L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
Redazione
Ecco un assaggio delle centinaia di realtà vitivinicole che si sono già registrate non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra.
Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla
Slow Wine Fair.
Trentino-Alto Adige
A San Giuseppe Lago, frazione del comune di Caldaro, nella provincia autonoma di Bolzano, la Tenuta Manincor porta avanti una perfetta simbiosi tra viticoltura biodinamica e fermentazioni spontanee. Sostenibilità e tradizione sono infatti i pilastri che Michael Goëss-Enzenberg tramanda dal 1996, secondo una visione illuminata che ha trovato nell’enologo Helmuth Zozin mani sicure per essere concretizzata al meglio.
Lombardia
Sono trascorsi pochi anni da quando Francesca Seralvo, terza generazione della famiglia proprietaria della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (Pavia), ha deciso di gettarsi a capofitto nella gestione dell’azienda. L’ha fatto con umiltà, visione e voglia di apprendere dai colleghi più virtuosi dell’Oltrepò. Senza dimenticare la determinazione che 40 anni fa ha spinto suo nonno Enrico a sfruttare le potenzialità che la cosiddetta collina del Pinot Nero poteva offrire.
Piemonte
Nonostante la giovane età, Marco Capra ha reso l’attività di famiglia una realtà di riferimento per la produzione artigianale di Santo Stefano Belbo (Cuneo), comune troppo spesso associato soltanto all’industria spumantistica. Sulla collina di Seirole, tra Langhe e Monferrato, Marco porta avanti la tradizione familiare dando la giusta spinta innovativa, privilegiando i vini autoctoni, frutto del miglior connubio tra vitigno e territorio, e una produzione limitata che rende a pieno le potenzialità del vigneto.
Un altro giovane produttore è Nicholas Altare che, dopo un decina di anni di lavoro presso la cantina di Ferdinando Principiano (Dogliani, Cuneo), dove afferma di avere imparato tutto quello che sa del mestiere, ha deciso di dedicarsi solo alle vigne di famiglia, piantate in prevalenza a
dolcetto. Il suo stile parla di vini immediati e diretti, prodotti in modo tradizionale, senza filtrazioni e con pochissima solforosa totale.
Toscana
«Gli scarti sono risorse»: questo è il pensiero lungimirante che guida Francesco Galgani e Flavia Del Seta, titolari dell’azienda Cappellasantandrea situata a San Gimignano (Siena).
Protagonisti di una rinascita contadina rimasta fedele ai profumi e ai sapori di una volta, Francesco e Flavia portano avanti questa realtà biodinamica in cui viti, alberi da frutto e animali convivono in perfetta sinergia, secondo un’ottica di azienda a ciclo chiuso orientata a preservare la biodiversità. Un valore fondamentale anche per l’Erta di Radda, il progetto di Diego Fenocchi nato nel 2006 dalle forti pendenze dei vigneti situati a pochi passi dal centro storico di Radda in Chianti (Siena). L’azienda è il frutto del legame di Diego con il territorio, che viene lavorato secondo i princìpi della produzione biologica, nel rispetto dell’ambiente e del suolo.
Veneto
Incastonata sulle sponde del fiume Adige, tra il Monte Baldo e l’Altopiano della Lessinia, l’azienda agricola Roeno di Brentino Belluno (Verona) sorge nella cosiddetta Terra dei Forti, avamposto di confine in cui la famiglia Fugatti custodisce oltre 200 anni di storia, fortemente influenzata dalla convivenza con queste valli aspre e dure scavate dal secondo corso d’acqua più lungo d’Italia.
La curiosità e lo studio ininterrotto delle potenzialità del territorio hanno reso l’azienda, condotta dai fratelli Giuseppe, Cristina e Roberta, uno tra i più espressivi testimoni e interpreti dei vini della zona. Merito anche di un patrimonio di
vigne centenarie invidiabile, tra le quali spicca il vigneto a piede franco di enantio, da quest’anno Presidio Slow Food.
Emilia Romagna
A Imola (Bologna), l’azienda Tre Monti custodisce il lavoro di due generazioni: quella dei fondatori, Sergio Navacchia e la moglie Thea, e quella dei loro figli David e Vittorio, che hanno saputo far crescere l’azienda senza mai fermarsi nel campo della ricerca e della sperimentazione, arrivando anche a cambiare lo stile dei propri vini. Ne sono un esempio i rossi, sempre coerenti con le zone d’origine, resi più leggeri grazie a un minore impatto del legno.
Lazio
L’azienda agricola Damiano Ciolli si trova a Olevano Romano, borgo medievale a circa 600 metri slm, ai piedi del Monte Celeste, 45 chilometri a est della Capitale. In questo areale vocato alla viticoltura, Damiano inizia la sua attività nel 2001, forte di una tradizione familiare dedita alla vendita dello sfuso. Fin da subito si concentra sulla produzione di qualità, convinto che dal Cesanese si possano ottenere vini pregiati. Oggi, insieme alla compagna Letizia Rocchi, cerca di esprimere al meglio l’interazione tra suolo, microclima e vitigno attraverso un lavoro in campo sempre più curato e una grande conoscenza del territorio.
Marche
A pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella frazione di Colonnata Alta, Federica e Francesca dell’azienda Pantaleone portano avanti la coraggiosa scelta del padre Nazzareno Pantaloni, che aveva visto in quei terreni scoscesi e inframezzati da boschi il giusto potenziale per dare vita a uve speciali. Equilibrio, natura e territorio sono le parole chiave di questa realtà biologica, dove la valorizzazione delle viti autoctone si unisce al desiderio di lasciare alla future generazioni terre e vigne migliori.
Umbria
Filippo Antonelli è l’anima dinamica di Antonelli San Marco, impresa di famiglia di Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni ha saputo scrivere pagine memorabili del vino umbro. Dal 2009 l’azienda ha effettuato la conversione integrale all’agricoltura biologica, mentre è in fase di ampliamento la cantina: si sta realizzando un percorso sotterraneo che comprenda tutte le fasi della produzione, da quando il grappolo raccolto entra in pressa fino all’imbottigliamento.
Abruzzo
I vini concettuali dell’azienda Cataldi Madonna, immersa nel Forno d’Abruzzo, l’altopiano che giace sotto l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, sono espressione del territorio di Ofena (Aquila) e della filosofia del titolare Luigi: «Per fare bisogna prima pensare, e senza pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura». Vinificati in purezza e in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno, tutti i vini provengono da uve certificate biologiche dal 2016 e rispecchiano l’esclusività e l’autenticità della zona di produzione.
Campania
Espressione dell’eroica viticoltura di Tramonti (Salerno), nel cuore verde della Costa d’Amalfi, Tenuta San Francesco è l’ambiziosa avventura intrapresa nel 2004 da Gaetano Bove assieme ai soci Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. L’azienda agricola, che si estende su 14 ettari, produce vini provenienti da viti ultracentenarie prefillossera, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio: tintore, piedirosso e aglianico per i rossi, falanghina, biancolella, biancazita, biancatenera, pepella e ginestra per quanto riguarda i bianchi.
Puglia
Circondata da circa 100 ettari di vigneti e gli uliveti, a Cutrofiano (Lecce) nel cuore del tacco d’Italia a metà strada tra Gallipoli e Otranto, la Masseria L’Astore è il luogo ideale per immergersi nella cultura e nella tradizione del Salento. Il progetto di fare vino dai vigneti intorno alla masseria di famiglia e al suo antico frantoio ipogeo è nato negli anni Novanta, ma la dedizione e la consapevolezza di Paolo Benegiamo, medico contadino, lo hanno poi radicalmente trasformato: i vitigni internazionali hanno ceduto il posto agli autoctoni, e la volontà di espressione del terroir si è fatta stella polare.
Sardegna
A Sorgono (Nuoro), piccolo comune nel centro della Sardegna, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru si definiscono Garagisti. Se in Francia questo termine viene utilizzato per i vini di nicchia dai prezzi poco accessibili, qui si riferisce al fatto che le uve coltivate vengono poi lavorate proprio in un garage del paese, con attrezzature elementari ma efficaci. Il resto lo fanno il territorio, la storia, la vocazione e la passione dei produttori uniti da un sogno:
valorizzare gli antichi vitigni impiantati dai nonni e genitori per fare della regione delMandrolisai la nuova frontiera dei vini sardi.
Sicilia
Dalla vendemmia alla cantina, dalla commercializzazione alla distribuzione: nell’azienda agricola Possente di Salaparuta (Trapani), nella Valle del Belice, ogni fase viene seguita con la massima attenzione. I fratelli Stefania, Maria e Antonio condividono l’esperienza trasmessa dal padre e continuano a lavorare in vigna rispettando il terreno e valorizzando le varietà autoctone, come il Catarratto, il Grillo e lo Zibibbo, che negli ultimi anni hanno acquisito maggiore definizione varietale e territoriale.
La commissione di assaggio
Per Slow Wine, il vino che vorremmo si definisce attraverso tre aggettivi: buono, pulito e giusto. Gli elementi del pulito e del giusto sono garantiti dall’adesione delle aziende al Manifesto, che durante la Slow Wine Fair sarà presentato nella sua forma aggiornata e arricchita dai contributi della Slow Wine Coalition. Una delle novità dell’edizione 2023, importante per certificare ulteriormente l’elemento del buono è la presenza di una commissione internazionale di assaggio composta da membri della redazione Slow Wine e da altri degustatori professionisti:
Antonio Boco, Paolo De Cristofaro e Giampaolo Gravina, per quanto riguarda l’Italia; Juan Gualdoni e Deborah Parker Wong, per quanto riguarda i vini internazionali. La commissione costituisce un importante elemento distintivo rispetto alle altre fiere del settore.
Antonio Boco
È uno dei più apprezzati wine writer italiani, con esperienza ventennale e collaborazioni di pregio con riviste e guide di settore. Curiosità, sensibilità e molte esperienze sul campo gli hanno permesso di accumulare un’enorme conoscenza dei più importanti territori del vino internazionale. Nel 2009, con il collega Paolo De Cristofaro, fonda il magazine online Tipicamente, spazio narrativo indipendente che di recente ha realizzato il podcast Vino al vino 50 anni dopo, sulle orme dei viaggi d’assaggio di Mario Soldati.
Nell’aprile 2010 l’Associazione Grandi Cru d’Italia gli conferisce il titolo di Miglior giovane giornalista del vino italiano.
Paolo De Cristofaro
Paolo De Cristofaro è giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo. Da circa 20 anni collabora con alcune fra le più importanti testate del settore, tra cui Enogea di Alessandro Masnaghetti, che ha coadiuvato nella realizzazione del libro Chianti Classico.
L’Atlante dei Vigneti e delle UGA (2022). Con l’amico e collega Antonio Boco ha fondato nel 2009 il magazine multimediale indipendente Tipicamente, per il quale ha ideato e curato la serie di podcast Vino al vino 50 anni dopo.
Giampaolo Gravina
Già collaboratore delle riviste Enogea e Pietre Colorate, è stato coordinatore nazionale della guida I Vini d’Italia dell’Espresso dalla prima edizione del 2002 fino al 2015. Dal 2015 è docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nel master in Wine culture and communication, e presso l’Università San Raffaele di Milano, nel master in Filosofia del cibo e del vino. Tra i suoi libri più recenti, Vini e terre di Borgogna (con Camillo Favaro, Edizioni Artevino); Vini da scoprire – La riscossa dei vini leggeri (Giunti, 2016-17) e Vini artigianali italiani (Paolo Buongiorno Editore, 2018), tutti e tre scritti insieme ad
Armando Castagno e Fabio Rizzari.
Nel 2023 è in uscita un suo libro dedicato alla lingua e all’estetica del vino artigianale, nella collana Habitus dell’editore DeriveApprodi.
Deborah Parker Wong
Deborah Parker Wong è una giornalista californiana specializzata in vini e distillati. Scrive da anni sulle prestigiose pubblicazioni The SOMM Journal e The Tasting Panel magazine. È insegnante ai corsi WSET ed è membro della California Teachers’ Association. Giudice nei principali concorsi mondiali e curatrice dal 2020 della guida Slow Wine USA, che recensisce 300 cantine di California, Oregon, Washington State e New York State.
I 15 anni di L’assemblea della FIVI e l’Assemblea nazionale dei soci
Tra gli espositori, molti fanno parte della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che conta 1300 vignaioli iscritti e che si batte per difendere gli interessi di tutti i vignaioli che in Italia hanno lo stesso approccio alla vigna e alla produzione di vino.
Lorenzo Cesconi, presidente nazionale FIVI, racconta così il coinvolgimento della Federazione nella prossima edizione di Slow Wine Fair:
«Nel 2023 FIVI festeggerà i suoi primi 15 anni. È un’associazione ancora giovane, ma che in poco tempo si è ritagliata un ruolo centrale nella rappresentanza e nella valorizzazione del ruolo dei vignaioli e delle vignaiole italiane.
Questo successo lo dobbiamo a chi, nel 2008, vide lontano e mise le basi per costruire un’associazione basata su responsabilità e spirito di servizio, ma senza scordare mai il calore umano e il piacere dello stare assieme. Slow Food ebbe un ruolo importante, nella nascita di FIVI, e quindi è stato naturale per noi decidere di festeggiare questo compleanno nel contesto della Slow Wine Fair.
Domenica 26 febbraio ci sarà una piccola cerimonia, coi protagonisti di allora e di oggi, alla quale seguirà l’Assemblea nazionale dei soci»
Vino e non solo…
Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico, che comprende vignaioli e vigneron, professionisti (importatori, distributori, osti, ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti) e wine lover che frequentano il mondo del vino in modo consapevole.
La prima consiste nell’allargamento della platea degli operatori coinvolti, che comprenderanno anche i produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti,
attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro. Slow Wine Fair proporrà, dunque, un’esperienza unica e completa, che va dall’aperitivo al dopo pasto.
La Fiera dell’Amaro d’Italia ospite di Slow Wine Fair
Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, potranno organizzare masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.
Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e potenziali acquirenti per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.
Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.
Fra le presenze confermate, l’azienda siciliana Paesano che presenterà l’Amaro al carciofo Paesano, realizzato con un ingrediente chiave davvero unico: il carciofo nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food. E ancora l’azienda abruzzese Scuppoz, l’unica in Italia con una sua produzione di Genziana Lutea.
Un evento a misura di buyer
Nord Europa, con prevalenza di Germania e Danimarca, e Stati Uniti sono stati i Paesi con la maggiore presenza di buyer a Slow Wine Fair 2022, i quali hanno espresso grande soddisfazione per l’altissima selezione delle cantine, con prevalenza di aziende biologiche e biodinamiche, per la salubrità dei vini naturali proposti e per l’attenzione al consumo consapevole.
Tutti elementi che hanno fatto di Slow Wine Fair un nuovo punto di riferimento nel panorama fieristico internazionale per chi vuole soddisfare le esigenze di un mercato che va oltre alle caratteristiche del vino nel bicchiere e cerca il buono a 360 gradi.
Nel 2023 la proposta dedicata ai professionisti del settore, forte anche della partnership con la Italian Trade Agency (ICE) e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) si arricchisce, poiché la qualità dei vini esposti sarà ulteriormente certificata dal lavoro delle commissioni di assaggio italiana e internazionale e da incontri appositamente progettati per loro. Inoltre, la piattaforma B2Match svolgerà una funzione fondamentale nell’ambito di un evento fortemente connotato sul B2B.
Grazie a questo strumento, infatti, i buyer potranno profilare nella maniera più dettagliata possibile le aziende e le etichette che corrispondono ai loro interessi, individuando facilmente annate, terroir, tipologie di vini, ma anche dettagli relativi al terroir (ad esempio tutti i vini provenienti da un suolo argilloso, marnoso, sabbioso eccetera), all’affinamento, e alla commercializzazione dei vini stessi. Potranno inoltre crearsi una propria agenda di appuntamenti, in modo da rendere l’esperienza di visita il più proficua possibile.
Il premio alle migliori Carte dei vini
Appassionati e professionisti del settore sono chiamati a dar vita a una delle principali iniziative – e novità – di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.
I premi, territoriali e tematici, saranno conferiti a 12 diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate) e migliore selezione di vini irpini e di Trebbiano d’Abruzzo (per le denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus sono invece la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti l’Austria e la Slovenia.
Non solo i terroir!
Alla Slow Wine Fair diamo spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni, o l’idea stessa di vino buono, pulito e
giusto.
• Migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni
• Migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici)
• Migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità/prezzo
• Migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero
Per tutto dicembre, il pubblico potrà candidare i propri locali del cuore sul sito dell’evento e, dopo una prima scrematura, affidata sempre al voto degli appassionati, subentrerà il lavoro della giuria internazionale di esperti, che decreterà i tre indirizzi premiati per ogni categoria.
Federica Randazzo è vice curatrice nazionale della guida Slow Wine. Metà altoatesina e metà siciliana, dopo una laurea in giurisprudenza e una diploma da sommelier inizia a occuparsi di vino. Oltre al lavoro di critica, scrive articoli, idea e cura progetti ed eventi, conduce degustazioni e corsi e crea contenuti per la comunicazione online ed offline.
Giancarlo Gariglio nel 2001 entra nelle commissioni regionali di degustazione della guida Vini d’Italia (Gambero Rosso e Slow Food), per poi entrare a far parte in pianta stabile delle commissioni finali che assegnano i Tre Bicchieri. È il curatore dell’edizione 2008 della Guida al vino quotidiano di Slow Food Editore. Nel 2007 organizza l’evento Vignerons d’Europe a Montpellier in Francia.
È tra i fondatori, il 29 luglio del 2008, della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Il Consiglio Direttivo della FIVI lo sceglie come primo Segretario generale dell’associazione. Nel 2010 partecipa all’ideazione della guida Slow Wine e dall’edizione 2011 diventa co–curatore della stessa. Dal 2021 è coordinatore della rete tematica internazionale dedicata al vino Slow Wine Coalition
Da Comunicato Stampa
Sito Evento: https://slowinefair.slowfood.it/
Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/