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  • Vinitaly China RoadShow 2022, vino, olio Evo promossi in China

    Vinitaly China RoadShow 2022, vino, olio Evo promossi in China

     Vinitaly China Road Show, si è conclusa la 5° edizione 2022.

    VINO E OLIO EVO: VERONAFIERE CON VINITALY E SOL D’ORO È L’UNICA FIERA INTERNAZIONALE AD AVER REALIZZATO INIZIATIVE DI PROMOZIONE IN CINA NEL 2022

    Redazione

    Dopo l’edizione speciale di Wine To Asia a fine settembre, dal 10 al 14 novembre si è svolto il Vinitaly China Roadshow, l’evento b2b organizzato da Veronafiere con il suo ufficio di Shanghai e in collaborazione con la joint venture cinese Shenzhen Baina International Exhibition, il supporto dell’Ambasciata italiana e della rete ICE in Cina.

    Vinitaly China Show 2022, vino, olio Evo promossi in China
    Vinitaly China RoadShow 2022, vino, olio Evo promossi in China, foto da sito

    Oltre 600 vini di 50 tra cantine e importatori in rappresentanza di 20 regioni italiane che hanno incontrato 1800 buyer professionisti: sono i numeri della 5^ edizione, appena conclusa, del Vinitaly China Roadshow organizzato da Veronafiere con il suo ufficio di Shanghai e in collaborazione con la joint venture cinese Shenzhen Baina International Exhibition, il supporto dell’Ambasciata italiana e della rete ICE in Cina.

    L’evento B2B dedicato alle cantine italiane interessate a esplorare e presidiare il mercato cinese si è svolto dal 10 al 14 novembre nelle città di Shanghai, Nanning e Shenzhen e per la prima volta è stato esteso con Sol d’Oro anche alla promozione dell’olio Evo 100% made in Italy, nell’ultima tappa di Shenzhen.

    «Seppure in un contesto difficile tra confini chiusi, lockdown e misure covid 0, il roadshow è andato a buon fine e Vinitaly è diventata l’unico evento internazionale dedicato a wine e spirits a Shanghai per l’anno 2022 – sottolinea Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –.

    Con Wine to Asia Special Edition a Guangzhou a fine settembre e Vinitaly China Roadshow a Shenzhen, Veronafiere inoltre è l’unica fiera internazionale ad aver realizzato eventi in presenza nella Greater Bay Area, la zona a più marcata crescita per il settore del vino e degli spiriti in Cina, seconda economia al mondo con 17,7 trilioni di dollari e ad oggi primo paese importatore al mondo di vino rosso e sesto consumatore mondiale di vino».

    «La rete ITA in Cina è estremamente lieta di aver contribuito al successo della quinta edizione del Roadshow, a riprova della positiva efficacia esercitata dal gioco di squadra, in una fase particolarmente delicata della proiezione delle nostre imprese vitivinicole sul mercato cinese», afferma Gianpaolo Bruno, direttore ICE di Pechino e coordinatore Rete ICE in Cina e in Mongolia.

    Grande successo per le masterclass che hanno seguito ogni tappa del Roadshow, in particolare per quelle in collaborazione con Ian d’Agata, tra i maggiori esperti e critici internazionali, che ha tenuto il grand opening a Shanghai. A Nanning si è svolta la prima masterclass dedicata agli spirits italiani, guidata da Roy Huang l’head bartender di uno dei migliori cocktail bar del Sud della Cina, Bar Choice.

    A Shenzhen invece è stata presentata una masterclass in cooperazione con Wine Channel sui vini del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Abruzzo e, sempre a Shenzhen,  è stato proposto il primo evento di degustazione alla cieca di Vinitaly in Cina in collaborazione con i tre più importanti importatori di vino naturale nel Paese del Dragone. Non solo, per la prima volta in Cina, a Shenzhen si sono organizzate due sessioni di assaggi guidati con gli oli evo vincitori della XX edizione del Concorso Internazionale Sol d’Oro, in collaborazione con l’Ufficio ICE di Guangzhou.

    Vinitaly China Show 2022, vino e olio Evo
    Vinitaly China RoadShow 2022, vino e olio Evo, foto da sito

    «L’olio evo è un prodotto eccezionale che sempre più interessa il pubblico cinese soprattutto per le sue qualità organolettiche e salutari. Ogni regione italiana produce olio di qualità sulla base di una tradizione che ha millenni di storia e che oggi è in grado di offrire un prodotto eccezionale indiscutibilmente ai vertici della produzione mondiale.

    L’olio di oliva che è alla base della dieta mediterranea può essere anche perfettamente integrato con molti piatti della cucina cinese e per questo intendiamo far crescere la conoscenza di questo prodotto in Cina attraverso una serie di attività promozionali dedicate ai prodotti alimentari italiani che vengono celebrati in questi giorni, nell’ambito della settimana della cucina italiana nel mondo.

    Siamo quindi felici di aver attivato la collaborazione con il Concorso Internazionale Sol d’Oro, che da oltre venti anni è il sicuro riferimento per l’olio evo di qualità, grazie alle sue degustazioni alla cieca, e che ogni anno premia le migliori produzioni oleicole legate al territorio e alla biodiversità italiane», evidenzia Massimiliano Tremiterra, trade commisioner dell’ufficio ICE di Canton.

    In contemporanea ad ogni tappa gli uffici ICE di Shanghai e di Guangzhou hanno organizzato, inoltre, una due giorni di formazione sul vino italiano con il corso I love ITAlian wines e oltre 150 professionisti hanno ottenuto l’attestato di partecipazione e si aggiungono alla rete di ambasciatori del vino italiano che ICE ha formato negli ultimi cinque anni in Cina.
    Nelle tappe di Shanghai e di Shenzhen, inoltre, De Longhi ha realizzato la coffee cocktail experience lounge, diretta da Hope and Sesame, il gruppo beverage e cocktail più influente nel Sud della Cina.

    Vinitaly China RoadShow 2022
    Vinitaly China RoadShow 2022, foto da sito

    Ad affiancare il Roadshow, la terza edizione dell’Italian Wine Week. Questa volta a Shanghai e a Shenzhen, con oltre 70 tra wine bar, wine bistro, retail e piattaforme e-commerce e ristoranti, tra cui lo stellato Da Vittorio e il ristorante del neopremiato miglior sommelier di Cina, Walter Liu. A questa iniziativa offline, per la prima volta, si è avviata una campagna digitale con Little Red Book, la piattaforma online con oltre 200 milioni di utenti attivi al mese di cui il 72% millenials.

    La settimana dall’8 al 14 novembre ha quindi visto i vini italiani protagonisti all’interno della cornice dei più importanti wine bar, bistrot e ristoranti di Shanghai e di Shenzhen, con un grande obiettivo: farsi portavoce di quel senso di “community culturale” tra i consumatori di vino italiano, importatori, distributori, per offrire opportunità di conoscenza dell’eccellenza gastronomica italiana. Essere protagonisti di tali occasioni, significa rinforzare il proprio business ed essere presenti su un mercato strategico.

    Vinitaly China RoadShow 2022, foto di gruppo, foto da comunicato stampa
    Vinitaly China RoadShow 2022, foto di gruppo, foto da comunicato stampa

    DATI CINA

    L’epidemia ha fortemente limitato le importazioni di vino dalla Cina, con un calo complessivo in valore nell’ultimo triennio del 31%. Sul pari periodo (2019-2021) però gli ordini di vino tricolore sono cresciuti del 44% tra il 2020 e il 2021 (pari a 165 milioni di dollari) con una quota mercato dell’Italia che è passata dal 6 al 10%, grazie anche al quasi azzeramento delle importazioni dall’Australia, vittima dei superdazi comminati a partire dal fine 2020. Oggi il Belpaese è il terzo fornitore di vino nel Dragone, dietro a Cile (332 milioni di dollari) e Francia (753 milioni di dollari).

    Da Comunicato Stampa


    Sito Vinitaly:https://www.vinitaly.com/

    Partners Redaziona: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Redazione

    La seconda edizione della fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto, organizzata da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food Online da oggi su Slowinefair.slowfood.it la biglietteria e la possibilità di prenotare le prime masterclass in programma Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto, torna per la seconda edizione a BolognaFiere da domenica 26 a martedì 28 febbraio 2023.

    Organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, Slow Wine Fair è nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.

    La fiera gode del supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di FederBio, del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della partnership con Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia.

    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere

    I numeri dell’edizione 2022

    Al suo debutto, lo scorso marzo, nonostante le difficoltà del periodo, Slow Wine Fair ha attratto nel Quartiere fieristico di Bologna oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che hanno potuto degustare più di 2.300 etichette e conoscere ben 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane.

    Nella seconda edizione, Slow Wine Fair continuerà a promuovere i vini frutto di un’agricoltura sostenibile, che hanno come parole d’ordine la biodiversità, la tutela del paesaggio agricolo, l’uso ponderato delle sue risorse, la crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori.

    La sostenibilità protagonista

    «Con Slow Wine Fair, BolognaFiere ha arricchito e consolidato la propria offerta di eventi in tema di sostenibilità agroalimentare – afferma Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere –, frutto anche dell’esperienza maturata in ben 35 edizioni di SANA, unico appuntamento fieristico di riferimento per la business community del biologico e del naturale. Per queste ragioni, lo scorso anno abbiamo deciso di impegnarci insieme a Slow Food in questa nuova avventura, coinvolgendo il nostro partner di lunga data FederBio.

    L’edizione 2023 di Slow Wine Fair promette bene in termini di grande qualità degli espositori vinicoli. Inoltre, abbiamo voluto dare impulso a un primo ampliamento
    delle referenze merceologiche per l’horeca estendendo agli Spirits e agli amari la possibilità di partecipare, mentre un settore della fiera sarà dedicato ai produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità”.

    Media partner di Slow Wine Fair è tabUi, un’app che contiene tutte le informazioni utili a turisti, local o curiosi per esplorare il territorio attraverso la realtà aumentata. Grazie a tabUi, i partecipanti alla manifestazione potranno immergersi nelle atmosfere bolognesi e scoprire tutte le curiosità che la città sa regalare.
    Sono, inoltre, media partner: BioFiera.it, Horecanews.it, Italy Export, Luxury Food & Beverage Magazine, Premiata Salumeria Italiana.

    Enjoy Wine, foto da sito
    Enjoy Wine, foto da sito

    La viticoltura come strumento per incidere sulla crisi climatica e l’appello alla politica:

    «Per frenare il calo di produzione di queste ultime annate legato alla siccità e all’irregolaritàdelle stagioni bisogna contrastare significativamente la crisi climatica e cambiare l’attualemodello agricolo da intensivo in agro-ecologico, ascoltando la natura – sottolinea FedericoVarazi, vicepresidente di Slow Food Italia. Il modello intensivo minaccia l’ambiente, impoverisce i produttori generando la rincorsa sui prezzi, favorisce il caporalato e il lavoro nero.

    Per questo è importante essere a Bologna per la seconda edizione della Slow Wine Fair, insieme a centinaia di produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da tutto il mondo, per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro della viticoltura, oggi ancora troppo legata all’uso della chimica di sintesi che ha stravolto la biodiversità dei terreni e il paesaggio rurale in cambio del profitto e della produttività».

    La prima edizione di Slow Wine Fair ha messo in luce quanto sia importante per i produttori avere spazi per confrontarsi e promuovere un vino buono, pulito e giusto, tutti insieme.

    «Necessità, quella di fare fronte comune, che abbiamo potuto toccare con mano anche realizzando la guida Slow Wine: un’annata straordinaria, con condizioni climatiche mai registrate prima, che i produttori hanno affrontato mettendo in campo risposte agronomiche in ordine sparso” – dichiara Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida.

    L’edizione 2023 della Fair sarà, invece, l’occasione per discutere e chiedere alla politica un impegno concreto per finanziare la ricerca scientifica, essenziale per dare risposte ai problemi di un ambiente che muta a velocità assurda. La sostenibilità ambientale, tanto cara a Slow Food, va integrata con un virtuoso sistema economico che possa sostenere questo sforzo. E in questa direzione va la Fair, creando le giuste occasioni di promozione per questi vini di grande qualità, prodotti perlopiù con metodi biologici o biodinamici».

    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
    Slow Wine Fair del 2022, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Vino bio, un settore in crescita

    «In Italia, la viticoltura bio è aumentata in maniera significativa e incide per il 19% sulla superfice complessiva di vigneto, la percentuale più alta nel mondo, che supera la quota complessiva di superficie bio nazionale del 17,4%”. Secondo uno studio effettuato da Nomisma, Osservatorio SANA e Wine monitor le prospettive di sviluppo del vino bio Made in Italy sono molto interessanti. In questo momento di criticità ritengo importante sottolineare anche l’aspetto sociale e ambientale legato allo sviluppo del vino bio.

    Sul piano sociale si determina una concreta opportunità di crescita per le piccole e medie aziende viticole italiane orientate al territorio e alla produzione bio. A livello ambientale, la gestione del suolo del vigneto bio contribuisce a contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, dati scientifici attestano che con una cura sostenibile del suolo e del microbiota migliora notevolmente la qualità del vino. Lo sviluppo della viticoltura bio fornisce un contributo
    fondamentale all’affermazione di una sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui ritengo ci sia davvero bisogno per il futuro», sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

    Gli eventi in programma

    Tra le conferme in calendario, le masterclass, le conferenze, gli appuntamenti in Arena, e ovviamente le degustazioni del banco di assaggio. Ecco le prime anticipazioni del programma della Slow Wine Fair.

    Le masterclass

    Si riconfermano le masterclass, degustazioni guidate rivolte agli appassionati o ai professionisti del settore e dedicate a esplorare il panorama vinicolo italiano e
    internazionale e l’affascinante mondo degli amari.
    La prima delle due masterclass già prenotabili online riguarda prestigiose etichette di un’annata che, grazie a un meteo e a un clima ideale, rasenta la perfezione e in cui sono stati creati autentici gioielli che fanno gola ai collezionisti enoici di tutto il mondo.

    Nonostante non sia una vendemmia così lontana nel tempo, già oggi, anche a causa dell’enorme successo avuto sul mercato d’oltreoceano, è diventato assai complicato riuscire a reperire bottiglie di questi vini.
    In questa masterclass la Banca del Vino di Pollenzo apre il suo scrigno per intraprendere un bellissimo viaggio nel 2010 attraverso tre fra le denominazioni più prestigiose e iconiche in Italia: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino.

    La seconda masterclass guarda invece al Caucaso, ossia la culla della viticoltura, attraverso una degustazione di alcuni tra i vini più significativi che raccontano il percorso della Slow Wine Coalition, la rete internazionale che conta oggi oltre 1000 adesioni da parte di produttori e appassionati che si riconoscono in una filosofia comune, ed è diffusa in 37 Paesi del mondo. Il focus sul Caucaso farà conoscere e apprezzare magnifici vini georgiani, azeri e turchi.

    Altre masterclass – in via di definizione – prevedono una strepitosa selezione di etichette dal portfolio di Tannico la più grande enoteca online specializzata nella vendita di vini italiani ed esteri, distillati, birre artigianali e champagne e numerose proposte per esplorare il vasto e per molti aspetti ancora poco noto mondo degli amari.

    Slow Wine Fair 2023, foto da sito
    Slow Wine Fair 2023, foto da sito, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Le conferenze

    Organizzate online nelle settimane precedenti la Slow Wine Fair, le conferenze mettono a fuoco i tre principali temi al centro del dibattito della manifestazione consentendo a esperti e appassionati in ogni angolo del mondo di collegarsi e partecipare usufruendo del servizio di interpretariato.

    Il vino e la crisi climatica

    Il 2022 sarà da molti ricordato come l’anno più caldo e siccitoso mai vissuto fino a ora. E gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti, e catastrofici, soprattutto a chi lavora in campagna. Nel 2022, dall’osservatorio privilegiato della guida Slow Wine, con i suoi 300 collaboratori in tutta Italia, abbiamo riscontrato numerosi problemi. I vignaioli, di fronte a un’emergenza così grande, hanno risposto tentando di interpretare i bisogni delle piante e traendone preziose lezioni per il futuro, ragionando in piccolo e in modo ecosistemico.

    Hanno percepito da vicino il messaggio che arriva dalla natura. Ora dobbiamo dedicarci al confronto, allo studio, alla ricerca scientifica e a mettere a sistema le esperienze positive e negative di ognuno di loro.
    Come si affronta il cambiamento climatico a partire dalla cura del suolo? Quali segnali possono cogliere i viticoltori dalle viti? Quali sono i passaggi utili e fondamentali in vigna, in cantina e fino alla distribuzione per ridurre il proprio impatto sul clima?

    Lo abbiamo chiesto ad Adriano Zago, una laurea in Agraria all’Università di Padova e una specializzazione in Viticoltura ed enologia a Montpellier, da una ventina d’anni lavora come consulente agronomico ed enologico. Alla Slow Wine Fair, interverrà insieme all’agronoma Martina Broggio e a Franco Meggio, docente all’Università di Padova, per affrontare il tema della crisi climatica in vigna. «Parleremo di tre ambiti: la pianta, il suolo e l’uomo.

    Cercheremo di spiegare che cosa sta succedendo, con la crisi climatica, nel suolo e nella pianta e di come l’uomo sta reagendo, inteso come organizzazione aziendale». Una cosa è certa, aggiunge Zago: «La crisi climatica sta portando all’attenzione il tema della fertilità del suolo. In altre parole, per reagire meglio a qualsiasi cambiamento climatico i suoli devono avere una fertilità molto sviluppata in termini di ciclo di sostanza organica».

    Siccità e fenomeni atmosferici estremi sono più frequenti di un tempo e, per non perdere il raccolto, occorrono suoli con specifiche caratteristiche: «In caso di grandi siccità abbiamo bisogno di suoli che sappiamo trattenere l’acqua e che permettano alle radici di andare molto in profondità continua Zago –, mentre in caso di eccessive piogge abbiamo bisogno di suoli che sappiamo drenare». Le soluzioni esistono, sia per quanto riguarda la cura della fertilità del suolo stesso sia per quanto riguarda i sistemi di landscaping della vigna: «Ad esempio si possono organizzare filari più corti, per permettere agli eccessi di acqua di defluire più facilmente».

    Suolo, pianta e uomo: un’azienda vitivinicola deve investire su tutti e tre questi aspetti.

    «Secondo me, la crisi climatica ci dice che la fertilità, il buon funzionamento della pianta e l’organizzazione aziendale sono tre argomenti fondamentali: non basta più fare un vino buono e preoccuparsi di portare a casa un’uva sana, obiettivi divenuti troppo deboli in un tempo storico molto diverso dal passato. Quando parlo di organizzazione aziendale, ad esempio, intendo dire che è opportuno essere in grado di prendere decisioni in tempi più brevi: per farlo, bisogna conoscere ancora meglio la propria azienda». Ecco allora che serve investire sugli elementi che compongono i gruppi di lavoro, formandoli e promuovendone anche l’integrazione all’interno della realtà imprenditoriale stessa.

    Le denominazioni, bene comune?

    In Italia nel 2022 si contavano 341 Doc e 78 Docg: 419 denominazioni in tutto, con il Piemonte a fare da capofila dal punto di vista numerico. Ma, al di là del dato numerico, quali sono gli elementi positivi delle denominazioni in Italia e nel contesto europeo? E quali gli elementi che necessiterebbero una rilettura? Infine, quali fenomeni dovrebbero farci riflettere con attenzione?

    Sul valore delle denominazioni di origine in termini assoluti non abbiamo dubbi. Lì dentro, infatti, c’è un’idea di difesa e di valorizzazione dei territori del vino che ha radici antiche e una ragion d’essere giustificata perlomeno dallo sviluppo tentacolare delle industrie del comparto agroalimentare, che tendono ad appiattire tutto, ad annacquare il valore (anche culturale) dei prodotti e a erodere il margine economico di chi fa agricoltura e trasformazione diretta.

    D’altra parte l’elenco delle denominazioni restituisce una visione d’insieme sin troppo frammentaria e incoerente dal punto di vista delle scelte strategiche e politiche adottate nel tempo; certe denominazioni appaiono marginali se non addirittura inconsistenti; e infine si registra la mancanza di una visione unitaria a livello nazionale, e anche di regione in regione.

    In un panorama immenso e ricco di sfumature e di criticità – che merita un approfondimento specifico – sta inoltre emergendo in modo sempre più evidente una tendenza che impone una riflessione. Negli ultimi tempi è infatti balzato agli occhi un tema che agita il mondo degli appassionati e dei professionisti del vino sotto diversi punti di vista: si stanno moltiplicando i casi di vignaiole o vignaioli che escono da una DOC o da una DOCG, mentre d’altra parte le commissioni di assaggio dei consorzi bocciano vini che nelle denominazioni dovrebbero rientrare a pieno titolo, e che spesso sono addirittura premiati nelle guide del settore.
    Una conferenza dedicata a esplorare i motivi della crescente sfiducia in questo sistema, ma anche a riflettere su come rivederlo e adeguarlo alla situazione presente.

    Bio è vita

    Benché stiamo attraversando una fase di grandi ed epocali cambiamenti, il bio ha confermato la tendenza di crescita in tutto il 2022. Nell’export si è arrivati sino a un +11%, con alcuni settori, come il vino, arrivati sino al 19%.
    Non è difficile intuire il perché di questo successo. I prodotti bio sono percepiti come portatori di qualità, ne viene meglio compresa la provenienza territoriale e ne è premiato il metodo di produzione, sicuramente più sano rispetto all’agricoltura convenzionale.

    Sempre più presenti nel settore HoReCa e nei negozi di settore, le etichette bio scontano ancora alcune difficoltà a livello di consumi familiari, una difficoltà dovuta al loro prezzo più alto che, in questa fase economica delicata – per i consumatori e per i produttori – può costituire un problema.

    A volte, però, il bio rischia di essere percepito solo come una moda, mentre è necessario fare un passo ulteriore e rendere il pubblico sempre più consapevole dei benefici che questa pratica agricola porta alla fertilità del suolo – grazie all’utilizzo di sola sostanza organica –, alle piante, a un uso più consapevole e parsimonioso delle risorse – in primis le risorse idriche – e anche come forma di contrasto e prevenzione dei cambiamenti climatici.

    Grazie alla preziosa partnership con la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica (Federbio) proponiamo un convegno di riflessione sul bio che, a partire dall’analisi della situazione attuale disegni anche gli scenari futuri di questo settore.

    Un anno di Slow Wine Coalition

    La rete internazionale che riunisce vignaioli e vigneron, professionisti e appassionati del mondo del vino spegne la sua prima candelina. Guidati dal Manifesto per il vino buono, pulito e giusto, che nasce dall’esperienza maturata da Slow Food in tutti questi anni, i protagonisti della rete hanno consolidato alleanze, accolto nuovi partecipanti e scritto importanti progetti per il futuro. Guardando ai numeri, dopo questo primo anno il Manifesto conta già oltre 1100 firmatari da 37 Paesi, che hanno contribuito all’organizzazione di più di 80 eventi sul territorio italiano e di quattro a livello internazionale.

    Dopo il successo di Slow Wine Fair 2022, ora la Coalition si prepara alla seconda edizione, per discutere insieme le principali sfide del mondo del vino legate al cambiamento climatico, alla tutela del paesaggio e a quella dei lavoratori del mondo della viticoltura.
    Negli ultimi mesi, inoltre, è stata creata la prima comunità parte della rete in Turchia, con l’obiettivo di tutelare e mappare vitigni autoctoni e vigne antiche sul territorio.

    In America Latina, invece, si celebra il primo Slow Wine Latam Day il 24 novembre, per promuovere e incoraggiare la produzione di vino buono, pulito e giusto nel continente sudamericano. Inoltre, la guida Slow Wine è stata presentata per la prima volta in cinese e in macedone.
    Per saperne di più segui la Slow Wine Coalition.

    Gli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena

    Tutte queste tematiche saranno altresì oggetto degli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena, il luogo privilegiato per gli incontri e i dibattiti della Slow Wine Coalition.
    Dall’America Latina alla Croazia, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per i preziosi contributi dei partner dell’evento, nella Slow Wine Arena diamo conto del fermento che caratterizza il mondo della viticoltura internazionale.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Evento: https://slowinefair.slowfood.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Redazione

    Ecco un assaggio delle centinaia di realtà vitivinicole che si sono già registrate non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra.

    Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere
    Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere, articolo da comunicato stampa: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla
    Slow Wine Fair.

    Trentino-Alto Adige

    A San Giuseppe Lago, frazione del comune di Caldaro, nella provincia autonoma di Bolzano, la Tenuta Manincor porta avanti una perfetta simbiosi tra viticoltura biodinamica e fermentazioni spontanee. Sostenibilità e tradizione sono infatti i pilastri che Michael Goëss-Enzenberg tramanda dal 1996, secondo una visione illuminata che ha trovato nell’enologo Helmuth Zozin mani sicure per essere concretizzata al meglio.

    Lombardia

    Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair
    Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair

    Sono trascorsi pochi anni da quando Francesca Seralvo, terza generazione della famiglia proprietaria della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (Pavia), ha deciso di gettarsi a capofitto nella gestione dell’azienda. L’ha fatto con umiltà, visione e voglia di apprendere dai colleghi più virtuosi dell’Oltrepò. Senza dimenticare la determinazione che 40 anni fa ha spinto suo nonno Enrico a sfruttare le potenzialità che la cosiddetta collina del Pinot Nero poteva offrire.

    Piemonte

    Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair
    Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Nonostante la giovane età, Marco Capra ha reso l’attività di famiglia una realtà di riferimento per la produzione artigianale di Santo Stefano Belbo (Cuneo), comune troppo spesso associato soltanto all’industria spumantistica. Sulla collina di Seirole, tra Langhe e Monferrato, Marco porta avanti la tradizione familiare dando la giusta spinta innovativa, privilegiando i vini autoctoni, frutto del miglior connubio tra vitigno e territorio, e una produzione limitata che rende a pieno le potenzialità del vigneto.

    Un altro giovane produttore è Nicholas Altare che, dopo un decina di anni di lavoro presso la cantina di Ferdinando Principiano (Dogliani, Cuneo), dove afferma di avere imparato tutto quello che sa del mestiere, ha deciso di dedicarsi solo alle vigne di famiglia, piantate in prevalenza a
    dolcetto. Il suo stile parla di vini immediati e diretti, prodotti in modo tradizionale, senza filtrazioni e con pochissima solforosa totale.

    Toscana

    «Gli scarti sono risorse»: questo è il pensiero lungimirante che guida Francesco Galgani e Flavia Del Seta, titolari dell’azienda Cappellasantandrea situata a San Gimignano (Siena).

    Protagonisti di una rinascita contadina rimasta fedele ai profumi e ai sapori di una volta, Francesco e Flavia portano avanti questa realtà biodinamica in cui viti, alberi da frutto e animali convivono in perfetta sinergia, secondo un’ottica di azienda a ciclo chiuso orientata a preservare la biodiversità. Un valore fondamentale anche per l’Erta di Radda, il progetto di Diego Fenocchi nato nel 2006 dalle forti pendenze dei vigneti situati a pochi passi dal centro storico di Radda in Chianti (Siena). L’azienda è il frutto del legame di Diego con il territorio, che viene lavorato secondo i princìpi della produzione biologica, nel rispetto dell’ambiente e del suolo.

    Veneto

    Incastonata sulle sponde del fiume Adige, tra il Monte Baldo e l’Altopiano della Lessinia, l’azienda agricola Roeno di Brentino Belluno (Verona) sorge nella cosiddetta Terra dei Forti, avamposto di confine in cui la famiglia Fugatti custodisce oltre 200 anni di storia, fortemente influenzata dalla convivenza con queste valli aspre e dure scavate dal secondo corso d’acqua più lungo d’Italia.

    La curiosità e lo studio ininterrotto delle potenzialità del territorio hanno reso l’azienda, condotta dai fratelli Giuseppe, Cristina e Roberta, uno tra i più espressivi testimoni e interpreti dei vini della zona. Merito anche di un patrimonio di
    vigne centenarie invidiabile, tra le quali spicca il vigneto a piede franco di enantio, da quest’anno Presidio Slow Food.

    Emilia Romagna

    A Imola (Bologna), l’azienda Tre Monti custodisce il lavoro di due generazioni: quella dei fondatori, Sergio Navacchia e la moglie Thea, e quella dei loro figli David e Vittorio, che hanno saputo far crescere l’azienda senza mai fermarsi nel campo della ricerca e della sperimentazione, arrivando anche a cambiare lo stile dei propri vini. Ne sono un esempio i rossi, sempre coerenti con le zone d’origine, resi più leggeri grazie a un minore impatto del legno.

    Lazio

    L’azienda agricola Damiano Ciolli si trova a Olevano Romano, borgo medievale a circa 600 metri slm, ai piedi del Monte Celeste, 45 chilometri a est della Capitale. In questo areale vocato alla viticoltura, Damiano inizia la sua attività nel 2001, forte di una tradizione familiare dedita alla vendita dello sfuso. Fin da subito si concentra sulla produzione di qualità, convinto che dal Cesanese si possano ottenere vini pregiati. Oggi, insieme alla compagna Letizia Rocchi, cerca di esprimere al meglio l’interazione tra suolo, microclima e vitigno attraverso un lavoro in campo sempre più curato e una grande conoscenza del territorio.

    Marche

    A pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella frazione di Colonnata Alta, Federica e Francesca dell’azienda Pantaleone portano avanti la coraggiosa scelta del padre Nazzareno Pantaloni, che aveva visto in quei terreni scoscesi e inframezzati da boschi il giusto potenziale per dare vita a uve speciali. Equilibrio, natura e territorio sono le parole chiave di questa realtà biologica, dove la valorizzazione delle viti autoctone si unisce al desiderio di lasciare alla future generazioni terre e vigne migliori.

    Umbria

    Filippo Antonelli è l’anima dinamica di Antonelli San Marco, impresa di famiglia di Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni ha saputo scrivere pagine memorabili del vino umbro. Dal 2009 l’azienda ha effettuato la conversione integrale all’agricoltura biologica, mentre è in fase di ampliamento la cantina: si sta realizzando un percorso sotterraneo che comprenda tutte le fasi della produzione, da quando il grappolo raccolto entra in pressa fino all’imbottigliamento.

    Abruzzo

    I vini concettuali dell’azienda Cataldi Madonna, immersa nel Forno d’Abruzzo, l’altopiano che giace sotto l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, sono espressione del territorio di Ofena (Aquila) e della filosofia del titolare Luigi: «Per fare bisogna prima pensare, e senza pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura». Vinificati in purezza e in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno, tutti i vini provengono da uve certificate biologiche dal 2016 e rispecchiano l’esclusività e l’autenticità della zona di produzione.

    Campania

    Espressione dell’eroica viticoltura di Tramonti (Salerno), nel cuore verde della Costa d’Amalfi, Tenuta San Francesco è l’ambiziosa avventura intrapresa nel 2004 da Gaetano Bove assieme ai soci Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. L’azienda agricola, che si estende su 14 ettari, produce vini provenienti da viti ultracentenarie prefillossera, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio: tintore, piedirosso e aglianico per i rossi, falanghina, biancolella, biancazita, biancatenera, pepella e ginestra per quanto riguarda i bianchi.

    Puglia

    Circondata da circa 100 ettari di vigneti e gli uliveti, a Cutrofiano (Lecce) nel cuore del tacco d’Italia a metà strada tra Gallipoli e Otranto, la Masseria L’Astore è il luogo ideale per immergersi nella cultura e nella tradizione del Salento. Il progetto di fare vino dai vigneti intorno alla masseria di famiglia e al suo antico frantoio ipogeo è nato negli anni Novanta, ma la dedizione e la consapevolezza di Paolo Benegiamo, medico contadino, lo hanno poi radicalmente trasformato: i vitigni internazionali hanno ceduto il posto agli autoctoni, e la volontà di espressione del terroir si è fatta stella polare.

    Sardegna

    I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair
    I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair

    A Sorgono (Nuoro), piccolo comune nel centro della Sardegna, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru si definiscono Garagisti. Se in Francia questo termine viene utilizzato per i vini di nicchia dai prezzi poco accessibili, qui si riferisce al fatto che le uve coltivate vengono poi lavorate proprio in un garage del paese, con attrezzature elementari ma efficaci. Il resto lo fanno il territorio, la storia, la vocazione e la passione dei produttori uniti da un sogno:
    valorizzare gli antichi vitigni impiantati dai nonni e genitori per fare della regione delMandrolisai la nuova frontiera dei vini sardi.

    Sicilia

    Dalla vendemmia alla cantina, dalla commercializzazione alla distribuzione: nell’azienda agricola Possente di Salaparuta (Trapani), nella Valle del Belice, ogni fase viene seguita con la massima attenzione. I fratelli Stefania, Maria e Antonio condividono l’esperienza trasmessa dal padre e continuano a lavorare in vigna rispettando il terreno e valorizzando le varietà autoctone, come il Catarratto, il Grillo e lo Zibibbo, che negli ultimi anni hanno acquisito maggiore definizione varietale e territoriale.

     

    La commissione di assaggio

    Per Slow Wine, il vino che vorremmo si definisce attraverso tre aggettivi: buono, pulito e giusto. Gli elementi del pulito e del giusto sono garantiti dall’adesione delle aziende al Manifesto, che durante la Slow Wine Fair sarà presentato nella sua forma aggiornata e arricchita dai contributi della Slow Wine Coalition. Una delle novità dell’edizione 2023, importante per certificare ulteriormente l’elemento del buono è la presenza di una commissione internazionale di assaggio composta da membri della redazione Slow Wine e da altri degustatori professionisti:

    Antonio Boco, Paolo De Cristofaro e Giampaolo Gravina, per quanto riguarda l’Italia; Juan Gualdoni e Deborah Parker Wong, per quanto riguarda i vini internazionali. La commissione costituisce un importante elemento distintivo rispetto alle altre fiere del settore.

    Antonio Boco

    È uno dei più apprezzati wine writer italiani, con esperienza ventennale e collaborazioni di pregio con riviste e guide di settore. Curiosità, sensibilità e molte esperienze sul campo gli hanno permesso di accumulare un’enorme conoscenza dei più importanti territori del vino internazionale. Nel 2009, con il collega Paolo De Cristofaro, fonda il magazine online Tipicamente, spazio narrativo indipendente che di recente ha realizzato il podcast Vino al vino 50 anni dopo, sulle orme dei viaggi d’assaggio di Mario Soldati.
    Nell’aprile 2010 l’Associazione Grandi Cru d’Italia gli conferisce il titolo di Miglior giovane giornalista del vino italiano.

    Paolo De Cristofaro

    Paolo De Cristofaro è giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo. Da circa 20 anni collabora con alcune fra le più importanti testate del settore, tra cui Enogea di Alessandro Masnaghetti, che ha coadiuvato nella realizzazione del libro Chianti Classico.
    L’Atlante dei Vigneti e delle UGA (2022). Con l’amico e collega Antonio Boco ha fondato nel 2009 il magazine multimediale indipendente Tipicamente, per il quale ha ideato e curato la serie di podcast Vino al vino 50 anni dopo.

    Giampaolo Gravina

    Già collaboratore delle riviste Enogea e Pietre Colorate, è stato coordinatore nazionale della guida I Vini d’Italia dell’Espresso dalla prima edizione del 2002 fino al 2015. Dal 2015 è docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nel master in Wine culture and communication, e presso l’Università San Raffaele di Milano, nel master in Filosofia del cibo e del vino. Tra i suoi libri più recenti, Vini e terre di Borgogna (con Camillo Favaro, Edizioni Artevino); Vini da scoprire – La riscossa dei vini leggeri (Giunti, 2016-17) e Vini artigianali italiani (Paolo Buongiorno Editore, 2018), tutti e tre scritti insieme ad

    Armando Castagno e Fabio Rizzari.

    Nel 2023 è in uscita un suo libro dedicato alla lingua e all’estetica del vino artigianale, nella collana Habitus dell’editore DeriveApprodi.

    Deborah Parker Wong

    Deborah Parker Wong è una giornalista californiana specializzata in vini e distillati. Scrive da anni sulle prestigiose pubblicazioni The SOMM Journal e The Tasting Panel magazine. È insegnante ai corsi WSET ed è membro della California Teachers’ Association. Giudice nei principali concorsi mondiali e curatrice dal 2020 della guida Slow Wine USA, che recensisce 300 cantine di California, Oregon, Washington State e New York State.

    I 15 anni di L’assemblea della FIVI e l’Assemblea nazionale dei soci

    Tra gli espositori, molti fanno parte della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che conta 1300 vignaioli iscritti e che si batte per difendere gli interessi di tutti i vignaioli che in Italia hanno lo stesso approccio alla vigna e alla produzione di vino.
    Lorenzo Cesconi, presidente nazionale FIVI, racconta così il coinvolgimento della Federazione nella prossima edizione di Slow Wine Fair:

    «Nel 2023 FIVI festeggerà i suoi primi 15 anni. È un’associazione ancora giovane, ma che in poco tempo si è ritagliata un ruolo centrale nella rappresentanza e nella valorizzazione del ruolo dei vignaioli e delle vignaiole italiane.

    Questo successo lo dobbiamo a chi, nel 2008, vide lontano e mise le basi per costruire un’associazione basata su responsabilità e spirito di servizio, ma senza scordare mai il calore umano e il piacere dello stare assieme. Slow Food ebbe un ruolo importante, nella nascita di FIVI, e quindi è stato naturale per noi decidere di festeggiare questo compleanno nel contesto della Slow Wine Fair.

    Domenica 26 febbraio ci sarà una piccola cerimonia, coi protagonisti di allora e di oggi, alla quale seguirà l’Assemblea nazionale dei soci»

    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere

    Vino e non solo…


    Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico, che comprende vignaioli e vigneron, professionisti (importatori, distributori, osti, ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti) e wine lover che frequentano il mondo del vino in modo consapevole.

    La prima consiste nell’allargamento della platea degli operatori coinvolti, che comprenderanno anche i produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti,
    attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro. Slow Wine Fair proporrà, dunque, un’esperienza unica e completa, che va dall’aperitivo al dopo pasto.

    La Fiera dell’Amaro d’Italia ospite di Slow Wine Fair


    Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, potranno organizzare masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.

    Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e potenziali acquirenti per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.

    Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.

    Fra le presenze confermate, l’azienda siciliana Paesano che presenterà l’Amaro al carciofo Paesano, realizzato con un ingrediente chiave davvero unico: il carciofo nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food. E ancora l’azienda abruzzese Scuppoz, l’unica in Italia con una sua produzione di Genziana Lutea.

    Un evento a misura di buyer


    Nord Europa, con prevalenza di Germania e Danimarca, e Stati Uniti sono stati i Paesi con la maggiore presenza di buyer a Slow Wine Fair 2022, i quali hanno espresso grande soddisfazione per l’altissima selezione delle cantine, con prevalenza di aziende biologiche e biodinamiche, per la salubrità dei vini naturali proposti e per l’attenzione al consumo consapevole.

    Tutti elementi che hanno fatto di Slow Wine Fair un nuovo punto di riferimento nel panorama fieristico internazionale per chi vuole soddisfare le esigenze di un mercato che va oltre alle caratteristiche del vino nel bicchiere e cerca il buono a 360 gradi.

    Nel 2023 la proposta dedicata ai professionisti del settore, forte anche della partnership con la Italian Trade Agency (ICE) e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) si arricchisce, poiché la qualità dei vini esposti sarà ulteriormente certificata dal lavoro delle commissioni di assaggio italiana e internazionale e da incontri appositamente progettati per loro. Inoltre, la piattaforma B2Match svolgerà una funzione fondamentale nell’ambito di un evento fortemente connotato sul B2B.

    Grazie a questo strumento, infatti, i buyer potranno profilare nella maniera più dettagliata possibile le aziende e le etichette che corrispondono ai loro interessi, individuando facilmente annate, terroir, tipologie di vini, ma anche dettagli relativi al terroir (ad esempio tutti i vini provenienti da un suolo argilloso, marnoso, sabbioso eccetera), all’affinamento, e alla commercializzazione dei vini stessi. Potranno inoltre crearsi una propria agenda di appuntamenti, in modo da rendere l’esperienza di visita il più proficua possibile.

    Il premio alle migliori Carte dei vini

    Appassionati e professionisti del settore sono chiamati a dar vita a una delle principali iniziative e novità di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.

    I premi, territoriali e tematici, saranno conferiti a 12 diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate) e migliore selezione di vini irpini e di Trebbiano d’Abruzzo (per le denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus sono invece la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti l’Austria e la Slovenia.

    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Non solo i terroir!

    Alla Slow Wine Fair diamo spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni, o l’idea stessa di vino buono, pulito e
    giusto.


    Migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni
    Migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici)
    Migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità/prezzo
    Migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero

    Per tutto dicembre, il pubblico potrà candidare i propri locali del cuore sul sito dell’evento e, dopo una prima scrematura, affidata sempre al voto degli appassionati, subentrerà il lavoro della giuria internazionale di esperti, che decreterà i tre indirizzi premiati per ogni categoria.

    Federica Randazzo

    Federica Randazzo è vice curatrice nazionale della guida Slow Wine. Metà altoatesina e metà siciliana, dopo una laurea in giurisprudenza e una diploma da sommelier inizia a occuparsi di vino. Oltre al lavoro di critica, scrive articoli, idea e cura progetti ed eventi, conduce degustazioni e corsi e crea contenuti per la comunicazione online ed offline.

    Giancarlo Gariglio

    Giancarlo Gariglio nel 2001 entra nelle commissioni regionali di degustazione della guida Vini d’Italia (Gambero Rosso e Slow Food), per poi entrare a far parte in pianta stabile delle commissioni finali che assegnano i Tre Bicchieri. È il curatore dell’edizione 2008 della Guida al vino quotidiano di Slow Food Editore. Nel 2007 organizza l’evento Vignerons d’Europe a Montpellier in Francia.

    È tra i fondatori, il 29 luglio del 2008, della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Il Consiglio Direttivo della FIVI lo sceglie come primo Segretario generale dell’associazione. Nel 2010 partecipa all’ideazione della guida Slow Wine e dall’edizione 2011 diventa cocuratore della stessa. Dal 2021 è coordinatore della rete tematica internazionale dedicata al vino Slow Wine Coalition

    Da Comunicato Stampa


    Sito Evento: https://slowinefair.slowfood.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

     

  • Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Due grandi vini della tradizione e le bollicine del Brut Millesimato per festeggiare il Natale con Lungarotti

    Redazione

    Il Natale si avvicina ed è tempo di pensare ai regali e alla tavola delle feste.

    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022, logo azienda
    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Per rendere ancora più speciali i momenti di convivialità in famiglia, le serate con gli amici o semplicemente per andare sul sicuro regalando dei grandi vini, dal cuore dell’Umbria, Lungarotti propone due fuoriclasse come il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2017 – Torgiano Rosso Riserva DOCG, Sangiovese in purezza nato nel 1964 da una felice intuizione di Giorgio Lungarotti e oggi considerato tra i migliori rossi italiani.

     

    Il Torre di Giano Vigna il Pino 2019 – Bianco di Torgiano DOC a base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, antesignano dei bianchi italiani affinati in legno, inserito quest’anno da Doctor Wine tra i migliori vini per rapporto qualità-prezzo.

     

    Due etichette ideali da mettere sotto l’albero e da servire in abbinamento con i menu di carne e di pesce che onoreranno le nostre tavole da nord a sud del Bel Paese.
    E per concludere in bellezza il 2022 e brindare al nuovo anno, la storica azienda umbra consiglia il suo Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico 2017 da uve Chardonnay e Pinot Nero, nato da un’idea di Giorgio Lungarotti che decise di provare a produrre a Torgiano un suo metodo classico, convinto che le peculiarità pedoclimatiche del territorio potessero dare uve di buona acidità ideali per realizzare degli ottimi spumanti. Intenso e avvolgente, il Brut Millesimato di Lungarotti è la scelta perfetta per festeggiare in allegria ogni nuovo inizio.

    Rubesco Riserva Vigna Monticchio

    Lungarotti Rubesco Riserva, foto da comunicato stampa
    Lungarotti Rubesco Riserva, foto da comunicato stampa

    Sangiovese in purezza apprezzato per il suo straordinario equilibrio tra potenza ed eleganza.

    Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa.

    Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che viene imbottigliato solo nelle migliori annate.

    In particolare, la 2017 sorprende con una freschezza inattesa, viste le condizioni climatiche difficili che hanno caratterizzato la stagione e le rese particolarmente basse, rivelando un grande equilibrio.

    Torre di Giano Vigna il Pino

    A base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, è un vino bianco con una bella struttura, equilibrio ed eleganza.

    Al naso presenta note floreali e di tiglio, timo e fiori di acacia che si alternano a delicate sfumature di cocco, vaniglia e cioccolato bianco.

    Il gusto è sapido e fragrante con una lunga persistenza nel finale, bilanciato da un’acidità rinfrescante.

    Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico

    Spumante da uve Chardonnay e Pinot Nero. Dorato, limpido e brillante, con perlage a grana molto fine e persistente, ha un profumo intenso e avvolgente che richiama la mandorla, la nocciola e una lieve espressione di crosta di pane. Il gusto è secco e pieno, fruttato e di bella struttura, e lascia nel finale un tocco agrumato con un’acidità fresca e pulita.

    Barricaia della Cantina Lungarotti foto da comunicato stampa
    Barricaia della Cantina Lungarotti foto da comunicato stampa

    Simbolo dell’eccellenza enologica umbra, Lungarotti ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Una storia cominciata con Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana che nel dopoguerra ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, a Torgiano, in una cantina di successo.

    Una storia che ancora oggi continua grazie all’impegno, la passione e la competenza di 3 generazioni della famiglia Lungarotti che hanno saputo innovare senza mai tradire il carattere inconfondibile dei loro vini iconici tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC.

    Vini Natale Lungarotti foto da comunicato stampa
    Vini Natale Lungarotti foto da comunicato stampa

    Lungarotti conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità. Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://lungarotti.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

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  • Rosso di sera gran galà vini rossi marchigiani 2022

    Rosso di sera gran galà vini rossi marchigiani 2022

    “Rosso di Sera”, il gran galà dei migliori vini rossi delle Marche, l’evento dedicato alla conoscenza e promozione del vasto patrimonio vitivinicolo regionale.

    Redazione

    L’appuntamento è per sabato 10 e domenica 11 dicembre a Porto San Giorgio, presso l’ottocentesca Villa Bonaparte, residenza di Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone, che innamorato della marchesa Anna Azzolino, “la più amabile gentildonna di Fermo”, scelse proprio il Fermano per stabilirsi alcuni anni.

    Rosso di Sera, prima edizione 2022 Marche
    Rosso di Sera, prima edizione 2022 Marche, foto logo evento

    Protagonista di questa prima edizione la DOC Rosso Piceno, la denominazione più estesa delle Marche, prodotta ovunque tranne che nella provincia di Pesaro – Urbino. Un vino in cui spicca il carattere del Montepulciano, col suo tannino irruento smorzato dalle parti fruttate del Sangiovese, in particolare nella versione Superiore, prodotta nel ristretto areale tra San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno. Oltre ad essa, anche gli altri rossi DOCG, DOC e IGT della nostra regione.

    Sarà un viaggio esperienziale unico in compagnia delle aziende vitivinicole marchigiane più rappresentative, perché è l’incontro diretto con il produttore il miglior modo per diffondere la cultura del vino e del bere bene.

     

    Rosso di Sera locandina evento 2022
    Rosso di Sera locandina evento 2022

    Banchi d’assaggio, degustazioni guidate, talk show, lezione – spettacolo sul dio Dioniso a cura del filosofo e performer teatrale Cesare Catà, asta di beneficenza, cena di gala con il sommelier e presentazione in anteprima nazionale di un frigo cantina per la conservazione del vino gestibile da smartphone e della nuova BMW i7 … questo e altro ancora è “Rosso di Sera”.

    Rosso di Sera Locandina evento retro
    Rosso di Sera Locandina evento retro

    L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Porto San Giorgio e dal Consiglio Regionale Assemblea Legislativa Marche, è posta all’interno del cartellone degli eventi natalizi del Comune di Porto San Giorgio; organizzatrice è l’Associazione “La luce e i sentieri” in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier Marche, i Rotary Club del territorio e la CNA.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Acquisto Ticket: https://www.vivaticket.com/it/ticket/abbonamento-rosso-di-sera-gran-gala-dei-migliori-vini-rossi-delle-marche/198101

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel Vino è la Vita

    Di Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    EnoMundus 2022 Fiera Mercato dei Vini Internazionali, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    EnoMundus 2022 Fiera Mercato dei Vini Internazionali, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    “Il vino è cultura, è un mondo che mi affascina e mi appassiona tantissimo e cerco di trasmetterlo attraverso questo evento. Il mio mestiere è quello di vendere il vino, il vostro invece, che io invidio tanto, è quello di trasmettere tutti questi concetti su dei fogli ancora bianchi. Oggi sono qui per chiedervi, con invidia quasi, ma anche con grande piacere, di trasmettere la bellissima cultura dei vini internazionali, in questo caso dei Greci che ho visitato personalmente, scoprendo qualcosa di grandioso “.

    Con queste parole di Olfa Haniche, ideatrice di “EnoMundus 2022“, la Fiera Mercato Dei Vini Internazionali, Export Manager di cantine vinicole italiane all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri, iniziamo a raccontarvi una delle entusiasmanti Masterclass che si è svolta nella Sala Michelangelo dell’Hotel Albani a Firenze. L’evento è stato organizzato con la collaborazione di Carol Agostini, Commissario internazionale enologico e titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels.com e della Rubrica “Papillae.it“.

    I vini Greci e il loro grande Potenziale

    La Masterclass sui vini Greci e sulla loro storia è stata condotta da Haris Papandreou, Segretario del Consolato Onorario della Grecia a Firenze e presentata da Olfa Haniche, con la straordinaria partecipazione di Carol Agostini e di esperti del settore.
    Protagonista di questo incontro è stata la Cantina “Hatzidakis Winery” di Konstantina Chryssou.

    Olfa Haniche che presenta la Masterclass sui vini greci, la Famiglia Hatzidakis e il Segretario del Consolato greco Haris Papandreou
    Olfa Haniche che presenta la Masterclass sui vini greci, la Famiglia Hatzidakis e il Segretario del Consolato greco Haris Papandreou

    Abbiamo ascoltato, con fervida attenzione, il racconto della bellissima Santorini, una delle isole situate nell’arcipelago delle Cicladi, nel mare Egeo. Nel 1627 a.C fu distrutta da un’eruzione vulcanica, la più grande avvenuta in Europa, e ricoperta quasi interamente dal mare. In seguito a tutto ciò si creò la famosa caldera, un insieme di quattro isole, Thitasia (unica isola abitata), Nea Kameni, Polia Kameni e Aspronisi.

    Prima degli anni ’90, Santorini era conosciuta soltanto per i suoi meravigliosi paesaggi e per il suo famoso tramonto ed erano soltanto quattro i produttori che imbottigliavano il loro vino (contadini che lo vendevano per strada in bottiglie di plastica). Ad oggi, quei quattro produttori sono diventati diciotto.

    Il terreno è vocato per la coltivazione della vite, in quanto particolarmente fertile grazie ai minerali contenuti nel sottosuolo, un mix di lava, cenere, pietre e sabbia. Esistono, ad oggi, viti ultracentenarie, alcune di quasi 200 anni che non sono state attaccate a suo tempo dalla Fillossera.
    Il vitigno re di Santorini è l’Assyrtiko. Il primo a portarlo in Italia per farlo conoscere e poter sperimentare fu il Professor Rainer Zierock che lo impiantò nel Südtirol in Alto-Adige creando la cantina Ansitz Dolomytos Sacker, anche con l’aiuto del professor Attilio Scienza, altro grande conoscitore del vitigno greco.

    Dalle parole di Haris Papandreou: “Il vino di Santorini ha una potenzialità enorme. L’Assyrtiko per me rappresenta gran parte dei vitigni greci ed è quello che ha trainato il nostro vino all’estero, quello che è entrato nei migliori ristoranti europei e ultimamente del mondo. Ci sono alcuni ristoranti italiani, come ad esempio a Venezia, dove possiamo trovare bottiglie della famiglia Hatzidakis”.

    La storia di un grande amore: quello della famiglia Hatzidakis

    Nel 1996 Haridimos Hatzidakis, enologo e già grande produttore, portò sua moglie Konstantina Chryssou a vedere un vitigno abbandonato dal 1956 dopo il terremoto dell’isola che fece scappare quasi tutti i suoi abitanti, anche parte della loro famiglia. Si innamorano subito di quel terreno, acquistandolo e decidendo di lavorare tutto in regime biologico e con il vitigno Aidani in purezza. Fu uno di tre produttori a farlo.

    Papandreou ci racconta: “ Nel 1997, al di sotto dei vigneti, scoprirono una grotta e Haridimos disse alla moglie “è qui che faremo la nostra cantina”. Ad oggi, esiste soltanto la loro posizionata in quel modo, tutti gli altri hanno creato delle grandi cantine moderne. La loro, però, ha qualcosa di magico. Haridimos sperimentò molto e uscì con il suo primo vino nel ’97. Anche se non ho mai avuto l’onore di conoscerlo di persona ma solo telefonicamente, fu per me un grande maestro, lui diceva sempre: “il buon vino si fa in cantina”.

    Nel 2017 purtroppo Haridimos muore, lasciando un grande vuoto nella sua famiglia e ai tanti amanti del buon vino. Questo accade proprio durante la vendemmia. Dopo tante difficoltà e tanti dubbi se andare avanti con la produzione, Konstantina e i suoi quattro figli decidono di non vendere, ma di continuare con determinazione e passione il grande lavoro svolto dal padre. Con l’aiuto dei giovani enologi (due donne ed un uomo) che studiarono al fianco di Haridimos e seguendo tutti gli appunti che aveva lasciato, ad oggi la Cantina produce dei vini davvero eccellenti.

    L’azienda ad oggi situata nel villaggio di Pyrgos Kallistis, coltiva: l’Aidani vinificandolo in purezza, il Mavrotragano, una varietà a bacca rossa che ha rischiato l’estinzione e la cui superficie vitata sull’isola è passata,grazie ad Haridimos, dal 2% al 5% ed infine l’Assyrtiko, che copre circa l’ 80% del territorio.

    In questa Masterclass abbiamo avuto il privilegio di degustare:

    P.G.I Cyclades Aidani 100% 2021
    P.D.O Santorini Familia Assyrtiko 100% 2020
    P.G.I Cyclades Mavrotragano 100% 2016
    P.D.O Santorini Vinsanto Assyrtiko 80% Aidani 20% 2004, 16 anni invecchiato in botti di rovere , Vino Bianco naturalmente dolce.

    Line up vini greci dell' Azienda Hatzidakis Winery, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    Line up vini greci dell’ Azienda Hatzidakis Winery, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    Correva l’anno 2000
    Il Segretario del Consolato continua a raccontarci che: “Era l’anno 2000 e, mentre la figlia Stella di 3 anni e mezzo stava disegnando, Haridimos e sua moglie discutevano sulle percentuali utilizzate nel nuovo vino, ossia 80% Aidani e 20% Assyrtiko. Contrariamente a quanto era stabilito dalla DOC Santorini che prevedeva l’impiego del 70% di Assyrtiko e il resto Aidani. Con tanti dubbi, ma fiduciosi, decisero di continuare nel loro progetto, dando il nome Aidani al vino e creare l’etichetta con l’unione dei quattro disegni che la figlia stava facendo in quel momento”.

    "Aidani" 2021 con i disegni di Stella in etichetta, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    “Aidani” 2021 con i disegni di Stella in etichetta

    Mentre l’etichetta è rimasta la stessa, ad oggi, l’ Aidani è in purezza. La resa è molto bassa, sui 18-22hl/ha e le uve provengono da vigne che hanno dai 10 ai 30 anni di vita. La fermentazione avviene con i lieviti indigeni a temperatura controllata, rimanendo poi 6 mesi sulle fecce nobili e 2 mesi in bottiglia. Non è filtrato. Se ne producono circa 4700 bottiglie l’anno.

    Nel nostro primo calice ci sorprende un colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso respiriamo da subito delle note tropicali di mango e papaya molto persistenti, profumi di agrumi e fiori di limone. Una bocca vivace ed equilibrata con sentori di frutta secca, noce moscata e con un lungo retrogusto aromatico di caramello e burro che avvolge tutto il nostro palato.

    Un vino, una Famiglia

    Il vino Santorini Familia, 100% Assyrtico, è stato chiamato così poiché le uve con il quale viene prodotto oltre ad essere di proprietà, sono di altri vecchi produttori considerati da loro come una “Famiglia”. Anche qui rese bassissime, quasi 13 hl-ha, vigne d’età comprese tra i 15 e gli 80 anni e altitudini tra i 200 e i 300 m s.l.m.

    Per la scelta dell’annata 2020, Olfa interviene, trascinandoci all’emozione: “Ho chiesto a Konstantina una 2020 poiché, non essendo noi abituati ai vini bianchi da invecchiamento lungo, avevo il piacere semplicemente di farvi notare come un vino bianco può essere dimenticato in cantina e come quest’ultimo possa già avere, dopo pochi anni, una specie di carta d’identità con caratteristiche decisamente forti“.

    "Familia" Assyrtico 2020, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    “Familia” Assyrtico 2020

    Qualità che noi riscontriamo notevolmente nel calice iniziando dal colore dorato intenso che ci troviamo ad ammirare. Al naso sentori di frutta, fiori con note vegetali. Un palato fresco ed energico, con un’acidità rinfrescante sul finale e con sentori di cedro candito. Una nota di mela cotogna in un connubio perfetto di frutta secca più acerba come una mandorla pelata. Un retrogusto lungo di fieno, pietra focaia e salvia conquista il nostro palato. Guardandoci capiamo che questo vino già ci emoziona adesso, immaginiamo tra 5 anni.

    Per questi primi due calici Tiziana Spera, proprietaria dell’azienda “Le Direzioni Del Gusto”, con sede ad Avezzano, ci spiega che in abbinamento all’Aidani ha deciso di portare una focaccia, la “Crescia Marchigiana” con tartufo nero all’interno e per l’Assyrtiko una tipologia di formaggio di mucca con miele, noci e zafferano fatto specificatamente più delicato per questa Masterclass.

    Il Mavrotragano segreto

    Dalle parole di Haris Papandreou: “Haridimos faceva delle sperimentazioni su tutti i vitigni, annotandosi tutto lo svolgimento e le vinificazioni. Prima di morire nascose due botti di Mavrotragano che, più tardi, furono trovate e lavorare dai suoi figli. Inizialmente risultò più acquoso, mentre oggi è più puro e più pulito”.

    Le uve rimangono a contatto con le bucce per 5 giorni. Dopo la fermentazione, il vino matura in botti di rovere francese per 18 mesi e ulteriori 12 mesi all’interno dei serbatoi di acciaio inox. Il vino non è filtrato e ci coglie di sorpresa sapere che quasi il 91% delle viti è ultra centenario per una produzione di 7750 bt annue. Per la prossima annata i figli prevedono di piantarne delle nuove.

    "Mavrotragano" 2016
    “Mavrotragano” 2016

    Al calice un rosso rubino brillante, di un’eleganza unica. Al naso un bellissimo sentore di frutti di bosco, erbe aromatiche, spezie e tabacco da sigaro che riscontriamo poi anche al palato. Un tannino e un’acidità legati in maniera sorprendentemente equilibrata. Un buon corpo con una grande complessità, note avvolgenti di pepe nero, fiori appassiti e cioccolato in un connubio perfetto. In abbinamento a questo terzo calice una soffice focaccia bianca con un buonissimo Jamón iberico Pata Negra di Bellota. Che meraviglia degustarlo!

    Dall’intervento di Konstantina: “Il buon vino si fa in cantina ma il lavoro più grande si fa in vigna poiché facciamo una selezione dell’uva davvero minuziosa, per questo motivo la nostra resa è ancora più bassa”.

    Un finale degno di nota

    Vin Santo è il nome che, secoli orsono, i Veneziani diedero al vino proveniente da Santorini. Vin Santo è quindi una contrazione e significa Vino di Santorini.
    Le uve vengono lasciate appassire sotto il sole estivo per 15 giorni, in modo da concentrare gli zuccheri e non perdere acqua. Successivamente avviene la spremitura e la vinificazione ed infine l’affinamento in botti di rovere per molti anni. Alcuni anche 6-8 anni.

    "Vino Santo" 2004
    “Vino Santo” 2004

    In questa occasione, abbiamo degustato un blend di 80% Assyrtiko e 20% Aidani, annata 2004. Anche qui prodotto da vigne ultra centenarie con una resa di 20 hl/ha e una produzione di sole 6000 bt annue. Residuo zuccherino di 300g al litro.
    Questo calice è stato per noi un colpo di fulmine. Un colore rosso granato, ambrato con riflessi color caramello. Profumi intensi di frutta secca, uva passa, miele, caramello al burro sorprendono il nostro naso che ne rimane affascinato.

    Un palato così pieno e vellutato caratterizzato da sentori di caffè liquoroso, cioccolato, tabacco e un lungo retrogusto di scorza d’arancia candita. Ancora tanta ma tanta mineralità.
    Lo abbiamo degustato in abbinamento ad un gorgonzola muffa blu, lavorato con Ratafià, un liquore a base di succhi di frutta e alcol, gocce di frutti di bosco all’interno e cacao amaro all’esterno. Decisamente un finale perfetto.

    Degustazione completa di quattro calici
    Degustazione completa di quattro calici

    In questa grande Edizione abbiamo anche degustato varie tipologie di vini di diverse nazionalità.
    Ci siamo domandate:
    Cosa ci aspettiamo da un calice di vino degustandolo?
    Andiamo alla ricerca e alla scoperta di tutti quei sentori diversi o nascosti, con aromi differenti tra loro, tra note speziate decise o eleganti oppure note più succose. Abbiamo scoperto “un mondo”.

    I vini della Turchia, ad esempio, dell’Azienda Kastro TireliAkhisar ci hanno sorpreso ed emozionato, ci sono entrati nel cuore. Come anche quelli francesi della Maison Marigny eleganti e sofisticati, quelli della Romania dell’Azienda Lechburg Winery in Transilvania energici e puri. Il loro Moscato Giallo è stato qualcosa di stupefacente. L’Argentina, la Spagna ed il Cile con i loro vini avvolgenti e calorosi ed il Libano più decisi ed austeri.

    Altre Aziende estere presenti all'evento EnoMundus 2022
    Altre Aziende estere presenti all’evento EnoMundus 2022

    Ci teniamo a ringraziare davvero di cuore Olfa Haniche e Carol Agostini per l’invito, la calorosa accoglienza e per la perfetta organizzazione di questo evento.
    Un caloroso ringraziamento merita anche tutta la Famiglia Hatzidakis che ci ha accolto in maniera impeccabile come fossimo anche noi “Una Famiglia”.

    Questa volta vi lasciamo con le belle parole di Konstantina Chryssou che ci fa comprendere come dietro ad una semplice bottiglia di vino ci sia davvero Vita:
    “Prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere venuti tutti qui, un grazie speciale ad Olfa e ad Haris per tutto questo. Io amo molto l’Italia, Firenze e siamo felici di questa manifestazione. La nostra filosofia non è quella di partecipare a tantissimi eventi ma ci piacciono quelli dove c’è questa emozione, questo feeling che sentiamo qui.

    Quest’anno celebriamo i 25 anni dell’azienda, sarebbe stato molto bello celebrarlo con mio marito che ad oggi purtroppo non c’è più ma bisogna comunque viverlo in modo diverso. Amo da morire i miei figli e non è stato facile lasciarli decidere di andare avanti con l’attività di famiglia perché ognuno di loro ha una grande voglia di vivere e avrebbero potuto crearsi un loro futuro. Alla fine ho capito che i miei ragazzi avevano il vero e autentico desiderio e la volontà di portare avanti il lavoro del papà e questo è il loro grande risultato.”

    La Famiglia Hatzidakis
    La Famiglia Hatzidakis

     

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Evento: https://www.vinaviewinetasting.com/enomundus

    Sito Cantina: http://www.hatzidakiswines.gr/

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    ENOMUNDUS 2022 Champagne, il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Di Cristina Santini e Ilaria Castagna,Partners in Wine

    Max Jacob citava :
    “ Lo champagne, se si ha tempo per ascoltarlo, fa lo stesso rumore, nella sua schiuma e nelle sue bollicine, del mare sulla sabbia”.
    Proprio con questa citazione, noi Partners in Wine vogliamo raccontarvi il meraviglioso viaggio che abbiamo percorso, tra risate in treno da Roma a Firenze, e l’emozione che abbiamo vissuto nel degustare e scoprire vini esteri di piccole e medie produzioni dei 10 Paesi ospiti dell’evento, come Turchia, Spagna, Francia, Romania, Argentina, Cile, Libano, Austria e Paesi Bassi.

    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze
    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze

    Insieme ad altri esperti del settore, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla seconda Edizione di “EnoMundus 2022”, la prima Fiera Mercato in Italia dedicata ai vini Internazionali, tenutosi a Firenze nella Sala Michelangelo dell’hotel Albani e ideata ed organizzata da Olfa Haniche di VinavieWineTasting, Export Manager di vini italiani all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri.
    Media Partner dell’evento, FoodandWineAngel.com di Carol Agostini, Titolare dell’Agenzia e Commissario Internazionale Enologico.

    BENVENUTI ALLE MASTERCLASS

    Ci siamo focalizzate su due Masterclass svolte nella giornata di Lunedì 14 Novembre: quella sui vini della Grecia presentati dalla Famiglia “Hatzidakis”di Santorini, che approfondiremo nel nostro prossimo articolo sulla Rubrica Papillae.it, ed una dedicata a sei prestigiosi Champagne di tre piccoli Produttori, non importanti in Italia e quindi poco conosciuti ma che di altissima qualità. Entrambe abbinate, minuziosamente, ad una sorprendente e creativa selezione di formaggi presentati personalmente dall’Azienda “Le Direzioni del Gusto” di Avezzano.

    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne
    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne

    Il focus sugli Champagne è stato condotto da Marco Maini, importatore e titolare, insieme a Stefano Bazzoni, della MB Bollicine Di Francia, con sede a Parma, e guidato da Carol Agostini con il prezioso intervento del critico enologico, Paolo Baracchino.
    Maini ci racconta: “La nostra società è nata 3 anni fa, è un progetto pensato intorno al 2015 quando io e Stefano iniziammo a girare per la Champagne, mossi solo dalla nostra passione. Il nostro intento era quello di trovare dei “vignerons” legati al territorio che producessero in maniera ineccepibile degli Champagne totalmente diversi rispetto a quelli emblematici”.

    La loro scelta è proprio quella di importare alcune delle bollicine più nobili e prestigiose al mondo, Champagne che valorizzano e danno importanza a piccoli produttori, di nicchia, poco conosciuti che con determinazione, un po’ di pazzia e coraggio fanno delle scelte sensazionali con risultati eccellenti.

    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni
    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni

    L’INIZIO DI UN VIAGGIO SENSORIALE

    Tra le Maison protagoniste di questa incredibile degustazione troviamo quella di Noël Bazin, di Mangin Et Fils Leuvrigny e quella di Perron Beauvineau.

    Noël Bazin

    Discendenti di viticoltori dello Champagne dal 1999, hanno poco più di tre ettari situati a Villers- Marmery, villaggio classificato come Premier Cru nel “Parco Regionale della Montagne de Reims”. Tipicamente quella è una zona di Pinot Nero e Petit Meunier, ma per scelta aziendale hanno deciso di coltivare esclusivamente “lo Chardonnay della montagna”. I loro vigneti hanno un’età tra i 5 e i 60 anni situati su un suolo formato da gesso mescolato a ghiaia e producono 16.000 bottiglie l’anno.

    Con la degustazione del primo Champagne, abbiamo il piacere di emozionarci con il Blanc de Blancs Millésime 2017 “La Révélation”, Brut Nature, 100% raro Chardonnay della Montagne de Reims, proveniente da un vitigno vecchio di 50 anni “Les Basses Alouettes”, con dosaggio zero e 48 mesi sui lieviti.

    Al calice notiamo subito un colore oro limpido con un perlage elegante e fine. Al naso è fresco e superbo con una bellissima nota di arancia rossa, litchi e di albicocca. La parte agrumata di lime e la nota di ribes risultano molto persistenti. Una bocca vivace con un’effervescenza cremosa e delle sensazioni di purezza che ci rivelano tutta la sua autenticità poiché non dosato. Un sentore di canditi e miele ci lascia ben sperare in un invecchiamento degno di nota.

    Ha una bella spalla acida, ma non fastidiosa con una bollicina ben integrata al liquido; chiude al palato con una buona sapidità asciutta ed un finale citrico. La potenza fruttata, la sapidità e l’acidità arrivano in finale molto bilanciati. Sentiamo al palato quasi una patina di burro. E’ setoso con una nota di lievito nel finale.

    i due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi
    I due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Dalle parole di Carol: “Questa degustazione volevo farla un pochino più tecnica, immergendoci dentro alle nostre sensazioni organolettiche, perché lo champagne è un prodotto che va compreso, capendolo bene ci si immerge in tutti i suoi odori e sapori”
    Con il secondo calice ci prepariamo energicamente ad un Millesimato non dichiarato in etichetta, l’Étonnante Brut en fût Blanc de Blancs, 100% Chardonnay di Villers-Marmery, del 2015, affinato in botti di rovere per 12 mesi e per il 10% lavorato con il Metodo Soléra. Le uve provengono solo da una singola parcella denominata “L’Harenne”. Dosaggio: 8 g/l e 48 mesi sui lieviti.

    Ci sorprende un colore giallo oro con maestose perle che regalano un’effervescenza duratura. Ci rendiamo subito conto che, facendo un 10% di Solera, sicuramente ha preso quelle note di caramello e noccioline che riempiono di profumi maggiormente il naso. In bocca si distingue bene l’acidità e la sapidità spiccata. Una nota di canditi più pronunciata rispetto al primo, fragrante e ricco di agrumi e frutta secca.

    Il legno della botte è perfettamente amalgamato, note di banana verde, crema pasticcera e crosta di pane che ci avvolgono il palato. Attendendolo nel calice, sprigiona anche dei sentori vegetali. Ampio e generoso, complesso e in evoluzione, un significativo equilibrio tra freschezza e legnosità con un sentore di clementine candite nel finale. Una delizia al palato.

    Mangin Et Fils Leuvrigny

    Proseguiamo con la Maison Champagne Mangin Et Fils Leuvrigny a Le Chêne-la-Reine, con vigneti situati sulle pendici della “Vallée de la Marne”, nel cuore del vigneto Champenois. I loro terreni, a seconda delle zone, sono composti da argille, marne e vari calcarei. I principali vitigni che compongono il vigneto sono il Pinot Meunier e lo Chardonnay e producono mediamente 20.000 bottiglie l’anno.
    Maini ci spiega: “Ho deciso di proporvi per questa degustazione solo il suo Petit Meunier in purezza poiché è quasi una rarità, non sono in tanti a produrlo, lo usano soltanto per il taglio”.

    Il terzo calice sorprendente: 100% Petit Meunier, Medaglia d’oro al Concorso Mondiale Femminile 2022, non dosato con tre anni minimo sui lieviti. (riposa per 6 mesi dopo la sboccatura).
    Presenta un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati, perlage persistente e fine. Al naso avvertiamo una nota molto particolare di chinotto e vermouth, amalgamata perfettamente ad un bouquet di frutti gialli come la mela cotogna. Note finali di fiori secchi come il caprifoglio.

    In bocca una bella vivacità con sentori di fichi, miele, una nota mentolata di muschio che non dispiace e delle note agrumate sposate benissimo allo zenzero, chiudendo nel finale con un potpourri di fiori secchi.

    Ci vengono proposti tre formaggi in abbinamento a questi primi tre calici raccontati da Tiziana Spera, proprietaria dell’Azienda “Le Direzioni Del Gusto” che ci consentono di immergerci nei vari sapori delicati e forti, speziati e fruttati, tutti diversi e colorati, sperimentando insieme anche l’accostamento più ottimale.
    Con il primo calice abbiamo abbinato un formaggio di mucca con il pistacchio, il secondo, invece, viene lavorato con miele e noci con l’aggiunta di un pizzico di miele sul finale, il terzo infine è con l’arancia. Li abbiamo lavorati in maniera molto più delicata proprio per questa occasione”.

    Carol Agostini e Marco Maini
    Carol Agostini e Marco Maini, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Subito dopo Carol ci tiene a spiegare:

    “State giocando con i gusti? Lo sapete che i sensi non sono cinque ma sono ben 17. Ho scritto un libro sull’Enogastronomia sensoriale parlandone sotto forma di romanzo. Si parla dei sensi in forma lieve dove, chi ha un occhio più tecnico, riesce a comprendere quale sia il progetto, ovvero quello di unire Enogastronomia, Sensi e Programmazione Neurolinguistica. Chi non non riesce a comprendere questo legame, può leggere un bel romanzo divertendosi.

    Per questo motivo è molto tempo che porto avanti dei seminari e dei corsi sui sensi che non sono cinque, come vi spiegavo prima, ma ne sono stati classificati diciassette, tra cui la pressione sanguigna, lo stimolo della fame e lo stimolo del bagno. Sono state inserite anche le Percezioni che sono cinque compreso l’Umami. Ad oggi, ci sono molti studi sulla sensorialità e sulla percezione dei sensi, ve lo lascio come spunto poiché io vivo di sensi come spero lo facciate tutti, chi più e chi meno, ma credo sia una cosa molto interessante su cui fare ricerche”.

    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Continuiamo, questo viaggio intenso, con il quarto calice della serata, sempre della stessa Maison, il loro “Millésime” 2018.
    Un 100% Meunier, con bottiglie a numero limitato, dosaggio 10 g/l, invecchiato per un minimo di 5 anni sui lieviti.
    Alla visiva notiamo un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdi nel calice, un perlage sottile e molto fine. Al naso ci invadono le note di agrumi, soprattutto limone e pompelmo, che ritroviamo anche al palato con una lieve nota di vaniglia.

    La sua parte agrumata così persistente e la grande sapidità ci fanno pensare ad una lunga vita per questo vino. Il tempo passa e noi assaporiamo maggiormente la sua apertura verso note più dolci di castagna bollita sbucciata. Confrontandoci, troviamo all’unisono tutte le componenti in armonia tra loro, perfino gli stessi aromi per via retronasale.

    Perron Beauvineau

    Come ultima Maison, lo Champagne Perron Beauvineau, situata a Meurville, nella “Cote des Bar”, micro regione popolata da soli 180 abitanti. Qui le colline sono ben esposte e caratterizzate da suoli argillosi calcarei. Maina qui ci spiega, sorridendo, come il produttore di questa Maison sia un vero e proprio pazzo, poiché i suoi Champagne, a partire dal suo Entry Level, riposano minimo 6 anni sui lieviti e produce circa 70.000 bottiglie.
    “Produce Millesimati a partire dal 2002, 2004 e 2008 che degusterete oggi. L’anno prossimo uscirà con un millesimato 1996 quindi uno Champagne invecchiato, d’annata”.

    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Nel quinto calice abbiamo la Cuvèe Prestige “Minor Villa”, annata 2008, prodotta nelle vecchie bottiglie di Champagne, di formato più arrotondato, da uve 40% Chardonnay, 40% Pinot Nero e 20% Pinot Meunier, dosaggio tra i 7-8 g/l.
    È di un colore oro più intenso e lucente, con una bollicina finissima, e qui ci sentiamo una banana matura con una lieve nota agrumata. Al naso troviamo sentori di crosta di pane e una nota minerale molto particolare e spigolosa come il torsolo della mela renetta.

    Al palato si aprono note balsamiche, come menta e muschio, un’acidità notevole che vira sul limone e pompelmo giallo. Lascia in bocca una bella pienezza con sensazioni avvolgenti di miele d’acacia che donano una grande persistenza ed eleganza. Sul finale, in bocca, ha una piacevole nota iodata e di acqua marina. Estrema finezza.

    Per il calice finale, Marco e Carol ci presentano una Cuvée “Abraham”, Vieilles Vignes, Millésime 2004, prodotta da vigneti di età media 46 anni, composta per il 34% da Pinot Nero, 33% da Chardonnay e 33% da Pinot Meunier, fa 12 mesi di affinamento e 8 mesi di riposo in bottiglia. Dosaggio 6 g/l.
    Osserviamo il suo finissimo perlage ed il suo colore giallo paglierino con riflessi perlati. Al naso ha un’espressione aromatica molto delicata con note di ciliegia sotto spirito e pere Williams, una bella freschezza aromatica. Al palato presenta note di minerale, pietra focaia, aromi di frutta bianca come pera, mela, renetta più dolce, susina e melissa. Una spiccata freschezza e una grande persistenza.

    Paolo Baracchino interviene: “E’ un’esplosione di miele accompagnato a questa nota di limone, bergamotto e pompelmo giallo che avvolgono tutta la bocca. Penso che sia positivo sentire la nota agrumata perché ci permette di bere con piacevolezza”.

    Linup degli champagne in degustazione
    Linup degli champagne in degustazione

    Tiziana Spera ci propone, in abbinamento a questi ultimi tre calici, una caciotta semistagionata affinata ai frutti di bosco, un altro formaggio con 100 erbe e mela molto delicato e dolciastro ed infine, un Camembert con arancia, fava di cioccolato e cacao. Sublime.

    I formaggi dell'Azienda "Le Direzioni del Gusto" Avezzano
    I formaggi dell’Azienda “Le Direzioni del Gusto” Avezzano

    Rimaniamo sedute finché la sala si svuota, in riflessione, e prendiamo coscienza che siamo al termine del nostro viaggio sensoriale. È stata una giornata ricca di stimoli e conoscenze, tra conversazioni e degustazioni, un continuo dialogo piacevole ed effervescente durante il quale confrontarsi sulle nostre percezioni godendoci il tempo presente.
    In un calice di vino non ci sono solo profumi, sapori e colori, ma c’è tutto quel mix di esperienze sensoriali strettamente collegate alle persone e al territorio di produzione.

    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com
    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com

    Ci teniamo a ringraziare di cuore Carol Agostini e Olfa Haniche per l’invito e l’accoglienza. Per noi è stato un incontro sorprendente, molto interessante e stimolante con dialoghi e opinioni costruttive.

    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager
    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager

    Concludiamo con un nostro pensiero:

    Abbiamo vissuto in un solo giorno emozioni pure e contrastanti, emozioni che hanno lasciato in noi ancor di più la voglia di scoprire, degustare ed emozionarsi davanti ad un calice.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Manifestazione: https://www.vinaviewinetasting.com/enomundus

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • 31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022 Helmuth Köcher

    31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022 Helmuth Köcher

    31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022, Radici, arte e sostenibilità le tematiche dell’edizione“Respiro e grido della terra”.

    Redazione

    Un summit sulla sostenibilità, il consueto appuntamento con Naturae et Purae e uno speciale focus sui vini sostenibili con Georgia, Campania e Abruzzo a confronto: la rassegna ideata da The WineHunter Helmuth Köcher, prestigioso palcoscenico delle eccellenze wine & food italiane e internazionali, valorizza e sostiene sempre più il tema green, in un ricco programma che include anche talk, masterclass e showcooking che vede coinvolti celebri nomi in campo enogastronomico e istituzionale.

    The WineHunter Award Platinum Wines - Food - Spirits - Beer 2022
    The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    Tra gli appuntamenti in rilievo, la premiazione dei Platinum Award durante la cerimonia di apertura del festival e il cortometraggio di Carlo Guttadauro che narra le origini della manifestazione meranese. Tanti gli ospiti d’eccezione del mondo wine&food, istituzionale e di cultura come Franco Pepe, Peppe Aversa, Luca Gardini, Luca d’Attoma, Luigi Moio, Paolo De Castro, Herbert Dorfmann, Andrea Prete, Attilio Scienza e Gerry Scotti.

    Fino a 6.500 i visitatori attesi, oltre 700 produttori presenti tra Wine, Food – Spirits – Beer, più di 330 etichette nella The Winehunter Area, oltre 50 eventi tra 16 materclass, 1 summit suddiviso in 6 presentazioni, 7 talks, 2 presentazioni di libri e 18 chef ospiti per numerosi shoowcooking e special dinner: tra radici, arte e sostenibilità, ecco i numeri del 31° Merano WineFestival.

    31 Sciabolatori scelti per l'inaugurazione, peccato non essere stata invitata a sciabolare
    31 Sciabolatori scelti per l’inaugurazione di apertura della manifestazione, 31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022

    Da una storia che disegna le sue origini, a un importante summit sulla sostenibilità che si fa portavoce di uno dei temi attuali più urgenti: Merano WineFestival apre i battenti della 31^ edizione unendo passato, presente e futuro all’insegna dell’eccellenza tra radici, arte e – tema centrale di quest’anno – sostenibilità. La kermesse meranese, in programma da domani venerdì 4 novembre a martedì 8 novembre, si conferma autorevole palcoscenico del panorama wine & food, con un programma ricco di novità e ospiti d’eccezione.

    Apertura iniziale con il Sindaco di Merano, Dott. Dario Dal Medico
    Apertura iniziale con il Sindaco di Merano, Dott. Dario Dal Medico del 31° Merano WineFestival 4-8 novembre 2022

    Dagli opinion leader e stakeholders coinvolti nel summit “Respiro e grido della terra”, artisti e nomi illustri del mondo dello spettacolo che sostengono il mondo del vino, difendendone qualità e cultura in Italia e nel mondo. Dal panorama wine & food: gli chef stellati Franco Pepe e Peppe Aversa, l’enologo Luca D’Attoma, il wine critic Luca Gardini.

    Dal mondo delle istituzioni: Luigi Moio, presidente OIV e Paolo De Castro, Commissione Agricoltura UE, in diretta streaming; Herbert Dorfmann, Deputato Parlamento Europeo e membro commissione Agricoltura UE. Dal mondo della cultura e dello spettacolo: il ricercatore, professore, visionario Attilio Scienza e il conduttore, nonché produttore di vino, Gerry Scotti.

    Merano Winefestival 2022 Gerry Scotti
    Merano Winefestival 2022 Gerry Scotti

    Dal 4 all’8 novembre, i migliori prodotti vino e culinaria selezionati durante l’anno da The WineHunter entrano in scena tra le sale del Kurhaus e la Gourmet Arena, oltre 700 in totale, suddivisi in due sessioni espositive. Trovano inoltre spazio 7 talks, 16 masterclass, showcooking, 2 presentazioni di libri e un “Red Wave”, il fuorisalone che anima Merano nelle giornate del festival, ancor più coinvolgente, per non dimenticare le oltre 330 etichette presenti nella The WineHunter Area.

    Degustazioni durante il merano Winefestival 2022
    Degustazioni durante il Merano Winefestival 2022

    SOSTENIBILITÀ.

    Alcune degustazioni al Merano Winefestival 2022
    Alcune degustazioni al Merano Winefestival 2022

    Ad aprire il 31° Merano WineFestival è il summit “Respiro e grido della terra”, il 4 e 5 novembre:

    sei incontri, gruppi di analisi e approfondimento che affrontano il problema dell’acqua, in quanto risorsa primaria e fondamentale per la vita, l’innovazione, la sicurezza alimentare e la sostenibilità delle filiere enologiche, le certificazioni in viticoltura, nonché alcuni case history come il modello “Abruzzo sostenibile”.

    Summit che avrà come scopo finale la redazione di un MANIFESTO che verrà sottoscritto da tutti gli opinion leader e stakeholders e verrà consegnato al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

    Focus sulla sostenibilità anche attraverso i modelli messi in pratica da Campania e Georgia a confronto, tra talk, degustazioni e showcooking.

    Per finire con l’ormai consolidato appuntamento Naturae et Purae (dal 4 al 7 novembre), convegno ideato da Helmuth Köcher e dal giornalista Angelo Carrillo, quest’anno dedicato al tema “Wine Resilience – Spiriti Estremi” – Dalle isole del mediterraneo a quelle dello spirito.

    Molti gli argomenti, le tematiche, le attività e i protagonisti di questa edizione del Merano Winefestival 2022
    Molti gli argomenti, le tematiche, le attività e i protagonisti di questa edizione del Merano Winefestival 2022

    RADICI.

    Calici di vino in degustazioni varie
    Calici di vino in degustazioni varie

    Ieri, oggi, domani: Merano WineFestival affonda le sue radici nel passato e guarda al futuro.

    La storia che simbolicamente disegna le sue origini riporta al 1830 quando l’Arciduca Giovanni d’Austria, pioniere della nuova viticoltura, introduce nel territorio nuove varietà come il Riesling e contribuisce allo sviluppo della gamma di vini che oggi l’Alto Adige può vantare.

    È la prima volta che si parla di ricerca dell’eccellenza, della selezione della migliore qualità: la stessa che Helmuth Köcher eredita e valorizza quando mette in scena una delle kermesse del panorama wine & food più importanti in Italia e in Europa.

    Un passaggio di testimone simbolicamente ritratto nel cortometraggio del regista Carlo Guttadauro che narra le origini di Merano WineFestival attraverso un breve docu-film in presentazione a Teatro Puccini venerdì 4 novembre alle 18.30.

    Una delle aziende presenti a merano Winefestival da qualche anno FriulTrota
    Una delle aziende presenti a Merano Winefestival da qualche anno FriulTrota

    ARTE.

    A partire dalle location meranesi che la ospitano, dalle affascinanti sale del Kurhaus al Teatro Puccini, la rassegna meranese di The WineHunter è da sempre un inno all’arte e alle sue innumerevoli espressioni. In questa 31^ edizione sono tante le iniziative legate al mondo della creatività: la partnership con Merano Arte, presente tra i The WineHunter Talks presso l’Hotel Therme, la presentazione di due libri quali “Il Bicchiere d’Argento” a cura di Cucchiaio d’Argento e in collaborazione con Luca Gardini.

    E ancora una panoramica sulle anfore Georgiane “Terracruda” (domenica 6) e l’arte della mixology con Itinerari Miscelati (martedì 8) quando nella Sala Rotunde al 2° piano del Kurhaus 8 bartender provenienti da tutta Italia si sfideranno con la mistery box dei prodotti selezionati da The WineHunter per il The WineHunter Globe Platinum, i titoli di miglior Bartender Cocktail, miglior Bartender Drink d’Italia e miglior locale d’Italia.

    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni
    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni

    Durante il festival, come di consueto, la selezione Wine Italia, The WineHunter Selection Area, Wine internazionale e Catwalk Champagne sono ospitate all’interno del Kurahus, mentre la GourmetArena rimane location prediletta per “Food – Spirits – Beer”, con l’area riservata a Territorium & Consortium Campania tra eccellenze e showcooking e, novità di quest’anno, un format simile dedicato alla regione Abruzzo.

    Nel prolungamento della Gourmet Arena, invece, viene inaugurata la Buyer & Financial Area che, nata da una partnership tra Merano WineFestival e 5 Hats, è luogo d’incontro tra le aziende italiane premiate da The WineHunter e i buyers provenienti da tutto il mondo individuati dai The WineHunter Ambassador.

    FOOD - SPIRITS - BEER al Merano WineFestival 2022 #mwf2022 #31mwf #thewinehunter
    FOOD – SPIRITS – BEER al Merano WineFestival 2022 #mwf2022 #31mwf #thewinehunter

    Uno spazio espositivo a cui si aggiunge una Buyers Room, presso l’Hotel Terme Merano, dove sono programmati 150 appuntamenti durante le giornate del festival. The WineHunter Talks Naturae et Purae, il focus targato Merano WineFestival sui vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI di agricoltura integrata, si svolgerà all’interno dell’Accademia degli Studi Italo Tedeschi, mentre all’Hotel Terme Merano si svolgono tutte le masterclass della 31^ edizione.

    Carol Agostini per Papillae al Merano Winefestival
    Carol Agostini per Papillae al Merano Winefestival 2022

    Spazio d’eccezione anche quest’anno per la Georgia, presente con 10 produttori, 2 showcooking con la partecipazione di chef georgiani e un “Exclusive Dinner Georgia & Campania”. E nello storico Teatro Puccini ritorna l’appuntamento con il concorso “Emergente Sala” (sabato 5) che coinvolge e premia giovani talenti emergenti nel settore sala. A fare da prestigiosa cornice alla rassegna, il Red Wave: il tappeto rosso del Fuori Salone.

    La cerimonia di apertura del Festival, sabato 5 novembre dalle 19.00, è anche occasione per la premiazione dei Platinum Award 2022, massimo riconoscimento assegnato dal The WineHunter Helmuth Köcher. Tra gli ospiti della serata, anche Gerry Scotti che che ha ottenuto la Corona dei Vinibuoni d’Italia 2023 per il suo Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Extra Brut e riceverà dalla guida del Touring Club Italiano un premio speciale in qualità di ambasciatore del vino italiano.

     

  • Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022

    Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022

    Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022

    Redazione

    PIÙ DI 2.000 VISITATORI, 1.000 BOTTIGLIE STAPPATE, OLTRE 350 ETICHETTE DA 60 CANTINE ITALIANE ED EUROPEE, 61 VINI DEGUSTATI IN 8 MASTERCLASS ESCLUSIVE.

    Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022
    Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022

    Più di 2.000 visitatori, 1.000 bottiglie stappate, oltre 350 etichette di 60 produttori italiani ed europei, 50 vini degustati in 6 masterclass esclusive, e decine di post, hashtag e condivisioni sulla nuova pagina PartesaForWine: questi i numeri di “Wine Cube – A Great Experience”.

    L’evento ideato da Partesa, azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., che il 10 e 11 ottobre allo Spazio Antologico di Milano ha proposto ai professionisti del fuoricasa tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino, tra Degustazione, Formazione e Comunicazione.

    Alessandro Rossi Wine Manager di Partesa per il vino, intenditore di vino e bon vivant. Vanta numerose pubblicazioni e libri all’interno del mondo del vino e del cibo. Collaboratore della Madia Travelfood e ideatore del format audio “Deep Red Stories”.
    Alessandro Rossi Wine Manager di Partesa per il vino, intenditore di vino e bon vivant. Vanta numerose pubblicazioni e libri all’interno del mondo del vino e del cibo. Collaboratore della Madia Travelfood e ideatore del format audio “Deep Red Stories”.

    Un format che ha permesso di creare vere occasioni di condivisione, dialogo, incontro e di business tra operatori, esperti e produttori vinicoli, e un successo che ha segnato il ritorno di Partesa ai grandi eventi in presenza, il primo a Milano, nella cornice della Milano Wine Week, con cui ha confermato la partnership per il terzo anno consecutivo.

    Cantine espositrici di questo progetto all'opera
    Cantine espositrici di questo progetto all’opera

    È stata infatti la settimana meneghina ad ospitare poi, il 13 e il 14 ottobre, la presentazione di WunderGlass – la nuova linea Premium di calici di Partesa, tra i più leggeri al mondo (solo 100 grammi a bicchiere), pensati appositamente per l’alta ristorazione, progettati in collaborazione con il Best Sommelier of the World WSA 2018 Eros Teboni e realizzati da Sophienwald in esclusiva per Partesa – e le masterclass dedicate a due fuoriclasse del vino francese:

    i rossi di Bordeaux con Olivier Cuvelier, titolare di H. Cuvelier & Fils, che ha guidato i partecipanti alla scoperta di 6 pregiati vini della rinomata azienda familiare nata a Lille nel 1804, e gli Champagne con Eric Taillet, che ha condotto la degustazione di 5 tra le sue produzioni più raffinate, nate da oltre 4 ettari piantati a Meunier nella valle di Beval, zona settentrionale della Vallè de la Marne.

    Comunicato Stampa

    Pubblico partecipante molto interessanto, attento, articolo Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022
    Pubblico partecipante molto interessanto, attento, articolo Partesa, il grande debutto for wine a Milano 2022

    Sito Distribuzione: https://www.partesaforwine.it/

    Partner Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    Redazione

    Proclamati al Teatro Puccini di Merano, in occasione della serata di inaugurazione del 31° Merano WineFestival, i nomi dei 28 vincitori del riconoscimento The WineHunter Award Platinum della categoria Wines e i 32 della categoria Food – Spirits – Beer, più 3 speciali premi alla sezione Wine Georgia.

    The WineHunter Award Platinum Wines - Food - Spirits - Beer 2022
    The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    In occasione della serata di inaugurazione del 31° Merano WineFestival (4-8 novembre 2022) il WineHunter Helmuth Köcher premia con il più alto riconoscimento della sua guida The WineHunter Award le migliori eccellenze nella categoria vini e food – spirits – beer.

    Dopo un anno dedicato alla selezione e alla ricerca delle migliori eccellenze vitivinicole e culinarie italiane e la pubblicazione della guida The WineHunter Award, ieri il WineHunter Helmuth Köcher, ha assegnato il massimo riconoscimento, The WineHunter Award Platinum, ai vincitori delle categorie Wine, Food – Spirits – Beer e Wine Georgia. Per farlo ha scelto la serata ufficiale di inaugurazione della 31^ edizione del Merano WineFestival, nella suggestiva location del Teatro Puccini di Merano.

    The WineHunter Award
    The WineHunter Award

    Ecco l’elenco completo dei premiati, in via eccezionale da Gerry Scotti sul palco con loro, con The WineHunter Award Platinum:

    CATEGORIA WINE

    Fattoria La Valentina 2019 Bellovedere Montepulciano D’abruzzo Terra dei Vestini Riserva DOC
    Schreckbichl – Colterenzio 2020 Lafóa Alto Adige / Südtirol Chardonnay DOC
    Nals Margreid 2018 Nama Alto Adige / Südtirol Cuvée Gran selezione DOC
    Kellerei St. Michael-Eppan 2017 Appius Alto Adige / Südtirol DOC
    Galardi 2020 Terra Di Lavoro Campania IGP

    Quintodecimo 2017 Vigna Grande Cerzito Taurasi TAURASI RISERVA DOCG Riserva DOCG
    Bersi Serlini 2016 Cuvee N.4 Franciacorta Millesimato Brut DOCG
    Umani Ronchi 2018 Campo San Giorgio Conero Riserva DOCG
    Domenico Clerico 2018 Ginestra Ciabot Mentin Barolo DOCG
    Braida Di Giacomo Bologna 2018 Bricco Dell’Uccellone Barbera D’asti DOCG
    Vajra 2018 Bricco Delle Viole Barolo DOCG

    Tenute Cisa Asinari Dei Marchesi Di Gresy 2017 Gaiun Martinenga Barbaresco DOCG
    Gianfranco Fino Viticoltore 2020 Es Salento Primitivo IGT
    Antonella Corda 2019 Antonella Corda Cannonau Di Sardegna Riserva DOC
    Cantina Santadi 2017 Terre Brune Carignano Del Sulcis Superiore DOC
    Hauner Carlo 2019 Malvasia Delle Lipari Passito Selezione Carlo Hauner Riserva DOC
    Duemani 2019 Suisassi Costa Toscana IGP

    Collazzi 2019 Ferro Toscana IGT
    Vecchie Terre Di Montefili 2018 Anfiteatro Toscana IGT
    Il Marroneto 2017 Selezione Madonna Delle Grazie Brunello Di Montalcino Classico DOCG
    Tenuta Luce 2019 Luce Toscana Rosso IGT
    Maso Martis 2018 Rosè Trento Millesimato Extra brut DOC

    Antonelli San Marco 2016 Montefalco Sagrantino Passito DOCG
    Rosset Terroir 2020 Chardonnay 770 Valle D’Aosta DOC
    Carlo Ferragù 2018 Valpolicella Superiore DOP
    Tenuta Sant’Antonio 2012 Lilium Est Amarone Della Valpolicella Riserva DOCG
    Kellerei Terlan 2009 Rarity Alto Adige / Südtirol DOC
    Letrari 2011 976 Riserva Del Fondatore Trento Riserva Brut DOC

    FOOD - SPIRITS - BEER al Merano WineFestival 2022 #mwf2022 #31mwf #thewinehunter
    FOOD – SPIRITS – BEER al Merano WineFestival 2022 #mwf2022 #31mwf #thewinehunter

    FOOD – SPIRITS – BEER

    Interbrau Abbaye De Malonne – Bière Brut Calvados
    Selezione Baladin Xyauyù Kentucky
    Acetaia Sereni Mioaceto Sigillo Oro
    Ursini Piparolo Con Mousse Di Baccalà
    Frantoio Di Sant’Agata D’Oneglia Di Mela Carciofi All’Arancia

    Si.gi. Pera Coscia Marinata
    Adelia Di Fant Le Praline Pascot “Le Origini”
    Mencarelli – Cocoa Passion Crema Spalmabile Al Pistacchio
    I Peccatucci Di Mamma Andrea Extra Di Arance
    Azienda Agricola Rossoraro Miele Millefiori E Zafferano

    La Fabbrica Del Panforte Panforte Di Siena IGP Margherita
    Black Sheep Pasticceria Di Alta Qualità Bio, Raw E Vegan
    Purple Breath
    Scarpato Panettone Alto Al Pistacchio Salato Con “Pistacchio Verde Di Bronte DOP”
    Il Fienile Schiena D’Asino Giovane
    Caseificio Tosi Formaggio Gorgonzola DOP Piccante

    Luigi Guffanti 1876 Capra Rocchino Guffanti A Latte Crudo
    Up Stream Italiana Up.5 – I Trancetti Di Salmone Affumicato
    Pregio Pregio DOP “Colline Salernitane” Biologico
    Frantoio Antica Tuscia Battaglini Olio Extra Vergine D’Oliva Vigoroso Bottiglia Oro
    Accademia Olearia Gran Riserva Giuseppe Fois Fruttato Verde
    La Campofilone Maccheroncini Di Campofilone IGP
    Mastro Sapore Calamarata Rigata – Filiera 100% Puglia

    Damonte Natural Gnocchi Senatore Cappelli
    Salumi Tomeo Guanciale Al Pepe Nero
    Salumificio Gianferrari Canossello – Culatta Di Canossa
    Ma! Officina Gastronomica Brisaola Di Controfiletto
    Fratelli Corrà Salamino Di Cervo Con Mirtillo Nero

    Mirto Sannai Mirto Di Bacche E Foglie
    Alma De Lux – Spirits For Soul Liquore Al Pomodorino Del Piennolo
    Nonino Distillatori ùE® Acquavite D’Uva Nonino Riserva 5 Years Anniversary
    Glep Beverages Gin Fulmine London Dry
    Silvio Carta Amaro Estremista

    The WineHunter Award Platinum Wines - Food - Spirits - Beer 2022
    The WineHunter Award Platinum Wines – Food – Spirits – Beer 2022

    WINE GEORGIA

    Kakhuri Gvinis Marani 2020 Kisi Kakheti
    Wine Company Orshimo Ltd – Wine Anbani 2019 Rkatsiteli Kakheti
    Wine Company Shumi Ltd – Iberiuli 2019 Khikhvi Kakheti

    Comunicato Stampa

    Merano Winefestival 2022 Jerry Scotti
    Merano Winefestival 2022 Jerry Scotti

    Sito Manifestazione: https://meranowinefestival.com/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/it/pr-communication.html

    Partner Redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/