Sabato 8 luglio ha avuto luogo la seconda edizione di Calici nel Borgo. Il luogo scelto per questa kermesse è stato lo stesso della prima edizione, ossia il suggestivo Borgo di Vertine. Un Borgo abitato da poche anime, situato a poca distanza da Gaiole in Chianti in provincia di Siena.
Vi era la possibilità di degustare i vini di circa 30 aziende del comprensorio di Gaiole. In degustazione Chianti Classico: annata, riserva e gran selezione, ma anche alcuni Igt sia bianchi sia rossi, qualche rosato e alcune bollicine.
L’evento è stato promosso dall’associazione viticoltori di Gaiole in Chianti con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Un appuntamento appassionante, in un Borgo di rara bellezza. Degustare vini di elevata qualità in una location come questa è stato davvero emozionante.
Visto le temperature torride di questi giorni, l’evento ha aperto i battenti alle ore 18:30 e chiusi alle 23:00. I produttori hanno garantito temperature di servizio dei vini consone.
Alcuni assaggi
Piallungo Ciliegiolo Igt 2022 Az.La Montanina – Ottenuto interamente con l’omonimo vitigno – Rosso rubino trasparente, al naso sprigiona sentori di ciliegia, pervinca, lampone e pepe nero, al palato è fresco e lungo.
Sito di Riferimento: www.lamontaninaaziendaagricola.it
Molino delle Balze 2021 Chardonnay Igt Az. Rocca di Castagnoli – Giallo paglierino luminoso, al naso sprigiona sentori di ananas, al palato è piacevolmente fresco e decisamente persistente.
Sito di riferimento: https://www.roccadicastagnoli.com/
Chianti Classico Vaggiolata 2020 Az. Monterotondo – Rosso rubino trasparente, rivela sentori di mora, prugna, rosa, rabarbaro e bacche di ginepro, al palato è avvolgente, pieno ed appagante.
Sito di riferimento: https://www.aziendamonterotondo.it/
Solare Toscana Igt 2018 Az.Capannelle – Ottenuto con 80% Sangiovese e 20% Malvasia Nera – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, emana note di marasca, lampone, tabacco e polvere di cacao, al palato è piacevolmente tannico, fine ed equilibrato.
Sito di riferimento: https://web.capannelle.it/
Sangioveto Igt 2018 Az. Badia a Coltibuono – Rosso rubino con sfumature granata, al naso rimanda note di frutta rossa matura, prugna, spezie e accenni balsamici, al palato è avvolgente, leggiadro e incredibilmente persistente.
Sito di riferimento: https://www.coltibuono.com/
Chianti Classico Riserva 2019 Az. Castello di Cacchiano – Rosso rubino trasparente, dipana sentori di vaniglia, frutti di bosco, susina, ciliegia e tabacco, al palato è pieno ed avvolgente, armonioso e fine.
Sito di riferimento: http://www.castellodicacchiano.it/
Chianti Classico Gran Selezione 2016 Az. Casanova di Bricciano – Rosso granato trasparente, sprigionante sentori di zenzero, frutti di bosco, anice, susina, e tabacco, al palato è succoso e setoso, generoso ed elegante.
Sito di riferimento: https://www.casanovadibricciano.it/
Primero Toscana Igt 2015 Az Rietine – Ottenuto con uve di Merlot ed un piccolo saldo di Ancellotta – Rosso rubino intenso, emergono sentori di erbe di campo, mirtillo, mora e note boisé, al palato è fresco e sapido con chiusura lunga e coerente.
Sito di riferimento: https://www.rietine.com/
BEVIAMOCI SUD 2023 Consorzi: il recupero e la valorizzazione dei vitigni autoctoni
Di Cristina Santini
Il Grand Hotel Palatino di Roma ha ospitato con grande successo a maggio la quinta edizione di Beviamoci Sud 2023, organizzata da Marco Cum di Riserva Grande, in collaborazione con Andrea Petrini di Percorsi di Vino e con il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, dedicata da sempre alla promozione delle aziende vitivinicole del Meridione e con la partecipazione di una piccola delegazione di vignaioli del territorio laziale.
Manifestazione quest’anno non solo rivolta al consueto pubblico di appassionati, ma volta a consolidare ed incrementare la presenza dei professionisti della stampa, dell’Horeca e dei mediatori commerciali di settore.
Il grande vantaggio per noi in quel periodo è stata la novità rispetto all’edizione precedente della giornata di lunedì 8 maggio dedicata esclusivamente alla stampa e agli operatori di settore permettendoci di approfondire meglio le referenze esposte ai Consorzi e di partecipare a due fasi importanti dell’evento: la prima riservata alla consegna del premio per “Eccellenze di Beviamoci Sud 2023” per le etichette di maggior pregio selezionate da una giuria tecnica di livello; la seconda riservata all’assegnazione del riconoscimento “Ambasciatori di Beviamoci Sud 2023” agli esercizi che maggiormente valorizzano il tessuto vitivinicolo del Sud Italia.
Sono stati premiati ben 50 esercizi provenienti dalle più importanti regioni del Meridione e del Lazio (Elenchi completi delle Eccellenze e degli Ambasciatori designati per l’edizione 2023 ai link:
Ma torniamo a parlare di alcuni degli assaggi della giornata che ci ha visto impegnati con i Consorzi e con gli amici Produttori del Lazio presenti, Vigna – Vignaioli Gajardi nel Lazio, un progetto di unione pensato e ideato lo scorso anno che coinvolge un gruppo di sei giovani vignaioli, alcuni forieri di un passato vitivinicolo già esistente, altri con nuove idee nate da pochi anni, sicuramente uniti per far emergere un territorio che ha tanto da dire a livello enologico.
Un’unica grande forza per garantire qualità e unicità di vini prodotti attraverso vitigni, interpretazioni, terroir differenti. Parliamo di Cantina Raparelli e Vin Viandante di Lanuvio, Cantine il Moro di San Vito Romano, Gianmarco Iachetti di Cisterna di Latina, Tenuta Iacoangeli di Genzano di Roma e il Quadrifoglio di Doganella di Ninfa (LT).
Vitica – Il Consorzio di Tutela dei vini di Caserta,nato nel 2004, è stato il primo consorzio ad essere riconosciuto in Campania e le denominazioni che ne fanno parte sono Falerno del Massico, Aversa e Galluccio Doc, Roccamonfina e Terre del Volturno Igt.
Al banco d’assaggio ci ha accolto Maria Ida Avallone, una grande Donna del Vino alla guida della cantina Villa Matilde Avallone che ci ha raccontato l’Azienda e il suo vino, il Falerno del Massico Dop Collecastrese 2021, una Falanghina dalla spiccata personalità e finezza, proveniente da un terreno ai piedi dell’antico vulcano di Roccamonfina, ricco di cenere e pomice scura, che fermenta e sosta sui lieviti sia in anfora sia in acciaio.
Il percorso prosegue su un altro vitigno autoctono molto raro, la coda di pecora “Sheep Terre del Volturno Igt” (non coda di volpe e in fase di riconoscimento ufficiale dal Ministero), che soloIl Verrocoltiva, recuperato dalla sua certa estinzione, dalle origini antichissime risalenti alla Magna Grecia. Vinificato in purezza è un trionfo di profumi di primavera e una gioia per il palato.
Per non parlare dell’Asprinio di Aversa de I Borboni, nome dato al popolo meridionale che visse l’epoca d’oro del sud Italia, sia spumantizzato sia fermo che non delude mai. Viti di età compresa tra i 50 e i 350 anni, maritate agli olmi o ai pioppi che superano i 20 metri di altezza (si dice che i Borboni usassero queste barriere di viti per difendersi dai nemici) coltivate su un terreno di genesi vulcanica e salvate dall’estinzione grazie alla Famiglia Numeroso con il riconoscimento prima della Igt e poi nel 1993 della Doc Asprinio di Aversa.
Non per ultimo il Falerno del Massico Dop Mille880 bio 2021, un vino sapido che si lascia bere con eleganza, proveniente dalle aree vitate dell’Ager Falernus dell’Azienda Bianchini Rossetti, che in epoca romana veniva trasportato in anfore di terracotta sigillate e certificate per riconoscere la provenienza autentica e inviate via mare in tutte le località del mondo conosciuto fino a quale momento.
Vesuvio – Consorzio di Tutela Vini Vesuvio Dop e Pompeiano Igp
Territorio dalle antiche tradizioni vitivinicole attraversato da storie millenarie di popoli colonizzatori e miti leggendari tant’è che si narra che un pezzo di Paradiso precipitò nel Golfo di Napoli quando Lucifero fu cacciato. Cristo, addolorato per la perdita di colui che era stato l’angelo più buono, pianse. Là dove caddero le sue lacrime, nacquero delle viti il cui vino si chiamò appunto Lacryma Christi.
La degustazione parte proprio dal Lacryma Christi bianco superiore Doc 2021 (100% Caprettone) della Cantina del Vesuvio Russo Family dal 1930, un vino morbido, piacevole, dalla potente sapidità le cui uve sono allevate in biologico sulle falde del vulcano su un suolo lavico, scuro e poroso. In passato ha rischiato l’estinzione ed è stato confuso spesso con la Coda di Volpe, ma dopo il censimento del dopoguerra e con le nuove generazioni è stata data molta più attenzione ai vitigni autoctoni. Successivamente con gli studi effettuati dall’Università Federico II di Napoli in raccordo con la Regione Campania si è dimostrata la differente genetica delle due varietà.
Come anche il secondo calice di Caprettone Doc 2021 Aryete di Casa Setaro che fermenta e affina in anfora e tonneaux di rovere offrendo un’esplosione di note di ginestra e cedro legate a nuance balsamiche accompagnate da una perfetta vena acida che regala un sorso ampio e lungo.
Senza tralasciare il Lacryma Christi bianco superiore Doc 2021 di Cantine Villa Regina, un vino armonico dai profumi delicati di mimosa e pesca e dalla beva fresca e piena di vitalità e il Pompeiano bianco Igt 2022 di Bosco de’ Medici POMPEII da Caprettone macerato e fermentano in anfora che sprigiona al naso sentori di frutta a polpa bianca e flora vesuviana che si accompagnano a note iodate. Ottimo equilibrio tra acidità e sapidità.
Per concludere con il Lacrima Nero Doc 2021 di Cantine Olivella prodotto da uve Piedirosso, Aglianico ed Olivella, ricco di frutta rossa come ciliegia e frutti di bosco, dal sorso ampio di spiccata freschezza e mineralità, ricco di energia e dai tannini sottili.
Consorzio di Tutela Vini ETNA DOC
Nel 2022 si è concluso il lungo e minuzioso lavoro – che andrà a modificare poi il Disciplinare – di identificazione dei confini e della posizione esatta delle 133 Contrade, legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive (UGA), presenti all’interno del territorio di produzione dell’Etna DOC, riportandole all’interno di una vera e propria mappa predisposta dal Consorzio.
L’identificazione delle contrade sino ad oggi si basava sull’interpretazione di vecchie carte catastali, mai aggiornate e limiti territoriali che oggi non esistono più, anche a causa della continua attività eruttiva dell’Etna.
Questo rappresenta il primo tassello di un progetto di studio ancor più articolato del territorio etneo con tante differenze che si esprimono non solo all’interno dei diversi versanti del vulcano ma anche nelle tante Contrade a partire dalle diverse stratificazioni delle colate laviche e dall’esposizione dei vigneti. Tutti fattori che rendono ogni Contrada peculiare all’interno dell’areale etneo in grado di donare sfumature differenti ai vini.
Un ulteriore passaggio sarà il futuro lavoro di zonazione che il Consorzio sta predisponendo insieme all’Università di Catania e all’Università degli Studi di Milano-Bicocca che permetterà di interpretare tutte le variabili presenti all’interno delle Contrade in modo dettagliato, sulla base delle differenze che ci sono tra suoli, altitudini, microclimi.
La prima ad accoglierci al banco consortile è Michela Luca dell’Azienda Agricola Fischetti di Castiglione di Sicilia CT che ci fa emozionare con una verticale di “Muscamento” Etna Rosso Doc 2015-2014-2012 , blend di uve a piede franco di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio prodotte da alberelli centenari a 650 mt. slm. e affinato in botti grandi di rovere.
La 2015 di grande eleganza, figlia di un’identità vulcanica importante, sposa la frutta rossa, i fiori secchi avvolti da note balsamiche fresche per un palato memorabile. La 2014 si apre su toni più profondi, speziati, di frutta rossa matura con una struttura imponente, tannini scalpitanti e una beva lunga e vigorosa. Infine la 2012, dalla profonda seduzione, è il ricordo di tante cose, coinvolge come le parole del film Troy “E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora, questo momento non tornerà…”
Cantine di Nessuno
Viti centenarie tra conetti vulcanici spenti che contemplano un grande sforzo, quello eroico, del versante etneo sud est dove si trova la Contrada Monte Ilice con pendenze che superano il 60%, senza muretti, ad un’altitudine che varia dai 700 ai 900 mt slm. Una produzione “fuori dall’ordinario”, limitata, preziosa, autentica che regala percezioni sensoriali straordinarie.
Assaggiamo due rossi sorprendenti come il “Milice Doc 2017 Etna Rosso”, il Cru le cui uve di Nerello Mascalese provengono dal Monte Ilice, affinato in tonneau di rovere.
La sensazione ammaliante di fragoline, ribes, prugna matura accompagna il delicato manto di foglie fresche unite a percezioni balsamiche d’eucalipto, cuoio, tabacco e vaniglia. Un palato dinamico, dai tannini nobili, avvolto da una ricca mineralità vulcanica.
Il “Nuddu Doc 2017 Etna Rosso” da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, affinato in botti in castagno, mostra la sua eleganza in tutte le fibre, piacevole per i suoi aromi di frutta rossa, spezie e goudron, dal sorso pieno e possente dal tannino dolce e vellutato. Invita alla seconda beva.
Consorzio di Tutela Tintilia del Molise
Di recente costituzione è il risultato di una sinergia volta alla promozione di uno dei simboli identitari della viticoltura molisana, la Tintilia, vitigno presente in questi luoghi già dal 1700, parente di nessuno, ma che dopo il 1960, ha avuto un drastico arresto in ragione di una politica di espansione della produzione vitivinicola locale che ne ha finanziato l’espianto perchè geneticamente poco produttivo, a favore di varietà internazionali più produttive. Grazie poi ad agronomi, produttori e al Dipartimento di Scienze Forestali dell’UNIMOL, gli è stata riconosciuta la sua originaria dignità di grande autoctono salvandolo dall’estinzione.
Ecco alcune delle cantine presenti che abbiamo degustato:
Tenimenti Grieco “200 metri Doc 2021” un vino affinato in acciaio dall’identità salmastra coltivato sull’alta collina baciata dal sole che guarda il mare, ricco di profumi fragranti di ciliegia, prugna ed erbe aromatiche e dal sorso morbido e fresco con un gradevole ritorno di speziatura.
La Cantina di Remo “Uvanera Doc 2020”
Nell’entroterra, a Ferrazzano, c’è un borgo in pietra bianca arroccato che sovrasta Campobasso e da questa collina a 600 mt di altitudine si coltiva la Tintilia Uvanera, lavorata con lunghi affinamenti tra acciaio e bottiglia. La forza di un vino ammaliato dalla frutta rossa e dalla liquirizia, dalla beva vibrante, dinamica che lascia spazio ad un tannino leggero e setoso.
Cantine Salvatore “Rutilia Doc 2018
Sulle rigogliose colline del Basso Molise, a Ururi, nasce il Rutiliasu un terreno ricco di scheletro e un clima tipicamente mediterraneto. Il calice offre una fragranza complessa e avvolgente di frutti rossi come la ciliegia e la marasca ma anche quella leggera nota speziata di noce moscata e pepe nero, che poi ritroviamo ampiamente al palato. Ricco e coinvolgente.
Per chiudere l’intensa giornata abbiamo conosciuto il Gran Fornaio 2020 di Genzano di Roma, grande punto di riferimento per la panificazione di tutto il Lazio.
Il pane, come ogni altro alimento, è estremamente leggero grazie alle farine di ottima qualità. Lui è Marco Bocchini, fornaio di quarta generazione, sempre alla costante ricerca della giusta lavorazione per la qualità e la salute.
La scelta del grano è alla base del suo lavoro ed è tutto un equilibrio tra spezie e farine quasi tutte macinate a pietra. Presso il suo forno si possono trovare una molteplicità di materie prime d’eccellenza: dal pane di Genzano Igp a quello integrale, semintengrale, pane nero, pani speziati come alla curcuma e pepe nero, pani proteici per diete vegane e vegetariane, pizze, dolci e biscotti di tutti i tipi.
Il profumo del pane appena sfornato non si scorda mai ed è parte integrante della tavolozza dei profumi della nostra vita.
Un viaggio sensoriale in uno dei borghi più belli d’Italia
Di Adriano Guerri
Nei giorni 26, 27 e 28 maggio 2023, nel suggestivo borgo di Castellina in Chianti si è svolta la 25°edizione di Pentecoste. Tre giorni dedicati a degustazioni di Chianti Classico dell’areale di Castellina in Chianti.
Dietro ai banchi d’assaggio v’erano produttori, lieti di presentarci le loro etichette e far conoscere le loro aziende. In degustazione varie tipologie di vino, quali bianco, rosato, Chianti Classico, sia annata, che riserva e gran selezione, non sono mancati alcuni Supertuscan.
L’evento si è svolto lungo il camminamento medievale sotto le Volte del Borgo. I banchi d’assaggio allestiti in questa via hanno garantito temperature di servizio dei vini ideali e un riparo in caso di pioggia, fenomeno che da qualche settimana ogni pomeriggio puntualmente si verifica.
Questa edizione è stata arricchita dalla partecipazione di alcune etichette di produttori di altre UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) del Chianti Classico, con vari banchi d’assaggio.
L’evento ha visto la partecipazione di molti enoappassionati ed enoturisti che in questo periodo popolano il Chianti, ma anche di molti esperti di vino.
Il primo giorno è stato aperto con una cena di gala e in abbinamento le varie tipologie di Chianti Classico con svariate annate. Ha avuto luogo una masterclass organizzata e guidata dal noto giornalista e scrittore Armando Castagno. Mio malgrado, non ho partecipato a nessuna delle due interessanti iniziative, ho comunque partecipato la domenica e mi sono cimentato in un percorso sensoriale presentandomi al banco d’assaggio di vari produttori, anche se non di tutti.
Castellina in Chianti è uno dei comuni più antichi ove viene prodotto questo singolare vino, già nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici in un bando fissava i confini della zona di produzione del Chianti e Castellina rientrava in questa sorta di Doc ante litteram. Gli alti due comuni erano Gaiole e Radda, mentre invece le altre zone erano Carmignano, Pomino e Val d’Arno di Sopra. Nel 2003 è nata l’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti per dare impulso a questo straordinario territorio. Oggi vanta 39 soci.
Alcuni assaggi :
Chianti Classico 2020 Pomona – Sangiovese in purezza – Rosso rubino intenso e trasparente, al naso sprigiona sentori di marasca, iris, rosa, mora e lampone uniti a note di liquirizia e spezie, al palato ti colpisce per la sua elegante e piacevole beva, coerente e persistente.
Chianti Classico 2021 Castellare di Castellina – Sangiovese 95% e Canaiolo 5% – Rosso rubino vivace , al naso emana sentori di violetta, ciliegia, rabarbaro, liquirizia e vaniglia, al palato è pieno ed appagante, un vino ben fatto.
Chianti Classico Riserva 2019 Castello La Leccia– Sangiovese e un piccolo saldo di Malvasia Nera – Rosso rubino intenso, al naso rimanda sentori di prugna, violaciocca, mirtillo, spezie e sottili note balsamiche, al palato è vibrante, avvolgente, leggiadro e durevole.
Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Capannino 2019 Bibbiano– Ottenuto con un particolare clone di Sangiovese – Rosso rubino con riflessi che virano sul granato, al naso libera una cascata di piacevoli sensazioni, prugna, sottobosco, liquirizia, cacao, cannella con nuances balsamiche, al palato ti colpisce per i suoi tannini poderosi ma setosi, pieno ed appagante, sapido e dotato di una buona avvolgenza e lunga persistenza aromatica.
Concerto Toscana Igt 2020 Castello di Fonterutoli– Sangiovese 80% e Cabernet Sauvignon 20% – Rosso rubino intenso e consistente , al naso rivela raffinati sentori di sottobosco , mora, mirtillo, prugna, arricchito da note di spezie dolci, al palato è ricco e succoso, dotato di una setosa trama tannica e sorretto da una buona spalla fresca con un finale sorprendentemente lungo.
Lo scorso weekend, il 20 e 21 maggio 2023 nel ridente Borgo medievale di Radda in Chianti è andata in scena la 26esima edizione di Radda nel bicchiere.
Di Adriano Guerri
Evento organizzato dalla Proloco di Radda in Chianti con il patrocinio del Consorzio del Chianti Classico. Durante i 2 giorni vi era la possibilità di degustare i migliori vini di 32 aziende del Comune chiantigiano. Il Borgo ha messo a disposizione dei suoi visitatori ed enoturisti, banchi d’ assaggio, lungo il viale Matteotti, attorno alle mura, dal quale l’occhio beneficia di un panorama unico, digradante verso le dolci colline del Chianti, il cui baricentro è il Castello di Volpaia.
In degustazione oltre 100 etichette, con varie tipologie di Chianti Classico, quali, annata, riserva, gran selezione, vini bianchi, rosa, supertuscan e qualche vin santo.
L’atmosfera è ammaliante, oltre a trovare vini in degustazione e parlare con i produttori, si incontrano anche molti turisti di ogni parte del mondo, i quali in questo periodo animano il Chianti soggiornando in molte strutture d’accoglienza in zone limitrofe.
All’ingresso del Borgo si ritira il calice per cimentarsi in un percorso sensoriale, semplicemente presentandosi ai banchi d’assaggio. In questo evento si possono acquistare i vini direttamente dai produttori. Il sabato e la domenica mattina hanno avuto luogo due seminari che ahimè mi sono perso.
In questa edizione il tempo meteorologico non è stato troppo clemente, tuttavia, mi ha consentito di avvicinarmi al banco d’assaggio di svariati produttori.
Radda in Chianti si trova in provincia di Siena e ai confini con quella di Firenze, posta a 535 metri s.l.m, il dislivello altimetrico comunale va da un minimo di 280 metri s.l.m. ad un massimo di 854 metri s.l.m. Si può produrre Chianti Classico in tutto il territorio. Il Borgo è immerso tra splendidi vigneti, oliveti, secolari boschi e da pievi, ville, poderi e castelli. Il Sangiovese, vitigno principe, mediamente va in maturazione più tardi rispetto ad altre zone dell’ intero areale, anche i vini ivi prodotti vanno attesi per qualche mese in più e ne vale davvero la pena.
Le tipologie di Chianti Classico:
Chianti Classico Gran Selezione, vino prodotto da vigna singola o da selezione delle migliori uve esclusivamente di proprietà aziendale, l’invecchiamento minimo è di 30 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia.
Chianti Classico Riserva, l’invecchiamento minimo è di 24 mesi, di cui 3 di affinamento in bottiglia
Chianti Classico Annata, l’invecchiamento minimo: 12 mesi
Alcuni assaggi da me effettuati
Chianti Classico 2019 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, colore rosso rubino intenso, al naso sprigiona sentori di violetta, marasca, bacche di ginepro ben uniti a note di sottobosco, al palato è fresco e leggiadro, dotato di una straordinaria piacevolezza di beva.
Chianti Classico Caparsino Riserva 2018 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, rosso rubino con sfumature granata, al naso rivela note di violacciocca, ribes, mirtillo rosso e amarena che ben si integrano con spezie, al palato è dinamico e piacevolmente tannico, avvolgente e persistente.
Chianti Classico Caparsino Riserva 2017 Az. Caparsa– Sangiovese in purezza, colore rosso granato intenso, al naso svela note di frutta rossa matura, prugna, rosa appassita e nuances tostate, al palato è piacevolmente morbido, pieno e appagante, contraddistinto da una interminabile persistenza aromatica. Sito di riferimento: https://caparsa.it
Chianti Classico Marangole Gran Selezione 2015 Castello d’Albola – Sangiovese 100%, rosso rubino vivace e trasparente, con sfumature granata, sprigionante sentori di viola appassita, ciliegia e mora mature, sottobosco ed erbe aromatiche, al palato è vellutato e sapido con chiusura lunga, un vino decisamente armonico.
Chianti Classico Riserva 2020 Castello di Volpaia– Sangiovese 100% , rosso rubino profondo, al naso libera sentori di frutti di bosco, petali di rosa, liquirizia e spezie dolci, al palato è succoso, rotondo e coerente, rimane in bocca a lungo.
Merlot 550 2019 Az. Istine – Ottenuto con l’omonimo vitigno in purezza, di un bellissimo colore rosso rubino intenso, al naso dipana note di mirtillo, mora, ribes nero, erbe aromatiche e effluvi balsamici, al palato è vibrante, fresco e di buona corrispondenza gusto-olfattiva.
Chianti Classico Riserva 2017 Podere Capaccia– Sangiovese in purezza, rubino vivace, al naso emana sentori di amarena, tè nero, vaniglia e tabacco al palato è avvolgente, aggraziato e fine. Lungo e duraturo.
Chianti Classico Riserva 2020 Podere Terreno – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso, al naso si percepiscono sentori di susina, ciliegia, lampone e tabacco, arrivano poi note di pepe, cannella e un sottofondo balsamico, al palato è deciso, preciso e piacevolmente tannico. Finale lunghissimo.
Chianti Classico 2020 Tenuta Carleone– Sangiovese in purezza, rubino vivace, emana sentori di visciola, cassis, lampone e arancia sanguinella accompagnate da note di cumino e ginepro, al palato è dinamico e generoso con fitta trama tannica al contempo setosa. Un gran bel sorso.
Chianti Classico Riserva Bugialla 2020 Az. Poggerino – Sangiovese 100%, rosso rubino intenso, all’olfatto emana sentori di ciliegia, frutti di bosco, tabacco, cuoio e grafite che seguono una scia speziata, al palato è ben strutturato e il sorso risulta piacevole e assolutamente lungo.
KNIGHT FRANK SPONSOR DELLA MANIFESTAZIONE “RADDA NEL BICCHIERE”
Sabato 20 e domenica 21 maggio 2023 Radda in Chianti
Redazione – Carol Agostini
Knight Frank– una delle più importanti agenzie immobiliari internazionaliindipendenti per il mercato di lusso – sarà sponsor di “Radda nel bicchiere”, la manifestazione enoica che sabato 20 e domenica 21 maggio animerà le vie del borgo chiantigiano di Radda in Chianti.
Numerose le iniziative – come seminari, degustazioni guidate e concorsi – oltre ai banchi d’assaggio dei numerosi produttori locali, presenti nel calendario della 26° edizione di questo evento dedicato al Chianti Classico, uno dei più prestigiosi vini che da sempre rendono famosa l’Italia in tutto il mondo.Un appuntamento che si rinnova e che attrae ogni anno sempre più visitatori, winelovers e non solo, che racconta le bellezze culturali ed enoturistiche del territorio favorendo il turismo internazionale e promuovendo il Bel Paese come metà non solo per le vacanze ma anche per trascorrervi lunghi periodi di soggiorno.
Knight Frank, che ad oggi conta 10 uffici sul territorio italiano tra cui proprio Radda in Chianti, è il punto di riferimento in tutto il mondo per chi cerca soluzioni immobiliari – residenziali e tenute vinicole – di lusso, uniche ed esclusive ed è da sempre molto legata al territorio facendosi porta bandiera all’estero delle bellezze del nostro paese.
Knight Frank
Fondata nel Regno Unito nel 1896, Knight Frank è una delle più importanti agenzie immobiliari indipendenti a livello globale, con sede centrale a Londra e una rete di 487 uffici in 53 paesi dove lavorano oltre 20.000 persone.
Il gruppo è presente in Italia dal 1994, con l’apertura dell’ufficio a Radda in Chianti di proprietà di Bill Thomson, attuale chairman del network italiano. Ad oggi l’agenzia conta 10 uffici in territori chiave per il mercato immobiliare di lusso: Como, Firenze, Genova, Lucca, Milano, Porto Cervo, Portofino, Radda in Chianti, Venezia. Deontologia, professionalità, stile e fiducia sono i segni distintivi che contraddistinguono le agenzie Knight Frank attive sul territorio italiano.
Birrificio del Ducato invita a Ducato³ al Cubo! La festa per tutti gli amanti della birra
Redazione – Carol Agostini
Il birrificio parmense invita tutti il 27 maggio a Ducato³ al Cubo, una giornata aperta al pubblico per celebrare la produzione brassicola dei marchi Birrificio del Ducato, Chouffe, Duvel e Maredsous con cibo, musica, assaggi e degustazioni. Appuntamento presso Cubo, ‘variegato contenitore culturale’ della città emiliana.
Il 27 maggio è la data che tutti gli intenditori, appassionati e amanti della birra devono segnare in agenda. Infatti andrà in scena Ducato³ al Cubo, la festa di Birrificio del Ducato, organizzata presso Cubo, la struttura multifunzionale in Via La Spezia 90 a Parma.
Un’occasione da non perdere, un appuntamento aperto a tutti coloro che hanno il piacere e la voglia di scoprire le eccellenze brassicole dell’azienda parmense, il Birrificio italiano più premiato al mondo, e di alcuni marchi del Gruppo Duvel Moortgat di cui fa parte e di cui si occupa della distribuzione e promozione per il mercato italiano dal 2022, come Chouffe, Duvel e Maredsous.
Una giornata intensa di attività e proposte che aprirà i battenti alle ore 12:00 presso il Cubo di Parma con 12 birre alla spina (in aggiunta anche qualche specialità in bottiglia) ‘firmate’ Ducato, Duvel, Chouffe e Maredsous, tutte accompagnate da street food a cura de I Due Gatti, pizzeria nata nella Food Valley – oggi con diversi punti vendita – conosciuta a livello internazionale.
Programma della giornata
Alle ore 14:30 ci sarà la presentazione del Gruppo Duvel Moortgat a cura di Eline Warrinnier, General Manager. Dalle 15:00 circa fino alle 18:00 circa ci saranno workshop e i Laboratori del Gusto, percorsi tecnico-degustativi sugli stili birrari a partire da due degli ingredienti principali, ossia malto e lievito: “Il malto nel bicchiere, degustazione di birre selezionate” (ore 15:00) e “Alla scoperta del lievito belga, un viaggio tra sapori e tradizioni” (ore 16:30).
I Laboratori saranno tenuti dai birrai di Birrificio del Ducato e sarà possibile partecipare solo su prenotazione fino a esaurimento posti (costo 10 euro a corso); tutti coloro che vorranno scoprire e vivere da vicino i ‘segreti’ che ruotano attorno alla birra potranno prenotare sul sito del birrificio.
Tutta da vedere la mostra “Arte in bottiglia”, un’esposizione delle opere d’arte dell’illustratrice Daniela Panfilo attiva per le etichette del Birrificio del Ducato. Dalle 18:30 in poi aperitivo con il concerto dei Rumba Pesa. La festa Ducato al Cubo³ proseguirà con ManaDj set dalle ore 21:30 sino alle 24:00.
L’ingresso alla giornata è gratuito; a pagamento i workshop con la degustazione di 3 birre per ogni laboratorio, con un massimo di 30 partecipanti e della durata di circa 2 ore: costo 10 euro per ogni laboratorio, comprensivo di assaggi.
Birrificio del Ducato
Nel 2007 a Roncole Verdi di Busseto (Pr), il paese natale di Giuseppe Verdi, si aprono le porte del Birrificio del Ducato. Un’importante realtà che ha saputo valorizzare al meglio la lunga tradizione territoriale della provincia di Parma, tanto da classificarsi, nel giro di pochi anni, come il Birrificio italiano più premiato al mondo con oltre 100 riconoscimenti.
Notevoli risultati ottenuti grazie a una ricerca scrupolosa di materie prime, ‘ingredienti’ che si intrecciano a una lavorazione rispettosa che porta alla produzione di birre invitanti, equilibrate e piacevoli da bere, frutto anche di metodi all’avanguardia e di un sistema automatizzato. In più, Birrificio del Ducato si avvale di un laboratorio interno che esegue analisi microbiologiche, chimiche e sensoriali, oltre alla decisione di non filtrare o pastorizzare le birre per preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime.
Premi e riconoscimenti – come la doppia vincita a Birrificio dell’Anno nel 2010 e nel 2011 – hanno incrementato la fama del Birrificio che, da sempre, ha l’obiettivo dell’alta qualità. Forte del suo valore e dopo l’apertura della nuova sede a Soragna, nel 2016 la famiglia belga Moortgat acquisisce il 35% delle quote, nel 2018 il 70% e, nel 2020, il 100%. Oggi, Birrificio del Ducato si collocata tra le realtà brassicole le cui birre risultano essere le più richieste dal mercato italiano, dal mercato internazionale e dai beerlovers.
Duvel Moortgat
Quella della famiglia Moortgat è una lunga storia, iniziata nel 1871 per mano di Jan-Leonard Moortgat e della moglie, quando crearono il loro birrificio a Puurs-Sint-Amands, in Belgio. L’attività, successivamente, passò ai figli Albert e Victor che contribuirono in maniera consistente a produrre la birra oltre a darle il nome.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, proprio Albert Moortgat produsse una birra seguendo l’amato ‘stile inglese’, chiamandola, per celebrare la fine del conflitto bellico, Victory Ale. Si narra che assaggiando la birra, un amico di famiglia, abbia commentato: “Questa è un vero Diavolo (Duvel)”. Un’affermazione forte ma avvincente, tanto da utilizzare dal 1923 il nome Duvel sulle etichette.
Oggi, con la quarta generazione della famiglia Moortgat al comando, le birre Duvel Moortgat sono riconosciute a livello internazionale come standard per le birre speciali rifermentate in bottiglia e sono sinonimo di qualità ed eccellenza, frutto di attente selezioni delle materie prime pure e dell’utilizzo dello stesso ceppo di lievito dal 1918.
Brasserie D’Achouffe
Nella suggestiva Valle delle Fate, in Belgio, verso la fine del 1970, i cognati Pierre Gobron e Chris Bauweraerts decisero di concretizzare la loro passione: produrre birra! Così, dopo una piccola lavorazione avviata nel garage della suocera di Chris, nell’arco di pochi anni, il Birrificio D’Achouffe, ampliò i suoi spazi e, nel 1986, i due soci acquistarono la fattoria dove, da qualche tempo, producevano l’amata birra. I consensi da parte dei consumatori crebbero a dismisura e in parallelo agli ettolitri di birra che, nel 1992, arrivarono a 5.000!
All’epoca la produzione comprendeva solo bottiglie da 75cl e fusti da 20 l; finalmente, nel 2009 apparvero anche le bottiglie da 33cl. Ma… qual è il significato del nome Chouffe e degli gnomi che compaiono sulle etichette? Il termine ‘Chouffe’, come hanno sempre raccontato i due fondatori, non ha nessun senso. È un termine un po’ storpiato e pronunciato per caso da un amico Chris mentre ingoiava un boccone di cibo!
L’idea degli gnomi, invece, nasce dal voler legare la produzione della birra non esclusivamente alle abbazie ma a un qualcosa di magico, una ricetta trovata in un libro di incantesimi o il frutto di divertenti avventure. Così Chris, dopo aver visto un acquarello nel quale era raffigurato uno gnomo che osservava una fattoria, nascosto tra ciuffi d’erba d’alta, pensò che il simpatico personaggio, assieme ad altri amici, potesse essere il testimonial adatto per le birre.
Maredsous Abbaye Abdij
Fondata nel 1872 nella Valle della Molignée (Belgio) dai monaci benedettini, l’Abbazia Maredsous, oltre a essere un rilevante centro storico-artistico, è un importante punto di riferimento per la gastronomia del territorio e per la tradizione brassicola. Infatti, questa dimora benedettina porta il nome della rinomata linea di birre Maredsous Abbey Ales.
Una tradizione che ben si coniuga alle moderne tecnologie di lavorazione, un connubio perfetto che dà vita a birre dai sapori fruttati e caramellati, con gradazione alcolica che oscilla dai 6% ai 10% in base alla tipologia.
Il Consorzio del vino Vernaccia presenta la Regina Bianca
Il 3-4 giugno 2023 a San Gimignano ci sarà il primo festival dedicato alla Regina Bianca nel suo territorio.
Redazione – Carol Agostini
Il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano organizza sabato 3 e domenica 4 giugno il festival Regina Ribelle – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest.
Si tratta della prima edizione di un evento pensato e realizzato sul territorio e interamente dedicato allo storico grande vino bianco di Toscana. Un evento di riferimento sul territorio voluto dal Consorzio e dai produttori – i Paladini della Regina Bianca – per consentire a pubblico, wine lover, appassionati e operatori di settore di assaggiare, all’inizio della stagione estiva, la Vernaccia di San Gimignano nei luoghi in cui la sua storia secolare è iniziata e continua.
Il programma prevede due giorni di percorsi di degustazione itineranti per il centro storico della città, l’incontro con i produttori della Vernaccia di San Gimignano, e wine tasting guidati alla Rocca di Montestaffoli, sede della Vernaccia di San Gimignano Wine Experience.
Il Festival sarà aperto nel pomeriggio di sabato 3 dal convegno “Amor che de la vite cola”, in cui verranno affrontati i temi della sostenibilità, salute, territorio e cultura. La serata culminerà nella Cena di Gala nel suggestivo Chiostro di Sant’Agostino, con un menu dedicato alla Vernaccia di San Gimignano a cura dello chef stellato Vito Mollica, di Chic Nonna, Firenze.
Non mancherà l’appuntamento per i più giovani con l’aperitivo serale e il DJ set alla Rocca di Montestaffoli e l’animazione nelle piazze e nelle vie del centro storico.
Durante l’evento i ristoratori della città proporranno inoltre il “Menu della Vernaccia di San Gimignano” con un abbinamento appositamente studiato fra cibo e vino, mentre le enoteche resteranno aperte per gli acquisti.
Nei giorni 13 e 14 maggio 2023 ha avuto luogo la 7° edizione di Vignaioli Contrari.
Di Adriano Guerri
L’ appassionante evento si è svolto all’interno degli ampi spazi della medievale Rocca Rangoni a Spilamberto in provincia di Modena.
Facilmente raggiungibile in auto, localizzata a poca distanza dell’uscita dell’autostrada A1. Oltre sessanta produttori provenienti da ogni regione italiana erano presenti dietro ai loro banchi d’assaggio, ben lieti di farci degustare i loro vini.
L’evento è anche mostra mercato, pertanto, vi era la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Gli espositori che hanno preso parte a questa intrigante due giorni sono piccole realtà artigianali e devono possedere alcuni requisiti ben precisi, quali, la valorizzazione dei vitigni autoctoni, coltivare la terra direttamente con principi sostenibili, biologici, biodinamici e in linea con principi di rispetto per l’ambiente.
L’evento aveva in programma anche alcune interessanti masterclass alle quali, mio malgrado non ho partecipato. Ho avuto, comunque il tempo necessario per potermi presentare di fronte al banco d’assaggio di un considerevole numero di produttori, anche se non di tutti. Un evento ben organizzato in una splendida location. Nella retrocopertina del fascicolo ritirato all’ ingresso ci sono le date per la prossima edizione che sarà nei giorni 11 e 12 maggio 2024.
A seguire note di alcuni assaggi da me effettuati
Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter– Ottenuto con 80% di Chardonnay e 20% Pinot Nero, la permanenza sui lieviti è di 72 mesi. Si presenta nella flûte con una bellissima tonalità giallo dorato brillante, al naso rivela note di mango, ananas e papaya, impreziosite da nuances di pasticceria da forno e pepe bianco, al palato è piacevolmente fresco e coerente, ricco, suadente e decisamente persistente.
Sito di riferimento: https://www.balter.it/
Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati– Ottenuto interamente da uve di Nebbiolo , si veste di un bellissimo colore rosso granato, al naso sprigiona sentori di rosa, viola, frutti di bosco e arancia sanguinella, ben integrati con note speziate, al palato è pieno ed appagante, tannini poderosi ma setosi, equilibrato e armonioso dal finale lunghissimo.
Sito di riferimento: https://www.facebook.com/people/Az-agricola-Andrea-Manfrinati/100062998970844/
Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono– Ottenuto con uve di Monica, Cannonau e Muristreddu, è di un bellissimo colore rosso rubino intenso e profondo, al naso rimanda sentori di lavanda, prugna, amarena e lampone che seguono una scia di cacao e note tostate, al palato è generoso con tannini fitti ma ben levigati, avvolgente nonché persistente.
Sito di riferimento: https://www.garagistidisorgono.com/
Boca Doc 2019 Le Piane – Ottenuto con 85 Nebbiolo e 15% Vespolina, di un bellissimo colore rosso rubino intenso e trasparente, al naso dipana sentori di violetta, frutti di bosco, melograno e scorza d’arancia che ben si fondono con note di tabacco e spezie, al palato è rotondo, fine, leggiadro e incredibilmente durevole.
Sito di riferimento: https://www.bocapiane.it/en/
Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi– Ottenuto con uve di Sangiovese, svela nel calice un colore rosso rubino intenso, trasparente e consistente, al naso libera note di frutti di bosco, rosa, viola e macchia mediterranea, seguono poi sentori di bacche di ginepro e sottobosco, al palato è piacevolmente tannico, fresco e sapido, nonché morbido, armonioso e dotato di una lunga persistenza aromatica.
Sito di riferimento: https://www.arrighivigneolivi.it/
Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof– Ottenuto interamente da uve dell’omonimo vitigno, è di un colore rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, trasparente e consistente, al naso si percepiscono netti sentori di frutti di bosco, ciclamino e note speziate, al palato è piacevolmente avvolgente, suadente e decisamente persistente. Chapeau
Sito di riferimento: https://www.klosterhof.it/it
Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis – Ottenuto con uve dell’omonimo vitigno, è di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul verdolino, al naso svela note di mela, banana, ananas, maracuja e litchi unite a sentori di zagara e lime, al palato è piacevolmente fresco e sapido, fine ed armonico, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: https://www.anabasis.it/
Only Wine è un appassionante evento enoico che va in scena ogni anno a Città di Castello in provincia di Perugia ed è giunto alla decima edizione. I giorni scelti per l’anno 2023 sono stati il 22 e 23 aprile. La location attuale è negli ampi spazi esterni di Palazzo Vitelli.
I produttori presenti dietro ai loro banchi d’assaggio erano ben 118 e provenienti da ogni regione italiana. Sono coinvolte aziende vitivinicole che hanno almeno uno di questi tre requisiti: under 40, meno di 15 anni di storia e al di sotto di 7 ettari vitati.
L’evento è stato ideato da Andrea Castellani e organizzato sin dai suoi albori da A.I.S. Umbria con il patrocinio del Comune di Città di Castello. Only Wine è una Mostra Mercato, pertanto, vi è la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Nel programma erano previste masterclass. Il percorso con il calice in mano iniziava con le bollicine più famose al mondo, 4 maisons di champagne provenienti da differenti zone della Champagne e di varie tipologie e dosaggi, proseguiva con le regioni del nord Italia, per passare al centro, e terminare con il sud dello Stivale.
Molti visitatori in questa edizione hanno varcato le logge di Palazzo Vitelli.
Kermesse ideale per coloro che amano scoprire nuove e giovani realtà, senza dover rinunciare alla qualità. Un format avvincente con aziende partecipanti, selezionate secondo standard qualitativi elevati.
Alcuni assaggi a Città di Castello:
Champagne Francois Lecompte Premier Cru Millésime 2015, ottenuto da uve di Chardonnay e Pinot Nero, la permanenza sui lieviti va dai 7 agli 8 anni. Si presenta nel flûte con un bellissimo colore giallo dorato, perlage fine e persistente, al naso sprigiona sentori di pane fresco, crème noisettes, scorza d’arancia, frutta tropicale, al palato è piacevolmente avvolgente e decisamente persistente.
Sito di riferimento: https://www.champagne-lecompte.fr/fr/
Poggio Triale Grechetto Lazio Igt 2019 Tenuta la Pazzaglia, si veste di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul dorato, al naso emana sentori di fiori di campo, camomilla, pesca gialla, papaya, mango, al palato è piacevolmente fresco e dotato di una buona piacevolezza di beva, il sorso è duraturo.
Sito di riferimento: http://tenutalapazzaglia.it/
Ramatico Igt Lazio 2020 Az. Antonella Pacchiarotti, ottenuto interamente con uve di Aleatico, è di un bellissimo color rame, dal quale prende il nome, al naso rivela note di rosa canina, gelsomino, albicocca e pesca gialla, al palato è pieno ed appagante, fresco e armonioso.
Sito di riferimento: http://www.vinipacchiarotti.it/azienda/
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore Bianca 2020 Az. Socci. Colore giallo paglierino brillante, leggere sfumature oro, al naso libera note di camomilla, tiglio, melone, susina, mandorla e richiami agrumate, al palato è vibrante e sapido con chiusura lunga e retro-olfattiva di mandorla.
Sito di riferimento: http://verdicchio.it/it/
Montefalco Sagrantino Docg 2016 Le Cimate. Rosso rubino molto intenso e impenetrabile, al naso rimanda sentori di prugna, mora, amarena, mirtillo e violetta accompagnate da nuances di spezie e cacao, al palato rivela una copiosa ma setosa trama tannica, rotondo e lunghissimo.
Sito di riferimento: http://www.lecimate.it/
Barbaro Aglianico del Vulture 2020 Solagna del Principe. Rosso rubino molto intenso, trasparente e consistente, all’olfatto si percepiscono sentori di ciliegia, ribes e mirtillo che seguono una scia di chiodi di garofano e pepe, al gusto è piacevolmente tannico, fine e equilibrato.
Sito di riferimento: https://solagnadelprincipe.com/
Starse Taurasi Docg 2019 Fratelli Addimanda. Ottenuto interamente con uve di Aglianico da vite franca di piede, rosso rubino profondo, al naso rilascia note di frutta rossa, fiori di campo, tabacco, pepe e liquirizia, al gusto è avvolgente, pieno e leggiadro. Un vino espressivo.
Sito di riferimento: http://www.cantineaddimandataurasi.it/
WINE CUBE 2023 Seminario “Lettura della Vinificazione in bianco” L’Autolisi dei lieviti A cura di Daniele Cernilli
Di Cristina Santini
Grande successo per la prima edizione romana di “Wine Cube – A Great Experience”, l’evento di Partesa, Azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., ospitata a marzo nel Salone delle Fontane all’EUR che ha portato tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino: Degustazione, Formazione e Comunicazione.Numeri impressionanti a Roma per il 25° anniversario del progetto di ”Partesa per il vino” con più di 1500 visitatori, oltre 400 etichette delle 67 Cantine Italiane ed Europee che hanno proposto i loro migliori assaggi.
Un format nuovo, pensato per creare vere occasioni di condivisione, dialogo, business, orientato all’innovazione che mette al centro approccio digitale, fattore umano e presenza sul territorio, offrendo specializzazione, servizi su misura per essere un vero partner di tutti i professionisti del settore.
Così abbiamo vissuto una delle due giornate intense, degustando molte delle referenze presenti ai banchi d’assaggio e partecipando ad una delle sei masterclass esclusive.
Il Seminario, di cui vi vogliamo raccontare, “Lettura della vinificazione in bianco” è stato condotto da Daniele Cernilli, Giornalista enogastronomico e ideatore della rivista online DoctorWine, alla presenza di Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa.
Se vogliamo capire in realtà il significato della vinificazione in bianco dobbiamo partire da concetti pur sempre tecnici ma molto semplici: parliamo di Terpeni, Fenoli, Tioli e dove trovarli.
In questo processo la parte essenziale è cercare di mantenere ed estrapolare queste sostanze, prodotte da uve quasi sempre a bacca bianca ma anche, in alcuni casi, da uve a bacca rossa vinificate in bianco come con il pinot nero, e negli ultimi tempi anche con il Sangiovese e il Nebbiolo.
Intanto partiamo dal presupposto che non tutte le uve hanno le stesse componenti e ce ne sono alcune molto fenoliche.
Cosa sono i Fenoli? Sono tannini, antociani, sostanze presenti nei vinaccioli che anche se si vinifica in bianco in senza di bucce qualcosa ne esce sempre fuori. Abbiamo vitigni che sono fenolici come se fossero delle uve rosse tipo l’Albana o l’Ansonica; vitigni catechici che invece hanno picchi aromatici prefermentativi (i terpeni) come il Riesling o il Traminer, i Moscati, alcune Malvasie che si accumulano nell’acino durante la maturazione.
I Tioli invece sono composti organici che si originano durante la fermentazione, rappresentano i precursori degli aromi che donano espressioni diverse e sono molto importanti e sensibili alle ossidazioni. Quindi le uve tioliche, come per esempio Sauvignon, Vermentino, Verdicchio, sono uve che se vogliamo ottenere queste espressioni varietali olfattive devono essere vinificate in riduzione, ovvero senza troppo ossigeno, altrimenti si determina la scomposizione delle sostanze tioliche, non si percepiscono più (anche se in alcuni casi può essere una scelta).
Infine abbiamo gli Esteri che rappresentano l’unione di acidi e alcoli in fermentazione che danno luogo a profumi sostanzialmente fruttati.
Come dice il Prof. Luigi Moio, Ordinario di Enologia all’Università Federico II di Napoli e Presidente OIV – Organisation Internationale du Vin – i vitigni italiani sono quasi tutti neutri, non hanno terpeni tranne piccole eccezioni, non hanno una grandissima capacità di creare in fermentazione proprietà tioliche, hanno spesso note di carattere fenolico, non hanno pirazine (sostanze aromatiche) che concorrono al bouquet varietale dei vitigni come ce l’hanno invece i Sauvignon, Cabernet, Merlot.
Per cui spesso in degustazione questi vini non sono riconoscibili, è molto difficile distinguere un Albana da un Trebbiano, un Verdicchio da un Vermentino, non ci sono elementi determinanti che permettono di distinguerli come invece è facile distinguere un Sauvignon Blanc da un Riesling.
Nel caso dei vitigni neutri l’origine dell’uva, ovvero il luogo dove viene coltivata, è più importante della varietà. Quindi sicuramente potremmo fare la distinzione dei vini prodotti nel Garda da quelli prodotti in Sicilia rispetto al riconoscimento del vitigno.
C’è un sistema che fa sì che in alcuni casi si crei una serie di sostanze che amplificano, che danno più volume all’aspetto olfattivo: l’autolisi dei lieviti ovvero i saccaromiceti muoiono, non sono più in grado di riprodursi e si depositano sotto forma di una sostanza farinosa che è la feccia sottile.
Le fecce sottili sono ricche di mannoproteine che in fase di stabilizzazione, in situazione riducente, determinano la formazione di particolari molecole odorose come per esempio quella che sa di pietra focaia, di combustione che troviamo spesso nei vini della Borgogna.
I particolari sentori di queste molecole incontrandosi con gli odori fruttati degli esteri e con qualche nota fenolica che diventa un pochino più volatile sotto l’effetto dell’alcool che si è formato, donano ampiezza al vino che altrimenti non avrebbe.
Daniele Cernilli ci suggerisce di assaggiare i vini serviti in questa degustazione con un’idea in testa: capire dall’analisi come il vitigno incrocia lo stile di vinificazione attraverso l’autolisi dei lieviti.
Dalle sue parole: “Recuperare le fecce sottili non è un artificio enologico perchè fanno parte del vino, non è qualcosa di aggiunto, sono i residui della fermentazione che è del tutto naturale.”
Ma veniamo alla descrizione nel dettaglio dei vini assaggiati con le nostre impressioni di rito:
Tenuta La Chiusa Elba Ansonica Doc 2021
Vino giovane affinato in acciaio con un colore tendente al dorato dovuto esclusivamente all’uva piuttosto fenolica.
La sua intensità al naso sprigiona note agrumate (lime), sentori di nespola, mandorla fresca, frutti freschi che non hanno grande polpa. Il sorso ampio e minerale mostra una bella sapidità dovuta alla presenza dell’acido tartarico, una lieve e delicata nota tannica e una leggera ampiezza determinata dall’autolisi dei lieviti. Profilo di un vino dove il mare si tocca con caratteristiche quasi da vino rosso.
Durin Pigato Riv. Ligure di Ponente Doc 2022
Parliamo di un vino mediterraneo, parente stretto del vermentino, ma più fenolico. Molto profumato l’olfatto concentrato sul frutto della passione, pesca matura, muschio che si dipanano su note sulfuree, di combustione. La beva calda, ampia, di buon corpo regala un’acidità e una sapidità ben evidenti ma eleganti con un finale persistente di mandorla dolce. Un vino pieno, equilibrato, di grande carattere.
La Lastra Vernaccia San Gimignano Docg Bio 2021
Siamo un pò più distanti dal mare ma pur sempre in una Toscana Mediterranea, dove il mare si sente, con un vitigno che fino a qualche tempo fa veniva chiamato Greco per la sua somiglianza.
Ciò che colpisce in questo calice non è tanto la frutta fresca ma la parte vegetale, con un sottofondo di autolisi che fa sì che non sia solo il frutto a dominare. Un vino che si distingue non tanto dal punto di vista varietale, ma territoriale con un aspetto gustativo tartarico, salato, profondo che lo rende molto identitario.
Cà Rugate Soave Classico “Monte Fiorentine” Doc 2021
La Garganega è una varietà che può esprimere sostanze tioliche con più facilità rispetto ad altre per cui escono al naso note sulfuree più accentuate, ma anche delicati profumi di frutta a polpa gialla tropicale seguiti da note di camomilla e nitidi richiami agrumati.
Ha un gusto fresco, meno fenolico, con una bella spalla acida e una sapidità che la fanno da padrone grazie all’altitudine e al suolo vulcanico ricco di minerali. Anche qui c’è autolisi dei lieviti che amplifica la parte dei profumi, non si avvertono soltanto gli aromi primari, ma secondari di vinificazione e qualcosa in più dovuta all’evoluzione del vino stesso.
Tenuta Roveglia Lugana Riserva “Vigne di Catullo” Doc 2019
Il Turbiana detto anche Trebbiano di Lugana è di fatto un Verdicchio che vive nella zona pianeggiante meridionale del Lago di Garda in un clima mediterraneo su suolo molto calcareo.
Si passa dalle fragranti note di acacia, lime e mele cotogne ad una mandorla tostata grazie al suo lungo affinamento di 24 mesi in botti di acciaio. La beva energica, complessa, fenolica, robusta e al tempo stesso vellutata regala dolcezza alcolica, acidità bassa che fa esaltare gli aspetti di morbidezza e quella sfaccettatura minerale dovuta ai suoi terreni argillosi calcarei. Un cavallo di razza.
Umani Ronchi Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Bio “Vecchie Vigne” Doc 2020
Da vecchie vigne impiantate negli anni ‘70 ad un’altitudine di circa 400 mt slm., figlio di una vinificazione a contatto con i lieviti in serbatoi di cemento, ha un’incredibile stoffa e profondità.
Presenta un ampio bouquet di ginestra, camomilla, amaretto, con piacevoli sentori di erbe di campo, mandorla fresca con riverberi di mela verde.
Il sorso succoso colpisce per la sua eleganza, freschezza con un’acidità vibrante bilanciata perfettamente con la morbidezza dell’alcool.
Altro esempio che conferma che non è il vitigno a dominare ma il territorio, considerando che sembra più nordico questo verdicchio piuttosto che il precedente calice.
Monchiero Carbone Roero Arneis Riserva “Vigna Renesio” Docg 2018
Vigna Renesio è un Cru non solo di bianchi ma anche da uve Nebbiolo e questo Arneis così elegante rappresenta la nuova interpretazione che regala sensazioni agrumate che si fondono sinuosamente con quelle erbacee, una nota sulfurea evidentissima dovuta all’autolisi che è portata alle estreme conseguenze grazie a uve e mosti sani. La beva è potente e profonda con un’acidità vigorosa e un grande potenziale di evoluzione per un vino che affina sia in legno sia in acciaio.
La cifra stilistica è inconfondibile, vince il terroir e lo stile di vinificazione, mostrando un aspetto nordico con un pizzico di mediterraneità.
Ronco dei Tassi Bianco Collio “Fosarin” Doc 2020
Si tratta dei vigneti più elevati nel cuore del Collio Goriziano coltivati su terrazzamenti ben esposti chiamati “Ronchi”. Il Fosarin nasce dall’assemblaggio di Friulano, Malvasia, Sauvignon Vert e Pinot bianco e affina circa sei mesi in barrique.
Il suo bouquet ampio con sentori di frutta bianca matura, mallo della noce, scorza di limone accompagnano il sorso così pieno, agile e ricco.
Un vino piacevole e di gran corpo dagli abbinamenti sostanziosi.
Poggio della Dogana Romagna Albana “Belladama” Doc 2021
Essendo uno dei vitigni più fenolici, i migliori Albana vengono prodotti nella versione passiti proprio perché nell’appassimento si perde acqua e si concentrano fenoli, zuccheri e acidità. Questi ultimi mitigano l’azione astringente dei polifenoli.
Affascinante il suo colore giallo oro carico, al naso richiama la frutta gialla di grande profondità con bellissimi tocchi di fiori di ginestra. Al sorso è un’esplosione, grande espansione di palato, acidità elevata, caratteristica peculiare di questo vitigno. Finale lungo e persistente che regala emozioni come il nome che porta, un omaggio a uno dei campioni di scuderia del nonno di Aldo e Paolo Rametta.
Roeno Riesling Renano “Collezione di Famiglia” Igt 2017
I vigneti di questa meravigliosa azienda, che si trova a due passi dal confine con il Trentino, sono riparati dal sole dal Monte Baldo che determina una grande escursione termica.
La vinificazione in autolisi dei lieviti è molto importante perchè è un vitigno semi aromatico quindi ha terpeni prefermentativi, già nell’uva, quindi bisogna in qualche modo conservarli. ll Riesling Collezione di Famiglia è una delle punte di diamante della famiglia Roeno ed è prodotto da una lenta vinificazione in acciaio e con affinamento di 18 mesi in botti di rovere.
E’ uno dei pochissimi vitigni che riesce a sviluppare un particolare sentore in ambito terziario, l’idrocarburo, ovvero il sentore di cherosene che si forma in riduzione. E’ una complessità in riduzione. E’ ancora un vino giovane dove poco si intuisce l’idrocarburo, ora si percepiscono più che altro i profumi di pompelmo, cedro, agrumi classici premonitori del cherosene che arriverà successivamente con gli anni. Bella acidità e sapidità in assenza di tannini.
Merotto Valdobbiadene Prosecco Superiore “Cuvée del Fondatore Graziano Merotto” Docg 2021
E’ un fuoriclasse, qui c’è proprio il senso dell’autolisi dei lieviti che si esprime in tutta la sua precisione.
Un millesimato le cui uve Glera provengono dalle Rive di Col San Martino a 230 mt slm. Ha una permanenza sui lieviti di 120 giorni che lo rende setoso, intenso, con note di frutta bianca e agrumi, accompagnate da una verve minerale. Un grande prosecco.
Alessandro Rossi chiude: “Non smetterò mai di dire che questa lezione dovrebbe essere ripresa e proiettata alle Università perché è una delle più belle, perchè Daniele oltre ad essere il padre putativo della maggior parte delle generazioni che oggi portano avanti tra guide e master più importanti in assoluto, è una delle poche persone che ha la stessa conoscenza che potrebbe avere un enologo, sa spiegare tante cose in una maniera così semplice, è veramente da applausi.”