Categoria: Cibo vino sensi

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SENSORIALITA’, TRA SEMINARI E ARTICOLI

  • Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023

    Vista, Seduzione, e Vino: Un’Armonia Perfetta nel Calice

    Di Carol Agostini

    Nel mondo affascinante della degustazione del vino, l’esperienza coinvolge i sensi in un intrigo avvincente tra vista, seduzione e il nettare degli dei. Ogni sorso diventa un atto rituale, un’occasione per esplorare la connessione tra l’arte visiva, la seduzione sottile e l’essenza stessa del vino. Un’unione perfetta quella tra cibo, vino e l’arte della Seduzione Visiva in cui la degustazione della bevanda raggiunge il suo apice quando si fonde con l’arte culinaria.

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Cottonbro Studio da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Cottonbro Studio da internet

    C’è un senso che si distingue per la sua capacità di sedurre, intrigare e creare connessioni profonde: la vista. In questa esplorazione sensoriale, ci immergeremo nell’arte di sedurre attraverso la vista, intrecciando il mondo del vino con la pittura, la cultura, la tradizione e il cinema.
    Il cibo diventa complice nella danza della seduzione, amplificando i sapori del vino e completando l’esperienza multisensoriale. La vista del cibo, inoltre, armonizza con i colori del nettare degli dei , creando un tableau gustativo che soddisfa tutti i sensi.

    Sempre attento il nostro sguardo al futuro dell’enogastronomia che attinge con passione e schemi mentali, emozionali all’unione tra la vista, la seduzione e il vino, nella quale tutto si trasforma in un viaggio senza fine. La connessione tra arte, cultura, tradizione e territorio trova la sua massima espressione in ogni bicchiere di vino.
    Il piacere visivo diventa “le fil rouge” di un’esperienza multisensoriale che si rinnova di sorso in sorso, invitando ad alzare il calice a un futuro in cui la bellezza del vino continua a ispirare e sedurre.

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Tim Mossholder da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Tim Mossholder da internet

    Colore e Carattere: Il Linguaggio Visivo del Vino

    La vista è la prima compagna di questo viaggio sensoriale. Il colore del vino, intenso rosso rubino o delicato giallo paglierino, anticipa il suo carattere. Un rosso profondo può evocare passioni ardenti, mentre un bianco cristallino promette freschezza e leggerezza. L’osservazione attenta di questa tavolozza visiva diventa il primo capitolo di un’esperienza che coinvolge mente e cuore.
    La vista, la seduzione e il vino intrecciano le loro trame in un racconto senza tempo.

    Ogni bicchiere è una pagina di questo libro sensoriale, dove l’arte visiva si fonde con la seduzione e la ricchezza del vino. Un invito a esplorare, assaporare e ammirare, perché nel calice si cela un mondo in cui la vista diventa il primo capitolo di un’esperienza eterea e appagante.
    Se dovessi raccontare i colori del vino direi che sono delle pennellate di emozioni, ad esempio per me i rossi profondi di un Cabernet Sauvignon richiamano paesaggi autunnali, mentre i toni dorati di uno Chardonnay portano alla mente il calore del sole estivo. Questa connessione tra il colore del vino e l’arte pittorica è stata esplorata da numerosi artisti nei secoli.

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Pixabay da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Pixabay da internet

     Seduzione nel Calice: Danza di Aromi e Sapori

    La seduzione inizia con l’approccio al calice. I profumi avvolgenti che si liberano al momento dell’apertura della bottiglia sono la promessa di un incontro sensoriale unico. Note fruttate, floreali o speziate danzano nell’aria, creando una coreografia di aromi che anticipano il primo sorso. La seduzione è qui, nel mistero di ciò che il vino rivelerà nei dettagli dei suoi sapori. Un rituale di degustazione che coinvolge la vista giocando un ruolo centrale.

    L’osservazione del colore del vino, la sua limpidezza e la consistenza delle lacrime sulle pareti del calice sono dettagli che arricchiscono l’esperienza. La luce che filtra attraverso un vino rosso può trasformare il bicchiere in una gemma preziosa, mentre un bianco cristallino riflette la purezza del suo sapore.

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Cottonbro Studio da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Cottonbro Studio da internet

    Il Vino Come Opera d’Arte: Etichette e Presentazione Visiva

    La bottiglia stessa è una tela bianca, pronta a raccontare la sua storia attraverso un’etichetta curata. L’arte visiva si fonde con il contenuto, trasmettendo emozioni e raccontando il territorio da cui proviene il vino. La seduzione diventa palpabile quando gli occhi si posano su un’etichetta raffinata, preludio a un viaggio gustativo unico.
    Le bottiglie spesso diventano opere d’arte, oltre al contenuto, anche l’involucro del vino può essere una fonte di informazioni, di attrazione e di sogni. Le etichette ricercate e i design accattivanti raccontano storie, evocano emozioni e trasformano ogni bottiglia in una piccola galleria d’arte.

    L’arte visiva si fonde così con l’esperienza gustativa, creando un connubio di piacere estetico e sinfonia di gusti e colori.
    Molti eventi culturali sono dedicati a questo sodalizio e sono sempre più diffusi. Mostre tematiche, concerti nei vigneti e performance artistiche durante le degustazioni creano un legame tra queste due forme d’arte. Un sorso di vino diventa così una partitura di gusti e colori, con la cornice di un’atmosfera artistica che avvolge i presenti.

    Vedi anche: https://www.papillae.it/vino-identita-scelta-consapevole-cantine/
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Grape Things da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Grape Things da internet

    Il Territorio Raccontato dal Vino: Una Veduta Panoramica

    Ogni sorso è un viaggio attraverso il territorio. La vista si estende oltre il calice, abbracciando i paesaggi che hanno dato vita a quel nettare prezioso. Le vigne baciare dal sole, i vigneti accarezzati dal vento: la seduzione si amplifica attraverso la veduta panoramica di luoghi intrisi di storia e tradizione. I territorio vinicoli diventano paesaggi dipinti dal vino; le regioni vinicole sono veri e propri capolavori della natura.

    Dai vigneti collinari della Toscana, che io amo ad esempio, alle vigne che si specchiano nelle acque tranquille della Borgogna, ogni territorio vinicolo è un paesaggio dipinto dalla mano della terra stessa. L’associazione tra territorio e arte si manifesta nei dipinti che ritraggono questi paesaggi unici, catturando l’anima del vino in ogni singolo grappolo d’uva.

    Cinematografia e Cultura: Un Racconto Visivo di Storie Vinicole

    Il legame tra vino e cultura si nutre anche attraverso il cinema. Film che esplorano le vigne, le cantine e le storie intrecciate al mondo del vino diventano una finestra visiva su un universo ricco di emozioni. La seduzione si evolve in un racconto filmico che trasporta gli spettatori in viaggi sensoriali attraverso campi di vite e bottiglie maturate.

    Una proiezione di gusti e visioni che hanno il potere di trasportarci in mondi lontani, di suscitare emozioni profonde e di stimolare i nostri sensi. In molte pellicole, il vino è protagonista, diventando un simbolo di eleganza, passione e connessione umana. Un bicchiere di Merlot in “Sideways” diventa una metafora della vita, mentre una bottiglia di Château Margaux in “Mondovino” rappresenta il conflitto tra tradizione e modernità nelle regioni vinicole.

    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Pixabay da internet
    Vista, Seduzione e vino, come li vivo da donna nel 2023, foto di Pixabay da internet

    La Visione del Futuro: Innovazioni Visive nel Mondo del Vino

    Oggi, la tecnologia si unisce alla tradizione nel mondo del vino. Applicazioni e realtà virtuale offrono tour virtuali delle cantine, consentendo agli appassionati di esplorare visivamente i luoghi di produzione senza muoversi fisicamente. Le etichette intelligenti forniscono informazioni dettagliate sulla storia del vino, portando l’esperienza visiva oltre il semplice contenuto della bottiglia.

    Un quadro in evoluzione quello della tradizione e dell’innovazione nel rapporto tra sensi e vino, in cui l’arte del nettare degli dei è anche un dialogo profondo, con radici storiche e di credenze. Le antiche cantine che custodiscono bottiglie invecchiate sono come musei, conservando la storia in ogni tappo stappato. Allo stesso tempo, le nuove generazioni di vignaioli introducono tecniche innovative, creando opere d’arte enologiche moderne che sfidano le convenzioni.

    Vino e Fotografia: Momenti Catturati nel Tempo

    La fotografia è un’altra forma d’arte che si intreccia con il mondo del vino. Immortalare un momento durante una cena con un bicchiere di vino in mano diventa un modo per catturare non solo l’istante, ma anche l’atmosfera e le emozioni legate a quella bottiglia. Le foto diventano così una galleria personale di esperienze enologiche.

    L’Abbinamento Perfetto: Vino, Cibo e tanto altro…

    L’arte di abbinare il vino al cibo è un matrimonio di sapori e aromi che si estende ben oltre il palato. Immaginate di degustare un vibrante Sauvignon Blanc accanto a un piatto di ostriche fresche, mentre un dipinto di Monet cattura la luce riflessa sull’oceano. L’esperienza diventa un quadro vivente, in cui il gusto, la vista e l’arte si fondono armoniosamente.

    Cos’è per me questa trilogia che mi ha sedotto dal primo istante?

    Ritengo che il vino sia molto più di una bevanda; è un viaggio sensoriale che coinvolge la vista, la mente e l’anima. Da opere d’arte pittoriche a paesaggi vinicoli mozzafiato, da film suggestivi a etichette di design, il mondo del vino è intrinsecamente legato all’arte e alla cultura, alla passione, all’intrigo. In ogni bicchiere, si cela un dipinto vivente che racconta storie millenarie e invita a brindare all’arte di vivere, gioire e godere.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Il Vino e l’Identità: Una Scelta Consapevole delle Cantine nel Mondo Enologico

    Di Carol Agostini

    Nel vasto universo del vino, le cantine si pongono dinanzi a una cruciale decisione: definire la propria identità. Oltre a produrre pregiati nettari, esse devono delineare la propria personalità commerciale, di produzione e d’immagine. Questa scelta, delicata e strategica, riflette la consapevolezza delle sfide e delle opportunità che il mondo vinicolo offre.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto da internet
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto da internet

    Identità di Produzione

    Le cantine, sinuose orchestratrici di gusti e aromi, si confrontano con la definizione del proprio stile enologico. Da qui sorgono le scelte riguardanti il terroir, le varietà di uve coltivate e le tecniche di vinificazione. Alcune si distinguono per la passione per le tradizioni, producendo vini legati al territorio e alle antiche pratiche. Al contrario, altre abbracciano l’innovazione, sperimentando con nuove tecnologie e varietà di uve per creare vini distintivi e contemporanei.

    Identità Commerciale

    La scelta dell’identità commerciale riflette la volontà di posizionarsi sul mercato. Alcune cantine si concentrano sulla produzione di vini di alta gamma, mirando a conquistare il cuore di collezionisti e intenditori. Altre, invece, puntano alla democratizzazione del vino, offrendo opzioni più accessibili al grande pubblico. La diversificazione delle linee di prodotto, l’attenzione alla sostenibilità e la creazione di esperienze uniche contribuiscono a plasmare l’identità commerciale di ogni cantina.

    Identità d’Immagine

    La percezione visiva e comunicativa di una cantina gioca un ruolo cruciale. L’etichetta di una bottiglia diventa il biglietto da visita, raccontando la storia e i valori del produttore. Le cantine moderne sfruttano il potere del branding per creare un’immagine riconoscibile, attraverso un design elegante o audace. L’apertura al mondo digitale, con la presenza sui social media e la valorizzazione di esperienze turistiche, contribuisce a plasmare l’identità d’immagine delle cantine.

    “In un panorama vinicolo in continua evoluzione, la scelta dell’identità rappresenta una mossa strategica. Le cantine che riescono a coniugare tradizione e innovazione, produzione e comunicazione, delineano la propria strada nel mondo del vino, offrendo al consumatore non solo un prodotto, ma un’esperienza completa che si riflette in ogni sorso”, pensiero personale.

    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall'azienda
    Letrari grandi vini e bollicine, foto originale dall’azienda, articolo: Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine?

    Esempi Concreti di Identità nelle Cantine Vinicole

    Identità di Produzione

    Cantine come Château Margaux in Bordeaux incarnano l’identità di produzione orientata alla tradizione. Con un impegno radicato nel terroir, coltivano rigorosamente varietà di uve autoctone, come il Cabernet Sauvignon, preservando la tipicità del territorio. D’altra parte, la vinicola californiana Ridge Vineyards si distingue per un approccio innovativo. Integra metodologie biodinamiche e biologiche, puntando sull’espressione autentica delle uve in un contesto californiano più sperimentale.

    Cantina Letrari, ancor oggi, fonde armoniosamente tradizione e innovazione per creare vini spumanti che hanno diffuso la fama del Trento DOC non solo in Italia, ma anche al di là dei confini nazionali. Un assortimento completo di vini, con la Riserva del Fondatore a incarnare l’etichetta di maggior rilevanza. Mano sapiente e saggia di Lucia Letrari, enologa e proprietaria dell’azienda di famiglia omonima dal 1987, anno in cui si è diplomata presso la Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige.

    Fin da giovane, segue le orme di suo padre Leonello sia in vigna che in cantina. Dopo il diploma, diventa responsabile della produzione dei Trentodoc e dei vini marchiati con il nome di famiglia. Appassionata di viticoltura e enologia, trasforma la sua passione in una professione a tutto tondo, contribuendo con la sua esperienza a diverse associazioni di promozione del territorio, sia a livello locale nel Trentino che a livello nazionale.

    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall'azienda
    Lucia letrari durante la vendemmia, foto originale dall’azienda

    Identità Commerciale

    La Maison Louis Jadot in Borgogna adotta un’identità commerciale orientata verso l’eccellenza. Concentrandosi su vini di alta gamma, posiziona le sue etichette tra le più prestigiose del mercato. In contrasto, la vinicola argentina Trapiche, con la sua linea di vini accessibili, ha conquistato una vasta fetta di consumatori, dimostrando che la qualità può essere accessibile a tutti.

    Identità d’Immagine

    La cantina spagnola Vega Sicilia ha saputo plasmare un’identità d’immagine iconica. Il suo design classico e l’eleganza delle etichette trasmettono un senso di prestigio e storia. Al contrario, la vinicola australiana Two Hands Wines si è distinta con un’immagine fresca e moderna, utilizzando etichette colorate e uno stile visivo accattivante per catturare l’attenzione dei consumatori più giovani.

    “In ogni esempio, la scelta consapevole dell’identità riflette le peculiarità di ogni cantina. La flessibilità nel coniugare tradizione e innovazione, nel posizionarsi sul mercato e nella creazione di un’immagine coerente, contribuisce a determinare il successo e la risonanza nel mondo vinicolo, evidenziando che l’identità è una risorsa preziosa tanto quanto il vino stesso”, pensiero personale.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Elina Sazonova
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Elina Sazonova

    L’Identità delle Cantine nel Mondo del Vino: Un Viaggio tra Storia e Cultura

    Il Richiamo Storico

    L’identità delle cantine si intreccia con il patrimonio storico e culturale delle regioni vinicole. Cantina Antinori, fondata nel 1385 in Toscana, rappresenta un anello vitale tra passato e presente. La sua longevità riflette la tradizione toscana di coltivare il vino come arte, con rispetto per la terra e l’eredità familiare. Analogamente, la cantina francese Bollinger, risalente al 1829, incarna l’essenza della Champagne. La sua storia è la storia stessa della regione, segnata da momenti di gioia e di sfide, riflesse nei sorrisi di chi sorseggia il suo celebre Champagne.

    Cultura nel Calice

    Le cantine, oltre a produrre vino, fungono da custodi di una cultura enologica unica. La cantina italiana Gaja, con radici che si perdono nel XIX secolo, ha contribuito a ridefinire il panorama vinicolo italiano. La loro dedizione a varietà di uve autoctone e metodi innovativi rappresenta una connessione profonda con la ricca tradizione enologica italiana. Un altro esempio è la vinicola spagnola Vega Sicilia, le cui bottiglie raccontano una storia millenaria di coltivazione della vite nella regione di Ribera del Duero.

    Espressione Artistica

    L’identità delle cantine si manifesta come un’opera d’arte, un’interpretazione artistica della terra e della coltivazione delle uve. La vinicola californiana Opus One, fondata da Robert Mondavi e Baron Philippe de Rothschild, è un esempio di collaborazione tra culture enologiche. La loro missione è creare un vino simbolo di unione tra l’arte vinicola europea e quella americana. In un contesto diverso, la cantina argentina Catena Zapata, con la sua struttura architettonica innovativa, fonde la produzione di vino con l’arte moderna, trasmettendo un senso di estetica e impegno.

    Tradizioni Celebrate

    Le cantine, spesso, diventano custodi delle tradizioni locali, celebrando eventi e feste che radicano la comunità nella sua storia. Cantina Marchesi di Barolo, nel cuore del Piemonte, organizza eventi legati alle tradizioni locali, come la Festa del Barolo, rafforzando così il legame tra vino, territorio e cultura. Altrettanto, la vinicola neozelandese Cloudy Bay, con il suo Sauvignon Blanc iconico, celebra la cultura del vino in un contesto moderno, legando la sua identità al paesaggio unico della regione di Marlborough.

    “In questo viaggio tra storia e cultura, le cantine emergono come narratori di racconti unici, legati indissolubilmente alle terre da cui provengono. La loro identità è una tela tessuta con fili di tradizione, innovazione, arte e celebrazione delle radici culturali, offrendo ai consumatori non solo un vino da gustare ma un capitolo affascinante della storia enologica mondiale”, riflessione tematica personale.

    Il Vino e l'Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Math
    Il Vino e l’Identità 2023: Scelta Consapevole delle Cantine? foto di Math

    Le Cantine come Custodi di Identità: Una Continuità nel Tempo e nello Spirito

    Resilienza e Trasformazione

    Le cantine, testimoni del tempo, incarnano la resilienza delle comunità vinicole di fronte a sfide storiche e trasformazioni sociali. La Cantina San Felice in Toscana, risalente al 1200, è un esempio di adattamento alle mutevoli dinamiche storiche. In passato, fungeva da rifugio durante le guerre, oggi è un faro di produzione sostenibile, dimostrando come la storia di una cantina sia un continuum di adattamento e rinascita.

    Le Icone Culturali

    Icone culturali come la cantina francese Château Margaux,citata sopra, sopravvissuta a rivoluzioni e guerre, incarnano l’essenza di una cultura enologica millenaria. La sua architettura sontuosa e i vigneti secolari narrano una storia senza tempo, celebrando l’arte di coltivare la vite. Allo stesso modo, la cantina spagnola Codorníu, fondata nel 1551, è più di una cantina: è un simbolo della cultura catalana. La sua immagine è stata plasmata nel corso dei secoli, diventando un’icona di tradizione e innovazione.

    Le Radici Territoriali

    L’identità di una cantina è ancorata profondamente alle radici del territorio. Cantina Planeta in Sicilia, con la sua dedizione alle varietà autoctone, rappresenta una testimonianza di come la terra possa ispirare la produzione del vino. La vinicola neozelandese Felton Road, con un focus sul terroir centrale di Otago, crea vini che riflettono il paesaggio unico della Nuova Zelanda, diventando un’ambasciatrice dell’identità territoriale.

    Patrimonio e Futuro Intrecciati

    La Cantina Antica Tenuta Pietramore nel cuore dell’Abruzzo, con le sue vigne antiche, è una custode del patrimonio viticolo regionale. Tuttavia, la sua adozione di pratiche agricole moderne mostra come il passato e il futuro possano intrecciarsi in un dialogo continuo. Un’altra espressione di questa sinergia è la cantina californiana Tablas Creek Vineyard, che, ispirandosi alle tradizioni del Châteauneuf-du-Pape in Francia, ha piantato le radici del Rinascimento viticolo californiano.

    “Le mie riflessioni convertono verso le cantine, con le loro storie e identità, trasmettono un senso di continuità e connessione. La loro capacità di evolversi senza perdere il legame con il passato è ciò che le rende guardiani dell’eredità culturale e vinicola. Ogni sorso di vino diventa un viaggio nel tempo, un’esperienza che collega le generazioni attraverso il filo narrativo delle cantine, scrivendo un nuovo capitolo di storia ogni vendemmia”.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Merano WineFestival 2023: i vincitori del The WineHunter

    Merano WineFestival 2023: i vincitori del The WineHunter

    Trionfo di Eccellenza al Merano WineFestival: Annunciati i Vincitori del The WineHunter Award Platinum 2023

    Di Carol Agostini e F.P.

    Nell’ambito della 32^ edizione del prestigioso Merano WineFestival, il patron della rassegna Helmuth Köcher ha svelato ieri sera i nomi dei vincitori del rinomato The WineHunter Award Platinum 2023. Un’atmosfera carica di emozione ha caratterizzato la serata di apertura, dove Köcher, affiancato dalla sua commissione d’assaggio, ha conferito il massimo riconoscimento, il Platinum Award, a 36 produttori nella categoria Wine e a 28 eccellenze culinarie, distillati e birre nella sezione Food – Spirits – Beer.

    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, foto da comunicato stampa
    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, foto da comunicato stampa

    In un’iniziativa che ha sorpreso gli appassionati del settore, quest’anno sono stati introdotti 5 premi speciali dedicati ai produttori, un tocco inedito per celebrare l’arte e la dedizione dietro ogni azienda produttiva. Questi premi, ispirati agli elementi di Genialità, Famiglia, Innovazione, Conquista e Territorio, hanno aggiunto un ulteriore livello di prestigio alla già rinomata manifestazione.

    • Genialità: Il Dott. Camillo Zulli della Bio Cantina Orsogna è stato premiato per la sua particolare attenzione alla sostenibilità e alla capacità di interpretare e coniugare gli elementi naturali per produrre vini di qualità.
    • Famiglia è vino: La Cantina Colosi è stata premiata per la sua tradizione secolare nella produzione vinicola, dove ogni membro della famiglia contribuisce con forza e bellezza.
    • Innovazione: Emanuele Kottakhs di UnderWaterWines è stato riconosciuto per la sua capacità di cambiare i paradigmi nel rispetto delle tradizioni.
    • Conquista: Maurizio Zanella, Fondatore di Ca’ Del Bosco, è stato premiato per il successo internazionale del marchio italiano nel mondo del vino.
    • Territorio: Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è stato premiato per la sua abilità nel creare un sistema consortile e associativo che sostiene i produttori e promuove la massima qualità nella produzione, contribuendo così al territorio.

    Il Merano WineFestival e The WineHunter Award continuano a essere una vetrina senza eguali per celebrare l’eccellenza nel mondo del vino e dell’enogastronomia.

    Carol Agostini il secondo giorno al Merano WineFestival 2023
    Carol Agostini al primo giorno del Merano WineFestival 2023

    ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI PREMIATI CON THE WINEHUNTER AWARD PLATINUM:

    CATEGORIA WINE

    Abruzzo

    La Valentina
    2021 Docheio Montepulciano D’Abruzzo DOC

    Alto Adige – Südtirol

    Cantina Kurtatsch
    2020 Freienfeld Alto Adige / Südtirol Riserva Chardonnay DOC

    Kellerei St. Michael-eppan
    2018 Appius Alto Adige / Südtirol Bianco DOC

    Kellerei Terlan
    2010 Rarity Alto Adige / Südtirol Terlano Pinot Bianco DOC

    Nals Margreid
    2019 Nama Alto Adige / Südtirol Gran selezione Chardonnay DOC

    Schreckbichl – Colterenzio
    2019 Lr Alto Adige / Südtirol Riserva Bianco DOC

    Campania

    Cantine Antonio Mazzella
    2021 Gawem Ischia Biancolella DOC

    Cantine Iannella
    2012 “1920” Aglianico Del Taburno Doc Taburno DOC

    Quintodecimo
    2018 Vigna Quintodecimo Taurasi Riserva DOCG

    Vinosìa Luciano Ercolino
    2022 Sintonia Irpinia DOC

    Lombardia

    Bellavista
    2016 Riserva Vittorio Moretti Franciacorta Riserva Brut nature DOCG

    Bersi Serlini
    2007 Mia Franciacorta Riserva Nature Brut DOCG

    Ca’ Del Bosco
    2014 Annamaria Clementi Franciacorta Brut nature DOCG

    Monte Rossa
    Cabochon Fuoriserie N. 024 Franciacorta Metodo Classico Brut DOCG

    Piemonte

    Braida
    2020 Bricco Dell’Uccellone Barbera D’asti DOCG

    Conterno Fantino
    2019 Castelletto “Vigna Pressenda” Barolo DOCG

    Domenico Clerico
    2019 Ginestra Ciabot Mentin Barolo DOCG

    G.d. Vajra
    2019 Bricco Delle Viole Barolo DOCG

    Poderi Luigi Einaudi
    2020 Barbaresco DOCG

    Sardegna

    Attilio Contini
    1997 Vernaccia Di Oristano Riserva DOC

    Cantina Santadi
    Festa Norìa

    Sicilia

    Jamin Underwaterwines
    1980 Marsala Vergine Riserva Secco Doc Vintage 1980 Marsala DOP

    Toscana

    Duemani
    2020 Suisassi Costa Toscana IGP

    Il Marroneto
    2018 Selezione Madonna Delle Grazie Brunello Di Montalcino DOCG

    Ornellaia
    2020 Bolgheri Superiore DOC

    Tua Rita
    2020 Redigaffi Toscana Merlot IGT

    Vecchie Terre Di Montefili
    2019 Vigna Vecchia Toscana IGT

    Trentino

    Maso Martis
    2018 Monsieur Martis Trento Millesimato Rosè Brut DOC

    Valle d’Aosta

    Rosset Terroir
    2020 Chardonnay 770 Valle D’Aosta DOC

    Veneto

    Bertani
    2013 Amarone Della Valpolicella Classico DOCG

    Carlo Ferragù
    2016 Amarone Della Valpolicella DOCG

    De Buris
    2011 De Buris Amarone Della Valpolicella Riserva Classico DOCG

    Scriani
    2008 Twenty – 20° Anniversary Verona Rosso IGT

    Francia

    CHAMPAGNE ENCRY
    2012 Champagne Millesimato Le Mesnil Sur Oger Blanc De Blancs Grand Cru

    Svezia

    CANTINE BLAXSTA
    S.A. Mulled Apple Spice

    Cipro E
    KFRASEIS
    2021 Madari Hills Collection Xinisteri

    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, area Food della manifestazione, foto di Carol Agostini
    Merano Winefestival 2023: i vincitori del The WineHunter, area Food della manifestazione, foto di Carol Agostini

    CATEGORIA BEER

    Umbria

    Mastri Birrai Umbri
    Cacao Porter

    Giancarlo De Rosa e Carol Agostini a merano WineFestival 2023, foto dell'autrice
    Giancarlo De Rosa e Carol Agostini a merano WineFestival 2023, foto dell’autrice

    CATEGORIA FOOD

    Abruzzo

    Ursini
    Sugo Al Baccala’

    Alto Adige – Südtirol

    Apicoltura Apis Aurum
    Metessig

    Campania

    Hera Nei Campi
    Riso Magnum

    Raffaele Caldarelli Pasticciere
    Panettone Bianca

    Emilia-Romagna

    Acetaia La Bonissima
    Aceto Balsamico Di Modena IGP

    Bottega Da Re
    Passata Di Pomodorini Datterini Con Aglio E Basilico

    Fratelli Pelizziari Prosciutti
    Fiocco Di Prosciutto Con Cotenna

    Il Vascello Del Monsignore
    Balsamico Il Principe Nero – Invecchiato 25 Anni

    Up Stream Italiana
    Upstream Baffa Royal

    Lombardia

    Calvisius Caviar
    Calvisius Beluga Royal

    Marche

    Apicoltura Colibazzi Filippo
    Miele Di Castagno

    La Pasta Di Aldo
    Tagliatelle

    Molise

    Il Nido Del Pettirosso
    Crema Di Peperoni E Zenzero

    Sardegna

    Accademia Olearia
    Gran Riserva Giuseppe Fois Fruttato Verde

    Toscana

    Noalya Cioccolato Coltivato
    Crema Spalmabile Alla Nocciola 55% Senza Latte

    Slitti Experience
    Crema Da Spalmare Riccosa – 250g

    Trentino

    Black Sheep Pasticceria Di Alta Qualità Bio, Raw E Vegan
    Green Raw Energy

    Fratelli Corrà
    Speck All’Origano

    Umbria

    Tartufi Bianconi
    Salsa Di Fegatini

    Veneto

    Fontanabio
    Mostarda Di Fragole Biologica

    Frantoio Bonamini
    Vert De Vertes

    La Casearia Carpenedo
    Blugins

    Pasticceria Giotto Oltre La Dolcezza
    Panettone Mela Cannella E Spezie

    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini
    Guido Invernizzi e il Professore Luigi Moio Cantina Quintodecimo, foto di Carol Agostini

    CATEGORIA SPIRITS

    Abruzzo

    Scuppoz Liquori
    Amaro Del Fondatore Scuppoz Con Brandy Invecchiato

    Dipartimento del Gers, regione dell’Occitania

    Cuspid Selections
    Cuspid Spirits – Bas Armagnac 1986

    Friuli-Venezia Giulia

    Nonino Distillatori
    Nonino Gran Riserva Acquavite D’uva Monovitigno® Merlot Aged 12 Years

    Toscana

    Nannoni Grappe
    Grappa Riserva Di Brunello 10 Anni

    Merano WineFestival 2023, Cantina IoMazzucato, foto di Carol Agostini
    Merano WineFestival 2023, Cantina IoMazzucato, foto di Carol Agostini

    DOLCISSIMO

    Alto Adige

    Schreckbichl – Colterenzio
    2019
    Cathus
    Vigneti Delle Dolomiti
    Weinberg Dolomiten
    Passito IGT

    Italia
    Donnafugata
    2021 Ben Ryè
    Pantelleria
    DOC

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  • Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Il 32° Merano WineFestival: Bio&Dynamica e Sostenibilità al Centro dell’Interesse

    Redazione – Carol Agostini

    Il futuro del mondo vinicolo si svela a Merano con l’apertura del 32° Merano WineFestival. Quest’anno, il patron Helmuth Köcher ha deciso di ritornare alle origini, aprendo la manifestazione venerdì 3 novembre con la rassegna dedicata a “Bio&Dynamica“. Questa scelta sottolinea l’impegno costante di Köcher verso un’agricoltura sostenibile e il benessere delle future generazioni, mantenendo al contempo alti standard di eccellenza.

    Spiega Köcher: «Puntare su vitigni resistenti e sostenibili significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta»,

    rimarca il patron del Merano WineFestival che aggiunge: «Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di CO2. Aziende presenti al Merano WineFestival perché capaci di produrre eccellenze sostenibili, spesso anticipando quello che dovrà essere il solco della viticoltura di domani», chiude Helmuth Köcher.

    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni, foto autrice
    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni, foto autrice

    La 32^ edizione del Merano WineFestival registra un aumento del 50% nella partecipazione delle aziende nel settore “Bio&Dynamica”, una tendenza in costante crescita sia in termini di produzione che di risonanza mediatica rispetto al 2019. Venerdì 3 novembre, nel suggestivo scenario delle sale del Kurhaus, i protagonisti saranno i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e i vini da agricoltura integrata. La manifestazione ospiterà 160 produttori e oltre 300 etichette bio&dynamica, dimostrando il crescente interesse del mercato verso questi prodotti.

    Tra gli eventi imperdibili, spicca “Percorrendo l’Italia” con l’enologo Luca D’Attoma, che esplorerà i vini biodinamici e le varietà PIWI, ovvero vitigni resistenti alle malattie fungine. Secondo Köcher, investire in vitigni resistenti e sostenibili rappresenta la chiave per una viticoltura veramente sostenibile. Questi vitigni presentano una resistenza naturale alle malattie fungine, consentendo una drastica riduzione dei trattamenti e, di conseguenza, una minore emissione di CO2 nell’ambiente.

    Locandina evento, articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023
    Locandina evento, articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Uno studio scientifico condotto presso l’azienda Albafiorita in provincia di Udine, in collaborazione con “Climate Partners“, ha dimostrato che i vitigni resistenti producono il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quelli tradizionali. Questo studio pionieristico ha analizzato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e resistenti, evidenziando l’importanza delle scelte aziendali sull’ambiente.

    Il Merano WineFestival vuole anche onorare la memoria di Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice originaria dell’Etiopia, fondatrice dell’azienda casearia “La Capra Felice” in Trentino, tragicamente scomparsa nel 2020. Il Mercato della Terra di Slow Food Alto Adige Südtirol, che si terrà il 4 novembre in Piazza della Rena a Merano, sarà dedicato alla sua visione di un futuro migliore. Quindici piccole aziende agroalimentari e artigiani del gusto parteciperanno a questo mercato, che simboleggia la lungimiranza di Agitu Ideo Gudeta nel promuovere un’antropizzazione sostenibile del territorio.

    Il Merano WineFestival, che si terrà dal 3 al 6 novembre, è più che una semplice manifestazione enologica. È un viaggio nel futuro del vino, un futuro guidato dalla sostenibilità, dalla qualità e dalla consapevolezza ambientale. La rassegna Bio&Dynamica rappresenta il cuore pulsante di questa edizione, evidenziando il cambiamento positivo che sta avvenendo nel mondo del vino e il ruolo fondamentale che la sostenibilità gioca in questo contesto.

    Articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023, foto da comunicato stampa
    Articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023, foto da comunicato stampa

    Precisiamo che il 7 novembre sarà una giornata a sè con gli Champagne & More, vi aspettiamo anche in questo giorno.

    Ufficio Stampa: smstudio | pr & communication Stefania Mafalda press@smstudiopr.it

    Media Partners: Radio Monte Carlo (Radio Partner), Baccus, I Grandi Vini, Pambianco Wine&Food, Vinum, Glance, Il Gusto Enoblogger, Hipster Wine, Simona Geri, WineMob, WineTv, Vino Tv, Italian Wines, Italian WineLovers, WineBlog Roll, Il Cucchiaio D’Argento, Reporter Gourmet, WineNews, Cantina Social, Luca Grippo, Andrea Radic

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/

    Siti partners artciolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com

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  • ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina

    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina.

    Redazione – Carol Agostini

    Immerso nelle dolci colline del Monferrato, ALMARANTO Boutique Hotel e Relais vanta una delle carte vini più insolite della regione, con una scelta di 200 etichette provenienti da tutto il mondo. Una selezione di nicchia che dà voce al territorio e incarna lo spirito cosmopolita del nuovo Piemonte.

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa

    Lo spirito del nuovo Piemonte trova espressione nella carta vini di ALMARANTO Boutique Hotel e Relais, il progetto della cuoca e formatrice tedesca Alexa Schulte: oltre 200 referenze locali e internazionali, frutto di viaggi, incontri e amicizie, selezionate dal marito esperto di vini Markus Schulz. Una scelta che esalta le qualità del territorio attraverso uve autoctone dimenticate, etichette rinomate e artigiani di nicchia, con cui Markus ha instaurato legami personali.

    Senza gerarchie, solo una selezione di vini per ogni occasione, ambiente e piatto, perfettamente abbinati ai menu degustazione dello Chef Mario Maniscalco nel ristorante gourmet ADAGIO, l’elegante fine dining all’interno del relais. Da non dimenticare anche gli abbinamenti LIGHT e ZERO, con una scelta inclusiva di 12 accompagnamenti analcolici, tra cui la Champagner Bratbirne di Manufaktur Jörg Geiger a base di pere, perfetto per i sober curious o per chi, anche per necessità, è alla ricerca di un’esperienza più leggera.

    Davvero eccezionale è la straordinaria collezione di vini internazionali spesso importati direttamente, con denominazioni difficilmente reperibili non solo nella regione, ma in tutta Italia: Lodi, Franschhoek, Luján de Cuyo. Una lista vini itinerante che narra una vita di viaggi che hanno portato i proprietari in tutto il mondo, prima di realizzare il loro sogno di stabilirsi a Calamandrana.

    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina, foto da comunicato stampa

    DEGUSTAZIONI IN CANTINA E CONCERTI LIVE

    Nell’antico fienile risalente al 1700 e sapientemente ristrutturato nel 2021, le 200 etichette sono ospitate in una cantina verticale realizzata con mattoni recuperati, nascosta dietro una scala a spirale che conduce alla suggestiva sala degustazione e alla sala da biliardo. Una scelta che abbraccia il restyling rispettoso del contesto circostante, un omaggio al suo passato. Nella sala degustazione, che si affaccia su un cortile incantevole, gli ospiti possono immergersi in degustazioni intime con i produttori del posto guidate da Markus Schulz, il tutto accompagnato da stuzzichini preparati con ingredienti a filiera corta, la filosofia culinaria che guida l’offerta gastronomica del relais.

    Esperienze enologiche che si sposano perfettamente con l’atmosfera d’inizio autunno del relais: prelibatezze gastronomiche DOP e vini locali accompagnati da concerti di artisti rinomati in collaborazione con “Resort in Concerto“. Tra questi spicca il pianista Andrea Bacchetti, che il 26 ottobre riempirà gli affascinanti spazi di ALMARANTO con la sua musica classica.

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa

    Il relais ALMARANTO è il risultato di anni di viaggi e passione, un sogno che si è concretizzato a Calamandrana con 23 suite e camere, i due ristoranti ADAGIO ristorante gourmet e ANIMA ristorante bistro, e una scuola di cucina, ADAGIO ACCADEMIA. Un progetto moderno e ambizioso che conserva il fascino del vecchio mondo e infonde una nuova energia cosmopolita nell’Alta Langa.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito relais: https://www.almaranto.it/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

     

  • Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023

    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al “Semplicemente pesce”.

    Redazione – Carol Agostini

    Questo nuovo luogo gastronomico si trova nel cuore di Milano, sulla frequentatissima Via Melzo 9, e si distingue per la sua atmosfera popolare e l’attenzione alle materie prime di alta qualità.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, foto da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, foto da comunicato stampa

    In una strada animata della città, la chef Viviana Varese si è ispirata agli anni ’80 per creare un locale dinamico, contemporaneo e vivace, dove il pesce è la vera star. POLPO, che trasforma la celebre Via Melzo in un suggestivo lungomare dall’atmosfera retro, offre una doppia esperienza, con una sezione bar, ideale per aperitivi con tapas e assaggi, e una trattoria. Il punto di forza di POLPO è la proposta di pesce di alta qualità che valorizza la materia prima e coinvolge il pubblico in un’esperienza culinaria autentica.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, immagine del locale da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia inaugurano POLPO 2023, immagine del locale da comunicato stampa

    POLPO è più di un semplice ristorante; è un ritorno alle radici per Viviana Varese, un omaggio alla cucina che condivideva con la sua famiglia mescolato con le esperienze degli ultimi vent’anni. Questo nuovo progetto ha trasformato il precedente ristorante SPICA, situato in uno degli angoli più popolari e democratici di Milano, in un bar trattoria vibrante, diventando un punto di riferimento per la cucina di pesce di alta qualità.

    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al "Semplicemente pesce", foto da comunicato stampa
    A Milano, le chef Viviana Varese e Ritu Dalmia hanno aperto le porte di POLPO, una vivace bar trattoria dedicata al “Semplicemente pesce”, foto da comunicato stampa

    Il concept di POLPO è tutto incentrato sul mare e la filosofia “Semplicemente pesce”. Questo spazio informale e dinamico offre una cucina autentica e il piacere della convivialità, suddividendosi tra il bar, perfetto per un aperitivo, e la trattoria, che propone piatti a base di pesce che rispettano e esaltano la materia prima. POLPO si inserisce nell’offerta enogastronomica milanese, offrendo un’esperienza di alta qualità in un ambiente rilassato e democratico, aperto a tutti, con un particolare focus sui giovani desiderosi di gustare ottimo pesce accompagnato da un buon bicchiere di vino.

    Valeria Lorusso, Valentina Gaeta, Martina Guercia, Davide Gianni, Polpo di Viviana Varese e Ritu Dalmia, foto da comunicato stampa
    Valeria Lorusso, Valentina Gaeta, Martina Guercia, Davide Gianni, Polpo di Viviana Varese e Ritu Dalmia, foto da comunicato stampa

    La location di POLPO è stata precedentemente occupata da SPICA, un progetto di cucina fusion avviato da Viviana Varese e Ritu Dalmianel 2019. Oggi, questo spazio si è trasformato in un moderno bar trattoria ben integrato nella vivace Via Melzo di Milano. Il colore dominante è il blu, evocando il mare, con arredi e tessuti che richiamano l’atmosfera degli anni ’80. Immagini vintage adornano le pareti, creando un’atmosfera retro. Il locale dispone anche di un dehors esterno con divanetti e tavoli in piedi per offrire una varietà di ambienti dove la qualità del cibo e delle bevande è al centro dell’esperienza, grazie al restyling curato dallo studio di architettura B-Arch di Sabrina Bignami e Alessandro Capellaro.

    Viviana Varese e Rotu Dalmia, spiedini di calamaretti al pangrattato, immagine da comunicato stampa
    Viviana Varese e Rotu Dalmia, spiedini di calamaretti al pangrattato, immagine da comunicato stampa

    Il menù di POLPO si basa su pochi ingredienti di alta qualità, crudi e preparati con diverse tecniche di cottura. Offre circa 50 piatti che riflettono una cucina semplice e sincera, con un focus su frutti di mare, molluschi e pesce, tra cui gamberi, ostriche, tonno e calamari. Inoltre, sono disponibili diverse opzioni di verdure e assaggi ispirati alle celebri tapas, ideali per l’aperitivo. Il menu include anche una selezione di caffè Nespresso, con una miscela di arabica intensa e un decaffeinato aromatico. I prezzi sono accessibili e in linea con l’approccio democratico del bar trattoria.

    Viviana Varese e Ritu Dalmia bomba fritta con ragù di polpo leggermente piccante e insalatina, foto da comunicato stampa
    Viviana Varese e Ritu Dalmia bomba fritta con ragù di polpo leggermente piccante e insalatina, foto da comunicato stampa

    Per la comunicazione e il branding di POLPO, Viviana Varese ha collaborato con l’agenzia di comunicazione fiorentina almagreal, guidata da Giulia Reali, che aveva già lavorato con la chef per il suo ristorante stellato Viva. Questa sinergia ha dato vita a un progetto che combina semplicità e freschezza con l’atmosfera degli anni ’80, creando un ambiente popolare e accogliente per tutti gli ospiti.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Sito ristorante: https://www.polpopesce.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione

    La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione

    Vivi le esperienze sensoriali uniche di Vinitaly 2023Scopri le aree tematiche di Vinitaly 2023 che non puoi perdere! Non hai ancora il tuo biglietto per Vinitaly 2023?

    Acquista il tuo ticket su:https://www.vinitaly.com/

    Redazione

    Il salone dedicato all’arte della miscelazione

    Vinitaly Mixology è l’area tematica dove potrai vivere esperienze sensoriali uniche attraverso i drink creati da bartender professionisti con liquori, distillati e vini d’eccellenza, in un salone dove la cultura del bere con gusto è protagonista.

    La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione, immagine da comunicato stampa
    La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione, immagine da comunicato stampa

    A chi si rivolge Vinitaly Mixology?

    A chiunque voglia approfondire il trend della miscelazione, i quattro giorni di fiera nell’area Mixology offriranno al pubblico di professionisti uno spazio dedicato a masterclass con i bartender più talentuosi, speech sulla storia dei prodotti e laboratori di alto livello per la creazione di nuovi cocktail a base di vini, liquori e distillati.

    Vinitaly in cui ci saranno dei percorsi degustativi di Mixology 2023, immagine da comunicato stampa
    Vinitaly in cui ci saranno dei percorsi degustativi di Mixology 2023, immagine da comunicato stampa

    Vinitaly and The City – il fuori salone di Vinitaly nel cuore di Verona

    Quattro giorni di degustazioni, incontri ed eventi diffusi nel centro di Verona, per coinvolgerti in un viaggio alla scoperta delle eccellenze del vino e dei luoghi più significativi del centro storico della città, Patrimonio mondiale UNESCO.

    Vinitaly and The City - il fuori salone di Vinitaly nel cuore di Verona, foto da comunicato stampa
    Vinitaly and The City – il fuori salone di Vinitaly nel cuore di Verona, foto da comunicato stampa

    A chi si rivolge Vinitaly and The City?

    Ai wine lover, ai professionisti del settore e a chiunque voglia partecipare all’ondata di wine passion che si propagherà da Vinitaly al centro di Verona, pronta per un brindisi diffuso per tutta la città. Un mosaico di appuntamenti per coinvolgerti tra contaminazioni culturali, artistiche, musicali e geografiche, con tante novità suggestive in programma.

    Scopri i trend del mondo del vino sul blog di Vinitaly Plus

    A chi si rivolge Vinitaly Mixology? foto da comunicato stampa, articolo: La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione
    A chi si rivolge Vinitaly Mixology? foto da comunicato stampa, articolo: La Mixology al Vinitaly 2023, miscelazione e innovazione

    La Mixology è l’arte di creare cocktail sperimentando attraverso la miscelazione di alcolici e bevande, a integrazione di vino o distillati. Il Mixologist è considerato un artista della sperimentazione del gusto, in grado di riprodurre e creare esperienze sensoriali uniche attraverso i suoi drink.

    Vinitaly e Mixology 2023, immagine da comunicato stampa
    Vinitaly e Mixology 2023, immagine da comunicato stampa

    Negli ultimi anni, l’arte della miscelazione di bevande alcoliche, in cui trova spazio anche il vino, ha affascinato bartenders di tutto il mondo e professionisti alla continua ricerca del bilanciamento dei sapori, facendo crescere l’interesse per il comparto più vivace della cultura del bere con gusto. Vinitaly, da sempre attento ai trend di settore, ha dato una particolare attenzione al fenomeno di tendenza della Mixology, creando una speciale area tematica.

    Vinitaly e Mixology nel 2023, immagine da comunicato stampa
    Vinitaly e Mixology nel 2023, immagine da comunicato stampa

    Dal 2 al 5 Aprile 2023, i quattro giorni di fiera offriranno al pubblico di professionisti uno spazio dedicato a masterclass con i bartenders più talentuosi, speech dedicati alla storia dei prodotti e laboratori di alto livello per la creazione di nuovi cocktail a base di vini, liquori e distillati.

     

    Da comunicato stampa

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  • Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023

    Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023

    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger.

    Redazione

    Una grande passione per liquori, distillati, gin e birre artigianali, tutto rigorosamente fatto in casa. Così Manfred Volgger, proprietario del wellness hotel Gassenhof 4 Stelle Superior in Val Ridanna, arricchisce ulteriormente l’esperienza di soggiorno dei suoi ospiti, esperti, appassionati o semplicemente curiosi e li conduce in un viaggio sensoriale alla scoperta dei segreti e dei trucchi di questo mondo tanto interessante quanto coinvolgente, da vivere tra le mura della sua distilleria e del suo birrificio.

     

    Distillati e birre artigianali all'Hotel Gassenhof 2023, foto da sito
    Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023, foto da sito

    Il wellness hotel Gassenhof, struttura di alto livello che offre ai suoi visitatori esperienze di soggiorno eccellenti sia dal punto di vista benessere che gourmet, amplia la sua offerta con l’aggiunta di un altro tassello, tanto insolito quanto interessante: un viaggio sensoriale alla scoperta della produzione di liquori, grappe, birre e gin, tutto di produzione propria.

    L’artefice e autore di questo mondo coinvolgente è Manfred Volgger, proprietario della struttura oltre che grande appassionato del settore, il quale ha dato vita, poco distante dall’hotel, a una vera e propria distilleria e a un birrificio artigianale, due luoghi magici dove le sue idee geniali vengono trasformate in vere e proprie creazioni da degustare.

    «Mi sono appassionato al mondo della distilleria in modo graduale e quello che era, inizialmente, solo un interesse, lo ho man mano trasformato in qualcosa di concreto a partire dal 2012, cimentandomi nella produzione di grappe, liquori, birre… E anche di Gin. Anzi, sono proprio i Gin direi, la parte più cult e originale della mia produzione. Ho cercato di trasformare quelle che erano solo idee nella mia testa in qualcosa di reale e, ad oggi, sono soddisfatto: la selezione di prodotti è vasta e sono tutti di qualità, unici nel loro genere; inoltre, vengono sempre molto apprezzati dagli ospiti» racconta Manfred Volgger.

    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger, foto da comunicato stampa
    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger, foto da comunicato stampa

    Per quanto riguarda i liquori, la scelta è davvero varia: Manfred ne produce al lampone, al pino mugo, alla menta, all’achillea; e ancora: gemme di abete rosso, asperula, mirtillo nero e sambuco. A proposito di grappa, invece, vanno per la maggiore quelle alla mela: mela e imperatoria, una pianta erbacea perenne che cresce negli ambienti montani e si conserva bene al fresco, nel sottobosco, mela e zenzero oppure mela e sambuco; chi ama la frutta trova anche la grappa alle fragole e all’albicocca; per finire, quella alle gemme di abete rosso e di vinaccia di Gewürztraminer.

    La produzione di birre Manfred, foto da comunicato stampa
    La produzione di birre Manfred, foto da comunicato stampa

    Anche nella produzione di birre Manfred mette tutta la sua passione e sottolinea che è un ingrediente fondamentale, questo, quando si vuole dare vita a tante varietà diverse ma sempre accomunate dall’alta qualità. «Per le nostre birre impieghiamo esclusivamente prodotti naturali e non facciamo uso di additivi chimici» specifica Manfred, il quale, durante le visite racconta tutti i segreti del mestiere e spiega in cosa consiste il lavoro di un vero mastro birraio, con tutti i processi necessari per giungere ad un prodotto finito puro e dall’aroma inconfondibile.

    Ultimi, ma certo non per importanza, i Gin:

    sono tre quelli attualmente prodotti, l’ArGINtum, Slow Gin, l’ArGINtum, London Dry Gin e l’ArGINtum, Navy strength Gin.

    1. Il primo presenta note di mandorla e sfumature di ribes rosso e ciliegia, inoltre è leggermente addolcito dall’aggiunta dello zucchero. Nel complesso risulta secco e dolce con una leggera nota amara.
    2. Il secondo presenta un forte sapore di ginepro abbinato a un sentore resinoso tipico delle bacche accuratamente coltivate in montagna, inoltre, chi degusta percepisce sottili sfumature di lavanda e buccia di lime.
    3. L’ArGINtum, London Dry Gin ha una gradazione alcolica del 47% ed è meno corposo e forte rispetto al terzo che è davvero speciale, soprattutto per i più esperti: il suo sapore, puro, è totalmente incentrato sulla bacca di ginepro che si sprigiona proprio grazie alla maggiore gradazione alcolica.
    Gli ambienti dell'Hotel Gassenhof, foto da sito
    Gli ambienti dell’Hotel Gassenhof, foto da sito

    Manfred Volgger ci tiene a lasciare il segno e, soprattutto, a rendere partecipi i suoi ospiti di un’esperienza a 360° davvero completa. Proprio per questo, ogni visita termina con una bella degustazione in compagnia, seduti tutti insieme attorno al tavolo del suo birrificio, tra una chiacchiera e l’altra, sorseggiando le sue speciali creazioni che, per chiunque lo desideri, appassionati e non solo, sono anche acquistabili, magari su consiglio dell’esperto.

    Da comunicato stampa

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  • Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente

    Redazione

    La delegazione Ais Bologna organizzerà il primo evento dedicato al sake giapponese, previsto per il giorno 10 febbraio alle ore 20:30 presso il Best Western Plus Tower Hotel in Viale Lenin 43 a Bologna.

    Altra proposta di Ais Bologna per un'esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa
    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa

    Relatore della serata Gaetano Cataldo socio AIS di lungo corso e sommelier professionista con un master in Food & Beverage Management. Reduce del successo di Mosaico per Procida, prima bottiglia a celebrare una capitale della cultura, e recentemente nominato Miglior Sommelier dell’Anno alla 31^ edizione del Merano Wine Festival, sarà lui a guidare i partecipanti in questo viaggio attraverso la storia del fermentato di riso.

    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa

    Infatti Gaetano Cataldo è anche sake sommelier certificato SSA, co-fondatore della Scuola Italiana Sake creata da Giovanni Baldini , col quale collabora redigendo contenuti su Sake News, e caporedattore enogastronomico per Mediterranea Online. Durante la serata si disquisirà dalla nascita del sake alla sua influenza nella società giapponese, dagli ingredienti del sake al processo produttivo, con cenni sul servizio, gli abbinamenti e tantissime altre curiosità.

    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approva a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa
    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa

    Verranno messi in degustazione un tokubetsu junmai della prefettura di Yamagata, un junmai ginjo della prefettura di Tottori, un junmai daiginjo della prefettura di Tohoku e infine uno specialie sake della tipologia genshu direttamente dalla prefettura di Hyogo.

    La lungimirante delegazione emiliana ha voluto organizzare tale evento tenendo conto della diffusione del sake nel nostro Paese e della necessità di dotare i futuri sommelier di nuove matrici sensoriali, avviando così questo percorso inedito in Emilia Romagna, anche in considerazione della compatibilità tra la Dieta Mediterranea e questa millenaria bevanda.

    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa

    Destinata sia ai soci AIS che al grande pubblico, il fermentato più famoso del Sol Levante sarà degustato assieme a 3 formaggi attentamente selezionati, proprio per dimostrare quanto l’abbinamento con il sake è in sintonia con il nostro modello alimentare. Inoltre, l’incremento di tendenza al consumo di sushi e sashimi nel nostro Paese, per non parlare dell’aumento dei ristoranti fusion, richiedono, a maggior ragione, proprio una costante formazione anche sul bere giapponese.

    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa

    Quindi la Sommellerie non può non tenere conto dei nuovi modelli del bere e delle tendenze culinarie influenzate dall’Estremo Oriente: di conseguenze si intuisce facilmente che avere più matrici sensoriali in faretra non può che rendere più competitivi sul mercato del lavoro figure come barman, chef che approcciano ad un dato modello di cucina, e tutti gli operatori della ristorazione che vogliano accrescere le loro competenze.

    Per info ed adesioni basterà scrivere a eventi.bo@aisemilia.it oppure collegarsi qui.

    Da Comunicato stampa

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  • Caffè e l’arte 2°parte, la polvere nera  Carol Agostini

    Caffè e l’arte 2°parte, la polvere nera Carol Agostini

    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Di Carol Agostini

    Il caffè è stato spesso rappresentato nell’arte, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo, a testimonianza della sua importanza nella cultura e nella società.

    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C. Carol Agostini, foto da internet
    Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C. Carol Agostini, foto da internet

    Nel periodo Barocco, questa bevanda era spesso rappresentata in dipinti di genere, raffigurando scene di vita quotidiana, come il caffè al caffè, dove le persone si incontravano per discutere e socializzare.
    Nel Settecento, divenne un soggetto popolare nei dipinti di paesaggio, raffigurando le piantagioni di produzione e le scene di raccolta dei chicchi.
    Nel XIX secolo, è stato rappresentato in dipinti di genere d’epoca, rappresentando le scene di vita quotidiana e le abitudini degli abitanti delle città.

    Alcuni artisti contemporanei hanno utilizzato il caffè come elemento artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere nera come materiale.
    E’ stato anche utilizzato come fonte di ispirazione per la creazione di alcune opere letterarie, poesie, musica e film perché rappresenta un’esperienza universale di socializzazione e convivialità.

    La polvere nera, foto da internet
    La polvere nera, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Curiosità e notizie interessanti sulla polvere nera

    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia:

    • Introdotto in Europa dai commercianti veneziani nel XV secolo e si diffuse rapidamente in tutta Europa diventando una delle bevande più popolari.
    • Bandito in diversi paesi in diverse epoche storiche. Ad esempio, in Arabia nel 1511, in Venezia nel 1615 e in Cina nel 1740.
    • La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, ma oggi è coltivata in tutto il mondo, con Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia che rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale.

    • Utilizzato come moneta nell’antichità, in alcune culture.
    • Utilizzato come mezzo di scambio commerciale, perché era considerato un bene prezioso e di grande importanza economica.

    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia, foto da internet
    E’ stato scoperto per la prima volta in Etiopia nel IX secolo, ma non è stato utilizzato come bevanda fino al XII secolo in Arabia, foto da internet

    • Utilizzato come medicina nell’antichità, per trattare malattie come la depressione, la gotta e le emicranie.
    • Utilizzato come stimolante per gli studenti e per i lavoratori, poiché aumenta la concentrazione e la resistenza.
    • Utilizzato come elemento di raffigurazione in molte arti, come la pittura, la scultura, la letteratura e la musica.

    • Utilizzato come mezzo per incontrarsi e socializzare in molte culture, come il famoso “caffè al caffè” in Europa.
    • E’ uno dei prodotti più esportati al mondo.

    Il caffè ha una lunga e complessa storia, che ha visto l’uso di esso in molte culture, in molte forme e per molte ragioni. Queste curiosità e notizie interessanti mostrano come sia stato un elemento importante della cultura umana e come continua ad esserlo ancora oggi, infatti, il caffè e l’arte sono il binomio e la connessione di vissuti e di vizi, di preferenze e desideri.

    Gli artisti italiani e il caffè

    In Italia ci sono molti artisti e scrittori che hanno utilizzato il caffè come fonte di ispirazione o come elemento artistico nelle loro opere.
    Uno dei più famosi scrittori italiani legati alla polvere nera è senza dubbio Italo Calvino, che nella sua opera “Le città invisibili” descrive una città immaginaria chiamata “Eutropia” dove il caffè è un elemento fondamentale della vita quotidiana e sociale dei personaggi.

    Le città invisibili di Italo calvino, foto da internet
    Le città invisibili di Italo calvino, foto da internet

    Questo ingrediente è stato spesso raffigurato nella pittura italiana, sia come soggetto principale che come elemento di sfondo. Un esempio è il pittore vissuto a Venezia Giovanni Antonio Fasolo del ‘500, conosciuto per i suoi dipinti di scene di caffè. Come lui molti artisti contemporanei italiani hanno lo utilizzano come materiale artistico, creando opere d’arte come dipinti, sculture e installazioni utilizzando i chicchi o la polvere come materiale, dove il caffè e larte sono i protagonisti assoluti e indiscussi.

    In generale, il caffè è stato un elemento importante della cultura italiana e un’espressione della vita quotidiana e sociale, spesso rappresentato nell’arte e nella letteratura come simbolo di convivialità e di un’esperienza universale.

    L'atmosfera che può creare il momento di una tazza di caffè, foto da internet
    L’atmosfera che può creare il momento di una tazza di caffè, foto da internet

    In successione:

    Primo Levi, scrittore e chimico italiano, nel suo libro “Se questo è un uomo” descrive il caffè come una delle poche cose che gli dava conforto e speranza durante la sua prigionia nei campi di concentramento.
    Giuseppe Pontiggia, scrittore e giornalista italiano, nel suo libro “Il caffè del mattino” racconta la sua esperienza personale con il caffè, descrivendo come il caffè gli ha dato la forza e la motivazione per affrontare la vita quotidiana.

    Alessandro Baricco, scrittore e regista italiano, nel suo libro “Caffè” racconta la storia di un caffè dal 1817 al 1997, raccontando la storia e le tradizioni del caffè in Italia.
    • Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo italiano, nel suo libro “Storia del caffè” racconta la storia e la tradizione del caffè, dalle sue origini in Etiopia fino alla sua diffusione in Europa e in America.

    Dario Fo, foto da Wikipedia
    Dario Fo, foto da Wikipedia

    Dario Fo, scrittore, attore e premio Nobel per la letteratura italiano, nel suo libro “Mistero buffo” fa uso del caffè come metafora della vita.
    • Antonio Tabucchi, scrittore e docente italiano, nel suo libro “Sostiene Pereira” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita del protagonista, Pereira, rappresentando la sua solitudine e la sua nostalgia per la vita passata.

    Natalia Ginzburg, scrittrice italiana, nel suo libro “Lessico Famigliare” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita quotidiana della famiglia, rappresentando la convivialità e l’intimità.
    Umberto Eco, scrittore e semiotico italiano, nel suo libro “Il nome della rosa” descrive il caffè come un elemento chiave nella vita monastica, rappresentando la cultura e la conoscenza.

    Questi sono solo alcuni esempi di scrittori italiani che hanno scritto di caffè in modo diverso, ci sono molti altri autori che hanno utilizzato il caffè come elemento nella loro scrittura, rappresentando diversi aspetti culturali, sociali e personali.

    Le fasi dell' essicazione e tostatura dei chicchi di caffè, foto da internet
    Le fasi dell’ essicazione e tostatura dei chicchi di caffè, foto da internet, articolo: Caffè e l’arte, la polvere nera dal 701 d.C.

    Cinema e la polvere nera

    Il cinema e il caffè sono due esperienze spesso associate tra loro; è spesso servito nelle sale cinematografiche come una bevanda per accompagnare la visione del film. I coffee Bistrot e i bar che proiettano film dal vivo, sono un’altra forma di intrattenimento popolare.

    Spesso compagnato alla cultura del cinema, con molte scene di film che si svolgono in caffetterie o bar.
    Fonte di ispirazione per molti registi e sceneggiatori; spesso le caffetterie sono state usate come ambientazione per molte scene di film, poiché rappresentano luoghi di incontro e di socializzazione.

    La polvere nera è collegata alla creatività e alla produttività, ed è stata impiegata come metafora per rappresentare il processo creativo della sceneggiatura e della regia, sotto ogni forma di arte.
    Ci sono molti film che includono scene in cui i personaggi bevono caffè, alcuni esempi includono:

    • “La Dolce Vita” di Federico Fellini, in cui il personaggio principale, interpretato da Marcello Mastroianni, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e osserva la vita intorno a lui.
    • “The Godfather” di Francis Ford Coppola (Il padrino), in cui il personaggio di Marlon Brando, Vito Corleone, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre discute affari e pianifica la sua ascesa nella criminalità organizzata.

    • “The Third Man” di Carol Reed (Il terzo uomo), in cui il personaggio di Orson Welles, Harry Lime, è spesso visto seduto in una caffetteria di Vienna mentre discute affari e intrattiene i suoi amici.
    • “Midnight in Paris” di Woody Allen, in cui il personaggio principale, interpretato da Owen Wilson, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre scrive e incontra alcuni dei più grandi scrittori e artisti del passato.

    Lavorazione dei chicchi per creare la polvere nera, foto da internet
    Lavorazione dei chicchi per creare la polvere nera, foto da internet

    Mi vengono in mente altre scene, inquadrature, contesti che riportano a questa bevanda, come traino, strumento e mezzo di condivisione, di vizio, di sfogo oppure semplicemente di gola:

    • “The Big Lebowski” di Joel e Ethan Coen ( Il grande lebowski), in cui il personaggio di Jeff Bridges, “The Dude”, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre beve caffè e cerca di risolvere un caso di scambio di persona.
    • “The Graduate” di Mike Nichols  (Il laureato), in cui il personaggio principale, interpretato da Dustin Hoffman, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre medita sulla sua vita e sulla sua relazione con una donna più anziana.

    • “Groundhog Day” di Harold Ramis (Ricomincio da capo),in cui il personaggio principale, interpretato da Bill Murray, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre ripete lo stesso giorno all’infinito.
    • “The Social Network” di David Fincher, in cui il personaggio di Jesse Eisenberg, Mark Zuckerberg, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre sviluppa e lancia il sito di Facebook.

    • “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, in cui il personaggio di Ralph Fiennes, Gustave H, è spesso visto seduto in una caffetteria mentre intrattiene i suoi amici e ospiti dell’hotel.
    • “The Shawshank Redemption” di Frank Darabont (Le ali della libertà), in cui i personaggi principali, interpretati da Tim Robbins e Morgan Freeman, sono spesso visti seduti nella caffetteria della prigione mentre discutono di speranza e riscatto.

    • “Goodfellas” di Martin Scorsese ( Quei bravi ragazzi), in cui i personaggi principali, interpretati da Robert De Niro e Ray Liotta, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre pianificano i loro crimini.
    • “The Breakfast Club” di John Hughes, in cui i personaggi principali, interpretati da Emilio Estevez, Judd Nelson e Molly Ringwald, sono spesso visti seduti in una caffetteria mentre discutono dei loro problemi e delle loro vite.

    Questi sono solo alcuni esempi di film famosi in cui il caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione. Ci sono molti altri film che hanno scene simili, potrei continuare la lista per pagine intere.

    caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell'ambientazione, foto da internet
    Caffè e le caffetterie sono un elemento importante della trama e dell’ambientazione, foto da internet

    Considerazioni finali, caffè e l’arte in ogni sua forma e genere

    E’ stato a lungo utilizzato come stimolante per aumentare la concentrazione e la resistenza, nonché come mezzo per incontrarsi e socializzare.
    In alcune culture, il caffè è stato abbinato all’idea di seduzione e corteggiamento, poiché è stato tradizionalmente consumato in luoghi pubblici come caffè e ristoranti. Tuttavia, questa è un’interpretazione culturale e non ci sono prove scientifiche che dimostrino un legame tra caffè e comportamenti sessuali.

    In generale, il caffè è stato tradizionalmente consumato come una bevanda comune e non ha una connotazione sessuale. E’ importante evitare di associare il caffè ad usi non appropriati e rispettare la cultura e le tradizioni di ogni paese.

    La polvere nera, caffè e l'arte, profumi,aroma e seduzione, foto da internet
    La polvere nera, caffè e l’arte, profumi,aroma e seduzione, foto da internet

    La polvere nera e la seduzione possono essere coinvolti in diversi modi. Il caffè, come bevanda sociale, un pretesto per incontrare qualcuno in un ambiente informale e casuale, impiegato come elemento seduttivo, ad esempio offrendo una tazza di caffè caldo e profumato come gesto di cortesia e generosità verso una persona di interesse.
    Il gusto del caffè può anche essere connotato come metafora per la seduzione, poiché può essere forte e deciso, oppure delicato e sottile, a seconda delle preferenze della persona.

    Come per la seduzione, il gusto del caffè può essere piacevole o meno a seconda delle preferenze personali.
    Inoltre, questa bevanda può essere adoperata come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, come un appuntamento a lume di candela in una caffetteria. In questo senso si può parlare di un gioco di gusti.

    Un gioco di complicità, di condivisione, di profumi, caffè e l'arte come forma di intrigo e sintonia foto da internet
    Un gioco di complicità, di condivisione, di profumi, caffè e l’arte come forma di intrigo e sintonia foto da internet

    In sintesi, il caffè e  la seduzione possono essere collegati in diversi modi, sia come pretesto per incontri casuali, come elemento seduttivo, come metafora per la seduzione e come strumento per creare un’atmosfera intima e romantica, in un gioco di percezioni gustative, aggiungo che fare un buon caffè è una gustosa forma d’arte.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

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