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La Toscana in Purezza: Un Viaggio tra i Vitigni Autoctoni Toscani di Podere Pellicciano
Redazione – Carol Agostini
Storia di una casa di campagna che diventa una prospettiva di vita
Nel 2003, Concetta e Gerardo Caputo decisero di acquistare una casa in campagna per ospitare gli amici sportivi dei loro figli. Fabio e Federico erano impegnati a livello agonistico nel ciclismo, mentre la figlia Martina si dedicava agli studi. La scelta ricadde su un “Podere” che faceva parte dei Poderi storici della Famiglia Migliorati, una delle ultime famiglie nobili di San Miniato. La proprietà produceva già vino, olio e cereali, ma inizialmente nessuno pensava che potesse diventare il futuro della famiglia.
Con il tempo, Concetta iniziò a vedere nuove prospettive per la proprietà e a pensare di trasformarla in una vera e propria azienda. La sua determinazione e amore per il luogo portarono tutta la famiglia a credere nel progetto. Nel 2008, Federico iniziò a studiare Enologia e Agraria all’Università di Pisa, e la passione per la viticoltura si consolidò. La vigna passò da 2,5 ettari a 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, circa 800 piante.
Il primo passo fu lo studio dei vigneti e del patrimonio ampelografico presente. Si scoprì che nella proprietà erano coltivati solo vitigni autoctoni: malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana. Dopo le selezioni massali e su suggerimento dei vecchi contadini, si decise di vinificare in purezza, delineando la strada della produzione dei monovarietali o “purezze”.
Negli anni successivi, i vigneti furono ampliati e ristrutturati. Nel 2019, furono acquisite le vigne di Bucciano, tutte a sangiovese, situate tra i 170 e i 280 metri sul livello del mare. Nel 2015, fu piantato il vermentino, e nel 2020, l’ultimo impianto vide la presenza di alcune piante di grenache, ritrovate in un vigneto abbandonato acquistato nel 2016.
Fabio, dal 2014, si occupa del commerciale e dei rapporti con i clienti, mentre Federico gestisce la parte produttiva. Martina, dopo aver completato gli studi di legge, offre supporto alla famiglia quando necessario.
La proprietà si estende su suoli prevalentemente argillosi, con una superficie tufacea, caratteristici del territorio di San Miniato, noto per il pregiato Tartufo Bianco. Il clima fresco e gli sbalzi termici tra giorno e notte favoriscono la viticoltura. I vigneti, con una densità di circa 5000/6000 piante per ettaro, sono allevati principalmente a Guyot monolaterale. L’azienda è certificata Biologica dal 2019.
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La produzione annuale è di circa 50.000 bottiglie, suddivise in dieci etichette:
Family: Biondo (vermentino), Cimba (rosato di sangiovese, canaiolo e malvasia) e Tricche (stesso uvaggio del rosato). I nomi rappresentano i soprannomi dei figli dati da Gerardo.
Monovarietali: Egola (malvasia nera), Buccianello (colorino) e Fonte Vivo (trebbiano 100%).
Tradizione: Chianti, In Fermento (rosato di sangiovese, rifermentato in bottiglia) e Griso (Vin Santo del Chianti DOCG Occhio di Pernice).
Prato della Rocca: L’ultimo nato in azienda, rappresenta l’azienda nella sua completezza con un blend di malvasia nera, sangiovese, colorino e canaiolo.
Una curiosità riguarda il logo dell’azienda, che rappresenta un colino di bronzo etrusco usato per filtrare il vino, ritrovato negli scavi etruschi a San Genesio, l’antica Fonte Vivo.
Questo viaggio tra i vitigni autoctoni toscani rappresenta non solo un’esperienza enogastronomica unica, ma anche una storia di passione e dedizione familiare che ha trasformato una casa di campagna in una realtà vitivinicola di successo.
Sito cantina: https://poderepellicciano.it/
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