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  • CasaClima Wine QUOTA 101 sempre più green nel 2022

    CasaClima Wine QUOTA 101 sempre più green nel 2022

    QUOTA 101 sempre più green: la cantina padovana ottiene la Certificazione CasaClima Wine

    Redazione

    La cantina padovana riceve l’importante certificazione rilasciata dall’agenzia altoatesina CasaClima: un ulteriore passo verso il percorso di sostenibilità della famiglia Gardina. Premiate le scelte per la costruzione di una nuova cantina in legno certificato con l’innovativo sistema X-lam e per la gestione delle risorse idriche ed energetiche

    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101 sempre più green nel 2022

    L’azienda agricola Quota 101 della famiglia Gardina compie un importante passo nella sua strategia di sostenibilità ambientale: è infatti la nona cantina in Italia a ricevere la prestigiosa certificazione CasaClima Wine per avere soddisfatto i criteri di sostenibilità definiti dall’ente certificatore altoatesino. Una certificazione che ha attestato le scelte compiute nella costruzione di una nuova cantina efficiente e attenta al consumo di risorse idriche ed energetiche, con l’adozione di un impianto fotovoltaico e la scelta di un innovativo sistema costruttivo in legno X-Lam.

    Quota 101 la certificaizone casaClima Wine 2022
    Quota 101 la certificazione CasaClima Wine 2022

    CasaClima Wine ha tenuto in considerazione anche di tutto il sistema di gestione ambientale dell’azienda. “Fin dai primissimi passi abbiamo sempre avuto l’obiettivo di produrre vino in armonia con la natura e la biodiversità dei Colli Euganei. Un percorso, tutt’ora in essere, fatto di tappe importanti, come quella di oggi”, spiega Roberto Gardina, co-titolare di Quota 101 con le figlie Silvia e Roberta e Presidente della Strada del vino dei Colli Euganei. “

    Roberto Gardina Quota 101
    Roberto Gardina Quota 101

    Quota 101 ha da subito posto attenzione alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente in cui opera e della natura ricca e diversificata dei Colli Euganei, parco naturale regionale di recente candidato a Riserva della Biosfera di Unesco. L’azienda pratica un’agricoltura organica in un ambiente ricco di biodiversità, salvaguardando la fertilità dei suoli, gestendo al meglio le risorse idriche, controllando infestanti e parassiti attraverso metodi naturali.

    Questo perché un vigneto che fa parte di un mosaico di ambienti diversi, ricco di specie animali e vegetali, è meno soggetto a trattamenti perché già ricco ed equilibrato. Per il consumatore, ciò si traduce nel bere un vino più autentico, salubre e genuino. A partire dalla vendemmia 2018, l’azienda è certificata biologica, sia per le uve che per i vini.

    Quota 101 Tenuta di Torreglia Famiglia Gardina
    Quota 101 Tenuta di Torreglia Famiglia Gardina

    “Quando poi nell’autunno del 2019 – prosegue Gardina – abbiamo iniziato la costruzione di una nuova cantina in uno spazio già esistente, per noi era chiaro che questa non doveva essere solo una scelta estetica o operativa, ma era fondamentale farlo nel modo più rispettoso possibile nei confronti della natura in cui crescono le nostre uve e dell’ambiente ricco di storia e ad alto valore naturalistico in cui siamo inseriti.

    Ci siamo affidati ad un ente competente e abbiamo curato ogni minino dettaglio per dare forma ad una nuova idea di design della cantina, dove non esiste solo il bello e funzionale, ma anche il green è un valore fondamentale”.

    Quota 101, articolo QUOTA 101 sempre più green nel 2022
    Quota 101, articolo QUOTA 101 sempre più green nel 2022

    Il percorso per raggiungere la certificazione è iniziato con la costruzione della nuova cantina, che oltre ad essere un edificio di design in un contesto di natura, ha scelto di rispettare i parametri e i criteri stabiliti da CasaClima Wine in termini di efficienza energetica e consumo di risorse, con un impianto fotovoltaico da 50 KW, una gestione idrica con un sistema di vasche di raccolta che consente il recupero dell’acqua piovana e garantisce l’invarianza idraulica, cioè di mantenere le stesse condizioni idriche esistenti prima della costruzione.

    Alle radici del progetto della cantina c’è un lavoro condiviso, rappresentato dall’Architetto progettista Fiorenza Degli Esposti, che si è occupata del progetto della cantina, e dall’Architetto Mariadonata Bancher dell’Agenzia CasaClima, che insieme alla sua squadra ha seguito la parte relativa la certificazione.

    Dal punto di vista progettuale la priorità è stata di costruire un edificio rispettoso dell’ambiente, moderno, ma capace di integrarsi all’ambiente circostante. L’azienda si trova infatti dentro un Parco Regionale, in una zona agricola ad alto valore naturalistico e a pochi passi da due monumenti di interesse storico fondamentale come l’Abbazia di Praglia e la Villa dei Vescovi.

    Silvia Gardina Quota 101, CasaClima Wine Cantina
    Silvia Gardina Quota 101, CasaClima Wine Cantina

    “Insieme al committente, – spiega l’Architetto Fiorenza Degli Esposti abbiamo scelto di rivestire le pareti esterne con delle tavole di larice naturale creando così una parete ventilata che, sfruttando le naturali caratteristiche del legno permettesse di mantenere nel tempo un dialogo con l’ambiente circostante, mentre una quinta di alberi preesistente, è stata mantenuta e salvaguardata durante la costruzione per fare da filtro tra il manufatto moderno e l’ambiente esterno alla proprietà.

    L’edificio, al piano superiore, è dotato di uno spazio che ha come prima funzione quella di essere luogo di appassimento delle uve, ma nel resto dei mesi è lo spazio destinato agli eventi e alle degustazioni dotato di grandi vetrate per dare alla natura intorno la possibilità di mostrarsi.

    Qui le pareti sono rivestite da uno speciale pannello fono assorbente che elimina il riverbero acustico, rendendo confortevole la conversazione e, attraverso l’ampia superficie vetrata, dialogano con il rigoglioso panorama circostante dove è possibile intravvedere la vicina Villa dei Vescovi”.

    Interno della cantina nuova Quota 101
    Interno della cantina nuova Quota 101

    L’Agenzia CasaClima ha quindi analizzato le scelte dell’azienda, e ha dato indicazioni dettagliate verso la sostenibilità, a supporto dei criteri di valutazione per ottenere la certificazione.

    Quota 101 e la certificazione CasaClima Wine
    Quota 101 e la certificazione CasaClima Wine

    Come ente certificatore – spiega Mariadonata Bancher Architetto di CasaClima Wine – non valutiamo solo l’efficienza energetica, ma ci preoccupiamo di considerare anche altri aspetti, come il riciclo dell’acqua, il comfort degli ambienti, la qualità dell’aria, oltre a focalizzarci anche su requisiti specifici, come il packaging, l’impronta di CO2 delle bottiglie o la valorizzazione degli scarti di lavorazione.

    Silvia Gardina Quota 101
    Silvia Gardina Quota 101

    Per quanto riguarda Quota 101 l’aspetto fondamentale è stato quello di costruire una cantina in legno con la tecnologia X-Lam. L’azienda si è preoccupata di curare l’isolamento termico e gli aspetti di fono-assorbimento nel locale di accoglienza, utilizzando fonti rinnovabili attraverso un impianto fotovoltaico e preferendo illuminazione ad alta efficienza. Quota 101 ha scelto di adottare delle bottiglie più leggere per il mercato di vendita. La sostenibilità è fatta di tante scelte e Quota 101 ha scelto di dare un segnale forte guardando verso il futuro”.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://quota101.com/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

    Partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    Redazione

    “Fare vini buoni, significa prima di ogni cosa essere responsabili e rispettosi del luogo in cui i vini nascono. Solo così il concetto di buono può assumere un valore più profondo, che ha le sue radici nella natura incontaminata e protetta dei nostri Colli Euganei.”
    Famiglia Gardina

    Roberto Gardina e la sua famiglia, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
    Roberto Gardina e la sua famiglia, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    Quota 101 è il progetto della famiglia Gardina che ha scelto di intraprendere un percorso legato alla tutela del luogo in cui nasce. L’azienda si trova a Torreglia, all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, e tutte le scelte sono state fatte nel pieno rispetto della natura e della bellezza di questi luoghi. I vini sono certificati biologici e prodotti nel rispetto dell’ambiente, e sebbene produrre abbia sempre un impatto, la sfida è quella di ridurlo al minimo, migliorando continuamente la sostenibilità delle proprie azioni.

    Quota 101 Tenuta Baone della Famiglia Gardina
    Quota 101 Tenuta Baone della Famiglia Gardina

    Con questa ambizione l’azienda si è certificata CasaClima Wine nel 2022, una certificazione che oltre ad assicurare una costruzione della cantina secondo termini rigorosi, si assicura che la cantina si impegni ad utilizzare imballaggi leggeri e riciclabili ed essere attentissima nella gestione dei rifiuti. Quota 101 è anche un’azienda Fivi, la federazione italiana vignaioli indipendenti, per difendere e dare voce alla figura del vignaiolo impegnato a seguire ogni fase del suo vino, dalla vigna alla vendita.

    L’AZIENDA, LA FAMIGLIA GARDINA

    Quota 101 è un’azienda vitivinicola a conduzione familiare immersa nei Colli Euganei, area D.O.C. di origine vulcanica. Prende il proprio nome dall’altitudine, perché è situata a 101 m. s.l.m. sulla cima di una collina, nel mezzo del Parco Regionale dei Colli Euganei, lontano da strade trafficate e con una vista mozzafiato che arriva fino a Venezia.

    Silvia e Roberta Gardina, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
    Silvia e Roberta Gardina, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    La famiglia Gardina ha scelto la strada della viticoltura, una strada che non era segnata dalle generazioni precedenti. Oggi questa sfida è diventata uno stile di vita e vede tutti impegnati nella produzione del vino, in particolare papà Roberto Gardina con le figlie Silvia e Roberta.

    IL TERRITORIO, i Colli Euganei

    I Colli Euganei sono l’incredibile risultato geologico di fenomeni vulcanici risalenti a oltre 40 milioni di anni fa. Molte colline hanno perciò un cuore vulcanico, ma non assomigliano ad una tipica catena montuosa. Ciascun colle è il risultato di uno specifico spostamento della crosta terrestre e di conseguenza possiede una forma unica e una particolare composizione del suolo e minerale. Questo spiega l’esistenza di colline solitarie, dal fascino insolito ed evocativo, circondate dalla pianura.

    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    Dalla cantina, allungando un po’ l’occhio è facile vedere Villa dei Vescovi, meravigliosa opera del Cinquecento italiano e sede dell’enoteca della Strada dei vini dei Colli Euganei. Nelle vicinanze, inoltre, sorgono numerosi borghi storici come Arquà Petrarca, Teolo o Monselice. I Colli Euganei sono anche famosi per essere rimasti luoghi ben preservati e selvaggi dove ritrovare la natura, tra filari di vigne, olivi secolari e boschi di castagno e querce.

    More, lamponi, melagrani, giuggiole, corbezzoli, nocciole, nespole e mandorle sono alcune delle più apprezzate delizie di queste colline, dove il consiglio è di perdersi tra i sentieri a piedi, a cavallo o in bicicletta. La fauna è ancora intatta e si possono riconoscere più di cento specie di uccelli. Dall’upupa al pettirosso, dal gufo all’allodola. Mentre tra i boschi si possono incontrare anche cervi, lepri, volpi, tassi, faine e donnole.

    I VIGNETI, Torreglia e Baone

    Quota 101 Tenuta di Torreglia Famiglia Gardina
    Quota 101 Tenuta di Torreglia Famiglia Gardina

    I vigneti aziendali sono localizzati in due dei terroir più vocati dei Colli Euganei. Il più vecchio, di 7,5 ha, si trova a Luvigliano di Torreglia, nella parte nord-orientale dell’area, dove il suolo è principalmente argilloso e marnoso. Ideale per l’equilibrio aromatico delle uve bianche che qui per la maggior parte dimorano.

    I filari di vigna più recenti, invece, si estendono per 9 ha a Baone, nella parte meridionale dei Colli. Qui il suolo è calcareo e ricco di scaglie rocciose, un terroir vocato per le uve rosse. La vinificazione avviene esclusivamente con uve di proprietà e tutte le fasi produttive sono gestite direttamente dall’azienda come richiesto dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura
    Cantina casaCima Wine, la sosteibilità, articolo: QUOTA 101, l’identità dei vini biologici buoni per natura

    L’attenzione e il rispetto per l’ambiente hanno portato ad ottenere la certificazione biologica a partire dalla vendemmia 2018. Praticare un’agricoltura organica, in un ambiente ricco di biodiversità, significa salvaguardare la fertilità dei suoli, gestire al meglio le risorse idriche, controllare infestanti e parassiti attraverso metodi naturali. La biodiversità è la ricchezza di specie animali e vegetali che vivono in un ecosistema, la base della vita del pianeta.

    Cantina Quota 101
    Cantina Quota 101

    Un vigneto che fa parte di un mosaico di ambienti diversi è, infatti, meno soggetto a trattamenti perché già ricco ed equilibrato. Per il consumatore, tutto ciò significa bere un vino più autentico, salubre e genuino.

    Dopo il restauro della vecchia cantina, oggi diventata bottaia per l’affinamento dei vini, nell’autunno del 2019 la famiglia Gardina ha dato inizio alla costruzione di una nuova cantina completamente rivestita in legno di larice naturale. Nel farla ha scelto di essere più rispettosa possibile nei confronti di quello in cui crede di più: la natura.

    La cantina è stata progettata in un’ottica di efficienza energetica e sostenibilità dell’edificio, oltre ad una grande attenzione al rispetto di un ciclo produttivo attento all’ambiente ed efficiente in termini di risorse. Questo permetterà di ottenere la prestigiosa certificazione Casa Clima Wine, una certificazione che hanno in pochissimi in Italia. Oltre ad una costruzione secondo termini rigorosi, le cantine certificate devono impegnarsi ad utilizzare imballaggi leggeri e riciclabili ed essere attentissimi nella gestione dei rifiuti.

    Interno della cantina nuova Quota 101
    Interno della cantina nuova Quota 101

    Negli spazi di lavoro e di accoglienza sono garantiti un elevato comfort microclimatico e acustico per la salute e il benessere di lavoratori e visitatori e particolare attenzione è stata posta alla eliminazione delle barriere architettoniche per garantire la massima fruibilità a tutti i visitatori.

    I NUMERI, BOTTIGLIE E VIGNETI

    Quota 101 produce attualmente circa 60.000 bottiglie all’anno, con la previsione di attestarsi nel prossimo futuro a ca. 100.000, quando saranno a regime tutti i vigneti.

    Vigneti Cantina Quota 101
    Vigneti Cantina Quota 101

    Le varietà di uva si dividono in:

    uve a bacca bianca – Moscato Giallo (Fior d’Arancio), Tocai, Garganega, Manzoni bianco, Chardonnay, Sauvignon, Glera, Bronner (PIWI)
    uve a bacca nera – Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Carmenere, Raboso Piave, Cabernet Cortis (PIWI)

    I VINI, CERTIFICAZIONE BIOLOGICA

    Una produzione limitata per numero di bottiglie, ma grande nella cura e nell’attenzione.
    I vini (quasi tutti DOC o DOCG) sono:

    Serprino, La Gobbetta (frizzante sur lie) Tai, Manzoni bianco, Garganega, Sauvignon, Chardonnay, Malterreno (blend di vini bianchi), Poggio Ameno (blend Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon), Silvano (Merlot) Ortone (blend di Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon), Fior d’Arancio secco (Moscato giallo), Fior d’Arancio spumante dolce (Moscato giallo) e Il Gelso di Lapo Fior d’Arancio passito (Moscato giallo) prodotti con le uve che nascono in questo territorio. Quota 101 li presenta in etichetta abbinati ad una canzone, un film, a una ricetta insolita.

    ACCOGLIENZA, BIO WINE EXPERIENCE

    L’accoglienza è un aspetto caratterizzante dell’attività di Quota 101. L’obiettivo quello di raccontare la bellezza e la natura del luogo, dove sembra di essere in una cartolina. Fare un giro tra i vigneti, entrare in cantina e assaggiare i vini guardando villa dei Vescovi è un’emozione che non sin può replicare, se non invitando il pubblico a venire direttamente in cantina.

    E l’accoglienza fa da filo conduttore della comunicazione dell’azienda: un tour in cantina che si chiama “Postcard Quota 101” e un Bed&Wine per l’ospitalità, dove la colazione diventa una degustazione in cantina.

    VISITE IN CANTINA PERSONALIZZATE

    Si organizzino su prenotazione visite guidate e degustazioni nella sala attrezzata o nel grande porticato. Le visite e le degustazioni sono il più possibile su misura per assecondare le reali esigenze e aspettative dell’ospite.

    VISITA IN CANTINA “POSTCARD QUOTA 101”

    Fior D'Arancio Spumante Dolce Cantina Quota 101
    Fior D’Arancio Spumante Dolce Cantina Quota 101

    Un percorso a piedi nei luoghi della tenuta, durante il quale sembrerà di fare un viaggio dentro una cartolina.

    Il giro comprende la visita ai vigneti e alla cantina, la degustazione guidata dei vini e l’assaggio dell’olio extravergine oliva.

    Il tutto accompagnato da un piccolo spuntino con prodotti della tradizione gastronomica del territorio.

    SHOPS

    La cantina dispone di tre punti vendita. Si trovano tutti in Veneto: uno è proprio a Luvigliano di Torreglia dove c’è anche la cantina, uno è ad Arquà Petrarca dove c’è anche il Bed&Wine, il terzo è a Rovigo dove ha origine la famiglia.

    Tai Cantina Quota 101
    Tai Cantina Quota 101

    BED&WINE

    Bed & Wine è l’idea di ospitalità di Quota 101, dove al pernottamento viene unita l’esperienza di una visita e una degustazione dei vini biologici in cantina.

    La famiglia Gardina ha ristrutturato e rivalorizzato quattro appartamenti, mantenendo intatto tutto il fascino di un vecchio edificio del ‘400 in uno dei borghi medievali più belli d’Italia e dei colli Euganei, Arquà Petrarca. Le stanze sono proprio al centro del paese e in quindici minuti si può raggiungere la cantina per una degustazione immersa nei colli.

    MANIFESTO | UN DECALOGO DEL VINO

    Quota 101 ha scelto di presentare il suo modo di intendere il vino attraverso un manifesto. In 10 punti si racconta il concetto di avanguardia bucolica, che semplicemente significa vivere la natura nel segno di una convivialità creativa.

    Ortone Colli Euganei Rosso Quota 101
    Ortone Colli Euganei Rosso Quota 101

    Noi di Quota 101 crediamo:

    1 – Nel vino come esperienza, quando viene degustato ascoltando una canzone o perdendosi in un film.
    2 – Nel bicchiere mezzo pieno, come mezzo di riconnessione culturale.
    3 – Nella forza del vino di saper veicolare idee, incontri, persone.
    4 – Nell’emozione di incrociare e lasciarsi coinvolgere dalle storie.

    5 – Nelle persone che con un bicchiere di vino in mano si sciolgono in chiacchiere infinite.
    6 – Nella bellezza della fatica, come quella di una salita in bicicletta e di un vino ristoratore.
    7 – Nella responsabilità di sensibilizzare al rispetto della natura.
    8 – Nella ricerca di luoghi silenziosi per ritrovarsi, come l’ombra di un albero di ulivo.
    9 – Nell’impegno e nella costante ricerca di crescita e maggiore qualità, senza risparmi di energia.
    10 – Nel rispetto della terra che coltiviamo come prestito per il domani.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://shop.quota101.com/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    Redazione

    Si chiama GUALDO il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022, realizzato nel primo Distretto Agroalimentare Biosimbiotico certificato in Italia.

    Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022
    Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    GUALDO, Romagna DOC Sangiovese Predappio è il primo vino biosimbiotico della cantina romagnola Poderi dal Nespoli. Il risultato di un connubio tra passione per la viticoltura, amore per il territorio e una particolare attenzione alla sostenibilità che oggi si arricchisce del progetto sperimentale di viticoltura simbiotica. Un vino che guarda al futuro mantenendo salda la tradizione viticola locale, in sintonia con l’obiettivo aziendale a lungo termine di una conversione totale al biologico.

    La cantina romagnola Poderi dal Nespoli presenta GUALDO
    La cantina romagnola Poderi dal Nespoli presenta GUALDO

    La cantina romagnola Poderi dal Nespoli presenta GUALDO, un sangiovese biosimbiotico Romagna DOC che proviene da uve coltivate con una particolare tecnica agricola volta ad arricchire e preservare la biodiversità microbica del suolo e delle piante, nonché migliorare la salubrità dei prodotti e le loro qualità organolettiche, con benefici per l’ambiente, per la salute dell’uomo e l’economia locale.

    Bottega del vino, articolo Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022
    Bottega del vino, articolo Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    Una viticoltura d’avanguardia con la quale la cantina ha aderito al consorzio Romagna Distretto Bio-simbiotico, primo distretto agroalimentare in Romagna e primo distretto Bio-simbiotico certificato in Italia. Il vino GUALDO, Romagna DOC Sangiovese Predappio è espressione della tradizione vinicola della Valle del Bidente e della sua identità e traduce la filosofia di Poderi dal Nespoli di tutela del territorio e di salvaguardia del benessere dato dall’armonia tra uomo, natura e tradizioni.

    LA VITICOLTURA BIOSIMBIOTICA A PODERI DAL NESPOLI

    La caratteristica principale dell’agricoltura simbiotica si fonda sulle micorrize, ovvero l’inoculazione di microorganismi fungini che creano un’associazione positiva con le radici della pianta, nutrendo il suolo e creando un ambiente favorevole a microorganismi utili alla crescita delle piante e sfavorevole a patogeni e parassiti.

    Alfeo Martini Poderi dal Nespoli 2022
    Alfeo Martini Poderi dal Nespoli 2022

    Questa tecnica riduce quindi l’impatto ambientale, perché esclude l’utilizzo di sostanze chimiche, sia fertilizzanti che fitosanitarie, e favorisce la rigenerazione del terreno, arricchendolo e preservandone la biodiversità microbica. Una pratica che rende quindi più forti anche le viti: vigore e ricchezza che vengono trasmessi al frutto, migliorandone le sue proprietà organolettiche.

    Marco Martini, Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022
    Marco Martini, Gualdo il sangiovese biosimbiotico di Poderi dal Nespoli 2022

    “L’agricoltura simbiotica è una tecnica agricola impostata già alcuni decenni fa, ma raramente utilizzata in maniera strutturata in produzione. I vantaggi che consente di avere nella cura del vigneto e nel minore impatto ambientale che genera, ne fanno un tradizionale, ma al contempo innovativo, metodo di coltivazione.

    I benefici principali di questo modello sostenibile riguardano suolo, piante e ambiente. Il suolo risulta più sano, fertile e pulito; le piante sono più resistenti alle malattie e agli stress ambientali, come ad esempio i periodi di siccità sempre più frequenti, più capaci di assorbire le sostanze nutritive e in grado di essere più efficienti rispetto alle necessità idriche. Per questi motivi abbiamo scelto di produrre il nostro primo Sangiovese Biosimbiotico, che guarda al futuro con rispetto mantenendo salda la tradizione viticola romagnola.” Dichiara Marco Martini, presidente di Poderi dal Nespoli.

    GUALDO, ROMAGNA DOC SANGIOVESE PREDAPPIO

    Il sangiovese biosimbiotico GUALDO di Poderi dal Nespoli è un sangiovese schietto di colore rosso brillante con riflessi violacei. Al naso è ricco di aromi di frutta rossa, al gusto presenta note tipiche di ciliegia e viola. Un vino fresco e fruttato, di media struttura e contraddistinto da un tannino giovane e delicato, che si abbina perfettamente con primi piatti come tagliatelle al ragù di coniglio, arrosti di carne bianca o formaggi parzialmente stagionati.

    GUALDO, prodotto in 10.000 bottiglie per l’annata 2021, nasce da un vigneto biologico di 13,5 ettari piantato nel 2017 e coltivato con la tecnica dell’agricoltura simbiotica; una tecnica che ha reso forti le piante sin da subito, regalando una particolare complessità alle uve seppur le viti siano giovani. GUALDO rientra nella MGA (Menzione Geografica Aggiuntiva) Sangiovese Predappio.

    Soledad Adriasola enologa Podere dei Nespoli
    Soledad Adriasola enologa Podere dal Nespoli

    Un areale limitato ad alta vocazione del rinomato cru di Sangiovese Romagna, dove il terroir, grazie alla particolare combinazione di terreni, altitudini e microclimi, consente la massima espressione delle sue peculiarità organolettiche – e nel pieno rispetto della tradizione vinicola romagnola e del terroir da cui nasce, rappresenta il primo passo concreto verso la realizzazione di una filiera certificata biosimbiotica che evita lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, rafforza il legame tra uomo e natura e apporta benefici tangibili al territorio.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://www.poderidalnespoli.com/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • The Official WineHunter Guide 2022 – 2023

    The Official WineHunter Guide 2022 – 2023

    The Official WineHunter Guide 2022 – 2023
    La guida ufficiale firmata da The WineHunter, che racchiude tutte le eccellenze selezionate durante l’anno.
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    ­Redazione
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    La presentazione ufficiale della guida firmata The WineHunter, una rassegna di tutte le eccellenze selezionate da The WineHunter Helmuth Koecher e le commissioni d’assaggio da lui designate, i The WineHunter Scouts.

    Nella splendida cornice della Terrazza Martini a Milano, la presentazione ufficiale della Guida The WineHunter, già presentata in anteprima alla 31° Edizione del Merano WineFestival.

    Una guida frutto del lavoro di un anno da parte di Helmuth Koecher e dalle commissioni d’assaggio, i The WineHunter Scouts, che hanno degustato e selezionato quei prodotti che più rappresentano la filosofia The WineHunter “Excellence is an attitude”!

    SAVE THE DATECaro collega, siamo lieti di invitarti a THE WINEHUNTER GUIDE EVENT 2022   Martedì 6 dicembre 2022 Terrazza Martini - Milano  Helmuth Köcher presenta la Guida The WineHunter Award 2022 con le sue novità interviene inoltre: Andrea Pilotti (Amministratore 5Hats) che presenta le novità “Ambassador” e il nuovo format 2023 relativo al progetto “Buyering&Financial” in collaborazione con The WineHunter PROGRAMMA: Ore 15:00 - Accredito Ora 15:30 - Conferenza Stampa post Merano WineFestival e Wine&Siena Ore 16:00-18:30 - The WineHunter Guide Event 2022 Ore 18:30-19:45 - Cocktail e Serendipity The Official WineHunter Guide 2022 - 2023
    The Official WineHunter Guide 2022 – 2023, articolo da comunicato stampa, , foto da comunicato stampa

    Non solo una guida ma un vero e proprio viaggio tra le regioni italiane, dove si raccontano i territori più vocati alla produzione di vino e di prodotti gastronomici di qualità.

    La suddivisione in regioni permette di scoprire, passo dopo passo, i prodotti selezionati, da quelli vitivinicoli ai prodotti gastronomici, fino ai distillati e alle birre artigianali, ma anche quali sono le peculiarità dei vari territori della nostra penisola.

    Novità di quest’anno è l’inserimento in Guida di “Itinerari Miscelati”, un percorso che porta alla scoperta dei locali, incentrati sull’attività di mixology per drink e cocktail, selezionati da The WineHunter attraverso l’annuale competition che vede sfidarsi i migliori bartender italiani.

    Si troveranno i locali premiati con i The WineHunter Globe Rosso, The WineHunter Globe Gold e The WineHunter Globe Platinum, la massima espressione d’eccellenza nell’ambito della miscelazione di cocktail e drink. Itinerari Miscelati è un progetto in partnership con 5-Hats studiato per le aziende spirits presenti nella Guida.

    Helmuth Köcher
    Helmuth Köcher, articolo The Official WineHunter Guide 2022 – 2023, , foto da comunicato stampa

    Una Guida rappresentativa per la filosofia The WineHunter che ha l’obiettivo non solo di valorizzare i prodotti a livello nazionale, ma e soprattutto a livello internazionale, grazie alle nuove figure introdotto nel 2022, i The WineHunter Ambassador.

    Copertina Manifestazione Merano Winefestival 2022
    Copertina di Papillae Magazine I Sensi Online, Manifestazione Merano Winefestival 2022

    5-Hats è anche il Partner del servizio “Buyering&Financial” che coinvolge oltre agli Ambassador anche buyers e importatori da tutto il mondo che hanno sposato la filosofia di Helmuth Koecher per la selezione e la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche. I The WineHunter Ambassador si fanno ambasciatori per il brand The WineHunter, veicolandolo attraverso i mercati internazionali di loro competenze per commercializzare e promuovere i produttori in Guida.

    La Guida sarà presentata ufficialmente martedì 6 dicembre 2022 ad un evento esclusivo organizzato nella splendida location della Terrazza Martini di Milano.

    L’evento verrà ripreso e trasmesso in streaming sul canale Facebook di Merano WineFestival dalle ore 15:30 di martedì 6 dicembre 2022.

    Vi invitiamo a seguirci e ricordiamo che dal 7 dicembre sarà possibile acquistare la Guida attraverso i nostri canali.

    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni
    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni, articolo THE WINEHUNTER GUIDE EVENT 2022  

    SAVE THE DATE

    THE WINEHUNTER GUIDE EVENT 2022  

    Martedì 6 dicembre 2022
    Terrazza Martini – Milano 

    Helmuth Köcher presenta

    la Guida The WineHunter Award 2022 con le sue novità

    interviene inoltre:

    Andrea Pilotti (Amministratore 5Hats) che presenta le novità “Ambassador” e il nuovo format 2023 relativo al progetto “Buyering&Financial” in collaborazione con The WineHunter

    PROGRAMMA:

    Ore 15:00 – Accredito
    Ora 15:30 – Conferenza Stampa post Merano WineFestival e Wine&Siena
    Ore 16:00-18:30 – The WineHunter Guide Event 2022
    Ore 18:30-19:45 – Cocktail e Serendipity
    Da Comunicato Stampa

  • VININCONTRI, I° edizione con Vini da Terre Estreme Tokyo 2022

    VININCONTRI, I° edizione con Vini da Terre Estreme Tokyo 2022

    VININCONTRI Prima edizione con la partecipazione di “Vini da Terre Estreme”Academie du Vin, Tokyo 14/18 Novembre 2022

    Redazione

    L’edizione “Vinincontri 2022”, che ha ospitato una rassegna di aziende vitivinicole produttrici di “vini eroici”, è stata portata a termine con piena soddisfazione e… fortunatamente, nonostante il periodo “pandemico” in cui il Giappone ancora si trova, le degustazioni si sono svolte senza troppe restrizioni.

    VININCONTRI Prima edizione con la partecipazione di "Vini da Terre Estreme"Academie du Vin, Tokyo 14/18 Novembre 2022
    VININCONTRI Prima edizione con la partecipazione di “Vini da Terre Estreme”Academie du Vin, Tokyo 14/18 Novembre 2022

    “Vini da Terre Estreme” ha realizzato l’evento di Tokyo in collaborazione con “Vinincontri” di Flavia Milesi e Kei Echigo esperti del mercato del Sol Levante.

    Yamatologa e dal 1999 consulente ed export manager di aziende italiane per l’apertura dei mercati giapponese e sud-coreano. La sua società è KIFRA SAS di Flavia Milesi ed è situata a Bergamo, dove vive.
    Yamatologa e dal 1999 consulente ed export manager di aziende italiane per l’apertura dei mercati giapponese e sud-coreano. La sua società è KIFRA SAS di Flavia Milesi ed è situata a Bergamo, dove vive.

    A Tokyo si è svolto l’evento b2b esclusivo per il vino italiano che ha consentito alle aziende vitivinicole di entrare in contatto con le più importanti strutture di importazione, distribuzione, import-export, HoReCa di Tokyo e delle prefetture del Giappone in generale.
    Durante i tre giorni del workshop le cantine hanno avuto modo di incontrare un alto numero di operatori professionali del Giappone e ogni azienda ha potuto far degustare le proprie etichette e far conoscere la propria realtà vitivinicola con appuntamenti programmati scaglionati nelle tre giornate.

    Kei-Echigo, Nato a Osaka e laureato in lingue straniere, Kei lavora per un grosso spedizioniere giapponese, prima a Firenze per 6 anni e poi per altri 6 a Tokyo, dove attualmente vive.
    Kei-Echigo, Nato a Osaka e laureato in lingue straniere, Kei lavora per un grosso spedizioniere giapponese, prima a Firenze per 6 anni e poi per altri 6 a Tokyo, dove attualmente vive.

    Un evento mirato a fare business, quindi, e sviluppare rapporti solidi e duraturi con seri e consolidati professionisti.
    Il Giappone, il secondo più grande mercato vinicolo dell’Asia e il sesto più grande importatore del mondo, rappresenta un mercato sofisticato, maturo, stabile politicamente, in cui si valorizzano relazioni durature. Vanta anche uno dei business della ristorazione più coltivato al mondo.
    I migliori ristoranti del Giappone sono meta di buongustai provenienti da tutto il mondo e soprattutto da altri paesi asiatici che vengono influenzati dal gusto della cucina giapponese.

    Nel 2021 il mercato asiatico ha dimostrato di aver retto l’urto della pandemia ma non tutti i mercati stanno guidando la crescita. In generale hanno tutti subito il calo delle vendite on-trade, il ritardo delle spedizioni globali, la cancellazione di quasi tutte le fiere sul vino e food.
    Il Giappone sta ripartendo ed è importante esserci. I vini italiani devono riconquistare la loro giusta posizione, in un mercato che vede la leadership assoluta della Francia, soprattutto per quanto riguarda i vini di qualità.

    Alvaro De Anna da 40 anni in comunicazione. Pilota Green è agenzia di Comunicazione, Marketing ed Eventi a servizio completo, che ha sempre puntato sull’evoluzione del gusto, in sintonia con i cambiamenti della società e delle tecniche di comunicazione.
    Alvaro De Anna da 40 anni in comunicazione. Pilota Green è agenzia di Comunicazione, Marketing ed Eventi a servizio completo, che ha sempre puntato sull’evoluzione del gusto, in sintonia con i cambiamenti della società e delle tecniche di comunicazione.

    L’esperienza a Tokyo di Alvaro De Anna, fondatore di Pilota Green è stata di grande responsabilità nel “raccontare” la viticoltura eroica e i vini provenienti da terre impervie, estreme quei vini cioè – pochi e di produzione limitata – che possono, a ragione, definirsi “eroici”:

    VININCONTRI, I° edizione con Vini da Terre Estreme Tokyo 2022
    VININCONTRI, I° edizione con Vini da Terre Estreme Tokyo 2022, foto da comunicato stampa

    C’è ancora molto lavoro da fare in Giappone ma noi ci saremo, pronti ad affrontate le sfide di un mercato così impegnativo e importante assieme ai nostri partner Flavia e Kei che ringrazio di cuore per averci accompagnati in questo bellissimo viaggio, dichiara De Anna.

    I prossimi appuntamenti: Monaco di Baviera e Matera, Marzo 2023

    Da Comunicato Stampa


    Sito evento: https://www.pilotagreen.it/en/

    Partner Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Azienda Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Azienda Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    Riccardo Del Frate dell'Azienda Agricola Di Marzio, articolo: Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:" Sono nato in vigna"
    Riccardo Del Frate dell’Azienda Agricola Di Marzio, articolo: Azienda  Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di Riccardo Del Frate, un giovane Produttore del Comune di Lanuvio, nel cuore dei Castelli Romani, con una lunga storia vitivinicola alle spalle che ha saputo coltivare nel tempo partendo da molto lontano, dal suo trisavolo che faceva proprio questo mestiere.
    Giunto alla quinta generazione, Riccardo più che un mestiere lo definisce un progetto personale che, seguendo le orme del suo antenato, ha inizio non da subito, ma strada facendo.

    Girando un po’ il mondo prima di mettere radici, ha iniziato in Svizzera con l’incarico di Chef de partie nelle migliori cucine dei ristoranti a 5 stelle, ma la mente era sempre lì tra quei filari.
    Il padre non voleva che facesse il mestiere del vignaiolo, era l’epoca in cui tutti abbandonavano i vigneti e quindi non pensava che potesse essere per il figlio un buon lavoro per vivere.
    Poi dal 2009 al 2016 inizia a lavorare in pasticceria facendo sia il pasticcere sia il vignaiolo.
    Con la sua caparbietà di portare avanti un sogno, quello del vignaiolo, lascia tutto per dedicarsi ai suoi filari e nel 2016 esce la sua prima annata.

    Ad oggi cura tutti i suoi vigneti personalmente fino alle fasi di produzione e alla gestione diretta, nella maggior parte dei casi, dei suoi clienti.
    “Quando sono clienti nuovi vado io, voglio conoscere bene il mio cliente e farmi conoscere, spiegando la mia azienda e i miei prodotti. E poi voglio sapere dove va a finire il mio vino”.

    Con la sua filosofia ribelle non vuole l’enologo, per cui in azienda c’è solo il grande Cantiniere Stefano Pinci che lo aiuta nelle sue innumerevoli sperimentazioni. “Non sono contro la figura dell’enologo, è solo che poi si parla più del vino dell’enologo rispetto al vino del vignaiolo”.

    L’amore e la passione sono le caratteristiche di questo ragazzo di 34 anni che fa del suo lavoro una missione, non si annoia, piace e si vede.

    I VIGNETI DI FAMIGLIA: Primo vigneto

    Visitiamo la prima parte del vigneto, uno dei sette appezzamenti tutti collocati nello stesso Comune, ma a diverse distanze e con caratteristiche pedo-climatiche differenti.
    Sono 8,5 ettari che fanno parte dell’azienda del trisavolo che a suo tempo produceva vino e lo vendeva sfuso come da tradizione in questo territorio.

    primo vigneto con due differenti suoli, articolo: Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:" Sono nato in vigna"
    Primo vigneto con due differenti suoli, articolo: Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Riccardo ci racconta che, da alcuni dati storici in possesso della Famiglia, la costituzione dell’azienda dovrebbe risalire alla fine dell’800. Poi con i due conflitti bellici si sono persi tutti i possedimenti, ripartendo poi nel dopoguerra con il nonno e il papà.
    Fino agli inizi del 2000 si parla di una superficie di circa 5 ettari, conferendo una parte delle uve alle Cantine e la restante parte vinificata e venduta come vino sfuso in quella che era all’epoca, su quel terreno, una fraschetta di proprietà.
    “Si vende ancora oggi il vino sfuso mantenendo le tradizioni perché certe cose non si riescono a sradicare” .

    Nel 2009 il nonno divide l’azienda tra i tre figli e al papà spettano i 2,5 ettari in affitto. A questo punto subentra Riccardo nel recupero e nella gestione dei vigneti, ripartendo proprio da questi pochi ettari, fino al 2018, anno in cui acquista di nuovo tutti i terreni che erano appartenuti al suo trisavolo.

    Ad oggi sono 11 gli ettari di proprietà, certificati Bio, più 4 in affitto recuperati dall’abbandono, che vanno dai 110 ai 264 metri slm., coltivati su suolo vulcanico, a 15 km dal mare con una costante ventilazione.

    Vigneti Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:" Sono nato in vigna"
    Vigneti Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    PRATICHE IN VIGNA

    Tra i filari, ad alternanza ogni anno, viene lavorato il terreno e messo a dimora il favino, una pianta che prende l’azoto dall’atmosfera e lo trasferisce nel terreno arricchendolo.
    Il residuo delle potature viene utilizzato come compost e, dato il clima, viene fatto anche l’inerbimento per trattenere l’umidità nel terreno.

    I vitigni recuperati dal 2009 fino al 2014 e i nuovi impianti sono: Malvasia di Candia, Trebbiano Toscano, Malvasia Puntinata o del Lazio, Moscato giallo, Grechetto e Vermentino. Per i rossi: Merlot, Montepulciano, Sangiovese e Cesanese. Quattro le etichette prodotte di cui due bianchi, un rosso e un rosato.
    Le rese sono tra 90/110 q/h. e vengono prodotte circa 10.000 bottiglie l’anno.

    Nel 2009 ha inizio la prima vinificazione, facendo seguito sei anni di prove per poi uscire con la prima etichetta nel 2016 valorizzando e prediligendo gli allora vitigni autoctoni in possesso, ovvero la Malvasia di Candia e il Trebbiano Toscano, al contrario di ciò che gli era stato suggerito cioè espiantare la vecchia vigna del ’73 e piantare a filare uno Chardonnay.

    Vigneto del 1973
    Vigneto del 1973

    Notiamo la particolarità dei filari misti, di tante varietà insieme come era una volta l’usanza.
    Le lavorazioni in vigna sono tutte manuali tranne quelle del terreno, quindi dalla potatura alla raccolta è tutto a mano e questo consente nel periodo primaverile, quando insorgono le malattie della vite, durante la potatura verde, di osservare meglio e da vicino lo stato sanitario delle uve.

    Quindi i trattamenti di zolfo e rame non vengono dati più a cadenza come una volta ma solo se servono.
    “Mi sento un custode del territorio, io sono molto attaccato al territorio”.

    UN’ETICHETTA PER OGNI SUOLO

    Ogni etichetta proviene da diversi appezzamenti con differenti esposizioni e altitudini, soprattutto con il terreno vulcanico che cambia colore tra un fazzoletto e l’altro.

    Riccardo ci incuriosisce dicendoci che su 10.000 metri ci sono tre lingue di terra differenti.

    Qui, in questo primo appezzamento, troviamo prettamente suolo vulcanico non troppo scuro, marrone rossastro.

    Il “Metella” ad esempio, composto da Trebbiano in purezza, viene da questa prima porzione di terreno vulcanico, allevato a tendoni e piantato nel 1973.

    Dalle parole di Riccardo “ho mantenuto i tradizionali tendoni perché non è vero che così facendo non si fa qualità, tanto dipende dalla potatura. Con il cambiamento climatico utilizzare il tendone è più salutare per le uve bianche, un riparo dal sole che consente di preservare la parte aromatica”.

    Qual è l’etichetta che più ti rappresenta?

    “Vallefiara perché è il primogenito, è un altro appezzamento che si trova sotto Lanuvio e l’unico che è rimasto a noi dal trisavolo ininterrottamente a differenza degli altri che invece sono stati persi e poi ripresi. Ha un valore soprattutto affettivo, diverso”.

    ALLA SCOPERTA DEI TANTI FAZZOLETTI DI TERRA

    Ci spostiamo in un’altra porzione dove i filari, piantati più stretti, sono studiati per essere lavorati orizzontalmente anziché seguire in verticale il pendio in discesa. Qui non c’è l’alternanza delle erbe spontanee perché la vigna è più giovane, risalente al 2021, quindi lavorata più spesso.
    In questa parte di natura, c’è un ettaro di vigneto nuovo, insieme ad un altro ettaro risalente al ’92 e mezzo ettaro di uliveto in fondo ai vigneti presi in affitto da Riccardo nel 2014.

    Vigneti perpendicolari al pendio, articolo Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:" Sono nato in vigna"
    Vigneti perpendicolari al pendio, articolo Azienda Agricola Di Marzio 2022, Riccardo Del Frate si racconta:” Sono nato in vigna”

    Troviamo il terreno spaccato perché non piove da settimane. Più scendiamo a valle più il terreno cambia colore.
    Ci incuriosisce tantissimo la presenza di tre differenti suoli: in alto, il primo più scuro, più nero argilloso; scendendo il secondo a metà è sabbioso/pozzolanico con una consistenza molto diversa; il terzo, a fondovalle, un suolo di nuovo più scuro e ricco di sostanze organiche.

    Ogni lingua di terra ha delle caratteristiche uniche e in pochi metri cambia la consistenza, il colore e la composizione del suolo. Quindi abbiamo lo stesso vitigno coltivato in diverse parcelle con differenti caratteristiche pedo-climatiche che danno vini diversi.
    In definitiva, le quattro etichette prodotte provengono da quattro terreni diversi e ben distinti.

    Altra differenza che notiamo è la crescita dei vigneti in tre differenti terreni ma piantati nello stesso anno e nello stesso luogo. In alto il terreno scuro è più ricco di sostanze e le vigne crescono con più vigoria; più in basso il terreno è povero e la vigna soffre di più.

    Ogni appezzamento è una cosa a sé; le posizioni dei vitigni sono ben studiate perché Riccardo conosce fin troppo bene il suo territorio e non metterebbe mai un Moscato giallo a valle pur sapendo che soffrirebbe di marciume e botrytis a causa della troppa umidità, dove invece si trova il Grechetto.

    Suoli differenti in Azienda Agricola Di Marzio
    Suoli differenti in Azienda Agricola Di Marzio

    LA STORIA DI LANUVIO

    Prima di raggiungere un’altra parte vitata, Riccardo ci tiene a raccontarci il suo territorio perché sostiene che visitare soltanto l’azienda e i suoi Vigneti sia poca cosa in confronto alla completa panoramica che potremmo avere conoscendo la storia e visitando una parte del paese.
    E così, entusiaste della proposta, ci porta a visitare una delle bellissime torri appartenente al Castello medievale di Civita Lavinia, costruito sopra le rovine dell’età Imperiale. Giunte alla sommità, affascinate dal quadro naturalistico davanti i nostri occhi, godiamo in silenzio questo scorcio sulla campagna romana, sui vigneti. All’orizzonte il mare.

    Al giorno d’oggi la maggior parte delle torri è abitata.
    Sicuramente conoscere e vivere il territorio e la sua storia aiuta a capire l’evolversi anche del tessuto urbano.
    “Il posto va vissuto a 360 gradi portando le persone in azienda, far vedere e vivere le vigne, e visitare il luogo come unico pacchetto”.
    Questa è l’accoglienza di Riccardo.

    Lanuvio, situato all’interno del Parco Regionale, a 324 metri slm, è il più basso dei comuni dei Castelli Romani, in prov. di Roma, però è il primo colle che si incontra venendo dal mare, quindi durante la seconda guerra mondiale, con lo sbarco di Anzio delle truppe alleate, venne prima bombardato dal mare poi raso al suolo.

    Il nome Lanuvio viene da Lanoios, un guerriero partito dalle coste della Grecia o dalla Sicilia, a seconda delle leggende, insieme ad Enea, che approdò sulla costa laziale e nell’entroterra fondò una cittadina che prese il suo nome dal latino. Nel corso degli anni il nome diventò Lanuvium, poi Lanuvio ed era una rocca circondata da cinque torri a scopo difensivo, inespugnabile perché circondata da una cinta muraria scarpata.

    la Torre del castello medievale di Civita Lavinia con vista sulla campagna romana
    la Torre del castello medievale di Civita Lavinia con vista sulla campagna romana

    “LE VAGNERE”

    Il terzo appezzamento vitato, sotto Lanuvio, è più selvaggio, il più alto, 264 metri slm, comprato negli anni ’60 dai nonni di Riccardo che all’epoca avevano la vigna a filari coltivata a Malvasia e Bombino, per poi ripiantare negli anni ’80 Malvasia e Trebbiano e nel 2001 Sangiovese.

    Circondato da un boschetto di lauro, questo terreno è ricco di biodiversità sia animale sia vegetale, con tante specie di piante, coltivato su suolo vulcanico più chiaro, non argilloso ma sciolto, molto drenante.
    Dal Sangiovese, presente in questo lotto, viene prodotta la prima annata del rosato “Le Vagnere”, che prende il nome proprio dal luogo.

    Vigneto più alto "Le Vagnere"
    Vigneto più alto “Le Vagnere”

    Riccardo ci porta vicino ad un ruscello e ci racconta che qui prima c’erano tante canne che coprivano la sorgente e la collina terrazzata con muretti a secco che in seguito ha ripulito. A ridosso di questa collina ci sono delle Ville Romane, dei vasconi sempre di epoca romana dove finisce l’acqua della sorgente e da lì scende a valle vicino ai filari.

    Queste colline, grazie alla loro posizione favorevole, erano molto care all’Imperatore Marco Aurelio che qui risiedeva per la salubrità del clima.
    All’interno di queste ville ci sono degli splendidi mosaici. Riccardo si occupa della manutenzione esterna per preservare la loro bellezza.

    Le ville romane sono state inserite nel percorso dell’Appia, antico tracciato che comprende settanta comuni, quattro regioni e dodici tra province e Città metropolitane. Progetto presentato da pochi mesi che ci auspichiamo in futuro porti al riconoscimento di questa Via, così importante, come patrimonio dell’UNESCO.

    Qui davanti alle viti c’è da poco più di un anno un’arnia piena di api e dal prossimo anno ci sarà anche la produzione di un po’ di miele. Posizione ideale vicino all’acqua, i mandarini in fiore, rovi in fiore. Simbolo della biodiversità!

    La sorgente recuperata e l'arnia in vigna
    La sorgente recuperata e l’arnia in vigna

    Giriamo intorno alla vigna e troviamo una bella collinetta piena di ciclamini, una scala antica fatta di legno appoggiata ad un albero, pietre vulcaniche scure, panche di legno e una vista sulla vallata con un albero e il muretto a secco che ci ricorda il disegno sull’etichetta del rosato. Su per la collina, sotto il bosco si vede benissimo tutta l’attività vulcanica, le varie colate laviche con basalto nero, un toccasana per queste vigne. Ci stupisce tantissimo il mutare dei colori del terreno in così poca distanza, ci sembra di aver cambiato territorio.

    “IL VALLEFIARA”

    Siamo nel quarto podere di 6000 metri, più aperto verso il mare. Non si sa l’anno d’impianto dell’ultimo filare che segna il confine, ma il resto della vigna è stata ripiantata nell’86 e coltivata a Malvasia e Trebbiano. Da queste viti, alternate da due filari di Malvasia e un filare di Trebbiano, viene prodotto il “Vallefiara”. Praticamente il taglio si fa direttamente in vigna!

    Dalla collina di fronte ai vigneti possiamo ammirare il panorama che si estende fino al mare e quando non c’è foschia si vedono perfettamente le isole pontine. Siamo nell’agro romano e vediamo l’agro pontino.

    Mentre ammiriamo il paesaggio, ascoltando il canto degli uccelli, alle spalle abbiamo Lanuvio e voltandoci osserviamo sotto il campanile vicino ai pini un grande terrazzo.
    Si narra che tutti i terreni sotto la rocca fossero di proprietà del trisavolo. In passato, da questo terrazzo, si vedeva alzarsi un grande fumo dai campi, dovuto all’uso della vanga da parte delle tante persone che lavoravano per lui.

    Vigneto "Vallefiara" Azienda Agricola Di marzio
    Vigneto “Vallefiara” Azienda Agricola Di marzio

    Tutti gli ettari vitati sono circondati da uliveti che rappresentano un ettaro con 500 piante miste tra moraiolo, rosciola, carbonella, frantoio, itrana. Non poteva mancare la produzione di olio.

    LA CANTINA E IL PROGETTO FUTURO

    Dopo questo bel peregrinare tra i filari, entriamo a visitare la cantina e ci troviamo di fronte le vasche d’acciaio e a fianco la sala di stoccaggio piena di opere d’arte magnifiche, che ritroviamo anche nell’abitazione, dipinte dal nonno materno, ritratti di famosi personaggi, volti conosciuti e non nell’ambito religioso. Una grande passione e non un lavoro a conferma che nella vita faceva ben altro.
    Per gli affinamenti in barrique del rosso, di secondo e terzo passaggio, si appoggia ad un’altra cantina. Infatti ci rendiamo conto anche noi che lo spazio è piccolo.
    Riccardo racconta che uno dei progetti più importanti sarà proprio quello di realizzare una cantina più grande e crescere con il numero delle bottiglie prodotte.

    UNA GRADITA DEGUSTAZIONE CASALINGA

    Siamo, inaspettatamente e sorprendentemente felici di essere accolte nella casa privata, nella quale la Mamma ci viene incontro con un gran sorriso e con una bellissima accoglienza. Eh sì, apparecchiamo la tavola insieme perché il pranzo si tiene proprio qui nella loro casa.
    Un calore familiare così non lo abbiamo mai provato!

    La tavola è imbandita di tante cose buone: formaggi, salumi, pizza fatta in casa, frittata, fettine panate, verdure. Insomma potremmo dire una meravigliosa accoglienza.
    Da questa tavola parte la nostra degustazione dei vini dell’azienda.

    “Il Metella” IGP Lazio 2021 Trebbiano Toscano in purezza

    Il Metella porta il nome di “Cecilia Metella balearica maggiore”, vestale e sacerdotessa del tempio in onore della Dea Giunone Sospita. La leggenda narra che vicino al tempio c’era e c’è tutt’oggi una grotta all’interno della quale c’era un serpente. In primavera venivano mandate delle vergini con un cestino di focaccia come rito propiziatorio. Se il serpente accettava le focacce sarebbe stato un buon raccolto; se lo rifiutava colei che aveva perso la verginità, veniva sacrificata per scongiurare la carestia.

    Queste sono le uve impiantate nel 1973 e coltivate a tendone. Vengono raccolte a mano e subiscono una pressatura soffice, dopo la fermentazione il mosto riposa tre mesi sulle fecce fini, matura 5 mesi in acciaio e poi affina tre mesi in bottiglia.

    È di un bel giallo paglierino con alcuni accenni dorati, al naso ci colpisce la sua impronta di frutta esotica, mentre al palato ha un’ottima acidità con note minerali e una piacevole sapidità ben bilanciate. Un calice di buona struttura, fresco e beverino, molto poliedrico negli abbinamenti culinari.

    Line up in degustazione
    Line up in degustazione

    “Vallefiara IGP Lazio 2021 70% Malvasia bianca di Candia e 30% Trebbiano Toscano

    Il nome deriva da una delle zone sotto Lanuvio, dove sono coltivati a filari questi antichi vitigni di 25 anni di età, mai persi, nel corso del tempio, dalla Famiglia.

    Raccolte sempre a mano, le uve sono sottoposte ad una pressatura soffice, decantazione statica, poi il liquido riposa 5 mesi sulle fecce fini, matura otto mesi di acciaio e poi affina qualche mese in bottiglia.

    Ci sorprende come questi vini siano “vivi”. Ogni calice è diverso dal primo.
    L’idea di non usare il legno ma solo acciaio sui bianchi è data dal voler mantenere integri i vini valorizzando gli autoctoni Malvasia di Candia e Trebbiano Toscano. “Questa è l’uva e questo è il vino che ne esce fuori”.

    Alla visiva notiamo un colore più carico, di un giallo paglierino più intenso con riflessi dorati. I profumi di frutta a polpa gialla al naso ci rapiscono, è delicatamente aromatico, con lievi note agrumate. Una bella fusione tra l’aromaticità della Malvasia di Candia e la forza del Trebbiano Toscano. La sua mineralità lo contraddistingue. D’altronde con questo terreno vulcanico così ricco di sostanze organiche e argilla non poteva essere altrimenti. Un gran bel calice!

    “Lanoios” IGP Lazio 2021 Merlot in purezza, provenienza uve da due filari del primo appezzamento visitato risalenti agli anni ’90.

    15 giorni di fermentazione a contatto con le bucce, rimontaggi in assenza di ossigeno all’interno del silos, quindi niente solforosa. Tolte le bucce, viene fatto il travaso poi matura una parte in acciaio e una parte in barrique per otto mesi. Infine assemblaggio delle masse e affinamento 5 mesi di bottiglia.

    15 gradi e non sentirli! Bassi solfiti, caldo, morbido, ancora giovane, acidità e tannini ancora non perfettamente integrati all’unisono. Al naso come al palato sentiamo queste note erbacee molto presenti per la sua gioventù, non è ruffiano come tanti Merlot, “rispecchia proprio chi lo fa” o ti piace o non ti piace.
    Riccardo ci dice che fa il vino come piace a lui. Mai andato incontro alle tendenze e alle mode del mercato “ho fatto sempre quello che mi diceva la testa”.
    I suoi sono vini identitari e vivaci che rispecchiano perfettamente anche il carattere.
    Al palato c’è una dolce speziatura, sentori di pepe nero, liquirizia. Ci sembra ancora che da una parte ci sia questo fiore e frutto rosso predominante, e dall’altra, separata, una nota erbacea che devono ancora accordarsi insieme. Note ancora distinte non integre tra loro. Colore molto bello, rosso rubino intenso. Secondo noi, con un grande potere di invecchiamento.

    I vini di Riccardo rispecchiano proprio lui, la storia della sua famiglia e del suo territorio. Sono il territorio perché Riccardo lo è. Un esempio perfetto di amore, determinazione e valorizzazione delle proprie tradizioni, della propria cultura e di tutti i differenti terreni che possiamo trovare anche spostandosi di pochi metri.

    Sulla torre di Lanuvio insieme a Riccardo del Frate, Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Sulla torre di Lanuvio insieme a Riccardo del Frate, Ilaria Castagna e Cristina Santini

    Noi lo ringraziamo infinitamente per averci aperto le porte della sua casa e fatto sentire davvero a nostro agio, per essersi raccontato a 360° e per averci fatto capire davvero chi è e che cosa si cela dietro ai suoi meravigliosi vini.

    Vi vogliamo lasciare questa volta con una frase situata proprio tra i suoi vigneti:
    “In questo lembo di terra l’uomo lavora in simbiosi con la natura e l’accompagna preservando gli ecosistemi e la biodiversità. Sono bandite tutte le sostanze chimiche di sintesi permettendo e mantenendo la coesistenza di diverse specie animali e vegetali che grazie alle loro reciproche relazioni creano un ecosistema in equilibrio”.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Cantina: https://www.aziendaagricoladimarzio.it/index.html

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel Vino è la Vita

    Di Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    EnoMundus 2022 Fiera Mercato dei Vini Internazionali, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    EnoMundus 2022 Fiera Mercato dei Vini Internazionali, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    “Il vino è cultura, è un mondo che mi affascina e mi appassiona tantissimo e cerco di trasmetterlo attraverso questo evento. Il mio mestiere è quello di vendere il vino, il vostro invece, che io invidio tanto, è quello di trasmettere tutti questi concetti su dei fogli ancora bianchi. Oggi sono qui per chiedervi, con invidia quasi, ma anche con grande piacere, di trasmettere la bellissima cultura dei vini internazionali, in questo caso dei Greci che ho visitato personalmente, scoprendo qualcosa di grandioso “.

    Con queste parole di Olfa Haniche, ideatrice di “EnoMundus 2022“, la Fiera Mercato Dei Vini Internazionali, Export Manager di cantine vinicole italiane all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri, iniziamo a raccontarvi una delle entusiasmanti Masterclass che si è svolta nella Sala Michelangelo dell’Hotel Albani a Firenze. L’evento è stato organizzato con la collaborazione di Carol Agostini, Commissario internazionale enologico e titolare dell’Agenzia FoodandWineAngels.com e della Rubrica “Papillae.it“.

    I vini Greci e il loro grande Potenziale

    La Masterclass sui vini Greci e sulla loro storia è stata condotta da Haris Papandreou, Segretario del Consolato Onorario della Grecia a Firenze e presentata da Olfa Haniche, con la straordinaria partecipazione di Carol Agostini e di esperti del settore.
    Protagonista di questo incontro è stata la Cantina “Hatzidakis Winery” di Konstantina Chryssou.

    Olfa Haniche che presenta la Masterclass sui vini greci, la Famiglia Hatzidakis e il Segretario del Consolato greco Haris Papandreou
    Olfa Haniche che presenta la Masterclass sui vini greci, la Famiglia Hatzidakis e il Segretario del Consolato greco Haris Papandreou

    Abbiamo ascoltato, con fervida attenzione, il racconto della bellissima Santorini, una delle isole situate nell’arcipelago delle Cicladi, nel mare Egeo. Nel 1627 a.C fu distrutta da un’eruzione vulcanica, la più grande avvenuta in Europa, e ricoperta quasi interamente dal mare. In seguito a tutto ciò si creò la famosa caldera, un insieme di quattro isole, Thitasia (unica isola abitata), Nea Kameni, Polia Kameni e Aspronisi.

    Prima degli anni ’90, Santorini era conosciuta soltanto per i suoi meravigliosi paesaggi e per il suo famoso tramonto ed erano soltanto quattro i produttori che imbottigliavano il loro vino (contadini che lo vendevano per strada in bottiglie di plastica). Ad oggi, quei quattro produttori sono diventati diciotto.

    Il terreno è vocato per la coltivazione della vite, in quanto particolarmente fertile grazie ai minerali contenuti nel sottosuolo, un mix di lava, cenere, pietre e sabbia. Esistono, ad oggi, viti ultracentenarie, alcune di quasi 200 anni che non sono state attaccate a suo tempo dalla Fillossera.
    Il vitigno re di Santorini è l’Assyrtiko. Il primo a portarlo in Italia per farlo conoscere e poter sperimentare fu il Professor Rainer Zierock che lo impiantò nel Südtirol in Alto-Adige creando la cantina Ansitz Dolomytos Sacker, anche con l’aiuto del professor Attilio Scienza, altro grande conoscitore del vitigno greco.

    Dalle parole di Haris Papandreou: “Il vino di Santorini ha una potenzialità enorme. L’Assyrtiko per me rappresenta gran parte dei vitigni greci ed è quello che ha trainato il nostro vino all’estero, quello che è entrato nei migliori ristoranti europei e ultimamente del mondo. Ci sono alcuni ristoranti italiani, come ad esempio a Venezia, dove possiamo trovare bottiglie della famiglia Hatzidakis”.

    La storia di un grande amore: quello della famiglia Hatzidakis

    Nel 1996 Haridimos Hatzidakis, enologo e già grande produttore, portò sua moglie Konstantina Chryssou a vedere un vitigno abbandonato dal 1956 dopo il terremoto dell’isola che fece scappare quasi tutti i suoi abitanti, anche parte della loro famiglia. Si innamorano subito di quel terreno, acquistandolo e decidendo di lavorare tutto in regime biologico e con il vitigno Aidani in purezza. Fu uno di tre produttori a farlo.

    Papandreou ci racconta: “ Nel 1997, al di sotto dei vigneti, scoprirono una grotta e Haridimos disse alla moglie “è qui che faremo la nostra cantina”. Ad oggi, esiste soltanto la loro posizionata in quel modo, tutti gli altri hanno creato delle grandi cantine moderne. La loro, però, ha qualcosa di magico. Haridimos sperimentò molto e uscì con il suo primo vino nel ’97. Anche se non ho mai avuto l’onore di conoscerlo di persona ma solo telefonicamente, fu per me un grande maestro, lui diceva sempre: “il buon vino si fa in cantina”.

    Nel 2017 purtroppo Haridimos muore, lasciando un grande vuoto nella sua famiglia e ai tanti amanti del buon vino. Questo accade proprio durante la vendemmia. Dopo tante difficoltà e tanti dubbi se andare avanti con la produzione, Konstantina e i suoi quattro figli decidono di non vendere, ma di continuare con determinazione e passione il grande lavoro svolto dal padre. Con l’aiuto dei giovani enologi (due donne ed un uomo) che studiarono al fianco di Haridimos e seguendo tutti gli appunti che aveva lasciato, ad oggi la Cantina produce dei vini davvero eccellenti.

    L’azienda ad oggi situata nel villaggio di Pyrgos Kallistis, coltiva: l’Aidani vinificandolo in purezza, il Mavrotragano, una varietà a bacca rossa che ha rischiato l’estinzione e la cui superficie vitata sull’isola è passata,grazie ad Haridimos, dal 2% al 5% ed infine l’Assyrtiko, che copre circa l’ 80% del territorio.

    In questa Masterclass abbiamo avuto il privilegio di degustare:

    P.G.I Cyclades Aidani 100% 2021
    P.D.O Santorini Familia Assyrtiko 100% 2020
    P.G.I Cyclades Mavrotragano 100% 2016
    P.D.O Santorini Vinsanto Assyrtiko 80% Aidani 20% 2004, 16 anni invecchiato in botti di rovere , Vino Bianco naturalmente dolce.

    Line up vini greci dell' Azienda Hatzidakis Winery, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    Line up vini greci dell’ Azienda Hatzidakis Winery, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita

    Correva l’anno 2000
    Il Segretario del Consolato continua a raccontarci che: “Era l’anno 2000 e, mentre la figlia Stella di 3 anni e mezzo stava disegnando, Haridimos e sua moglie discutevano sulle percentuali utilizzate nel nuovo vino, ossia 80% Aidani e 20% Assyrtiko. Contrariamente a quanto era stabilito dalla DOC Santorini che prevedeva l’impiego del 70% di Assyrtiko e il resto Aidani. Con tanti dubbi, ma fiduciosi, decisero di continuare nel loro progetto, dando il nome Aidani al vino e creare l’etichetta con l’unione dei quattro disegni che la figlia stava facendo in quel momento”.

    "Aidani" 2021 con i disegni di Stella in etichetta, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    “Aidani” 2021 con i disegni di Stella in etichetta

    Mentre l’etichetta è rimasta la stessa, ad oggi, l’ Aidani è in purezza. La resa è molto bassa, sui 18-22hl/ha e le uve provengono da vigne che hanno dai 10 ai 30 anni di vita. La fermentazione avviene con i lieviti indigeni a temperatura controllata, rimanendo poi 6 mesi sulle fecce nobili e 2 mesi in bottiglia. Non è filtrato. Se ne producono circa 4700 bottiglie l’anno.

    Nel nostro primo calice ci sorprende un colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso respiriamo da subito delle note tropicali di mango e papaya molto persistenti, profumi di agrumi e fiori di limone. Una bocca vivace ed equilibrata con sentori di frutta secca, noce moscata e con un lungo retrogusto aromatico di caramello e burro che avvolge tutto il nostro palato.

    Un vino, una Famiglia

    Il vino Santorini Familia, 100% Assyrtico, è stato chiamato così poiché le uve con il quale viene prodotto oltre ad essere di proprietà, sono di altri vecchi produttori considerati da loro come una “Famiglia”. Anche qui rese bassissime, quasi 13 hl-ha, vigne d’età comprese tra i 15 e gli 80 anni e altitudini tra i 200 e i 300 m s.l.m.

    Per la scelta dell’annata 2020, Olfa interviene, trascinandoci all’emozione: “Ho chiesto a Konstantina una 2020 poiché, non essendo noi abituati ai vini bianchi da invecchiamento lungo, avevo il piacere semplicemente di farvi notare come un vino bianco può essere dimenticato in cantina e come quest’ultimo possa già avere, dopo pochi anni, una specie di carta d’identità con caratteristiche decisamente forti“.

    "Familia" Assyrtico 2020, articolo: EnoMundus 2022 Vinum Vita Est, nel vino è la vita
    “Familia” Assyrtico 2020

    Qualità che noi riscontriamo notevolmente nel calice iniziando dal colore dorato intenso che ci troviamo ad ammirare. Al naso sentori di frutta, fiori con note vegetali. Un palato fresco ed energico, con un’acidità rinfrescante sul finale e con sentori di cedro candito. Una nota di mela cotogna in un connubio perfetto di frutta secca più acerba come una mandorla pelata. Un retrogusto lungo di fieno, pietra focaia e salvia conquista il nostro palato. Guardandoci capiamo che questo vino già ci emoziona adesso, immaginiamo tra 5 anni.

    Per questi primi due calici Tiziana Spera, proprietaria dell’azienda “Le Direzioni Del Gusto”, con sede ad Avezzano, ci spiega che in abbinamento all’Aidani ha deciso di portare una focaccia, la “Crescia Marchigiana” con tartufo nero all’interno e per l’Assyrtiko una tipologia di formaggio di mucca con miele, noci e zafferano fatto specificatamente più delicato per questa Masterclass.

    Il Mavrotragano segreto

    Dalle parole di Haris Papandreou: “Haridimos faceva delle sperimentazioni su tutti i vitigni, annotandosi tutto lo svolgimento e le vinificazioni. Prima di morire nascose due botti di Mavrotragano che, più tardi, furono trovate e lavorare dai suoi figli. Inizialmente risultò più acquoso, mentre oggi è più puro e più pulito”.

    Le uve rimangono a contatto con le bucce per 5 giorni. Dopo la fermentazione, il vino matura in botti di rovere francese per 18 mesi e ulteriori 12 mesi all’interno dei serbatoi di acciaio inox. Il vino non è filtrato e ci coglie di sorpresa sapere che quasi il 91% delle viti è ultra centenario per una produzione di 7750 bt annue. Per la prossima annata i figli prevedono di piantarne delle nuove.

    "Mavrotragano" 2016
    “Mavrotragano” 2016

    Al calice un rosso rubino brillante, di un’eleganza unica. Al naso un bellissimo sentore di frutti di bosco, erbe aromatiche, spezie e tabacco da sigaro che riscontriamo poi anche al palato. Un tannino e un’acidità legati in maniera sorprendentemente equilibrata. Un buon corpo con una grande complessità, note avvolgenti di pepe nero, fiori appassiti e cioccolato in un connubio perfetto. In abbinamento a questo terzo calice una soffice focaccia bianca con un buonissimo Jamón iberico Pata Negra di Bellota. Che meraviglia degustarlo!

    Dall’intervento di Konstantina: “Il buon vino si fa in cantina ma il lavoro più grande si fa in vigna poiché facciamo una selezione dell’uva davvero minuziosa, per questo motivo la nostra resa è ancora più bassa”.

    Un finale degno di nota

    Vin Santo è il nome che, secoli orsono, i Veneziani diedero al vino proveniente da Santorini. Vin Santo è quindi una contrazione e significa Vino di Santorini.
    Le uve vengono lasciate appassire sotto il sole estivo per 15 giorni, in modo da concentrare gli zuccheri e non perdere acqua. Successivamente avviene la spremitura e la vinificazione ed infine l’affinamento in botti di rovere per molti anni. Alcuni anche 6-8 anni.

    "Vino Santo" 2004
    “Vino Santo” 2004

    In questa occasione, abbiamo degustato un blend di 80% Assyrtiko e 20% Aidani, annata 2004. Anche qui prodotto da vigne ultra centenarie con una resa di 20 hl/ha e una produzione di sole 6000 bt annue. Residuo zuccherino di 300g al litro.
    Questo calice è stato per noi un colpo di fulmine. Un colore rosso granato, ambrato con riflessi color caramello. Profumi intensi di frutta secca, uva passa, miele, caramello al burro sorprendono il nostro naso che ne rimane affascinato.

    Un palato così pieno e vellutato caratterizzato da sentori di caffè liquoroso, cioccolato, tabacco e un lungo retrogusto di scorza d’arancia candita. Ancora tanta ma tanta mineralità.
    Lo abbiamo degustato in abbinamento ad un gorgonzola muffa blu, lavorato con Ratafià, un liquore a base di succhi di frutta e alcol, gocce di frutti di bosco all’interno e cacao amaro all’esterno. Decisamente un finale perfetto.

    Degustazione completa di quattro calici
    Degustazione completa di quattro calici

    In questa grande Edizione abbiamo anche degustato varie tipologie di vini di diverse nazionalità.
    Ci siamo domandate:
    Cosa ci aspettiamo da un calice di vino degustandolo?
    Andiamo alla ricerca e alla scoperta di tutti quei sentori diversi o nascosti, con aromi differenti tra loro, tra note speziate decise o eleganti oppure note più succose. Abbiamo scoperto “un mondo”.

    I vini della Turchia, ad esempio, dell’Azienda Kastro TireliAkhisar ci hanno sorpreso ed emozionato, ci sono entrati nel cuore. Come anche quelli francesi della Maison Marigny eleganti e sofisticati, quelli della Romania dell’Azienda Lechburg Winery in Transilvania energici e puri. Il loro Moscato Giallo è stato qualcosa di stupefacente. L’Argentina, la Spagna ed il Cile con i loro vini avvolgenti e calorosi ed il Libano più decisi ed austeri.

    Altre Aziende estere presenti all'evento EnoMundus 2022
    Altre Aziende estere presenti all’evento EnoMundus 2022

    Ci teniamo a ringraziare davvero di cuore Olfa Haniche e Carol Agostini per l’invito, la calorosa accoglienza e per la perfetta organizzazione di questo evento.
    Un caloroso ringraziamento merita anche tutta la Famiglia Hatzidakis che ci ha accolto in maniera impeccabile come fossimo anche noi “Una Famiglia”.

    Questa volta vi lasciamo con le belle parole di Konstantina Chryssou che ci fa comprendere come dietro ad una semplice bottiglia di vino ci sia davvero Vita:
    “Prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere venuti tutti qui, un grazie speciale ad Olfa e ad Haris per tutto questo. Io amo molto l’Italia, Firenze e siamo felici di questa manifestazione. La nostra filosofia non è quella di partecipare a tantissimi eventi ma ci piacciono quelli dove c’è questa emozione, questo feeling che sentiamo qui.

    Quest’anno celebriamo i 25 anni dell’azienda, sarebbe stato molto bello celebrarlo con mio marito che ad oggi purtroppo non c’è più ma bisogna comunque viverlo in modo diverso. Amo da morire i miei figli e non è stato facile lasciarli decidere di andare avanti con l’attività di famiglia perché ognuno di loro ha una grande voglia di vivere e avrebbero potuto crearsi un loro futuro. Alla fine ho capito che i miei ragazzi avevano il vero e autentico desiderio e la volontà di portare avanti il lavoro del papà e questo è il loro grande risultato.”

    La Famiglia Hatzidakis
    La Famiglia Hatzidakis

     

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Evento: https://www.vinaviewinetasting.com/enomundus

    Sito Cantina: http://www.hatzidakiswines.gr/

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    ENOMUNDUS 2022 Champagne, il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Di Cristina Santini e Ilaria Castagna,Partners in Wine

    Max Jacob citava :
    “ Lo champagne, se si ha tempo per ascoltarlo, fa lo stesso rumore, nella sua schiuma e nelle sue bollicine, del mare sulla sabbia”.
    Proprio con questa citazione, noi Partners in Wine vogliamo raccontarvi il meraviglioso viaggio che abbiamo percorso, tra risate in treno da Roma a Firenze, e l’emozione che abbiamo vissuto nel degustare e scoprire vini esteri di piccole e medie produzioni dei 10 Paesi ospiti dell’evento, come Turchia, Spagna, Francia, Romania, Argentina, Cile, Libano, Austria e Paesi Bassi.

    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze
    EnoMundus 2022 Hotel Albani Firenze

    Insieme ad altri esperti del settore, abbiamo avuto l’onore di partecipare alla seconda Edizione di “EnoMundus 2022”, la prima Fiera Mercato in Italia dedicata ai vini Internazionali, tenutosi a Firenze nella Sala Michelangelo dell’hotel Albani e ideata ed organizzata da Olfa Haniche di VinavieWineTasting, Export Manager di vini italiani all’estero e Consulente per importatori/distributori nazionali di vini esteri.
    Media Partner dell’evento, FoodandWineAngel.com di Carol Agostini, Titolare dell’Agenzia e Commissario Internazionale Enologico.

    BENVENUTI ALLE MASTERCLASS

    Ci siamo focalizzate su due Masterclass svolte nella giornata di Lunedì 14 Novembre: quella sui vini della Grecia presentati dalla Famiglia “Hatzidakis”di Santorini, che approfondiremo nel nostro prossimo articolo sulla Rubrica Papillae.it, ed una dedicata a sei prestigiosi Champagne di tre piccoli Produttori, non importanti in Italia e quindi poco conosciuti ma che di altissima qualità. Entrambe abbinate, minuziosamente, ad una sorprendente e creativa selezione di formaggi presentati personalmente dall’Azienda “Le Direzioni del Gusto” di Avezzano.

    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne
    Sala di Degustazione pronta per la Masterclas Champagne

    Il focus sugli Champagne è stato condotto da Marco Maini, importatore e titolare, insieme a Stefano Bazzoni, della MB Bollicine Di Francia, con sede a Parma, e guidato da Carol Agostini con il prezioso intervento del critico enologico, Paolo Baracchino.
    Maini ci racconta: “La nostra società è nata 3 anni fa, è un progetto pensato intorno al 2015 quando io e Stefano iniziammo a girare per la Champagne, mossi solo dalla nostra passione. Il nostro intento era quello di trovare dei “vignerons” legati al territorio che producessero in maniera ineccepibile degli Champagne totalmente diversi rispetto a quelli emblematici”.

    La loro scelta è proprio quella di importare alcune delle bollicine più nobili e prestigiose al mondo, Champagne che valorizzano e danno importanza a piccoli produttori, di nicchia, poco conosciuti che con determinazione, un po’ di pazzia e coraggio fanno delle scelte sensazionali con risultati eccellenti.

    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni
    Tavolo Relatori con Marco Maini, Carol Agostini e Maurizio Bazzoni

    L’INIZIO DI UN VIAGGIO SENSORIALE

    Tra le Maison protagoniste di questa incredibile degustazione troviamo quella di Noël Bazin, di Mangin Et Fils Leuvrigny e quella di Perron Beauvineau.

    Noël Bazin

    Discendenti di viticoltori dello Champagne dal 1999, hanno poco più di tre ettari situati a Villers- Marmery, villaggio classificato come Premier Cru nel “Parco Regionale della Montagne de Reims”. Tipicamente quella è una zona di Pinot Nero e Petit Meunier, ma per scelta aziendale hanno deciso di coltivare esclusivamente “lo Chardonnay della montagna”. I loro vigneti hanno un’età tra i 5 e i 60 anni situati su un suolo formato da gesso mescolato a ghiaia e producono 16.000 bottiglie l’anno.

    Con la degustazione del primo Champagne, abbiamo il piacere di emozionarci con il Blanc de Blancs Millésime 2017 “La Révélation”, Brut Nature, 100% raro Chardonnay della Montagne de Reims, proveniente da un vitigno vecchio di 50 anni “Les Basses Alouettes”, con dosaggio zero e 48 mesi sui lieviti.

    Al calice notiamo subito un colore oro limpido con un perlage elegante e fine. Al naso è fresco e superbo con una bellissima nota di arancia rossa, litchi e di albicocca. La parte agrumata di lime e la nota di ribes risultano molto persistenti. Una bocca vivace con un’effervescenza cremosa e delle sensazioni di purezza che ci rivelano tutta la sua autenticità poiché non dosato. Un sentore di canditi e miele ci lascia ben sperare in un invecchiamento degno di nota.

    Ha una bella spalla acida, ma non fastidiosa con una bollicina ben integrata al liquido; chiude al palato con una buona sapidità asciutta ed un finale citrico. La potenza fruttata, la sapidità e l’acidità arrivano in finale molto bilanciati. Sentiamo al palato quasi una patina di burro. E’ setoso con una nota di lievito nel finale.

    i due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi
    I due calici di Noël Bazin accompagnati da deliziosi formaggi, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Dalle parole di Carol: “Questa degustazione volevo farla un pochino più tecnica, immergendoci dentro alle nostre sensazioni organolettiche, perché lo champagne è un prodotto che va compreso, capendolo bene ci si immerge in tutti i suoi odori e sapori”
    Con il secondo calice ci prepariamo energicamente ad un Millesimato non dichiarato in etichetta, l’Étonnante Brut en fût Blanc de Blancs, 100% Chardonnay di Villers-Marmery, del 2015, affinato in botti di rovere per 12 mesi e per il 10% lavorato con il Metodo Soléra. Le uve provengono solo da una singola parcella denominata “L’Harenne”. Dosaggio: 8 g/l e 48 mesi sui lieviti.

    Ci sorprende un colore giallo oro con maestose perle che regalano un’effervescenza duratura. Ci rendiamo subito conto che, facendo un 10% di Solera, sicuramente ha preso quelle note di caramello e noccioline che riempiono di profumi maggiormente il naso. In bocca si distingue bene l’acidità e la sapidità spiccata. Una nota di canditi più pronunciata rispetto al primo, fragrante e ricco di agrumi e frutta secca.

    Il legno della botte è perfettamente amalgamato, note di banana verde, crema pasticcera e crosta di pane che ci avvolgono il palato. Attendendolo nel calice, sprigiona anche dei sentori vegetali. Ampio e generoso, complesso e in evoluzione, un significativo equilibrio tra freschezza e legnosità con un sentore di clementine candite nel finale. Una delizia al palato.

    Mangin Et Fils Leuvrigny

    Proseguiamo con la Maison Champagne Mangin Et Fils Leuvrigny a Le Chêne-la-Reine, con vigneti situati sulle pendici della “Vallée de la Marne”, nel cuore del vigneto Champenois. I loro terreni, a seconda delle zone, sono composti da argille, marne e vari calcarei. I principali vitigni che compongono il vigneto sono il Pinot Meunier e lo Chardonnay e producono mediamente 20.000 bottiglie l’anno.
    Maini ci spiega: “Ho deciso di proporvi per questa degustazione solo il suo Petit Meunier in purezza poiché è quasi una rarità, non sono in tanti a produrlo, lo usano soltanto per il taglio”.

    Il terzo calice sorprendente: 100% Petit Meunier, Medaglia d’oro al Concorso Mondiale Femminile 2022, non dosato con tre anni minimo sui lieviti. (riposa per 6 mesi dopo la sboccatura).
    Presenta un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati, perlage persistente e fine. Al naso avvertiamo una nota molto particolare di chinotto e vermouth, amalgamata perfettamente ad un bouquet di frutti gialli come la mela cotogna. Note finali di fiori secchi come il caprifoglio.

    In bocca una bella vivacità con sentori di fichi, miele, una nota mentolata di muschio che non dispiace e delle note agrumate sposate benissimo allo zenzero, chiudendo nel finale con un potpourri di fiori secchi.

    Ci vengono proposti tre formaggi in abbinamento a questi primi tre calici raccontati da Tiziana Spera, proprietaria dell’Azienda “Le Direzioni Del Gusto” che ci consentono di immergerci nei vari sapori delicati e forti, speziati e fruttati, tutti diversi e colorati, sperimentando insieme anche l’accostamento più ottimale.
    Con il primo calice abbiamo abbinato un formaggio di mucca con il pistacchio, il secondo, invece, viene lavorato con miele e noci con l’aggiunta di un pizzico di miele sul finale, il terzo infine è con l’arancia. Li abbiamo lavorati in maniera molto più delicata proprio per questa occasione”.

    Carol Agostini e Marco Maini
    Carol Agostini e Marco Maini, articolo EnoMundus 2022 Champagne Il sorprendente mondo dei piccoli Vigneron

    Subito dopo Carol ci tiene a spiegare:

    “State giocando con i gusti? Lo sapete che i sensi non sono cinque ma sono ben 17. Ho scritto un libro sull’Enogastronomia sensoriale parlandone sotto forma di romanzo. Si parla dei sensi in forma lieve dove, chi ha un occhio più tecnico, riesce a comprendere quale sia il progetto, ovvero quello di unire Enogastronomia, Sensi e Programmazione Neurolinguistica. Chi non non riesce a comprendere questo legame, può leggere un bel romanzo divertendosi.

    Per questo motivo è molto tempo che porto avanti dei seminari e dei corsi sui sensi che non sono cinque, come vi spiegavo prima, ma ne sono stati classificati diciassette, tra cui la pressione sanguigna, lo stimolo della fame e lo stimolo del bagno. Sono state inserite anche le Percezioni che sono cinque compreso l’Umami. Ad oggi, ci sono molti studi sulla sensorialità e sulla percezione dei sensi, ve lo lascio come spunto poiché io vivo di sensi come spero lo facciate tutti, chi più e chi meno, ma credo sia una cosa molto interessante su cui fare ricerche”.

    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Linup degli champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Continuiamo, questo viaggio intenso, con il quarto calice della serata, sempre della stessa Maison, il loro “Millésime” 2018.
    Un 100% Meunier, con bottiglie a numero limitato, dosaggio 10 g/l, invecchiato per un minimo di 5 anni sui lieviti.
    Alla visiva notiamo un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdi nel calice, un perlage sottile e molto fine. Al naso ci invadono le note di agrumi, soprattutto limone e pompelmo, che ritroviamo anche al palato con una lieve nota di vaniglia.

    La sua parte agrumata così persistente e la grande sapidità ci fanno pensare ad una lunga vita per questo vino. Il tempo passa e noi assaporiamo maggiormente la sua apertura verso note più dolci di castagna bollita sbucciata. Confrontandoci, troviamo all’unisono tutte le componenti in armonia tra loro, perfino gli stessi aromi per via retronasale.

    Perron Beauvineau

    Come ultima Maison, lo Champagne Perron Beauvineau, situata a Meurville, nella “Cote des Bar”, micro regione popolata da soli 180 abitanti. Qui le colline sono ben esposte e caratterizzate da suoli argillosi calcarei. Maina qui ci spiega, sorridendo, come il produttore di questa Maison sia un vero e proprio pazzo, poiché i suoi Champagne, a partire dal suo Entry Level, riposano minimo 6 anni sui lieviti e produce circa 70.000 bottiglie.
    “Produce Millesimati a partire dal 2002, 2004 e 2008 che degusterete oggi. L’anno prossimo uscirà con un millesimato 1996 quindi uno Champagne invecchiato, d’annata”.

    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022
    Calici di Champagne in degustazione a EnoMundus 2022

    Nel quinto calice abbiamo la Cuvèe Prestige “Minor Villa”, annata 2008, prodotta nelle vecchie bottiglie di Champagne, di formato più arrotondato, da uve 40% Chardonnay, 40% Pinot Nero e 20% Pinot Meunier, dosaggio tra i 7-8 g/l.
    È di un colore oro più intenso e lucente, con una bollicina finissima, e qui ci sentiamo una banana matura con una lieve nota agrumata. Al naso troviamo sentori di crosta di pane e una nota minerale molto particolare e spigolosa come il torsolo della mela renetta.

    Al palato si aprono note balsamiche, come menta e muschio, un’acidità notevole che vira sul limone e pompelmo giallo. Lascia in bocca una bella pienezza con sensazioni avvolgenti di miele d’acacia che donano una grande persistenza ed eleganza. Sul finale, in bocca, ha una piacevole nota iodata e di acqua marina. Estrema finezza.

    Per il calice finale, Marco e Carol ci presentano una Cuvée “Abraham”, Vieilles Vignes, Millésime 2004, prodotta da vigneti di età media 46 anni, composta per il 34% da Pinot Nero, 33% da Chardonnay e 33% da Pinot Meunier, fa 12 mesi di affinamento e 8 mesi di riposo in bottiglia. Dosaggio 6 g/l.
    Osserviamo il suo finissimo perlage ed il suo colore giallo paglierino con riflessi perlati. Al naso ha un’espressione aromatica molto delicata con note di ciliegia sotto spirito e pere Williams, una bella freschezza aromatica. Al palato presenta note di minerale, pietra focaia, aromi di frutta bianca come pera, mela, renetta più dolce, susina e melissa. Una spiccata freschezza e una grande persistenza.

    Paolo Baracchino interviene: “E’ un’esplosione di miele accompagnato a questa nota di limone, bergamotto e pompelmo giallo che avvolgono tutta la bocca. Penso che sia positivo sentire la nota agrumata perché ci permette di bere con piacevolezza”.

    Linup degli champagne in degustazione
    Linup degli champagne in degustazione

    Tiziana Spera ci propone, in abbinamento a questi ultimi tre calici, una caciotta semistagionata affinata ai frutti di bosco, un altro formaggio con 100 erbe e mela molto delicato e dolciastro ed infine, un Camembert con arancia, fava di cioccolato e cacao. Sublime.

    I formaggi dell'Azienda "Le Direzioni del Gusto" Avezzano
    I formaggi dell’Azienda “Le Direzioni del Gusto” Avezzano

    Rimaniamo sedute finché la sala si svuota, in riflessione, e prendiamo coscienza che siamo al termine del nostro viaggio sensoriale. È stata una giornata ricca di stimoli e conoscenze, tra conversazioni e degustazioni, un continuo dialogo piacevole ed effervescente durante il quale confrontarsi sulle nostre percezioni godendoci il tempo presente.
    In un calice di vino non ci sono solo profumi, sapori e colori, ma c’è tutto quel mix di esperienze sensoriali strettamente collegate alle persone e al territorio di produzione.

    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com
    Carol Agostini, Commissario Internazionale Enologico e Titolare Agenzia Foodandwineangels.com

    Ci teniamo a ringraziare di cuore Carol Agostini e Olfa Haniche per l’invito e l’accoglienza. Per noi è stato un incontro sorprendente, molto interessante e stimolante con dialoghi e opinioni costruttive.

    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager
    Olfa Haniche, Titolare di VinavieWineTasting.com, Export Manager

    Concludiamo con un nostro pensiero:

    Abbiamo vissuto in un solo giorno emozioni pure e contrastanti, emozioni che hanno lasciato in noi ancor di più la voglia di scoprire, degustare ed emozionarsi davanti ad un calice.

    Ilaria Castagna e Cristina Santini
    Partners in Wine

    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.
    Ilaria Castagna e Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperte vitivinicole.

    Sito Manifestazione: https://www.vinaviewinetasting.com/enomundus

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava

    Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava

    Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava

    Di Piergiorgio Ercoli

    Siamo in Sicilia, esattamente a Butera , provincia di Caltanissetta .
    La cantina viene fondata nel 1977 dal padre di Domenico Ortoleva , attuale proprietario, ma solo dal 2004, quando appunto Domenico forte dell’esperienza accumulata negli anni e della grande motivazione di darle una identità, la fa diventare competitiva passando da una produzione di quantità ad una di qualità. Il nome della cantina deriva dal ritrovamento di numerosi massi cavi durante i lavori per gli impianti viticoli e la contrada dove si trova, si chiama Chiarchiaro che in italiano vuol dire cava di pietra.

    Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato Pietra Cava
    Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato Pietra Cava

    Da tre generazioni il lavoro è improntato con cura al rispetto dei ritmi natuarli. Il sapere del lavoro in vigna e la mano dell’uomo con caparbietà, nel dare identità e valore nel tempo alle eccellenze del territorio. Molte sono le etichette in quanto molti sono i vitigni coltivati fra autoctoni e internazionali, i vini sono tutti da monovitigno.

    L’azienda è situata in collina sul lato sinistro del torrente Comunelli a 390 metri slm.
    Il terreno è ricco di carbonato di calcio che con il clima hanno fatto sì, che vi trovassero habitat ideale molti vitigni . Gli ettari vitati sono circa 22 e la produzione si aggira sulle 35.000 bottiglie.
    L’azienda vinifica solo uve di proprietà e si sta convertendo al biologico , in vigna già vengono utilizzati concimi organico-naturali.

    Linup cantina Pietracava
    Linup cantina Pietracava

    Il vino della Cantina in degustazione si chiama Sofalè, Moscato secco in purezza, annata 2018.
    Le viti sono allevate a spalliera in un impianto di 4000 ceppi per ettaro. La raccolta avviene manualmente per la selezione dei grappoli . Fermenta in vasche di acciaio inox a temperatura controllata ed affina per tre mesi in bottiglia.
    È un vino leggero, 12,5% di alcol, da bere fresco che ad ogni sorso può far evocare la primavera con i sentori di rosa e pesca tabacchiera.

    Antonino ortoleva vini Pietracava
    Antonino ortoleva vini Pietracava

    Analisi visiva
    Cristallino, giallo paglierino con riflessi dorati scarichi, abbastanza consistente.

    Analisi olfattiva
    Intenso, mediamente complesso, fine. Al naso attacca leggermente aromatico, tipicamente varietale ma in maniera composta, piacevole. Spuntano sentori floreali, colpisce la nota di rosa gialla, elegantemente leggiadra. Evoluzione su note fruttate, dove la pesca tabacchiera dà l’impronta maggiore. Che lascia spazio nel finale ad un mix fresco di macchia mediterranea .

    Analisi gusto-olfattiva
    Secco, abbastanza caldo. Il sorso asciutto da spazio però ad una piacevole morbidezza.
    Una buona spalla acida dona una definita freschezza che va a rendere gradevole tutte le sensazioni olfattive che si ritrovano pienamente nel sorso. Corpo non troppo strutturato, nel complesso abbastanza equilibrato, comunque fine. Finale sapido, non troppo persistente, da bere con leggerezza nelle giornate siciliane.

    Degustazione di Piergiorgio Ercoli

    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.
    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.

    Sito Cantina: https://pietracava.it/

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Neofos 2018 Sicilia Doc Sauvignon Blanc Cantina PietraCava

    Neofos 2018 Sicilia Doc Sauvignon Blanc Cantina PietraCava

    Neofos 2018 Sicilia Doc Sauvignon Blanc Cantina PietraCava

    Di Piergiorgio Ercoli

    Siamo in Sicilia, esattamente a Butera , provincia di Caltanissetta .
    La cantina viene fondata nel 1977 dal padre di Domenico Ortoleva , attuale proprietario, ma solo dal 2004, quando appunto Domenico forte dell’esperienza accumulata negli anni e della grande motivazione di darle una identità, la fa diventare competitiva passando da una produzione di quantità ad una di qualità. Il nome della cantina deriva dal ritrovamento di numerosi massi cavi durante i lavori per gli impianti viticoli e la contrada dove si trova, si chiama Chiarchiaro che in italiano vuol dire cava di pietra.

    Antonino ortoleva vini Pietracava
    Antonino Ortoleva vini Pietracava

    Da tre generazioni il lavoro è improntato con cura al rispetto dei ritmi natuarli. Il sapere del lavoro in vigna e la mano dell’uomo con caparbietà, nel dare identità e valore nel tempo alle eccellenze del territorio. Molte sono le etichette in quanto molti sono i vitigni coltivati fra autoctoni e internazionali, i vini sono tutti da monovitigno.

    L’azienda è situata in collina sul lato sinistro del torrente Comunelli a 390 metri slm.
    Il terreno è ricco di carbonato di calcio che con il clima hanno fatto sì, che vi trovassero habitat ideale molti vitigni . Gli ettari vitati sono circa 22 e la produzione si aggira sulle 35.000 bottiglie.
    L’azienda vinifica solo uve di proprietà e si sta convertendo al biologico , in vigna già vengono utilizzati concimi organico-naturali.

    Neofos 2018 Sicilia Doc Sauvignon Blanc Cantina PietraCava
    Neofos 2018 Sicilia Doc Sauvignon Blanc Cantina PietraCava

    Il vino che degustiamo è un Sauvignon Blanc in purezza, il “Neofos”, annata 2018 .
    Le viti si trovano nella zona di Butera, su terreno calcareo di medio impasto.
    Il sistema di allevamento è la contro spalliera con potatura a Guyot.

    La raccolta manuale avviene nella prima decade di Settembre. Le uve selezionate vengono quindi sottoposte a pressatura soffice dei grappoli , cui segue una macerazione a freddo con le bucce. La fermentazione si sviluppa in vasche di acciaio inox termo controllate.
    L’affinamento avviene in bottiglia per due mesi, prima della commercializzazione.

    Una parte della Linup della Cantina Pietracava
    Una parte della Linup della Cantina Pietracava

    Degustazione

    Analisi visiva
    Cristallino, giallo paglierino con riflessi dorati, consistente.

    Analisi olfattiva
    Intenso e complesso, decisamente fine. Alle note tipicamente varietali, si susseguono intensi ma equilibrati sentori di frutta tropicale a polpa gialla croccante. Evoluzione sul tenore floreale, erbaceo. Immancabile la spalla minerale, degna rappresentante delle brezze marine che si fanno sentire di notte, dalla vicina costa mediterranea. Sottile sentore di spezia bianca.

    Analisi gusto-olfattiva
    Secco, caldo, morbido. Piacevole freschezza d’attacco nel sorso, però. Si rivela un vino di corpo, equilibrato, comunque croccante, un sorso che riempie la bocca. Il finale sapido e persistente invita al a riempire riempire il calice.

    Degustazione di Piergiorgio Ercoli

    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.
    Piergiorgio Ercoli autore articolo, winewriter, sommelier.

    Sito Cantina: https://pietracava.it/

    Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/