Lo Champagne Experience è alle porte per sedurre con tutte le bollicine francesi
di Carol Agostini
Lo Champagne Experience 2024, che si terrà il 20 e 21 ottobre a ModenaFiere, rappresenta un appuntamento imperdibile per gli amanti dello champagne e i professionisti del settore. Con oltre 150 produttori partecipanti, tra grandi maison e piccoli vigneron, la manifestazione offre la possibilità di degustare più di 800 etichette, suddivise in base alle principali zone di produzione della Champagne. Saranno presenti espositori di fama mondiale, e sarà possibile scoprire le ultime tendenze e le tecniche di produzione sostenibile, come l’agricoltura biologica e biodinamica, adottate da molte delle cantine presenti.
Modena si conferma una sede ideale per eventi di questo tipo, grazie alla sua posizione strategica nel cuore dell’Italia e alla sua tradizione enogastronomica. Durante l’evento, sono previste anche masterclass e seminari guidati da esperti internazionali, oltre a incontri con critici, buyer e importatori, il che rende l’evento una vetrina di networking per gli operatori del settore.
Lo Champagne Experience non è solo un viaggio tra le bollicine, ma anche un’immersione nella cultura dello champagne, un vino legato alla storia, alla leggenda e al territorio della regione francese da cui prende il nome. La Champagne, situata nel nord-est della Francia, ha una lunga tradizione vitivinicola che risale all’epoca romana, ma è diventata celebre nel XVII secolo grazie alla figura leggendaria di Dom Pérignon, un monaco benedettino che perfezionò il metodo champenoise, il processo di spumantizzazione che conferisce al vino le sue caratteristiche bollicine.
Oltre alla degustazione, l’evento offrirà un’area ristorazione curata dagli chef di “Modena a Tavola”, con un menu ricco di piatti della tradizione modenese, unendo così due eccellenze: lo champagne e la gastronomia italiana.
Per i visitatori, sarà disponibile un servizio di navetta gratuito da e per la stazione ferroviaria di Modena, rendendo facile l’accesso a ModenaFiere. La partecipazione richiede l’acquisto dei biglietti in anticipo, dato il grande afflusso previsto.
Questa edizione si distingue anche per l’attenzione alla sostenibilità, con numerosi produttori che hanno scelto di adottare pratiche rispettose dell’ambiente, confermando che il futuro della viticoltura guarda sempre più alla responsabilità ambientale.
Lo Champagne Experience 2024 è una celebrazione del mondo dello champagne, un’occasione unica per scoprire le sfumature di uno dei vini più prestigiosi al mondo e per immergersi in una cultura che fonde tradizione, innovazione e lusso.
Concorso Internazionale Enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme”: Un Incontro di Eccellenza tra Vitigni e Cultura Vinicola
di Carol Agostini
Nel vasto panorama enologico internazionale, il concorso “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” rappresenta uno degli eventi più prestigiosi dedicati a due delle varietà di uva più conosciute e apprezzate al mondo: il Merlot e il Cabernet. La manifestazione, organizzata ogni anno a Bergamo, in Italia, non è solo un’occasione per celebrare il vino, ma anche un momento di confronto tra culture vinicole diverse, unite dalla passione per la qualità e l’innovazione. Questo evento, che raccoglie vini da ogni angolo del globo, rappresenta un omaggio ai vitigni che hanno modellato l’industria vinicola mondiale e continua a farlo anno dopo anno.
Il Fascino del Concorso “Emozioni dal Mondo”
Dal 2005, il concorso internazionale enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” riunisce produttori, esperti e appassionati del vino in un evento unico nel suo genere. Organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio, in collaborazione con l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e con il patrocinio di enti pubblici e privati, l’evento si svolge in provincia di Bergamo, una delle zone vinicole emergenti del nord Italia.
La particolarità del concorso risiede nel fatto che i vini protagonisti sono tutti ottenuti da almeno l’85% di uve Merlot e/o Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc, due vitigni che hanno scritto la storia del vino sia in Europa che nel resto del mondo. Ogni anno, centinaia di produttori inviano i propri vini da oltre 30 paesi per partecipare a questa competizione, che offre un palcoscenico internazionale per mettere in luce la qualità e la diversità delle produzioni basate su questi vitigni iconici.
Merlot e Cabernet: Due Protagonisti del Mondo Vinicolo
Per comprendere appieno l’importanza di questo concorso, è essenziale esplorare le caratteristiche e il ruolo che i vitigni Merlot e Cabernet hanno giocato nella storia del vino.
Il Merlot: Eleganza e Morbidezza
Il Merlot è uno dei vitigni più coltivati al mondo, apprezzato per la sua capacità di dare vita a vini morbidi, rotondi e dal carattere fruttato. Originario della regione di Bordeaux, in Francia, il Merlot si distingue per la sua versatilità e capacità di adattarsi a diversi terroir, contribuendo a creare vini di grande fascino. Il Merlot è spesso associato a note di frutti rossi maturi come ciliegie, prugne e more, arricchite da toni speziati e cioccolatosi nelle versioni invecchiate.
È un vitigno che si presta sia alla vinificazione in purezza sia all’assemblaggio, dove spesso apporta morbidezza e rotondità ad altri vini più strutturati.
La popolarità del Merlot ha superato i confini francesi, trovando una seconda patria in paesi come l’Italia, gli Stati Uniti (particolarmente in California e Washington), il Cile e l’Australia. La sua capacità di adattarsi a climi diversi e di esprimere caratteristiche uniche a seconda del terroir lo rende un vitigno estremamente apprezzato sia dai produttori che dai consumatori.
Il Cabernet Sauvignon: Struttura e Longevità
D’altro canto, il Cabernet Sauvignon è universalmente riconosciuto come uno dei vitigni più nobili del mondo. Anche questo vitigno ha le sue origini a Bordeaux, dove è spesso utilizzato insieme al Merlot per creare i famosi vini della regione. Il Cabernet Sauvignon si distingue per la sua struttura tannica, la sua longevità e la complessità aromatica, che varia dai frutti neri come ribes e mirtilli, alle spezie, al tabacco, al cuoio, fino alle note erbacee e mentolate.
Grazie alla sua buccia spessa e al suo elevato contenuto di tannini, il Cabernet Sauvignon produce vini con un’ottima capacità di invecchiamento. Nel corso degli anni, questi vini sviluppano una complessità straordinaria, con l’integrazione perfetta di frutta, spezie e componenti terziarie. Oltre alla Francia, dove è il re indiscusso dei vini di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon è coltivato con successo in numerosi altri paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti, il Sudafrica, l’Australia e il Cile.
Il Ruolo dell’Assemblaggio: Merlot e Cabernet Insieme
La combinazione di Merlot e Cabernet è una delle più celebri e iconiche della storia del vino, soprattutto nella regione di Bordeaux. Questi due vitigni si completano a vicenda: il Merlot apporta morbidezza, rotondità e frutto, mentre il Cabernet contribuisce con struttura, tannini e capacità di invecchiamento. È questa sinergia tra i due vitigni che ha dato vita ai grandi vini di Bordeaux, e che è celebrata con tanta passione nel concorso “Emozioni dal Mondo”.
L’arte dell’assemblaggio tra Merlot e Cabernet non è tuttavia limitata alla Francia. Questo blend è stato adottato con grande successo in altre parti del mondo, dove i produttori sperimentano diverse percentuali e tecniche per esaltare le caratteristiche uniche dei due vitigni, creando vini che riflettono il terroir locale pur mantenendo la firma inconfondibile del blend Merlot-Cabernet.
Il Concorso: Oltre il Vino
Seppur focalizzato su Merlot e Cabernet, il concorso “Emozioni dal Mondo” è molto più di una semplice competizione enologica. Ogni anno, l’evento diventa un’opportunità di incontro e scambio tra professionisti del settore, con degustazioni, seminari e conferenze che esplorano le nuove tendenze del mercato, le tecniche di vinificazione all’avanguardia e l’importanza della sostenibilità nella produzione vinicola.
Uno degli aspetti più interessanti del concorso è la giuria internazionale.Composta da enologi, giornalisti, sommelier e esperti del settore provenienti da tutto il mondo, la giuria valuta i vini partecipanti attraverso una degustazione alla cieca, garantendo imparzialità e rigore. I vini vengono giudicati non solo per la loro qualità intrinseca, ma anche per la loro capacità di emozionare, un criterio che pone l’accento sulla connessione emotiva che un vino può creare con chi lo degusta.
I premi assegnati durante il concorso sono un riconoscimento importante per i produttori, poiché offrono visibilità internazionale e la possibilità di entrare in nuovi mercati. Le categorie principali comprendono le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, ma vengono assegnati anche riconoscimenti speciali per i vini che si distinguono per particolari caratteristiche o innovazioni.
L’Impatto sul Territorio
Nonostante la vocazione internazionale del concorso, l’evento ha anche un forte impatto sul territorio locale. Bergamo e la sua provincia, con le sue colline e vigneti, sono diventate una destinazione sempre più apprezzata dagli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Il concorso contribuisce a promuovere l’immagine del territorio come una zona di eccellenza vinicola, mettendo in luce non solo i produttori locali, ma anche le ricchezze storiche, culturali e gastronomiche della regione.
Il Valcalepio, il vino simbolo della zona, è spesso protagonista durante il concorso, permettendo ai partecipanti di scoprire una delle denominazioni più interessanti del panorama vinicolo lombardo. Ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, il Valcalepio rappresenta un perfetto esempio di come i vitigni internazionali possano essere interpretati in modo originale e autentico in un contesto locale.
Il concorso internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” è una celebrazione dell’eccellenza vinicola, che unisce produttori e appassionati di vino da tutto il mondo. Attraverso la competizione, i vini a base di Merlot e Cabernet trovano una vetrina prestigiosa dove esprimere la propria unicità e qualità, mentre la giuria internazionale garantisce un giudizio imparziale e rigoroso.
L’evento non solo promuove i vini di eccellenza, ma favorisce anche il dialogo e lo scambio tra culture vinicole diverse, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per questi due vitigni iconici. Il concorso rappresenta, infine, un’opportunità per il territorio di Bergamo di affermarsi sempre più come una meta di riferimento per il turismo enologico e culturale, consolidando il suo ruolo nel panorama vinicolo internazionale.
Raffaele D’Angelo e la sua accademia enogastronomica
di Carol Agostini
Raffaele D’Angelo è il fondatore e direttore della Wine&Food Academy di Parma, un’organizzazione che promuove la cultura enogastronomica locale ed è strettamente legata alla tradizione della Food Valley, la zona nota per le eccellenze alimentari italiane come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Parma, riconosciuta come Città Creativa per la Gastronomia dall’UNESCO, è il contesto perfetto per la sua iniziativa, che riunisce esperti del settore enogastronomico, imprenditori, accademici e appassionati del buon cibo e vino.
La Wine&Food Academy organizza una serie di incontri e degustazioni che coinvolgono personalità di rilievo del mondo del vino e della gastronomia. L’obiettivo principale è creare un luogo di scambio di idee e promuovere le eccellenze del territorio, coinvolgendo non solo i professionisti del settore, ma anche il pubblico attraverso eventi gratuiti e aperti a tutti.
Questi appuntamenti hanno un forte taglio culturale e didattico, puntando a sensibilizzare sui temi della qualità e della sostenibilità dei prodotti alimentari, sia a livello locale che nazionale.
D’Angelo è noto per il suo impegno nella diffusione della cultura enogastronomica e per il suo lavoro con professionisti di rilievo, tra cui sommelier, giornalisti e accademici. La Wine&Food Academy non è solo una piattaforma per la promozione del buon cibo, ma un vero e proprio punto di incontro per discutere del futuro dell’enogastronomia italiana e del suo ruolo in un contesto globale
Wine&Food Academy: un nuovo anno di sapori e di cultura enogastronomica
Wine&Food Academy, nata a Parma nel 2016 come centro di promozione della cultura del buon cibo e del buon vino, annuncia il programma 2024-2025, ricco di eventi che esplorano l’universo enogastronomico in profondità. L’associazione, recentemente trasformata in APS, rinnova il suo impegno con una serie di incontri che vedranno protagonisti produttori, viticoltori, giornalisti e artigiani del gusto.
Gli eventi della stagione
La stagione 2024-2025 si apre con una serie di incontri che spaziano dal cibo al vino, toccando temi culturali, storici e scientifici. Tra gli appuntamenti principali:
• 26 settembre 2024: “Il ruolo del pediatra nell’educazione alimentare del bambino”, un incontro dedicato alla prevenzione dell’obesità infantile, in collaborazione con il Circolo ARCI Golese. (già svolto)
• 27 ottobre 2024: l’evento a San Giorgio in Piano (BO) vedrà protagonisti i vitigni resistenti della Toscana con la partecipazione del produttore Roberto Droandi e della presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini.
• 22 Novembre 2024: degustazione dedicata alla Barbera, con un confronto tra i territori del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, guidato da sommelier esperti.
• 7 Febbraio 2025: “I grandi maestri del vino” ha garantito la partecipazione Walter Massa, pioniere del Timorasso, uno dei vitigni autoctoni più pregiati dei colli tortonesi.
• Marzo 2025: anteprima della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025 presentata da Daniele Cernilli, in arte Doctor Wine, con degustazione di bollicine regionali.
• 1 Giugno 2025: evento conclusivo “Le perle dell’Emilia”, una mostra mercato all’aperto con i migliori vini emiliani, accompagnata da una masterclass e un concerto jazz.
La maggior parte degli eventi si terrà presso la Trattoria Gatto Gambarone a Noceto (PR). Patrocini: Consorzio del Parmigiano Reggiano, FenImprese Bologna e Circolo ARCI Golese. In collaborazione con: Osteria Gatto Gambarone, Sant’Ilario Rappresentanze, Arte & Gusto Suites, SALCAL (Salumi di Calabria), Amaro Milone, SA MURTA e Rotary Club San Giorgio di Piano Giulietta Masina
Wine&Food Academy, APS dal 2024, Strada Baganzola, 189/A 43126 Baganzola (PR) si propone di diffondere la cultura enogastronomica attraverso eventi che combinano il sapere e il sapore, nel cuore pulsante dell’Emilia, Parma – Città creativa UNESCO per la gastronomia.
Per maggiori informazioni e per eventuali chiarimenti: Email: info@wineandfoodacademy.it cell. 3281275933 Raffaele D’Angelo
Scoperta sensoriale e tradizione gastronomica al Casale della Mandria: un’esperienza multisensoriale con Carol Agostini e Giuseppe Verri
redazione
Situato tra le pittoresche colline di Lanuvio, nel cuore del Lazio, il Casale della Mandria rappresenta un’oasi di tranquillità e bellezza naturale, ma anche un punto di riferimento per chi desidera immergersi in un’esperienza autentica, che mescola arte, agricoltura e cucina di alta qualità. Con una lunga tradizione alle spalle e un legame profondo con il territorio circostante, il Casale incarna alla perfezione come la cultura rurale italiana possa intrecciarsi con l’innovazione nel campo delle esperienze sensoriali. In questo contesto incantevole, il 25 ottobre si terrà un evento imperdibile, che esplorerà l’universo dei sensi, guidato da due figure eccezionali: Giuseppe Verri e Carol Agostini.
Giuseppe Verri: tra arte scultorea e gastronomia
Giuseppe Verri, originario di Lanuvio, è una figura emblematica sia nel panorama artistico che in quello enogastronomico. Con oltre trent’anni di esperienza, Verri è rinomato per la sua abilità di unire due discipline apparentemente lontane: la scultura e la cucina. Queste arti, nelle mani di Verri, si fondono armoniosamente, dando vita a creazioni che stimolano non solo la vista ma anche il palato.
Verri ha esposto le sue opere in tutto il mondo, sia come chef che come scultore, lasciando un segno profondo nel panorama internazionale grazie al suo approccio multidisciplinare. La sua carriera artistica si ispira alla natura e alla materia, con sculture che celebrano la terra e le forme organiche, esplorando la relazione tra corpo umano e ambiente naturale.
Anche la sua cucina riflette questa passione per la materia e l’estetica. Ogni piatto è concepito come una piccola opera d’arte, dove gli ingredienti locali e stagionali sono trattati con grande cura e rispetto, creando esperienze gustative che sfidano i sensi. Per Verri, la cucina è la forma più alta di espressione creativa, capace, proprio come la scultura, di toccare i cuori delle persone. Al Casale della Mandria, Verri riesce a realizzare una visione olistica che unisce le sue passioni: l’arte, la gastronomia e l’agricoltura.
Carol Agostini: un’esperta del mondo sensoriale
Accanto a Giuseppe Verri, nell’organizzazione di questo straordinario evento, c’è Carol Agostini, una professionista versatile e appassionata. Carol Agostini ha una carriera consolidata nell’ambito dell’enogastronomia e delle esperienze sensoriali. Oltre ad essere sommelier internazionale, Agostini è fondatrice di FoodandWineAngels, un’agenzia che offre consulenza alle aziende del settore alimentare. È anche direttrice del magazine Papillae.it, un portale dedicato alla scoperta e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano.
Agostini ha fatto dell’educazione sensoriale la sua missione principale, insegnando come cibo e vino possano essere apprezzati come vere e proprie opere d’arte. Secondo lei, ogni ingrediente e ogni sapore devono essere vissuti attraverso un’esperienza sensoriale completa che coinvolga tutti i sensi. Agostini si dedica a potenziare la percezione sensoriale, aiutando le persone a migliorare il proprio modo di vivere il cibo e il vino e, in generale, il mondo che le circonda.
I sensi: il canale attraverso cui comprendiamo la realtà
I cinque sensi – vista, udito, olfatto, tatto e gusto – sono le finestre attraverso cui esploriamo il mondo. Tuttavia, oltre a questi sensi ben noti, esistono altre modalità di percezione meno conosciute, come il senso dell’equilibrio (vestibolare) e la propriocezione, che ci consente di essere consapevoli della posizione del nostro corpo nello spazio. Attraverso questi canali sensoriali, possiamo cogliere la complessità e la ricchezza del mondo, in particolare del cibo.
Uno dei sensi più potenti e affascinanti è senza dubbio l’olfatto, strettamente legato alle emozioni e ai ricordi. La memoria olfattiva ha un potere evocativo straordinario, capace di riportare alla mente ricordi vividi e lontani con una precisione sorprendente. Un semplice profumo può richiamare alla mente esperienze passate, grazie alla connessione diretta tra il sistema olfattivo e le aree cerebrali che regolano la memoria e le emozioni, come il sistema limbico.
Anche il gusto ha una capacità evocativa simile. La memoria gustativa risveglia sensazioni profonde, legate non solo a ciò che si mangia, ma anche al contesto in cui quel sapore è stato sperimentato. Durante l’evento al Casale della Mandria, Giuseppe Verri sfrutterà queste connessioni per creare piatti che non solo deliziano il palato, ma stimolano ricordi ed emozioni, offrendo un’esperienza culinaria unica.
L’evento del 25 ottobre: una serata dedicata ai sensi.
L’evento del 25 ottobre, intitolato “I sensi a tavola”, offrirà un’opportunità straordinaria di immergersi in un’esperienza multisensoriale innovativa. Sotto la guida di Carol Agostini, i partecipanti esploreranno non solo i sensi più tradizionali, ma anche quelli meno conosciuti come la propriocezione e il senso dell’equilibrio.
Il programma prevede una parte introduttiva sui vari sensi, seguita da attività pratiche che dimostreranno come i sensi possono essere ingannati o interagire tra loro. Per esempio, esperimenti gustativi e olfattivi mostreranno come il sapore di un alimento possa essere percepito diversamente in base agli stimoli visivi o olfattivi che lo accompagnano. La serata si concluderà con un’esperienza sensoriale completa, in cui i partecipanti saranno immersi in una combinazione di stimoli visivi, acustici, olfattivi e gustativi. Al termine, ci sarà spazio per una riflessione collettiva, in cui i partecipanti potranno condividere le proprie sensazioni e scoperte.
Il territorio e la sua influenza
Lanuvio, incastonata nel cuore dei Castelli Romani, è una terra ricca di storia e tradizione enogastronomica. Il clima mite e la fertilità del suolo rendono questo territorio un luogo ideale per la produzione di eccellenti prodotti tipici. Il Casale della Mandria rispetta appieno questa tradizione, utilizzando ingredienti locali e stagionali per offrire un’esperienza gastronomica autentica. La filosofia di Giuseppe Verri è quella di valorizzare al massimo le risorse del territorio, proponendo piatti che seguono il ritmo delle stagioni e che rispettano la natura circostante.
Una serata da non perdere
Il costo dell’evento è di 50 euro a persona e include l’intero percorso sensoriale, insieme a una cena che promette di essere un vero viaggio nel mondo dei sapori, grazie alla creatività e alla maestria di Giuseppe Verri. L’evento è pensato anche per i più piccoli, con attività sensoriali e un menù dedicato ai bambini, per stimolare la loro curiosità verso il cibo e i sensi.
Per partecipare, è necessario prenotare effettuando il pagamento tramite bonifico bancario, i cui dettagli verranno forniti dall’organizzazione.
Questa serata rappresenta un’occasione unica per chi desidera vivere un’esperienza diversa, in cui mente e corpo vengono coinvolti in un percorso di scoperta sensoriale. Il 25 ottobre, al Casale della Mandria, preparatevi a vivere un evento che cambierà il vostro modo di percepire il mondo, grazie alla straordinaria sinergia tra l’arte culinaria di Giuseppe Verri e la profonda conoscenza sensoriale di Carol Agostini. Non lasciatevi sfuggire questa imperdibile avventura multisensoriale!
Una Degustazione “cieca” per dimostrare che del marzemino ci si può fidare sia per coltivarlo, che per vinificarlo, venderlo e naturalmente berlo!
La fantasia e l’impeccabile organizzazione di Sergio Valentini, eclettico ristoratore del Ristorante “Le Tre Chiavi” di Isera in stretta collaborazione con un tiepido pomeriggio di fine estate e un poco di clemenza da parte di Giove pluvio, hanno consentito di mettere a fuoco lo stato dell’arte relativo al vitigno più identitario ma anche più fragile della Vallagarina.
La sua storia ha conosciuto alterne fortune e il suo nome ha avuto eco indiscussa a causa di quel verso del Don Giovanni di Mozart nel quale si cita “l’eccellente marzemino”. Che sia tutto da dimostrare il legame storico dell’opera con il vitigno è un dato provato da numerosi studi, più certo è invece che il nome di quest’uva si sia trasformato nel tempo grazie alla vocazionalità della Vallagarina.
Qui infatti il marzemino si definisce “gentile” forse per differenziarlo da parenti veneti o friulani che hanno dimostrato minor finezza nel prodotto finale; la Vallagarina invece ne ha ingentilito il carattere affinando l’eleganza delle sue qualità originali. “il Marzemino…offre un gran vantaggio ai viticoltori lagarini – scriveva Mancinelli nel 1933 – quello di produrre bene solo nella loro valle” (da “La Vallagarina e il Marzemino”, Ed Stella 1999)
In Trentino questa varietà copre una superficie che non raggiunge il 3% dell’intero vigneto provinciale e si concentra nei settori più meridionali della provincia in particolare nei dintorni di Rovereto dove si estendono le Denominazioni Trentino Doc Marzemino (dal 1971) e Trentino Superiore Doc con identificazione delle due Sottozone Isera e Ziresi.
Al panoramico balcone, davvero in senso stretto, aperto sulla valle solcata dall’Adige ancora verdeggiante, si sono affacciati 16 marzemino di differenti tipologie e annate in un “Ottagono delle meraviglie” cui hanno partecipato produttori, enologi, addetti ai lavori e sommelier. L’obiettivo, oltre a quello di celebrare “La Vigna eccellente”, l’evento biennale fortemente voluto dal Comune di Isera che premia il miglior vigneto (un premio al lavoro in vigna, non al vino) di marzemino, aveva lo scopo di approfondire la conoscenza del vitigno nelle sue produzioni più attuali e di diffondere, obiettivo pienamente raggiunto, la consapevolezza che del marzemino ci si può fidare sia per coltivarlo, che per vinificarlo, venderlo e naturalmente berlo!
Trascurato dalle strategie di marketing e in qualche caso espiantato per far posto a varietà più remunerative, il marzemino, fino alla recente parabola discendente dal precipitare della quale sembrerebbe arduo riprendere quota, aveva conosciuto tempi brillanti ai quali si tenta di ritornare con buona pace di tutti i detrattori. Visti i risultati della degustazione di Isera, a bottiglie rigorosamente coperte, la strada giusta sembrerebbe imboccata. Il marzemino ha saputo sorprendere molto positivamente tutti per pulizia, corpo e coerenza con la varietà; le differenti interpretazioni non hanno fatto che evidenziarne i tratti più tipici.
A partire dai più semplici d’annata vinificati tradizionalmente fino ai più complessi Superiori, arricchiti da una contenuta resa per ettaro, da un prolungato affinamento e in qualche caso da una surmaturazione o da un breve appassimento di una percentuale delle uve, tutti i campioni degustati hanno raccolto consensi dimostrando che sia di Isera o dei Ziresi il Marzemino della Vallagarina è davvero gentile e piacevole sempre.
Le conclusioni del breve dibattito seguito alla degustazione sono sintetizzabili nell’ auspicio e nell’impegno affinchè questa varietà torni a produrre in quello che è il suo areale più vocato, un vino dal forte legame con il territorio: un vino da bere tutti i giorni, color rubino lucente, dal profumo di ciliegia e violetta con tannini delicati, adatto all’abbinamento soprattutto con la cucina trentina, quella della polenta e funghi o degli strangolapreti. Il suo valore aggiunto? Al marzemino non è obbligatorio chiedere di aspettare per anni in cantina, un’occasione per un marzemino si trova tutti i giorni.
TRENTINO DOC MARZEMINO 2021 – Lorenzo Bongiovanni
Rosso rubino leggermente trasparente. Naso varietale con prevalenza di sentori floreali e fruttati. L’ingresso in bocca di questo 2021 è già morbido ma conserva un ottimo slancio fresco che introduce un sorso dal tannino leggero. In chiusura emergono le tipiche note speziate.
Un Marzemino perfettamente rispondente alla varietà e alla tradizione della Vallagarina.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO D’ISERA ETICHETTA VERDE 2021 – Cantina Isera
Il colore è impenetrabile, frutto di una attentissima selezione delle uve e di una severa quanto accurata vinificazione. Olfatto di frutta scura, ciliegia e prugna legati da tocchi speziati e decisa scia minerale. Deciso e vivace l’ingresso di bocca che evolve in un gusto armonico e persistente.
Vino iconico, che da sempre incarna i progetti di qualità della cantina di Isera.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO D’ISERA 2021 – Az. Agricola Marco Tonini
Rubino fitto dal riflesso violaceo. Naso ricco di frutti rossi con la ciliegia e la mora in evidenza arricchito da tocchi floreali di viola, spezie ed erbe aromatiche. L’ingresso di bocca fresco e ancora croccante annuncia una beva coerente, armonica e piacevole, dalla tannicità moderata.
Prodotto esclusivamente dai vigneti cru di proprietà “Brom”, “Penìm” e “Braile”
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO DEI ZIRESI Rikrea 2020 – Az. Agricola Matté
Calice color rubino di buona trasparenza. Sentori fruttati di ciliegia matura si alternano a note in evoluzione di chiodi di garofano e caffè che testimoniano la surmaturazione delle uve in vigna e il passaggio in legno. Il sorso è elegante e ancora vivace con una chiusura che richiama le spezie dolci.
Vino prodotto con uve surmaturate in pianta e sottoposte a breve appassimento.
TRENTINO SUPERIORE DOC MARZEMINO DEI ZIRESI 2021 – Maso Salengo
Colore rubino impenetrabile. Olfatto complesso con tocchi floreali e prevalenza delle note di ciliegia in confettura. Coerente il sorso che entra fresco e si fa ampio, intenso e armonico grazie alla tannicità delicata. La lunga persistenza lascia una piacevole scia speziata
Marzemino che nasce nel cuore della Sottozona dei Ziresi da antiche viti a pergola doppia.
Fèlsina, una famiglia, vini e terroir strepitoso toscano
di Adriano Guerri
Lo scorso 21 settembre, Fisar Nazionale (Federazione Italiana Sommelier Alberghi Ristoranti) con il coordinamento di Fisar Italia Cento ha organizzato presso l’azienda vitivinicola Fèlsina una degustazione guidata di 11 Chianti Classico Gran Selezione provenienti dalle 11 UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) di questo straordinario lembo di Toscana. In collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico, l’Istituto Alberghiero B. Ricasoli di Colle Val d’Elsa, l‘Associazione Cuochi Senesi e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.
Ha moderato con grande destrezza l’esperto Sommelier e Presidente Emerito Fisar, Nicola Masiello, sono intervenuti la Dott.ssa Carlotta Gori, Direttore del Consorzio Vino del Chianti Classico, Roberto Donadini, Presidente Nazionale Fisar, il Dott. Simone Franceschi, Direttore della rivista “Il Sommelier”, rivista ed organo ufficiale di Fisar, il Dott. Marco Barbi Direttore Commerciale di Fèlsina.
La degustazione è stata guidata dai provetti Sommeliers Michele Cuto, Gianluca Passaponti, Giovanni D’Alessandro e Nicola Masiello. Un’occasione unica per celebrare il centenario del Consorzio Vino del Chianti Classico e dei primi 10 anni della tipologia “Gran Selezione”, legata alle UGA, nel suggestivo scenario come quello della barricaia di Fèlsina.
Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini degustati, propongo alcuni cenni sul Chianti Classico e su Fèlsina.
La zona di produzione del Chianti Classico è situata a cavallo tra le provincie di Siena e Firenze. I comuni del territorio senese, sono: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, e in parte, alcune zone dei comuni di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi, e quelli del territorio fiorentino, sono: Greve in Chianti e parte dei Comuni di Barberino Val d’Elsa/Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano val di Pesa.
Il Chianti Classico viene prodotto in tre tipologie: Chianti Classico (Annata), Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione. Il vitigno principe è il Sangiovese che da disciplinare può essere prodotto con la percentuale minima dell’80%, al completamento concorrono altri vitigni a bacca nera, sia autoctoni sia alloctoni, i principali sono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia Nera, il Merlot ed il Cabernet Sauvignon. Tuttavia, numerosi produttori optano per la purezza. Per la tipologia “Gran Selezione” la percentuale minima del Sangiovese sale al 90% ed il restante 10% potrà essere completato unicamente con i vitigni autoctoni autorizzati e, sarà in vigore dal 1° gennaio 2027.
Nel 1716, il Granduca di Toscana Cosimo III de’Medici in un editto aveva stabilito 4 zone in Toscana ad alta vocazione vitivinicola, tra cui il Chianti, una Doc ante litteram. Con le crescenti aree al di fuori del Chianti, alla zona originale le verrà conferito il suffisso “Classico” per differenziarsi come zona storica. La Denominazione di Origine Controllata risale al 1967, ma sarà nel luglio del 1984, l’anno in cui il Chianti Classico viene elevato con la meritatissima DOCG. Le dolci colline chiantigiane, punteggiate da ordinati vigneti, oliveti, cipressi, boschi che coprono il 65% del territorio, castelli, ville e suggestivi borghi tracciano un paesaggio di incomparabile fascino.
Come ci ha ricordato Carlotta Gori il Gallo Nero é il simbolo del Consorzio, che ha il preciso scopo di tutelare la promozione del Chianti Classico Gallo Nero.
La leggenda narra che per stabilire la fine di scontri armati, tra Firenze e Siena che si protraevano da anni, e per segnare i confini, avrebbero affidato la prova a due Cavalieri, partendo dalle rispettive città. Sarebbero dovuti partire al canto del gallo. I Senesi optarono per un gallo bianco e lo ingozzarono di becchime, mentre i Fiorentini per un gallo nero che tennero a digiuno. Nel punto, ove si fossero incrociati sarebbero stati marcati i confini tra le due province. Il gallo nero fiorentino, inizio a cantare molto prima di quello bianco senese, perché era affamato e l’incontro accadde a pochi km da Siena.
Il territorio del Chianti Classico è suddiviso in 11 aree specifiche chiamate UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) e sono: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina, San Donato in Poggio. Un lavoro meticoloso, durato anni per individuare le varie peculiarità naturali e umane di un territorio grande ma anche di un grande territorio, oltre agli aspetti pedoclimatici. Al momento le UGA si trovano in etichetta solamente con la tipologia “Gran Selezione”, un marchio registrato che non potrà essere utilizzato in altre denominazioni.
L’azienda vitivinicola Fèlsina si trova nel comune di Castelnuovo Berardenga, a poca distanza dall’incantevole Borgo, all’interno dell’areale del Chianti Classico, tuttavia, l’azienda vanta anche vigneti nella sottozona del Chianti Colli Senesi. Castelnuovo Berardenga è il comune più a sud di tutto l’areale del Chianti Classico, considerato il più senese, proprio per la sua vicinanza alla città. Il vitigno principe è sua maestà “ Sangiovese ” con il quale da sempre la Fattoria di Fèlsina ha dato origine a vini in purezza. L’azienda possiede circa un centinaio di ettari vitati, posti ad un’altitudine compresa tra i 350 e i 430 metri s.l.m.. Di proprietà, ormai da tre generazioni della famiglia Poggiali, originari di Ravenna. Una splendida realtà che ha saputo coniugare molto bene elevata qualità ed espressione di un meraviglioso terroir.
Ecco i vini:
1 Chianti Classico Gran Selezione 2020 Carpineto – Sangiovese 100% – Rubino intenso, emana sentori di frutti di bosco, frutta matura, vaniglia, spezie dolci, il sorso è fresco, avvolgente, coerente e persistente.
Sito di riferimento: https://www.carpineto.com/
2 Chianti Classico Gran Selezione Terrazze di San Leolino 2020 Fontodi – Sangiovese 100% – Rubino vivace, sprigiona note di mora, frutti di bosco, sottobosco e bacche di ginepro, gusto vibrante, rotondo, saporito e decisamente lungo.
Sito di riferimento: https://www.fontodi.com/
3 Chianti Classico Gran Selezione 2019 Fattoria Montecchio – Sangiovese 100% Rubino intenso, libera sentori di mora, ribes, floreale di violetta, poi tabacco e pepe, al palato è setoso, fresco, con tannini nobili, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: https://www.fattoriamontecchio.com/
4 Chianti Classico Gran Selezione Altiero 2019 – Sangiovese 100% – Rubino intenso e trasparente, sviluppa note di frutti rossi maturi, violetta, spezie, tabacco e note mentolate, attacco morbido, caldo, deciso e lungo.
Sito di riferimento: https://www.altieroinchianti.it/
5 Chianti Classico Gran Selezione Campolungo 2019 Lamole di Lamole– Sangiovese 100% – Rubino intenso, con sentori floreali di iris, ciclamino, prugna, cannella e chiodi di garofano, al gusto è rotondo, saporito e coerente.
Sito di riferimento: https://www.lamole.com/
6 Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2019 Rocca delle Macie– Sangiovese 100% – Rubino intenso, al naso svela note di frutti di bosco, ciliegia, prugna, spezie e nuances balsamiche, il sorso è avvolgente, vibrante e persistente.
Sito di riferimento: https://roccadellemacie.com/
7 Chianti Classico Gran Selezione 2019 Capannelle – Sangiovese 100% – Rubino intenso, rimanda sentori di viola, rosa, frutti rossi, tabacco e spezie, al gusto è accattivante, invitante, coerente e fine .
Sito di riferimento: https://web.capannelle.it/
8 Chianti Classico Gran Selezione Vigna Sessina 2019 Dievole – Sangiovese 100% – Rubino vivace, giungono note floreali di giaggiolo, arancia sanguinella, amarena e sottobosco, il sorso è setoso, leggiadro, duraturo e equilibrato.
Sito di riferimento: https://dievole.it/
9 Chianti Classico Gran Selezione Colonia 2019 Fèlsina – Sangiovese 100% – Rubino intenso, piacevoli note speziate, sandalo, lampone e ribes, il sorso è piacevolmente morbido, leggiadro, elegante, ammaliante e persistente.
Sito di riferimento: https://www.felsina.it/
10 Chianti Classico Gran Selezione 2019 La Sala del Torriano– Sangiovese 100% – Rubino trasparente, arrivano al naso note di frutti rossi, lampone, viola, iris, sottobosco, attacco tannico poderoso ma setoso, deciso, fresco, coerente e elegante.
Sito di riferimento: https://www.lasala.it/
11 Chianti Classico Gran Selezione Vigna il Corno 2017 Castello di Radda – Rubino tendente al granato, si percepiscono note di frutta matura, erbe officinali, spezie dolci, sottobosco, attacco caldo, setoso, tannini copiosi, austero, armonioso e durevole.
Sito di riferimento: https://www.castellodiradda.com/
Dopo la degustazione ci siamo recati nel prato di fronte all’Enoteca per assaporare alcuni prodotti tipici locali presenti su un ricco buffet e accompagnati da una selezione di vini dell’azienda Agricola Fèlsina.
Corte Anna, vini che ispirano poesia, parole e storia
di Elsa Leandri
Sirmione, perla delle penisole
E delle isole che appartengono a Nettuno,
Nel mezzo di laghi cristallini e mare aperto…
(Cit. Carme XXXI Catullo)
Così Catullo, quando torna dalla guerra in Bitania, si rivolge a Sirmione, luogo di pace e di serenità, nonché sua città natale e dimora della sua famiglia e nella quale riesce a trovare un confortante rifugio. Questo lembo di terra che si affaccia sul lago di Garda, celebre per il suo clima simile a quello mediterraneo, oltre ad essere meta turistica per la sua bellezza e per le celeberrime Grotte di Catullo, ha il vanto di proporre dei vini bianchi qualitativi, che rientrano nella denominazione Lugana, il cui vitigno protagonista è il Trebbiano di Lugana conosciuto anche come Turbiana.
Questa Doc che si estende a sud del lago, comprende cinque comuni di cui quattro (Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo) in Lombardia, in provincia di Brescia, e uno in Veneto (Peschiera), in provincia di Verona. La presenza di uva in questo territorio risale all’Età del Bronzo, così come è confermato dalla presenza di vinaccioli di Vitis Silvestris, ritrovati nelle palafitte site nel comune veronese.
Questa terra in origine paludosa e acquitrinosa, grazie all’opera di bonifica iniziata nel Quattrocento ha permesso di offrire le caratteristiche territoriali idonee, grazie alla natura pianeggiante e argillosa, per la coltivazione di questo particolare vitigno.
Per poter scoprire appieno questa denominazione è possibile seguire il percorso enoturistico che si estende per 45 km e che permette di avere una visione completa sia dei centri abitanti e delle loro opere artistiche, sia di visitare qualche cantina di Lugana Doc.
Una di queste è la Cantina Corte Anna, di proprietà di Anna Palvarini, che si trova proprio nel paese natio del succitato poeta latino.
Quest’azienda nasce nel 1978, in seguito all’acquisizione di 12 ettari, di cui 4 vitati. La volontà di questa incredibile donna di concentrare maggiormente le proprie energie verso la viticoltura ha fatto in modo che questa crescesse raggiungendo gli attuali 10 ettari impiantati principalmente con il celebre vitigno autoctono turbiana, anche se sono presenti alcuni ceppi di cabernet sauvignon.
Al di là delle parole quello che ci permette di scoprire più da vicino questa realtà è l’assaggio del Lugana Doc e della Riserva, così da poter capire appieno le sue caratteristiche.
Lugana Doc 2023
(Vinificazione e affinamento in acciaio)
Paglierino di media fittezza. Impatto olfattivo seducente che verte su richiami floreali di biancospino e caprifoglio, di timo, salvia e lemongrass e del suo tipico sentore di mandorla. Avvolgente inizialmente con cenni di pesca nettarina a cui sussegue un connubio tra freschezza e sapidità prolungandosi lungamente su un finale saporito dal flavor di scorza di pompelmo.
Antico Vigneto Lugana Riserva Doc 2020
(Affinamento in acciaio per 18 mesi su fecce fini)
Vivace dal color paglierino. Il giallo bouquet floreale di ginestra, mimosa si intreccia a ricordi d susina gialla, pesca e ananas. Elegante nei cenni balsamici, di mandorla tostata e di fieno. Spicca per la sua mineralità in bocca che regala una lunga chiusura su echi di scorza di cedro.
Questi due vini racchiudono le tipicità di questi prodotti: la presenza del profumo di mandorla, i richiami agrumati all’olfatto e, nel cavo orale, il dialogo tra la freschezza e la sapidità marcata accompagnato da un’avvolgenza iniziale.
La base è ideale per accompagnare i piatti della cucina a base di pesce di lago, come un’insalata di lenticchie con trota affumicata, mentre la Riserva la possiamo consigliare anche con formaggi come la toma piemontese o una fontina.
A questo punto non vi rimane che testare gli abbinamenti suggeriti e provarne anche altri!
Buona degustazione e Buon Appetito!
Sbraciami torna in città come l’evento gourmet più ardente dell’anno!
Lunedì 9 settembre, a partire dalle 19, l’appuntamento si terrà presso l’azienda agricola Casale della Mandria, situata nel pittoresco borgo di Campoleone in via Mediana Bonifica 23. Una squadra di chef di alto livello, tra cui alcuni stellati, darà vita a un vero spettacolo gastronomico, celebrando le tradizioni culinarie tra fuochi e fiamme.
Gustosi sapori si fonderanno con un’atmosfera conviviale, diventata ormai un appuntamento imperdibile per concludere l’estate ad Aprilia. Come ogni anno, l’evento avrà anche una finalità benefica, promuovendo la solidarietà.
Ideato dallo chef apriliano Marco Davi in collaborazione con Giuseppe Verri,titolare de Il Casale della Mandria, l’evento sarà caratterizzato da piatti rigorosamente cucinati al barbecue. Sarà possibile gustare focacce, carni appena grigliate, formaggi e dessert, il tutto accompagnato dai vini delle cantine locali. Le ricette degli chef prenderanno vita all’aperto, tra carboni ardenti e bracieri, nella suggestiva cornice de Il Casale della Mandria.
Il ricavato della serata sarà destinato, come da tradizione, all’associazione Agpha di Aprilia per sostenere le attività del centro diurno della comunità Raggio di Sole. La serata sarà inoltre arricchita da momenti musicali e tante altre sorprese.
Cos’è Agpha di Aprilia
Nel 1987, un gruppo di genitori di persone con disabilità e volontari particolarmente sensibili al tema ha fondato l’associazione A.G.P.H.A. (Associazione Genitori Portatori di Handicap di Aprilia), con l’obiettivo di promuovere iniziative a sostegno delle persone disabili di tutte le età e delle loro famiglie.
Missione
Il centro diurno dell’associazione accoglie persone adulte con disabilità fisiche e mentali. Operativamente, il centro è un luogo in cui, grazie al supporto di personale specializzato, si realizzano interventi volti all’inserimento e all’integrazione sociale. Si favoriscono inoltre relazioni interpersonali e comunicative sempre più complesse, con l’obiettivo di sviluppare l’indipendenza degli ospiti.
Attraverso diverse attività di laboratorio, i partecipanti sperimentano nuove situazioni che contribuiscono a sviluppare le loro abilità fisiche e intellettuali.
Corsi di formazione
I corsi offerti dall’associazione forniscono le competenze necessarie a coloro che, per motivi familiari o professionali, desiderano approfondire la loro conoscenza del mondo della disabilità.
Pedalata per un Raggio di Sole
Ogni anno, solitamente nel mese di maggio, si svolge una passeggiata ciclistica per le strade di Aprilia. Questo evento rappresenta un momento importante di condivisione, in cui i cittadini hanno l’opportunità di conoscere la comunità dell’associazione e i suoi progetti. La manifestazione è organizzata dalla Società Ciclistica Aprilia, che devolve all’associazione tutti i proventi derivanti dalle iscrizioni.
Viaggi, vacanze e visite di qualità con vini da assaggiare
Di Adriano Guerri
Dopo svariati incontri avvenuti in diverse kermesse enoiche, lunghe e piacevoli chiacchierate tra assaggi di vini con Fabrizio Forconi di Podere dell’ Anselmo è giunto finalmente il giorno della mia seconda visita in azienda.
La visita in cantina, prima in zona di vinificazione e poi di affinamento ha anticipato uno squisito pranzo servito nella panoramica terrazza del ristorante con abbinamento e degustazione dei capolavori di Podere dell’Anselmo.
Il podere dell’Anselmo è posto tra le dolci colline di Montespertoli, e nelle vicinanze del capoluogo toscano. Un luogo di straordinaria bellezza, immerso nel cuore del Chianti, in un piccolo borgo che è stato di recente restaurato, tra la natura di accurati filari di vigne, piante di olivo, cipressi, bosco, antichi e imponenti castelli. Oggi è di proprietà di Fabrizio Forconi, il quale dopo aver ottenuto la laurea in ingegneria, decise di occuparsi dell’azienda di famiglia, già avviata dal nonno agli inizi del 19° secolo.
Le varietà allevate in vigna sono prevalentemente autoctone e seguono i dettami dell’agricoltura biologica e biodinamica. Questi sono i vitigni primariamente coltivati: Sangiovese, Colorino, Cabernet Sauvignon, Malvasia del Chianti, Vermentino e Sauvignon. La raccolta delle uve completamente di proprietà avviene rigorosamente a mano.
La superficie vitata si attesta su oltre 24 ettari ad altimetrie che si aggirano intorno ai 120 metri s.l.m. su terreni argillosi, calcarei e ricchi di minerali. La cantina è moderna e vanta attrezzature evolute che con l’arrivo di uve sane e la sapiente conoscenza di Fabrizio ed i suoi collaboratori e con la consulenza dell’esperto enologo Fabio Signorini danno origine a vini di eccellente qualità.
Oltre alla cantina, Podere dell’Anselmo vanta un agriturismo con appartamenti raffinatamente restaurati e mette a disposizione un ristorante, con preparazioni di prodotti locali, una piscina e vi è la possibilità di fare lunghe e piacevoli passeggiate sia a cavallo sia in mountain bike nell’incantevole campagna toscana.
Note degustative dei vini:
Anselmino Toscana Igt 2023 – Sauvignon Blanc – Giallo Paglierino con sfumature dorate, emana sentori di ananas e frutta esotica in genere, al gusto è piacevolmente fresco, sapido, suadente e dotato di una lunga persistenza aromatica.
Terre di Bracciatica BiancoToscana Igt 2023 – Vermentino – Giallo paglierino luminoso con riflessi che virano sul dorato, sprigiona sentori di biancospino, pesca, mango e papaya, su scia agrumata, il sorso è vibrante e saporito.
Marea BiancoToscana Igt 2023 – Malvasia del Chianti – Giallo dorato luminoso, al naso giungono sentori di mela, ananas e pompelmo, al palato è piacevolmente fresco e leggiadro, il sorso rimane in bocca a lungo.
Chianti Montespertoli Docg 2022 – Sangiovese – Rosso rubino trasparente, rivela sentori di viola mammola, ciliegia, lampone e sottobosco, al palato è setoso, avvolgente e dotato di una buona piacevolezza di beva.
Terre di Bracciatica Rosso Toscana Igt 2018 – Sangiovese e complementari – Rosso rubino intenso, al naso arrivano sentori di ciliegia, lamponi, prugna e spezie dolci, al palato è generoso, pieno ed armonico.
Era ora Rosso Toscana Igt 2018 – Sangiovese 100% – Rosso granato intenso, emana note di mora, prugna, pepe nero e nuances mentolate, al palato è rotondo con tannini nobili e coerente.
Pax Rosso Toscana Igt 2016 – Colorino – Rosso granato intenso, sprigiona sentori di amarena, sottobosco, vaniglia e polvere di cacao, gusto pieno ed appagante, sorso accattivante e duraturo.
Per concludere vorrei ringraziare Fabrizio ed i suoi collaboratori per la gentile accoglienza, la disponibilità ed il tempo a me dedicato.
Informazioni
Agriturismo Podere Dell’Anselmo
Via Panfi Anselmo, 12
50025 Montespertoli FI
Ai piedi del Monte Rosa, a Sizzano, sorge una cantina il cui nome evoca immediatamente la regione in cui ci troviamo: La Piemontina.
di Elsa Leandri
Realtà nata nel 2010 con l’acquisto dei primi vigneti oggi conta 60 ettari di cui 21 dedicati alla viticoltura. La proprietà è di Liudmila Brobova, che con l’aiuto dell’enologo Marco Ronco, si è concentrata in questa impresa volta a elevare e a custodire quei vitigni tipici della regione sabauda come la vespolina, la croatina, il greco novarese oltre al celeberrimo nebbiolo, presente qui anche nel clone spanna.
Il fatto di aver intrapreso questo percorso dalle basi, ha permesso di valutare quale vitigno si adattasse meglio a ogni esposizione e a ogni sottosuolo, in modo da predisporre il tutto per ottenere dei prodotti di qualità.
A questo punto è opportuno riportare i vari tipi di terreni che possiamo incontrare in questa zona. Sono tutti di origine morenica e sono particolarmente ricchi di argilla, tufo e caolino così da garantire rispettivamente un approvvigionamento continuo di acqua, di minerali e una protezione dai raggi solari e dagli eccessi termici.
Liudmila ha come obiettivo quello di far vivere il suo vino a 360 gradi, coinvolgendo e volendo diventare un punto di riferimento, o come ama dire lei, un centro di gravità, per tutte le persone amanti del cibo e del vino, ma anche della storia, dell’arte, della natura e della compagnia:
questo l’ha portata a investire nel 2019 in una nuova cantina ampia e spaziosa, progettata dal Dott. Arch. Attilio Barone, e che va a creare un andamento collinare tra le colline.
Paglierino vivace. Si apre sui sentori floreali di mughetto, gelsomino per arricchirsi con echi di pesca bianca, lemongrass. Leggera nota balsamica in chiusura. Duetto tra freschezza e sapidità che si prolunga su flavor di scorza di cedro.
Carminio fitto. I ricordi di mora, prugna, mirtillo e ribes nero affiancati da eleganti e tipici tocchi di iris e violetta sono ravvivati da sbuffi di pepe nero, cannella e vaniglia. Entra avvolgendo il palato per poi verticalizzarsi con una freschezza che sostiene un grip tannico fruttato. Si dissolve lentamente su echi di frutta scura.
Colline Novaresi Nebbiolo DOC 2020- 100% Nebbiolo
Carminio di media fittezza. Nitido e attraente l’impatto olfattivo in cui si susseguono mora di gelso, ciliegia, confettura di ribes rosso con un soffio balsamico d’eucalipto. La decisa freschezza riesce a mitigare in parte il pseudocalore lasciando il cavo orale con un’eco leggermente amaricanate.
E concludiamo con una mini verticale di Ghemme 2019 e 2018.
Ghemme DOCG 2019 – 100% Nebbiolo
Carminio luminoso. Elegante mix tra frutta e sentori empireumatici: amarena, sottobosco, pot pourri di fiori viola, arancia sanguinella sono impreziositi da rimandi di cioccolato fondente, tabacco e cannella. L’impatto pseudocalorico iniziale viene bilanciato in parte dalla freschezza e dal tannino fruttato. Chiude su ciliegia in sotto spirito.
Ghemme DOCG 2018 – 100% Nebbiolo
Carminio con riflessi granato. Su un tappeto di viola e rosa essiccati si elevano effluvi di ciliegia marasca sotto spirito, sottobosco, liquirizia. Finale di tamarindo, china, tabacco Kentucky e orangette. L’entrata vigorosa è sostenuta da una mitigata freschezza e da tannini levigati.
La cantina produce anche uno spumante metodo classico a base di greco novarese: vitigno un po’ originale per un metodo classico ma che saremmo curiosi di provare dato l’interessante connubio tra freschezza e sapidità già nel fermo. Chissà se in un futuro non ci delizieranno anche con un metodo classico a base nebbiolo? Non ci rimane che seguire passo passo il loro operato, dal momento che è un’azienda in completa espansione tant’è che prevede di elevare gli ettari vitati da 21 a 35-40. Stay tuned!