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ARTICOLI VARI DI ALTRI AUTORI INCONTRI,INTERVISTE

  • “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro” 2023

    “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro” 2023

    Il Consorzio Tutela Valcalepio e il mondo dei Piwi: i vitigni resistenti

    Di Carol Agostini

    La registrazione del convegno “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro”, promosso dal Consorzio Tutela Valcalepio, è ora disponibile sul sito www.valcalepio.org. L’evento, svoltosi il 14 ottobre 2023 nella Sala Alabastro del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII a Bergamo, ha riunito un panel di esperti del settore enologico.
    Il convegno, una piattaforma tecnico-scientifica, ha visto la partecipazione di sette figure accademiche e di ricerca italiane nel campo vitivinicolo, un rappresentante della comunità vitivinicola accademica slovena e due relazioni scritte provenienti da contesti francese e rumeno.

    Logo Piwi International, articolo: Vitigni resistenti: passato, presente e futuro" 2023
    Logo Piwi International, articolo: “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro” 2023

    Nel suo discorso inaugurale, Sergio Cantoni, enologo e direttore del XIX Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme”, ha introdotto l’evento con un aforisma latino tratto da un recente editoriale di Riccardo Cotarella. “Rari Nantes in Pelago Profundo”, citazione dell’Eneide di Virgilio, è stata evocata da Cantoni per rappresentare la situazione attuale dell’enologia italiana, in cui pochi sono in grado di affrontare le sfide del settore.
    Cantoni ha sottolineato le criticità del comparto enologico italiano, dalla polemica sull’impatto dell’alcol alla questione dei trattamenti e ha esortato a un cambiamento di approccio. Ha evidenziato la mancanza di investimenti nella comunicazione e nella ricerca come una spada di Damocle che minaccia l’intero settore.

    “Il mare dell’enologia italiana attuale, però,” ha detto Cantoni “non è solo profondo ma anche agitato da continui attacchi ai quali il comparto non stato in grado di rispondere adeguatamente. Basti pensare alle accuse che pendono sul vino: l’alcol fa male, in vigneto si usano troppi trattamenti. E come rispondiamo noi? Dicendo di bere con moderazione. E’ ora di smettere di difendersi!”.

    Enologo Sergio Cantoni
    Enologo Sergio Cantoni, articolo: “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro” 2023

    Cantoni ha proseguito sostenendo che il mondo del vino italiano non stia investendo sui due ambiti che potrebbero aiutare a sventare la crisi che pende come una spada di Damocle sul comparto: la comunicazione e la ricerca. Una comunicazione fantasiosa e non mirata solo a vendere il vino ad un prezzo più alto, bensì a trasmettere il prodotto vino come parte di uno stile di vita, momento di piacere, convivialità ed emozione. E una ricerca in grado di risolvere i problemi veri dei viticoltori, ad esempio quello dei trattamenti ma anche quello delle malattie non espressamente crittogamiche.

    “Ai relatori di oggi chiediamo”, ha chiosato Cantoni, “a che punto siamo con la ricerca e la proposta di vitigni tolleranti; ma chiediamo anche una prospettiva, non solo per quanto riguarda odio o peronospora. In poche parole: cosa rispondo al contadino che mi chiede cosa piantare per stare tranquillo per qualche anno? Serve una risposta chiara e univoca ché parlare di PIWI come se fossero una sola varietà è sbagliato e traviante per il pubblico: i PIWI sono tanti, diversi tra loro, oggetto di studi e attenta osservazione.”

    Ha sollecitato chiarezza su questioni fondamentali come la ricerca sui vitigni tolleranti e la necessità di rispondere in modo preciso alle domande dei viticoltori riguardo a cosa piantare per garantire stabilità nel tempo. Cantoni ha sottolineato la varietà dei PIWI, oggetto di diversi studi e osservazioni, evidenziando la loro complessità.
    Il convegno si è concentrato su queste sfide cruciali del settore, sollevando interrogativi e spingendo a una riflessione profonda sul futuro dei vitigni resistenti nell’enologia italiana.

    DA LEGGERE: https://www.papillae.it/emozioni-dal-mondo-merlot-cabernet-insieme/

    Il Professore Luigi Bavaresco: argomento con un intervento sul tema “Attualità e prospettive dei vitigni resistenti alle malattie(PIWI)

    Il Professore Luigi Bavaresco, dell’Università del Sacro Cuore, ha incitato il settore vinicolo a diventare un esempio di sostenibilità ambientale per smorzare le critiche verso il vino. Ha sottolineato l’importanza di dimostrare che un mondo senza vino sarebbe notevolmente peggiore di uno con il vino, enfatizzando il valore culturale di questa bevanda. Bavaresco ha evidenziato la lunga e ricca storia delle varietà resistenti, con ricerche internazionali che potrebbero rappresentare una soluzione ai problemi attuali.

    Ha precisato che attualmente nel registro nazionale delle varietà coltivabili sono elencate 36 varietà definite come resistenti. Molte di queste varietà, soprattutto quelle bianche, presentano caratteristiche sensoriali simili alla vitis vinifera, ma non sono completamente immune alle malattie e richiedono trattamenti, ottenendo risultati migliori in ambienti controllati come quelli di breeding, evidenziando l’importanza del concetto di terroir.

    Bavaresco ha delineato prospettive per il futuro della ricerca, insistendo sull’importanza di considerare non solo la resistenza alle malattie ma anche il profilo organolettico di questi vitigni. Ha evidenziato l’urgenza di ampliare la conoscenza sulle malattie possibili per valutare nuove resistenze, proponendo la creazione di un ente nazionale per valutare i risultati ottenuti, prendendo spunto da esperienze simili in Francia.

    Il Consorzio Tutela Valcalepio e il mondo dei Piwi: i vitigni resistenti, foto da comunicato stampa
    Il Consorzio Tutela Valcalepio e il mondo dei Piwi: i vitigni resistenti, foto da comunicato stampa

    Marco Stefanini della Fondazione Mach ha presentanto“I Vitigni PIWI: il contributo della fondazione E. Mach

    Durante il suo intervento, il Dottor Marco Stefanini, rappresentante dell’Istituto Edmund Mach, ha enfatizzato l’importanza di migliorare l’interazione tra Genotipo e Ambiente per raggiungere la sostenibilità sociale ed economica nel settore vitivinicolo. Ha sottolineato i continui cambiamenti nell’ambiente, sottolineando la necessità di adattare le varietà di vite per permettere loro di prosperare in questo “nuovo” ambiente.

    Stefanini ha ripreso concetti chiave come resistenza e tolleranza, spiegando che la resistenza è la capacità della pianta di difendersi dalle malattie, mentre la tolleranza è la capacità dell’ospite di sopportare lo sviluppo del patogeno senza subire danni significativi.

    Ha chiarito che al momento l’obiettivo principale è la riduzione dei trattamenti, fornendo tre indicazioni ai viticoltori:

    1. Sarà necessario trattare le viti, ma i trattamenti saranno ridotti del 70%.
    2. Ha sottolineato che resistenza non equivale ad immunità.
    3. Ha evidenziato l’assenza attuale di una resistenza agli insetti.

    Ha ribadito l’importanza della comunicazione accurata, sottolineando che le varietà resistenti non rappresentano la soluzione definitiva per tutti i problemi della viticoltura.
    Stefanini ha anche suggerito che nelle zone in cui la coltivazione della vite si fonde con l’ambiente urbano, i vitigni PIWI potrebbero rappresentare un metodo per proteggere i vigneti che altrimenti sarebbero destinati alla rimozione.

    Vitigni resistenti: passato, presente e futuro" 2023, logo da sito
    “Vitigni resistenti: passato, presente e futuro” 2023, logo da sito

    Ermanno Murari ha portato l’argomento de “Le varietà resistenti a oidio e peronospora, la loro storia di ieri e il loro sviluppo di domani

    Ermanno Murari dei Vivai Cooperativi Rauscedo ha aperto il suo intervento ponendo l’attenzione sul concetto di sostenibilità, sia ambientale, per ridurre trattamenti ed emissioni, che economica e sociale, considerando la vicinanza dei vigneti ai centri abitati. Ha sottolineato l’importanza di una sostenibilità istituzionale che possa chiarire la confusione legata a marchi e slogan, evitando di ingannare i consumatori. Murari ha evidenziato il ruolo cruciale del marketing dietro la commercializzazione dei vini prodotti con vitigni resistenti, sottolineando la ricerca nella scelta del nome del vino e nella creazione delle etichette.

    Ha concluso ribadendo l’importanza della ricerca e della scienza nel campo vitivinicolo, usando un esempio esplicativo: “Gli incroci sono una cosa seria, decisamente non semplice. Poniamo il caso che un giorno Einstein incontri Marilyn Monroe. Il figlio dei due potrebbe uscire bello come l’attrice e intelligente come lo scienziato. Ma, attenzione, senza uno studio dietro potrebbe anche uscire brutto come Einstein e intelligente come Monroe! Ecco perché è necessario continuare a studiare e lavorare sulla ricerca di vitigni resistenti che ci aiutino a raggiungere i risultati che auspichiamo.”

    Professor Davide Modina dell’Università degli Studi di Milano “Studio, adattamento e valorizzazione dei vitigni PIWI in Lombardia. Il progetto VITAVAL”.

    Il professor Davide Modina dell’Università degli Studi di Milano ha esordito definendo i vitigni PIWI come uno strumento per affrontare le sfide della viticoltura lombarda. Ha sottolineato l’ostacolo principale, ovvero la mancanza di informazioni su cui basare scelte razionali, rendendo necessaria un’onerosa fase di prove da parte dei produttori.

    Modina ha evidenziato due concetti chiave:

    1. Valutare attentamente le tecniche di vinificazione basandosi sui risultati delle microvinificazioni sperimentali, poiché le tecniche tradizionali potrebbero non adattarsi ai nuovi vitigni resistenti.
    2. Ha ribadito l’importanza di valutare attentamente l’interazione tra genotipo e ambiente per garantire risultati ottimali e massimizzare la qualità dei prodotti.

    Il professor Franc Čuš dell’Università di Ljubljana (Slovenia) ha presentato le “Esperienze con i vitigni tolleranti in Slovenia

    Durante la conferenza, il professor Frank Cus dell’Università di Ljubljana ha offerto un’analisi dettagliata sulla produzione vinicola slovena. Ha evidenziato l’importanza di parlare di vitigni tolleranti anziché resistenti, per evitare la creazione di aspettative irrealistiche tra i viticoltori. Cus ha sottolineato che sia in Slovenia che in Italia c’è una crescente necessità di ridurre l’uso di pesticidi, spingendo così la ricerca verso varietà più tolleranti.

    Ha anche menzionato il dibattito in corso in Slovenia riguardo all’inclusione di questi vitigni nelle Denominazioni di Origine Protetta (DOP), ma ha notato che al momento i consumatori hanno una conoscenza limitata di queste varietà, rendendo cruciale un maggiore coinvolgimento e informazione del pubblico su tali vitigni, secondo quanto affermato dal ricercatore sloveno.

    Luca Gonzato di Vini e Viti resistenti.it ha offerto una panoramica della “Produzione PIWI in Italia

    Luca Gonzato di vinievitiresistenti.it ha condiviso dati chiave riguardanti l’attuale panorama dei vitigni resistenti. Secondo i suoi dati, su 680.000 ettari di vigneto in Italia, i vitigni PIWI occupano soltanto lo 0,3%. Attualmente, sono in commercio 165 produttori che offrono vini PIWI, principalmente concentrati in Veneto e Trentino-Alto Adige. Gonzato ha sottolineato che la maggior parte di questi produttori si dedica esclusivamente alla coltivazione di varietà resistenti, caratterizzandosi come piccole realtà, con i più grandi a dichiarare 5 ettari di vigneto coltivato e un caso singolo con 18 ettari.

    Il numero totale di vini PIWI disponibili per la vendita supera le 350 etichette, prevalentemente bianche, con una produzione stimata di oltre un milione di bottiglie. Circa il 40% di questi vini riporta il marchio IGT sull’etichetta, solitamente riferito a IGT Veneto e IGT delle Dolomiti per ragioni geografiche.

    La professoressa Francesca Venturi dell’Università degli Studi di Pisa ha portato l’argomento da una prospettiva sensoriale con un intervento dedicato alla “Comparazione sensoriale dei vini da vitigni resistenti e vini da vitigni tradizionali”.

    La professoressa Francesca Venturi dell’Università di Pisa ha presentato un’analisi comparativa tra i vini ottenuti da vitigni tradizionali e quelli da vitigni resistenti. Venturi ha affermato che la qualità dei vini dipende da diversi fattori, sia per i vitigni tradizionali che per quelli resistenti. Ha anche sottolineato l’importanza di considerare il vino non solo come alimento, ma come parte integrante della cultura, portando un aspetto emozionale e conviviale alle esperienze quotidiane.

    Venturi ha introdotto nuovi risultati ottenuti tramite un protocollo di degustazione innovativo, focalizzato su descrizioni emozionali inedite e coinvolgenti. Sul fronte dell’inclusione di questi vitigni nelle Denominazioni di Origine Controllata (DOC), Venturi ha sottolineato la necessità di un approccio cauto e ragionato, affermando che è fondamentale comprendere appieno l’impatto e le potenzialità di tali vitigni prima di integrarli completamente nelle DOC esistenti.

    Filippo Mobrici, vicepresidente di Federdoc e del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, ha affrontato l’argomento “Vitigni resistenti nelle DOC?

    Filippo Mobrici, vicepresidente di Federdoc e del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, ha affrontato il dibattito sull’inserimento dei vitigni resistenti nelle DOC, ufficialmente autorizzato dall’Unione Europea a partire dal 2022. Mobrici ha dichiarato che Federdoc ha affidato ai singoli consorzi il compito di esplorare e valutare questa opportunità.

    Ha sottolineato l’importanza di considerare la vocazionalità territoriale, chiedendo se sia realmente necessario introdurre i PIWI in tutte le aree vitivinicole. Ha ribadito che sebbene sia cruciale esplorare e sperimentare i vitigni resistenti, occorre tempo e diversi contesti territoriali per comprendere appieno il loro ruolo e impatto nelle produzioni vinicole.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito consorzio: https://www.valcalepio.org/it/

    Sito vitigni resistenti: https://piwi-international.org/it/informazioni-su-piwi/cosa-sono-i-vini-piwi/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023

    Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023

    Formazione, sviluppo, progetti e vita di Carol Agostini

    Redazione

    Carol Agostini

     

    Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, foto di Carol Agostini

    Sommelier, commissario enologico internazionale, cuoca e creativa partita dall’Accademia del Gusto e divenuta, successivamente, Chocolate Tester, degustatore di olio, formaggi e miele.
    Ama ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, tecnica e vini ai suoi piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.
    Marketing strategist, titolare dell’agenzia FoodandWineAngels, e, soprattutto, esploratrice appassionata del gusto italiano, sempre alla ricerca di sensazioni organolettiche e della chimica dei componenti sensoriali.
    Qualificata come Maestro Sun, insegna e organizza corsi di cucina asiatica.
    Selezionatrice food&wine per mercati esteri e e-commerce internazionale, scrive su testate nazionali di settore.

    Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso Emozioni dal Mondo
    Altro giurato, Carol Agostini a lavoro al Concorso Emozioni dal Mondo

    Conduce presso alcuni canali web radio una serie di trasmissioni basate sul format ”Il viaggio degli Umami”.
    Carol è curatrice di masterclass e degustazioni guidate in eventi fieristici del settore.

    Puoi ascoltare: https://www.youtube.com/watch?v=zPePrGjQ2iY

    Inoltre, conduce una rubrica dal nome “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, attraverso visite e interviste con i produttori.

    Puoi ascoltare: https://www.mixcloud.com/radioserena/il-retrocucina-con-carol-agostini-251121/

    Instancabile networker, è sempre alla ricerca di sinergie e opportunità per progetti che uniscono persone e professionisti vincenti.
    Autrice del libro “Cena con Fattura D’amore” pubblicato ad ottobre 2021 da Ronca Editore, un libro sulla gastronomia sensoriale ripercorsa sotto forma di romanzo, con una componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità e i sensi.

    I sensi, ricette, Cena con Fattura D'Amore di Carol Agostini
    I sensi, ricette, Cena con Fattura D’Amore di Carol Agostini

    Titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels che opera nel settore enogastronomico, editore del Magazine Papillae.it

    Nadia Toppino scrittrice, e foodwriter in alcune testate di settore svizzere e Blog Storie di Cibo
    Nadia Toppino scrittrice, e foodwriter in alcune testate di settore svizzere e Blog Storie di Cibo

    Ideatore del progetto editoriale che comprende radio web e altre testate di settore con lo scopo di fare squadra editoriale di divulgazione e comunicazione.
    Selezionatrice di prodotti per realtà estere con una carriera di molti anni consolidati dagli assaggi di ogni singolo prodotto con una analisi accurata tramite una scheda organolettica sensoriale e commerciale che io stessa ho creato moltissimi anni fa.

    Per acquistare il libro: https://www.roncaeditore.it/site/index.php/varia/39-cena-con-fattura-d-amore

    Ogni prodotto assaggiato viene fotografato, abbinato, schedato nelle mia attuale anagrafica che contiene ormai 40 mila attività nel settore food&wine, il tutto viene documentato con un report e una micro articolo in regalo alle attività in cambio delle campionature omaggio.

    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.
    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.

    Papillae

    Siamo un magazine online specializzato nel settore Food & Wine con approfondimenti di vario genere: prodotti Made in Italy e il resto del mondo, fine dining, turismo, ospitalità italiana, eventi nazionali e internazionali, ricette e l’internalizzazione dei prodotti nella sua eccezione più ampia.

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

     

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    La nostra redazione è composta da giornalisti, blogger, sommelier ed esperti/ critici enogastronomici con esperienza ultra decennale, capitanati dalla fondatrice Carol Agostini, commissario internazionale enologico, esperta enogastronomica e consulente di settore.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Siamo partner di FoodandWineAngels di Carol Agostini, agenzia di sviluppo progetti di comunicazione e marketing, ufficio stampa ( su richiesta ), creazione e realizzazione di eventi sul territorio e su misura, ricerca di mercati italiani ed esteri con posizionamento e sviluppo di prodotti enogastronomici, consulenze di vario genere tecniche e sensoriali, formazione e docenze di settore.

    Sito Agenzia: https://www.foodandwineangels.com/

    Davide Zilio consulente, formatore, docente e come produttore di vino
    Davide Zilio consulente, formatore, docente e produttore di vino

    Siamo aperti a collaborazioni di vario genere, disponibili a divulgare informazioni sulle vostre attività e notizie.

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Vogliamo espandere la nostra presenza fisica in eventi, guide e commissioni con lo scopo di raccontare ai nostri lettori ciò che accade nel panorama enogastronomico italiano.

    Michele Nasoni sommelier, autore del libro Wineblogger Wine Not? fondatore del blog
    Michele Nasoni sommelier, autore del libro Wineblogger Wine Not? fondatore del blog sommelier naso dvino

    A richiesta siamo disponibili ad accostarvi coi nostri servizi di divulgazione ( articoli lingua italiana e inglese, social media partner) e di agenzia.

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    "Amo tutto di lui, amo i suoi difetti, la sua brutta abitudine di mordere e urlare. La sua assoluta autenticità, annata dopo annata" di Zombiwine
    “Amo tutto di lui, amo i suoi difetti, la sua brutta abitudine di mordere e urlare. La sua assoluta autenticità, annata dopo annata” di Zombiwine

    Vi racconto un po’ il  libro

    L’amore e la passione travolgono il cuore e la mente e questa è una storia di sensi.
    Cornelia è alla ricerca dell’amore, ma soltanto dopo un intenso percorso di confronto e di crescita riuscirà a esprimere la propria personalità anche attraverso ricette e piatti speciali che accendono la passione.
    Due uomini entrano nella sua vita, quale sceglierà? Riuscirà poi a conquistarlo seducendolo con la sua cucina? L’intreccio tra cibo e passione è per lei fondamentale, ma è anche una fonte di energia vitale e di comunicazione con il prossimo.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Infine, le venti semplici ricette proposte in coda al libro serviranno da guida per accendere i sensi e per aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione.
    Questa è la trama che racconta la storia, ma è una storia che racchiuse in forma romanzata la Gastronomia sensoriale, quella dottrina nata molti secoli fa ad opera dei nostri avi, che ha un ruolo molto importante ma spesso non ci facciamo caso, quanto un percorso di crescita introspettiva, dove il rapporto con noi stessi, anima e consapevolezza sono fonte di energia come il cibo e vino, come l’accettazione e l’amore.

     

    Se iniziate a farci caso molti piatti particolarmente elaborati, con ingredienti selezionati creano sensazione di benessere nell’immediato, basta solo guardarli per sentire vibrazioni positive.
    Il potere di stimolare ogni nostro senso e sensazione derivante dal cibo e vino diventa molte volte la soluzione a problemi di carattere amoroso, senza rendercene conto a tavola consumando un determinato cibo rispetto ad un altro, la nostra apertura e predisposizione di accoglienza verso i problemi e verso l’altra persona sfumano in gesti più naturali e meno arrabbiati.

    Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro "Cena con Fattura D'Amore" Ronca Editore di Carol Agostini
    Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023, libro “Cena con Fattura D’Amore” Ronca Editore di Carol Agostini

    Ci sono appunto alimenti che suscitano in noi sentimenti di dolcezza, di tenerezza, di pace, attraverso la produzione di “sostanze amiche” portandoci alla capacità di guardare la persona davanti a noi senza provare odio.
    Ecco perché viene definita gastronomia sensoriale, dove la pace dei sensi è uguale alla pace delle emozioni.
    In questa pratica si usa maggiormente la frutta, gli ortaggi, le radici, la cioccolata, i prodotti ittici tendenzialmente crudi, le spezie, tutto in piccole porzioni o mono.
    Associazioni visive, collegamenti sensoriali, gesti e movenze, le giuste ricette e l’ambiente confortevole aprono il paradiso dell’anima attraverso le vibrazioni dei sensi.

    Carol Agostini, foodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023
    Carol Agostini, FoodandWineAngels e il Magazine Papillae 2023

    I viaggi sensoriali di Carol, biografia

    La mia gavetta nel mondo enogastronomico parte nel 1997, sono andata alla ricerca di informazioni sul cacao, elemento da me sempre amato.
    Proprio dall’esigenza di comprendere la sua composizione e suoi benefici ha avuto inizio il mio viaggio.
    Dopo qualche mese mi sono avvicinato al mondo vitivinicolo; mi sono formata e sono diventata un commissario enologico internazionale.

    Con il tempo è cresciuto il mio desiderio di conoscere nella propria essenza ogni singolo prodotto gastronomico che potrebbe accompagnare ogni sorso degustato.
    Con il passare del tempo sono diventata sommelier, chocholate taste tester, maestro Sun, e ho avuto l’onore di frequentare dei master impegnativi sulle tecniche di cottura degli alimenti, sulla micro-pasticceria, sulla cioccolateria artistica, sui sottovuoto, e tanto altro.
    Amo ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, esplorare tecniche di rielaborazione della materia che prima seleziono e scelgo appositamente nei miei piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze.

    Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere
    Carol Agostini con Roberto Cipresso a Vinitaly VeronaFiere

    Passano gli anni e la mia curiosità è cresciuta sempre di più. Ho iniziato il mio percorso verso la programmazione neuro linguistica e verso il marketing, acquisendo una qualifica in marketing strategist e approfondendo sempre più il gusto italiano per quello che riguardano le mie competenze enogastronomiche.
    Sempre affamata di conoscenze, sempre pronta a ogni sfida, sento l’esigenza di vivere di emozioni, di continue prove tecniche, di assaggi, di viaggi.
    Colgo il bello in una pentola bruciata, vissuta da cotture veloci, da quelle lente, dagli ingredienti che spesso dimentico sul fuoco e l’odore di bruciato invade tutta la cucina.

    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini
    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini

    Ciò nonostante mi sento gratificata, perché ho avuto la possibilità di sperimentare e di sbagliare.
    Mi entusiasmo nel cercare soluzioni ai miei errori, ai calcoli sbagliati sulle dosi e ai tempi di cottura non precisi.
    Dai miei errori inizio a consolidare la mia abilità di esecuzione e di risoluzione.
    Imparo, sbaglio, correggo, insegno e scrivo, un nuovo viaggio, mediante la cucina asiatica che amo, quella sudamericana, la cucina medioevale, quella futurista che mi insegna ad apprezzare ogni consistenza e forma.

    A volte penso di compiere un viaggio senza fine, di quelli che hanno senso solo se vissuti direttamente e non attraverso le foto o i racconti altrui.
    Mi entusiasma sempre di più condividere i miei errori agli altri affinché questi non vengano ripetuti.
    Ed è proprio questo percorso come insegnante che mi porta a frequentare sempre di più ristoratori, chef, cucine.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Carol Agostini, Attilio Scienza, Nere Pederzolli
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Carol Agostini, Attilio Scienza, Nere Pederzolli

    Cresce la mia esperienza come selezionatrice, occupandomi di prodotti enogastronomici per mercati esteri e per importanti e-commerce di settore.
    Ne parlo ma anche ne scrivo e questo mi porta a collaborare costruttivamente con testate nazionali di settore. Non per ultima arriva la TV con alcune partecipazioni a trasmissioni televisive e, subito dopo, la radio con un mio format dal nome “Il viaggio degli Umami”, nel quale racconto le esperienze degustative in occasione di concorsi nazionali ed internazionali vinicoli.

    Ciò mi porta a curare personalmente masterclass e degustazioni guidate in occasioni di eventi fieristici del settore.
    Per quello che riguarda le attività audio, porto avanti altri progetti in parallelo, ad esempio la rubrica “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, con le visite e interviste ai produttori.

    Renato Rovetta Guida Rosa Rosati Rosè e Carol Agostini dell'Agenzia FoodandWineAngels
    Renato Rovetta Guida Rosa Rosati Rosè e Carol Agostini dell’Agenzia FoodandWineAngels

    In tutto questo strutturo squadre di collaboratori che mi seguono spesso in weekend end impegnativi, finalizzati al network ing fra professionisti del settore.
    La mia gavetta continua, non smetto mai di studiare, di aggiornare la mia conoscenza, i miei corsi diventano sempre più frequentati e le diverse Camere di Commercio mi ingaggiano per sviluppare progetti formativi.

    Cantine sociali mi chiedono progetti di sviluppo territoriale e di identità produttiva.
    Insomma, sfide su sfide, che accrescono la mia voglia di fare parte di questo mondo.

    Qualche anno fa sono stata contattata da una casa editrice che mi chiesto di scrivere un ricettario, proposta che si è di fatto trasformata in un libro sulla gastronomia sensoriale, “Cena con Fattura D’amore” pubblicato a fine ottobre 2021 da Ronca Editore si tratta di un libro che ripercorre sotto forma di romanzo la gastronomia sensoriale, dove i sensi la fanno da padrone in ogni nostra azione.

    Alessandro Scorsone e Carol Agostini al Merano Winefestival
    Alessandro Scorsone e Carol Agostini al Merano Winefestival

    La caratteristica di questo romanzo è proprio al componente di manuale e di crescita introspettiva personale per raggiungere lo scopo di stare bene attraverso la complicità dei sensi.
    Sono passati due mesi e siamo già alla seconda ristampa, un successo inaspettato per me.
    Scrivendo queste righe ho potuto guardare indietro il mio percorso con occhi diversi, con una consapevolezza totalmente priva di giudizio, anche se sento ancora il peso dei sacrifici e delle rinunce.

    Sono soddisfatta di tutto il mio viaggio? Si, ma non è ancora finito, ci sono tante cose che devo ancora assaggiare, esplorare e conoscere.
    La scrittura mi permette di registrare nel mio cervello ogni sensazione, ogni emozione che ho vissuto ad ogni morso e a ogni sorso.
    Sono grata anche di questo, perché la ragazzina di vent’anni che approcciava questo mondo ora è una donna.

    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi
    Carol Agostini che cucina i pizzocheri valtellinesi

    FoodandWineAngels

    Ho fondato la mia agenzia si chiama “FoodandwineAngels”, unica agenzia in Italia in grado di applicare le più avanzate attività di marketing intelligence al settore dell’enogastronomia.
    Ho una squadra di professionisti al mio fianco, facciamo valutazioni tecniche accurate di prodotti agroalimentari ed enologici, indagini di mercato basate sui più avanzati concetti di marketing intelligence, servizi di comunicazioni alle imprese e supporto alla vendita a livello di territorio nazionale e internazionale.
    Questi sono solo alcuni dei tanti servizi che espletiamo nel panorama enogastronomico italiano.

    Carol Agostini con Iginio Massari
    Carol Agostini con Iginio Massari

    Con lo staff di specialisti dell’agenzia garantiamo valutazioni approfondite organolettiche e degustative di prodotti, basandoci su schede tecniche di analisi che io stessa ho ideato e creato.
    Crediamo, così, di dare un grande supporto alla nostra rete vendita, attraverso anche servizi di comunicazione avanzata mediante i canali tradizionale e digitali (giornalistici e social).
    Insomma, sono molto orgogliosa di questa agenzia che prepara le basi per strategie commerciali avanzate e mirate, offrendo alle aziende-partner la soluzione dei numerosi problemi di vendita e di brand awareness che costituiscono oggi lo scoglio più arduo da superare nel settore enogastronomico.

    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini
    Carol Agostini Vinitaly 2023 da anni presente a questa manifestazione con Luca Gardini
    Conclusione

    In un mondo veramente complesso, fortemente concorrenziale, in cui la qualità e l’unicità dei prodotti deve essere evidenziata e portata alla luce nel modo più efficace.
    Il mio obiettivo è quello del mio staff è quello di diventare un punto di riferimento per produttori e distributori, un partner che consenta di massimizzare le vendite e la presenza sul mercato, ma anche e soprattutto offrire a quei produttori che ancora non dispongano di una visibilità accurata e di una presenza capillare sul mercato una soluzione ai loro problemi.
    Il mio viaggio, quindi, ancora oggi, non ha una fine, ma solo mete da raggiungere.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners racconto: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

  • Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023?

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023?

    Lo stile della professionalità enogastronomica di qualsiasi genere come dev’essere nel 2023?

    Di Carol Agostini

    Nell’affascinante universo del food and wine, il dibattito sull’approccio stilistico della professionalità è sempre acceso. Si pone la domanda: dovrebbe adattarsi alla leggerezza dei tempi moderni o mantenere un tono elegante, sobrio e di buon gusto? È un dilemma che si riflette nella cultura gastronomica contemporanea, dove l’evoluzione dei gusti e delle tendenze incontra la tradizione e la raffinatezza.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Marcelo Verfe da internet
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Marcelo Verfe da internet

    Il mondo del food and wine è un palcoscenico in continua evoluzione, dove chef, sommelier, critici gastronomici e esperti del settore si muovono con maestria tra creatività, conoscenza e precisione. La professionalità in questo ambito richiede un equilibrio sottile tra innovazione e rispetto per le radici, tra audacia e raffinatezza.

    Da un lato, c’è chi sostiene che la modernità esiga una trasformazione nello stile della professionalità nel food and wine. L’era digitale e l’accelerazione del ritmo di vita portano ad una crescente predilezione per la semplicità, l’accessibilità e la leggerezza nelle esperienze gastronomiche. Questo approccio suggerisce che anche la professionalità debba adattarsi a un linguaggio più informale, vicino alle persone, meno formale e più inclusivo.

    D’altro canto, vi è un’opinione ben radicata che sostiene la bellezza e il valore intrinseco della sobrietà ed eleganza nell’universo del food and wine. La professionalità è vista come un pilastro intoccabile, un’incarnazione di savoir-faire, dove il rispetto per la storia, l’etichetta e la raffinatezza dei gesti rimane imprescindibile. Quest’approccio sostiene che mantenere uno stile elegante e di buon gusto sia ciò che distingue veramente i professionisti in questo settore e che questo non dovrebbe mai essere sacrificato sull’altare delle tendenze moderne.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di leah Kelley da internet
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Leah Kelley da internet, food&winecritic

    La sfida principale risiede nella capacità di trovare un punto d’incontro tra queste due prospettive apparentemente opposte. È possibile integrare l’innovazione e la freschezza dei tempi moderni senza compromettere la qualità e l’eleganza? La risposta potrebbe trovarsi nella flessibilità e nell’adattabilità degli operatori del settore, nell’arte di bilanciare l’antico e il nuovo, il sofisticato e il casual, senza perdere di vista l’essenza dell’esperienza enogastronomica.

    Nel mercato globale, l’evoluzione dello stile professionale nel food and wine può influenzare significativamente il successo commerciale. La tendenza verso una comunicazione più accessibile e informale può attrarre una vasta gamma di consumatori, aumentando la visibilità e la popolarità di un brand o di un ristorante. Tuttavia, mantenere un approccio raffinato e di classe può garantire la fedeltà di un pubblico più tradizionale e sofisticato.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Shvets Production
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Shvets Production, food&wine influencer

    Un esempio tangibile di questa sfida è rappresentato dalla presenza sempre più marcata dei social media nel mondo del food and wine. Piattaforme come Instagram e TikTok hanno rivoluzionato il modo in cui la gastronomia viene presentata e consumata. La domanda è: come possono i professionisti del settore adattare il loro stile e la loro professionalità a questi nuovi canali senza compromettere la loro integrità e qualità?

    Il mondo del food and wine, con la sua varietà di sapori, aromi e culture, riflette la complessità dei gusti moderni. La professionalità in questo ambito non è solo una questione di competenza culinaria o enologica, ma anche di presentazione, comunicazione e adattabilità.

    La semplicità e la leggerezza dei tempi attuali hanno portato una sorta di democratizzazione nel settore, spingendo molti a cercare esperienze culinarie più accessibili, meno formali ma altrettanto soddisfacenti. Questo ha influenzato non solo il modo in cui i piatti e i vini sono preparati e presentati, ma anche la comunicazione che circonda questi prodotti. L’uso dei social media e delle piattaforme digitali è diventato cruciale per raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato. La capacità di comunicare in modo chiaro, coinvolgente e autentico è diventata una parte essenziale della professionalità nel settore.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Pixabay da internet, Cuochi e Chef
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Pixabay da internet, Cuochi e Chef, brigata di cucina, personale di cucina

    D’altro canto, c’è un’ancora solida base di consumatori che apprezzano e cercano l’eleganza, la raffinatezza e il buon gusto nelle loro esperienze gastronomiche. La professionalità per questo pubblico significa preservare la tradizione, rispettare la storia dietro ogni piatto e vino, mantenendo un livello di esclusività e distinzione.

    Il punto di incontro tra queste due prospettive potrebbe essere rappresentato da una flessibilità intenzionale. Gli chef, i sommelier e gli esperti del settore del food and wine potrebbero adottare uno stile che abbracci sia l’approccio informale e moderno, sia l’eleganza e la sofisticatezza. Questo non significa compromettere la qualità o l’autenticità, ma piuttosto adattarsi alle esigenze mutevoli di una clientela diversificata.

    In effetti, molte personalità di spicco nel mondo gastronomico hanno abbracciato questa idea, cercando di combinare il meglio dei due mondi. La presentazione di piatti prelibati in un contesto informale, la creazione di vini di alta qualità senza però essere eccessivamente elitari nella loro promozione sono solo alcune delle strategie adottate.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ron Lach da internet, maitre e personale di sala
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ron Lach da internet, maitre e personale di sala

    In termini di mercato, l’adattamento dello stile professionale sembra portare benefici tangibili. I brand e i ristoranti che hanno saputo adottare questa flessibilità hanno potuto raggiungere una platea più ampia, conquistando sia i consumatori tradizionali che quelli più moderni e giovani. L’importante sembra essere la coerenza nell’offerta di esperienze autentiche e di qualità, indipendentemente dallo stile comunicativo adottato.

    Nel settore food and wine sono state osservate alcune tendenze di mercato legate all’evoluzione dello stile e della professionalità. Ad esempio, studi e analisi di mercato hanno evidenziato un aumento della domanda da parte dei consumatori per esperienze gastronomiche più accessibili, autentiche e meno formali, in linea con i cambiamenti sociali e culturali dei tempi moderni.

    Questo cambiamento di tendenza ha spinto molti ristoranti, chef e produttori di vino a adottare strategie di marketing e comunicazione più informali e coinvolgenti, spesso attraverso i social media e altre piattaforme digitali. L’approccio informale, la valorizzazione della storia dietro ogni piatto o vino e la trasparenza nel processo di produzione sono diventati elementi chiave per catturare l’attenzione di un pubblico sempre più diversificato e attento alla qualità.

    D’altra parte, c’è ancora una forte domanda per esperienze culinarie raffinate, esclusive e di alta classe. Ci sono segmenti di mercato che continuano a cercare la tradizione, l’eleganza e la sofisticatezza nelle loro esperienze enogastronomiche.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Mikael Blomkvist da internet, professionisti di marketing e comunicazione
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Mikael Blomkvist da internet, professionisti di marketing e comunicazione

    Questa dualità nel mercato del food and wine ha spinto molti professionisti del settore a cercare un equilibrio tra questi due estremi, adottando approcci flessibili che possano soddisfare un’ampia gamma di consumatori.

    Le strategie di marketing e comunicazione che mescolano elementi di semplicità e leggerezza con raffinatezza ed eleganza sembrano attrarre un pubblico più ampio e diversificato, permettendo ai brand e ai ristoranti di raggiungere una base di clienti più ampia e variegata.

    Ricorda che il mercato del food and wine è estremamente dinamico e variegato, con molte sfaccettature e segmenti diversi. Le strategie di successo possono variare in base alla posizione geografica, al target di clientela e alle peculiarità del prodotto o del servizio offerto.

    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ketut Subiyanto
    Le varie professioni enogastronomiche hanno stile nel 2023? foto di Ketut Subiyanto,camerieri e bartender

    La professionalità nel mondo food and wine non è più unicamente definita da un’unica estetica o stile, ma piuttosto da un insieme di competenze, adattabilità e autenticità. Trovare un equilibrio tra la tradizione e l’innovazione, tra l’eleganza e la semplicità, sembra essere la chiave per un successo duraturo in un panorama culinario sempre in evoluzione, senza abbandonare completamente uno stile a favore dell’altro, ma mescolare entrambi per soddisfare un pubblico sempre più diversificato e esigente.

    Vedi anche: https://www.papillae.it/vista-seduzione-vino-vivo-donna/

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  • Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023

    Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023

    Tenute Camilleri, assaggi, templi e viaggio siciliano

    Di Elsa Leandri

    Due delle mete imprescindibili quando si organizza un viaggio in Sicilia sono Agrigento e la Valle dei Templi. Agrigento si sviluppa su due colline, il colle dei Girgenti a ovest e la Rupe Atenea a est, con i suoi palazzi e i suoi viali da cui gli occhi si possono perdere in una vista infinita sul Mar Mediterraneo e sulla Valle dei Templi.

    Quest’ultima rappresenta il sito archeologico più grande d’Europa e del Mediterraneo, con i suoi numerosi templi in stile dorico, ricordo inesorabile di studi di lettere classiche e teatro di ispirazione per molti scrittori e pittori come Ludovico Ariosto, Maupassant, Alexandre Dumas e ancora Pirandello o Salvatore Quasimodo. Anche la persona meno sensibile viene conquistata grazie a questa magnificenza artistica.

    Territorio

    A pochi passi ci aspetta il Mar Mediterraneo con l’acqua turchese, le calette e le spiagge che invogliano a distendersi per qualche ora sotto il sole e a trovare refrigerio facendo un tuffo tra una visita e l’altra.
    È inevitabile cedere alla tentazione di uno, o magari di più, piatti locali: gli arancini, la pasta con le sarde, la caponata, la brioche con il gelato, la cassata siciliana e i cannoli sono solo alcuni degli esempi di questa genuina territorialità a cui le papille gustative non sanno resistere in alcun modo.

    È risaputo che il cibo richiama il vino e questo connubio viene sposato e promosso dalla Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, un’associazione, nata nel 2018, che conta 60 imprese, tra ristoranti, strutture alberghiere, enoteche, aziende agricole e ovviamente cantine, che hanno come scopo proprio quello di valorizzare il territorio della Trinarchia sud-occidentale più precisamente è delimitata dai fiumi Salso e Platani con al centro la valle dei Templi e parte della provincia di Caltanissetta.

    Seguendo questo percorso, a 20 km della Valle dei Templi, nella contrada di Ciccobriglio, troviamo una struttura ben visibile per i suoi tetti merlati: è la Tenute Camilleri, associata alla Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi.

    Storia

    L’azienda nasce nel 1965 quando Tito investe in questo areale. Attualmente è il figlio Peppe, enologo, che, circondato dalla famiglia e da collaboratori fidati, monitora e controlla ogni passaggio produttivo al fine di immettere sul mercato dei prodotti, a nostro avviso, identitari.

    La vision della tenuta è quella di valorizzare e far emergere i vitigni autoctoni come perricone, nerello mascalese, nero d’Avola e grillo. Unico vitigno internazionale rappresentato è il merlot: il suo impianto risale alla fine degli anni ’90 quando Peppe individuò la possibilità che questo territorio fosse idoneo alla sua espressione.
    In totale sono sei le etichette prodotte e noi abbiamo avuto modo di degustare le seguenti.

    Vini degustati:

    Titous 2020 (dedicata al nonno Tito)
    Merlot 100%
    Carminio impenetrabile. Il profilo olfattivo evoca la ciliegia sia in confettura che sottospirito, il lampone maturo con dei rimandi a olive nere e rabarbaro. In chiusura attraenti echi di polvere di caffè, cioccolato e una delicata speziatura di chiodi di garofano. Avvolgente al sorso rivela gradualmente i tannini ancora in integrazione su una scia di prugna.

    Tenuta Camilleri Titous 2020, articolo: Tenuta Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Titous 2020, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

    Terraranni 2020
    Nero d’Avola 100%
    Rubino vivace. Tripudio vegetale di rosmarino, eucalipto e garrigue che impreziosisce il tappeto fruttato di durone e prugna. Cenni di grafite e pepe nero. L’entrata è ben equilibrata con un duetto tra freschezza e tannino che dinamicizza la bocca su un finale di menta piperita.

    Tenute Camilleri Terraranni 2020, articolo: Tenute Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Terraranni 2020, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

    Semprevento 2021
    Nerello Mascalese 100%
    Peonia vivo. Accattivante con sentori di ribes rosso, fragola, marasca che si intrecciano a un bouquet floreale di lavanda e peonia e a un soffio di timo e macchia mediterranea. Freschezza e sapidità concorrono nel regalare una salivazione continua che appaga dissolvendosi su delle note agrumate.

    Tenute Camilleri Semprevento 2021, articolo: Tenute Camilleri, l'origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri
    Tenute Camilleri Semprevento 2021, articolo: Tenute Camilleri, l’origine siciliana dai templi al 2023, foto di Elsa Leandri

     

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://tenutecamilleri.it/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi

    Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi

    Lago di Toblino, il suo castello e i vini della Cantina Toblino tra specchi di acqua e la brezza “Ora del Garda”

    Di Elsa Leandri

    Conoscete il Lago di Toblino? È considerato il più romantico della zona della Valle dei Laghi anche per la presenza, su una penisola, dell’omonimo Castel di Toblino, che dona un particolare fascino e che regala un’atmosfera onirica tanto da far sognare tutte le coppie innamorate di baci rubati, parole sussurrate e turbinii di balli. Qui le montagne custodiscono gelosamente e proteggono numerosi altri specchi d’acqua alpini con le loro acque trasparenti che offrono pace all’anima desiderosa di quiete e di bellezza.

    Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto della Strada del vino e dei sapori del Trentino
    Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto della Strada del vino e dei sapori del Trentino

    Questa zona è resa ancora più magica dalla vegetazione che ci riporta paradossalmente lungo le coste tirreniche grazie alla presenza di un clima mediterraneo che permette la crescita di piante come lecci, olivi, limoni e rosmarino: profumi e immagini creano un mondo paradisiaco.
    Non lontano da questo lago possiamo scorgere la Cantina Toblino, una cantina cooperativa attiva dal 1960 che accoglie ad oggi più di 600 soci conferitori, tutti aventi i propri vigneti nella zona compresa tra la sponda nord del lago e il confine a sud del paese Pergolese.

    Enologo Lorenzo Tomazzoli, Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto da internet, giornale Trentino
    Enologo Lorenzo Tomazzoli, Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto da internet, giornale Trentino

    Si capisce chiaramente che la mission della cantina sia quella di valorizzare il proprio territorio ponendo un’attenzione particolare non solo nell’introduzione di macchinari nuovi o di pannelli fotovoltaici ma anche nell’accoglienza turistica con Hosteria, un’osteria che propone i piatti tradizionali accompagnati dai vini della cantina.
    I vini prodotti sono numerosi andando dai vini bianchi ai dolci passando per rosati e rossi, di cui diversi anche bio rispondendo così a tutte le esigenze dei palati.

    Per capire meglio la loro filosofia abbiamo avuto modo di degustare i vini che riportiamo qui di seguito:

    • Trentino Doc Gewurtztraminer 2022
    • Trentino Doc Muller Thurgau 2021
    • Trentino Doc Sauvignon 2021
    • Trentino Doc Kerner 2021
    • Trentino Doc Lagrein 2021
    • Trentino Doc Pinot Nero 2021
    • Trentino Doc Schiava 2020
    • Vigneti delle Dolomiti IGT Teroldego 2020
    • Trentino Doc Moscato Giallo 2021

    Vini ricevuti in assaggio dalla Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Vini ricevuti in assaggio dalla Cantina Toblino, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Da tutti gli assaggi In questa occasione non tratteremo tutte le etichette degustate, ma ci soffermeremo sulle 3 che ci hanno emozionato maggiormente che sono tra l’altro rappresentative dei vigneti tipicamente trentini:

    Trentino Doc Kerner 2021

    Il kerner è definito l’uva di montagna per definizione tanto che l’uva proviene dall’area del Bleggio in cui i vitigni sono a un’altitudine di circa 750 m. s.l.m

    Paglierino con riflessi verdolini. Profilo olfattivo varietale in cui la verbena e il lemongrass formano un tappeto ravvivato da sentori di cedro e di mela con echi di caprifoglio e acacia. L’entrata in bocca vibrante dinamicizza la bocca dissolvendosi lentamente con saporosità su una scia agrumata.

    Cantina Toblino Kerner 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Kerner 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Trentino Doc Schiava 2020

    Ottenuto principalmente da Schiava Gentile con un appicco percentuale di Schiava Grossa. In questo caso i vigneti sono a 450-500 m. s.l.m. e i terreni sono di origine alluvionale.

    Carminio lucente. Impatto olfattivo elegante che si delinea su un bouquet di glicine, viola e ciliegia accarezzato da effluvi balsamici e da richiami di erbette aromatiche. La sensazione pseudocalorica viene mitigata dalla freschezza fruttata che si interseca su dei tannini ancora in integrazione.

    Cantina Toblino Schiava 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Schiava 2021, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Trentino doc Lagrein 2021

    Il Lagrein viene coltivato nella piana alluvionale creata dal fiume Sarca con la presenza di terreni pietrosi e calcarei.

    Rubino di media intensità. Mirtilli, mora, ribes e marasca si susseguono su un manto floreale di peonia e violetta. Leggeri echi speziati di liquirizia e vaniglia e di humus in chiusura. La sinergia tra freschezza e grip tannico è tale da offrire un sorso pieno e vivace che si allunga su un finale di gelatina di lampone.

    Cantina Toblino Lagrein, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri
    Cantina Toblino Lagrein, articolo: Cantina Toblino 2023, assaggi vitivinicoli della Valle dei Laghi, foto di Elsa Leandri

    Tutti gli assaggi sono stati considerevoli ma questi si sono davvero distinti e se volessimo aggiungere altre due etichette sarebbero il Vigneti delle Dolomiti Teroldego 2020 e il Trentino Doc Muller Thurgau 2021: il legame tra vitigni autoctoni e territorialità è davvero molto apprezzabile ed è egregiamente custodita da Cantina Toblino.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito cantina: https://www.toblino.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

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  • Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente

    Ferrara, Tesoro Enogastronomico dell’Emilia-Romagna: DOP e DOC tra Storia e Passione

    Di Carol Agostini

    Situata nella rinomata regione dell’Emilia-Romagna, Ferrara è una città che evoca storia e tradizione in ogni suo angolo. Ma Ferrara non è solo un museo a cielo aperto; è anche un’autentica destinazione per gli amanti del cibo e del vino. Le denominazioni di origine protetta (DOP) e denominazioni di origine controllata (DOC) di questa regione regalano a Ferrara un ruolo di primo piano nella cultura culinaria italiana. In questo articolo, esploreremo il mondo affascinante dei prodotti DOP e DOC di Ferrara e come questi riflettono la passione e la maestria dei produttori locali.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    I Tesori DOP di Ferrara

    Ferrara è circondata da una campagna fertile e ricca di prodotti agricoli di alta qualità, alcuni dei quali sono stati insigniti della preziosa denominazione di origine protetta. Uno dei protagonisti indiscussi è il celebre Pane di Ferrara, orgogliosamente DOP dal 2003. Questo pane, preparato con farina di grano duro, lievito madre, sale, e acqua, è noto per la sua crosta croccante e la mollica soffice. Mangiare una fetta di Pane di Ferrara è come assaporare la storia e la tradizione culinaria di questa città.

    Non meno importante è il Salama da Sugo, un insaccato tradizionale che racconta le origini contadine di Ferrara. Realizzato con carne suina, aromi naturali, e cotto lentamente in un sugo ricco, il Salama da Sugo è stato insignito della DOP nel 1999. Questo piatto ricco e saporito è una vera delizia per il palato, perfetto per accompagnare un buon bicchiere di vino locale. Questa salsiccia, realizzata con carne suina e aromi naturali, viene lentamente cotta in un ricco sugo. La salamella ferrarese è un’altra delizia locale, spesso cotta sulla griglia o preparata in umidi e saporiti sughi.

    Aglio di Voghiera” o “Aglio di Comacchio,” è un prodotto agroalimentare tradizionale dell’Emilia-Romagna, ma non è specificamente legato alla città di Ferrara. Questo tipo di aglio è coltivato nella zona della Bassa Ferrarese, che comprende i territori di Voghiera, Comacchio, e alcune aree circostanti.

    L’Aglio di Ferrara è noto per la sua qualità e il suo sapore unico. Si tratta di un prodotto che ha ottenuto il riconoscimento come Denominazione d’Origine Protetta (DOP), il che significa che deve essere coltivato e prodotto in quest’area specifica per essere considerato autentico. Questo aglio è caratterizzato da una forma piatta e una buccia di colore bianco-argentato.

    Le abilità di coltivazione e la passione degli agricoltori locali sono alla base della produzione di questo prelibato aglio. Oltre a essere utilizzato in numerose ricette tradizionali dell’Emilia-Romagna, l’Aglio di Ferrara è apprezzato anche in tutta Italia e all’estero.

    Durante il periodo di raccolta, che solitamente avviene tra giugno e luglio, si tengono spesso feste e sagre locali per celebrare questo prodotto. Durante questi eventi, è possibile degustare piatti che esaltano il sapore dell’Aglio di Ferrara e scoprire le sue molteplici sfumature culinarie.

    Quindi, se sei un appassionato di gastronomia e ti trovi nei dintorni di Ferrara, non perdere l’occasione di assaporare l’Aglio di Ferrara e scoprire il suo legame con la tradizione culinaria locale.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    I Vini DOC: Un’Eccellenza da Scoprire

    La zona circostante Ferrara è famosa per la produzione vinicola di alta qualità, con diverse denominazioni di origine controllata (DOC) che producono vini straordinari. Uno dei DOC più noti è il Bosco Eliceo, che copre la provincia di Ferrara. Questa DOC è celebre per il suo vino bianco, spesso a base di uva Trebbiano, Sauvignon, e Chardonnay. I vini Bosco Eliceo offrono aromi fruttati e freschezza, ideali da gustare durante una calda giornata estiva.

    Non possiamo trascurare il Ferrara DOC, che produce sia vini bianchi che rossi di alta qualità. Il Ferrara Bianco è una miscela di uve locali, mentre il Ferrara Rosso spazia dalle uve Merlot al Cabernet Sauvignon, creando vini robusti e complessi che riflettono l’arte enologica della regione.

    Il Lambrusco, un altro vitigno emiliano, è noto per la produzione di vini frizzanti e leggermente dolci, perfetti per accompagnare piatti tradizionali ferraresi come i salumi e i formaggi locali.

    Un Brindisi nell’Osteria più Antica del Mondo

    Nelle pittoresche strade di Via Adelardi, accanto all’imponente Cattedrale di Ferrara, sorge un luogo intriso di storia: “Al Brindisi.” Con una storia documentata che risale al lontano 1435, questo affascinante locale è universalmente riconosciuto come l’enoteca più antica del mondo. Nel corso dei secoli, ha accolto illustri personaggi, tra cui il pittore Tiziano Vecellio, l’astronomo Nicolò Copernico, i poeti Torquato Tasso e Ludovico Ariosto. Oggi, questo gioiello del passato è una meta ambita dai turisti, ma costituisce anche un ritrovo consueto per i ferraresi.

    L'Osteria "Al Brindisi" a Ferrara, foto da internet
    L’Osteria “Al Brindisi” a Ferrara, foto da internet

    L’Osteria “Al Brindisi” rappresenta una tappa imprescindibile per chi visita Ferrara, e lo è non solo per la possibilità di assaporare deliziosi piatti della tradizione locale. La vera attrazione di questo luogo è la straordinaria varietà di vini proposti. Ogni bottiglia è un racconto di storia e tradizione, un brindisi alla cultura enologica che da secoli fa parte integrante della vita ferrarese. La cantina di “Al Brindisi” custodisce una selezione di etichette che rappresentano i migliori vigneti dell’Emilia-Romagna e del panorama vitivinicolo italiano.

    L’enoteca offre un’esperienza unica: immergersi in un’atmosfera intrisa di storia e cultura, degustando vini pregiati che raccontano storie secolari. Mentre sorseggiate un calice di vino, potrete percepire l’eredità dei grandi personaggi che un tempo frequentavano queste mura, unendo il presente al passato in un brindisi senza tempo. “Al Brindisi” è molto più di un semplice ristorante o un’enoteca; è un luogo dove il tempo sembra sospeso, e ogni bicchiere è un viaggio nella storia e nei sapori di Ferrara e dell’Italia.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    Passione e Tradizione nel Piatto

    La cucina ferrarese è un connubio di passione e tradizione, un vero inno alla bontà. Molti piatti tradizionali di Ferrara portano con sé storie di generazioni di famiglie che hanno mantenuto vive le ricette tramandate.

    Gnocchi di Zucca è uno di quei piatti che racconta una storia antica. Questi gnocchi, a base di zucca, farina e spezie, sono spesso conditi con burro fuso e salvia, creando un connubio dolce e salato che delizia il palato. Insieme a un bicchiere di Bosco Eliceo Bianco, questa combinazione è una vera delizia. Questa verdura è protagonista di molti piatti tradizionali ferraresi, è spesso utilizzata per preparare dolci tradizionali come la “Torta di Zucca” o la “Marmellata di Zucca”.

    E cosa dire del Cappellacci di Zucca, agnolotti ripieni di zucca? Questo piatto, spesso servito con una salsa al burro e salvia, è una vera festa per il gusto, un’esplosione di sapori che richiama la stagione autunnale.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    La Rinomata Pasta Fresca

    La pasta fresca è una delle eccellenze culinarie di Ferrara. Le tagliatelle, sottili strisce di pasta all’uovo, sono spesso servite con salse ricche a base di carne, come il celebre “Ragu’ Ferrarese”. Questa salsa, preparata con carne di maiale, carne bovina e aromi, è lentamente cotta per ore, garantendo un sapore intenso.

    Le “Pumpagnùle”, una varietà di pasta fresca a base di farina e acqua, sono un piatto tradizionale di Ferrara, spesso preparate durante le festività. Queste piccole sfere di pasta vengono servite con un condimento di “Sugolo,” una salsa a base di carne di maiale.

    Festival e Tradizioni Gastronomiche

    Ferrara ospita numerosi eventi legati alla gastronomia e alle tradizioni culinarie. Il “Palio di Ferrara”, una competizione tra i quartieri della città, include una “Corsa delle Dame” che celebra il ruolo delle donne nella preparazione dei piatti tradizionali. Durante il palio, le piazze della città si riempiono di bancarelle che offrono specialità locali, dai salumi ai dolci.

    Il “Corteo Storico” è un altro evento imperdibile, durante il quale gli abitanti di Ferrara si vestono con costumi medievali e sfilano per le strade della città. Questo corteo è spesso seguito da degustazioni di piatti tradizionali.

    Ferrara è una città che sa coniugare abilmente la sua storia con la sua passione per il cibo e il vino. Gli amanti della cucina italiana tradizionale troveranno in questa città un’autentica esperienza culinaria, dove i sapori genuini e le tradizioni si fondono in un connubio irresistibile.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    Il Castello Estense di Ferrara: Cuore Storico della Città

    Il Castello Estense, noto anche come Castello di San Michele, è uno dei monumenti più iconici di Ferrara. Questa imponente fortezza, con i suoi fossati e torri, è un importante luogo storico che racconta le vicende della città e della sua nobile casata.

    All’interno del Castello Estense, i visitatori possono immergersi nella storia e nell’arte di Ferrara. Il palazzo ospita il Museo di Arte Antica, che conserva una ricca collezione di opere d’arte che spaziano dal Rinascimento al Barocco. Le sontuose sale del castello offrono un’ambientazione unica per eventi e mostre.

    Un evento annuale di grande rilevanza legato al castello è il “Ferrara Buskers Festival”, un festival internazionale di artisti di strada. Durante questo festival, le strade intorno al Castello Estense si animano con spettacoli di musica, teatro e giocoleria. Questo evento è una celebrazione della cultura di strada e attira spettatori da tutto il mondo.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    Feste Paesane e Tradizione Culinaria

    Ferrara è rinomata per le sue feste paesane, molte delle quali sono legate alla tradizione culinaria e all’enogastronomia. Ecco alcune delle principali:

    1. Sagra della Salama da Sugo: Questa festa celebra uno dei piatti più emblematici di Ferrara, la “salama da sugo.” Durante l’evento, i ristoranti e i produttori locali offrono degustazioni di questa salsiccia speciale.
    2. Sagra della Zucca: In onore della zucca, una verdura ampiamente utilizzata nella cucina ferrarese, si tiene la “Sagra della Zucca.” Durante questa festa, è possibile assaporare piatti a base di zucca, dolci e altre specialità locali.
    3. Palio di Ferrara: Questa competizione storica tra i quartieri della città non riguarda solo le corse di cavalli, ma include anche una “Corsa delle Dame.” Durante questo evento, le donne partecipano a una gara culinaria in cui preparano piatti tradizionali. È una festa che celebra il legame tra la cucina, la cultura e la tradizione.
    4. Sagra del Lambrusco: Il vino Lambrusco, prodotto nelle vicinanze di Ferrara, è al centro di questa festa. Durante l’evento, è possibile degustare diverse varietà di Lambrusco abbinandole a piatti locali.

    Queste feste paesane non solo offrono un’opportunità per gustare i piatti tradizionali di Ferrara, ma rappresentano anche un’occasione unica per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della città. Gli abitanti di Ferrara sono orgogliosi delle loro radici culinarie e amano condividerle con i visitatori.

    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini
    Ferrara 2023: viaggio sensoriale e storico fatto di recente, foto di Carol Agostini

    Alla Scoperta dei Sapori Autentici di Ferrara: I Locali con Cucina Tipica e i Loro Piatti Prelibati

    Ferrara, una città dalle radici storiche profonde, offre un’esperienza gastronomica unica che riflette la sua ricca tradizione culinaria. Nel cuore dell’Emilia-Romagna, questa destinazione culinaria è celebre per la sua pasta fresca, i formaggi squisiti, gli insaccati prelibati e il vino pregiato. Scopriremo alcune delle eccellenze culinarie di Ferrara e i locali dove puoi assaporarle.

    Trattoria La CapineraLa Trattoria La Capinera è un’accogliente gemma situata nel centro storico di Ferrara. Questo ristorante tradizionale è rinomato per la sua “Cappellacci di Zucca”, una pasta ripiena a forma di cappello, farcita con zucca, mostarda di frutta, amaretti e parmigiano. La delicatezza di questo piatto è un’esperienza culinaria imperdibile.

    Ricetta dei Cappellacci di Zucca Ferraresi:

    Ingredienti:

          • Per la pasta:
            • 300 g di farina
            • 3 uova
          • Per il ripieno:
            • 500 g di zucca
            • 100 g di mostarda di frutta
            • 50 g di amaretti
            • 50 g di parmigiano reggiano
    Ricetta dei Cappellacci di Zucca Ferraresi, Ferrara foto da internet
    Ricetta dei Cappellacci di Zucca Ferraresi, Ferrara foto da internet

    Osteria del Gatto e la Volpe

    L’Osteria del Gatto e la Volpe è un altro luogo incantevole per esplorare la cucina tipica ferrarese. Un piatto da non perdere è la “Salama da Sugo”, un insaccato stagionato servito in un ricco sugo di pomodoro e cipolla.

    Ricetta della Salama da Sugo:

    Ingredienti:

          • 1 Salama da Sugo (circa 500 g)
          • 1 cipolla
          • 1 bottiglia di vino rosso
          • Passata di pomodoro
          • Olio d’oliva extra vergine
          • Sale e pepe

    Ristorante Il Vegano

    Se sei un amante della cucina vegetariana, il Ristorante Il Vegano ti stupirà con le sue versioni inventive dei piatti tradizionali. Prova il “Ciccio e Panza”, una versione vegana del piatto tipico ferrarese, il “Cicciolata”, che di solito contiene carne.

    Ricetta del Ciccio e Panza Vegano:

    Ingredienti:

          • Ciccioli di soia (disponibili in negozi di alimenti naturali)
          • Pane raffermo
          • Aglio
          • Prezzemolo
          • Pepe nero
          • Olio d’oliva

    Osteria Sant’Anna

    L’Osteria Sant’Anna è un’altra destinazione da non perdere, situata in un edificio storico. Gusta l’“Anguilla in Umido”, un piatto a base di anguilla cotta in una salsa di pomodoro ricca e speziata.

    Ricetta dell’Anguilla in Umido:

    Ingredienti:

          • 1 anguilla fresca o affumicata
          • Passata di pomodoro
          • Aglio
          • Peperoncino
          • Olio d’oliva extra vergine
          • Sale e pepe

    Ristorante San Romano

    Il Ristorante San Romano è noto per i suoi piatti tradizionali ferraresi. Assapora un “Pasticcio di Maccheroni”, un piatto che combina maccheroni al forno con salsiccia e besciamella, il tutto gratinato al forno.

    Ricetta del Pasticcio di Maccheroni:

    Ingredienti:

          • Maccheroni
          • Salsiccia
          • Besciamella
          • Parmigiano reggiano grattugiato
          • Burro

    Questi sono solo alcuni dei luoghi a Ferrara dove puoi scoprire i piatti tipici e gustosi di questa incantevole città. La cucina ferrarese è un viaggio attraverso la tradizione e la passione culinaria, un’esperienza che non deluderà gli amanti del buon cibo e del vino.

    Pensiero personale

    Ferrara è molto più di una città ricca di storia e arte che abbia frequentato di recente. È un luogo dove il cibo e il vino DOP e DOC sono espressione di una passione che risale a secoli fa. Da pane fragrante a vini raffinati, è un vero tesoro enogastronomico dell’Emilia-Romagna. Quando visiterete questa città affascinante, assicuratevi di concedervi una deliziosa esplorazione dei suoi piatti e vini tradizionali, e scoprirete che il gusto di Ferrara è una vera esperienza sensoriale.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
  • Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale

    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale

    Prime riflessioni sull’annata 2023 per Camparo

    Redazione – Carol Agostini

    Conoscenza delle vigne, rigenerazione dei suoli ed esposizioni: tre fattori fondamentali per affrontare le difficoltà delle ultime annate e per provare a delineare un andamento futuro.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    Si è appena conclusa la vendemmia anche dell’Azienda Agricola Camparo di Diano d’Alba (CN). Per la famiglia Drocco, che in mezzo ai vigneti che coltiva vive e vinifica da quattro generazioni, è quindi venuto il tempo di fare un primo bilancio di un’annata della quale già molto si è parlato, non soltanto in questo lembo di Langa da Barolo.

    Sin dall’inizio del ciclo vegetativo di quest’anno, il leitmotiv generale è stato quello delle difficoltà di gestione dei vigneti. A una primavera tra le più piovose degli ultimi decenni – che ha fatto registrare come conseguenza un’ondata di peronospora di grande intensità – è seguita una stagione estiva estremamente calda e siccitosa.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    Tuttavia, nonostante le premesse e le previsioni fossero tutt’altro che rosee, a Camparo ci si dichiara comunque soddisfatti dei risultati: a fronte di un calo produttivo medio del 20% – che ha riguardato soprattutto la Barbera nel comune di Nizza Monferrato e che è stato, invece, meno evidente sul Nebbiolo nei comuni Langaroli di Diano, La Morra e Grinzane Cavour – la qualità dell’uva arrivata in cantina è stata decisamente soddisfacente, con alcol e fermentazioni nella norma. Nel complesso, la 2023 si va ad allineare, sul piano qualitativo, alla vendemmia 2022, un’annata caratterizzata soprattutto dalla mancanza di acqua e da temperature sopra la media ma che, ha dispetto delle previsioni, ha regalato risultati inattesi.

    La famiglia Drocco non ha dubbi: “Lavorando con metodo biologico da ormai 23 anni, possiamo dire che qui l’esperienza e la conoscenza dei propri vigneti è indispensabile ed è un fattore che fa la differenza, soprattutto in momenti così critici in cui bisogna intervenire con efficacia ed immediatezza per combattere le malattie fungine”. L’azienda è, infatti, certificata dal 2000, tra le prime di tutte le Langhe e la prima del suo Comune di appartenenza.

    Salvaguardia della biodiversità, sostenibilità e rigenerazione dei suoli costituiscono gli obiettivi da perseguire e si si possono raggiungere solo prestando quotidianamente la massima attenzione al vigneto e alla sua condizione sanitaria. In questo senso, le tecniche agronomiche adottate come inerbimento dei terreni e sovescio sono rivolte a ristrutturare il suolo, limitando al massimo l’evaporazione dell’acqua ed evitando fenomeni come il compattamento, l’asfissia, lo stress idrico.

    Un altro aspetto importante per Camparo, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei vigneti di più recente acquisizione, è quello della loro esposizione. Rispetto ad un passato neanche troppo remoto, quando i migliori appezzamenti erano universalmente considerati i sorì, ovvero quelle parcelle esposte a mezzogiorno, oggigiorno, con gli effetti del cambiamento climatico che si fanno sempre più sensibili – temperature medie estive in costante aumento e fenomeni di escursione termica giorno-notte meno evidenti, cicli vegetativi anticipati e, conseguentemente, vendemmie anticipate di parecchie decadi, col rischio di maturità polifenoliche incomplete – si cercano esposizioni più fresche, rispetto alle tradizionali giaciture a sud e sud-ovest.

    Camparo e l'annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa
    Camparo e l’annata 2023, conoscere le vigne è essenziale, foto da comunicato stampa

    I vigneti.

    I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari dislocati nei comuni di Diano D’Alba – dove si trovano il corpo principale e la cantina -, La Morra e Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di

    recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis e Viognier.

    Vini prodotti.

    “Sempre” Dolcetto di Diano d’Alba D.O.C.G., “Sarà” Barbera d’Alba D.O.C., “Adesso” Langhe Rosso D.O.C., “Qui e ora” Langhe Rosato D.O.C., “Quando” Langhe Bianco D.O.C., “Così” Langhe Nebbiolo D.O.C. , “Domani”Barolo D.O.C.G.. “Domani” Barolo Boiolo Docg, “Domani” Barolo Coste di Vergne Docg

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Campàro Società Agricola Semplice,Via Carzello, 21 bis,12055 Diano d’Alba (CN) info@camparo.co,+39 0173 23 17 77

    Sito cantina: https://www.camparo.it/it/

    Sito ufficio stampa: https://www.affinamenti.it/progetti/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei

    Prosecco: un tesoro enologico d’Italia  da Aureliano Acanti

    Di Carol Agostini

    Il Prosecco, uno dei tesori enologici d’Italia, non è solo un vino. È una tradizione millenaria, un paesaggio mozzafiato e un’eccellenza enologica che ha conquistato il mondo. Da Conegliano e Valdobbiadene, le colline Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, al calice che brilla nelle mani di chiunque celebri un momento speciale, il Prosecco ha una storia da raccontare.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Storia

    La storia di questo vino risale all’antichità, quando i Romani, abili vignaioli, coltivavano la vite nei colli veneti. Il nome “Prosecco” deriva dalla città di Prosecco, situata tra Trieste e Gorizia, dove questa varietà di uva era originariamente coltivata. Tuttavia, nel tempo, la produzione si è spostata nelle colline intorno a Conegliano e Valdobbiadene, nella regione del Veneto.
    La prima menzione documentata risale al 1754, quando il naturalista italiano Aureliano Acanti lo citò in un suo scritto. Nel corso dei secoli successivi, la produzione di codesto si è consolidata nella regione del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Territorio

    Le colline di Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, sono considerate il cuore del territorio di produzione del vino in questione. Queste colline sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019, grazie alla loro importanza storica e alla bellezza del paesaggio. Il clima mite, il suolo ricco di minerali e l’altitudine moderata conferiscono alle uve Glera, utilizzate per produrre il Prosecco, le condizioni ideali per esprimere il loro potenziale aromatico.

    Produzione Artigianale e Metodologia

    E’ prodotto principalmente con l’uva Glera, ma può essere affiancato da piccole percentuali di altri vitigni come il Bianchetta, il Verdiso, il Perera e il Glera Lunga. La vinificazione prevede una fermentazione in acciaio inox, che conserva le caratteristiche aromatiche dell’uva, e una seconda fermentazione in autoclave, responsabile della spumosità del vino.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Il Prosecco è disponibile in diverse varianti:

    1. Prosecco Tranquillo: Senza effervescenza, simile a un vino bianco tradizionale.
    2. Prosecco Frizzante: Leggermente frizzante, con bollicine più sottili.
    3. Prosecco Spumante: Totalmente spumante, con bollicine fini e persistenti.
    4. Prosecco Superiore: Prodotto nelle colline più prestigiose, offre una qualità superiore.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Caratteristiche organolettiche generali

    Questo vino spumante si caratterizza per il suo gusto fruttato e fresco, con note di mela verde, pera e fiori bianchi. La sua acidità equilibrata lo rende un compagno ideale per l’aperitivo, ma è altrettanto adatto a essere abbinato a piatti leggeri, come frutti di mare, antipasti e formaggi freschi.
    Uno dei segreti del suo successo è la sua versatilità. È spesso utilizzato nella preparazione di cocktail famosi come l’Aperol Spritz, che ha contribuito a promuovere ulteriormente la bevanda. E’ adatto anche come base per cocktail creativi e rinfrescanti.

    Il vino Prosecco ha guadagnato un seguito appassionato e, grazie alla sua accessibilità e prezzo relativamente contenuto, è diventato una scelta popolare per molte celebrazioni e occasioni speciali. La sua crescita costante nell’interesse dei consumatori e la sua presenza in tutto il mondo dimostrano che è destinato a rimanere uno dei vini italiani più amati e iconici.

    Statistiche Globali

    Il Prosecco è uno dei vini più popolari al mondo, con un tasso di crescita delle esportazioni notevole. Nel 2020, l’Italia ha esportato oltre 459 milioni di bottiglie di Prosecco, con gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania tra i principali mercati di destinazione. Questo vino è diventato sinonimo di celebrazione e gioia, spesso servito in occasioni speciali.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto di Carol Agostini

    Leggi di Produzione e Classificazione

    Il Prosecco è regolamentato da rigide leggi di produzione. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) e la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) stabiliscono i requisiti per la produzione del Prosecco. La DOCG Prosecco Superiore ha norme più severe e copre le colline di Conegliano e Valdobbiadene.

    Divulgazione generica

    Numerosi testi letterari, storici e enologici che trattano del Prosecco e della sua storia, anche le guide come la popolare “Gambero Rosso” spesso recensiscono e valutano vini inclusi quelli a base di Prosecco. Molte opere culinarie includono suggerimenti su come abbinare questo vino a piatti specifici, offrendo idee su come gustare al meglio il Prosecco in combinazione con la cucina

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    Aforismi e Frasi Storiche

    Il Prosecco ha ispirato aforismi e frasi celebri nel corso del tempo

    • “Nel Prosecco, trovo la felicità.” – Anonimo
    • “L’effervescenza del Prosecco è la gioia in una bottiglia.” – Sophia Loren
    • “Niente può rendere più speciale un momento di festa come una bottiglia di Prosecco aperta.” – Ernest Hemingway

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    Prosecco Bottega al Vertice delle Vendite nei Duty Free: Un Successo Veneto Celebrato da Luca Zaia

    In una dimostrazione di eccellenza enologica, il Prosecco continua a raggiungere vette sempre più alte, riscuotendo successo nei mercati internazionali e dimostrando di essere un tesoro di inestimabile valore per la regione Veneto. Questa affermazione giunge dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, mentre celebra il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC, che ha guadagnato il prestigioso titolo di leader nel settore “Champagne e spumanti” per le vendite nei duty free internazionali, secondo il recente ranking IWSR 2022.

    Il Presidente Zaia ha evidenziato l’importanza di questo risultato, sottolineando come il Prosecco, nel corso degli anni, sia passato da semplice tendenza a fenomeno globale di grande rilievo. Il successo del Prosecco non è legato soltanto all’eccezionale qualità del prodotto, ma anche alla dedizione e all’impegno degli imprenditori vinicoli veneti, che hanno sfidato con successo i giganti della produzione di vino oltre confine.
    I dati IWSR rappresentano un punto di riferimento nel settore delle bevande alcoliche, offrendo approfondite analisi sul consumo e sulle tendenze globali.

    Zaia ha affermato:Questo risultato riflette chiaramente come il Prosecco sia passato da semplice moda a una realtà consolidata nei mercati mondiali. Ha fidelizzato milioni di consumatori in tutto il mondo grazie alla qualità straordinaria del nostro vino e all’abilità dei nostri produttori, individui illuminati che hanno portato non solo il prodotto ma anche la cultura e l’identità del nostro territorio all’estero. Le aziende venete svolgono ora un ruolo di ambasciatori per l’intera regione, e il successo del Prosecco sta aprendo nuove porte per le altre produzioni tipiche, contribuendo a posizionare il Veneto come punto di riferimento nell’export agroalimentare.”

    Inoltre, Zaia ha menzionato un fenomeno relativamente nuovo: il turismo enogastronomico estero, che sta registrando una crescita straordinaria verso il territorio veneto. Questo modello, incentrato sulla sostenibilità e l’ecologia, sta diventando uno strumento fondamentale per la promozione delle Colline del Prosecco e di altre zone regionali.
    Il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC rappresenta un capitolo ineguagliabile nella storia di successo del Prosecco veneto, dimostrando come il vino possa diventare un ambasciatore culturale e commerciale della regione, portando l’arte dell’enologia veneta a nuovi livelli di prestigio.

    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946, Prosecco, foto di Carol Agostini
    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946, Prosecco, foto di Carol Agostini

    La Confraternita: Custodi del Valdobbiadene D.O.C.G. dal 1946

    Nata nel 1946, in un’epoca segnata dalle conseguenze del secondo conflitto mondiale, la Confraternita del Valdobbiadene D.O.C.G. si ergeva come baluardo contro l’abbandono dei vigneti e come faro di supporto morale e materiale per gli agricoltori. Da allora, la Confraternita si è fatta portavoce di una missione chiara: lo sviluppo e la promozione del rinomato Valdobbiadene D.O.C.G.
    Composta da esperti enologi e da figure autorevoli del mondo vitivinicolo, la Confraternita rappresenta oggi una sorta di università del Prosecco. Il suo impegno si estende ben oltre il semplice amore per il vino; si tratta di un’autentica dedizione a un’arte millenaria e all’essenza stessa del territorio.

    La Confraternita lavora instancabilmente per creare un legame indissolubile tra le persone, le cantine, il territorio e il suo prodotto di punta, il Valdobbiadene D.O.C.G. Questo legame non è solo una questione di commercio, ma un patto di reciproca crescita, dove il territorio fornisce il frutto e l’identità, mentre le persone e le cantine lo trasformano in un’opera d’arte da condividere con il mondo.

    Questa storica Confraternita rappresenta una testimonianza tangibile del potere dell’unione e della passione quando si tratta di preservare e promuovere un vino di eccellenza. Nel cuore delle colline di Valdobbiadene, queste personalità illuminate lavorano instancabilmente per garantire che il Valdobbiadene D.O.C.G. continui a brillare come un gioiello dell’enologia italiana, unendo il passato all’avvenire attraverso il potere del Prosecco.

    Ingresso Confraternita del Prosecco, foto di Carol Agostini
    Ingresso Confraternita del Prosecco, foto di Carol Agostini

    Da oltre settant’anni, la Confraternita di Valdobbiadene (precedentemente nota come Confraternita del Prosecco) si è impegnata a vigilare e promuovere un prodotto che va ben oltre il semplice vino, rappresentando anche storia, tradizione e passione. La sua missione, fin dall’inizio, è stata quella di trasmettere l’impegno, la dedizione e l’amore per questa terra e il suo nettare prezioso.

    Il Gran Maestro della Confraternita ha sottolineato come l’attività della Confraternita abbia contribuito a preservare e arricchire la cultura degli uomini che hanno reso possibile il successo economico di questo vino. Questo vino, che si presta così bene alle parole di Luigi Veronelli, “comincia sempre col rifiutarsi” e si concede solo a coloro che desiderano comprenderne l’anima oltre al corpo.

    Bottiglie annate vecchie di Prosecco conservate dalla Confraternita, foto di Carol Agostini
    Bottiglie annate vecchie di Prosecco conservate dalla Confraternita, foto di Carol Agostini

    Le radici della Confraternita affondano in gran parte nelle condizioni difficili del periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. In quel contesto, il settore vitivinicolo era minacciato dall’esodo degli agricoltori dalla collina verso lavori più remunerativi e sicuri nella pianura. Ciò portava al rischio di abbandono totale dei vigneti, minacciando la perdita di un patrimonio che solo l’uomo poteva tramandare.

    Per evitare questa catastrofe, sono state necessarie azioni concrete e protettive, non solo dal punto di vista morale ma soprattutto materiale. I fondatori di quella che sarebbe diventata la Confraternita di Valdobbiadene non hanno lesinato sforzi nell’offrire assistenza tecnica e professionale, aiutando gli agricoltori a superare quel difficile periodo.

    Negli anni, la Confraternita ha assunto il ruolo di un’autentica università del Prosecco. La sede della Confraternita, ricavata da una vecchia cantina a volta, ospita una collezione di bottiglie rari, alcune risalenti al lontano 1919, che costituiscono una testimonianza storica dell’evoluzione del vino nella regione.

    La Confraternita è cresciuta nel tempo e oggi conta tra i suoi membri tecnici e figure di spicco del settore vitivinicolo, tutti impegnati nell’obiettivo di sviluppare il sodalizio e, soprattutto, di accrescere il prestigio del Prosecco e del suo territorio. La Confraternita di Valdobbiadene è diventata un faro di passione, tradizione e dedizione per il mondo del Prosecco, difendendone l’identità e promuovendone l’eccellenza attraverso i decenni.

    Assaggi di Prosecco annate vecchie, glera passito, foto di Carol Agostini
    Assaggi di Prosecco annate vecchie, glera passito, foto di Carol Agostini

    La Bottiglia Selezione 2023 Presentata con Pompa e Stile dalla Confraternita

    Nella pittoresca cornice di Valdobbiadene, terra del rinomato Prosecco, la Confraternita di Valdobbiadene ha svelato con orgoglio la Bottiglia di Valdobbiadene D.O.C.G. selezionata per il 2023. Questo evento di risonanza ha visto la Bottiglia del confratello Mirco Balliana, dell’azienda agricola Andreola, essere eletta come ambasciatrice ufficiale della tipicità e della qualità dell’annata.

    La cerimonia ufficiale, svoltasi ieri sera con la partecipazione di numerose autorità, è stata un’occasione emozionante e carica di significato. Per presentare con stile la Bottiglia scelta per il 2023, la Confraternita di Valdobbiadene ha scelto la terrazza del ‘Municipio 1815 Boutique Hotel’ a San Pietro di Barbozza, uno scenario iconico che rappresenta la bellezza senza tempo di questa regione vinicola.

    Tra i partecipanti all’evento figuravano il Gran Maestro Enrico Bortolomiol, accompagnato da una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti in eleganti mantelli scarlatti, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., Elvira Bortolomiol, la vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e amministratori locali.

    Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha aperto la cerimonia con parole di orgoglio e gratitudine, sottolineando il ruolo centrale della Confraternita nel promuovere la tipicità e la qualità del Valdobbiadene D.O.C.G. Oltre a essere un’etichetta di Valdobbiadene D.O.C.G. extra dry per l’annata vendemmiale 2022, la Bottiglia selezionata rappresenta l’identità di questa terra generosa e unica.

    Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., ha sottolineato l’importanza della Confraternita nel tracciare le linee guida per la viticoltura e l’enologia, contribuendo così a preservare la qualità del Conegliano Valdobbiadene D.O.C.G.
    La vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, ha sottolineato la visione condivisa tra la Confraternita e la Strada del Prosecco, entrambe impegnate nella promozione del territorio con serietà e rispetto.
    Anche l‘assessore al turismo del Comune di Valdobbiadene, Marco Miotto, ha elogiato il ruolo della Confraternita nel promuovere il Valdobbiadene D.O.C.G. e nel richiamare turisti da tutto il mondo nelle colline circostanti.

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    La Bottiglia selezionata per il 2023 è stata scelta dai Confratelli enologi attraverso una degustazione alla cieca. Prodotta da Mirco Balliana dell’azienda agricola Andreola, questa bottiglia è destinata a diventare un ambasciatore ufficiale per un anno, rappresentando il meglio dell’annata. Mirco Balliana ha descritto la bottiglia come un’opera di complessità aromatica, caratterizzata da una bolla fine e croccante, e il risultato delle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene.
    Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha concluso: “La Bottiglia della Confraternita diventa dunque veicolo e summa della qualità di un prodotto di eccellenza.”

    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo
    Prosecco dal 1754: Alla Scoperta del Vino degli Dei, foto autrice articolo

    La Confraternita di Valdobbiadene è la prima di questo genere in Italia e non a carattere religioso. Fondata da enologi visionari come Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo, la Confraternita ha una lunga storia di passione e impegno per la qualità del prodotto e il rispetto dell’ambiente. La Bottiglia selezione 2023, veicolo per la conoscenza del Valdobbiadene D.O.C.G., è già disponibile sul mercato, distribuita dall’azienda agricola Andreola. Un totale di cinquemila etichette numerate e contraddistinte dal logo della Confraternità di Valdobbiadene rappresentano i valori e la cultura di una regione che vanta con orgoglio il riconoscimento UNESCO.
    http://www.confraternitadivaldobbiadene.it

    Questo articolo è scritto da una champagnista che vive in zona prosecchista
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

    Siti ufficiali: https://www.prosecco.it/it/

  • Vernaccia di San Gimignano, il suo disciplinare dal 1966

    Vernaccia di San Gimignano, il suo disciplinare dal 1966

    Come nasce la Vernaccia di San Gimignano, il Disciplinare di produzione che tutela la Denominazione

    Redazione – Carol Agostini

    Sapete che per produrre un vino che possa ricevere la Denominazione Vernaccia di San Gimignano è necessario seguire un Disciplinare di produzione?

    Forse per gli addetti ai lavori del mondo del vino o anche per chi semplicemente ha già vissuto esperienze di degustazione in cantina, questo può sembrare scontato. Ma per gli appassionati di vino “meno esperti” può essere interessante scoprire che tutte le grandi Denominazioni hanno delle regole ben precise per la produzione.

    Vernaccia di San Gimignano, il suo disciplinare dal 1966, immagine da comunicato stampa
    Vernaccia di San Gimignano, il suo disciplinare dal 1966, immagine da comunicato stampa

    Così è anche per la nostra Vernaccia di San Gimignano!
    I principi del Disciplinare sono fondamentali per preservare tutte le caratteristiche che rendono la Regina Bianca unica come:

    LA SUA STORIA:

    Quello della Vernaccia di San Gimignano è il vitigno autoctono per eccellenza. Un esempio di viticoltura pregiata che rende famosa San Gimignano sin dal Medioevo.

    Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest 2023, logo del Consorzio da comunicato stampa
    Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano, logo del Consorzio da comunicato stampa

    IL SUO TERRITORIO:

    Solo le uve a bacca bianca autorizzate coltivate nel territorio del Comune di San Gimignano possono essere utilizzate per produrre vini di Denominazione.

    LE SUE TIPOLOGIE:

    La grande capacità di evoluzione della Vernaccia di San Gimignano ci permette di produrne due tipologie: Annata e Riserva.

    (altro…)

  • Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto.

    Di Carol Agostini

    Esperti del settore, giornalisti e sommelier di varie associazioni, suddivisi in quattro commissioni, sono stati chiamati ad eleggere i migliori tra i vini di quelle che all’estero vengono definite “le 3B del vino italiano”: Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto

    La degustazione si è svolta secondo lo schema dei blind tasting orizzontali, ovvero le 52 referenze di Barolo e Barbaresco – in batterie da sei vini – e le 44 referenze di Brunello di Montalcino – in batterie da cinque – sono state assaggiate e valutate dalle commissioni esaminatrici rigorosamente alla cieca, al fine di eleggere i migliori vini che si sono aggiudicati il premio Tre Cavatappi.

    I criteri di valutazione sono stati espressi da ciascun giurato attraverso un punteggio in scala da uno a cinque, per ciascuno dei seguenti ambiti: attrattività, espressività, iconicità, piacevolezza/prospettiva e coerenza.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini

    I Premi Assegnati

    Sulla base della media aritmetica dei punteggi assegnati dai degustatori sono stati assegnati i Cavatappi di Decanto:

    • Da 15 a 17 punti UN CAVATAPPI
    • Da 18 a 20 punti DUE CAVATAPPI
    • Da 21 a 25 punti TRE CAVATAPPI
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l'ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto, foto di Decanto
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, foto di Decanto

    Sono stati poi premiati i vini che hanno totalizzato il punteggio più alto nelle seguenti categorie:

    • Miglior vino
    • Vino più tipico
    • Vino con maggiore rapporto qualità-prezzo
    • Vino con la migliore etichetta (assegnato dai follower di Decanto sui social network)
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold di Decanto, foto di Decanto
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold 3B, foto di Decanto

    A questi premi si è aggiunto anche quello di “Migliore Cantina“, assegnato all’azienda che ha ottenuto il punteggio più alto sommando quelli ottenuti da due referenze, e quello di “Migliore Cantina Emergente” all’azienda fondata negli ultimi venti anni sempre con lo stesso criterio.

    Decanto è stato inoltre Media Partner del Paestum Wine Fest dove il 26 marzo – presso il padiglione di Decanto Untold – all’interno della kermesse, è stato possibile assaggiare proprio i vini che si sono aggiudicati i Tre Cavatappi.

    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold di Decanto, foto di di Carol Agostini
    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold 3B, foto di Carol Agostini

    Il Premio “Rosso dell’Anno” Dei Migliori Vini: Una Giuria di Esperti del Settore Rivela i Vincitori

    Un evento enologico di risonanza internazionale ha visto la luce con il Premio “Rosso dell’Anno“, una celebrazione dell’eccellenza vinicola che ha coinvolto una giuria di esperti del settore, unitamente al team Decanto. L’obiettivo? Assaporare e valutare, alla cieca, i vini migliori tra i migliori.

    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto
    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto

    La Sfida Epica Tra le 9 Referenze Vincitrici

    Nel corso delle precedenti otto edizioni del contest “Untold,” ben nove referenze avevano conquistato il titolo di vincitrici. Un confronto epico si è tenuto quando queste eccellenze vinicole si sono sfidate per la prima volta, in un assaggio alla cieca che ha messo alla prova il palato e il discernimento dei giudici.

    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023
    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Hanno preso parte alla giuria in ordine alfabetico:

    • Andrea Annunziata, Direttore Editoriale, Decanto
    • Danilo Amapani, Redattore, Decanto
    • Francesco Corsi, Giornalista, Carlo Zucchetti
    • Gaetano Cataldo, Giornalista, Mediterranea Online
    • Lorenzo Colombo, Giornalista, ioeilvino.it
    • Luigi D’Acunto, Titolare, Decanto
    • Roberto Garofalo, Sommelier & Wine Blogger, Decanto
    • Simona Geri, Wine Expert, The Winesetter srls

    Momenti di relax post giuria di Untold 3B di Decanto, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi
    Momenti di relax post giuria di Untold 3B, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi

    I vini assaggiati:

    1. Le Fonti – Panzano – Chianti Classico 2018
    2. Le Berne – Vino Nobile di Montepulciano 2018
    3. Col d’Orcia – Brunello di Montalcino Riserva “Nastagio”, 2016
    4. Castello di Cacchiano – Chianti Classico Gran Sel. “Millennio” 2015
    5. Strapellum – Aglianico del Vulture Sup. “Tenute Piano Regio” 2016
    6. Anzivino – Gattinara Riserva “Cesare” 2017
    7. Cantine Povero – Barbaresco “Batù”, 2019
    8. Cascina Bongiovanni – Barolo “Pernanno”, 2018
    9. Bianchi – Ghemme 2013

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi

    La Selezione del “Rosso dell’Anno” Scoperta Dagli Esperti

    Nel contesto dell’evento, ciascun membro della giuria ha avuto l’opportunità di indicare le proprie tre preferenze, indicando il numero delle calze in cui erano custoditi i tre migliori vini in competizione.

    Dopo una rapida conta dei voti, è stata la “calza 7” a rivelare il vino decretato “Rosso dell’Anno,” che ha conquistato il cuore di ben sette giurati.

    Il prestigioso riconoscimento del “Rosso dell’Anno” è stato attribuito al Barbaresco “Batù” del 2019, prodotto dalle Cantine Povero.

    Per completezza, va notato che le tre selezioni effettuate dalla giuria sono state, nell’ordine: il Vino Nobile di Montepulciano, il Chianti Classico e il Barbaresco, tutti dignitosi rappresentanti dell’arte vinicola.

    Conclusione

    E’ stata un’esperienza intensa che ho vissuto grazie all’invito di Luigi D’Acunto di Decanto e il collega, grande esperto enogastronomico Gaetano Cataldo, con me a vivere tutto ciò la collega Cristina Santini con la quale portiamo avanti il progetto www.Papillae.it e Fabio Pascucci Pepi direttore amministrativo della cantina Col D’Orcia, in rappresentanza della cantina .

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficiale: https://decanto.wine/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/