Alla Stazione Leopolda di Firenze, nei giorni 3 e 4 dicembre 2023 si è svolta la seconda edizione di Saranno famosi nel Vino e nel Gin.
Di Adriano Guerri
I battenti della Leopolda hanno aperto dalle ore 11:00 sia domenica sia lunedì, mentre la chiusura della domenica era alle 20:00 e lunedì alle 18:00, L’evento era aperto all’ampio pubblico di operatori professionali e appassionati che nelle due giornate hanno partecipato numerosi. Gli organizzatori sono molto felici per il risultato ottenuto e stanno già pensando alla terza edizione.
Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto di Adriano Guerri
In programma vi erano varie ed interessanti masterclass e nell’occasione sono stati consegnati gli attestati alle aziende premiate dalla guida Vitae. Presenti oltre 110 cantine vitivinicole emergenti che si sono fatte notare negli ultimi 5 anni e che sono nate da meno di dieci anni con circa 500 etichette in degustazione e 40 produttori di Gin.
Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore articolo
Interessanti realtà provenienti da tutt’Italia, con vini di varie tipologie e da varie denominazioni. Senza ombra di dubbio sentiremo parlare molto bene di queste aziende in futuro. L’evento è ideato dalla regina del vino, Donatella Cinelli Colombini.
Personalmente ho partecipato il giorno 4 dicembre e ho cercato di degustare i vini di aziende da me sconosciute, la qualità dei vini era davvero elevata.
Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto di Cottonbro Studio
Una passerella tra i banchi d’assaggio e note di degustazione.
Pinot Nero Blanc de Noir Pas Dose’ Il Poggiolo – Pinot Nero 100% – Giallo paglierino brillante, perlage fine e persistente, sprigiona al naso sentori floreali e di frutti di bosco, seguiti da note di crosta di pane e pasticceria mignon, cremoso, fresco e durevole.
Sito di riferimento: https://ilpoggiolovini.com/
Pinot Nero Blanc de Noir Pas Dose’ Il Poggiolo, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Roero Arneis Docg Loreto 2022 Az. Bruno Franco– Giallo paglierino luminoso, emergono sentori di camomilla, pesca, melone e scorza d’arancia, sapido, fresco e leggiadro.
Sito di riferimento: https://brunofrancovini.it/
Roero Arneis Docg Loreto 2022 Az. Bruno Franco, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Ansonica dell’Elba Doc 2021 Chiesina di Lacona –Giallo dorato, emana note di mughetto, fiori di tiglio, mela, pera, pesca e agrumi, sorso rinfrescante, coerente e di ottima persistenza aromatica.
Sito di riferimento: https://www.chiesinadilacona.it/
Ansonica dell’Elba Doc 2021 Chiesina di Lacona, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Grillo d’Altura Sicilia Doc 2022 Az. Lombardo – Giallo paglierino, rivela note di tè, zagara, pera, melone e scorza d’arancia, gusto avvolgente, sapido con chiusura di frutta tropicale.
Sito di riferimento: https://www.tenutelombardo.it
Grillo d’Altura Sicilia Doc 2022 Az. Lombardo, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Barbagia Bianco Igt 2022 Mertzeoro– Granatza 100% – Giallo paglierino luminoso, rilascia sentori di pera e mela cotogna, seguiti da sottili note agrumate, al palato è dinamico, vibrante e persistente.
Sito di riferimento: https://cantinamertzeoro.com/
Barbagia Bianco Igt 2022 Mertzeoro, articolo: Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Gutturnio Classico Riserva 2016 Az. Ganaghello– Barbera e Croatina – Rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, dipana al naso note di prugna, mora di rovo, sottobosco e spezie dolci, grip tannico poderoso ma setoso, rotondo e ricco.
Sito di riferimento: https://www.ganaghellovini.com/
Gutturnio Classico Riserva 2016 Az. Ganaghello, articolo:Saranno Famosi nel vino 2023 a Firenze in Stazione Leopolda, foto autore
Barolo Rocche di Castiglione 2019 Monchiero – Rosso granato trasparente, libera sentori di violetta, ciliegia, fragola, liquirizia, tartufo e sbuffi balsamici, il sorso è fresco, pieno ed appagante.
Sito di riferimento: https://www.monchierovini.com/
Barolo Rocche di Castiglione 2019 Monchiero, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autore
Mueller Thurgau Passito Umbria Igt 2021 Cimate – Giallo dorato intenso, con sentori di miele d’acacia, datteri, albicocca secca e fichi, in bocca è piacevolmente dolce, armonioso, vellutato e dotato di una lunga persistenza aromatica.
Sito di riferimento: https://www.lecimate.it/
Mueller Thurgau Passito Umbria Igt 2021 Cimate, articolo: Saranno Famosi a Firenze in Stazione Leopolda, assaggi 2023, foto autoreAdriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
Tenuta Artimino gioiello di rara bellezza Patrimonio Unesco dal 2013
Di Carol Agostini
La Famiglia Olmo e la storia della tenuta
Dal 1989, la Tenuta di Artimino è stata la dimora della famiglia Olmo, un luogo in cui la produzione di vino e olio ha radici che affondano nel XVIII secolo. I suoi 700 ettari sono un’immersione nella campagna toscana, abbracciando la celebre Villa Medicea “La Ferdinanda“, un gioiello eretto nel 1596, oggi patrimonio UNESCO. Accanto a questa splendida villa si erge l’hotel Tenuta di Artimino, parte della Meliá Collection, e il rinomato ristorante Biagio Pignatta, celebre per la sua interpretazione della cucina toscana.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet
Situata in prossimità di Firenze e di altre affascinanti città d’arte della regione, la tenuta si affaccia sul borgo medievale di Artimino. Qui, la viticoltura è gestita con responsabilità, sposando avanzate tecnologie in cantina per supportare la naturale vocazione dei terreni. Un’area con una storia enologica millenaria, che ebbe inizio con gli etruschi e continuò con la famiglia de’ Medici. Il Carmignano, in particolare, è stato protagonista del Bando di Cosimo III emesso nel lontano 1716, considerato il più antico “disciplinare” enologico al mondo.
L’amore per il vino ad Artimino ha radici profonde, risalenti all’era degli Etruschi. Nel XVII secolo, la Famiglia Medici ha perpetuato questa tradizione, rendendo i vini di Carmignano, in particolare quelli di Artimino, tra i più pregiati dell’epoca. Nel 1716, con l’editto di Cosimo III, fu redatto un documento che stabiliva i confini di produzione di questi vini, fungendo quasi da disciplinare e classificandoli come “vini atti a navigare“, ideali per l’esportazione grazie alla loro longevità e qualità.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici
A partire dagli anni ’80, la Tenuta di Artimino è stata sotto il controllo della famiglia Olmo, attualmente alla terza generazione al timone, con un chiaro impegno per un’agricoltura ecologica e responsabile, che si sposa con una tradizione secolare.
I 70 ettari di vigne circostanti la Villa Medicea La Ferdinanda, patrimonio UNESCO, racchiudono varietà di uve nobili come il Sangiovese e il Cabernet, quest’ultimo si dice sia stato introdotto in zona da Caterina de’ Medici nel XVI secolo. Questi vini incarnano la Toscana autentica e meno nota, dove i ritmi della campagna sono intrecciati con quelli della vita.
Nel 1935, Giuseppe Olmo, noto come Gepin, stabilì il Record dell’Ora, segnando la storia dello sport. Lavoratore instancabile, proveniente da umili origini, Olmo comprendeva il valore della dedizione e della perseveranza, un ethos che portò avanti anche quando divenne un imprenditore di successo e acquistò la Tenuta di Artimino negli anni ’80, guardando sempre avanti con visione e lungimiranza.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici
Questa tenuta ha una storia importante alle spalle: un territorio anticamente abitato dagli Etruschi, poi trasformatosi in un borgo medievale e, alla fine del XVI secolo, divenne luogo amato dalla famiglia Medici. La decisione di Ferdinando I de’ Medici, nel 1596, di costruire Villa Medicea La Ferdinanda qui, riconosciuta dall’UNESCO, ha reso questo luogo un autentico crocevia di arti, buon vivere e cultura del vino, testimoniato da illustri racconti che confermano la Villa Medicea di Artimino come un luogo davvero unico. Una storia millenaria che oggi vive in ogni singola bottiglia.
Medici e la Villa di Artimino: Custodi del Vino a Carmignano
Sin dal lontano 1596, Artimino è stata amata dai Medici, soprattutto da Ferdinando I, che in una lettera alla moglie Cristina di Lorena, datata 19 gennaio 1596, scriveva: “Oggi sono stato ad Artimino e credimi, Vostra Altezza, ho trovato una primavera”.
In soli quattro anni, su progetto del celebre architetto Bernardo Buontalenti, sorse Villa La Ferdinanda, conosciuta anche come Villa dei Cento Camini, divenuta per sempre la quintessenza della residenza di campagna.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici
Artimino è indubbiamente il luogo di nascita del vino a Carmignano. Risale al 1680, ad esempio, la realizzazione dei lavori intorno alla Villa, voluti da Cosimo III de’ Medici, il quale qualche anno dopo istituì il primo disciplinare ante litteram della storia. Nei sotterranei della Villa, nell’antico archivio della Tenuta, sono ancora custoditi documenti d’epoca legati ai lavori nei vigneti e alla vita rurale.
Chi era Cosimo III de’ Medici?
La lunga tradizione vinicola di Carmignano
Cosimo III de’ Medici (1642-1723), penultimo granduca di Toscana, aveva una visione ben chiara riguardo alla protezione della qualità e della fama dei vini toscani che già godevano di grande considerazione.
Questo sovrano aveva ben compreso l’importanza economica del vino per le terre sotto il suo dominio.
Il 29 novembre 1704 emise un testo di 84 pagine, noto come la “Rinnovazione delle leggi sul vino, macellazione, imposte, trasportatori“, che raccoglieva le leggi sulla vendita e la circolazione del vino. Insoddisfatto dei risultati ottenuti, l’anno successivo, il 25 settembre 1705, abrogò quella legge appena promulgata sostituendola con la “Moderazione della nuova legge sul vino”, al fine di “facilitare maggiormente il commercio del vino”.
Questa nuova legge prevedeva che “i proprietari avrebbero potuto liberamente acquistare vino dai contadini in vendita o in pagamento di debiti, e i contadini avrebbero potuto portare il loro vino a Firenze e commerciarlo liberamente”.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
L’editto del 1716 nelle sue parti “essenziali”
La notevole attenzione di Cosimo III de’ Medici per l’industria vinicola, unita alla sua visione moderna in questo settore, viene ulteriormente sottolineata con l’istituzione, nel luglio del 1716, di una nuova congregazione dedicata al commercio del vino.
Il 24 settembre dello stesso anno, i delegati di questa congregazione emettono il “Bando sulla delimitazione dei confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra”. Questo documento, dopo aver delineato i confini di queste quattro regioni, sembra stabilire l’indicazione geografica del vino quando stabilisce che solo i vini prodotti e ottenuti entro questi confini possono essere “commercializzati come vini del Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra”.
Nel dettaglio del Bando riguardante il vino di Carmignano, si individua, in linea con le attuali specifiche dei disciplinari DOC e DOCG, la “Zona di produzione delle uve” che va “dal Muro del Barco Reale presso il Fiume Furba, lungo la Strada di Ceoli che dal fiume porta a Bonistallo; quindi alla Villa del Sig. Marchese Bartolommei, fino al Muro del Barco Reale presso il Cancello d’Arzana”.
Queste disposizioni, anticipando di 246 anni, 9 mesi, 2 settimane e 4 giorni la legge Desana del 12 luglio 1963 che ha dato origine al sistema attuale delle Denominazioni di Origine Controllata, costituiscono i primi riferimenti a Denominazioni di Origine e ai relativi regolamenti.
Chi era Giuseppe Olmo?
Giuseppe Olmo e Fausto Coppi, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet
La Passione per Artimino
Nel mattino del 1924, un osservatore notò Giuseppe Olmo mentre, rientrando da scuola, trasportava i suoi libri legati al telaio della bicicletta. Era un’epoca di grandi campioni come Binda, Guerra, Bini e Bartali. Olmo, con un talento eccezionale, ottenne risultati sportivi sempre più brillanti, meritandosi la convocazione in Nazionale per i mondiali del ’31 in Danimarca e le Olimpiadi del ’32 a Los Angeles. I suoi successi furono molteplici, culminati nello storico Record dell’Ora del 1935, stabilendo un nuovo primato con 45,090 chilometri.
La seconda guerra mondiale pose fine alla sua carriera sportiva, ma non sopì la sua intraprendenza e la passione per il ciclismo. Dopo aver appeso la bicicletta al chiodo, iniziò a produrre biciclette nello stabilimento di Celle Ligure. Al termine del conflitto, affiancò alla produzione ligure di biciclette anche quella di pneumatici e tubolari, creando da zero aziende che oggi rappresentano un’eccellenza mondiale.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
La Famiglia Olmo: Continuità e Valori
Annabella Pascale e Francesco Spotorno sono la terza generazione che porta avanti l’eredità di Gepin, lasciando in eredità alla famiglia valori intramontabili: la solidità della famiglia, l’importanza del lavoro, la prospettiva a lungo termine e il rispetto per la terra come rifugio e fonte di sostentamento.
Annabella Pascale e Francesco Spotorno, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet
Giuseppe Olmo, noto come Gepin, acquisì la Tenuta di Artimino negli anni ’80, attratto dall’amore per la campagna toscana, il legame con la terra, la sua storia e la bellezza dei paesaggi. Consapevole sia come uomo che come imprenditore, Gepin comprendeva che nessuno avrebbe mai potuto privarli di quel patrimonio, mentre le aziende avrebbero potuto trasferirsi altrove e i conflitti avrebbero potuto compromettere la produzione.
Attualmente, la Tenuta di Artimino rappresenta per la famiglia Olmo non solo una dimora, ma un luogo da proteggere, un tesoro da valorizzare:
“Per noi è un grande onore, e una grande responsabilità, occuparci di qualcosa così caro a nostro nonno e alla nostra famiglia. Un progetto volto alla qualità e alla bellezza, alla conservazione del territorio, alla promozione di un prodotto affascinante e ricco di storia, come il nostro vino“. – Annabella Pascale, AD e General Manager
La nuova gestione della Tenuta di Artimino ha delineato un progetto strategico che include nuovi protocolli per la lavorazione delle uve e, probabilmente, nuovi vini, oltre a un significativo lavoro di valorizzazione delle vaste aree boschive e degli oliveti dell’azienda. Annabella, che crede fermamente nella potenza del territorio e da tempo è attiva all’interno del Consorzio, auspica che sempre più produttori della zona si uniscano per valorizzare e promuovere questa piccola DOCG che ha molto da offrire al mondo dell’enologia.
Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Francesco Spotorno
Nei primi 10 anni di questo nuovo corso, l’azienda ha notevolmente migliorato la gestione dei vigneti, puntando sulla qualità, e ha ottenuto risultati significativi in cantina, producendo vini Carmignano che rispecchiano il territorio e di alta qualità. Ora è il momento di puntare a nuovi traguardi attraverso investimenti rilevanti sia nell’ambito enologico sia in quello viticolo. La mia famiglia sente l’obbligo di crescere ulteriormente e di far emergere la Tenuta di Artimino nel suo ruolo storico, risalente al tempo di Ferdinando de’ Medici”.
È anche facile pensare a Caterina De’ Medici che, diventata regina di Francia, introduce il Cabernet a Carmignano, ancor oggi chiamato “uva francesca”, rendendo obbligatorio per disciplinare l’utilizzo di questa varietà dall’10% al 20% nell’uvaggio. L’obiettivo è valorizzare ulteriormente l’intera area di Carmignano, secondo l’idea di Annabella Pascale e della sua famiglia, “facendo crescere con Artimino l’intera regione, piccola ma di grande qualità” (la zona ha una delle più alte percentuali di premi e riconoscimenti per i produttori in Italia, dimostrando il potenziale del territorio).
Articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Annabella Pascale
Cambiamenti in Tenuta
A partire dal 2022, il rinomato enologo Riccardo Cotarella, insieme al suo team, si è unito alla gestione enologica di Artimino, dedicando il suo impegno a ottenere la più eccelsa interpretazione dei vini di una terra altamente dedicata alla vitivinicoltura.
Chi è Riccardo Cotarella?
Riccardo Cotarella ha innovato e perfezionato il ruolo di enologo globale e flying winemaker, consigliando numerose aziende vinicole in tutto il mondo. Il suo approccio si concentra sull’unicità del terroir e delle caratteristiche individuali di ogni vino, evitando di uniformarli in termini di gusto. Il premio “Der Feinschmecker” celebra la sua straordinaria competenza e il suo lavoro creativo nel panorama vinicolo globale.
Presidente di Assoenologi e co-presidente dell’Union Internationale des Oenologues, Cotarella è anche produttore con Famiglia Cotarella, azienda da lui fondata insieme al fratello Renzo e oggi gestita dalle loro figlie Dominga, Marta ed Errica. È considerato uno dei consulenti enologi più influenti non solo in Italia ma a livello internazionale. Il “Wine Awards 2023″ conferito ad Amburgo da “Der Feinschmecker“, prestigiosa rivista enogastronomica tedesca, è un importante riconoscimento alla sua carriera e all’enologia italiana nel suo complesso.
Cotarella si dice onorato dal premio, considerandolo un incoraggiamento a contribuire ulteriormente al mondo del vino e dell’enologia. Ritiene fondamentale trasmettere conoscenze, specialmente in un periodo come quello attuale. Sottolinea l’importanza dell’approccio scientifico nel settore e si impegna a condividere questa prospettiva, soprattutto con i giovani colleghi. L’enologo enfatizza la necessità di rigore e metodo, uniti alla passione, per eccellere nel lavoro enologico. Nell’attuale vendemmia, complessa a causa delle condizioni climatiche avverse, Cotarella evidenzia l’importanza della tecnica scrupolosa nel garantire uve di qualità superiore che regaleranno vini di eccellenza.
A Merano WineFestival 2023 Masterclass Tenuta di Artimino “II Carmignano di Tenute di Artimino: dai Medici al Campione Giuseppe Olmo” condotta da Annabella Pascale e dal giornalista Mauro Giacomo Bertolli, annate in degustazione:
• Vin Ruspo -Barco reale di Carmignano DOC Rosato 2022
Le uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot che compongono questo rosato provengono da vigneti coltivati su terreni limoso-sabbiosi, arricchiti da buone percentuali di argilla, a un’altitudine media di 135 metri sopra il livello del mare.
Nel processo di vinificazione, completamente svolto in serbatoi di acciaio, le uve hanno subito una macerazione prefermentativa di circa due ore. Successivamente, il vino è stato affinato sulle proprie fecce nobili per due mesi.
Caratterizzato da un colore rosa salmone chiaro, il Vin Ruspo 2022 presenta un bouquet olfattivo delicato e raffinato piuttosto che intenso: si aprono sentori fruttati e freschi di fragoline di bosco, ribes rosso, nespola e pesca gialla, accompagnati da eleganti note floreali di rosa rossa.
Il sorso è fresco e vivace, ma al contempo morbido, con una struttura avvolgente e persistente, regalando una lunga persistenza gustativa.
Vin Ruspo – Barco reale di Carmignano DOC Rosato 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022
Le uve vengono raccolte manualmente e trasportate immediatamente in cantina per la vinificazione. Dopo la pigiatura, inizia la fermentazione con una lunga macerazione in serbatoi di acciaio inox, mantenendo la temperatura tra i 25°C e i 30°C. Durante questo processo, che dura circa 20 giorni, vengono eseguiti rimontaggi giornalieri e delestage ogni 3 giorni.
La durata dei rimontaggi viene progressivamente ridotta per evitare un’eccessiva estrazione di tannini indesiderati. Successivamente, il vino matura in acciaio per 6 mesi. Presenta un colore rosso rubino intenso. Al naso, si distingue per la sua chiarezza e immediatezza. Emergono note di ciliegia matura, accompagnate da sfumature di spezie dolci, seguite da sentori di fragoline di bosco e viola. Al palato è deciso e caratterizzato, un vino fresco ma dalla sostanza evidente. Conclude in modo appagante, con tannini delicati.
Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Poggilarca Carmignano DOCG 2020
Questo Carmignano DOCG è il risultato di uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot provenienti da vigneti collocati su pendii a un’altitudine media di 135 metri sul livello del mare. Questi terreni sono caratterizzati da suoli ricchi di limo e sabbia, con una significativa presenza di argilla.
Dopo la fermentazione in serbatoi di acciaio, i vini vengono affinati in legno: il sangiovese matura in botti da 30hl, mentre i due vitigni bordolesi trascorrono del tempo in barrique nuove e di secondo passaggio.
Di un intenso colore rubino, il Poggilarca 2020 si apre al naso con profonde e raffinate note di ciliegia, marasca e melograno. Dopo una breve aerazione, emergono sentori floreali di violetta, accompagnati da sfumature di confetto, caffè in polvere e una leggera traccia di vaniglia, sottolineando l’uso delicato del legno. Un’elegante nota balsamica attraversa l’insieme, conferendo verticalità al bouquet.
Il vino è morbido e pieno, sostenuto da una freschezza ben equilibrata e da tannini densi e dolci, ancora leggermente vigorosi ma piacevoli. Nonostante la sua austera personalità, questo Carmignano DOCG sorprende per la sua bevibilità snella e aggraziata, mantenendo una struttura ricca e complessa, con una lunga persistenza.
Poggilarca Carmignano DOCG 2020, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019
Le uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah selezionate per questa Riserva provengono da vigneti posizionati a un’altitudine media di 110 metri sul livello del mare, coltivati su suoli ricchi di limo e sabbia, arricchiti anche da una buona presenza di argilla. Dopo la vinificazione in acciaio, il Grumarello 2019 ha trascorso 24 mesi in botti grandi e barrique, dove ha completato anche la fermentazione malolattica.
Di un intenso colore rubino, questa Riserva Carmignano DOCG si apre con sentori di ciliegia matura e accenni di agrumi rossi amari, ai quali si uniscono note floreali di violetta e leggere sfumature di sottobosco; il bouquet si arricchisce con una selezione affascinante di spezie come vaniglia, pepe nero e liquirizia.
Al palato, si presenta ricco e succoso, con una struttura morbida e un equilibrio compiuto sostenuto da una freschezza nitida ma ben amalgamata e da tannini vivaci e di ottima qualità.
Nel complesso, il Grumarello 2019 è un vino agile e dinamico da sorseggiare, nonostante la sua importanza, con una chiusura persistente che invita al prossimo sorso con un finale di bocca piacevole.
Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012
La raccolta dell’uva avviene solo quando raggiunge una perfetta maturazione. La fermentazione avviene in contenitori di acciaio a temperatura controllata con una macerazione sulle bucce che si protrae per tre settimane. Successivamente, il vino affina per due anni in botti di rovere di Slavonia, seguiti da un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per un anno. Gli ingredienti sono semplici, così come la ricetta, ma l’eccellenza del risultato è confermata dal Carmignano Riserva “Grumarello” prodotto dalla Tenuta di Artimino.
Questo vino rosso è robusto e pieno di carattere, perfetto per accompagnare piatti a base di carne rossa o selvaggina. È ideale per una cena tra amici, difficilmente deluderà le aspettative.
Il suo colore è un bel rosso rubino con leggeri riflessi granati. Il suo bouquet aromatico è elegante, con note iniziali di fiori di campo che lasciano spazio a una ricca presenza di frutta nera e sfumature erbacee. Emergono infine sentori di tabacco, chiodi di garofano e cuoio. Al palato è caldo e giustamente tannico, robusto e persistente.
Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009
Come gli altri due è un vino intenso e profondo con sentori al naso e in bocca che conquistano, infatti ha sedotto tutto il parterre di ospiti alla degustazione. Avvolgente come pochi Carmignano Riserva.
Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
• Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012
Il Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice di Artimino nasce dalla sapiente combinazione di uve principalmente a bacca rossa raccolte nell’area di Carmignano, nella provincia di Prato.
I grappoli di Sangiovese, Canaiolo e Aleatico, con un tocco di Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca Lunga e San Colombano, vengono lasciati appassire su graticci di canna nella vinsantaia per circa 4 mesi. Dopo la pigiatura, il mosto viene messo in caratelli dove fermenta e si affina per almeno 4 anni.
Il risultato è un nettare dal colore giallo ambrato. Il bouquet intenso e complesso regala aromi di fichi secchi, mallo di noce, albicocca candita e mandorla. Al palato è strutturato e avvolgente, con un perfetto equilibrio tra mineralità, dolcezza e freschezza.
Eccellente per accompagnare dolci al cioccolato, si sposa bene con formaggi stagionati e di fossa. È superbo da gustare lentamente e meditare sui suoi aromi.
Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI Fa Il Suo Debutto a BolognaFiere: Un’Esperienza Vinicola Unica
Di Carol Agostini
La prestigiosa cornice di BolognaFiere ha accolto, dal 25 al 27 novembre 2023, il debutto del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI. Questo evento, promosso dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha portato per la prima volta nella vivace città emiliana oltre mille espositori provenienti da ogni angolo d’Italia, dando vita a un’esperienza enologica senza precedenti.
Carol Agostini tra produttori e colleghi sommelier, articolo: FIVI fa il suo debutto a Bologna: esperienza unica 2023
In uno spazio di oltre 30mila metri quadri, la manifestazione ha abbracciato l’autenticità dei vini presentati dalle cantine aderenti alla FIVI, offrendo agli appassionati e ai curiosi la possibilità di immergersi in un viaggio sensoriale tra le eccellenze territoriali.
Questa edizione, caratterizzata da uno spirito innovativo e dall’espansione in nuovi e luminosi spazi, è stata un’affermazione della diversità enologica italiana. Non solo una fiera, ma un punto d’incontro tra produttori e pubblico, dove il vino diventa linguaggio universale, legando identità, paesaggi e tradizioni.
L’evento ha anche rappresentato l’occasione per la consegna del Premio “Leonildo Pieropan“, un riconoscimento dedicato alla memoria di uno dei fondatori della FIVI. Quest’anno l’onore è stato tributato a Emidio Pepe dell’omonima cantina di Torano Nuovo in Abruzzo, figura simbolo dell’intera regione. Il premio è stato consegnato nell’ambito dell’Assemblea degli Associati il 27 novembre 2023, celebrando l’eredità e l’impegno di Pepe nel plasmare la viticoltura abruzzese.
Con la presenza di oltre 8mila vini in degustazione, la fiera ha offerto ai visitatori la possibilità di conoscere da vicino il lavoro dei vignaioli indipendenti, permettendo anche l’acquisto dei vini con un servizio di spedizione a disposizione.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
Il presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, ha sottolineato l’importanza crescente di Bologna come centro per eventi enogastronomici e legati all’ambiente. Lorenzo Cesconi, presidente di FIVI, ha espresso la soddisfazione nel portare questa kermesse per la prima volta a Bologna, valorizzando la città e creando uno spazio di incontro privilegiato tra produttori e appassionati di vino.
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI si è rivelato non solo un’occasione per scoprire la diversità e l’autenticità dei vini italiani, ma anche un punto di convergenza tra la passione per il territorio e l’amore per il nettare di Bacco, dimostrando come l’esempio di figure come Emidio Pepe continui a ispirare e a lasciare un’impronta indelebile nel mondo del vino.
Chi è Emidio Pepe?
“Sì, io sono partito
proprio con questa idea.
Tratto da “Manteniamoci giovani, vita e vino di Emidio Pepe”
La Famiglia di Emidio Pepe, articolo: FIVI fa il suo debutto a Bologna: esperienza unica 2023, foto da sito
Emidio Pepe: Il Custode delle Tradizioni e dei Vini Abruzzesi
Nel lontano 1964, Emidio Pepe gettò le basi della sua azienda vinicola, seguendo le orme del padre e soprattutto del nonno, che da ben 1899 produceva vino presso la casa Pepe. Fu uno dei primi a credere fermamente nelle straordinarie qualità del Trebbiano e del Montepulciano d’Abruzzo, dedicando tutte le sue energie a questi due vitigni autoctoni e dimostrandone la sorprendente capacità di invecchiamento, introducendoli al mondo intero.
Nato nel 1932, Emidio Pepe è un uomo di poche parole, ma di una tenacia e osservazione straordinarie. I suoi valori sono saldi, le idee precise. Lavoratore instancabile, si occupa ancora oggi personalmente di ogni singolo vigneto, dalla potatura alla vendemmia. La sua attenzione ai segnali della natura è impeccabile, frutto di oltre mezzo secolo di esperienza: li osserva, li interpreta e li segue senza alterarli, preservando così il terroir che ha sempre custodito con cura.
Defensore dei principi tradizionali, fin dall’inizio Emidio Pepe ha tenacemente protetto le sue terre e i suoi vini dalla chimica, basando il suo lavoro sull’esperienza empirica e sul rispetto delle antiche tradizioni, che si riflettono nell’autenticità e nella genuinità dei suoi vini.
Libro di Emidio Pepe, articolo: FIVI fa il suo debutto a Bologna: esperienza unica 2023, foto da sito
Evento nell’evento
Tre giorni di attività parallele oltre all’assaggio con delle masterclass di spicco:
“Vigna della Congregazione”: il Fiano di Avellino secondo Villa Diamante
Primogenito di Villa Diamante, il “Vigna della Congregazione” – che prende il nome dal terreno su cui il vitigno è impiantato, un tempo proprietà della Chiesa – è in assoluto tra i vini bianchi più longevi dell’azienda nata nel 1996 dal sogno di Diamante e Antoine, oggi portato avanti dalla figlia Serena con il prezioso aiuto della madre. Un vino che rappresenta ormai un punto di riferimento per il Fiano e per l’intera enologia irpina.
La produttrice Serena Gaitadialoga con Luigi Maffini (Vignaiolo in Campania).
In degustazione
Fiano di Avellino DOCG “Vigna della Congregazione” 2017/18/19/20/21
Tutti lo chiamano Lambrusco
Oltre tutti i clichè, il Lambrusco è un autentico inno alla gioia. Camillo Favaro, Vignaiolo in Piemonte e grande esperto di vini di Borgogna, lo ha scoperto quasi per caso, ma se ne è invaghito al punto da scriverci un libro. Dialogando con alcuni produttori della provincia di Modena, ci porterà a scoprire le tante sfumature di questo vitigno, tra tradizioni e sguardi al futuro.
In degustazione
Lambrusco di Sorbara DOC “LaRiserva” 2021 – Paltrinieri
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC “Federico” – Cavaliera
Lambrusco di Sorbara DOC Metodo Ancestrale “Baby Magnum” 2021 – Marchesi di Ravarino
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC “Canova” – Fattoria Moretto
Lambrusco di Sorbara DOC Metodo Classico Brut Nature “Ring Adora” Rosé 2018 – Podere il Saliceto
“U Baccan”, il Pigato che sfida il tempo
Severa selezione delle vigne più vecchie dei vigneti aziendali, “U Baccan” – “il capo” in dialetto ligure – è una delle più importanti e note espressioni del Pigato, e mostra la vocazione di questo vitigno a produrre un vino di grande personalità, che dimostra “sul campo” di avere ottime capacità d’invecchiamento. Riccardo Bruna è stato uno dei pionieri del Pigato, imbottigliandolo già dai primi anni Settanta: affettuosamente chiamato “U Baccan”, con questo vino la famiglia ne porta avanti la memoria, nella concretezza di tante vendemmie.Il produttore Roberto Germani dialoga con Paolo Trimani (enotecaro in Roma e Vignaiolo nel Lazio).
In degustazione
Pigato Riviera Ligure di Ponente DOC “U Baccan” 2016/17/19/20/21
Emozioni dal Vulture: il “Damaschito” di Grifalco
Un unico cru, nel cuore del Vulture; vigne di Aglianico di oltre settantanni; una vinificazione scrupolosa e circa due anni di affinamento in botte. Nasce così il Damaschito di Grifalco, una delle versioni di Aglianico della cantina di Venosa, che ha deciso fin dalla fondazione di dedicarsi esclusivamente a questo antico vitigno.
Il produttore Andrea Piccin dialoga con Angela Fronti (Vignaiola in Toscana).
In degustazione
Aglianico del Vulture Superiore DOCG “Damaschito” 2015/16/17/18/19
Durante l’evento, un padiglione completo è stato riservato al settore alimentare, mentre nella galleria centrale hanno trovato posto i partner e gli sponsor del Mercato dei Vini, insieme allo stand istituzionale della FIVI. Qui, i visitatori hanno avuto l’opportunità di acquistare le famose t-shirt e altri gadget firmati dai Vignaioli Indipendenti.
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI Fa Il Suo Debutto a BolognaFiere: Un’Esperienza Vinicola Unica, alcuni assaggi fatti da Carol Agostini
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti: Il Cuore della Tutela dei Produttori Artigianali
Nel vasto panorama dei vini artigianali, spesso si rischia di smarrirsi nell’identificazione precisa dei produttori che rientrano in questa categoria. Come classificarli? Come preservarli?La risposta a questa sfida è stata elaborata dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), un’organizzazione senza fini di lucro nata nel 2008 con l’obiettivo primario di rappresentare e tutelare i produttori vitivinicoli nei loro rapporti con le istituzioni. Da allora, l’organizzazione ha visto una costante crescita, sia nel numero di associati – oggi oltre 1000 – sia nella fiducia che il suo marchio ha instillato nei consumatori desiderosi di un approccio consapevole al mondo del vino.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
L’Origine e l’Evolvere della FIVI
Tutto ebbe inizio nel 2006, quando venne emanato il nuovo testo per l’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) del vino in Europa. Questo documento, che regolamenta il settore vitivinicolo, presentava un vuoto nella tutela dei vignaioli indipendenti. Nel 2008, nacque ufficialmente la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti con l’assemblea costituente, presieduta da Costantino Charrère, produttore valdostano.
Fin dall’inizio, la FIVI si unì alla Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (CEVI), il raggruppamento di organizzazioni nazionali di vignaioli europei. Le ragioni dietro la sua nascita risiedono nel disinteresse delle istituzioni e delle lobby settoriali verso i produttori artigianali, che negli anni hanno visto una diminuzione dell’attenzione per la qualità delle materie prime.
FIVI fa il suo debutto a Bologna: esperienza unica 2023, Carol Agostini con la cantina Eredi di Cobelli Aldo
Record di Successo al 12º Mercato FIVI dei Vini dei Vignaioli Indipendenti: Esordio Trionfale a Bologna!
Di Carol Agostini
La prima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti a Bolognaha superato ogni aspettativa, consolidando nuovi record con una partecipazione massiccia di 985 vignaioli, 2 associazioni di vignaioli stranieri e 29 olivicoltori della FIOI. Questo evento, organizzato per la prima volta a BolognaFiere, ha segnato un’importante unione tra produttori agricoli, richiamando un afflusso straordinario di oltre 26.000 visitatori distribuiti nei tre giorni di manifestazione.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
I nuovi spazi di BolognaFiere hanno offerto un ambiente accogliente e luminoso per gli oltre 985 stand dei vignaioli, facilitando gli incontri e gli assaggi tra i visitatori.
Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI, esprime soddisfazione per il successo ottenuto: “Abbiamo dimostrato che il cuore di questa manifestazione sono le Vignaiole e i Vignaioli, con i loro vini, a raccontare tanti tasselli del grande puzzle dell’Italia del vino.”
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
La filosofia di eguaglianza e democraticità della FIVI è stata enfatizzata dall’assegnazione casuale degli spazi fieristici a ogni partecipante, indipendentemente dalla loro storia aziendale. Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere, ha dichiarato soddisfazione per l’entusiasmo suscitato e ha evidenziato l’importanza di questo evento nel consolidare il ruolo di BolognaFiere come punto di riferimento per i vini di eccellenza.
Questa edizione ha confermato il Mercato dei Vini come un appuntamento fondamentale nel panorama vitivinicolo italiano, attirando non solo un pubblico numeroso ma anche l’attenzione di operatori del settore e piccoli trader esteri. Il successo è stato riflesso dalla copertura mediatica e dall’attività sui social media.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023, Cameli Irene
Oltre alla vetrina enologica, l’Assemblea annuale dei soci della FIVI ha posto l’attenzione sulla manutenzione del territorio e il ruolo cruciale dei vignaioli in questo ambito. Durante questa sessione, è stato presentato un dossier che ha sottolineato l’importanza del disegno di legge in esame sulla figura dell’agricoltore custode dell’ambiente del territorio.
L’evento si è concluso con la consegna di importanti premi, tra cui il Premio “Leonildo Pieropan” 2023 assegnato a Emidio Pepe, Vignaiolo in Abruzzo e storico socio FIVI, e il nuovo premio “Vignaiolo come noi” consegnato al musicista Stefano Belisari, noto come Elio.
Il 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti a Bologna ha segnato un trionfo senza precedenti, sottolineando l’importanza del settore vinicolo indipendente nel contesto agricolo e culturale italiano.
Fivi, 12º Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2023
Arriva nella Capitale Bollicine, un viaggio alla scoperta delle eccellenze italiane tra le rovine della Roma Antica.
Questa volta Decanter ha selezionato oltre 20 cantine e le loro bollicine, dai metodi classici, Martinotti ma anche ancestrali e tanti vitigni autoctoni. Un evento consigliato ai curiosi e a chi ha voglia di sperimentare nuovi sapori.
Logo di Decanter Wine Academy di Serena Specchi, da sito, articolo: Bollicine Domus Magnanimi Roma 8 Dicembre 2023
L’evento si svolgerà sull’Appia Antica, nella Domus Magnanimi, di fronte alla Tomba di Cecilia Metella. La location è dotata di parcheggio interno gratuito.
Il tour sarà accompagnato da assaggi di prodotti artigianali natalizi e non solo. Si parte dal panettone di Cantiani, l’olio della cultivar Marina, liquirizie artigianali, formaggi fatti a mano a forma di panettone e torrone, per finire con l’antica Cioccolateria fiorentina.
Insomma tante idee anche per i vostri regali di Natale
Programma
Ore 16.00 Apertura banchi d’assaggio
Ore 18.00 Masterclass “ I vitigni autoctoni del Lazio e la spumantizzazione”
Ore 21.00 Chiusura banchi d’assaggio
INGRESSO GRATUITO con PRENOTAZIONE
accrediti@decanterwineacademy.org
Info: 347-6649100
Le Cantine
Antica Tenuta Palombo, Lazio
Cantina Bacco, Lazio
Cantine Capitani, Lazio
Cantine Murgo 1860, Sicilia
Cantine Strapellum, Basilicata
Casa Setaro, Campania
Casal De Luca, Lazio
Col Miotin, Veneto
Colli Ripani, Marche
Cominium, Lazio
Corte Normanna, Campania
I Pampini, Lazio
La Riballina, Lazio
L’Ovile, Lazio
Luretta, Emilia Romagna
Marco Carpineti, Lazio
Palazzo Tronconi, Lazio
Pietra Pinta, Lazio
Rossi di Medelana, Lazio
Tenuta dei Mori, Toscana
Tolomei, Veneto
Valdonica, Toscana
Villa Gianna, Lazio
Vini Biagi, Abruzzo
Vini Sara Meneguz, Veneto
Sfumature degustative il viaggio di Papillae nell’anno 2023
Di Carol Agostini
L’anno 2023 è stato un periodo ricco di emozionanti eventi e iniziative nel mondo del vino, e il magazine Papillae ha fatto un viaggio attraverso un susseguirsi di articoli che hanno raccontato le storie coinvolgenti di manifestazioni, progetti e iniziative promosse da consorzi vitivinicoli, agenzie e enti nel corso dell’anno.
Uno dei momenti salienti raccontati da Papillae è stata la partecipazione e la copertura dettagliata dell’evento “Vinitaly“, la celebre fiera internazionale del vino a Verona. Attraverso reportage approfonditi e interviste esclusive, il magazine ha offerto ai lettori uno sguardo privilegiato sulle ultime tendenze e sui migliori vini presentati dai produttori di tutto il mondo.
Vinitaly in cui ci saranno dei percorsi degustativi di Mixology 2023, immagine da comunicato stampa
Inoltre, il magazine ha dedicato spazio a manifestazioni regionali, come la “Festa del Vino” nelle colline toscane o la “Sagra dell’Uva” nel cuore della Provenza francese. Gli articoli hanno offerto un’immersione nelle tradizioni enogastronomiche locali, raccontando storie suggestive e presentando le eccellenze vitivinicole delle rispettive regioni.
Carol Agostini Press al Vinitaly da anni
“Identità Golose” è un prestigioso evento gastronomico che si svolge in Italia. Si tratta di un congresso internazionale dedicato alla cucina e all’enogastronomia di alta qualità, che coinvolge chef rinomati, esperti del settore alimentare e appassionati di cucina.
L’evento “Identità Golose” rappresenta un’importante occasione per gli chef di tutto il mondo di condividere le proprie esperienze, conoscenze e creazioni culinarie.
Logo di Identità Golose, foto da sito, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Durante il congresso, vengono organizzate conferenze, presentazioni, show cooking e degustazioni, offrendo agli appassionati di cucina l’opportunità di conoscere le ultime tendenze gastronomiche e di apprezzare il talento di chef di fama mondiale.
Questo evento è considerato uno dei momenti più significativi nel calendario gastronomico italiano e internazionale, un luogo dove la creatività culinaria e l’innovazione si incontrano, promuovendo la cultura del cibo di alta qualità e l’eccellenza gastronomica.
Champagne Experience 5° edizione 2022 a Modena, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
La “Modena Champagne Experience” è un evento dedicato agli amanti dello champagne e si tiene a Modena, in Italia. Questo evento offre un’esperienza unica per conoscere, assaggiare e scoprire i migliori champagne provenienti da diverse case vinicole rinomate.
Durante la Modena Champagne Experience, i partecipanti hanno l’opportunità di degustare una selezione di champagne provenienti da diverse regioni della Francia, apprendendo al contempo informazioni dettagliate sul processo di produzione, sulle varietà di uve utilizzate e sulle caratteristiche sensoriali di ciascun vino.
L’evento di solito prevede la partecipazione di produttori di champagne di prestigio, esperti del settore e sommelier, che condividono la propria conoscenza e passione per questo vino effervescente, offrendo una prospettiva approfondita sulla cultura e sull’arte di degustare lo champagne.
La Modena Champagne Experience rappresenta un’occasione unica per gli appassionati di vino e per coloro che desiderano approfondire la propria conoscenza sul mondo dello champagne, offrendo la possibilità di esplorare una vasta gamma di etichette di alta qualità in un ambiente accogliente e ricco di informazioni.
Carol Agostini all’evento Modena Champagne Experience presentando il suo libro, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Il “Consorzio del Vino Brunello di Montalcino” organizza diversi eventi legati a questa rinomata denominazione vinicola. Il “Benvenuto Brunello” è uno di questi eventi e rappresenta un momento significativo nel mondo del vino.
Il “Benvenuto Brunello” è una celebrazione annuale che si tiene a Montalcino, in Toscana, per presentare il nuovo anno della vendemmia di Brunello di Montalcino. Solitamente si svolge nel mese di febbraio o marzo, e offre agli appassionati di vino l’opportunità di degustare le nuove annate dei vini Brunello appena imbottigliati, oltre a molte altre attività.
Benvenuto Brunello, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”, logo da sito
Durante il “Benvenuto Brunello“, le cantine del Consorzio aprono le loro porte al pubblico per degustazioni guidate delle nuove annate di Brunello di Montalcino. È un’occasione per conoscere da vicino il territorio, le tradizioni e il processo di produzione di questo prestigioso vino.
Inoltre, l’evento comprende spesso seminari, conferenze e degustazioni guidate condotte da esperti del settore, sommelier e enologi, offrendo approfondimenti sulle caratteristiche organolettiche, la storia e le tecniche di produzione del Brunello di Montalcino.
Il “Benvenuto Brunello” è un momento molto atteso sia dagli operatori del settore che dagli appassionati di vino, in quanto offre l’opportunità di scoprire le nuove annate di un vino iconico e di immergersi nella cultura vinicola di questa affascinante regione della Toscana e conoscere in anteprima le nuove annate dei vini toscani, offrendo un’opportunità unica di scoprire le caratteristiche e le potenzialità delle annate in arrivo.
Questi eventi sono organizzati solitamente all’inizio dell’anno e coinvolgono diverse denominazioni vinicole toscane, come il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Vino Nobile di Montepulciano e molti altri. Le degustazioni delle “Anteprime della Toscana“ permettono agli operatori del settore, ai sommelier, ai giornalisti specializzati e agli appassionati di vino di provare in anteprima i vini della nuova annata prima che vengano messi sul mercato.
Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2023 di Cristina Santini, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Durante queste manifestazioni, le cantine e i produttori presentano le loro nuove annate, spesso accompagnate da eventi collaterali come seminari, sessioni di degustazione guidata e incontri con gli enologi. È un’occasione non solo per assaggiare il vino, ma anche per comprendere meglio il territorio, il lavoro dei produttori e le specificità di ogni denominazione.
Le “Anteprime della Toscana” rappresentano un momento di grande interesse per gli appassionati di vino, permettendo loro di essere tra i primi a scoprire le nuove annate e le peculiarità che caratterizzano i vini toscani, rinomati in tutto il mondo per la loro qualità e tradizione.
Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2020, Riserva 2019, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
La Vernaccia di San Gimignano è un vino bianco rinomato e celebrato nella regione toscana. Per quanto riguarda eventi specifici dedicati alla Vernaccia di San Gimignano, esiste l’”Anteprima Vernaccia di San Gimignano”.
Questo evento si svolge solitamente all’inizio dell’anno, spesso nel mese di febbraio o marzo, e offre l’opportunità di presentare in anteprima la nuova annata della Vernaccia di San Gimignano. Le cantine della zona aprono le loro porte ai produttori, agli esperti del settore, ai giornalisti e agli appassionati di vino per permettere loro di degustare le nuove annate del vino Vernaccia di San Gimignano, appena imbottigliate.
Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest 2023, logo del Consorzio da comunicato stampa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Durante l‘Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, oltre alle degustazioni delle nuove annate, vengono spesso organizzati eventi collaterali come visite guidate alle cantine, incontri con gli enologi e seminari che approfondiscono la conoscenza di questo vino particolare e delle sue caratteristiche.
Questo evento offre una preziosa opportunità per coloro che amano la Vernaccia di San Gimignano di essere tra i primi a degustare le nuove annate e di immergersi nell’esperienza enogastronomica e culturale offerta da questa denominazione vinicola toscana.
“Taste” è un evento enogastronomico di grande prestigio che si svolge in diverse città del mondo, offrendo un’esperienza culinaria unica e coinvolgente. Le manifestazioni “Taste” sono organizzate da “Taste Festivals Limited” e si tengono in diverse località, tra cui Londra, Milano, Amsterdam e altre città di rilievo.
Gli eventi “Taste” sono caratterizzati da una selezione accurata di ristoranti e chef di fama, che presentano i loro piatti più iconici e creazioni culinarie innovative. I partecipanti hanno l’opportunità di assaporare piccoli piatti gourmet, provare vini di alta qualità e partecipare a sessioni di degustazione guidata, incontri con chef e dimostrazioni culinarie dal vivo.
Inoltre, “Taste” offre spesso un ambiente vivace e sociale, con diverse attività collaterali come concerti dal vivo, spettacoli di intrattenimento e la presenza di produttori artigianali di cibo e bevande.
Gli eventi “Taste” sono considerati occasioni straordinarie per gli amanti del cibo e del vino, offrendo l’opportunità di esplorare una vasta gamma di sapori e scoprire la cucina innovativa di chef di fama, il tutto in un’atmosfera di festa e divertimento.
FIVI sta per “Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti” ed è un’associazione che rappresenta e sostiene i vignaioli indipendenti in Italia. Fondata nel 2008, la FIVI riunisce produttori di vino che si distinguono per la gestione diretta e personale dei vigneti e delle cantine, nonché per la produzione di vino di qualità.
L’obiettivo principale della FIVI è quello di tutelare e promuovere l’attività dei piccoli e medi produttori vitivinicoli indipendenti, difendendo la loro autonomia, la diversità dei territori e delle tradizioni vinicole locali. L’associazione s’impegna anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore e sull’importanza di sostenere la produzione di vino artigianale e di qualità.
11° FIVI, Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
La FIVI organizza diverse iniziative, eventi e manifestazioni in Italia per favorire la conoscenza dei vini dei suoi associati, promuovendo la partecipazione a fiere, degustazioni e incontri enogastronomici. Inoltre, si impegna attivamente per tutelare l’ambiente, promuovere la sostenibilità e incoraggiare pratiche di produzione responsabili tra i suoi membri.
L’associazione FIVI svolge un ruolo significativo nel panorama vitivinicolo italiano, sostenendo la produzione di vino di qualità, valorizzando la tradizione e l’autenticità dei territori e contribuendo alla promozione dei produttori vitivinicoli indipendenti.
“Beviamoci sud“ è un evento che celebra la cultura, le tradizioni e la cucina del Sud Italia. Questi eventi possono comprendono degustazioni di prodotti tipici, e molto altro.
L’obiettivo principale di tali eventi è quello di promuovere e valorizzare le peculiarità e le ricchezze culturali del Sud Italia, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire e apprezzare le tradizioni locali, i prodotti tipici e la calda ospitalità di questa regione.
Beviamoci Sud a Roma dal 6 maggio 2023 quinta edizione, locandina da comunicato stampa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
“Beviamoci sud” è un modo per esplorare e celebrare la cultura meridionale italiana, creando un ponte tra le diverse tradizioni italiane e promuovendo la conoscenza e l’apprezzamento delle peculiarità regionali del Paese.
Beviamoci Sud 2023 tra recupero e valorizzazioni autoctoni, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
“Vignaioli Contrari”è un movimento o un gruppo di vignaioli italiani che si identificano per la loro posizione contraria alle pratiche convenzionali della viticoltura e della produzione vinicola. Questi vignaioli aderiscono a filosofie e approcci più alternativi, sperimentando tecniche di coltivazione biodinamiche, biologiche o naturali e privilegiando la produzione di vini artigianali, spesso senza l’uso di additivi chimici.
L’associazione o il movimento “Vignaioli Contrari” può anche essere un gruppo di produttori che si unisce per difendere la loro visione artigianale e indipendente della viticoltura, distinguendosi dall’approccio più industriale e convenzionale presente in certi settori della produzione vinicola.
Vignaioli Contrari, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”, locandina da comunicato stampa
Solitamente, questi produttori condividono valori comuni come la sostenibilità ambientale, il rispetto per il territorio, la biodiversità e la produzione di vini che riflettano il carattere del luogo e l’autenticità del produttore.
Tuttavia, è importante notare che potrebbe non esistere un’unica organizzazione ufficiale denominata “Vignaioli Contrari“, ma piuttosto un insieme di vignaioli o piccoli produttori che si identificano con questi principi di produzione alternativa e di valorizzazione della tradizione artigianale nella produzione del vino.
Papillae ha anche messo in evidenza progetti innovativi di consorzi e enti che mirano a promuovere la sostenibilità nel settore vinicolo. Le iniziative di certificazione ambientale e le strategie volte a ridurre l’impatto ambientale nella produzione del vino sono state al centro di articoli approfonditi, offrendo ai lettori una visione delle pratiche sostenibili adottate nell’industria vinicola.
Partesa Vini, un appuntamento imperdibile nel calendario enologico, si distingue come un’occasione straordinaria per esplorare la ricchezza dei vini italiani. Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano offre invece uno sguardo privilegiato sulle etichette di questo rinomato vino toscano, con degustazioni guidate e approfondimenti sulla sua storia millenaria.
Partesa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”, locandina da comunicato stampa
Altrettanto prestigioso è il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, che porta in primo piano il carattere unico del Morellino, un vino rosso di Maremma dal sapore avvolgente e raffinato. La Slow Wine Fair, con il suo approccio attento e sostenibile, promuove un’esperienza enogastronomica all’insegna della qualità e dell’autenticità, evidenziando produttori che abbracciano pratiche eco-friendly.
Consorzio Tutela Morellino Di Scansano, logo da comunicato stampa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”, locandina da comunicato stampa
Il Rome Wine Expo di Riservagrande, una vetrina per le eccellenze vinicole italiane e internazionali, attrae gli appassionati del settore con degustazioni esclusive e incontri con produttori di spicco.
ROME WINE EXPO 2023 di RiservaGrande, Carol Agostini, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
L’Anteprima Chianti Classico, invece, si distingue per presentare in anteprima le ultime annate di questo rinomato vino toscano, offrendo un’occasione unica di apprezzarne l’evoluzione e la complessità.
Anteprima del Chianti Classico, logo da comunicato stampa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Il Consorzio Vini di Abruzzocelebra invece la diversità dei vini abruzzesi, dal Montepulciano d’Abruzzo al Trebbiano d’Abruzzo, attraverso eventi che valorizzano le peculiarità di questa regione vitivinicola.
Logo Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, immagine da comunicato stampa, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Il Merano WineFestival rappresenta un faro nel mondo degli enoappassionati, attirando gli amanti del vino, esperti del settore e produttori nell’affascinante città di Merano, nel cuore dell’Alto Adige, nel Nord Italia. Rinomato per la sua esclusività e raffinatezza, questo festival cura una prestigiosa selezione di vini eccezionali provenienti da tutto il mondo.
Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
I partecipanti possono immergersi in un’atmosfera di eleganza e sofisticatezza, gustando una vasta gamma di vini di alta qualità, accuratamente selezionati tra le cantine e i vigneti più rinomati. Gli espositori, scelti con cura, presentano le loro migliori etichette, spaziando dalle varietà classiche a vini innovativi e di nicchia.
Oltre alle degustazioni, il Merano WineFestival offre una serie di eventi collaterali, tra cui degustazioni guidate condotte da esperti del settore, seminari, conferenze e workshop che approfondiscono vari aspetti del mondo del vino. Questi momenti permettono agli appassionati di approfondire le loro conoscenze, scoprire nuove tendenze e apprezzare la complessità e la diversità dei vini presentati.
Inoltre, è comune che il festival includa la partecipazione di produttori di prodotti gastronomici di alta qualità, offrendo un’esperienza completa che non solo celebra il vino ma mette anche in luce l’eccellenza culinaria della regione.
La suggestiva location, l’ampia selezione di vini di pregio e la possibilità di interagire direttamente con produttori ed esperti del settore fanno del Merano WineFestival un evento imperdibile per gli amanti del buon vino e della cultura enogastronomica.
Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”
Inoltre, il magazine ha esplorato progetti di ricerca e sviluppo che hanno portato a nuove tecniche di coltivazione e vinificazione, evidenziando l’importanza dell’innovazione nel mantenere l’eccellenza e la competitività del settore vitivinicolo.
Attraverso una ricca selezione di articoli, Papillae ha tracciato un percorso entusiasmante attraverso gli eventi, le manifestazioni e i progetti nel mondo del vino nel corso del 2023. Offrendo un mix di informazioni dettagliate, storie coinvolgenti e approfondimenti sulle tendenze emergenti, il magazine ha continuato a essere un’importante fonte di conoscenza e ispirazione per gli appassionati del settore vinicolo.
Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
CEMBRA CANTINA DI MONTAGNA 2023, Un progetto in crescita
Di Rosaria Benedetti
La rinnovata veste dei vini di Cembra Cantina di Montagna concretizza con un tocco di eleganza il rinnovato progetto vitienologico dell’Azienda.
Il nitido segno della montagna in etichetta non lascia dubbi sulla provenienza delle uve mentre l’essenzialità del tratto richiama l’immagine dell’estrema pulizia dei vini, della loro precisione e aderenza territoriale.
In tutti indistintamente è palese la cifra comune dell’altitudine dei vigneti in termini di aromaticità e mineralità: lontani da forzature esprimono una verticalità che conosce rari cedimenti alla morbidezza.
La Val di Cembra vista dal dosso di San Floriano, sopra Valternigo, foto da Wikipedia
La scelta di individuare la Val di Cembra come unica entità territoriale proponendo al consumatore vini esaustivi del vitigno con selezioni monovarietali sta conferendo profondità al progetto e i risultati in bottiglia sono lusinghieri. La ricerca di vinificazioni caratterizzanti strettamente legate alla tradizione locale ma con l’impronta della modernità, in particolare per il pinot nero, consente a questa Cantina Sociale i cui Soci lavorano ca 650 ha di vigneto, di ritagliarsi un preciso ruolo di salvaguardia e interpretazione del territorio.
In Degustazione i seguenti vini
Cembra Cantina di Montagna 2023, le sfumature degustative, i vini degustativi da Rosaria Benedetti
TRENTINO DOC MUELLER THURGAU 2021 – 12,50%
Decisamente sorprendente per il suo tratto aromatico molto piacevole e dai contorni ben definiti.
Il colore paglierino luminoso introduce un olfatto agrumato, completato da tocchi di salvia, dragoncello e fiori bianchi. In bocca la vena erbacea è leggermente verde; il sorso entra fresco, rimane affilato e chiude con un tocco di mandorla. Persistente e sapido induce al secondo sorso.
Vincente il raffronto con l’annata 2020 che possiede una pastosità diversa ma meno fresca e un tratto aromatico meno incisivo. Vincente anche il confronto con un Vigna delle Forche 2018, ma è ben comprensibile. Il vino qui ha perso l’aromaticità per conservare solo la traccia del riesling con un delicato accenno a sentori di idrocarburi.
Cembra Cantina di Montagna 2023, le sfumature degustative, foto da sito
TRENTINO DOC RIESLING 2021 – 12%
Un Riesling territoriale, dal piglio giovanile ma con buona struttura. Si percepiscono soprattutto appena stappato note di pietra focaia, che lasciano poi posto ai fiori di tiglio e a qualche tocco più evoluto. Leggermente morbido all’ingresso di bocca, più avvolgente che fresco, il sorso si restringe poi per arrivare in chiusura gradevolmente amarognolo. Chiude con buona sapidità. Resta nel range dei riesling trentini ma con una morbidezza in più.
CEMBRA CANTINA DI MONTAGNA 2023, Un progetto in crescita, il territorio, foto da sito
TRENTINO DOC CHARDONNAY 2020 – 13% – una parte in barrique
Chardonnay di bella struttura, giallo dorato, luminoso. All’apertura il sentore vanigliato supera il frutto che si esprime in una macedonia tropicale. Entra fresco per farsi poi avvolgente mettendo in evidenza piacevoli doti per abbinamenti gastronomici. Anche in chiusura la nota vanigliata tende ad avere il sopravvento sulla sapidità ma il vino possiede buone doti di persistenza che lasciano una scia piacevole di limone dolce.
Cembra Cantina di Montagna 2023, le sfumature degustative, foto da sito
TRENTINO DOC PINOT NERO 2020 – 13,50%
Brillante e invitante il colore rubino trasparente. Appena versato l’importante presenza alcolica tende a coprire sia il frutto che la spezia. Si fanno largo lentamente sentori erbacei accompagnati da note di piccoli frutti e sottobosco. La trama tannica è delicata e il sorso perde un poco di efficacia.
TRENTO DOC ORO ROSSO – Dos Zero Riserva 2017 – Chardonnay 100%
Nel calice si presenta subito con un perlage raffinato che forma una corona persistente. Il colore è giallo paglierino acceso e brillante. I sentori di lievito quasi fresco evolvono in pesca bianca e crosta di pane. Il sorso è rigoroso e netto di grande freschezza e acidità. Svela in centro bocca una piacevole rotondità subito ricondotta al tagliente finale, agrumato e amaricante. Metodo classico che esprime tutta la bella tipicità delle bollicine di montagna con le tipiche freschezze e verticalità.
Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
Tenuta di Arceno tra storicità, tradizione e sensorialità
Di Adriano Guerri
La Tenuta di Arceno è un gioiello incastonato nelle dolci colline del Chianti Classico, più precisamente nel comune di Castelnuovo Berardenga, il comune più vicino a Siena di tutto l’ areale del Chianti Classico. Con l’arrivo delle UGA (Unità Geografiche Aggiuntive), la sottozona a forma di farfalla è stata divisa in due unità, quella di Castelnuovo Berardenga e la parte sinistra con Vagliagli.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri all’ingresso della Tenuta
La tenuta è immersa nei 1000 ettari di proprietà, 92 ettari sono destinati alla coltivazione della vite e 50 ettari ad oliveto. Varcando l’arco dell’entrata, intuisci subito che ti trovi in un lembo di paradiso, ove vigneti si alternano a boschi secolari ed oliveti e cipressi disposti in duplice filar. Una Tenuta ben mantenuta, all’interno della quale ci sono antichi casali finemente restaurati. Oggi è di proprietà delle famiglie statunitensi Jackson e Banke , le quali sin dall’ acquisizione risalente al 1994 hanno rinnovato gli impianti in vigna. In passato è appartenuta ad importanti e storiche famiglie senesi, quali i Taja ed i Piccolomini.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, la mappa della Tenuta
Il vitigno maggiormente coltivato è il Sangiovese, ma tra i filari trovano spazio anche gli internazionali Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. I vigneti sono posti ad un’altitudine che varia dai 300 ai 560 metri s.l.m. I terreni sono rocciosi con presenza di sabbia, argilla, arenaria, basalto e scisto. Il microclima, mitigato dai fiumi Ombrone e Ambra è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte ed è ideale per l’allevamento della vite.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Vigneto di fronte alla Cantina
La parte enologica è affidata a Lawrence Cronin e Pierre Seillan, quella agronomica a Michele Pezzoli e la direzione generale alla dinamica Sandra Gonzi. Il giorno della visita ad attenderci c’erano sia Sandra sia Federica Pallari dell’Hospitality, le quali erano molto felici che il Chianti Classico Riserva 2020, si è piazzato al 24esimo posto con 94 punti nella Top 100 dell’ autorevole rivista statunitense Wine Spectator.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Chianti Classico 2021, Chianti Classico Riserva 2020, Chianti Classico Gran Selezione 2020
I vini degustati:
Chianti Classico 2021 – Sangiovese 85%, Merlot 15% – Rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di ciliegia, violacciocca, sottobosco, tabacco e spezie, al palato è fresco e al contempo avvolgente e persistente.
Chianti Classico Riserva 2020 – Sangiovese 90%, Cabernet Sauvignon 10% – Rosso rubino vivace , emergono sentori di lampone e ciliegia, rosa, menta, cioccolato bianco e note sia speziate sia erbacee, al palato è coerente, rotondo, pieno ed appagante.
Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso 2020 – Sangiovese in purezza – Rosso rubino trasparente e consistente, emana sentori di violetta, amarena, mora, scorza d’arancia, tabacco e bacche di ginepro, gusto morbido con tannini poderosi ma setosi, il finale è decisamente lungo.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Il Fauno di Arcanum Igt 2021, Valdorna Igt 2017, Arcanum Igt 2017
Il Fauno di Arcanum Igt 2021– Merlot 35%, Cabernet Franc 35%, Cabernet Sauvignon 25% e Petit Verdot 5% – Rosso rubino profondo, al naso rivela sentori di fragola, lampone, mora, pepe e nuances mentolate , al palato è ricco, fresco e vibrante con finale duraturo.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, il Fauno
Valdorna Igt 2017 – Merlot 60% Cabernet Franc 32%, Cabernet Sauvignon 4% e Petit Verdot 4% – Rosso granato profondo, al naso spiccano note di amarena matura, prugna, vaniglia, nocciole tostate e cacao, al gusto è dinamico, vellutato, sapido e di buona struttura.
Arcanum Igt 2017 – Cabernet Franc 100% – Rosso granato impenetrabile, al naso una cascata di frutta e un pot-pourri floreale anticipano note di menta, origano e spezie orientali, al gusto ti colpisce per la sua elegante e piacevole trama tannica ben amalgamata con freschezza e sapidità che ne fanno un vino espressivo, morbido, suadente, coerente e persistente.
Tenuta di Arceno 2023, viaggio nel Chianti Classico, foto di Adriano Guerri, Il viale di Cipressi ingresso Tenuta
Brunello a Palazzo, il percorso enogastronomico dedicato al Brunello di Montalcino e alla gastronomia pontina torna a Fondi (LT) venerdì 1 dicembre 2023 per la sua 7° edizione.
Redazione – Carol Agostini
L’evento che porta a Fondi (LT) il Brunello di Montalcino, uno dei più prestigiosi vini rossi italiani prodotto in Toscana da uva sangiovese, per accostarlo alle eccellenze gastronomiche del territorio pontino giunge alla sua 7a edizione.
Il percorso enogastronomico si svolgerà nelle prestigiose sale di Palazzo Caetani, nel cuore della Città di Fondi, e vedrà coinvolte più di 20 cantine produttrici di questo meraviglioso vino e 13 gastronomie pontine. Gli ospiti avranno modo di degustare i calici di Brunello in abbinamento a piatti appositamente preparati da chef e operatori della gastronomia.
In apertura di serata ci sarà una Masterclass dedicata a “Brunello…10 anni” tenuta da Davide Bonucci, presidente di EnoClub Siena.
La gastronomia a Palazzo Caetani sarà curata da Caseificio l’Angolo della Mozzarella, Chosen Restaurant, Co.Co Cookery Cocktail, Come una Volta-Salumeria Alcolica, Da Fausto Eventi, Forneria Macchiusi di Vallemarina, F.lli Tazio, Gregorio De Gregoris, Laghetto Living, LO.GO local gourmet, Norcineria Petrillo, RED’S Cibarie & Miscele, Ristorante Riso Amaro.
L’evento è organizzato da Associazione Decant Fondi in collaborazione con EnoClub Siena e vede il patrocinio dell’Ente Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi e del Comune di Fondi.
I banchi d’assaggio saranno aperti al pubblico venerdì 1 dicembre dalle ore 19.30 alle ore 24.00 e la Masterclass si svolgerà dalle 18.00 alle 19.30
I posti sono limitati ed è necessaria la prenotazione. I biglietti sono acquistabili online al link http://www.associazionedecant.it/index.php/brunello-a-palazzo/ticket-onlineoppure a Fondi (LT) presso: Futurgrafica, LO.GO local gourmet, Co.Co Cookery Cocktail, Come una Volta-Salumeria Alcolica, RED’S Cibarie & Miscele; a Formia (LT) presso: Green Cafè; a Latina presso: Globaltel
Giro d’Italia Rieti 2023 degustazioni e seminari enogastronomici IX Edizione, una delle cantine espositrici, foto di Cristina Santini edizione 2022
Giunto ormai alla IX edizione, tale emozionante celebrazione del gusto e della cultura enogastronomica sarà un’occasione d’incontro per produttori grandi e piccoli del comparto vitivinicolo nazionale e per importanti realtà agroalimentari. Il successo di questa iniziativa può essere rintracciato nei numeri dello scorso anno: 2500 visitatori, 163 le cantine provenienti da tutta Italia, 62 le aziende food partecipanti. Un richiamo per più di 65 giornalisti e food blogger accreditati e 109 operatori del settore Horeca.
L’obiettivo che la manifestazione Giro d’Italia Rieti 2023 si propone di realizzare è la promozione della cultura enogastronomica locale, l’aggregazione delle eccellenze italiane e l’incontro tra le varie professionalità legate al comparto con gli addetti ai lavori e i visitatori.
Gli ospiti potranno partecipare a una vasta gamma di attività che includono dibattiti, seminari, premiazioni e degustazioni in un’ atmosfera vivace e coinvolgente che si svolgeranno durante tutta la giornata.
Vino, birra, olio, miele, lenticchie, salumi, formaggi, confetture, pane, marroni, dolci tradizionali e caffè si alterneranno in un coinvolgente percorso sensoriale di assaggi.
Giro d’Italia Rieti 2023 degustazioni e seminari enogastronomici IX Edizione, una delle cantine espositrici, foto di Cristina Santini edizione 2022
Un particolare focus sarà dedicato alle aziende laziali in cui qualità, tradizione e innovazione si fondono. Tra i protagonisti di quest’anno ci sarà anche l’Associazione provinciale cuochi Rieti della Federazione italiana cuochi.
Giro d’Italia Rieti 2023 IX edizione tra assaggi e seminari, foto di Cristina Santini dell’edizione 2022
Giro d’Italia Rieti 2023, il programma:
ore 11,00 – Inaugurazione della manifestazione
ore 12,00 – Seminario degustazione del caffè
ore 13,00 – Seminario sulle malvasie d’Italia
ore 14,00 –Seminario sui vini Rosati d’Italia
ore 15,30 – Premiazioni Migliori produttori della Manifestazione suddivise per diverse categorie
ore 16,30 –Seminario sui vini da dessert
ore 17.30 – Momento Le vecchie annate i produttori che lo vorranno apriranno nel loro banco d’assaggio una bottiglia di una vecchia annata a piacere della loro cantina
ore 18 – Seminario sui vini spumanti di uve Rosse
Per maggiori informazioni: www.giroditaliarieti.it info@giroditaliarieti.it -tel.0746 220455
Per giornalisti: https://www.giroditaliarieti.it/press-area/