germani, autore articolo, Wine Blogger

    Sito cantina: https://www.gombaboschetti.it/

    Blog autore: https://www.tuscanysommelier.com/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico festeggia le 40 vendemmie

    Redazione

    L’autunno e la stagione ideale per scoprire le bellezze delle Langhe del Barolo. Un paesaggio unico, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, scandito da vigneti e noccioleti che tingono le colline di mille sfumature.

    Allo spettacolo della natura si aggiungono le eccellenze enogastronomiche che rendono questo angolo del Piemonte famoso in tutto il mondo.

    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico, foto da comunicato stampa
    Il Barolo Ginestra DOCG Ciabot Mentin di Domenico Clerico, foto da comunicato stampa

    Tra queste il Barolo Ginestra D.O.C.G. Ciabot Mentin di Domenico Clerico, storica cantina di Monforte d’Alba che, con l’annata 2018, festeggia la quarantesima vendemmia di questo primo vino con cui Clerico si fece conoscere nel mondo.

    Un barolo intenso, deciso, elegante e profondo che al naso rivela aromi di fragola fresca , ciliegia e succo d’arancia rossa che si fondono con note di menta, cioccolato fondente e spezie. Il sorso è armonioso con una trama tannica setosa, morbida ed elegante.

    Sono passati quarant’anni dalla prima annata di questo vino che ha scritto la storia della denominazione e il cui nome ha una storia affascinante da raccontare: il “Ciabot” è una casa nelle vigne, quasi un ricovero degli attrezzi; mentre “Mentin” era il proprietario (il diminutivo di “Clemente” in dialetto Piemontese) da cui Domenico acquistò l’appezzamento.

    Dopo la vendita, Il nome della vigna è rimasto lo stesso, come tradizione vuole, perché i proprietari passano, ma la terra resta.

    L’autunno è la stagione clou nelle Langhe non solo per degustare i vini, ma anche per assaporare un’ altra prelibatezza simbolo del territorio: il tartufo. Un ingrediente che rende speciale qualsiasi piatto, dal più semplice al più elaborato: dall’uovo al burro con scaglie di tartufo, al risotto, fino ai tradizionali tajarin o la battuta di Fassona. Piatti da accompagnare con un buon calice di Barolo Ciabot Mentin.

    Cantina

    Domenico Clerico è un grande nome del Barolo in Italia e nel mondo.

    La storia di questa prestigiosa cantina di Monforte d’Alba coincide con la storia di un uomo che ha rivoluzionato il concetto della viticoltura nelle Langhe, animato dal desiderio di sperimentare per raggiungere l’eccellenza che da sempre caratterizza i suoi vini.

    Domenico Clerico è stato un precursore nello studio del Nebbiolo , ma anche della Barbera D’Alba e del Dolcetto, il vino da cui ha iniziato a costruire il suo sogno già dal 1976.

    Il suo legame intenso con la terra, il lavoro instancabile tra i filari e le peculiarità dei suoi vigneti hanno costruito negli anni un patrimonio unico.

    Un’eredità raccolta dalla moglie Giuliana e portata avanti da un team di collaboratori guidato oggi da Oscar Arrivabene, enologo e direttore generale, nell’assoluto rispetto dell’impronta schietta e senza compromessi del suo fondatore.

    Alcune vigne della cantina Domenico Clerico in Piemonte, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne della cantina Domenico Clerico in Piemonte, foto da comunicato stampa

    La Cantina

    L’azienda oggi conta 21 ettari vitati, per un totale di 110.000 bottiglie prodotte ogni anno e coltiva unicamente i tre vitigni piemontesi per eccellenza, Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, esportando in oltre 40 paesi del mondo. La gamma comprende 9 etichette: Visadì Langhe Dolcetto DOC, Trevigne Barbera D’Alba DOC, Capisme-e Langhe Nebbiolo DOC, Arte Langhe Rosso DOC, Barolo DOCG del Comune di Monforte d’Alba, Pajana Barolo DOCG, Ciabot Mentin Barolo DOCG e AereoplanServaj Barolo DOCG, Percristina Barolo DOCG .

    Comunicato Stampa

    Collegamenti da sito cantina
    La vite unisce il cielo alla terra…
    “Sin dall’inizio privilegiai il lavoro tra i filari, convinto che per ottenere vini buoni si debba allevare la vigna con amore e dedizione, instaurando con la terra un legame intenso di scambio continuo.
    Curiosità storiche da sito cantina

    …Nel 1977 ho acquistato un piccolo appezzamento nel cuore della “Bussia”, che mi ha permesso di produrre il mio primo Barolo: “Briccotto Bussia”. Qualche anno più tardi riesco ad ottenere una fantastica vigna nel cru “Ginestra” dalla quale ho iniziato a produrre il mio Barolo “Ciabot Mentin” e poco dopo un’altra vigna in questo splendido cru da dove ottengo il Barolo “Pajana”.

    Nel 1995 scelgo un appezzamento in altro cru chiamato “Mosconi” ed inizia la vita del mio Barolo “Percristina”.
    Con molte fatiche e buona volontà siamo arrivati a costruire un’azienda che oggi è composta da circa 21 ettari per un totale di 110.000 bottiglie annue.

    Non pago, nel periodo tra il 2005 e il 2006 ho fortemente cercato un nuovo obiettivo che mi desse lo stimolo giusto per mettermi, ancora una volta, in discussione.
    Nasce così il mio Barolo da un comune molto vicino a Monforte d’Alba e per certi versi molto diverso, Serralunga d’Alba. Prende vita così Aeroplanservaj.

    Domenico ci ha lasciato un grande regalo, una filosofia che attraversa il tempo, fra la tradizione di una terra che regala grandi emozioni e l’innovazione, il volersi migliorare continuamente.


    Sito cantina: https://domenicoclerico.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Barolo di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, al 78° posto di Wine Spectator 2022

    Barolo di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, al 78° posto di Wine Spectator 2022

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022

    Redazione

    Grande traguardo per Fontanafredda che con il suo vino più iconico, prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022. Sono venti in tutto i vini italiani premiati dalla rivista americana tra le più influenti nel mondo del vino, che ogni anno seleziona i migliori 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi. Il “Barolo della Speranza” di Fontanafredda compare, inoltre, come primo Barolo inserito nella graduatoria.

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance
    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance

    Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, il vino più rappresentativo di Fontanafredda, si aggiudica il 78° posto nella classifica dei 100 migliori vini del mondo di Wine Spectator 2022 ed è il primo Barolo a comparire nella graduatoria. Un grande traguardo sancito da una delle riviste americane più importanti e influenti del settore, che, ogni anno, premia cantine, regioni e annate, dopo un’attenta selezione dei Top 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi in base a qualità, valore, disponibilità ed eccellenza.

    Arrivo in Tenuta Fontanafredda
    Arrivo in Tenuta Fontanafredda

    Prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, “il Barolo della Speranza”, è stato presentato lo scorso 21 marzo, in occasione dei 30 anni dalla prima uscita sul mercato. Un Barolo identitario, che unisce la potenza del terroir di Serralunga d’Alba e l’eleganza stilistica di Fontanafredda, in un connubio riconosciuto dalla critica nazionale e internazionale. Floreale, balsamico, vibrante, fresco e dopo 30 anni anche Biologico, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance al naso presenta una bellissima florealità con un profumo netto e intenso, in bocca è morbido, setoso con un tannino vibrante.

    “Questa è una bella espressione di sapori di ciliegia, rosa e minerali, con freschezza e purezza. Mostra una solida base di tannini densi ma raffinati. Finale lungo. Il meglio dal 2025 al 2042.” Lo descrive così Bruce Sanderson, Senior Editor di Wine Spectator e degustatore per l’Italia.

    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022
    Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022

    Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance è il primo di una collezione che, ogni anno per 10 anni, celebrerà i 10 sentimenti che nella storia della civiltà hanno dato origine alle rinascite collettive. Un progetto volto a risvegliare lo spirito critico con il contributo di grandi scrittori e illustratori italiani stimolando riflessioni sui sentimenti per una nuova umanità.

    I luoghi di vinificazione e affinamento di Fontanafredda
    I luoghi di vinificazione e affinamento di Fontanafredda

    La cura del sentimento della Speranza è stata affidata al pluripremiato scrittore contemporaneo Marco Missiroli, con la monografia dal titolo: 12, gli umani potrebbero chiamarla Speranza, ed Elisa Talentino, giovane illustratrice e pittrice piemontese riconosciuta a livello internazionale, che, attraverso la libertà di una Cocorita Blu ci racconta la speranza.

    Cresce l’attesa per l’uscita a marzo 2023 dell’annata 2019, seconda edizione del progetto Renaissance, dedicata al sentimento della Fiducia, già disponibile in anteprima sul sito di Fontanafredda ad un prezzo esclusivo per tutti gli appassionati.

    Comunicato stampa

    Comunicato stampa Degustazione privata solo per FoodandWineAngels a Fontanafredda

    Degustazione privata solo per FoodandWineAngels a Fontanafredda


    Sito Tenuta: https://www.fontanafredda.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partner Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/