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  • La Deontologia nel produrre vino 2022

    La Deontologia nel produrre vino 2022

    La Deontologia nel produrre vino 2022.

    Di Elsa Leandri

    Avreste mai immaginato di parlare di deontologia nel vino? sarebbe irreale pensare che il senso del dovere sia lontano dal mondo enologico.

    Anche in questa pratica ci vuole un “codice deontologico”, che ogni produttore dovrebbe applicare. Per fortuna esistono già molte realtà che se ne sono dotate, addirittura Donatella Quaroni, proprietaria della Tenuta Borgolano in Oltrepò Pavese, ci crede così tanto che ha dedicato ben due etichette a questo termine: Dhéon Brut e Dhéon Extra Dry.

    Cos’è la deontologia?

    Se apriamo l’enciclopedia Treccani e andiamo sotto la voce Deontologia troviamo la seguente definizione “[comp. del gr. (τό) δέον -οντος «il dovere» e -logia]. – Termine filosofico coniato, nella forma ingl. deontology, da J. Bentham (1748-1832) per designare la sua dottrina utilitaristica dei doveri, passato poi a indicare lo studio (empirico) di determinati doveri in rapporto a particolari situazioni sociali.”

    J. Bentham è stato quindi il primo a coniare questo termine per mettere l’accento su ciò che è giusto e conveniente fare in ogni occasione. Tale pensiero è stato ripreso dal suo contemporaneo I. Kant secondo il quale è necessario seguire una serie di principi stabiliti da un sistema etico che dipenda da una logica inconfutabile volta a stabilire la differenza tra bene e male, non curandosi delle conseguenze delle azioni ma unicamente che l’azione in se stessa sia morale.

    A. Schopenhauer, altro filosofo che si occupò del concetto di deontologia, dissente dalla visione kantiana in quanto afferma che il dovere ha senso solo se in relazione a una promessa di premio o alla minaccia di un castigo.

    Se questa è la visione filosofica, passiamo ora a definire che cosa si intende per codice deontologico nella realtà di una professione, qualsiasi essa sia. In questo caso facciamo riferimento all’insieme delle regole comportamentali che devono essere seguite dai professionisti in modo da non ledere la salute o la dignità degli altri. Si pensi per esempio al codice deontologico dei medici, farmacisti, chimici o avvocati. Anche il mondo vitivinicolo è legato a norme e doveri che devono (dovrebbero) essere necessariamente rispettati.

    La Deontologia nel produrre vino 2022 Tenuta Borgolano
    La Deontologia nel produrre vino 2022 Tenuta Borgolano

    Deontologia nel vino

    In passato non sono mancate situazioni in cui questi principi siano venuti meno, basti pensare per esempio al caso del 1986 che determinò la morte di ben 23 persone nonché a situazioni ancora attuali di contraffazione di vino, come nel 2020 la produzione di bottiglie di Sassicaia, Brunello di Montalcino e Bolgheri falsificate e vendute in Cina o al recente episodio che ha visto protagonista la creazione di un fittizio Château bordolese, Château Shunyilifei, che dichiarava in etichetta di aver addirittura ceduto, in seguito a una contesa giudiziaria del 1758, 15 ettari al celeberrimo Château Lafite Rothschild.

    Per fortuna molti viticoltori si demarcano da queste situazioni e affermano con forza il loro rispetto per le regole. Donatella Quaroni, proprietaria della Tenuta Borgolano, ne è un esempio tanto che ha dedicato due delle sue bottiglie proprio alla “deontologia”.

    Donatella Quaroni e Tenuta Borgolano

    Alcuni vini di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni
    Alcuni vini di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Donatella è figlia del territorio dell’Oltrepò Pavese. Lei, fiera del soprannome che le è stato dato da Paolo Brera, Donna Bonarda, si definisce come una persona cocciuta, rigorosa e precisa, condizioni necessarie per poter fare un lavoro attento in cantina e per poter ottenere delle soddisfazioni.

    Bollicine di Pinot Nero Metodo Martinotti Tenuta Borgolano
    Bollicine di Pinot Nero Metodo Martinotti Tenuta Borgolano

    Nel 1992 prende le redini dell’azienda di famiglia, nata nel 1903, a Montescano in Provincia di Pavia e la nomina Tenuta Borgolano, il cui nome deriva dal nome del posto, Burlan in dialetto.

    I nonni di Donatella hanno iniziato questa avventura, coltivando la vite e vendendola, ma è stato suo padre che ha iniziato a proporre il loro vino in città importanti quali Milano e Pavia, diventando così da conferitori a imbottigliatori e commerciali.

    Metodo Martinotti Brut e ExtraDry prodotti da Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni
    Metodo Martinotti Brut e ExtraDry prodotti da Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Non è stato facile seguire le orme del padre.

    Donna in un mondo di uomini. La sua tenacia è stata tale da portare l’azienda dai 2,5 ettari ai 30 ettari attuali, con un potenziale di produzione di 100.000 bottiglie.

    Il nome d’ogni sua etichetta, in cui protagoniste indiscusse sono le iniziali del suo nome e di quello di Sara, sua figlia, vogliono in un certo senso essere una rivalsa e un’affermazione del loro essere donne del vino, nonostante tutto e nonostante tutti, perché alla fine sono proprio il rigore e la perseveranza che pagano.

    La degustazione

    Ultimamente c’è voglia di riaffermare il territorio dell’Oltrepò Pavese a livello nazionale e internazionale e nel Pinot Nero è stato individuato la chiave per dare nuovamente credibilità a questo territorio, come si evince dal gruppo “Oltrepò – Terra di Pinot Nero”, composto da 23 viticoltori, che si sono riuniti a Milano nel gennaio 2022 per condividere con Armando Castagno, grande esperto di Borgogna e di Pinot Nero, questa visione.

    Donatella, pur non rientrando attivamente in questo movimento, ha comunque scelto di proporci un focus su questo vitigno chiave che declina sia nella versione novello che spumante metodo Martinotti.

    Sarai vino di Tenuta Borgolano
    Calice di Sarài, vino rosso di Tenuta Borgolano di Donatella Quaroni

    Sarài 2021 Vino Novello IGT Provincia di Pavia- 100% Pinot Nero
    Le uve provenienti da viti giovani, impiantate nel 2018, si trovano nel comune di Montescano proprio in posizione attigua alla cantina, laddove vi era un vigneto di uve miste che è stato eradicato a causa di frane che minacciavano la struttura.

    I lavori di drenaggio e di re-impianto di nuove viti con cloni di Pinot Nero ambivalenti per la vinificazione in bianco e in rosso danno luce per la prima volta nel novembre del 2021 a questo vino, dedicato alla figlia Sara, in cui il 40% delle uve hanno subito macerazione carbonica.

    Foto calice vino rosso Sarài, esame visivo
    Foto calice vino rosso Sarài, esame visivo

    Rosso carminio vivace con riflessi purpurei. L’impatto olfattivo è molto elegante e offre note di rosa fresca, fragoline di bosco e arancia sanguinella con echi di nepitella e menta.

    In bocca la decisa freschezza regala un sorso appagante ideale per accompagnare un tagliere di salumi e schita , tipica “frittella” dell’Oltrepò Pavese.

    Dhéon Brut di Tenuta Borgolano Metodo Martinotti
    Dhéon Brut di Tenuta Borgolano Metodo Martinotti

    Dhéon Brut -Metodo Martinotti- 100% Pinot Nero

    Le uve della vendemmia del 2020 provengono dal comune di Santa Maria della Versa, in cui si ha un terreno argilloso calcareo con affioramenti di roccia madre. La permanenza sulle fecce in autoclave è di 3 mesi.

    Paglierino vivace con riflessi dorati in cui i treni di bolle, che si susseguono, regalando un ottimo impatto visivo,

    Calice Dhéon Brut Bollicina italiana dell'Oltrepò Pavese
    Calice Dhéon Brut Bollicina italiana dell’Oltrepò Pavese

    permettono al mughetto e al gelsomino di emergere.

    La frutta fragrante spazia dalla più comune pesca fino ad arrivare ad agrumi come lime e a frutta esotica come il mango.

    Freschezza e sapidità sorreggono il dosaggio zuccherino e la bocca viene avvolta da un richiamo di zenzero. Ideale come aperitivo ma anche per accompagnare un pesce San Pietro all’i-

    Dhéon ExtraDry di Tenuta Borgolano Donatella Quaroni, Metodo Martinotti
    Dhéon ExtraDry di Tenuta Borgolano Donatella Quaroni, Metodo Martinotti

    solana.

    Dhéon Extra Dry- Metodo Martinotti- 100% Pinot Nero

    Protagonista di questo spumante è il Pinot Nero della vendemmia 2015 proveniente sempre dal comune di Santa Maria La Versa.

    In questo caso siamo di fronte a un metodo Charmat lungo con 9 mesi di permanenza sulle fecce in autoclave.

    Calice di Dhéon ExtraDry, numerose bollicine dorate
    Calice di Dhéon ExtraDry, numerose bollicine dorate

    Le bollicine numerose e fini riempiono il calice dorato, da cui fuoriescono delicati sentori di pera e mela, kumquat, fiori di campo, noce moscata e cannella.

    Bell’impatto in bocca con una decisa sapidità e con un finale di mandorla tostata da provare con canapè di salmone affumicato.

     

     

    La Donna Bonarda si starà forse tramutando in Donna Pinot Nero, regalandoci in un futuro anche un metodo classico?

    Di Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://www.tenutaborgolano.com/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

  • Iloghe 2019  Isola dei Nuraghi IGT  Cantine Spanu

    Iloghe 2019  Isola dei Nuraghi IGT  Cantine Spanu

    Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu

    di Piergiorgio Ercoli

    Unico vino prodotto da Cantine Spanu a Dorgali (NU), assaggiato come tutte le nostre recensioni vitivinicole partono dalla degustazione dei vini tramite una scheda tecnica di analisi organolettica creata appositamente da Carol Agostini.

    Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    I vini degustati in Agenzia FoodandWineAngels e degustatore Piergiorgio Ercoli, sommerlier ed esperto vitivinicolo: Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu

    Dichiarazione in retroetichetta davvero notevole su rispetto della tradizione ed etica che inspira la Cantina nel produrre il vino.

    Territorio?

    Le vigne allocate a Dorgali nella Sardegna centro-orientale si torvano sulle dolci colline a circa 420 m. slm, a ridosso del Mar Tirreno. Suoli di origine vulcanica ed alluvionale, di media tessitura.

    Uve?

    Le uve utilizzate sono Cannonau, Muristellu (Bovale Sardo) e Cagnulari: alla raccolta manuale (nelle ore più fresche del mattino) segue la cernita dei migliori grappoli quindi l’avvio della fermentazione a temperatura controllata (28°-32°) con lunghe macerazioni.

    L’affinamento avviene in acciao per circa 8 mesi, previsto un leggero passaggio in barrique di rovere francese

    Degustazione

    Iloghe 2019  Isola dei Nuraghi IGT  Cantine Spanu di Piergiorgio Ercoli
    Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu di Piergiorgio Ercoli

    Analisi visiva

    Rosso rubino intenso, con riflessi porpora. Poco trasparente, limpido, di buona consistenza.

    Analisi olfattiva

    Intenso, complesso, sufficientemente fine. Sentori fruttati di frutti rossi croccanti, vegetale, leggere note fumè, iniziali sentori selvatici.

    Analisi gusto-olfattiva

    Secco, moderatamente caldo, morbido. La durezza data da una notevole freschezza è comunque equilibrata da tannini ben integrati. Strutturato, di corpo medio, evidente sapidità. Beva piacevole, dinamica. Finale persistente.

    Giovanni, il titolare, cura la propria vigna come se fosse parte integrante della famiglia, come una “figlia” con grande devozione e sacrifici, in un contesto splendido quanto difficoltoso per le componenti climatiche; spesso dai suoi racconti si percepisce tristezza ma allo stesso tempo forza e voglia di arrivare ogni anno ad una vendemmia di massima qualità.

    Ricetta in abbinamento eseguita da Carol Agostini

    Ricetta eseguita da Carol agostini
    Ricetta eseguita da Carol Agostini con cestini di Grana Padano con mousse di gorgonzola e fichi secchi, con carne salada Trentina, frutta, crostoni ai cereali integrali e Morlacco del Grappa

    Una ricetta composta da molti elementi in un gioco di consistenze e sapori, forme e colori per un abbinamento decisamente intrigante quanto gustoso.

    Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Il piatto per due persone è composto da:

    cestini di Grana Padano casarecci fatti all’istante (vedi ricetta link online), riempiti da una fettina di carne salada trentina disposta a rosellina, con una nuvola di mousse di gorgonzola a cucchiaio con trito di fichi secchi aromatizzati al miele di castagno.

    I cestini sono disposti su letto di insalatina julienne di radicchietto misto, con acini di uva bianca senza semi, con fette di crostoni integrali ai cereali leggermente tostati, 200g di Morlacco del Grappa morbido di accompagnamento.


     https://ricette.giallozafferano.it/Cialdine-al-parmigiano.html


    Fichi secchi per la mousse di gorgonzola e miele di castagno
    Fichi secchi per la mousse di gorgonzola e miele di castagno
    ricetta di Carol Agostini
    ricetta di Carol Agostini

    Vi consiglio di provare l’abbinamento e il vino proposto, godrete di sensi e gola, giocando con consistenze, sapori e profumi, sorseggiando questo blend di uve sarde.

     

     

     

    Piergiorgio Ercoli autore articolo Iloghe 2019 Isola dei Nuraghi IGT Cantine Spanu
    Piergiorgio Ercoli autore articolo, degustatore redazione, winewriter.

    Sito cantina: https://cantinespanu.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

  • Le numerose vite del Monastero d’Astino 2022

    Le numerose vite del Monastero d’Astino 2022

    Le numerose vite del Monastero d’Astino 2022

    Di Elsa Leandri

     

    Siamo nella valle di Astino, nel parco regionale dei Colli di Bergamo. Chi conosce la zona saprà sicuramente che qui sorge il monastero di Astino che fu fondato nel 1107. Oggi questo luogo accoglie un progetto agro-naturalistico e addirittura una cantina vitivinicola: Cascina del Ronco.

    Il Monastero d’Astino

    Il Monastero d’Astino fu fondato nel 1107 grazie alle donazioni di reputati notabili bergamaschi per favorire l’insediamento dei Vallombrosani a Bergamo. La comunità dei monaci benedettini vallombrosani vede la sua origine all’inizio degli anni mille a opera di san Giovanni Gualberto e la sua forza era quella di essere contraria alla simonia (acquisizione o vendita di un bene spirituale), alla corruzione e alla mondanità della Chiesa. La diffusione dei loro centri monastici si concentrò principalmente nell’Italia centro-settentrionale e nella fattispecie anche vicino a Bergamo, città in cui il vescovo Arnolfo si era macchiato anch’esso di simonia e quindi fu scomunicato.

    1403 e 1600 due date importanti

    Lo sviluppo e l’ampliamento del monastero proseguì durante i secoli, ma all’inizio del Trecento entrò in una fase di declino, tanto da diventare “commenda” nel 1403: questo portò ad alti e bassi, favorendo comunque l’allargamento della stessa struttura monastica.

    Gli anni difficili non sono terminati: nel 1600 si diffonde la peste che non risparmia i monaci (se ne contano solo 11 nel monastero nel 1659) e dopo un secolo si ha il distaccamento del monastero dalla Congregazione di Vallombrosa; nel 1797, per prescrizione di Napoleone, infine, viene soppresso e i suoi beni vengono assegnati all’Ospedale Civile di Bergamo.

    Finisce in questo modo la storia ecclesiastica, ma queste mura saranno teatro di nuovi avvenimenti: nel 1832 diventa infatti un ospedale psichiatrico, accogliendo inizialmente 195 malati. La gestione era innovativa in quanto sposava il modello della “cura morale” applicata dall’alienista francese Philippe Pinel, il che implicava di rendere “più umana e meno repressiva la cura dei folli”: separazione tra uomini e donne, via alle catene di ferro (sostituite con quelle di cuoio) e via alle camicie di forza. (rif. Quaderni di archivio bergamasco 12/13 2018-2019, Fenili, C., 120-123).

    Con l’apertura dell’Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale di Bergamo nel 1892 i pazienti vengono trasferiti e il vecchio monastero venne utilizzato per scopi agricoli. Dal 2007, grazie alla fondazione MIA, sono stati realizzati un completo recupero e un restauro con l’apertura dell’ex-complesso monastico nel 2015.

    I terreni agricoli dell’ex monastero sono rientrati in un progetto agro-naturalistico che vede una parte delle terre coltivate a vigneto. La gestione di tali vigneti è affidata alla Cooperativa Sociale Oikos.

    La Cooperativa Sociale Oikos

    Nata nel 2000, Oikos, cooperativa sociale di tipo B, si occupa dell’inserimento lavorativo di disabili adulti o affetti da patologie psichiatriche. Questo percorso avviene tramite il lavoro che è legato principalmente al lavoro della terra, in modo da offrire la possibilità di reinterpretare la realtà in cui vivono.

    La gestione del vigneto dell’ex monastero di Astino rientra in questo progetto e offre dei prodotti vitivinicoli biologici che vengono commercializzati con il nome della cantina “Cascina del Ronco”.

    Le numerose vite del Monastero d’Astino 2022
    Le numerose vite del Monastero d’Astino 2022 Elsa Leandri

    Oltre a numerose IGT come Merlot della Bergamasca o Riesling della Bergamasca, la Cascina produce anche due denominazioni: Valcalepio del Ronco Doc e Cuore Valcalepio Rosso Doc che andremo a degustare.

    Degustazione

    Del Ronco Valcalepio Rosso DOC 2017 di Elsa Leandri
    Del Ronco Valcalepio Rosso DOC 2017, articolo: Le numerose vite del Monastero d’Astino di Elsa Leandri

    Del Ronco Valcalepio Rosso Doc 2017

    (60% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot)
    Il calice viene adornato da un carminio vivace e impenetrabile.

    Il ventaglio olfattivo si apre con della frutta a bacca rossa e nera: lampone, ciliegia, more e mirtillo si susseguono per lasciare spazio a rosa e a violetta e un richiamo ad una nota vegetale, quasi balsamica.

    La nota alcolica viene sorretta da una buona freschezza e il tannino tenace ci assicura un vino che avrà qualcosa da raccontarci anche nei prossimi anni.

     

    Cuore Valcalepio Rosso DOC 2016 Elsa Leandri
    Cuore Valcalepio Rosso DOC 2016 Elsa Leandri

    Cuore Valcalepio Rosso Doc 2016

    Ritroviamo lo stesso uvaggio (60% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot), ma in questo caso il vino sosta in tonneau di rovere da 500 L e in barrique per 18 mesi a cui segue una sosta in bottiglia di ulteriori 18 mesi.

    In questo caso il carminio diventa meno impenetrabile e il naso si sposta su una frutta più matura, quasi in confettura, e su fiori essiccati.

    Le note di cuoio, tabacco, cioccolato e ruggine completano il quadro olfattivo. L’impatto in bocca è piacevole e si prolunga con un lungo richiamo di frutta scura.

    Riflessioni conclusive

    È bello pensare che questo ambiente accolga nuovamente i principi dell’”ora et labora” e della “cura morale”: si direbbe che questa nuova vita sia la crasi delle vite precedenti di questo luogo.

    Il percorso è ancora lungo e questo, la fondazione MIA e la cooperativa Oikos, lo sanno bene: non mancano continue iniziative e infatti la produzione vitivinicola si è ampliata alla fine del 2021 con uno spumante rifermentato in bottiglia a base di Incrocio Manzoni 6.0.13 che prende il nome di “Sei Spumante Pas Dosé”.

    Di Elsa Leandri

     

    Elsa Leandri autrice articolo: Il nostro Wine&Siena 2022 tra Timorasso e Il Borro,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo,è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: http://www.consorziolacascina.com/

    Sito Cooperativa. https://www.oikoscoop.it/

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

     

  • La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza.

    La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza.

    La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza Passione aglianico.

    Di Zombiwine

    Enza Salduti è una donna del vino, non c’è nulla di strano in questo; il vino nelle sue incredibili e mutevoli sfumature è, e sempre sarà, una creatura fortunatamente non binaria.
    Nella sua essenza, indipendentemente se nobile o meno, sarà sempre una creatura mutevole e non per forza chiaramente definita. Premessa questa secondo me fondamentale per parlare del suo Aglianico chiamato Passione annata 2015, vino da 14,5% vol.

    La destrutturazione di un Aglianico, La Cantina di Enza 2015 Passione aglianico 2015.
    La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza Passione Irpinia aglianico 2015 DOC.

    Come tutti gli storytelling che si rispettano, facciamo un passo laterale e andiamo a capire di che cosa stiamo parlando.

    Click…Territorio

    Click, l’astronave aliena punta il suo occhio digitale sul pianeta terra!
    Click Europa!
    Click Italia!
    Click meridione…. Campania…. Irpinia …..
    Click Montemarano.

    Montemarano è un luogo unico che vive una meravigliosa dualità tanto cara alla nostra enologia.
    Barolo e Barbaresco : 24 km di distanza
    Montalcino e Montepulciano 26 km in linea d’aria.
    Montemarano Taurasi 22 km.
    L’irpinia è però terrà punk che preferisce dialogare coi suoi affezionati come facevano i poeti maledetti e che nelle declinazioni Enologiche più emozionati richiama a se ciò che fu piuttosto che ciò che potrebbe essere.

    Enza Saldutti

    Con questa premessa la nostra Enza è una produttrice di una nuova guardia: che ama fare la scarpetta nel sugo! Che ama fare vini maleducati ma saggi!
    Vini che vanno recensiti con chiavi di lettura un po più ampie o si rischia di cadere in un dualismo che, non è funzionale al nostro discorrere, ma solo chiavistello di quell’enologia trita  e ormai fastidiosa.

    Enza parla alle vigne, pratica un enologia potente e non interventista: per molti sarebbe Vino naturale, ma io preferisco chiamarli Vini antichi. La sua grammatica enologica è per il mio palato come il Latino è per la lingua italiana: difficile ma fondamentale.
    dare a voi gli elementi per comprenderli è cosa complessa e quindi ho deciso di cominciare con il vino che più di altri ha dualistici monologhi.

    La Cantina di Enza Passione aglianico 2015.

    La destrutturazione di un Aglianico, La Cantina di Enza 2015 Passione aglianico 2015.
    La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza Passione Irpinia aglianico 2015.

    Bottiglia da 0.75.
    Etichetta non particolarmente evocativa, funzionale al suo essere.
    Retro etichetta, graficamente richiama un pò le retro etichette di podere Veneri vecchio.

    Passione Aglianico 2015 DOC.
    Quindi il vino ha superato i controlli della disciplinare doc Aglianico. Questo non è per forza un merito, ma è un fatto.

    Leggendo il sito di Enza e parlandoci via Wazzup scopro che la sua politica agronomica è assolutamente non interventista: viticultura naturale dura e pura.

    Nel bicchiere è un Aglianico violaceo che nonostante i sei anni non mostra segni di corruzione cromatica.

    Versandolo nel bicchiere è chiaramente riscontrabile una leggera rifermentazione,non so se  questo vino deve essere così o è la bottiglia \ annata\ caso, fatto sta che la schiumetta c’è.

    Non Filtrato  e non chiarificato  ma nonostante ciò il vino ha una bella luminosità e appena un accenno di velatura sugli ultimi bicchieri: personalmente questo non solo non mi da fastidio ma anzi mi invoglia a berlo.

    Degustazione

    Naso: parlare dello spettro olfattivo pretende una premessa: anche se io bevo molti naturali (ormai quasi solo ), e che il mio gusto ha tutta una serie di tolleranze, ho passato una buona mezz’ora a non capire come approcciare questo vino.
    Non ha difetti olfattivi, se non un pò di ridotto all’inizio che va via in pochi minuti.

    Ha una nota vinosa varietale dell’aglianico facilmente percepibile, e poi una fortissima e piacevole nota dolce tostata: dovuto probabilmente alla botte di Castagno.

    Sorso: il sorso ha quello che è il suo tallone d’Achille. Questa bottiglia era leggermente rifermentata e in questi casi non c’è oggettività ma solo soggettività.
    Per la scuola classica la rifermentazione è un difetto, sempre e comunque a meno che non sia voluta o trattata come fanno oltralpe.
    Bene per me questa è una fesseria, la rifermentazione è un difetto solo se sviluppa note di essudato e questa bottiglia non ne ha.

    La carbonica  (che dopo una mezz’oretta sparisce) da un pò di brio e spinge in alto il sorso che era comunque supportato da una bella acidità.
    I tannini qui, nonostante il vitigno, sono molto lievi e nel complesso  la somma di tutte le sue parti crea un vino rusticissimo, ma piacevole.

    Riflessioni…e passione

    Passione Irpinia Aglianico DOC 2015 La Cantina di Enza Saldutti autore articolo Zombiwine
    Autore articolo: La destrutturazione di un Aglianico 2015, La Cantina di Enza, Passione Irpinia aglianico 2015 DOC di Zombiwine

    Durante la mia Adolescenza mi capitò sotto mano un bellissimo libro intitolato: Bertoldo e Cacasenno. Scoprii poi che divenne anche un film con Lello Arena e Ugo Tognazzi: bene questo aglianico è la trasposizione liquida di quel piccolo, rustico e agreste capolavoro della nostra letteratura.

    Vini così no sono semplici, sono schietti.
    Vini così non sono banali ma per essere bevuti e apprezzati richiedono un piccolissimo gesto di comprensione: sono i vini di nonno.
    Se pensiamo ai nostri Avi, sicuramente, quando gli capitava un vino così erano felici di poterlo bere e non venivano a rompere le scatole per quel filo di co2.

    Passione

    In conclusione un bel vino Funky che sicuramente in futuro assaggerò nuovamente.
    Prezzo rilevato on line fra 15 e 18 euro.

    Di Zombiwine

    Foto di Zombiwine con un altro prodotto de La Cantina di Enza, Il sopravvissuto che ama il vino, grande esperto di vini naturali, il racconta storie vere e reali senza peli sulla lingua
    Foto di Zombiwine con un altro prodotto de La Cantina di Enza, Il sopravvissuto che ama il vino, grande esperto di vini naturali, il racconta storie vere e reali senza peli sulla lingua

    Sito Autore: https://www.zombiwine.com/

    Canale Youtube Autore: https://www.youtube.com/c/ZombiWine

    Partner: https://www.foodandwineangels.com/

  • Cena con Fattura D’Amore…il 1° libro di Carol Agostini

    Cena con Fattura D’Amore…il 1° libro di Carol Agostini

    Raccolta di ricette dal libro di Carol Agostini Cena con Fattura D’Amore

    Cena con Fattura D'amore...il primo libro di Carol Agostini dove regna l'amore e le ricette
    Cena con Fattura D’amore…il primo libro di Carol Agostini

    L’amore e la passione travolgono il cuore e la mente e questa è una storia di sensi.

    Cornelia è alla ricerca dell’amore, ma soltanto dopo un intenso percorso di confronto e di crescita riuscirà a esprimere la propria personalità anche attraverso ricette e piatti speciali che accendono la passione.

    Due uomini entrano nella sua vita, quale sceglierà? Riuscirà poi a conquistarlo seducendolo con la sua cucina? L’intreccio tra cibo e passione è per lei fondamentale, ma è anche una fonte di energia vitale e di comunicazione con il prossimo.

    Carol Agostini e il libro di amore e ricette 2021
    Carol Agostini e il libro con tanto amore ve lo presento

    A fine libro Cena con Fattura D’Amore trovate le ricette

    Infine, le venti semplici ricette proposte in coda al libro serviranno da guida per accendere i sensi e per aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione.

    Questa è la trama che racconta la storia, ma è una storia che racchiuse in forma romanzata la Gastronomia sensoriale, quella dottrina nata molti secoli fa ad opera dei nostri avi, che ha un ruolo molto importante ma spesso non ci facciamo caso, quanto un percorso di crescita introspettiva, dove il rapporto con noi stessi, anima e consapevolezza sono fonte di energia come il cibo e vino, come l’accettazione e l’amore.

    Modena Champagne Experience e il libro di Carol Agostini di amore e ricette 2021
    Modena Champagne Experience e il libro di Carol Agostini Con Amore ho portato il mio libro a questa magnifica manifestazione

    Se iniziate a farci caso molti piatti particolarmente elaborati, con ingredienti selezionati creano sensazione di benessere nell’immediato, basta solo guardarli per sentire vibrazioni positive.

    Senso, sensazione, cibo e vino

    Il potere di stimolare ogni nostro senso e sensazione derivante dal cibo e vino diventa molte volte la soluzione a problemi di carattere amoroso, senza rendercene conto a tavola consumando un determinato cibo rispetto ad un altro, la nostra apertura e predisposizione di accoglienza verso i problemi e verso l’altra persona sfumano in gesti più naturali e meno arrabbiati.

    Luigi Cremona e il libro Cena con Fattura D'Amore
    Luigi Cremona e il libro Cena con Fattura D’Amore Dove Amore, Passione e cibo fanno da padroni
    Dove si può acquistare il libro Cena con Fattura D’amore di Carol Agostini?

    Il libro può essere ordinabile in qualsiasi libreria oppure acquistato online in molti siti: Ronca Editore, Giunti, Mondadori Store, Feltrinelli, Libraccio etc.


    Recensioni varie su Google digitando il titolo del libro o autrice.

    https://www.ilforchettiere.it/libri-ricette-ed-eros-nella-cena-con-fattura-damore-di-carol-agostini/

    https://www.youtube.com/watch?v=zPePrGjQ2iY

    http://simpatico-melograno.it/?p=6139

    https://www.vinoperpassione.com/cena-con-fattura-amore/

     


    Per acquisti online:

    https://www.roncaeditore.it/site/index.php/varia/39-cena-con-fattura-d-amore

    https://www.mondadoristore.it/libri/Carol-Agostini/aut04526608/

    https://www.amazon.it/fattura-damore-complicit%C3%A0-perfetta-romantica/dp/8875460477

    Redazione