Monastero dei Frati Bianchi, le nuove annate dalla 2021
I vitigni rari del Monastero dei Frati Bianchi. Presentate alla stampa le nuove annate
Redazione – Carol Agostini
La società agricola a sede a Fivizzano (MS), dal 2004 è impegnata nel recupero e valorizzazione dei vitigni storici di questo angolo di Toscana.
Sono state presentate ieri nel corso di un evento di degustazione press l’Osteria Pratellino a Firenze, le nuove annate dei vini del Monastero dei Frati Bianchi (MS), l’azienda nata nella primavera del 2004 grazie a Giorgio Tazzara che intravide la possibilità di ristrutturare i suoi vigneti e impiantarne di nuovi recuperando le antiche terre che erano già possedimenti dell’antico Monastero. Dal 2019, con l’entrata in società della famiglia Bernardini, iniziano le opere di ampliamento dei vigneti: dopo “Monte dei Bianchi”, nasce il vigneto “La Rocca“.
La società agricola Monastero dei Frati Bianchi è situata nella parte più settentrionale della Toscana, la Lunigiana è circondata dall’Appennino Tosco-Emiliano, le Alpi Apuane ed il Mar Tirreno. 7 ettari vitati inseriti in una terra aspra e selvaggia, con vallate e colline soleggiate su cui poggiano antichi borghi di rara bellezza. Uno di questi è sicuramente Monte dei Bianchi che a 400 m di altitudine domina l’intera Valle del Lucido.
La formazione di queste colline deriva dai fondi degli antichi oceani, dove rocce magmatiche nel corso dei millenni sono state ricoperte da depositi marini, argille abissali e calcari marnosi. L’innalzamento delle catene montuose ha fatto affiorare in superficie queste terre e dato origine all’attuale composizione geologica del terreno dove l’Alberese ed il Galestro si presentano in grande abbondanza.
Le infiltrazioni di acqua nei millenni hanno disgregato queste rocce rendendole materia viva, liberando quei sali minerali, traccia distintiva di questo territorio, che rappresentano la vera identità del Monastero dei Frati Bianchi. Le viti nel cercare la profondità trovano questi minerali nascosti, che nutrendo la pianta, ne addomesticano i frutti e quindi il vino dove risuona l’eco della sua origine.
Il clima è caratterizzato da due periodi ben definiti: uno autunnale-primaverile durante il quale le precipitazioni sono abbondanti e uno estivo con intervalli anche prolungati di assenza di precipitazioni con una conseguente ed opportuna tensione idrica alle vigne.
I VIGNETI
La splendida posizione collinare con esposizione a Sud Ovest permette un forte irraggiamento solare su tutto il podere; inoltre, grazie all’altitudine e alla vicinanza delle montagne, il clima è spesso fresco, ventilato ed asciutto.
L’abbondante presenza di Galestro ed Alberese ne fanno tra i tipi di terreno più vocati alla viticoltura. Grazie alla tessitura ricca di scheletro sono molto drenanti, asciugano in fretta e consentono alla vite di concentrare il frutto.
Tra i vitigni internazionali, abbiamo scelto il Syrah ed il Merlot, ma più recentemente abbiamo investito nella valorizzazione di vitigni autoctoni come la Barsagliana e la Pollera. I nuovi impianti al Podere “La Rocca“ sono infatti dedicati interamente a Barsaglina e Pollera.
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LA POLLERA
Cenni storici sulla viticoltura indicano la presenza del Pollera nel comprensorio Lunigianese già prima del 1800. La Pollera si presenta con grappoli serrati di medie dimensioni che talvolta possono avere un’ala. Le bucce sono sottili, gli acini di media grandezza e quando raggiungono la loro maturazione, assumono sfumature che variano tra il rosa ed il viola. Il vino si caratterizza per l’eleganza dei profumi. Al palato la buona struttura è affiancata da tannini setosi e buona acidità che ne sospingono lo sviluppo gustativo verticale nel finale persistente.
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LA BARSAGLINA
La Barsaglina è un vitigno autoctono della provincia di Massa e Carrara, dove fin dalle prime ricerche ampelografiche, se ne riscontra la presenza. Per decenni lo si ritrova coltivato quasi esclusivamente nei dintorni del capoluogo, dove il vino ottenuto è da sempre chiamato la Massaretta. Le uve si presentano con un grappolo di media grandezza alato, con acidi medio – piccoli e spargoli dai colori che variano nelle tonalità del rosso rubino. Il vino, al naso, risulta complesso, con profumi intensi. Al palato, ha grande corpo e struttura. La buona acidità e l’importante componente tannica gli donano grande profondità gustativa e longevità.
MONASTERO FRATI BIANCHI
Il primo Monastero risale al VII secolo d.c. e fu edificato per volere di Ato, figlio di Egenio il Longobardo, il quale donò parte dei suoi possedimenti a Padre Fratellus e lo incaricò di costruirvi un centro di culto.
Alcuni secoli dopo, nel 1106, Papa Pasquale II inviò in questi luoghi il monaco benedettino Bernardo degli Uberti per incontrare i discendenti di Rodolfo da Casola e dei Bosoni della Verrucola. Questi dopo aver ascoltato le suppliche delle due famiglie, decise di far edificare un nuovo Monastero sulle fondamenta del precedente e di dedicarlo a San Michele annettendolo al dominio della potente Abazia di Canossa.
A gestirne le attività furono chiamati i frati canonici regolari, detti anche Frati Bianchi per il colore del loro saio ed anche per una certa etica morale ben diversa dalla corruzione diffusa negli ambienti monastici del tempo.
LA FAMIGLIA D’HERBERIA
In seguito, il Monastero ed il borgo che vi si formò intorno vennero ereditati dalla famiglia D’Herberia originaria di Rubiera di Modena. Qui la famiglia spostò il centro amministrativo delle proprie attività, conservando come centro religioso e sepolcro gentilizio il Cenobio di San Michele.
La vita del Monastero si protrasse fino al 1500 circa quando l’avvento dei Malaspina in Lunigiana segnò profondi cambiamenti tra cui l’acquisizione dei possedimenti della famiglia D’Herberia. La Parrocchia del Monte dei Bianchi rimase il punto di riferimento ecclesiastico della zona.
TRADIZIONE E IDENTITÀ LOCALE
Le colture tipiche dei luoghi collinari divennero ben presto simbolo e tradizione del luogo. Nei secoli i vari parroci che hanno prestato la loro opera spirituale e guidato la comunità locale si sono anche impegnati nelle attività agricole con l’ausilio di mezzadri e contadini.
I vini prodotti e degustati
Margine 2021
UVE: Vermentino 50% | Albarola 20% | Durella 20% | Chardonnay 10%
ALTITUDINE : 200/250 m s.l.m.
ESPOSIZIONE: Sud-Ovest
ETÀ: 20 anni
RACCOLTA UVE: 2°/3° decade di Settembre
RESA PER ETTARO: 80q
BOTTIGLIE PRODOTTE: 3000
MATURAZIONE: 9 MESI IN VASCA DI ACCIAIO E 6 MESI IN BOTTIGLIA, da vitigni locali Albarola e Durella e varietà internazionali Vermentino e Chardonny , nasce quello che al momento e l’ unico vino bianco dell’ azienda e raggruppa tutte le uve che coltiviamo .Leggermente macerativo (sulle bucce per 3giorni) con naso territoriale e minerale con frutti gialli, ed erbe aromatiche, in bocca è sapido, piacevole e dotato di una buona struttura che lo rende adatto a molti piatti dal aperitivo al pesce e dagli antipasti alle carni bianche.
Barsarè 2020
UVE: Barsaglina 100% vitigno autoctono della provincia di Massa Carrara
ZONA PRODUZIONE: Monte dei Bianchi , Lunigiana.
ALTITUDINE : 350/400 m s.l.m.
SUOLO: Galestro-Alberese
ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est
ETÀ: 15-18 anni
RESA PER ETTARO : 60 q circa
RACCOLTA UVE: 3° decade di Settembre
MATURAZIONE : 15 MESI IN TONNEAU e 12 MESI IN BOTTIGLIA
BOTTIGLIE PRODOTTE: 2000
DESCRIZIONE :Dai profumi ricorda il territorio con sentori di piccoli frutti scuri, spezie balsamiche e un abbraccio minerale. Al gusto ha un tannino presente ma di buona maturazione e ottima profondità gustativa. Adatto a primi piatti importanti, carni e cacciagione, formaggi stagionati.
Pòlleo 2020
UVE: Pollera 100% varietà autoctona della Lunigiana
ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est
ETÀ: 15-16 anni
RACCOLTA UVE: 2°/3° decade di Settembre
RESA PER ETTARO: 70q
BOTTIGLIE PRODOTTE: 2000
MATURAZIONE : 15 MESI IN TONNEAU, varietà storica della Lunigiana che si contraddistingue per trama fine ed elegante. ll profumo e molto identitario con ricordi che spaziano dal minerale ai piccoli frutti rossi e bacche di ginepro. Bocca di eleganza, freschezza e lunghezza gustativa con tannini morbidi e setosi, si incontra con i piatti che hanno nella delicatezza le propri caratteristiche portanti , un pesce saporito le carni bianche i piatti della tradizione contadina , le verdure ripiene le torte d’ erbi i formaggi freschi o semi stagionati e il panigaccio della Lunigiana
Deir 2018
UVE: Syrah 60% | Merlot 40%
ESPOSIZIONE: Est | Sud-Est
ETÀ: 16-17 anni
RACCOLTA UVE: 3° decade di Settembre / 1° decade di Ottobre
RESA PER ETTARO: 50q
BOTTIGLIE PRODOTTE: 5000
MATURAZIONE : 15 mesi in Barrique e Tonneaux, dalla selezione delle migliori uve di Syrah e Merlot nasce il vino Deir . Naso di grande espressività con ciliegia, pepe nero, spezie ed erbe officinali. Al gusto ha una struttura importante e al contempo piacevolezza gustativa, i tannini sono maturi e donano una beva di grande pienezza e persistenza. Adatto a piatti di buona struttura , i primi piatti le carni i formaggi purché vi sia complessità di aromi.
Menù della serata del 29 maggio 2023
Aperitivo
Cappon magro con gallette del marinaio
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Mescua con le cozze (zuppa di cereali)
Margine 2021
(Vermentino 50% | Albarola 20% | Durella 20% | Chardonnay 10%)
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Testaroli pontremolesi Slowfood olio e pecorino
Pòlleo 2020 (Pòllera 100%)
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Tomaselle: involtini di maiale in salsa
Barsarè 2020 (Barsaglina 100%)
Peposo con pomodoro
Deir 2018 (Syrah e Merlot)
Acqua e caffè
Sito cantina: https://monasterofratibianchi.it/
Sito ufficio stampa: https://www.thewinelinker.it/
Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/