Arriva nella Capitale diVino, la selezione Decanter Wine Academy, oltre 80 cantine provenienti da tutta Italia, e non solo, con più di 240 etichette in degustazione.
L’evento si svolgerà nella suggestiva location di Villa Piccolomini, sull’Aurelia Antica con un giardino che si affaccia sul Cupolone di San Pietro. La villa tra l’altro è dotata di un ampio parcheggio interno, gratuito per gli ospiti della manifestazione.
Protagonisti saranno gli stessi vignaioli che offriranno in degustazione ai banchi d’assaggio le loro etichette più rappresentative, raccontando direttamente i loro vini ai giornalisti, agli operatori del settore e ai winelovers.
Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del settore, un tour emozionale tra le cantine d’Italia, la nazione con più vitigni autoctoni al mondo.
Programma
Sabato 25 Febbraio ore 16.00 apertura banchi d’assaggio
Ore 22.00 chiusura banchi d’assaggio Domenica 26 febbraio Ore 13.00 pranzo con i produttori a Villa Piccolomini
Ore 16.00 apertura banchi d’assaggio
Ore 17.30 Masterclass “Viaggio alla riscoperta dei territori della Regione Lazio attraverso i suoi vitigni autoctoni e biodiversi” Relatori: Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer enologi ATWine, Angelo Petracci Referente Guida Vitae Ais Lazio
Ore 20.00 chiusura banchi d’assaggio
Informazioni utili:
Costo del biglietto 25 euro
Il biglietto comprende la degustazione dei vini delle 70 cantine presenti e finger food del catering di Villa Piccolomini, primi piatti caldi e salumi e formaggi.
Sommelier Ais, Ars, Assoenologi, Degustibuss, Fis, Fisar, Onav, Ses riduzione del biglietto, costo 20 euro presentando all’ingresso la tessera dell’associazione.
Stampa e operatori del settore possono mandare una mail a accrediti@decanterwineacademy.org entro giovedì 23 febbraio
Info: 347-6649100 392-2401451 info@decanterwineacademy.org
collegati alla nostra pagina diVino per info e acquisto del biglietto online
San Gimignano e le sue torri hanno un fascino unico e fiabesco che quasi sembra di vivere in una favola in cui la Regina Bianca, Vernaccia, sorveglia e difende il borgo dagli attacchi dei Re Rossi Toscani, affascinanti e famosi.
Forse non tutti sanno che Sua Maestà ha due personalità: talvolta il suo carattere è giovanile, ribelle e irruente e altre volte è seducente, nobile e matura. Noi siamo curiosi di scoprire questi due volti celati sotto un unico nome e pertanto abbiamo deciso di partecipare, nella settimana delle Anteprime Toscane, alla Vernaccia di San Gimignano Wine Experience presso la Rocca di Montestaffoli.
In questa occasione erano presentate la nuova annata 2022, la Riserva 2021 e le annate anche precedenti non ancora uscite sul mercato. Erano presenti 41 cantine, per un totale di 96 campioni.
Prima di passare alle degustazioni è bene fare un focus sull’andamento delle due annate protagoniste.
Da un punto di vista climatico, come in tutta la Toscana, la 2022 è stato un anno difficile: nel periodo estivo a causa dell’elevata siccità la vite è andata infatti in sofferenza, ma al momento della vendemmia, grazie alle pioggia di fine agosto, l’uva era sana e con una maturazione equilibrata.
La 2021 è stata invece più lineare e con l’affinamento più lungo riesce, in generale, a mitigare quell’esuberanza giovanile e attraente che l’ultima annata manifesta offrendo quindi una beva di maggiore complessità e un profilo organolettico più delineato.
Oltre ai classici sentori di frutta gialla, talvolta esotica, fiori di tiglio e ginestra, un aspetto che ritroviamo in quasi tutti i campioni è una sapidità marcata la cui causa è da imputare al profilo pedologico di questa zona in cui i terreni, atti alla viticoltura, sono costituiti da depositi pliocenici marini ricchi di tufo (sabbie gialle) e di calcare.
Di seguito riportiamo i nostri migliori assaggi in ordine alfabetico.
Collemucioli Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva 2021
Dorato vivace. Profilo olfattivo con echi di fiori di tiglio e ginestra, scorza di pompelmo e cedro. Eleganti note idrocarburiche e di pietra focaia. Sapidità marcata che colpisce. Chiusura con il tipico finale ammandorlato.
Fattoria la Torre Vernaccia di San Gimignano Docg Acquaiole 2022:
Giallo paglierino emana sentori di erbette aromatiche accompagnate da pesca e fiori bianchi. Entra in bocca deciso, vibrante e saporito. Lungo finale di bocca con richiami di scorza di pompelmo. Un vino seducente e rappresentativo della denominazione.
Fattorie Melini Vernaccia di San Gimignano Docg Le Grillaie 2022
Paglierino vivace. Naso con richiami tropicali di ananas fresco, scorza di lime e cedro accompagnati da un bouquet floreale di fiori gialli e da una leggera nota fumé e di nocciola tostata. Sorso elegante con una sapidità che allunga la persistenza agrumata.
Il Colombaio di Santa Chiara Vernaccia di San Gimignano Docg Campo della Pieve 2021
Paglierino con riflessi dorato. Vivacità data dalle erbette aromatiche che ravvivano i richiami floreali di tiglio e fruttati di pesca nettarina e mela gialla. Ottima freschezza con lungo finale di scorza di pompelmo.
Panizzi Vernaccia di San Gimignano Docg Vigna Santa Margherita 2021
Giallo paglierino di media intensità. Il profilo olfattivo si apre con sentori floreali di tiglio, ginestra e acacia, contornati da pesca nettarina e cedro. Leggero ricordo speziato di vaniglia e zenzero in chiusura. Vibrante e saporito con un finale ammandorlato che richiama un ulteriore sorso.
Pietraserena Vernaccia di San Gimignano Docg 2022
Paglierino vivace. Lemongrass, fiori di acacia e di tiglio, susina e pesca attraggono e invitano alla beva. Decisa freschezza sorretta da una sapidità marcata regalano una chiusura di bocca con echi di frutta gialla.
Teruzzi Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva Sant’Elena 2019
Giallo dorato e brillante. Elegante al naso con richiami di fiori di tiglio, pesca matura, pera, arricchiti da una leggera nota idrocarburica. In bocca si ha corrispondenza con quanto individuato all’analisi olfattiva. Il sorso è vibrante e sapido con una chiusura avvolgente e speziata.
Chianti Classico Collection 2023, considerazioni generali sulle ultime Annate, Riserva e Gran Selezione
Cristina Santini
Un cammino costruttivo quello dell’anteprima del Chianti Classico che debutta nel 1993 e giunge oggi alla XXX edizione a dimostrazione in questo lungo tempo dell’investimento sulla qualità, sulle potenzialità del vitigno principe di questi confini, il Sangiovese, e sull’impegno, da parte del Consorzio e di tutti gli Associati, nel valorizzare l’importanza di un marchio conosciuto in tutto il mondo.
Presenti più di duecento Produttori, divisi per zone di produzione, che hanno raccontato il loro territorio e i loro vini presentando alla stampa e agli operatori di settore le anteprime del Chianti Classico annata, della Riserva e della Gran Selezione ancora non in commercio e appena imbottigliate.
È stato importante il focus sulle tre tipologie prodotte in aree differenti, per capire il potenziale e le differenti caratteristiche organolettiche dovute anche agli andamenti climatici.
A otto anni dalla sua introduzione, la Gran Selezione ha raggiunto in questi ultimi anni una crescita costante in termini produttivi e di fatturato confermando il grande interesse da parte dei mercati.
Il progetto consortile si arricchisce ulteriormente con l’inserimento nel disciplinare delle UGA, Unità Geografiche Aggiuntive, ovvero undici aree all’interno degli otto comuni che già delimitano l’area del Gallo Nero che andranno a definire maggiormente l’identità e il territorio di provenienza delle uve.
Tengo a precisare che le UGA che verranno menzionate in etichetta, al momento solo per la tipologia Gran Selezione, non saranno sinonimo di una qualità superiore ma identificheranno, secondo fattori naturali e umani, una specifica area di provenienza. Inoltre in base alla normativa vigente, non essendoci restrizioni dovute a parametri fisico-chimici e organolettici, una UGA potrà contenere fino al 15% di un’altra UGA.
Partendo dall’annata 2021, il Consorzio ha classificato buona la vendemmia con un andamento climatico abbastanza regolare con qualche sbalzo in primavera. Nei miei assaggi ho trovato l’annata goduriosa con una freschezza di frutto succoso, in alcuni casi più maturo, un’acidità bilanciata, con una trama tannica dominante, sicuramente per la sua gioventù e, in sporadici casi, con alcolicità sopra la media. Nel complesso vini di grande bevibilità e scalpitanti di energia.
Aspetteremo che raggiungano la giusta maturazione per valutare al meglio il pieno potenziale.
Invece, a mio avviso, l’annata 2020 ci regalerà vini molto espressivi e longevi. A detta del Consorzio il territorio del Gallo Nero sembra non abbia risentito degli eventi climatici estremi come nel resto del Paese. Tranne in rari casi in cui l’acidità e i tannini sono evidenti ma se vogliamo, mascherati dalla frutta più matura, ho assaggiato vini completi di elementi aromatici, con una texture elegante, di ottima struttura. Mi riservo di assaggiare e valutare il prossimo anno.
Ho constatato invece una differenza sostanziale tra la tipologia Riserva e la Gran Selezione a parità di annate.
Come sappiamo il Chianti Classico Riserva ha un affinamento minimo di 24 mesi e il Chianti Classico Gran Selezione è prodotto in genere da uve coltivate nei vigneti più vocati con un affinamento di 30 mesi.
Non ho avuto modo di comparare tutte le annate di tutti i Produttori – anche perché ci vuole un impegno credo impossibile per valutarli tutti – ma l’impressione in generale non è stata esaustiva per la Riserva 2020 e 2019 e mi ha lasciato, in alcuni casi, perplessa. Qualcuno si è distinto per eleganza, non ci sono dubbi, soprattutto il 2019 e il 2018, ma pochi dei miei assaggi. In linea di massima, l’atteso 2020 è sicuramente nella sua piena gioventù, dal 2019 mi sarei aspettata di più e il 2018 l’ho trovato meno profondo e coinvolgente.
Invece la Gran Selezione (2020, 2019, 2018) ha mostrato di distinguersi per l’equilibrio costante ad ogni sorso, marcando principalmente le note fruttate e balsamiche sempre lunghe e con una tannicità che si ammorbidisce di anno in anno. Premio però la 2019 per la sua splendida forma e l’energia dei suoi tannini e la 2018 per la sua pronta maturità.
Anche molti IGT sono degni di nota e che riporto nelle mie considerazioni.
A seguire vi racconto alcune aziende, non tutte purtroppo per mancanza di spazio, e i miei migliori assaggi, senza un ordine di preferenza, soltanto divisi per territori:
Badia a Coltibuono
Ex Abbazia antichissima che dispone di vigneti a circa 300 mt di altitudine su suolo discretamente argilloso, molto sassoso e calcareo.
Chianti Classico 2020
90% Sangiovese di cui metà da selezione massale, 10% Ciliegiolo-Canaiolo-Colorino, dodici mesi di affinamento in botte grande di Rovere francese e austriaco.
Naso e palato freschi con un tannino di grande pulizia, acidità marcata che non dispiace.
Chianti Classico Riserva Cultus 2018 (80% Sangiovese, 20% altri vitigni, diciotto mesi di barrique di più passaggi)
Complessità ed eleganza sono i suoi elementi distintivi accompagnati da un frutto generoso e maturo. Un vino profondo e longevo.
Castello di Ama Chianti Classico Ama 2021 Gran Selezione Castello di Ama San Lorenzo 2019 (Top) IGT Haiku 2019
Villa di Geggiano
Bellissima Cantina che si trova nella parte meridionale del Chianti Classico, in prov di Siena, a 320 mt di altitudine, con un clima caldo, terreni, molto generosi, composto di argilla, limo, tufo, scheletro, sassoso, galestro e alberese. In biologico dal 2006, è un’Azienda storica di proprietà della Famiglia Bianchi Bandinelli dal 1527 con sette ettari vitati.
IGT Bandinello 2021 con il 60% Sangiovese, 20% Syrah e 20% Ciliegiolo. Matura solo in acciaio.
Ho apprezzato tantissimo questo Blend molto fruttato e fresco, note balsamiche, ricco e armonioso al naso. Sorso gradevole e lungo con un tannino setoso. Versatile negli abbinamenti.
Chianti Classico 2019 100% Sangiovese. Macerazione a freddo per una migliore estrazione di colore e profumi, affina diciotto mesi in Tonneaux di cui il 10% in legno nuovo.
Un colore più intenso e scuro per questo Sangiovese che presenta una profonda speziatura dolce, sentori balsamici e di marasca, tannini abbastanza morbidi, capacità di invecchiamento notevole, spalla acida alta.
Podere Lecci e Brocchi
Mi riservo di raccontarvi in un altro articolo la storia e il lavoro di questa bellissima realtà che mi ha stupito su tutta la batteria portata in degustazione.
Vi segnalo alcuni vini che mi hanno sorpreso per intensità:
IGT Sangiò Rinascimento 2020 (Sangiovese vinificato in bianco) Chianti Classico Ragonaia 2020 (anteprima) Chianti Classico Lecci e Brocchi 2019 Riserva Il Chiorba 2019 (Top) Gran Selezione Celerarium 2015
Tolaini Gran Selezione Vigna Montebello sette 2019 (Top)
Cantina Poggio Borgoni
Ascolto con grande piacere le parole di Roberto Mercurio che mi illustra la Cantina con i suoi meravigliosi vini biologici. Azienda dislocata nel comune più a nord del Chianti Classico, alle porte di Firenze, con circa dieci ettari piantati a Sangiovese e Merlot a 350 mt slm su terreno di argilla e ciottoli di alberese.
Qui il Merlot si esprime bene, non è “cicciotto” ma ha una verticalità che insieme al Sangiovese è eccezionale. Per volontà aziendale tutte le etichette passano molto tempo in bottiglia perché si vuole uscire sul mercato con un vino già armonico ed equilibrato.
Riserva Borromeo 2018 90% Sangiovese e 10% Merlot, affina 24 mesi in barrique di I e II passaggio e 12 mesi di bottiglia. Fermentazioni in cemento.
Leggera surmaturazione del Merlot che regala una bella concentrazione di frutto, evidente e piacevole sfumatura balsamica, un’elegante complessità al sorso così ampio che mostra la sua spalla acidità alta ben centrata. Note tostate di caffè e tabacco sul lungo finale. Fantastica la Riserva 2016, un viaggio evolutivo profondo e complesso da farti innamorare al primo assaggio.
Castagnoli
Dieci ettari parcellizzati di cui 4,5 dislocati in terrazzamenti a secco con esposizione a sud-ovest, dove il Sangiovese è allevato ad alberello e i restanti a guyot lungo il bosco.
Riserva Terrazze 2020 100% Sangiovese, fermentazione in acciaio, affinamento 24 mesi per metà della massa in botte grande e l’altra metà in Tonneaux, 12 mesi di bottiglia.
Ottimo naso di ciliegia matura e sentori di corteccia di cannella, struttura che supporta freschezza e acidità portando ad una bella pulizia di bocca, tannini decisi e finemente costruiti. Molto lungo ed energico.
Castello La Leccia
170 ettari ubicati a 500 mt slm di cui 17 vitati in bio dal 2010 su suolo tufaceo-alberese.
Riserva Castello La Leccia 2019
Dodici mesi di affinamento tra botte grande e barrique usate e 12 mesi di riposo in cemento. Opulento ed elegantemente strutturato. Conquista per il suo mix fresco di frutto e spezie e per i suoi tannini levigati.
Gran Selezione Bruciagna 2020, da uve Sangiovese provenienti da un vigneto singolo, che affina 18 mesi in barriques, segue stabilizzazione in cemento. Lo menziono ugualmente anche se imbottigliato da poche settimane e ancora leggermente chiuso al naso, ma la struttura di partenza e la trama fitta dei suoi tannini sono ottimi, ha solo bisogno di più tempo in bottiglia per armonizzarsi.
Il Palagio di Panzano
13 ettari in biologico a conduzione familiare di cui 4 vitati a Sangiovese, cloni tutti diversi e parcellizzati che regalano espressioni differenti per ogni etichetta. Nove terreni differenti in un così piccolo areale.
Complimenti a questa piccola azienda che fa dei propri vini un capolavoro.
Non potendoli citare tutti (perché meriterebbero), vi anticipo l’anteprima dell’annata 2020 che racchiude in sé tutto l’amore per il territorio, le Riserve 2019 e 2017 provenienti da un terreno ricco di ferro, che presentano, la prima un sorso morbido ma di carattere accompagnato da un’acidità alta, la seconda una complessità di note fruttate più evolute orientate verso quelle erbacee e tostate.
Innamorata dell’anteprima Gran Selezione La Vigna delle Bambole 2016 (progetto nato nel 2009 e dedicato alla quarta generazione) proviene dalla vigna più prestigiosa di un ettaro esposto a sud ovest, affina trenta mesi in tonneaux e riposa almeno due anni in bottiglia. Regala un ottimo concentrato di frutti rossi scuri, mineralità, un’acidità contenuta e un filo teso ed equilibrato dove tutto è al suo posto. Longeva.
Poci
Azienda biologica di 3,5 ettari vitati coltivati a Sangiovese e Alicante con pendenze importanti e su terreni ricchi di galestro e argilla, recuperata nel 2018 da vigneti dati in affitto, prima annata 2019.
Bellissime le etichette, da impatto e ben colorate, che hanno richiamato la mia attenzione su quest’Azienda a me sconosciuta, confermando l’importanza dell’immagine aziendale sulle bottiglie.
Chianti Classico Poci 2020 Riserva Poci 2019
Podere Capaccia Chianti Classico Podere Capaccio 2020 IGT Colli della Toscana Centrale Querciagrande 2019
l’evento che abbraccia l’Italia della qualità che esalta il territorio mettendo al centro la cultura del vino italiano e internazionale attraverso banchi di assaggio e masterclass.
L’evento si terrà nei giorni 4/5/6 marzo nel cuore più antico di Roma, presso le sale del GRAND HOTEL PALATINO sito in via Cavour a 700 metri dlla stazione Termini, tra il Colosseo e piazza Venezia.
Sul sito ufficiale dell’evento è possibile prendere in esame il programma dettagliato delle 3 giornate di evento.
Nei prossimi giorni partiremo con la pubblicità sui canali social e prepareremo come di consueto il comunicato stampa.
Grazie all’esperienza maturata in quasi 20 anni di attività i nostri utenti sono esclusivamente appassionati wine lovers, sommelier e operatori stampa e Horeca.
Nei giorni 4/5/6 marzo ROME WINE EXPO. Sempre nelle sale del Grand Hotel Palatino a Roma, produttori dall’Italia e dal mondo faranno degustare i loro vini attraverso banchi di assaggio e masterclass. Vi daremo informazioni logistiche e modalità di prenotazione nella prossima newsletter.
Di seguito intanto trovate i Corsi di prossima partenza:
-Corso Champagne di 6 lezioni a partire da lunedì 31 gennaio. Lo spumante più celebrato del mondo raccontato da Chiara Pugina attraverso la degustazione di grandi e piccoli champagne.
-Corso di Degustazione ABC DEL VINO di 8 lezioni a partire da martedì 28 febbraio. Il corso di degustazione per muovere i primi passi nel mondo del vino. Il best seller di Riserva Grande, un corso completo per mettere le prime basi della degustazione del vino.
-Corso di Avvicinamento al vino di 4 lezioni a partire da lunedì 13 marzo. Un tuffo nei sensi! Appena 4 lezioni per apprendere le nozioni basiche della degustazione del vino. Un corso sempre richiestissimo che spalanca le porte del magico mondo del vino.
-Corso sui grandi vini del Trentino Alto Adige di 6 lezioni a partire da giovedì 16 marzo. I grandi vini del nord famosi in tutto il mondo per la loro altissima qualità e personalità. 6 lezioni per conoscere i territori e i vini più importanti. Le lezioni saranno tenute da Marco Cum.
Tutti i corsi si terranno a Roma presso il Centro Studi Liberté Voltaire in zona Eur a partire dall ore 20:00. Tutte le info e i programmi dettagliti delle lezioni sul sito www.riservagrande.com.
La più antica Docg italiana, che vede il sangiovese, o per meglio dire il prugnolo gentile, come attore principale, deve la sua fama al Consorzio che è sempre stato molto attento alla crescita e all’affermazione di questa denominazione, spesso ahimè confusa con il Montepulciano d’Abruzzo. A tale proposito è senz’altro importante aver ottenuto l’introduzione del termine “Toscana” in etichetta che permette al consumatore di localizzare più facilmente la regione di produzione.
Fondamentale è anche la grande attenzione che è stata rivolta, già in tempi non sospetti, al rispetto dell’ambiente: basti pensare che tra gli anni 1985-1990 furono dislocate nelle varie zone del territorio delle stazione meteorologiche così da poter razionalizzare gli interventi in vigna limitando in questo modo l’uso di pesticidi.
Dal 2022 il Vino Nobile di Montepulciano si può vantare di essere la prima denominazione a fregiarsi del marchio Equalitas il quale implica non solo il rispetto di numerosi requisiti ambientali, come la biodiversità, la misurazione dell’impronta carbonica e idrica, ma anche di quelli socio-economici, come per esempio il rispetto delle pari opportunità.
Nella volontà di affermare ulteriormente questo riconoscimento è stato indetto, in occasione dell’Anteprima, un concorso che ha visto il coinvolgimento dei commercianti montepulcianesi nel “mettere in scena” nelle proprie vetrine la sostenibilità: per votazione popolare il primo posto è stato conferito al Negozio Porta della Cavina.
Ultimo passo che la denominazione sta compiendo è l’individuazione di diversità territoriali così da individuare 12 UGA, che qui prenderanno il nome “Pieve”: per poter apprezzare tali vini, in cui il sangiovese sarà il principale protagonista, dovremmo però aspettare ancora qualche anno.
In questa occasione i banchi di assaggio presenti erano 45, noi ci siamo soffermati maggiormente sulla degustazione delle riserve e delle selezioni.
Firenze, 12 febbraio 2023. Sono state circa 1.500 le persone che hanno partecipato all’ “Anteprima 2023 – Chianti Lovers & Rosso Morellino” andata in scena oggi alla Fortezza da Basso di Firenze. Se l’edizione 2022 è stata quella che ha finalmente segnato il ritorno in presenza del pubblico e degli operatori dopo le limitazioni imposte dalla pandemia, questa ottava edizione ha consolidato e ridato slancio all’evento.
Accoglienza calorosa, infatti, per le oltre 120 aziende del territorio che hanno proposto più di 400 etichette di Chianti e Morellino in degustazione. Oltre 250 i giornalisti accreditati per l’evento e numerosi gli operatori del settore che hanno avuto modo di approfondire la conoscenza delle aziende produttrici. A dare un ulteriore tocco di colore alla giornata ci hanno pensato gli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini di Figline Valdarno che hanno proposto ai presenti una brillante performance e una sfilata tra gli spazi della storica Fortezza fiorentina.
“Anche quest’anno ci siamo ritrovati con grande soddisfazione ed entusiasmo per presentare le nuove annate del Morellino di Scansano annata 2022 e riserva 2020. È stato un evento vibrante e partecipato – commenta Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio di Tutela Morellino di Scansano DOCG – nel quale abbiamo condiviso e commentato con la stampa e gli appassionati lo stile inconfondibile e le peculiarità delle nuove annate del Sangiovese che si affaccia sulla costa toscana.
Chianti Lovers & Rosso Morellino è sempre di più un appuntamento per noi importante per confrontarci con tutti gli amici del Morellino, quelli che amiamo chiamare e considerare i nostri ambasciatori”.
“Il tradizionale format dell’Anteprima 2023 – Chianti Lovers & Rosso Morellino’ – dice il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi – si conferma essere una certezza nel panorama degli eventi vitivinicoli del nostro territorio. Anche questa ottava edizione è stata un successo sia dal punto di vista della partecipazione, che dell’accoglienza dei prodotti portati in degustazione. L’alta qualità delle etichette è stata percepita ed apprezzata dagli operatori, ma anche dal pubblico. Non possiamo che essere soddisfatti”.
L’iniziativa è stata organizzata e promossa da Ascot – Associazione Consorzi Toscani per la qualità agroalimentare e realizzata grazie al cofinanziamento Feasr del Psr 2014-2020 della Regione Toscana sottomisura 3.2 anno 2021.
LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO
Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano ha da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007.
Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato.
Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger.
Redazione
Una grande passione per liquori, distillati, gin e birre artigianali, tutto rigorosamente fatto in casa. Così Manfred Volgger, proprietario del wellness hotel Gassenhof 4 Stelle Superior in Val Ridanna, arricchisce ulteriormente l’esperienza di soggiorno dei suoi ospiti, esperti, appassionati o semplicemente curiosi e li conduce in un viaggio sensoriale alla scoperta dei segreti e dei trucchi di questo mondo tanto interessante quanto coinvolgente, da vivere tra le mura della sua distilleria e del suo birrificio.
Il wellness hotel Gassenhof, struttura di alto livello che offre ai suoi visitatori esperienze di soggiorno eccellenti sia dal punto di vista benessere che gourmet, amplia la sua offerta con l’aggiunta di un altro tassello, tanto insolito quanto interessante: un viaggio sensoriale alla scoperta della produzione di liquori, grappe, birre e gin, tutto di produzione propria.
L’artefice e autore di questo mondo coinvolgente è Manfred Volgger, proprietario della struttura oltre che grande appassionato del settore, il quale ha dato vita, poco distante dall’hotel, a una vera e propria distilleria e a un birrificio artigianale, due luoghi magici dove le sue idee geniali vengono trasformate in vere e proprie creazioni da degustare.
«Mi sono appassionato al mondo della distilleria in modo graduale e quello che era, inizialmente, solo un interesse, lo ho man mano trasformato in qualcosa di concreto a partire dal 2012, cimentandomi nella produzione di grappe, liquori, birre… E anche di Gin. Anzi, sono proprio i Gin direi, la parte più cult e originale della mia produzione. Ho cercato di trasformare quelle che erano solo idee nella mia testa in qualcosa di reale e, ad oggi, sono soddisfatto: la selezione di prodotti è vasta e sono tutti di qualità, unici nel loro genere; inoltre, vengono sempre molto apprezzati dagli ospiti» racconta Manfred Volgger.
Per quanto riguarda i liquori, la scelta è davvero varia: Manfred ne produce al lampone, al pino mugo, alla menta, all’achillea; e ancora: gemme di abete rosso, asperula, mirtillo nero e sambuco. A proposito di grappa, invece, vanno per la maggiore quelle alla mela: mela e imperatoria, una pianta erbacea perenne che cresce negli ambienti montani e si conserva bene al fresco, nel sottobosco, mela e zenzero oppure mela e sambuco; chi ama la frutta trova anche la grappa alle fragole e all’albicocca; per finire, quella alle gemme di abete rosso e di vinaccia di Gewürztraminer.
Anche nella produzione di birre Manfred mette tutta la sua passione e sottolinea che è un ingrediente fondamentale, questo, quando si vuole dare vita a tante varietà diverse ma sempre accomunate dall’alta qualità. «Per le nostre birre impieghiamo esclusivamente prodotti naturali e non facciamo uso di additivi chimici» specifica Manfred, il quale, durante le visite racconta tutti i segreti del mestiere e spiega in cosa consiste il lavoro di un vero mastro birraio, con tutti i processi necessari per giungere ad un prodotto finito puro e dall’aroma inconfondibile.
Ultimi, ma certo non per importanza, i Gin:
sono tre quelli attualmente prodotti, l’ArGINtum, Slow Gin, l’ArGINtum, London Dry Gin e l’ArGINtum, Navy strength Gin.
Il primo presenta note di mandorla e sfumature di ribes rosso e ciliegia, inoltre è leggermente addolcito dall’aggiunta dello zucchero. Nel complesso risulta secco e dolce con una leggera nota amara.
Il secondo presenta un forte sapore di ginepro abbinato a un sentore resinoso tipico delle bacche accuratamente coltivate in montagna, inoltre, chi degusta percepisce sottili sfumature di lavanda e buccia di lime.
L’ArGINtum, London Dry Gin ha una gradazione alcolica del 47% ed è meno corposo e forte rispetto al terzo che è davvero speciale, soprattutto per i più esperti: il suo sapore, puro, è totalmente incentrato sulla bacca di ginepro che si sprigiona proprio grazie alla maggiore gradazione alcolica.
Manfred Volgger ci tiene a lasciare il segno e, soprattutto, a rendere partecipi i suoi ospiti di un’esperienza a 360° davvero completa. Proprio per questo, ogni visita termina con una bella degustazione in compagnia, seduti tutti insieme attorno al tavolo del suo birrificio, tra una chiacchiera e l’altra, sorseggiando le sue speciali creazioni che, per chiunque lo desideri, appassionati e non solo, sono anche acquistabili, magari su consiglio dell’esperto.
L’Altra Toscana andrà a chiudere la settimana delle Anteprime
Redazione
Appuntamento – per tanti giornalisti nazionali e internazionali e per gli operatori del settore – per il 17 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze.
Il lavoro di squadra di dodici Consorzi di Tutela e tutte le nuove annate dei rispettivi vini DOP e IGP per raccontare quella Toscana meno conosciuta che va ad arricchire la proposta vinicola della regione.
“L’anno scorso alla prima edizione de L’Altra Toscana eravamo in 10, quest’anno i consorzi sono diventati 12, a testimoniare la grande poliedricità della proposta enologica dei nostri territori e la forza riconosciuta al nostro progetto. Un progetto che da un lato – con l’unione – dà un impatto di immagine ai vini di questi Consorzi e, dall’altro – con un’offerta unica per varietà – va incontro anche alle esigenze di operatori continuamente alla ricerca di novità da proporre a consumatori sempre più curiosi”, spiega Francesco Mazzei alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
L’Altra Toscana chiuderà la settimana dedicata alle Anteprime. Nella giornata del 17 febbraio si terrà – a Palazzo degli Affari a Firenze – la degustazione dei vini delle DOP e IGP Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra. Protagonisti saranno tutti questi territori più “nascosti”, dove la vite si coltiva da secoli e dove, accanto agli storici produttori locali, nomi blasonati dell’enologia italiana portano nei calici qualità e identità.
Oltre 330 etichette con due speciali degustazioni guidate da Gabriele Gorelli Master of Wine che avranno come tema: “Dreaming of a White Tuscany” e “I pilastri del Supertuscan: Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon”. “
Con i dati di consumo che indicano un successo globale dei vini bianchi, l’Altra Toscana si presenta con otto vini da cinque Consorzi che hanno fatto di questo colore il proprio portabandiera. Da varietà simbolo come il Trebbiano, il Vermentino e l’Ansonica al Sauvignon Blanc, in vari stili e declinazioni ma tutti inconfondibilmente toscani”, commenta così la scelta della prima masterclass Gabrielle Gorelli.
“Il Consorzio Vino Toscana si presenta invece come un’entità nuova che abbraccia e codifica quella che è stata, ormai più di cinquant’anni fa, una grande innovazione e che oggi rappresenta un vino iconico soprattutto nella versione Supertuscan; la degustazione sarà con nove vini a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, che dimostreranno come queste varietà così diverse si completino nel creare dei vini che sono ora dei classici inconfondibilmente toscani nonostante, soprattutto due di queste varietà, siano tra le più impiantate in diverse zone di tutto il mondo”, conclude Gorelli a proposito dei Supertuscan.
Per approfondire ulteriormente i Consorzi hanno studiato anche cinque percorsi tematici:
I blend di Sangiovese, un percorso dedicato a tutti i vini rossi e rosati prodotti con un minimo del 10% ad un massimo dell’80% di questo vitigno, in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali.
Gli internazionali, che si snoda tra tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con varietà internazionali, sia in purezza che in blend tra loro. I bianchi, con un percorso che apre una vetrina su tutti i vini bianchi de L’Altra Toscana presenti a catalogo, ottenuti sia da vitigni autoctoni che da varietà internazionali, compresi i vini spumanti.
Il Sangiovese, con protagonisti tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con almeno l’85% di uve di questo vitigno. Infine Gli Altri Autoctoni, la vetrina che accende i riflettori su tutti i vini rossi prodotti con varietà autoctone diverse dal Sangiovese, sia in purezza che in blend tra loro (Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Canaiolo, Montepulciano).
La regia de L’Altra Toscana è stata affidata anche quest’anno a Scaramuzzi Team, con sede a Firenze, che vanta una grande esperienza nell’organizzazione di eventi con un focus particolare nel settore del vino.
Come di consueto la Settimana delle “Anteprime di Toscana” verrà inaugurata da PrimAnteprima, l’evento promosso da Regione Toscana insieme alla Camera di Commercio di Firenze e organizzato da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. PrimAnteprima 2023 è in programma la mattina di sabato 11 febbraio presso il Cinema La Compagnia di Firenze.
A fine gennaio a Siena vicino al Duomo c’è fermento, un brulichio di persone che entra e esce da Santa Maria della Scala con dei carrelli pieni di bottiglie o prodotti alimentari: è il via vai dei produttori che si stanno preparando all’ottava edizione del Wine&Siena tanto voluta da Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini.
Il 27 gennaio Helmuth, patron del Merano WineFestival e ottimo padrone di casa di questa manifestazione toscana, controlla che tutto sia in ordine per dare il via all’evento che proporrà le eccellenze premiate dal The WineHunter Award.
Oltre ai numerosi banchi di assaggio che permettono di viaggiare lungo la penisola con circa 600 etichette in degustazione e 60 prodotti alimentari sono state organizzate masterclass presso il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione, incontri dedicati al mondo del vino e dell’agricoltura e visite guidate all’archivio di stato e al palazzo Sansedoni, che ospita la Collezione Opere d’Arte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, sponsor della manifestazione.
L’ideale sarebbe stato poter essere presente tutti e quattro i giorni dell’evento enogastronomico così da approfittare di ogni iniziativa proposta, ma purtroppo a volte dobbiamo fare delle scelte e il nostro Wine&Siena si è svolto nella giornata di domenica 29 gennaio.
Siena
Un passaggio tra i banchi di assaggio e poi di corsa al Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione a seguire le tre Masterclass della giornata il cui servizio è stato affidato, sotto la guida del Professor Francesco Piacenti, alla 5^E del corso di Enologia IIS Ricasoli.
Le Masterclass
“Ricoltivazione di un cru storico della Mosella – Verticale di Riesling Renano”
Ivan Giovannett, cognome che riporta la mente alla nota cantina altoatesina Castelfeder, è qui per raccontarci, affiancato da Antonio Aquilino, degustatore AIS, il suo sogno oltralpe che è diventato realtà: dedicarsi al Riesling Renano nel territorio d’elezione, la Mosella.
Questo zona così bella e allo stesso tempo poco popolata ha visto un graduale abbandono dei vigneti durante gli anni novanta e Ivan con il suo amico Tobias Treis hanno investito le proprie energie in 9,5 ettari di vigneto, laddove la Mosella fa la curva di 360°. Siamo a Sorentberg (lett. montagna di Sorrento) con una pendenza dell’80%-110% in piena esposizione Sud e con un terreno della tanto rara ardesia rossa.
Parte così nel 2012 il reimpianto delle viti e la scoperta inaspettata e fortuita di 1000 piante di Riesling centenarie a piede franco poste nella parte più alta della montagna. Il percorso effettuato dai due amici è tale da permetterci di degustare oggi il Riesling prodotto sia dalle piante giovani che dalle vecchie vigne in due annate differenti la 2019 e la 2016.
Sorentberg 2019 Riesling Rotschiefer Trocken
Dorato luminoso. Il naso si apre con sentori fruttati e varietali di pesca e di mirabelle, echi di fiori di ginestra e di camomilla. Si arricchisce con una leggera speziatura di zafferano. In bocca una decisa freschezza e sapidità che offre un’elevata persistenza con finale di scorza di pompelmo.
Sorentberg 2019 Riesling Von 1000 Alte Reben
Dorato intenso. Apertura di agrumi canditi e in marmellata. La pesca gialla matura, il fiore giallo essiccato e la nota di zafferano completano il quadro olfattivo. Vibrante abbandona il cavo orale lentamente lasciando un ricordo agrumato.
Sorentberg 2016 Riesling Rotschiefer Trocken
Dorato vivace. Stupisce per i sentori iniziali di miele di tarassaco, pasticceria e di marzapane a cui si susseguono note di mango, papaya e di fiori gialli essiccati. Leggeri echi di idrocarburo. Freschezza importante con un finale di bocca di kumquat.
Sorentberg 2016 Riesling Von 1000 Alte Reben
Dorato brillante. L’elegante speziatura di curcuma e zafferano accompagna la frutta disidratata e il pot pourri di fiori gialli. In bocca si percepisce una maggior morbidezza ma permane in chiusura una freschezza importante con note di frutta candita.
Per concludere la masterclass Ivan ci ha proposto Sorentberg 2020 Riesling Kabinett e Sorentberg 2018 Riesling Auslese che si differenziano ovviamente per la percezione di morbidezza e di dolcezza. Il primo ci porta verso note decisamente agrumate con richiami di pesca e di mela gialla fresca e con un finale vegetale di lemongrass; l’impatto è dolce ma la verticalità di beva è decisa. Il secondo ci offre delle note più calde di zafferano, di pesca sciroppata ravvivati da echi balsamici di menta e salvia e in bocca la dolcezza viene mitigata da una decisa acidità.
“Catwalk Champagne”
La seconda masterclass della giornata è stata dedicata unicamente alla bollicine per antonomasia: lo Champagne. A condurre questa chiacchierata parlando di zone e vitigni Helmuth Köcher affiancato dagli importatori italiani. In degustazione 6 vini che ci hanno permesso di toccare le diverse zone vitivinicole passando dalla Côte des Bar alla Vallée de la Marne alla Côte des Blanc con un profilo sensoriale differente dettato anche dalla presenza di percentuali diverse dei tre vitigni principali Pinot Nero, Chardonnay e Meunier. La degustazione inizia con una sciabolata effettuata da Helmuth stesso.
Champagne Lombardi Cuvée Axiome
70% Pinot Nero, 30% Chardonnay. 20% vini di Riserva. 8g/L.
Ottimo champagne per iniziare la degustazione in cui si percepiscono dei sentori prevalentemente agrumati con accenni floreali di ginestra. In bocca sprigiona una freschezza elevata percepita da un agrume citrino correlato anche a una decisa sapidità.
Champagne A.Robert Alliances N°16
60% Meunier, 20% Pinot Nero, 20% Chardonnay. 40% vini di Riserva. 6,5g/L.
Il n°16 sta a indicare il sedicesimo assemblaggio della maison in cui la protagonista è l’annata 2015.
Apre con sentori di frutta gialla come mirabelle e mela gialla matura. Leggere note di pasticceria e di nocciola. Ottima freschezza che si chiude con un finale di scorza di arancia.
Champagne Froment-Griffon Cuvée Grande Réserve 1er Cru
50% Chardonnay, 35% Meunier, 15% Pinot Nero. 20% vini di Riserva. 9g/L.
Elegante introduzione floreale che viene accompagnata da note di scorza di pompelmo e di frutta gialla. In chiusura pasticceria. Bocca ben bilanciata con un’adeguata persistenza.
Champagne Froment-Griffon Sélection 1er Cru
40% Chardonnay, 40% Pinot Nero, 20% Meunier. 9g/L.
Profilo olfattivo molto interessante che si svela gradualmente: ginestra, acacia, mirabelle, si susseguono con effluvi di erbette aromatiche e pepe bianco. In chiusura miele di zagara. Sorso ampio e strutturato che appaga.
Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Solèra
100% Chardonnay. 50% vini di Riserva in Solera dal 2013. 5g/L.
La protagonista di questa annata è la 2020 a cui concorrono il 50% di vini di riserva. Sorprendentemente fresco il profilo olfattivo con richiami di melone bianco, erba tagliata e pompelmo, echi di papaya e ananas. Decisa freschezza con una lunga persistenza.
Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Grand Cru 38-40
100% Chardonnay. Annata 2012. 5g/L.
Ottenuto da una selezione di vecchie viti di oltre 30 anni nei Grand Cru Avize e Oger con una sosta sui lieviti di 90 mesi non può che offrire una palette olfattiva ricca di sentori di viennoiserie, di crema pasticceria e di nocciola che accompagnano i più comuni ricordi fruttati. Delicata speziatura. Bocca ben strutturata che abbandona lentamente il cavo orale lasciando un aroma di pompelmo candito.
“Chianti Classico: microzone a confronto”
L’ultima masterclass della giornata è stata dedicata invece al vitigno per eccellenza toscano e nella sua espressione come solista o in orchestra: il Sangiovese. A condurre l’evento Andrea Frassinetti, delegato Onav Siena, accompagnato dai produttori delle varie etichette. Le sette etichette selezionate hanno permesso di toccare solo alcune delle nove aree di produzione: nello specifico Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Radda in Chianti e Greve in Chianti.
L’annata protagonista è stata la 2019.
Vallepicciola Chianti Classico 2019
100% sangiovese.
Carminio vivace. Offre sentori di frutti di bosco, arancia sanguinella e viola mammola. In chiusura echi di liquirizia e di cioccolato al latte. Tannini ben integrati e persistenza non molto lunga con un retrogusto amaricante.
Tenuta Di Arceno Chianti Classico 2019
90% sangiovese, 10% merlot.
Carminio fitto e vivace. La tipica ciliegia con effluvi vegetali e l’elegante speziatura dolce di vaniglia e cannella caratterizza il profilo olfattivo. Sorso pieno con un’ottima freschezza e con tannini non ancora perfettamente levigati. Lunga chiusura.
Castello di Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione 2019
100% sangiovese.
Carminio con riflessi granato. Naso ben strutturato: viola, ciliegia matura, tocchi speziati e balsamici. Ricordi di cioccolato e di note ferrose. Tannini saporiti rinvigoriti da un’acidità decisa. Abbandona la bocca lentamente con un finale agrumato.
Tenuta Villa Trasqua Chianti Classico 2019
80% sangiovese, 10% merlot, 10% cabernet sauvignon.
Carminio di media intensità. Ciliegia marasca, melagrana con sentori di rosa e viola sono ravvivati da richiami balsamici e speziati. Al palato appare fresco ma con un tannino ancora graffiante.
Vecchie Terre di Montefili Chianti Classico 2019
100% sangiovese.
Carminio vivace. Offre sentori di frutta scura quale mora e susina e di viola. Note di humus, di cardamomo e di liquirizia affiancano le note empireumatiche di cioccolato e di polvere di caffé. In bocca ha una struttura importante che potrà sicuramente evolvere in quanto sorretto da freschezza e da tannini ancora in evoluzione. Chiusura raffinata di arancia sanguinella.
Arillo in Terrabianca Sacello Chianti Classico 2019
100% sangiovese.
Carminio di media intensità. Si apre con eleganti sentori floreali a cui si susseguono ciliegia marasca, ribes rosso e melagrana. L’elevata freschezza e il tannino setoso rendono la bevuta piacevolmente immediata e di compagnia.
Carpineto Chianti Classico 2019
Sangiovese, canaiolo e altre varietà a bacca rossa.
Carminio vivace. Note fruttate di ciliegia matura, mora e susina e floreali. Offre una beva non impegnativa ideale per accompagnare una merenda toscana.
Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023, il nebbiolo e le sue suadenti sfumature
Di Ilaria Castagna
Nelle sale dell’Hotel Palatino in via Cavour a Roma, il 14 e il 15 gennaio 2023, l’agenzia Riserva Grande di Marco Cum, come sempre, ci ha stupito e affascinato con il suo evento “ Nebbiolo nel cuore”, arrivato ormai alla nona edizione. Ben 50 cantine partecipanti, oltre 300 etichette degustate e circa 1.500 visitatori per promuovere culturalmente tutte le espressioni, così suadenti, di quello che è da tutti considerato un grande, nobile e potente vitigno, il Nebbiolo.
Novità assoluta di questa edizione è stata la presentazione, alla presenza della stampa e dei produttori presenti,della guida di “Nebbiolo nel cuore”. La prima, in assoluto, su questa varietà nella quale i vini prodotti e le varie aziende sono presentati distintamente per valorizzare le molteplici espressioni di uno dei più grandi vitigni di tutti i tempi.
Verrà realizzata tramite un’APP gratuita, legata alla manifestazione, per tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle cantine e dei territori differenti dove il Nebbiolo si esprime nel migliore dei modi.
Piccoli e grandi produttori, venuti per raccontarci le loro storie, la loro terra e tutti i loro sacrifici, legati ai vari terroirs che, da sempre, caratterizzano la regione del Piemonte. Dal Barolo al Barbaresco, dal Ghemme al Boca, dal Roero al Gattinara fino al Lessona, sono stati tanti i vini in degustazione che ci hanno fatto palpitare ed emozionare.
Molte le conferme ma in questa edizione devo ammettere, molteplici scoperte di piccole aziende che stanno emergendo e che mi hanno sorpreso e meravigliato. Di seguito, ve ne riporto alcune.
Azienda Le Strie, Ponte in Valtellina: 2 ettari di vigneto ed una produzione di 10.000 bt l’anno. Il Nebbiolo, localmente chiamato lì Chiavennasca, dona dei rossi potenti e strutturati, di grande finezza. Una menzione particolare va al loro Sforzato di Valtellina D.O.C.G . affinato due anni in grandi botti di rovere ed in seguito all’imbottigliamento, riposa altri quattro anni prima della commercializzazione. Un connubio perfetto di frutti rossi, spezie ed una frutta sotto spirito amalgamata in maniera affascinante.
Luigi Vico, Serralunga D’Alba: realtà nata ufficialmente nel 2016 con 2,1 ettari di vigneto nella zona del Barolo. Ottiene una produzione, molto limitata, di Barolo del comune di Serralunga d’Alba e di Barolo Prapò. Per l’affinamento del suo Barolo, ha scelto il legno della foresta di Fontainebleau e Slavonia. Qui una grande conferma di vari assaggi, con un finale strepitoso, il loro Vermouth di Torino Ambrato. Un sublime vino Moscato con erbe, spezie, agrumi e piante officinali segrete. Un elisir che provoca dipendenza, Sublime!
Fabrizio Battaglino, Vezza D’Alba: piccola azienda di 5 ettari con 25 anni di produzione già alle spalle. Davvero notevole tutta la sua linea, da menzionare in particolare il Roero DOCG Riserva Colla 2018. Piccola curiosità: La vigna Colla, di proprietà della sua famiglia da generazioni, è stata la prima a veder nascere un Roero DOCG nel 2005. E’ sicuramente per loro motivo di orgoglio.
Azienda Agricola Renato Fenocchio, Neive. 6 ettari tra i comuni di Barbaresco, Neive e Treiso. Produce in media 27.000 bt totali. Ho scoperto dei vini sinceri, rispettosi, non omologati e incredibilmente unici e affascinanti. La sua linea a partire dal Nebbiolo 2020 passando dal Barbaresco 2019 “Starderi” fino ad arrivare al suo strabiliante Barbaresco 2016 sono stati per me, una vera e propria scoperta. Straordinari!
Aurelio Settimo, La Morra. L’etichetta AURELIO SETTIMO nasce nel ’62, ad oggi è la figlia Tiziana ad occuparsi della produzione. 5,60 ettari coltivati a Nebbiolo da Barolo e neanche 1 ha a Dolcetto d’Alba. 3,40 ha di Nebbiolo sono coltivati nel rinomato cru Rocche dell’Annunziata, una delle zone di maggior prestigio per la produzione del vino Barolo. Una sola parola per lui, eleganza. Davvero notevole il Barolo “Rocche dell’Annunziata” Riserva 2016. Un tripudio di frutta, vaniglia e spezie.
Massimo Clerico, Lessona. Una grande storia familiare che affonda le sue radici nel ‘700 nell’antica cantina di Lessona, in provincia di Biella. Il papà di Massimo, Sandrino Clerico fu uno dei primi 3 viticoltori in Lessona che vennero iscritti nell’albo dei produttori del vino. L’azienda fu poi ristrutturata nel 2004, da Massimo. Produce circa 10.000 bt/anno con 2 ha circa, suddivisi in quattro appezzamenti piantati principalmente a Nebbiolo ma anche a Vespolina, Croatina e Uva Rara. La sua linea si contraddistingue per un’eleganza salmastra unica dovuta anche ai suoi terreni molto particolari, di sabbia pliocenica (terreno sabbioso di origine marina ). Una piacevolissima sorpresa anche lui.