Masterclass Castelfeder al Merano WineFestival 2023
Di Adriano Guerri
Lo scorso 4 novembre in occasione del Merano WineFestival, evento che dal 1992 va in scena nella ridente cittadina meranese, ho partecipato alla masterclass dell’azienda vitivinicola Castelfeder. Nella suggestiva cornice dell ‘Hotel Therme,alle spalle del Kurhaus i fratelli Giovanettci hanno illustrato la storia dell’azienda e presentato alcuni dei loro capolavori.
L’ azienda vitivinicola Castelfeder è localizzata a Cortina sulla Strada del Vino dell’ Alto Adige (Weinstrasse), in Trentino Alto Adige, più precisamente in provincia di Bolzano. L’ Azienda a conduzione familiare è immersa tra frutteti e vigneti mantenuti come giardini. Avviata da Alfons Giovanett nel 1969 e dopo un ventennio il figlio Günther ha preso in mano le redini dell’azienda assieme alla moglie Alessandra.
Oggi sono stati affiancati dai dinamici figli Ivan e Ines. La superficie vitata è di circa 70 ettari e mediamente ogni anno vengono prodotte oltre 500.000 bottiglie. Le diverse posizioni dei vigneti con altimetrie variabili, la diversa composizione dei terreni e i molteplici microclimi dei vigneti della Bassa Atesina rendono possibile la coltivazione e la crescita dell’intera gamma di varietà di vitigni presenti in Alto Adige.
Prevalentemente vengono coltivati vitigni a bacca bianca, tuttavia, anche un buon 30% a bacca nera. Amo i loro vini e almeno tre volte all’anno mi presento sempre molto volentieri al loro banco d’assaggio a Wine & Siena, a Vinitaly e da ultimo, non per ordine di importanza a Merano WineFestival.
I vini in degustazione:
Chardonnay Riserva Burgum Novum 2020 – Giallo paglierino brillante, al naso sprigiona sentori di fiori bianchi ananas, passiflora e cedro, al palato è piacevolmente fresco, cremoso ed avvolgente. Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2020– Giallo paglierino luminoso, al naso dipana sentori di melone, pesca, rosa bianca e pietra focaia, al palato è sapido con chiusura lunga e fresca.
Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2019 – Giallo dorato, al naso emana sentori di mela, mango, papaya e burro, al palato è molto coerente e decisamente persistente. Chardonnay Kreuzweg Family Reserve 2018– Giallo dorato, al naso rimanda sentori di banana, pera, zagara e pompelmo, al palato è rinfrescante, sapido, dinamico e lungo.
Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2018 – Rosso rubino trasparente e consistente, al naso rivela note di mirtillo rosso, fragolina di bosco, viola e pepe, al palato è pieno ed avvolgente, dotato di una lunga persistenza aromatica. Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2013– Rosso granato, al naso libera note di ciliegia, marasca, mora, gelsomino e sottobosco, al palato è contraddistinto da una setosa trama tannica e da una interminabile duratura.
Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2007 – Rosso granato, al naso emergono sentori di frutti maturi, muschio, resina, spezie dolci e tabacco, al palato è generoso, avvolgente e molto coerente. Chapeau Pinot Nero Riserva Burgum Novum 1989– Primo anno di produzione – Rosso granato, al naso si percepiscono note di confettura di frutti di bosco, bacche di ginepro, viola appassita e tabacco, al palato è vibrante e sapido, tannino setoso e dotato di una interminabile persistenza gustativa.
Lago di Toblino, il suo castello e i vini della Cantina Toblino tra specchi di acqua e la brezza “Ora del Garda”
Di Elsa Leandri
Conoscete il Lago di Toblino? È considerato il più romantico della zona della Valle dei Laghi anche per la presenza, su una penisola, dell’omonimo Castel di Toblino, che dona un particolare fascino e che regala un’atmosfera onirica tanto da far sognare tutte le coppie innamorate di baci rubati, parole sussurrate e turbinii di balli. Qui le montagne custodiscono gelosamente e proteggono numerosi altri specchi d’acqua alpini con le loro acque trasparenti che offrono pace all’anima desiderosa di quiete e di bellezza.
Questa zona è resa ancora più magica dalla vegetazione che ci riporta paradossalmente lungo le coste tirreniche grazie alla presenza di un clima mediterraneo che permette la crescita di piante come lecci, olivi, limoni e rosmarino: profumi e immagini creano un mondo paradisiaco.
Non lontano da questo lago possiamo scorgere la Cantina Toblino, una cantina cooperativa attiva dal 1960 che accoglie ad oggi più di 600 soci conferitori, tutti aventi i propri vigneti nella zona compresa tra la sponda nord del lago e il confine a sud del paese Pergolese.
Si capisce chiaramente che la mission della cantina sia quella di valorizzare il proprio territorio ponendo un’attenzione particolare non solo nell’introduzione di macchinari nuovi o di pannelli fotovoltaici ma anche nell’accoglienza turistica con Hosteria, un’osteria che propone i piatti tradizionali accompagnati dai vini della cantina.
I vini prodotti sono numerosi andando dai vini bianchi ai dolci passando per rosati e rossi, di cui diversi anche bio rispondendo così a tutte le esigenze dei palati.
Per capire meglio la loro filosofia abbiamo avuto modo di degustare i vini che riportiamo qui di seguito:
Da tutti gli assaggi In questa occasione non tratteremo tutte le etichette degustate, ma ci soffermeremo sulle 3 che ci hanno emozionato maggiormente che sono tra l’altro rappresentative dei vigneti tipicamente trentini:
Trentino Doc Kerner 2021
Il kerner è definito l’uva di montagna per definizione tanto che l’uva proviene dall’area del Bleggio in cui i vitigni sono a un’altitudine di circa 750 m. s.l.m
Paglierino con riflessi verdolini. Profilo olfattivo varietale in cui la verbena e il lemongrass formano un tappeto ravvivato da sentori di cedro e di mela con echi di caprifoglio e acacia. L’entrata in bocca vibrante dinamicizza la bocca dissolvendosi lentamente con saporosità su una scia agrumata.
Trentino Doc Schiava 2020
Ottenuto principalmente da Schiava Gentile con un appicco percentuale di Schiava Grossa. In questo caso i vigneti sono a 450-500 m. s.l.m. e i terreni sono di origine alluvionale.
Carminio lucente. Impatto olfattivo elegante che si delinea su un bouquet di glicine, viola e ciliegia accarezzato da effluvi balsamici e da richiami di erbette aromatiche. La sensazione pseudocalorica viene mitigata dalla freschezza fruttata che si interseca su dei tannini ancora in integrazione.
Trentino doc Lagrein 2021
Il Lagrein viene coltivato nella piana alluvionale creata dal fiume Sarca con la presenza di terreni pietrosi e calcarei.
Rubino di media intensità. Mirtilli, mora, ribes e marasca si susseguono su un manto floreale di peonia e violetta. Leggeri echi speziati di liquirizia e vaniglia e di humus in chiusura. La sinergia tra freschezza e grip tannico è tale da offrire un sorso pieno e vivace che si allunga su un finale di gelatina di lampone.
Tutti gli assaggi sono stati considerevoli ma questi si sono davvero distinti e se volessimo aggiungere altre due etichette sarebbero il Vigneti delle Dolomiti Teroldego 2020 e il Trentino Doc Muller Thurgau 2021: il legame tra vitigni autoctoni e territorialità è davvero molto apprezzabile ed è egregiamente custodita da Cantina Toblino.
Nel week end tra il 20 e il 22 ottobre si è svolta l’XIesima edizione di Terra di Pisa Food & Wine Festival.
Di Elsa Leandri
Piazza Vittorio Emanuele nonostante il tempo uggioso ha accolto 80 produttori del territorio pisano con un’alternanza tra vino, tartufo, salumi, miele, formaggi e olio: una vera e propria celebrazione dell’enogastronomia territoriale!
Che il territorio sia il protagonista di questo evento è emerso chiaramente dalle masterclass organizzate da Claudia Marinelli di Darwine&Food e dalla Camera di Commercio Toscana Nord Ovest dedicate sia al cibo sia al vino.
Per quanto riguarda gli incontri dedicati al nettare di Bacco sono stati presentati dei focus su due vitigni alloctoni come la syrah ( a cui non siamo riusciti a partecipare) e il cabernet franc e due autoctoni come l’imprescindibile sangiovese e il saporito vermentino.
Che il territorio pisano sia una zona di elezione per gli uni o per gli altri è evidente grazie anche alla varietà territoriale che l’areale ci offre: i sottosuoli di origine pliocenica con i fossili marini, l’influenza più o meno marcata del mare, l’altitudine e il savoir faire di ogni singolo produttore permettono di ottenere dei prodotti identitari e al contempo unici.
Vi proponiamo quindi di scoprire insieme quali sono le caratteristiche che rendono riconoscibili il cabernet franc, il sangiovese e il vermentino nel territorio della Torre di Pisa.
La masterclass sul cabernet sauvignon condotto dall’animo rockettaro e didattico dell’illustre Leonardo Romanelli, giornalista, gastronomo e sommelier, ci ha permesso di valutarne la potenziale evoluzione degustando etichette dall’annata 2020 fino ad arrivare al 2012: il trait d’union è senza alcun dubbio dato dai sentori di erbette aromatiche che con l’evoluzione sviluppano cenni di sottobosco, di macchia mediterranea o di erbe balsamiche anticipando un sorso in cui la freschezza rimane un punto fermo con cui duettano dei tannini più o meno integrati e che promettono, in alcuni casi, una loro interessante espressione negli anni futuri.
La domenica è stata invece dedicata all’interpretazione dei due vitigni autoctoni toscani.
Una premessa necessaria e d’obbligo, sottolineata da tutti i relatori, è di valutare i vini ottenuti da sangiovese e da vermentino in merito alla zona di produzione evitando quindi di cadere nella tentazione di effettuare paragoni con le più celebri denominazioni toscane. (Sembra un aspetto banale, ma sempre meglio sottolinearlo).
Relatore di eccezione Francesco Saverio Russo, giornalista di origine marchigiana, che ha assistito fin dalla nascita della denominazione Terre di Pisa alla sua crescita, con una particolare attenzione al sangiovese. Se dal punto di vista dell’esame olfattivo i sentori tipici del sangiovese (ciliegia, iris, violetta, arancia sanguinella) sono dei punti fissi in ogni campione, solo quelli che si sono distinti venivano arricchiti da una sensazione rinfrescante balsamica.
Quest’anno dal punto di vista gusto-olfattivo i punti chiave sono freschezza, tannini fini e saporosità che hanno caratterizzato ogni vino in degustazione e che dimostrano quanto i produttori siano attenti nel poter proporre dei vini sempre più eleganti e fini.
Ultima degustazione alla scoperta dell’espressione del vermentino è stata quella condotta da Dario Pantani, relatore FISAR. Immancabili in tutti i vini i ricordi di timo, salvia, dragoncello e rosmarino, di agrumi e di gelsomino che si sviluppano in un’accezione di fieno quando il vino viene sottoposto a maturazione in barrique non tostate. Al palato quello che è emerge è, più che la freschezza, la sapidità che suggella un finale attraente.
Questi avvenimenti ci permettono di monitorare lo sviluppo di questa giovane denominazione ( nata nel 2011) il cui consorzio racchiude ad oggi 15 cantine sotto la guida del Presidente Nicola Cantoni e della Vice Presidente Ginevra Venerosi Pesciolini. Siamo curiosi e aspettiamo con ansia di scoprire quali aspetti verranno toccati l’anno prossimo in occasione della XII esima edizione di Terre di Pisa Food & Wine Festival.
Modena, la rinomata città emiliana famosa per i prelibati aceti balsamici e la maestria motoristica della Ferrari, ha dato vita a una manifestazione che combina il lusso delle bollicine francesi con la passione per la gastronomia: la Modena Champagne Experience.
Un Elogio alle Bollicine di Eccellenza
L’evento, che si tiene annualmente tra le mura della splendida Villa Griffoni, è un’ode alle bollicine francesi, con una particolare enfasi sui pregiati champagne. Questa manifestazione è il luogo in cui produttori, sommelier, intenditori e appassionati si riuniscono per celebrare il vino spumante di qualità superiore e i suoi abbinamenti culinari.
Non solo bollicine francesi all’evento ma anche la presenza di qualche banco di eccellenza gastronomica italiana come ad esempio l’Antica Offelleria di Verona della Pasticceria artigianale Scarpato con la presenza del titolare Marco Ferrarese che ho rivisto con molto piacere https://www.scarpato.it/
Antica Offelleria Verona, la casa dell’originale Offella: un capolavoro della pasticceria tradizionale veronese, antenato del Pandoro, che diventa il protagonista indiscusso delle festività dell’anno e di tutti i momenti più speciali. Nell’Antica Offelleria Verona, la regina dei dolci lievitati trova la sua casa, la sua originale fragranza, la sua inconfondibile bontà.
L’Eccellenza del Champagne
Il fulcro di questo evento è, naturalmente, le bollicine francesi, vini effervescenti provenienti dalla regione francese che è unanimemente riconosciuto come l’emblema del lusso enologico. I partecipanti hanno l’opportunità di degustare una vasta gamma di champagne provenienti dalle case di produzione più prestigiose. Dai cuvée più famosi ai millésimés, si ha l’opportunità di immergersi in una varietà di aromi, sapori e profumi. In questo contesto, esperti e sommelier guidano degustazioni mirate, svelando segreti e curiosità dietro a ciascuna etichetta.
Il Matrimonio tra Champagne e Cibo
Questo evento non è soltanto una celebrazione del vino, ma anche un omaggio all’arte culinaria. Ecco perché ogni edizione si concentra sull’abbinamento perfetto tra champagne e cibo. Gli chef locali, famosi per la loro creatività e passione, preparano piatti straordinari in grado di esaltare le caratteristiche di ogni vino spumante. Dai sapori intensi del parmigiano reggiano alle prelibatezze dell’aceto balsamico tradizionale, l’offerta gastronomica è un viaggio di sapori emiliani.
Esperienza e Conoscenza
E’ anche un’occasione per approfondire la conoscenza delle bollicine. Oltre alle degustazioni, esperti del settore tengono seminari, conferenze e masterclass su argomenti come la storia delle bollicine francesi, le tecniche di produzione e le ultime tendenze del settore.
Un’Atmosfera di Pura Eleganza
L’atmosfera che pervade è intrisa di lusso ed eleganza. La cornice offerta dalla Villa Griffoni, con i suoi giardini curati e gli interni affrescati, è il luogo ideale per celebrare questo nettare divino. Ogni dettaglio, dalle cristallerie scintillanti alle mise degli ospiti, contribuisce a creare un’atmosfera unica.
Un Appuntamento da Non Perdere
E’ un appuntamento da non perdere per chi ama le bollicine e vuole immergersi nell’essenza dello champagne. Questo evento mette in evidenza come la tradizione del buon cibo e del buon vino sia profondamente radicata nella cultura emiliana, offrendo un’esperienza unica per gli amanti del lusso enogastronomico. La prossima edizione è attesa con trepidazione, pronta a deliziare i sensi e a celebrare la magnificenza delle bollicine francesi in terra italiana.
Presenti a questa manifestazione da anni come stampa e redazione quest’anno, nei due anni iniziali di evento come co-relatore Carol Agostini a delle masterclass: lambrusco a confronto con lo champagne condotte dal grande esperto di settore Giorgio Melandri.
Tra le bollicine preferite di questa edizione sono state quelle importate e selezionate da Marco Marini e socio di M.B. Bollicine di Francia, vedi sito:https://www.bollicinedifrancia.com/
Ferrara, Tesoro Enogastronomico dell’Emilia-Romagna: DOP e DOC tra Storia e Passione
Di Carol Agostini
Situata nella rinomata regione dell’Emilia-Romagna, Ferrara è una città che evoca storia e tradizione in ogni suo angolo. Ma Ferrara non è solo un museo a cielo aperto; è anche un’autentica destinazione per gli amanti del cibo e del vino. Le denominazioni di origine protetta (DOP) e denominazioni di origine controllata (DOC) di questa regione regalano a Ferrara un ruolo di primo piano nella cultura culinaria italiana. In questo articolo, esploreremo il mondo affascinante dei prodotti DOP e DOC di Ferrara e come questi riflettono la passione e la maestria dei produttori locali.
I Tesori DOP di Ferrara
Ferrara è circondata da una campagna fertile e ricca di prodotti agricoli di alta qualità, alcuni dei quali sono stati insigniti della preziosa denominazione di origine protetta. Uno dei protagonisti indiscussi è il celebre Pane di Ferrara, orgogliosamente DOP dal 2003. Questo pane, preparato con farina di grano duro, lievito madre, sale, e acqua, è noto per la sua crosta croccante e la mollica soffice. Mangiare una fetta di Pane di Ferrara è come assaporare la storia e la tradizione culinaria di questa città.
Non meno importante è il Salama da Sugo, un insaccato tradizionale che racconta le origini contadine di Ferrara. Realizzato con carne suina, aromi naturali, e cotto lentamente in un sugo ricco, il Salama da Sugo è stato insignito della DOP nel 1999. Questo piatto ricco e saporito è una vera delizia per il palato, perfetto per accompagnare un buon bicchiere di vino locale. Questa salsiccia, realizzata con carne suina e aromi naturali, viene lentamente cotta in un ricco sugo. La salamella ferrarese è un’altra delizia locale, spesso cotta sulla griglia o preparata in umidi e saporiti sughi.
“Aglio di Voghiera” o “Aglio di Comacchio,” è un prodotto agroalimentare tradizionale dell’Emilia-Romagna, ma non è specificamente legato alla città di Ferrara. Questo tipo di aglio è coltivato nella zona della Bassa Ferrarese, che comprende i territori di Voghiera, Comacchio, e alcune aree circostanti.
L’Aglio di Ferrara è noto per la sua qualità e il suo sapore unico. Si tratta di un prodotto che ha ottenuto il riconoscimento come Denominazione d’Origine Protetta (DOP), il che significa che deve essere coltivato e prodotto in quest’area specifica per essere considerato autentico. Questo aglio è caratterizzato da una forma piatta e una buccia di colore bianco-argentato.
Le abilità di coltivazione e la passione degli agricoltori locali sono alla base della produzione di questo prelibato aglio. Oltre a essere utilizzato in numerose ricette tradizionali dell’Emilia-Romagna, l’Aglio di Ferrara è apprezzato anche in tutta Italia e all’estero.
Durante il periodo di raccolta, che solitamente avviene tra giugno e luglio, si tengono spesso feste e sagre locali per celebrare questo prodotto. Durante questi eventi, è possibile degustare piatti che esaltano il sapore dell’Aglio di Ferrara e scoprire le sue molteplici sfumature culinarie.
Quindi, se sei un appassionato di gastronomia e ti trovi nei dintorni di Ferrara, non perdere l’occasione di assaporare l’Aglio di Ferrara e scoprire il suo legame con la tradizione culinaria locale.
I Vini DOC: Un’Eccellenza da Scoprire
La zona circostante Ferrara è famosa per la produzione vinicola di alta qualità, con diverse denominazioni di origine controllata (DOC) che producono vini straordinari. Uno dei DOC più noti è il Bosco Eliceo, che copre la provincia di Ferrara. Questa DOC è celebre per il suo vino bianco, spesso a base di uva Trebbiano, Sauvignon, e Chardonnay. I vini Bosco Eliceo offrono aromi fruttati e freschezza, ideali da gustare durante una calda giornata estiva.
Non possiamo trascurare il Ferrara DOC, che produce sia vini bianchi che rossi di alta qualità. Il Ferrara Bianco è una miscela di uve locali, mentre il Ferrara Rosso spazia dalle uve Merlot al Cabernet Sauvignon, creando vini robusti e complessi che riflettono l’arte enologica della regione.
Il Lambrusco, un altro vitigno emiliano, è noto per la produzione di vini frizzanti e leggermente dolci, perfetti per accompagnare piatti tradizionali ferraresi come i salumi e i formaggi locali.
Un Brindisi nell’Osteria più Antica del Mondo
Nelle pittoresche strade di Via Adelardi, accanto all’imponente Cattedrale di Ferrara, sorge un luogo intriso di storia: “Al Brindisi.” Con una storia documentata che risale al lontano 1435, questo affascinante locale è universalmente riconosciuto come l’enoteca più antica del mondo. Nel corso dei secoli, ha accolto illustri personaggi, tra cui il pittore Tiziano Vecellio, l’astronomo Nicolò Copernico, i poeti Torquato Tasso e Ludovico Ariosto. Oggi, questo gioiello del passato è una meta ambita dai turisti, ma costituisce anche un ritrovo consueto per i ferraresi.
L’Osteria “Al Brindisi” rappresenta una tappa imprescindibile per chi visita Ferrara, e lo è non solo per la possibilità di assaporare deliziosi piatti della tradizione locale. La vera attrazione di questo luogo è la straordinaria varietà di vini proposti. Ogni bottiglia è un racconto di storia e tradizione, un brindisi alla cultura enologica che da secoli fa parte integrante della vita ferrarese. La cantina di “Al Brindisi” custodisce una selezione di etichette che rappresentano i migliori vigneti dell’Emilia-Romagna e del panorama vitivinicolo italiano.
L’enoteca offre un’esperienza unica: immergersi in un’atmosfera intrisa di storia e cultura, degustando vini pregiati che raccontano storie secolari. Mentre sorseggiate un calice di vino, potrete percepire l’eredità dei grandi personaggi che un tempo frequentavano queste mura, unendo il presente al passato in un brindisi senza tempo. “Al Brindisi” è molto più di un semplice ristorante o un’enoteca; è un luogo dove il tempo sembra sospeso, e ogni bicchiere è un viaggio nella storia e nei sapori di Ferrara e dell’Italia.
Passione e Tradizione nel Piatto
La cucina ferrarese è un connubio di passione e tradizione, un vero inno alla bontà. Molti piatti tradizionali di Ferrara portano con sé storie di generazioni di famiglie che hanno mantenuto vive le ricette tramandate.
Gnocchi di Zucca è uno di quei piatti che racconta una storia antica. Questi gnocchi, a base di zucca, farina e spezie, sono spesso conditi con burro fuso e salvia, creando un connubio dolce e salato che delizia il palato. Insieme a un bicchiere di Bosco Eliceo Bianco, questa combinazione è una vera delizia. Questa verdura è protagonista di molti piatti tradizionali ferraresi, è spesso utilizzata per preparare dolci tradizionali come la “Torta di Zucca” o la “Marmellata di Zucca”.
E cosa dire del Cappellacci di Zucca, agnolotti ripieni di zucca? Questo piatto, spesso servito con una salsa al burro e salvia, è una vera festa per il gusto, un’esplosione di sapori che richiama la stagione autunnale.
La Rinomata Pasta Fresca
La pasta fresca è una delle eccellenze culinarie di Ferrara. Le tagliatelle, sottili strisce di pasta all’uovo, sono spesso servite con salse ricche a base di carne, come il celebre “Ragu’ Ferrarese”. Questa salsa, preparata con carne di maiale, carne bovina e aromi, è lentamente cotta per ore, garantendo un sapore intenso.
Le “Pumpagnùle”, una varietà di pasta fresca a base di farina e acqua, sono un piatto tradizionale di Ferrara, spesso preparate durante le festività. Queste piccole sfere di pasta vengono servite con un condimento di “Sugolo,” una salsa a base di carne di maiale.
Festival e Tradizioni Gastronomiche
Ferrara ospita numerosi eventi legati alla gastronomia e alle tradizioni culinarie. Il “Palio di Ferrara”, una competizione tra i quartieri della città, include una “Corsa delle Dame” che celebra il ruolo delle donne nella preparazione dei piatti tradizionali. Durante il palio, le piazze della città si riempiono di bancarelle che offrono specialità locali, dai salumi ai dolci.
Il “Corteo Storico” è un altro evento imperdibile, durante il quale gli abitanti di Ferrara si vestono con costumi medievali e sfilano per le strade della città. Questo corteo è spesso seguito da degustazioni di piatti tradizionali.
Ferrara è una città che sa coniugare abilmente la sua storia con la sua passione per il cibo e il vino. Gli amanti della cucina italiana tradizionale troveranno in questa città un’autentica esperienza culinaria, dove i sapori genuini e le tradizioni si fondono in un connubio irresistibile.
Il Castello Estense di Ferrara: Cuore Storico della Città
Il Castello Estense, noto anche come Castello di San Michele, è uno dei monumenti più iconici di Ferrara. Questa imponente fortezza, con i suoi fossati e torri, è un importante luogo storico che racconta le vicende della città e della sua nobile casata.
All’interno del Castello Estense, i visitatori possono immergersi nella storia e nell’arte di Ferrara. Il palazzo ospita il Museo di Arte Antica, che conserva una ricca collezione di opere d’arte che spaziano dal Rinascimento al Barocco. Le sontuose sale del castello offrono un’ambientazione unica per eventi e mostre.
Un evento annuale di grande rilevanza legato al castello è il “Ferrara Buskers Festival”, un festival internazionale di artisti di strada. Durante questo festival, le strade intorno al Castello Estense si animano con spettacoli di musica, teatro e giocoleria. Questo evento è una celebrazione della cultura di strada e attira spettatori da tutto il mondo.
Feste Paesane e Tradizione Culinaria
Ferrara è rinomata per le sue feste paesane, molte delle quali sono legate alla tradizione culinaria e all’enogastronomia. Ecco alcune delle principali:
Sagra della Salama da Sugo: Questa festa celebra uno dei piatti più emblematici di Ferrara, la “salama da sugo.” Durante l’evento, i ristoranti e i produttori locali offrono degustazioni di questa salsiccia speciale.
Sagra della Zucca: In onore della zucca, una verdura ampiamente utilizzata nella cucina ferrarese, si tiene la “Sagra della Zucca.” Durante questa festa, è possibile assaporare piatti a base di zucca, dolci e altre specialità locali.
Palio di Ferrara: Questa competizione storica tra i quartieri della città non riguarda solo le corse di cavalli, ma include anche una “Corsa delle Dame.” Durante questo evento, le donne partecipano a una gara culinaria in cui preparano piatti tradizionali. È una festa che celebra il legame tra la cucina, la cultura e la tradizione.
Sagra del Lambrusco: Il vino Lambrusco, prodotto nelle vicinanze di Ferrara, è al centro di questa festa. Durante l’evento, è possibile degustare diverse varietà di Lambrusco abbinandole a piatti locali.
Queste feste paesane non solo offrono un’opportunità per gustare i piatti tradizionali di Ferrara, ma rappresentano anche un’occasione unica per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della città. Gli abitanti di Ferrara sono orgogliosi delle loro radici culinarie e amano condividerle con i visitatori.
Alla Scoperta dei Sapori Autentici di Ferrara: I Locali con Cucina Tipica e i Loro Piatti Prelibati
Ferrara, una città dalle radici storiche profonde, offre un’esperienza gastronomica unica che riflette la sua ricca tradizione culinaria. Nel cuore dell’Emilia-Romagna, questa destinazione culinaria è celebre per la sua pasta fresca, i formaggi squisiti, gli insaccati prelibati e il vino pregiato. Scopriremo alcune delle eccellenze culinarie di Ferrara e i locali dove puoi assaporarle.
Trattoria La CapineraLa Trattoria La Capinera è un’accogliente gemma situata nel centro storico di Ferrara. Questo ristorante tradizionale è rinomato per la sua “Cappellacci di Zucca”, una pasta ripiena a forma di cappello, farcita con zucca, mostarda di frutta, amaretti e parmigiano. La delicatezza di questo piatto è un’esperienza culinaria imperdibile.
Ricetta dei Cappellacci di Zucca Ferraresi:
Ingredienti:
Per la pasta:
300 g di farina
3 uova
Per il ripieno:
500 g di zucca
100 g di mostarda di frutta
50 g di amaretti
50 g di parmigiano reggiano
Osteria del Gatto e la Volpe
L’Osteria del Gatto e la Volpe è un altro luogo incantevole per esplorare la cucina tipica ferrarese. Un piatto da non perdere è la “Salama da Sugo”, un insaccato stagionato servito in un ricco sugo di pomodoro e cipolla.
Ricetta della Salama da Sugo:
Ingredienti:
1 Salama da Sugo (circa 500 g)
1 cipolla
1 bottiglia di vino rosso
Passata di pomodoro
Olio d’oliva extra vergine
Sale e pepe
Ristorante Il Vegano
Se sei un amante della cucina vegetariana, il Ristorante Il Vegano ti stupirà con le sue versioni inventive dei piatti tradizionali. Prova il “Ciccio e Panza”, una versione vegana del piatto tipico ferrarese, il “Cicciolata”, che di solito contiene carne.
Ricetta del Ciccio e Panza Vegano:
Ingredienti:
Ciccioli di soia (disponibili in negozi di alimenti naturali)
Pane raffermo
Aglio
Prezzemolo
Pepe nero
Olio d’oliva
Osteria Sant’Anna
L’Osteria Sant’Anna è un’altra destinazione da non perdere, situata in un edificio storico. Gusta l’“Anguilla in Umido”, un piatto a base di anguilla cotta in una salsa di pomodoro ricca e speziata.
Ricetta dell’Anguilla in Umido:
Ingredienti:
1 anguilla fresca o affumicata
Passata di pomodoro
Aglio
Peperoncino
Olio d’oliva extra vergine
Sale e pepe
Ristorante San Romano
Il Ristorante San Romano è noto per i suoi piatti tradizionali ferraresi. Assapora un “Pasticcio di Maccheroni”, un piatto che combina maccheroni al forno con salsiccia e besciamella, il tutto gratinato al forno.
Ricetta del Pasticcio di Maccheroni:
Ingredienti:
Maccheroni
Salsiccia
Besciamella
Parmigiano reggiano grattugiato
Burro
Questi sono solo alcuni dei luoghi a Ferrara dove puoi scoprire i piatti tipici e gustosi di questa incantevole città. La cucina ferrarese è un viaggio attraverso la tradizione e la passione culinaria, un’esperienza che non deluderà gli amanti del buon cibo e del vino.
Pensiero personale
Ferrara è molto più di una città ricca di storia e arte che abbia frequentato di recente. È un luogo dove il cibo e il vino DOP e DOC sono espressione di una passione che risale a secoli fa. Da pane fragrante a vini raffinati, è un vero tesoro enogastronomico dell’Emilia-Romagna. Quando visiterete questa città affascinante, assicuratevi di concedervi una deliziosa esplorazione dei suoi piatti e vini tradizionali, e scoprirete che il gusto di Ferrara è una vera esperienza sensoriale.
Conoscenza delle vigne, rigenerazione dei suoli ed esposizioni: tre fattori fondamentali per affrontare le difficoltà delle ultime annate e per provare a delineare un andamento futuro.
Si è appena conclusa la vendemmia anche dell’Azienda Agricola Camparo di Diano d’Alba (CN). Per la famiglia Drocco, che in mezzo ai vigneti che coltiva vive e vinifica da quattro generazioni, è quindi venuto il tempo di fare un primo bilancio di un’annata della quale già molto si è parlato, non soltanto in questo lembo di Langa da Barolo.
Sin dall’inizio del ciclo vegetativo di quest’anno, il leitmotiv generale è stato quello delle difficoltà di gestione dei vigneti. A una primavera tra le più piovose degli ultimi decenni – che ha fatto registrare come conseguenza un’ondata di peronospora di grande intensità – è seguita una stagione estiva estremamente calda e siccitosa.
Tuttavia, nonostante le premesse e le previsioni fossero tutt’altro che rosee, a Camparo ci si dichiara comunque soddisfatti dei risultati: a fronte di un calo produttivo medio del 20% – che ha riguardato soprattutto la Barbera nel comune di Nizza Monferrato e che è stato, invece, meno evidente sul Nebbiolo nei comuni Langaroli di Diano, La Morra e Grinzane Cavour – la qualità dell’uva arrivata in cantina è stata decisamente soddisfacente, con alcol e fermentazioni nella norma. Nel complesso, la 2023 si va ad allineare, sul piano qualitativo, alla vendemmia 2022, un’annata caratterizzata soprattutto dalla mancanza di acqua e da temperature sopra la media ma che, ha dispetto delle previsioni, ha regalato risultati inattesi.
La famiglia Drocco non ha dubbi: “Lavorando con metodo biologico da ormai 23 anni, possiamo dire che qui l’esperienza e la conoscenza dei propri vigneti è indispensabile ed è un fattore che fa la differenza, soprattutto in momenti così critici in cui bisogna intervenire con efficacia ed immediatezza per combattere le malattie fungine”. L’azienda è, infatti, certificata dal 2000, tra le prime di tutte le Langhe e la prima del suo Comune di appartenenza.
Salvaguardia della biodiversità, sostenibilità e rigenerazione dei suoli costituiscono gli obiettivi da perseguire e si si possono raggiungere solo prestando quotidianamente la massima attenzione al vigneto e alla sua condizione sanitaria. In questo senso, le tecniche agronomiche adottate come inerbimento dei terreni e sovescio sono rivolte a ristrutturare il suolo, limitando al massimo l’evaporazione dell’acqua ed evitando fenomeni come il compattamento, l’asfissia, lo stress idrico.
Un altro aspetto importante per Camparo, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei vigneti di più recente acquisizione, è quello della loro esposizione. Rispetto ad un passato neanche troppo remoto, quando i migliori appezzamenti erano universalmente considerati i sorì, ovvero quelle parcelle esposte a mezzogiorno, oggigiorno, con gli effetti del cambiamento climatico che si fanno sempre più sensibili – temperature medie estive in costante aumento e fenomeni di escursione termica giorno-notte meno evidenti, cicli vegetativi anticipati e, conseguentemente, vendemmie anticipate di parecchie decadi, col rischio di maturità polifenoliche incomplete – si cercano esposizioni più fresche, rispetto alle tradizionali giaciture a sud e sud-ovest.
I vigneti.
I vigneti aziendali si estendono su 8 ettari dislocati nei comuni di Diano D’Alba – dove si trovano il corpo principale e la cantina -, La Morra e Grinzane Cavour. A questi si aggiungono altri 3 ettari di
recente acquisizione, e non ancora produttivi, a Nizza Monferrato. I vitigni coltivati sono Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis e Viognier.
Il Metaverso e il Mondo del vino e cibo: Esplorare Gusti e Terroir Virtuali
Di Carol Agostini
Nel contesto in continua evoluzione dell’era digitale, un nuovo e affascinante orizzonte si apre per il mondo del vino: il metaverso. Questa realtà virtuale in continua crescita offre opportunità di esplorare, apprezzare e persino degustare vini in modi che sfidano i confini tradizionali. Mentre il mondo del vino rimane strettamente legato al terroir e all’esperienza fisica, l’immersione nel metaverso presenta nuovi scenari affascinanti.
Il Terroir Virtuale e le Degustazioni Olografiche
Nel metaverso, l’idea di terroir, che rappresenta il connubio tra suolo, clima e coltivazione delle uve, può essere reinterpretata in modi innovativi. I produttori di vino possono creare terroir virtuali, ricreando digitalmente i paesaggi, i suoli e le condizioni climatiche che contribuiscono a creare i sapori unici dei loro vini.
Le degustazioni olografiche consentono ai partecipanti di assaporare vini virtuali, con simulazioni che riproducono i sapori, gli aromi e le sensazioni tattili di un bicchiere di vino. Questa esperienza sensoriale avanza la tradizionale degustazione di vini, consentendo ai consumatori di esplorare i vini da tutto il mondo senza lasciare il comfort delle proprie case.
Enoteche Digitali e Mercati Virtuali del Vino
Nel metaverso, le enoteche digitali fungono da spazi di socializzazione virtuali dove gli appassionati di vino possono incontrarsi, condividere esperienze e scoprire nuovi vini. Questi spazi consentono ai produttori di promuovere le proprie etichette, sia reali che virtuali, offrendo degustazioni e racconti coinvolgenti sul processo di produzione.
I mercati virtuali del vino offrono piattaforme di acquisto di vino digitali, con un’ampia selezione di etichette provenienti da tutto il mondo. Questi spazi consentono ai consumatori di esplorare e acquistare vini con facilità, creando ponti tra produttori e amanti del vino.
Eventi e Festival Virtuali del Vino
Mentre gli eventi fisici rimangono fondamentali per l’industria vinicola, gli eventi e i festival virtuali del vino stanno guadagnando popolarità. Queste manifestazioni consentono a migliaia di partecipanti da tutto il mondo di connettersi per scoprire nuove etichette, partecipare a seminari, ascoltare esperti e, naturalmente, degustare vini virtuali.
Gli Aspetti Etici e Sostenibili del Metaverso del Vino
Mentre l’esperienza virtuale offre una serie di vantaggi, il mondo del vino non è immune alle sfide etiche e sostenibili legate alla digitalizzazione. La produzione e la gestione delle piattaforme virtuali richiedono risorse elettriche considerevoli e possono sollevare questioni relative alla sostenibilità ambientale.
Tuttavia, questo nuovo orizzonte digitale apre anche opportunità per promuovere pratiche sostenibili nel mondo del vino. La riduzione dei trasporti, delle bottiglie fisiche e dei rifiuti correlati all’imballaggio potrebbe contribuire a una riduzione complessiva dell’impatto ambientale.
Il metaverso del vino offre un nuovo modo di esplorare l’universo del vino, sfidando le tradizioni e creando opportunità per produttori e consumatori. La sua crescita continua rappresenta una testimonianza del potenziale innovativo del settore vinicolo e delle infinite possibilità di esplorare, degustare e condividere il vino in modi che una volta sembravano appartenere esclusivamente al mondo reale.
Gli Aspetti Etici e Sostenibili del Metaverso del Vino
Mentre l’esperienza virtuale offre una serie di vantaggi, il mondo del vino non è immune alle sfide etiche e sostenibili legate alla digitalizzazione. La produzione e la gestione delle piattaforme virtuali richiedono risorse elettriche considerevoli e possono sollevare questioni relative alla sostenibilità ambientale.
Tuttavia, questo nuovo orizzonte digitale apre anche opportunità per promuovere pratiche sostenibili nel mondo del vino. La riduzione dei trasporti, delle bottiglie fisiche e dei rifiuti correlati all’imballaggio potrebbe contribuire a una riduzione complessiva dell’impatto ambientale.
La Crescita e il Futuro del Metaverso del Vino
Mentre il metaverso del vino è ancora in fase embrionale, il suo potenziale è promettente. Man mano che le tecnologie immersiva e la connettività migliorano, ci si può aspettare una crescita significativa in questo settore. I produttori, i sommelier e gli appassionati di vino stanno già sperimentando nuove possibilità attraverso eventi virtuali e degustazioni in realtà virtuale.
Il futuro del metaverso del vino potrebbe vedere una fusione sempre più stretta tra le esperienze virtuali e fisiche. Gli appassionati potrebbero partecipare a eventi virtuali per scoprire nuovi vini e poi visitare fisicamente le cantine per un’esperienza più tangibile. Questa ibridazione potrebbe ampliare ulteriormente il mondo del vino e coinvolgere un pubblico ancora più vasto.
Riflessione personale: il metaverso del vino rappresenta una delle affascinanti sinergie tra tradizione e tecnologia. Mentre il terroir e l’esperienza fisica rimarranno fondamentali per il mondo del vino, il metaverso offre nuove modalità di esplorazione, degustazione e condivisione del vino. Questa evoluzione digitale amplia gli orizzonti del settore vinicolo e promette di soddisfare l’appetito degli amanti del vino per l’innovazione e l’esplorazione continua.
Il Metaverso: Un Viaggio nel Futuro della Realtà Virtuale
Nel mondo digitale in continua evoluzione, il termine “metaverso” è diventato sempre più comune, catturando l’immaginazione delle persone e aprendo le porte a nuove possibilità. Ma cos’è esattamente il metaverso?
Un Universo Virtuale Integrato
Il metaverso è un universo virtuale completamente integrato, in cui gli utenti possono immergersi, comunicare e interagire attraverso avatar digitali. Questo spazio digitale è molto più di un videogioco o di una simulazione; è un mondo in cui le persone possono lavorare, socializzare, creare, esplorare e sperimentare una vasta gamma di attività.
Realtà Virtuale e Aumentata
Il metaverso incorpora sia la realtà virtuale (RV) che la realtà aumentata (RA). Nella RV, gli utenti sono completamente immersi in ambienti digitali, mentre nella RA, elementi virtuali si sovrappongono al mondo reale. Questa convergenza tra RV e RA offre infinite opportunità.
L’Impatto su Diversi Settori
Il metaverso sta influenzando numerosi settori, tra cui il mondo del lavoro, dell’intrattenimento, dell’istruzione e anche del vino, come discusso in precedenza. Le aziende stanno sperimentando nuovi modi di interagire con i clienti, mentre gli educatori stanno portando l’apprendimento in spazi virtuali. Le possibilità sono infinite.
Un Mondo di Opportunità e Sfide
Il metaverso offre infinite opportunità, ma anche sfide uniche. La privacy e la sicurezza digitale sono questioni cruciali. Inoltre, l’accesso a queste esperienze digitali deve essere equo e inclusivo, al fine di non escludere nessuno.
Il Futuro del Metaverso
Il futuro del metaverso è aperto a molte interpretazioni. Molte aziende stanno investendo ingenti risorse nello sviluppo di queste realtà digitali, mentre gli utenti stanno iniziando a esplorare i confini di questo nuovo universo. Con il progresso tecnologico, il metaverso promette di essere una parte sempre più integrata della nostra vita quotidiana, offrendo esperienze mai viste prima. Riflessione personale: rappresenta un nuovo orizzonte digitale in cui l’immaginazione e la tecnologia convergono, aprendo infinite possibilità. Mentre il mondo reale rimane il nostro punto di riferimento principale, il metaverso offre uno spazio parallelo in cui possiamo sognare, lavorare e connetterci con gli altri in modi mai sperimentati prima.
Il Metaverso e il Cibo: L’Innovazione Culinaria nell’Era Digitale
Negli ultimi anni, il concetto di metaverso ha fatto il suo ingresso nella nostra coscienza collettiva grazie a visionari del settore tecnologico e a grandi aziende come Meta, ex Facebook, che stanno investendo pesantemente in questa nuova frontiera digitale. Ma come si lega il metaverso al mondo del cibo e della gastronomia? E quali sono le implicazioni di questa connessione per il futuro dell’alimentazione e della ristorazione?
L’Influenza del Metaverso sulla Cucina e il Food
Il metaverso ha iniziato a permeare anche il mondo del cibo, aprendo nuove possibilità e prospettive inaspettate. Vediamo come:
Esperienze gastronomiche virtuali: Alcuni ristoranti e chef stanno esplorando il metaverso per creare esperienze culinarie virtuali. Gli utenti possono partecipare a cene virtuali, imparare a cucinare da chef stellati e persino esplorare piantagioni virtuali. Questo apre nuove opportunità per l’industria alimentare di raggiungere un pubblico globale.
Condivisione di ricette e lezioni di cucina: Gli utenti del metaverso possono condividere ricette, organizzare lezioni di cucina virtuali e partecipare a concorsi di cucina digitali. Questo favorisce lo scambio globale di idee culinarie e la diffusione di tradizioni gastronomiche provenienti da tutto il mondo. Ristoranti virtuali: Alcuni imprenditori hanno aperto ristoranti esclusivamente virtuali nel metaverso. Qui, gli chef digitali preparano pasti virtuali, che i clienti possono gustare tramite avatar. Questo solleva interessanti questioni sulla natura dell’esperienza culinaria e della condivisione del cibo. Esplorazione delle catene alimentari: Il metaverso offre l’opportunità di esplorare le catene alimentari in modi nuovi ed educativi. Gli utenti possono immergersi in simulazioni per comprendere meglio l’origine dei cibi, la loro produzione e il loro impatto ambientale.
Cosa significa tutto ciò per il futuro dell’alimentazione?
Sebbene il metaverso stia ancora prendendo piede, le implicazioni per il settore alimentare sono intriganti. Ciò potrebbe portare a una maggiore consapevolezza sulla provenienza dei cibi, sull’adozione di diete più sostenibili e sulla condivisione globale di tradizioni culinarie. Tuttavia, ci sono anche sfide da affrontare, come la necessità di garantire standard di sicurezza alimentare nei ristoranti virtuali.
Riflessione personale: offre un’opportunità unica per trasformare la nostra relazione con il cibo e per aprire nuove prospettive nella gastronomia. Come questo influenzerà la nostra dieta quotidiana rimane da vedere, ma è certo che stiamo entrando in un’era in cui il cibo virtuale e reale si fondono in modi sorprendenti.
Prosecco: un tesoro enologico d’Italia da Aureliano Acanti
Di Carol Agostini
Il Prosecco, uno dei tesori enologici d’Italia, non è solo un vino. È una tradizione millenaria, un paesaggio mozzafiato e un’eccellenza enologica che ha conquistato il mondo. Da Conegliano e Valdobbiadene, le colline Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, al calice che brilla nelle mani di chiunque celebri un momento speciale, il Prosecco ha una storia da raccontare.
Storia
La storia di questo vino risale all’antichità, quando i Romani, abili vignaioli, coltivavano la vite nei colli veneti. Il nome “Prosecco” deriva dalla città di Prosecco, situata tra Trieste e Gorizia, dove questa varietà di uva era originariamente coltivata. Tuttavia, nel tempo, la produzione si è spostata nelle colline intorno a Conegliano e Valdobbiadene, nella regione del Veneto.
La prima menzione documentata risale al 1754, quando il naturalista italiano Aureliano Acanti lo citò in un suo scritto. Nel corso dei secoli successivi, la produzione di codesto si è consolidata nella regione del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.
Territorio
Le colline di Conegliano e Valdobbiadene, in provincia di Treviso, sono considerate il cuore del territorio di produzione del vino in questione. Queste colline sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019, grazie alla loro importanza storica e alla bellezza del paesaggio. Il clima mite, il suolo ricco di minerali e l’altitudine moderata conferiscono alle uve Glera, utilizzate per produrre il Prosecco, le condizioni ideali per esprimere il loro potenziale aromatico.
Produzione Artigianale e Metodologia
E’ prodotto principalmente con l’uva Glera, ma può essere affiancato da piccole percentuali di altri vitigni come il Bianchetta, il Verdiso, il Perera e il Glera Lunga. La vinificazione prevede una fermentazione in acciaio inox, che conserva le caratteristiche aromatiche dell’uva, e una seconda fermentazione in autoclave, responsabile della spumosità del vino.
Il Prosecco è disponibile in diverse varianti:
1. Prosecco Tranquillo: Senza effervescenza, simile a un vino bianco tradizionale.
2. Prosecco Frizzante: Leggermente frizzante, con bollicine più sottili.
3. Prosecco Spumante: Totalmente spumante, con bollicine fini e persistenti.
4. Prosecco Superiore: Prodotto nelle colline più prestigiose, offre una qualità superiore.
Caratteristiche organolettiche generali
Questo vino spumante si caratterizza per il suo gusto fruttato e fresco, con note di mela verde, pera e fiori bianchi. La sua acidità equilibrata lo rende un compagno ideale per l’aperitivo, ma è altrettanto adatto a essere abbinato a piatti leggeri, come frutti di mare, antipasti e formaggi freschi.
Uno dei segreti del suo successo è la sua versatilità. È spesso utilizzato nella preparazione di cocktail famosi come l’Aperol Spritz, che ha contribuito a promuovere ulteriormente la bevanda. E’ adatto anche come base per cocktail creativi e rinfrescanti.
Il vino Prosecco ha guadagnato un seguito appassionato e, grazie alla sua accessibilità e prezzo relativamente contenuto, è diventato una scelta popolare per molte celebrazioni e occasioni speciali. La sua crescita costante nell’interesse dei consumatori e la sua presenza in tutto il mondo dimostrano che è destinato a rimanere uno dei vini italiani più amati e iconici.
Statistiche Globali
Il Prosecco è uno dei vini più popolari al mondo, con un tasso di crescita delle esportazioni notevole. Nel 2020, l’Italia ha esportato oltre 459 milioni di bottiglie di Prosecco, con gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania tra i principali mercati di destinazione. Questo vino è diventato sinonimo di celebrazione e gioia, spesso servito in occasioni speciali.
Leggi di Produzione e Classificazione
Il Prosecco è regolamentato da rigide leggi di produzione. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) e la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) stabiliscono i requisiti per la produzione del Prosecco. La DOCG Prosecco Superiore ha norme più severe e copre le colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Divulgazione generica
Numerosi testi letterari, storici e enologici che trattano del Prosecco e della sua storia, anche le guide come la popolare “Gambero Rosso” spesso recensiscono e valutano vini inclusi quelli a base di Prosecco. Molte opere culinarie includono suggerimenti su come abbinare questo vino a piatti specifici, offrendo idee su come gustare al meglio il Prosecco in combinazione con la cucina
Aforismi e Frasi Storiche
Il Prosecco ha ispirato aforismi e frasi celebri nel corso del tempo
• “Nel Prosecco, trovo la felicità.” – Anonimo
• “L’effervescenza del Prosecco è la gioia in una bottiglia.” – Sophia Loren
• “Niente può rendere più speciale un momento di festa come una bottiglia di Prosecco aperta.” – Ernest Hemingway
Prosecco Bottega al Vertice delle Vendite nei Duty Free: Un Successo Veneto Celebrato da Luca Zaia
In una dimostrazione di eccellenza enologica, il Prosecco continua a raggiungere vette sempre più alte, riscuotendo successo nei mercati internazionali e dimostrando di essere un tesoro di inestimabile valore per la regione Veneto. Questa affermazione giunge dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, mentre celebra il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC, che ha guadagnato il prestigioso titolo di leader nel settore “Champagne e spumanti” per le vendite nei duty free internazionali, secondo il recente ranking IWSR 2022.
Il Presidente Zaia ha evidenziato l’importanza di questo risultato, sottolineando come il Prosecco, nel corso degli anni, sia passato da semplice tendenza a fenomeno globale di grande rilievo. Il successo del Prosecco non è legato soltanto all’eccezionale qualità del prodotto, ma anche alla dedizione e all’impegno degli imprenditori vinicoli veneti, che hanno sfidato con successo i giganti della produzione di vino oltre confine.
I dati IWSR rappresentano un punto di riferimento nel settore delle bevande alcoliche, offrendo approfondite analisi sul consumo e sulle tendenze globali.
Zaia ha affermato: “Questo risultato riflette chiaramente come il Prosecco sia passato da semplice moda a una realtà consolidata nei mercati mondiali. Ha fidelizzato milioni di consumatori in tutto il mondo grazie alla qualità straordinaria del nostro vino e all’abilità dei nostri produttori, individui illuminati che hanno portato non solo il prodotto ma anche la cultura e l’identità del nostro territorio all’estero. Le aziende venete svolgono ora un ruolo di ambasciatori per l’intera regione, e il successo del Prosecco sta aprendo nuove porte per le altre produzioni tipiche, contribuendo a posizionare il Veneto come punto di riferimento nell’export agroalimentare.”
Inoltre, Zaia ha menzionato un fenomeno relativamente nuovo: il turismo enogastronomico estero, che sta registrando una crescita straordinaria verso il territorio veneto. Questo modello, incentrato sulla sostenibilità e l’ecologia, sta diventando uno strumento fondamentale per la promozione delle Colline del Prosecco e di altre zone regionali.
Il trionfo di Bottega Gold Prosecco DOC rappresenta un capitolo ineguagliabile nella storia di successo del Prosecco veneto, dimostrando come il vino possa diventare un ambasciatore culturale e commerciale della regione, portando l’arte dell’enologia veneta a nuovi livelli di prestigio.
Nata nel 1946, in un’epoca segnata dalle conseguenze del secondo conflitto mondiale, la Confraternita del Valdobbiadene D.O.C.G. si ergeva come baluardo contro l’abbandono dei vigneti e come faro di supporto morale e materiale per gli agricoltori. Da allora, la Confraternita si è fatta portavoce di una missione chiara: lo sviluppo e la promozione del rinomato Valdobbiadene D.O.C.G.
Composta da esperti enologi e da figure autorevoli del mondo vitivinicolo, la Confraternita rappresenta oggi una sorta di università del Prosecco. Il suo impegno si estende ben oltre il semplice amore per il vino; si tratta di un’autentica dedizione a un’arte millenaria e all’essenza stessa del territorio.
La Confraternita lavora instancabilmente per creare un legame indissolubile tra le persone, le cantine, il territorio e il suo prodotto di punta, il Valdobbiadene D.O.C.G. Questo legame non è solo una questione di commercio, ma un patto di reciproca crescita, dove il territorio fornisce il frutto e l’identità, mentre le persone e le cantine lo trasformano in un’opera d’arte da condividere con il mondo.
Questa storica Confraternita rappresenta una testimonianza tangibile del potere dell’unione e della passione quando si tratta di preservare e promuovere un vino di eccellenza. Nel cuore delle colline di Valdobbiadene, queste personalità illuminate lavorano instancabilmente per garantire che il Valdobbiadene D.O.C.G. continui a brillare come un gioiello dell’enologia italiana, unendo il passato all’avvenire attraverso il potere del Prosecco.
Da oltre settant’anni, la Confraternita di Valdobbiadene (precedentemente nota come Confraternita del Prosecco) si è impegnata a vigilare e promuovere un prodotto che va ben oltre il semplice vino, rappresentando anche storia, tradizione e passione. La sua missione, fin dall’inizio, è stata quella di trasmettere l’impegno, la dedizione e l’amore per questa terra e il suo nettare prezioso.
Il Gran Maestro della Confraternita ha sottolineato come l’attività della Confraternita abbia contribuito a preservare e arricchire la cultura degli uomini che hanno reso possibile il successo economico di questo vino. Questo vino, che si presta così bene alle parole di Luigi Veronelli,“comincia sempre col rifiutarsi” e si concede solo a coloro che desiderano comprenderne l’anima oltre al corpo.
Le radici della Confraternita affondano in gran parte nelle condizioni difficili del periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. In quel contesto, il settore vitivinicolo era minacciato dall’esodo degli agricoltori dalla collina verso lavori più remunerativi e sicuri nella pianura. Ciò portava al rischio di abbandono totale dei vigneti, minacciando la perdita di un patrimonio che solo l’uomo poteva tramandare.
Per evitare questa catastrofe, sono state necessarie azioni concrete e protettive, non solo dal punto di vista morale ma soprattutto materiale. I fondatori di quella che sarebbe diventata la Confraternita di Valdobbiadene non hanno lesinato sforzi nell’offrire assistenza tecnica e professionale, aiutando gli agricoltori a superare quel difficile periodo.
Negli anni, la Confraternita ha assunto il ruolo di un’autentica università del Prosecco. La sede della Confraternita, ricavata da una vecchia cantina a volta, ospita una collezione di bottiglie rari, alcune risalenti al lontano 1919, che costituiscono una testimonianza storica dell’evoluzione del vino nella regione.
La Confraternita è cresciuta nel tempo e oggi conta tra i suoi membri tecnici e figure di spicco del settore vitivinicolo, tutti impegnati nell’obiettivo di sviluppare il sodalizio e, soprattutto, di accrescere il prestigio del Prosecco e del suo territorio. La Confraternita di Valdobbiadene è diventata un faro di passione, tradizione e dedizione per il mondo del Prosecco, difendendone l’identità e promuovendone l’eccellenza attraverso i decenni.
La Bottiglia Selezione 2023 Presentata con Pompa e Stile dalla Confraternita
Nella pittoresca cornice di Valdobbiadene, terra del rinomato Prosecco, la Confraternita di Valdobbiadene ha svelato con orgoglio la Bottiglia di Valdobbiadene D.O.C.G. selezionata per il 2023. Questo evento di risonanza ha visto la Bottiglia del confratello Mirco Balliana, dell’azienda agricola Andreola, essere eletta come ambasciatrice ufficiale della tipicità e della qualità dell’annata.
La cerimonia ufficiale, svoltasi ieri sera con la partecipazione di numerose autorità, è stata un’occasione emozionante e carica di significato. Per presentare con stile la Bottiglia scelta per il 2023, la Confraternita di Valdobbiadene ha scelto la terrazza del ‘Municipio 1815 Boutique Hotel’ a San Pietro di Barbozza, uno scenario iconico che rappresenta la bellezza senza tempo di questa regione vinicola.
Tra i partecipanti all’evento figuravano il Gran Maestro Enrico Bortolomiol, accompagnato da una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti in eleganti mantelli scarlatti, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., Elvira Bortolomiol, la vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e amministratori locali.
Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha aperto la cerimonia con parole di orgoglio e gratitudine, sottolineando il ruolo centrale della Confraternita nel promuovere la tipicità e la qualità del Valdobbiadene D.O.C.G. Oltre a essere un’etichetta di Valdobbiadene D.O.C.G. extra dry per l’annata vendemmiale 2022, la Bottiglia selezionata rappresenta l’identità di questa terra generosa e unica.
Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco D.O.C.G., ha sottolineato l’importanza della Confraternita nel tracciare le linee guida per la viticoltura e l’enologia, contribuendo così a preservare la qualità del Conegliano Valdobbiadene D.O.C.G. La vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, ha sottolineato la visione condivisa tra la Confraternita e la Strada del Prosecco, entrambe impegnate nella promozione del territorio con serietà e rispetto.
Anche l‘assessore al turismo del Comune di Valdobbiadene, Marco Miotto, ha elogiato il ruolo della Confraternita nel promuovere il Valdobbiadene D.O.C.G. e nel richiamare turisti da tutto il mondo nelle colline circostanti.
La Bottiglia selezionata per il 2023 è stata scelta dai Confratelli enologi attraverso una degustazione alla cieca. Prodotta da Mirco Balliana dell’azienda agricola Andreola, questa bottiglia è destinata a diventare un ambasciatore ufficiale per un anno, rappresentando il meglio dell’annata. Mirco Balliana ha descritto la bottiglia come un’opera di complessità aromatica, caratterizzata da una bolla fine e croccante, e il risultato delle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene. Il Gran Maestro Enrico Bortolomiol ha concluso: “La Bottiglia della Confraternita diventa dunque veicolo e summa della qualità di un prodotto di eccellenza.”
La Confraternita di Valdobbiadene è la prima di questo genere in Italia e non a carattere religioso. Fondata da enologi visionari come Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo, la Confraternita ha una lunga storia di passione e impegno per la qualità del prodotto e il rispetto dell’ambiente. La Bottiglia selezione 2023, veicolo per la conoscenza del Valdobbiadene D.O.C.G., è già disponibile sul mercato, distribuita dall’azienda agricola Andreola. Un totale di cinquemila etichette numerate e contraddistinte dal logo della Confraternità di Valdobbiadene rappresentano i valori e la cultura di una regione che vanta con orgoglio il riconoscimento UNESCO. http://www.confraternitadivaldobbiadene.it
Questo articolo è scritto da una champagnista che vive in zona prosecchista
Come nasce la Vernaccia di San Gimignano, il Disciplinare di produzione che tutela la Denominazione
Redazione – Carol Agostini
Sapete che per produrre un vino che possa ricevere la Denominazione Vernaccia di San Gimignano è necessario seguire un Disciplinare di produzione?
Forse per gli addetti ai lavori del mondo del vino o anche per chi semplicemente ha già vissuto esperienze di degustazione in cantina, questo può sembrare scontato. Ma per gli appassionati di vino “meno esperti” può essere interessante scoprire che tutte le grandi Denominazioni hanno delle regole ben precise per la produzione.
Così è anche per la nostra Vernaccia di San Gimignano!
I principi del Disciplinare sono fondamentali per preservare tutte le caratteristiche che rendono la Regina Bianca unica come:
LA SUA STORIA:
Quello della Vernaccia di San Gimignano è il vitigno autoctono per eccellenza. Un esempio di viticoltura pregiata che rende famosa San Gimignano sin dal Medioevo.
IL SUO TERRITORIO:
Solo le uve a bacca bianca autorizzate coltivate nel territorio del Comune di San Gimignano possono essere utilizzate per produrre vini di Denominazione.
LE SUE TIPOLOGIE:
La grande capacità di evoluzione della Vernaccia di San Gimignano ci permette di produrne due tipologie: Annata e Riserva.
Per tutti gli appassionati di bollicine oltralpe una manifestazione da non perdere assolutamente è quella organizzata da Società Excellence, associazione che racchiude ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani: Modena Champagne Experience.
Di Elsa Leandri
In questa edizione che si è svolta il 15-16 ottobre 2023 erano presenti ben 176 produttori tra grandi maison e piccoli produttori offrendo la possibilità di spaziare dalla Montagne di Reims alla Côte des Bar, dalla Vallée de la Marne alla Côte des Blancs.
L’ambiente è effervescente, tutti sono stregati dagli champagne e volano da una postazione all’altra come api alla ricerca del nettare. In questa occasione tutti i gusti e tutti i palati vengono soddisfatti: champagne più verticali, altri più orizzontali, monovitigni o uvaggi, millesimati o sans année, nature o brut creano un fascinoso dedalo.
Di fronte a questa manifestazione non si può farci trovare impreparati soprattutto quando siamo costretti a viverla e a concentrarla in un unico giorno e il nostro obiettivo quest’anno è stato quello di andare alla ricerca di quelle etichette un po’ meno conosciute, della qualità, della chicca e, in effetti, qualcuna ne abbiamo trovata!
Vi conduco quindi nel nostro viaggio saltando da una bolla e all’altra!
Grandi Maison
Champagne Virginie T.
Questa Maison è situata ai piedi della Montagne de Reims, più precisamente a Sillery. L’azienda nasce nel 2008 quando Virginie Taittinger decide di distaccarsi dalla celebre maison Taittinger nel quale ha affiancato il padre per diversi anni per poter proporre la propria interpretazione dello champagne. Dal 2015 è entrato nell’organico della cantina anche suo figlio Ferdinand Pougatch- Taittinger a cui dobbiamo un’ulteriore lettura di questo nettare degli dei e che ci ha attratto.
L’Extra Brut Blanc de Noirs 2015(66% Pinot Noir, 34% Meunier) seduce per la sua verticalità con la piccola frutta rossa e le leggere note di viennoiserie che accompagnano il sorso stuzzicato da un’elegante effervescenza. Promette un elevato potenziale evolutivo. Il Brut Nature Vintage 2009 (70% Pinot Noir, 10% Meunier, 20% Chardonnay) con i suoi 120 mesi di affinamento sui lieviti offre un impatto molto complesso con dei sentori di agrume candito e di ananas essiccato su un sottofondo di pasticceria. Ideale per accompagnare un piatto gastronomico.
Côte des Bar
Forse la zona che meno attrae ai più perché considerata “meno vocata” ma per noi questa è la nostra zona di “casa” e abbiamo trovato veramente delle piccole pepite.
Domaine La Borderie
Quest’azienda, che si trova a Bar Sur Seine, abbiamo avuto modo di conoscerla nella Route du Champagne en Fête del 2019 e oggi si è confermata per il suo elevato standard qualitativo che Simon e Marie Normand attenzionano continuamente.
Extra-Brut Trois Contrées (70% Pinot Noir, 23% Chardonnay, 7% Pinot Blanc) ottenuto da uve provenienti da tre parcelle dei tre villaggi Bar sur Seine, Merrey sur Arce e Ville sur Arce subisce un affinamento sui lieviti di 30 mesi. La vendemmia base è quella del 2020 a cui sono stati aggiunti un 20% di vins de réserve. La bocca è tesa con dei sentori di fragoline di bosco e floreali. Effervescenza appagante. Le Devoix Coteaux Champenois Rouge 2019 (100% Pinot Noir) Fuori dal coro questa bottiglia che propone il pinot nero vinificato in rosso con una maturazione di 10 mesi in botte. Altamente seducente! La ciliegia polposa e i tannini setosi accarezzano il palato offrendo un pieno sorso dalla lunga persistenza.
Champagne Erick Schreiber
Erick è tra i pionieri della biodinamica in questa regione. Già dal 1990 ha sposato questa filosofia per far sì che la pianta possa ottenere beneficio sia dalla terra che dal sole e dagli astri permettendo in questo modo di far raggiungere alla pianta un’armonia con il cosmo.
Tutta la linea proposta è molto interessante ma quello che ci ha emozionato maggiormente è stato il Blanc de Blancs Extra Brut “Linea Millésime” 2018 (100% Chardonnay) con i suoi sentori di ginestra, di pesca, pompelmo e pasticceria. Effluvi di pepe bianco in chiusura. Ingresso ampio e strutturato con una lunga chiusura fruttata.
Champagne Pierre Gerbais
Siamo a Celles sur Ource un paese in cui si ha un’elevata produzione di Pinot Bianco che la maison Pierre Gerbais vinifica anche in purezza raggiungendo a nostro avviso il culmine in La Loge in cui le note floreali di gelsomino e mughetto accompagnano i ricordi fruttati di lime e pesca gialla, la leggera speziatura ne completa il profilo. Bella tensione e mineralità in bocca.
Côte des Blancs
Champagne Albert Lebrun
Fondata nel 1860 nasce in uno dei più rinomati Grand Cru della Côte des Blancs, Avize. Dal 2003 l’azienda, pur mantenendo il nome storico, è passata sotto la guida della maison Rapeneau. Possiede 200 ettari alcuni dei quali, impiantati a meunier, sono posti nella zona vocata di Vandières nella Vallée de La Marne. Nonostante che la cantina fosse nella zona della Côte des Blancs noi siamo stati sedotti proprio dal Meunier in purezza.
Bio Brut(100% Meunier, 15% di vin de réserve) offre una pura espressione del vitigno con sentori di mirabelle, pesca , nocciola. Al palato si distende in modo elegante e attrattivo.
Champagne Hélène Beaugrand
La zona di Montgueux è quella forse meno ricordata ma viene pur sempre spesso indicata come la “Montrachet de Champagne”. È qui che Hélène dal 2018 avendo ereditato tre ettari di vigneto ha fondato il suo proprio Domaine nel quale l’unico protagonista è lo chardonnay.
Derrière la Cabane- Blanc de Blancs extra brut (100% chardonnay) si basa sulla vendemmia 2018 a cui sono stati aggiunti i vini di riserva. I vigneti sono impiantati in collina a piena esposizione sud con un terreno ricco di silex e turoniano. Ne deriva uno champagne con un profilo aromatico ben associabile allo Chardonnay con una freschezza agrumata che sostiene una lunga persistenza in bocca.
Montagne de Reims
Champagne Sylvie Moreau
La storia di questa cantina nasce nel 1962 quando André, il padre di Sylvie, decide di impiantare le prime vigne nel comune di Saint Euphraise sotto gli occhi increduli delle persone più anziane. Questa lungimiranza è stata ripagata nel corso del tempo e ora la cantina, che conta 3 ha di vigneto, è sotto la guida di Sylvie e del marito Olivier. La loro grande attenzione verso il territorio e l’uva gli spinge alla conversione biologica, label di cui sono stati insigniti nel 2023, e all’individuare una selezione di grandi vini prodotti dalla cantina che andranno a costituire delle bottiglie effimere sotto il termine “Edition”.
Collection Privée Edition n06 sélection de 1480 bouteilles
Solo 1480 bottiglie con la vendemmia 2011 costituito da 50% pinot nero e 50% chardonnay e una sosta sui lieviti di 103 mesi. Elegante e ampio al naso con sentori di pasticceria che accompagnano le note fruttate e floreali. Grande struttura in bocca che si espande e si proietta su un’elevata lunghezza di bocca.
Vallée de la Marne
Champagne Bourgeois-Diaz
Attualmente alla gestione della cantina e dei 6,80 ettari ci sono Jerome e sua moglie Charlotte. Siamo a Crouttes Sur Marne in cui il Meunier regna incontrastato. Elevata attenzione nella sia in vigna che in cantina e la conduzione biodinamica permettono di offrire dei prodotti eccellenti.
Tra tutti è Les Justices 2018(100% meunier), prodotto per la prima volta nel 2022, che ci ha rapito il cuore. La vinificazione viene effettuata in due uova di cemento orizzontali di 350 litri e in seguito ad un affinamento sui lieviti di 30 mesi otteniamo un vino da una complessità aromatica importante, quasi con echi ossidativi, con ricordi di albicocca in confettura, mirabelle, scorza di pompelmo che si intrecciano a echi di pasticceria. La controllata vivacità si dissolve lentamente in bocca proiettandoci con la mente su abbinamenti gastronomici.
Champagne Roulot-Fournier
Nel cuore della Vallée de la Marne, più precisamente a Festigny, Richard e Nathalie Roulot conducono i loro 8 ettari impiantati principalmente a Meunier, vitigno rappresentativo di tale zona. Come molte cantine si sono fregiati della certificazione HVE (Haute Valeur Environnementale) e di quella VDC (Viticulture Durable en Champagne)indice di un massimo rispetto per il proprio ambiente così da ottenere dell’uva sana.
La Cuvée Tradition Brut Nature (100% Meunier) pur essendo il vino d’entrata della maison dischiude già tutti i sentori tipici del vitigno: albicocca, pesca, scorza di agrume, acacia e tiglio. Struttura e lunghezza di bocca fanno di questo prodotto un ottimo entry level.
Non ci rimane che aspettare impazientemente la prossima edizione nel 2024, ma nel frattempo ricordatevi di festeggiare lo Champagne Day il 27 ottobre 2023!