Merano Wine Festival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann
di Danilo Amapani
In occasione del Merano WineFestival 2024 si è tenuto un incontro tra due colossi dell’enologia italiana: Hans Terzer e Silvio Jermann. Merano WineFestival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann
Merano WineFestival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann
Hans Terzer, winemaker della cantina di St. Michael-Eppan, si avvicina sin da piccolo all’enologia e da quando prende le redini della cantina di San Michele Appiano ha saputo elevare al massimo i vini prodotti dedicandosi ad un lavoro spasmodico per portare alto il nome dell’Alto Adige.
Nel corso della sua lungimirante carriera, Hans Terzer è stato il primo della zona altoatesina a vinificare bianchi in barrique e a scoprire le potenzialità di uno dei vitigni che hanno fatto e stanno facendo la storia di questa zona, il Pinot Nero.
Silvio Jermann è il più rappresentativo vignaiolo friulano. A capo dell’azienda di famiglia Jermann, dopo un’esperienza in Canada, comincia la sua produzione di vini per valorizzare a pieno il suo territorio. Inoltre Silvio Jermann è stato premiato da Gambero Rosso nel 2016 come miglior produttore nel mondo di vini bianchi italiani, oggi continua nel suo lavoro di valorizzazione del territorio.
È stato proprio questo il fulcro dell’incontro, in occasione del Merano Wine Festival, con questi due produttori: la valorizzazione di un territorio che continua a stupire di anno in anno.
Da Gorizia a Bolzano, la caratteristica che accomuna entrambi è l’attenzione alla qualità e alla tipicità dell’area, con un focus sull’utilizzo di vitigni autoctoni a bacca bianca. Questo ha permesso a entrambe le cantine di evolversi e di diventare un caposaldo della viticoltura italiana.
Un altro tema rilevante è stato la successione delle cantine. In giovane età, insieme ad altri colleghi, hanno sempre alimentato la voglia di imparare, di sporcarsi le mani sia in vigna che in cantina. Questo purtroppo non sempre accade fra i giovani che si approcciano a questo mondo, poiché, per citare le parole di Hans Terzer, “presi dalle tecnologie e smartphone di oggi, non colgono le occasioni di imparare dagli esperti”.
In occasione di questa colloquio, abbiamo avuto il piacere di assaggiare due grandi vini i quali hanno fatto la storia delle due cantine.
Merano Wine Festival 2024, un incontro con viticoltori storici del Nord Italia: Hans Terzer e Silvio Jermann
L’Appius di St. Michael-Eppan, un’idea di Hans che ha saputo mettere in atto aspettato il momento giusto. Questo momento è avvenuto nel 2010, anno in cui è stata prodotta la prima bottiglia, composta prevalentemente da Chardonnay e da percentuali che cambiano in base alle annate di Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon Blanc. Fermentazione e affinamento in barrique, assemblaggi dei vari vitigni dopo un anno e un affinamento in tini di acciaio per tre anni per poi essere messo in commercio.
Abbiamo assaggiato quattro annate:
2010. Giallo dorato, con profumi intensi euna grandissima complessità che virano fino a note tostate. Una persistente avvolgenza contornata da una decisa mineralità. 2016.Giallo paglierino carico e olfatto intenso deciso da grandi sentori erbacei e floreali. Grande equilibrio al gusto, con presenza di un finale vanigliato. 2018. Giallo paglierino con riflessi verdolini e presenza olfattiva di frutta esotica, pesca, mela renetta. Grande freschezza al palato e bevibilità. 2021.Annata in anteprima assoluta. Si presenta con un colore giallo verdolino; profumi di ananas e pesca accompagnati da sentori floreali e accenni di chiodi di garofano. Al palato una grande freschezza e vivacità che invogliano la beva.
Silvio Jermann ci ha voluto omaggiare con tre bottiglie esclusive: 2007.In onore del padre venuto a mancare. Ribolla Gialla, intensità e complessità immensa. Grande freschezza nonostante i 28 anni d’età. 2010. Vino in occasione dei 65 anni di matrimonio dei genitori. Vitigno autoctono, Tocai Friulano. Giallo dorato intenso, profumo di scorza d’arancia e leggera mandorla amara, quest’ultimo viene ritrovata anche al gusto. 2018. Vino in occasione del centenario dell’azienda. Pinot Bianco 100%. Giallo Paglierino, profumi di mela golden, agrumi e zenzero con gusto deciso, succoso e grande persistenza.
Merano WineFestival 2024, nuove scoperte vinicole e tanti assaggi
di Adriano Guerri
A Merano in occasione dell’evento enogastronomico glamour più atteso dell’anno, Merano WineFestival, svoltosi dall’ 8 al 12 novembre 2024, come consuetudine nei suggestivi saloni del Kurhaus, ho partecipato ad alcune masterclass che sono state organizzate al prospiciente Hotel Therme. Quella in descrizione riguarda una perla enologica dell’Alto Adige “ Schiava non per scelta! – DNA Schiava“.
La masterclass è stata magistralmente curata da Riccardo Polo e Hartmann Dona’.
La varietà Schiava è considerata una varietà autoctona dell’Alto Adige, qui ha trovato condizioni pedoclimatiche propizie e viene allevata sin dal Cinquecento. Capace di dare origine a vini espressivi e di grande piacevolezza di beva, tuttavia, viene allevato anche in Trentino, Veneto e Lombardia. Il suo baricentro è tra il Lago di Caldaro e Merano.
L’etimologia del termine viene ipotizzato che derivi dal latino, dal quale la vite veniva legata ad un supporto. Nota anche come Vernatsch o Trollinger nel sud della Germania. Dopo un periodo poco felice per questo singolare vitigno, da qualche anno a questa parte è stato riscoperto e ha avuto la valorizzazione e considerazione che merita.
Discende dal Pinot Nero ed è genitore sia del Lagrein sia del Marzemino . Quattro sono le varietà tra le più diffuse: Schiava Nera, Schiava Gentile, Schiava Grossa e Schiava Grigia con caratteristiche ampelografiche diverse. Un vino molto apprezzato in gioventù, tuttavia, è molto piacevole anche con qualche anno in più sulle spalle.
A tavola è il vino ideale a tutto pasto, si abbina bene con salumi, soprattutto lo speck, canederli, secondi piatti a base di carne bianca, zuppe e formaggi semi stagionati, io da toscano, lo vedo bene anche con cacciucco alla livornese.
Ecco i vini degustati a Merano
Fliederhof Gran Marie Sankt Magdalener Klassisch Alto Adige Doc 2022 Fliederhof – Bellissimo color rosso rubino intenso e trasparente, al naso sprigiona sentori di ciclamino, lampone, mora e ribes, il sorso è fresco, saporito, armonioso e leggiadro.
Sito di riferimento: www.fliederhof.it
Upupa Vigneti Dolomiti Igt 2021 Martin Abraham – Rosso rubino brillante, al naso emana sentori di rosa, fragola, lampone, ciliegia e mirtillo, al palato è setoso, vibrante, fine e persistente.
Sito di riferimento: www.weingutabram.it
Arena 2021 Alto Adige Doc Tenuta Oberstein – Joachim Wolf – Rosso rubino trasparente, al naso giungono sentori di violetta, ciliegia, frutti di bosco e mandorla, al gusto è avvolgente, coerente e accattivante.
Sito di riferimento: www.oberstein.it
Sea Kalterersee Klassisch 2018 Andi Soelva – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, sviluppa note di viola, ciliegia, lampone, pepe nero e liquirizia, al palato è pieno ed appagante con tannini setosi e un finale lungo e saporito.
Sito di riferimento:www.andisoelva.com
Der Pfannenstiel Alto Adige Doc Sankt Magdalener Classico 2015 Pfannenstiel – Rosso rubino con sfumature granato, al naso rimanda sentori di mammola, ciliegia matura, pepe, mandorla e spezie dolci, il sorso è avvolgente, appagante e incredibilmente persistente.
Sito di riferimento: www.pfannenstielhof.it
Dona’ Rouge 2011 Mitterberg Igt Hartmann Donà – Rosso granato intenso, trasparente e consistente, all’olfatto arrivano sentori di confettura di marasche, pepe, ginger, noce moscata e eucalipto, al palato è rotondo e di buona corrispondenza gusto-olfattiva, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: www.hartmanndona.it
Merano WineFestival 2024: Inizia la 33^ Edizione del Salone Enogastronomico tra Eccellenze, Premi e Riflessioni sul Futuro
di Carol Agostini
Domani, venerdì 8 novembre, la città di Merano accoglie l’inizio della 33ª edizione del Merano WineFestival, uno degli eventi più attesi e raffinati del settore enogastronomico italiano e internazionale. Il festival, che proseguirà fino al 12 novembre, vedrà premi, degustazioni e incontri di approfondimento con focus sulle migliori eccellenze di vini, birre, distillati e prodotti gastronomici. Tra gli appuntamenti più importanti, l’assegnazione dei prestigiosi The WineHunter Award Platinum e delle nuove WineHunter Stars, oltre a una serie di eventi esclusivi nel suggestivo scenario del Castello Principesco.
Inaugurazione con Premi e Novità: i The WineHunter Award Platinum e le WineHunter Stars.
Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampaLa cerimonia di apertura si terrà nel prestigioso Pavillon des Fleurs, dove, a partire dalle ore 17:30, sarà assegnato il The WineHunter Award Platinum, massimo riconoscimento della guida The WineHunter che premia le eccellenze enogastronomiche valutate oltre i 95 punti, suddivise nelle categorie Wine, Food, Spirits e Beer. L’evento sarà presentato da Maurizio Di Maggio, noto conduttore di Radio Monte Carlo, e vedrà la partecipazione del patron Helmuth Köcher e del giornalista Andrea Radic, che conferiranno anche cinque premi speciali a produttori distintisi per Genio, Innovazione, Conquista, Famiglia e Territorio.
La stessa sera, il Kurhaus ospiterà una cena di gala durante la quale saranno consegnate le nuove WineHunter Stars. Sette personalità di spicco del settore riceveranno questo premio per il loro contributo all’enogastronomia italiana e internazionale. Tra i vincitori, Gianna Nannini, premiata come Wine Producer; Oscar Farinetti, che riceverà la Communicator Star per il suo contributo alla diffusione della cultura del vino; e la chef Viviana Varese, insignita del titolo di Food Star per il suo impegno e talento nella ristorazione.
Tra i premiati anche Riccardo Cotarella come Winemaker Star, Anna Scafuri di Tg1 Economia come Wine & Food Journalist, Stefano Vitale come Wine Artist, e Valentina Bertini come miglior Wine Manager.
“Intrecci di Vite”: Le Masterclass Esclusive al Castello Principesco
Uno degli eventi più attesi del festival è Intrecci di Vite, un ciclo di quattro masterclass organizzate in collaborazione con Liber Experience, ospitate nella cornice storica del Castello Principesco. Questi incontri, esclusivi e di alto profilo, sono pensati per approfondire la cultura vitivinicola e sono condotti da nomi illustri del settore.
Sabato 9 novembre, alle ore 10:30, il noto imprenditore Oscar Farinetti modererà una conversazione tra Maurizio Zanella e Vittorio Moretti, rappresentanti delle celebri cantine di Franciacorta Cà del Bosco e Bellavista. Alle 16:00, l’attenzione si sposterà sul Sangiovese, protagonista del Brunello di Montalcino e di altre grandi produzioni italiane, con un confronto tra diverse interpretazioni del celebre vitigno.
Innovazione e Sostenibilità: Il Summit Quo Vadis?
Un’importante occasione di dibattito sul futuro del settore vitivinicolo è rappresentata dal summit Quo Vadis?, che si terrà sempre venerdì 8 novembre. Il tema centrale sarà il futuro della viticoltura, con particolare attenzione a sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione. Tra i relatori, personalità di spicco del mondo agricolo e vitivinicolo si confronteranno sulle sfide e le opportunità per un settore in continua evoluzione, in risposta ai cambiamenti climatici e alle nuove tendenze di consumo.
Il Cuore del Festival: Degustazioni, Showcooking e Incontri con 440 Aziende da Tutto il Mondo
A partire da sabato 9 e fino a lunedì 11 novembre, il Merano WineFestival entrerà nel vivo, con 330 aziende vitivinicole italiane e 110 internazionali pronte a presentare i loro prodotti a un pubblico di esperti, appassionati e professionisti del settore. Gli eventi principali avranno luogo presso il Kurhaus, che ospiterà anche la GourmetArena, uno spazio dedicato a 130 aziende di prodotti gastronomici, birre e distillati, e che vedrà una serie di showcooking, masterclass e presentazioni di nuovi prodotti.
Tra gli eventi di punta ci sarà il bio&dynamica & more, una rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, Piwi (vini da vitigni resistenti), e vini prodotti con metodi innovativi, come quelli affinati in anfore o in ambiente subacqueo. In Piazza della Rena, il Mercato della Terra Slow Food offrirà al pubblico la possibilità di conoscere e acquistare prodotti locali sostenibili.
Catwalk Champagne & More: Chiusura tra le Bollicine
Il gran finale del festival, martedì 12 novembre, sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un evento che celebrerà le bollicine del metodo classico. Più di 120 maison di Champagne e spumanti italiani e francesi offriranno degustazioni di alto livello, mettendo in evidenza la ricchezza delle bollicine d’autore. Sarà un’occasione unica per scoprire le migliori proposte nel panorama internazionale delle bollicine, tra cui maison rinomate e nuovi protagonisti del settore.
Merano WineFestival: Un Evento di Respiro Internazionale tra Cultura, Business ed Eleganza
Il Merano WineFestival, da sempre un punto di incontro per gli amanti dell’eccellenza enogastronomica, si fa quest’anno ancora più internazionale con l’introduzione di nuove iniziative come la WH Ambassador Exclusive Lounge e il WH Buyers’ Club. Questi spazi esclusivi sono stati pensati per incentivare incontri d’affari e scambi culturali tra produttori, esperti e acquirenti, consolidando Merano come una vetrina globale per i prodotti enogastronomici di alta qualità.
Giornate del pinot nero 2024, Blauburgundertage 2024, degustazione dei VINCITORI delle Regioni italiane
Di Rosaria Benedetti
Il Concorso legato alle Giornate del Pinot Nero/Blauburgundertage giunto alla sua 26° edizione, si è svolto a Montagna nelle giornate precedenti l’Evento, mentre nel Week End dal 10 al 13 maggio si sono susseguite le Masterclass e le libere degustazioni dei più di 100 pinot nero presentati.
In particolare sabato 11 maggio si è svolta la Masterclass con la presentazione dei Campioni, i migliori Pinot Nero classificati in Concorso di ciascuna regione italiana. La Presidente Ines Giovanett, Donna del Vino TAA ha sottolineato il grande apprezzamento che le Giornate del Pinot Nero di Egna e Montagna, veri centri di eccellenza della varietà, riscuotono nel panorama vitivinicolo italiano attirando nella bassa atesina produttori, enologi, appassionati e giornalisti.
Guida di spessore per questa degustazione André Senoner, miglior Sommelier del Pinot Nero nel 2021: chi meglio di lui! nato all’ombra dei vigneti altoatesini, esperto relatore, docente e raffinato cultore di questa varietà. Il suo breve prologo illustra le caratteristiche ampelografiche che il pinot nero richiede per produrre vini di qualità: buona esposizione ma zone fresche, asciutte e ventilate, con escursioni termiche importanti.
Padre riconosciuto e oscuro genitore di molte varietà ad oggi ascritte nell’elenco degli autoctoni, il pinot nero è di fatto vitigno internazionale. Il variegato panorama italiano è ricco di interpretazioni legate a clima, latitudine e gestione enologica. L’Italia, con i suoi quasi 6000 ettari è al quarto posto per superfice vitata dedicata al pinot nero, dopo Francia, Stati Uniti e Germania.
“Provarci” con questa varietà è una sfida per moltissimi produttori in tutto il mondo, ma rimane indiscutibile la vocazionalità del territorio altoatesino e in particolare dei vigneti di Mazon e Gleno. Statisticamente l’Alto Adige presidia con il pinot nero, ca 600 ettari, dei ca 3700 di superficie vitata, una presenza che contribuisce non poco ad innalzare il già elevato spessore qualitativo della produzione nazionale.
La sequenza dei Campioni delle singole regioni, tutti 2021, non può che partire dal vincitore assoluto.
Già primo classificato per tre volte in annate diverse, il vino è l’accurata sintesi della vinificazione di alcune vocate parcelle collocate sui versanti opposti della valle, a Gleno sulla sinistra dell’Adige e a Caldaro sulla destra. La varietale trasparenza rosso rubino si fa più fitta nel centro calice, quasi ad anticipare l’efficace consistenza del sorso. Lampone e piccoli frutti scuri ricorrono con costanza, lasciando affiorare di tanto in tanto delicate note di pepe. Il segno del passaggio in barrique è piacevolmente percepibile in sottofondo, mentre l’ingresso di bocca fresco apre un sorso deciso, asciutto ma ricco, dalla trama tannica ben integrata e di lunga persistenza gustativa.
Tenuto conto che i limiti climatici impongono severe selezioni e che il Concorso prevede un numero minimo di partecipanti per stabilire un vincitore regionale (almeno 5 vini per regione presenti in Concorso) la sequenza di degustazione risale l’Italia dal basso verso l’alto, dal sud, si fa per dire, al nord. Si parte dal centro Italia, latitudine al di sotto della quale difficilmente il pinot nero trova efficaci collocazioni, fatte salve alcune pregevoli produzioni numericamente esili.
Un vigneto di 20 ca in zona ventilata a ca 500 mt/slm è la culla del Pinot Nero 1° classificato per la regione Umbria. Il calice si presenta con una colorazione decisa, rosso rubino dal riflesso violaceo, quasi fitto. Un importante affinamento in anfora di cocciopesto (antica tradizione risalente all’impero romano) dopo la fermentazione, conferisce al vino una cifra personalissima al naso, ricco di piccoli frutti rossi, che lascia la speziatura in sottofondo per mettere in risalto un piacevole timbro giovanile.
Il sorso è asciutto con entrata fresca e un centro bocca che richiama la ricchezza del frutto; ancora molto efficace la trama tannica che sostiene a lungo la persistenza e fa presagire longevità.
TOSCANA: Fattoria San Felo – Toscana Igt Pinot Nero 2021
Un Pinot Nero di Maremma, prodotto in un areale quanto meno insolito, dove sangiovese e vermentino la fanno da padroni. Si presenta con una veste calda, e una trasparenza tipica della varietà. Il frutto rosso maturo si fa strada tra sentori di foglie di tabacco essiccate, erbe aromatiche e rosa appassita. Più delicata la presenza speziata che conferisce comunque insieme alla leggera vaniglia un tratto maturo. Il sorso è coerente, con entrata fresca e centro bocca affilato. Una tannicità piacevole ed elegante allunga la beva che nel retrogusto racconta di mandorla.
PIEMONTE: Bricco Maiolica – Lange Doc Pinot Nero “Perlei” 2021
Un omaggio all’anima femminile del Pinot Nero nel nome di questo vino, prodotto nelle Langhe su un versante ombroso di nord-est, soggetto a importanti escursioni termiche. Il calice rosso rubino è luminoso e brillante, presagio di freschezza. Piccoli frutti e note floreali di rosa rossa si alternano con una decisa speziatura. Il sorso si conferma giovanile, con un centro bocca sottile e ben modulato. I nove mesi in rovere hanno affilato i tannini che rimangono comunque grintosi e prolungano la persistenza dal ritorno vanigliato.
VALLE D’AOSTA: Grosjean Vins – Valle d’Aosta Doc Pinot Noir “Vigne Tzeriat” 2021
L’altitudine, con il vigneto a 900 mt/slm, è la cifra indiscutibile di questo pinot nero, rubino luminoso e trasparente. Il frutto scuro, prugna e mora, si cela dietro le tonalità vanigliate del passaggio in tonneaux per rivelarsi in bocca. Sorprende, dopo l’ingresso fresco, la morbidezza che avvolge setosa il palato; una tannicità già domata e ben integrata arricchisce il gusto asciutto e accompagna lungamente la percezione di una piacevole sapidità finale.
Prodotto di spicco dell’Azienda, tra le prime in Italia a produrre Pinot Nero, si presenta nel calice con la tradizionale trasparenza ed un riflesso color carminio che lo caratterizza. Sottili note fruttate accompagnato un eco di spezie dolci, liquirizia e sottobosco. Austero ed elegante il sorso ma ancora dinamico, aperto a prospettive di longevità. Non indugia a morbidezze eccessive; il centro bocca snello sfoggia tannini raffinati mentre i 12 mesi in barriques segnano il finale vanigliato.
VENETO: Borgo Stajnbech – Tre Venezie Igt Pinot Nero 2021
Nato nel Veneto orientale, questo pinot nero non conosce passaggi in legno e possiede un timbro decisamente fresco e giovanile. Rubino scarico, trasparente nel calice, si fa un poco attendere prima di sprigionare le varietali componenti fruttate, ciliegia in primis, che ben si legano a timidi profumi di macchia, timo e rosmarino. Il sorso è sottile, vi prevale con coerenza la freschezza mentre la trama tannica sfuma in un finale dalla vena floreale di viola.
Da Collio Goriziano un pinot nero cromaticamente ricco, color rubino con riflesso quasi aranciato. Un fondo speziato con slanci di piacevole tostatura dovuti ai 12 mesi di passaggio in barrique di legno francese, fa da sfondo alle note di piccoli frutti rossi maturi, quasi in confettura. Dopo l’entrata fresca, il centro bocca è morbido e avvolgente e la trama tannica, già vellutata, ha il compito di affilare il sorso e prolungarne la piacevolezza gustativa.
Il Pinot Nero trentino, dai vigneti delle colline di Trento, è intrigante e per certi aspetti sorprendente. Rubino vivace e brillante espone subito l’elegante marchio di delicate tostature dovute al passaggio in legno cui si affiancano le note dei tradizionali piccoli frutti, di buccia d’agrume rosso e un sottile ricordo di erbe aromatiche. Senza eccedere in struttura, la beva è carezzevole e setosa mentre la tannicità scorrevole dona eleganza al sorso sostenendo e prolungando il retrogusto speziato.
Il 32° Merano WineFestival: Bio&Dynamica e Sostenibilità al Centro dell’Interesse
Redazione – Carol Agostini
Il futuro del mondo vinicolo si svela a Merano con l’apertura del 32° Merano WineFestival. Quest’anno, il patron Helmuth Köcher ha deciso di ritornare alle origini, aprendo la manifestazione venerdì 3 novembre con la rassegna dedicata a “Bio&Dynamica“. Questa scelta sottolinea l’impegno costante di Köcher verso un’agricoltura sostenibile e il benessere delle future generazioni, mantenendo al contempo alti standard di eccellenza.
Spiega Köcher: «Puntare su vitigni resistenti e sostenibili significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta»,
rimarca il patron del Merano WineFestival che aggiunge: «Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di CO2. Aziende presenti al Merano WineFestival perché capaci di produrre eccellenze sostenibili, spesso anticipando quello che dovrà essere il solco della viticoltura di domani», chiude Helmuth Köcher.
La 32^ edizione del Merano WineFestival registra un aumento del 50% nella partecipazione delle aziende nel settore “Bio&Dynamica”, una tendenza in costante crescita sia in termini di produzione che di risonanza mediatica rispetto al 2019. Venerdì 3 novembre, nel suggestivo scenario delle sale del Kurhaus, i protagonisti saranno i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e i vini da agricoltura integrata. La manifestazione ospiterà 160 produttori e oltre 300 etichette bio&dynamica, dimostrando il crescente interesse del mercato verso questi prodotti.
Tra gli eventi imperdibili, spicca “Percorrendo l’Italia” con l’enologo Luca D’Attoma, che esplorerà i vini biodinamici e le varietà PIWI, ovvero vitigni resistenti alle malattie fungine. Secondo Köcher, investire in vitigni resistenti e sostenibili rappresenta la chiave per una viticoltura veramente sostenibile. Questi vitigni presentano una resistenza naturale alle malattie fungine, consentendo una drastica riduzione dei trattamenti e, di conseguenza, una minore emissione di CO2 nell’ambiente.
Uno studio scientifico condotto presso l’azienda Albafiorita in provincia di Udine, in collaborazione con “Climate Partners“, ha dimostrato che i vitigni resistenti producono il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quelli tradizionali. Questo studio pionieristico ha analizzato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e resistenti, evidenziando l’importanza delle scelte aziendali sull’ambiente.
Il Merano WineFestival vuole anche onorare la memoria di Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice originaria dell’Etiopia, fondatrice dell’azienda casearia “La Capra Felice” in Trentino, tragicamente scomparsa nel 2020. Il Mercato della Terra di Slow Food Alto Adige Südtirol, che si terrà il 4 novembre in Piazza della Rena a Merano, sarà dedicato alla sua visione di un futuro migliore. Quindici piccole aziende agroalimentari e artigiani del gusto parteciperanno a questo mercato, che simboleggia la lungimiranza di Agitu Ideo Gudeta nel promuovere un’antropizzazione sostenibile del territorio.
Il Merano WineFestival, che si terrà dal 3 al 6 novembre, è più che una semplice manifestazione enologica. È un viaggio nel futuro del vino, un futuro guidato dalla sostenibilità, dalla qualità e dalla consapevolezza ambientale. La rassegna Bio&Dynamica rappresenta il cuore pulsante di questa edizione, evidenziando il cambiamento positivo che sta avvenendo nel mondo del vino e il ruolo fondamentale che la sostenibilità gioca in questo contesto.
Precisiamo che il 7 novembre sarà una giornata a sè con gli Champagne & More, vi aspettiamo anche in questo giorno.
Ufficio Stampa: smstudio | pr & communication Stefania Mafalda press@smstudiopr.it
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Preparare la Pelle per l’Inverno: Trattamenti Idratanti al Sensoria Dolomites per una Protezione dalla Stagione Fredda
Redazione – Carol Agostini
Dopo le calde giornate che hanno caratterizzato l’estate in Alto Adige, Marion Sattler, la spa manager del Sensoria Dolomites, suggerisce agli ospiti di preparare la loro pelle per affrontare le temperature invernali. Nei rilassanti ambienti della sua Dynamic Spa, che copre una superficie di 1.000 metri quadrati e si ispira alla filosofia zen, è possibile concedersi il lusso di trattamenti altamente idratanti, utilizzando prodotti al 100% naturali ed etici.
Situato nel rifugio protetto del massiccio dello Sciliar, che sembra vegliare sul pittoresco paesino di Siusi in Alto Adige, il Sensoria Dolomites, un hotel a quattro stelle superior, offre ai suoi ospiti trattamenti e rituali ideali per preparare la pelle alle rigide temperature invernali. Marion Sattler, la giovane manager della Dynamic Spa dell’hotel, insieme al suo team, ha sviluppato percorsi specifici per l’idratazione e la protezione della pelle, adatti a tutti i tipi di pelle e particolarmente indicati per quelle più sensibili, al fine di preservare la salute della pelle durante la stagione fredda, prevenendo così secchezza, arrossamenti e screpolature.
“Con l’arrivo dei primi freddi, il nostro corpo reagisce al cambiamento di stagione producendo meno sebo, i vasi sanguigni si restringono e la pelle riceve meno afflusso di sangue, diventando tendenzialmente più secca“, spiega Marion Sattler, spa manager del Sensoria Dolomites.
“Per questo motivo, consigliamo ai nostri ospiti di iniziare già in autunno una serie di trattamenti altamente idratanti. Utilizziamo creme e lozioni più ricche e nutrienti rispetto a quelle estive, in grado di penetrare e proteggere la pelle a livello profondo. Spesso aggiungiamo oli naturali che creano uno strato protettivo, contribuendo a mantenere la salute della pelle”, sottolinea. “Abbiamo due trattamenti specifici per il corpo e il viso, particolarmente adatti a questa stagione: ‘Soulful Aroma Moments’ e ‘Intensive Moisture’, entrambi pensati per garantire una profonda idratazione della pelle”.
Il primo trattamento fa uso di creme ricche e idratanti, oltre a oli essenziali Vitalising, Nourishing e Balancing, tra cui l’ospite può scegliere il proprio preferito, per poi mescolarlo con una body lotion, ottenendo un effetto protettivo ancora maggiore. Il secondo, invece, mira a lenire, calmare e idratare profondamente la pelle, oltre a rinfrescarla.
“Prima di procedere con questo tipo di trattamento, è sempre consigliabile eseguire uno scrub per rimuovere le cellule morte o danneggiate, consentendo alle lozioni, creme e oli di penetrare meglio nell’epidermide”, aggiunge Marion Sattler.
Per ottimizzare l’efficacia dei trattamenti, viene utilizzata l’aloe vera, importata direttamente dall’Ecuador in forma di grandi foglie, che vengono tagliate in base alle esigenze di ciascun trattamento. Le fresche foglie di aloe fanno parte della linea di prodotti Pharmos Natur, completamente naturali e privi di conservanti aggiunti, come l’acido citrico, spesso utilizzato per la conservazione dei prodotti. Inoltre, parte del ricavato dell’azienda è destinato a sostenere la popolazione bisognosa dell’Ecuador, conferendo un carattere etico ai prodotti Pharmos Natur, oltre a essere naturali e sostenibili.
I trattamenti invernali offerti dal Sensoria Dolomites sono parte di un’ampia gamma di opzioni benessere garantite dalla struttura durante i mesi freddi e non solo. Il team della Dynamic Spa è sempre disponibile per consigliare e personalizzare le soluzioni in base alle caratteristiche e alle esigenze di ciascun ospite. Il benessere continua nell’ampia area wellness dell’hotel, con piscina coperta e all’aperto, sauna, bagno turco e zone relax, il tutto con il maestoso sfondo dello Sciliar, che completa l’esperienza di benessere presso la struttura.
Hotel Garberhof, un soggiorno all’insegna del relax assoluto guandando le montagne
Redazione – Carol Agostini
Sperimenta il massimo del relax in stile “Mille e una notte” nell’incantevole Alto Adige presso l’hotel Garberhof a Malles Venosta. Questa struttura di lusso a quattro stelle superior, incastonata tra i paesaggi alpini dell’Alta Val Venosta, offre una vista panoramica sul maestoso gruppo dell’Ortles e si trova circondata da vigneti e frutteti.
È la meta ideale per chi cerca una pausa dal ritmo frenetico della vita quotidiana e desidera dedicarsi al proprio benessere. All’interno della sua Mii:Amo spa, estesa su oltre 2000 metri quadrati, gli ospiti possono immergersi in un’esperienza di relax assoluto, nel più grande hammam alberghiero d’Italia, dove rituali e trattamenti richiamano le atmosfere orientali più suggestive.
L’hotel Garberhof, un’eccellenza a quattro stelle superior a Malles Venosta, ospita il più grande hammam alberghiero d’Italia, un luogo di puro relax che evoca atmosfere lontane e avvolge i sensi con fragranze esotiche, portando avanti una tradizione millenaria. In questa oasi di benessere per il corpo e la mente, è possibile scegliere un rituale purificante tra le diverse opzioni offerte dalla Mii:Amo spa.
Indossando il peshtemal, un tradizionale telo in cotone da avvolgere intorno ai fianchi, si può accedere all’area umida dell’hammam, dove gli ospiti possono immergersi in un rito di purificazione profonda. Questa esperienza si svolge in cinque ambienti distinti, ognuno corrispondente a un passaggio specifico. Si inizia con una breve sosta di circa 10 minuti nel Sogukluk, dove si acclimatare agli elevati livelli di umidità e temperatura, mentre il vapore alle erbe apre i pori della pelle in preparazione ai passaggi successivi.
Successivamente, ci si dirige al Kese-Lif, l’area dedicata al peeling con l’uso di un guanto kese e sapone leggero, seguito dal risciacquo nelle calde acque della kurna, una tipica vasca in vetro. Un bagno caldo nelle acque dorate del Sicaklik contribuisce a un totale benessere circolatorio. Infine, una fase di rilassamento nell’area del Bingül, dove il vapore caldo aromatizzato alle erbe completa il processo di purificazione. Tra una fase e l’altra, è possibile rilassarsi sulle panche riscaldate in pietra, favorendo il rilassamento muscolare e corporeo. Per concludere in bellezza l’esperienza nell’hammam, si può approfittare della zona asciutta del Camekan, dove sono disponibili lettini e sedute per rilassarsi, gustando un tè caldo preparato con il samovar e altre delizie orientali.
Nella zona coccole dell’hammam, immersa in fragranze avvolgenti e magica atmosfera, è possibile sperimentare trattamenti purificanti come “Profumo di Oriente,” che include un peeling a base di sabbia del deserto e olio d’argan, seguito da un massaggio con olio riscaldato, oppure il tradizionale rito marocchino “Viaggio a Marrakech,” con getti di acqua calda, sapone nero all’olio d’oliva ed eucalipto, maschera viso all’argan e terra minerale.
Per gli amanti dei massaggi alla testa, c’è il lussuoso “Rituale Sultano Deluxe,” che include anche un peeling e un massaggio con schiuma su tutto il corpo. Infine, “Pascià Deluxe”rappresenta un’alternativa completa per chi desidera un’esperienza di benessere a 360 gradi, con peeling per il corpo, massaggio con schiuma, getti d’acqua calda, massaggio viso e testa, seguiti da un’applicazione di olio caldo.
L’hotel Garberhof e la sua Mii:Amo spa offrono un’esperienza wellness completa, con personale altamente qualificato che si impegna a far sentire ogni ospite a proprio agio. Questa esperienza trova il suo complemento nei paesaggi naturali della Val Venosta circostante, caratterizzati da prati senza fine, boschi tipicamente alpini e cime che superano i 3.000 metri, regalando un senso di tranquillità impagabile al corpo e uno spirito rigenerato.
Tiefenbrunner, viaggio in Alto Adige 2023 attraverso i calici
Di Elsa Leandri
È tutto pronto. Stiamo per effettuare questo fantastico viaggio. Non c’è bisogno di preparare le valigie perché questa volta sarà la nostra mente a spostarsi. Ed ecco che ci appaiono prati verdi, frutteti, vigneti, le Dolomiti che svettano, i castelli in lontananza, e poi si percepisce l’odore dello speck, del fieno, del latte appena munto…ci viene sete e la nostra scelta ricade su un vino locale, un bianco altoatesino di Tiefenbrunner.
Quest’azienda fa venire subito in mente la piccola frazione di Niclara, il Castel Turmhof e la Pietra Piangente (Regenstein), una roccia di tufo e di sedimenti da cui esce acqua: ma sarà semplice acqua o lacrime? La leggenda in effetti narra che queste gocce siano in realtà delle lacrime di una principessa che è stata stregata e rinchiusa nel macigno, pare che ogni 100 anni la fanciulla possa uscire alla ricerca di colui che potrà rompere l’incantesimo: chissà se nel 2023 troverà il suo amato.
Ma permettiamoci di fare un salto al Castel Turmhof: è di proprietà della famiglia Tiefenbrunner e qui c’è la sede di una delle più storiche aziende altoatesine, l’omonima cantina Tiefenbrunner. L’anno scorso, la nostra collega Cristina Santiniha avuto modo di andare a trovare Sabina e Christof, la quinta generazione della famiglia, toccando con mano i vigneti, la cantina nuova, in cui la gestione a caduta libera ne favorisce la lavorazione e quella più antica dove riposano botti e barrique. https://www.papillae.it/tenuta-tiefenbrunner-schlosskellerei-turmhof/.
Qui a difesa del castello non ci sono i quattro moschettieri, ma ci sono quattro linee di vini. D’Artagnan, Athos, Porthos, Aramis, qui prendono il nome di Vigna, Linticlarus, Turmohf e Merus.
Il mood che guida Christof è quello di assicurare nei vini la territorialità e l’espressione dei vitigni, tale da offrire prodotti di alto livello e unici.
Le Selezioni
La Selection Vigna, come il nome suggerisce, si riferisce a singoli vigneti in cui i monovitigni (Sauvignon Blanc, Müller Thurgau, Chardonnay e Cabernet Sauvignon) trovano la loro massima espressione.
La selection Linticlarus racchiude le riserve a base di solo Pinot Nero o solo Lagrein e una Cuvée degli internazionali Merlot e Cabernet.
La selection Turmohf è la linea più ricca in termini di proposte in cui i singoli vitigni autoctoni e alloctoni si esprimono offrendo vini con un potenziale di invecchiamento medio, grazie anche a un breve passaggio in legno.
Infine nel Classic Merus rientrano quei vini che non sono sottoposti a maturazione in legno e in cui si cerca l’espressione più pura del vitigno, così come suggerisce lo stesso nome (merus in latino significa puro).
Degustazione
Nel nostro calice di un paglierino vivace c’è proprio Merus Gewürztraminer 2022, un’inconfondibile gewurztraminer che si esprime con ricordi di rosa e di frutta esotica come litchi, ananas e papaya. Il tutto viene suggellato da echi di melissa e di zenzero. Il sorso è fresco e sorprendentemente saporito con un lungo finale di scorza di cedro candita cosparsa di salgemma.
Siamo incuriositi da questa linea e vogliamo degustare anche gli altri loro vini che abbiamo in cantina. Iniziamo con il Merus Müller Thurgau 2022 Tiefenbrunnerche si svela con sentori floreali di tiglio e d’acacia e fruttati di pomelo e mapo su un letto di erbette aromatiche. Attraente in bocca grazie a una decisa freschezza che lascia lentamente il cavo orale con richiami di buccia di mandarino.
Concludiamo con Merus Sauvignon Blanc 2022. Verdolino con riflessi paglierini si distingue per purezza: foglie di cassis, pompelmo, erba appena tagliata e fiori di campo ne sono l’espressione. Vivace al sorso e seducente nel suo finale di bocca sapido con ricordi di scorza di lime.
Purezza e varietale sono i termini che associano queste tre bottiglie: Christof e Sabina diventano in questo caso paladini della vite e umili custodi della sua espressione nel bicchiere riuscendo a rimanere fedeli ai propri ideali e obiettivi nel produrre vini che siano espressione del territorio e dei vitigni.
A Verona nell’ occasione della 55esima edizione di Vinitaly, andata in scena dal 2 al 5 aprile, ho visitato lo stand della Cantina Girlan. Conosco i loro vini da anni, tuttavia mi ha fatto molto piacere degustare i loro vini, ma anche avere nozioni sulla cantina altoatesina. Pertanto, prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, propongo alcuni cenni dell’azienda.
La storica Cantina Girlan si trova a Cornaiano a poca distanza dal Lago di Caldaro e da Bolzano, sulla strada del vino ( Weinstraße ). Nata un secolo fa, nel 1923 per volontà di 23 soci fondatori, che attualmente sono diventati circa 200. Gli ettari vitati sono oltre 220 con appezzamenti posti nelle migliori zone di questo meraviglioso lembo di terra in Alto Adige.
I vigneti sono posti ad altimetrie che variano dai 220 agli 850 metri s.l.m,. con terreni composti prevalentemente da argilla e marne. Il clima è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra le ore diurne e le ore notturne. I vitigni maggiormente coltivati sono il Pinot Nero, la Schiava, il Merlot, il Lagrein e il Cabernet Sauvignon, e poi ancora di Pinot Bianco, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Gewürztraminer, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
I vini prodotti sono senza ombra di dubbio di elevata qualità. In Alto Adige le Cantine cooperative funzionano molto bene. Tutto è ben monitorato e ben organizzato sia nei vigneti sia in cantina. Un areale altamente vocato per la coltivazione della vite e i vitigni sopra menzionati hanno trovato un habitat ideale per dare origine a vini identitari sia quelli ottenuti con uve provenienti da vitigni autoctoni sia quelle da alloctoni.
Nel 2010 la cantina è stata completamente ristrutturata e munita di attrezzature tecnologiche più moderne. La produzione di vino si attesta per un 55 % di bianchi ed il restante 45 % di rossi per una media totale di circa 1.500.000 bottiglie all’ anno. Nel calice si riscontra grande qualità, dovuta alle rese basse nei vigneti che difficilmente superano i 60 hl/ ha.
La gamma dei loro vini è ampia e si declina in quattro versioni, Classici, Vigneti, Flora e Solisti al top.
I vini degustati nel capoluogo venet0
Platt & Riegl Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino cristallino, rivela sentori di fiori bianchi, mela, pera e agrumi, al palato è fresco e minerale, leggiadro e di buona persistenza.
Marna Chardonnay Alto Adige Doc 2022 – Giallo paglierino brillante, emana sentori di frutta gialla matura, agrumi, ananas, biancospino e mela golden, equilibrato, morbido e piacevolmente fresco.
Indra Sauvignon Alto Adige Doc 2022– Giallo paglierino luminoso, rimanda sentori di pesca bianca, pompelmo e scorza di limone, costa di sedano e note iodate, morbido e vibrante, fresco e sapido, dotato di una lunga persistenza.
Flora Pinot Bianco Riserva Alto Adige Doc 2020 – Giallo dorato brillante, sprigiona sentori di frutta esotica, fiori di campo che ben si integrano con sottili note di cedro e pepe bianco, generoso, armonioso e gustoso.
Flora Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino intenso, trasparente e consistente, dipana sentori di frutti di bosco e ciliegia, rosa e tabacco, vellutato e dotato di una piacevole trama tannica, incredibilmente lungo.
Trattmann Pinot Noir Alto Adige Doc 2020 – Rosso rubino vivace, libera sentori di ciliegia e marasca, accompagnate da sottili note speziate, pieno e soddisfacente, nonché persistente.
Curlan Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019– Rosso granato intenso, percettibili sentori di rosa, frutti di bosco maturi, prugna, nuances tostate e speziate, appagante, elegante e decisamente duraturo.
Vigna Ganger Pinot Noir Riserva Alto Adige Doc 2019 – Rosso granato intenso, rilascia una cascata di sentori, quali ciliegia e marasca, frutti di bosco, in particolare lampone e una leggera nota di marzapane, note speziate e di tabacco dolce, fine e rotondo, ma che buon vino!.
Tutto pronto per Summa 2023: in degustazione i vini biologico-dinamici di un centinaio di cantine di otto paesi
Redazione
Appuntamento a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang di Tenuta Alois Lageder.Evento aperto a professionisti, giornalisti e wine lover.
La rassegna delle eccellenze enologiche biologiche e biodinamiche dal mondo, torna l’1 e il 2 Aprile 2023 con la sua 24a edizione. Come da tradizione, l’evento si svolgerà a Magrè sulla Strada del Vino (BZ), a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta Alois Lageder, organizzatrice dell’evento.
Alla mostra, aperta al pubblico, saranno presenti un centinaio di cantine selezionate per l’altissima qualità dei vini prodotti in armonia con l’ambiente. Grazie ai tanti luoghi di origine rappresentati, la varietà proposta è come ogni anno molto ampia, con etichette provenienti, oltre che dall’Italia, per la prima volta dalla Grecia e poi ancora da Germania, Nuova Zelanda, Austria, Portogallo, Svizzera e Francia, con la partecipazione, in rappresentanza di quest’ultimo Paese, di nuove aziende dalla Champagne.
L’offerta italiana si arricchisce per questa edizione dei vini di prestigiose e storiche cantine, pioniere di una scelta produttiva naturale, a cominciare da Gravner, Federico Graziani, Giulia Negri – Serradenari, Occhipinti, Passopisciaro Andrea Franchetti, Braida.
“Quando si parla di vitivinicoltura biologica e biodinamica qualcuno ancora pensa che si tratti di qualcosa di semplice perché legato al passato o alla sola produzione del vino.
Per chi partecipa a Summa, invece, si tratta di uno stile di vita globale, che richiede capacità di osservare il proprio ambiente, di fare progetti, sperimentare e adottare soluzioni di economia circolare seguendo il ritmo della natura, affinché il vino, che è pur sempre un prodotto dell’uomo, sia espressione di un territorio incontaminato.
Oltre all’altissima qualità, i vini di Summa portano un messaggio di rispetto e fusione con il nostro pianeta”, spiega Helena Lageder, Chief Marketing Officer dell’Azienda.
Per questi motivi la mostra è diventata il punto di riferimento per un numero sempre crescente di operatori e wine lover che desiderano fare scelte di acquisto e consumo consapevoli. A loro Summapropone degustazioni guidate, verticali, prove di botte e walk around tasting, con la presenza dei produttori che raccontano come nascono i propri vini.
Durante l’evento, vengono proposte anche visite tra vigneti e in cantina, per far toccare con mano la filosofia biodinamica di Tenuta Alois Lageder, basata sull’economia circolare.
Inoltre, il Paradeis, ristorante della Tenuta, proporrà piatti preparati con prodotti a km zero di produzione propria e di altri partner.
Summa 2023 non è solo vino e mercato. L’organizzazione ha deciso di devolvere parte del ricavato dalla vendita dei biglietti d’ingresso al Progetto Dormizil – dormitorio per persone senzatetto. Basato sul concetto dell’”Housing first“, il progetto intende realizzare una struttura a lungo termine per i senzatetto, con 9 piccoli appartamenti, uno spazio per l’accoglienza di emergenza, docce e lavatoi.