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  • San Michele Appinao: Pinot Bianco Sanct Valentin con primo piatto 2022

    San Michele Appinao: Pinot Bianco Sanct Valentin con primo piatto 2022

    St. Michael-Eppan Lovers: Pinot Bianco Sanct Valentin e primo piatto 2022

    Redazione

    Abbinamento d’autunno consigliato dai St. Michael-Eppan Lovers: Pinot Bianco Sanct Valentin e Fusilli, porri e mandorle di Anthony Genovese, ristorante stellato Il Pagliaccio di Roma.

     

    Abbinamento d’autunno consigliato dai St. Michael-Eppan Lovers: Pinot Bianco Sanct Valentin e Fusilli, porri e mandorle di Anthony Genovese, ristorante stellato Il Pagliaccio di Roma, foto da comunicato stampa
    Abbinamento d’autunno consigliato dai St. Michael-Eppan Lovers: Pinot Bianco Sanct Valentin e Fusilli, porri e mandorle di Anthony Genovese, ristorante stellato Il Pagliaccio di Roma, foto da comunicato stampa

    Per dare il benvenuto a tavola alla stagione autunnale, il sommelier del ristorante stellato di Roma “Il Pagliaccio”, testimonial della filosofia della Cantina San Michele Appiano in qualità di St. Micheal-Eppan Lover, consiglia di abbinare uno dei bianchi più rappresentativi della Cantina leader in Alto Adige, il Pinot Bianco Sanct Valentin, alla ricetta dello chef Anthony Genovese “Fusilli, porri e mandorle”.

    Chef Anthony Genovese “Fusilli, porri e mandorle”, foto da comunicato stampa
    Chef Anthony Genovese “Fusilli, porri e mandorle”, foto da comunicato stampa

    Con l’avvento dell’autunno anche la tavola si riempie di nuovi profumi, sapori e abbinamenti. Per l’occasione la Cantina San Michele Appiano, in collaborazione con il St. Michael-Eppan Lover Luca Belleggia, sommelier del ristorante Il Pagliaccio due stelle Michelin a Roma, crea l’abbinamento perfetto per dare il benvenuto alla stagione dell’oro. Il piatto è firmato dallo chef Anthony Genovese: i suoi “Fusilli, porri e mandorle” trovano la giusta armonia in accompagnamento con il Pinot Bianco Sanct Valentin.

    Cantina San Michele Appiano Pino Bianco Sanct Valentin
    Cantina San Michele Appiano Pino Bianco Sanct Valentin, foto da sito

    Tra i vitigni di punta della Cantina San Michele Appiano, il Pinot Bianco entra nella prestigiosa linea Sanct Valentin a partire dal 2001.

    A comporre il Pinot Bianco Sanct Valentin, rese particolarmente basse da selezionate parcelle che garantiscono un vino di eccellente qualità.

    Affinato in legno, si distingue da un lato per una struttura importante, dall’altro per chiarezza e fine mineralità, che lo rendono accompagnatore esclusivo di piatti dal sapore deciso.

     

    Per la preparazione dei “Fusilli, porri e mandorle” lo chef Genovese inizia con il creare la crema di porri, unendo in un fondo olio, zenzero, lemongras, foglie di lime, curry e un porro tagliato a julienne, che viene cucinato a fuoco lento con del latte di cocco. Rimossi i pezzetti di zenzero e lemongras, lo chef frulla e passa al chinoise il composto, lasciandolo da parte.

    Prosegue preparando un olio di porri con 500 gr di porri verdi, abbrustoliti e messi sottovuoto con 200 gr di olio di vinaccioli e 100 gr di olio extra vergine di oliva, cotti 8 ore a 65 C°.

    La pasta (60 gr di fusilli, cottura al dente) viene mantecata con la crema di porri e adagiata in un piatto con l’aggiunta di un cucchiaino di sciroppo di tamarindo, alcune gocce di olio ai porri (sul fondo) e una spolverata finale di pane panko, tostato insieme a 2 gr di zenzero e 1 gr di galanga in polvere.

    La proposta di Anthony Genovese a Il Pagliaccio di Roma pone il Gusto sempre al centro con piatti golosi e apparentemente semplici, basati su grandi materie prime.

    Lo chef ne dà una precisa definizione: «La mia cucina fotografa la mia vita, le mie esperienze, la mia formazione, la mia visione del futuro. È una cucina molto personale, ma allo stesso tempo molto focalizzata sul cliente, con il quale si instaura empatia e fiducia durante un percorso di degustazione, come tra due persone che insieme compiono un viaggio».

    Chef Anthony Genovese Ristorante Il pagliaccio di Roma, foto da comunicato stampa
    Chef Anthony Genovese Ristorante Il pagliaccio di Roma, foto da comunicato stampa

    Anche per la Cantina San Michele Appiano la materia prima è importante; qualità e selezione accurata delle uve sono alla base della produzione che da sempre garantisce altissimi livelli qualitativi. I vini dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige rispecchiano la visione del winemaker Hans Terzer che, grazie a intuito ed esperienza, uniti al supporto di una squadra ed uno staff d’eccellenza, ha saputo fare di St. Michael-Eppan un brand riconosciuto e amato in tutto il mondo.

    St. Michael-Eppan Lovers è un progetto della Cantina San Michele Appiano che unisce chef, anche stellati, sommelier e imprenditori nel settore enogastronomico, testimoni della cantina e dei suoi valori. Presentati attraverso uno speciale format movie-intervista, in cui si raccontano e parlano del proprio legame con la cantina altoatesina, sono attualmente 11 e destinati a diventare 20 nel 2023.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://www.stmichael.it/
    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Spa Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol 2022

    Spa Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol 2022

    Trattamenti benessere 100% naturali nelle Spa dei Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol

    Redazione

    Una vasta scelta di massaggi, trattamenti viso, bodyforming & peeling con un’attenzione particolare alle materie prime dei prodotti wellness proposti, rigorosamente di origine naturale e certificata; il benessere e la sostenibilità sono le due parole chiave che contraddistinguono le proposte di Amonti&Lunaris Wellnessresort e Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein in Valle Aurina.

    Spa Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol 2022, logo da comunicato stampa
    Spa Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol 2022, logo da comunicato stampa

    Negli hotel Amonti&Lunaris Wellnessresort a Cadipietra e Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein a Lutago, appartenenti ai Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol gruppo di 30 hotel top wellness in Alto Adige, la prerogativa è rilassarsi e concedersi una vacanza lontano dallo stress, rigenerare corpo e mente in una dimensione di tranquillità.

    Benessere e sostenibilità sono le parole chiave che identificano al meglio la filosofia delle loro Spa in cui è vasta la scelta di massaggi, trattamenti viso e corpo, anche detox, e bodyforming & peeling con un’attenzione particolare alle essenze dei prodotti wellness proposti, rigorosamente provenienti dalla natura e certificati.

    L’impegno al rispetto dell’ambiente e della pelle passano anche da scelte come queste. Infatti, le due strutture ricettive fanno loro il concetto di sostenibilità declinata in vari ambiti; da quello ambientale, utilizzando prodotti certificati e privi di sostanza nocive per la salute e per l’ambiente, a quella sociale promuovendo le materie prime delle piccole aziende agricole locali utilizzandole nelle loro creme.

    Hotel Amonti & Lunaris foto da comunicato stampa
    Hotel Amonti & Lunaris foto da comunicato stampa

    I VINACCIOLI, LA MELA, LA ROSA CANINA TRA LE MATERIE PRIME NEI TRATTAMENTI LIFTING E BENESSERE.

    Amonti&Lunaris Wellnessresort, situato al fianco degli impianti sciistici Klausberg, è un nido di pace e benessere dove il design moderno e caldo accoglie gli ospiti per far vivere loro un’esperienza di totale relax. L’area benessere Amonti & Lunaris, con oltre 6 mila mq di area, è un vero e proprio universo dove abbandonarsi piacevolmente scegliendo tra 6 piscine, 5 saune e ben 80 tipi di trattamenti beauty avvolti dal panorama dei fiabeschi paesaggi invernali della Valle Aurina.

    Il 5 Stelle invita i propri ospiti a farsi coccolare e sedurre da una vasta scelta di massaggi rilassanti e da percorsi benessere guidati dal suo competente team di professionisti che utilizza esclusivamente linee e prodotti di alta qualità certificata. Si può cominciare da un Trattamento lifting !

    QMS, una terapia cosmetica che migliora la struttura dell’epidermide con un effetto che dona alla pelle energia e tonicità dall’interno con un risultato effetto “pesca”, oppure scegliere un Massaggio alpino vinaccioli e olivello spinoso ricco di polifenoli essenziali per la cura delle pelle e la protezione dai radicali liberi; e infine abbondarsi a un massaggio come quello Alpino alla mela e rosa canina, un sensuale abbraccio di bellezza fruttato e ideale per rigenerare la pelle disidratata e stressata.

    Un fiore all’occhiello dell’area wellness dell’hotel è rappresentato dalla Hamam: il caldo della sauna di contrasto con il freddo delle montagne, 80 minuti di trattamento benefico e terapeutico da fare anche in coppia. Un risveglio dei sensi con il vapore, con i profumi delle essenze orientali e con un massaggio saponato con la spazzola; gesti che nell’insieme danno origine a una complessa opera d’arte e che hanno l’obiettivo di raggiungere il massimo benessere; un viaggio a Oriente, un’esperienza da ricordare.

    6 piscine, 5 saune e ben 80 tipi di trattamenti beauty avvolti dal panorama dei fiabeschi paesaggi invernali della Valle Aurina
    6 piscine, 5 saune e ben 80 tipi di trattamenti beauty avvolti dal panorama dei fiabeschi paesaggi invernali della Valle Aurina, foto da comunicato stampa

    La Sky pool sulla terrazza del tetto dell’Amonti&Lunaris Wellnessresort è il punto d’arrivo di un rilassante viaggio sensoriale dove il tempo si ferma e le energie si ricaricano, anche in silenzio davanti alle montagne incorniciate dalle ampie vetrate.

    I BENEFICI DEL CIOCCOLATO SULL’ANIMA E SUL CORPO E IL RITUALE DI BELLEZZA AL PINO MUGO.

    L’Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein, nelle immediate vicinanze delle aree sciistiche di Klausberg e Speikboden, è il rifugio ideale per chi cerca un design dalle forme essenziali e pulite ma con un’anima green e calda, dove gli elementi architettonici dell’hotel si armonizzano in maniera sapiente all’esterno. La Premium Spa dell’Alpine Luxury SPA Resort Schwarzenstein si sviluppa in 7.700 mq, con 6 piscine, 9 saune, 8 sale relax con enormi vetrate.

    La Beauty Vital Center con le sue 13 stanze per gli oltre 100 trattamenti di bellezza e benessere, la SPA privata per le coppie sono senza dubbio gli highlights di benessere dell’hotel dove anche l’ospite più esigente resta soddisfatto. La scelta di proposte è davvero ampia; si può optare per un trattamento rilassante e “goloso” al cioccolato con il suo inconfondibile profumo e il calore sulla pelle e che va a stimolare gli ormoni della felicità aumentando il buonumore con un potente effetto rassodante, idratante e snellente.

    Il Belvita Premium Spa Massage con olio di pino mugo è un rituale di bellezza che riduce lo stress in modo duraturo, ideale per riattivare il corpo dopo un’intensa giornata di sport. Grande rilievo ai trattamenti viso come quello Intensivo biolifting secondo il metodo Team Dr Joseph, un percorso di bellezza per tutto il corpo per un risultato duraturo dagli aspetti immediatamente visibili, ottenuti solo utilizzando materie di prima qualità.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Hotel: http://www.belvita.it/it

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023

    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023

    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023

    Redazione

    Vacanze slow alla scoperta dei paesaggi fiabeschi della Valle Aurina, tra gite in carrozza trainata da cavalli e rituale British del tea time pensato solo per gli ospiti dell’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat.

     

    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    In Valle Aurina l’inverno è magia e la vacanza diventa una narrazione tra paesaggi spettacolari, incorniciati dalle cime innevate, piste da sci, sentieri immersivi nei boschi, percorsi benessere, cibo ed escursioni. Proprio in questo clima fatto di piccole chicche per il cuore, la Famiglia Mairhofer è pronta ad accogliere gli ospiti con servizi esclusivi per delle festività indimenticabili. Il “Romantico Natale in montagna” è la scelta perfetta per una settimana di puro benessere, tra gite in carrozza, accompagnati da una quadriglia di cavalli e un cocchiere in livrea, e il caldo rituale in stile British del tea time.

    Gita in carrozza, articolo: Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Gita in carrozza, articolo: Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    Gite in carrozza trainata da cavalli alla scoperta della Valle Aurina, avvolti in caldi plaid, scaldati da una fumante tazza di vin brulè e allietati dai racconti del cocchiere sulla vita nei piccoli borghi e le leggende del bosco. All’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat il Natale diventa un momento magico, un rituale di benessere ricco di emozioni e atmosfere fiabesche. Un’esperienza da vivere tra paesaggi innevati, profumi di cirmolo che si diffondono nell’aria e si combinano con le essenze delle Feste, fatte di cannella, pino e dolci della tradizione realizzati in pan di zenzero.

    Servizio di accoglienza nelle suite dell'Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023
    Servizio di accoglienza nelle suite dell’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    Nell’hotel 5 stelle gestito con dedizione e professionalità dalla Famiglia Mairhofer, l’allure è unica e il soggiorno è un rito che si scandisce lentamente nello scorrere della giornata tra appuntamenti wellness con sessioni di yoga e di meditazione, trattamenti benessere esclusivi  abbinati ad attività outdoor sulle piste da sci e in mezzo ai boschi con le racchette da neve, fino al rientro in hotel, dove tutto è pronto per un momento molto intimo: il tea time con tante deliziose proposte dolci e salate.

    Brigata di cucina all'Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Brigata di cucina all’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    Passeggiate in carrozza al calar del sole.
    Per le festività di Natale i soggiorni all’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat sono un percorso di emozioni che vanno a toccare le corde più sensibili degli ospiti, tra attività outdoor, coccole di benessere e, al calar del sole, gite in carrozza alla scoperta del territorio e degli spiriti magici del bosco, ammirando le cime innevate che si proiettano verso il cielo.

    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa con modella

    Romantico Natale in montagna è la proposta per una settimana di puro benessere, coccolati dal profumo dei biscotti fatti in casa, di cannella e rami di abete, con servizi esclusivi. Nell’Area wellness, che comprende 3mila mq di lusso per i sensi, e nella SPA “The art of beauty by Alpenpalace”, una proposta di trattamenti esclusivi per il viso e per il corpo.

    Ideale per l’inverno il Deluxe trattamento anti-aging viso e occhi, un percorso che lavora la pelle in profondità e la nutre donando un piacevole effetto lifting. Per lui Men ultra trattamento intensivo viso, efficace per le pelli secche e stanche. Stimola la microcircolazione, la pelle viene idratata intensamente per un effetto relax. Il trattamento elimina i segni di stanchezza e le piccole rughe, lasciando la pelle liscia e piena di vitalità.

    Grotta di sale all'Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Grotta di sale all’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    It’s tea time per vivere il rito più British di sempre.
    Il sogno di un momento dedicato a sé stessi alla riscoperta dei profumi inglesi che si uniscono ai piaceri per il palato, trasformandosi in un rituale molto apprezzato dagli ospiti dell’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat, il tea time. Quando i cinque rintocchi dell’orologio a pendolo si diffondono nelle sale, si apre la tea room e inizia il piacevole rituale in stile Downtown Abbey, tra una calda tazza di tè e musiche di sottofondo a tema natalizio.

    Le camere all'Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Le camere all’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    La lista delle miscele è tra le più selezionate, dai classici, ai fruttati, fino a quelli più esclusivi prodotti in esclusiva per l’occasione. Le raffinate dolcezze che vengono servite per accompagnare questo momento comprendono la piccola pasticceria, servita su eleganti alzatine, e delizie salate, realizzate dai maestri pasticceri e panettieri della cucina.

    Atmosfera al ristorante dell'Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa
    Atmosfera al ristorante dell’Alpenpalace Luxury Hideaway & Spa Retreat 2022/2023, foto da comunicato stampa

    Al termine del tea time, il paesaggio trova nuove declinazioni emozionali per gli ospiti e prepara a uno degli appuntamenti più romantici: quello di ammirare le cime innevate illuminate dalla luna che svetta in cielo, uno spettacolo naturale che sono la Valle Aurina sa offrire.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Hotel: https://www.alpenpalace.com/it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022

    Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022

    Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022

    Di Elsa Leandri

    Andiamo in Sicilia, a Butera, in provincia di Caltanissetta. Città medievale che sorge su una collina di circa 400 m s.l.m. In questo territorio scosceso, come ricorda la stessa etimologia araba della città (بوتيرة -Butirah- luogo scosceso), si trova la cantina PietraCava, di proprietà della famiglia Ortoleva.

    I vini in campionatura della cantina Pietra Cava, articolo: Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022
    I vini in campionatura della cantina Pietra Cava, articolo: Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022

    L’AZIENDA

    Nella Contrada di Chiarchiaro ad affiancare Domenico Ortoleva, che dal 2004 si è completamente dedicato alla viticoltura, è entrato da poco in azienda il figlio Antonino, biotecnologo di formazione. Con Antonino si va a ampliare il percorso iniziato dal padre Domenico puntando a un’ulteriore consapevolezza del proprio territorio: studio delle varie parcelle (conformazione del terreno, esposizione, altitudine, etc.) per individuare il giusto habitat per i diversi vitigni.

    Sui 20 ettari di proprietà principalmente di natura calcarea si esprimono numerose varietà nazionali (Grillo, Inzolia, Nero d’Avola) e internazionali (Chardonnay, Syrah), vinificate rigorosamente in purezza seguendo i dettami dell’agricoltura biologica.

    L’azienda propone 4 linee di vini in produzione: I Camei, ideali per un aperitivo tra amici, i Monili, che offre vini semplici ma al contempo di valore, Le Luci, in cui co-protagonista vuole essere il territorio siciliano sempre baciato dal sole, e infine Le Terrecotte, con vini maturati in ambiente ossidoriduttivo.

     

    LA DEGUSTAZIONE
    In degustazione abbiamo avuto modo di assaggiare tre di queste linee produttive.

     

    I CAMEI

    SOFALÉ 2020- Moscato 100%
    Giallo Paglierino con riflessi dorati. Impatto olfattivo vegetale con sentori di timo, salvia e macchia mediterranea accompagnato da cenni agrumati e floreali di gelsomino, fiori d’arancio e biancospino. In bocca è caratterizzato da una decisa sapidità che lascia la bocca, un po’ troppo velocemente, con richiami di pompelmo.
    Questo vino è stato degustato nell’annata 2018 da Piergiorgio Ercoli in “Sofalè 2018 Sicilia Doc Moscato PietraCava”.

    SOFALÉ 2020- Moscato 100% Pietra Cava
    SOFALÉ 2020- Moscato 100% Pietra cava

    I MONILI

    ÒNEIROS 2018- Syrah 100%
    Rubino vivace. Si apre con frutta di bosco quale mora e ciliegia per poi svelare sentori floreali di rosa rossa e un ricco corredo vegetale ( incenso, oliva nera, rosmarino e macchia mediterranea). In chiusura leggera spaziatura. Entra avvolgente con un tannino elegantemente integrato. Finale di confettura di prugna.

    ÒNEIROS 2018- Syrah 100% Pietra Cava
    ÒNEIROS 2018- Syrah 100% Pietra Cava

    SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100%
    Rosso carminio impenetrabile. Al naso ci racconta dei frutta scura e in confettura, di pot pourri di
    rosa e peonia. Eleganti le note vegetali e speziate di tamarindo, bacche di ginepro e cardamomo. Tannino ancora scalpitante che non offre una completa piacevolezza di beva. Qualche anno in bottiglia sono ancora necessari per poterlo apprezzare appieno.

    SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100% Pietra Cava
    SEPTIMO 2019- Nero d’Avola 100% Pietra Cava

    LE LUCI

    MANAAR 2016- Nero d’Avola 100%
    Carminio fitto con riflessi rubino. Echi di confettura di mora e di prugna, di rosa e glicine appassiti arricchiti da note speziate di cannella, cardamomo e liquirizia e di tabacco e cuoio. Al sorso è piacevole con un tannino ben sostenuto dalla freschezza che dinamicizza la bocca. Finale con effluvi mentolati.

    Calice di MANAAR 2016- Nero d’Avola 100% Pietra Cava
    Calice di Manaar Pietra Cava, articolo: Pietra Cava, alcune degustazioni vini di Elsa Leandri 2022

    Degustazione eseguita da Elsa Leandri

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito Cantina: https://pietracava.it/

    Sito Partner: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Redazione

    La seconda edizione della fiera dedicata al vino buono, pulito e giusto, organizzata da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food Online da oggi su Slowinefair.slowfood.it la biglietteria e la possibilità di prenotare le prime masterclass in programma Slow Wine Fair, la fiera del vino buono, pulito e giusto, torna per la seconda edizione a BolognaFiere da domenica 26 a martedì 28 febbraio 2023.

    Organizzata da BolognaFiere e SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, con la direzione artistica di Slow Food, Slow Wine Fair è nata dal connubio fra la trentennale esperienza di BolognaFiere nel mondo del biologico con SANA e lo storico impegno di Slow Food sui temi della biodiversità, della sostenibilità ambientale e dell’equità sociale.

    La fiera gode del supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di FederBio, del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della partnership con Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia.

    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere

    I numeri dell’edizione 2022

    Al suo debutto, lo scorso marzo, nonostante le difficoltà del periodo, Slow Wine Fair ha attratto nel Quartiere fieristico di Bologna oltre 6.000 appassionati, buyer e professionisti, che hanno potuto degustare più di 2.300 etichette e conoscere ben 542 cantine (la metà delle quali certificate biologiche o biodinamiche), provenienti da 20 Paesi del mondo e da tutte le regioni italiane.

    Nella seconda edizione, Slow Wine Fair continuerà a promuovere i vini frutto di un’agricoltura sostenibile, che hanno come parole d’ordine la biodiversità, la tutela del paesaggio agricolo, l’uso ponderato delle sue risorse, la crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori.

    La sostenibilità protagonista

    «Con Slow Wine Fair, BolognaFiere ha arricchito e consolidato la propria offerta di eventi in tema di sostenibilità agroalimentare – afferma Domenico Lunghi, Direttore Manifestazioni Dirette di BolognaFiere –, frutto anche dell’esperienza maturata in ben 35 edizioni di SANA, unico appuntamento fieristico di riferimento per la business community del biologico e del naturale. Per queste ragioni, lo scorso anno abbiamo deciso di impegnarci insieme a Slow Food in questa nuova avventura, coinvolgendo il nostro partner di lunga data FederBio.

    L’edizione 2023 di Slow Wine Fair promette bene in termini di grande qualità degli espositori vinicoli. Inoltre, abbiamo voluto dare impulso a un primo ampliamento
    delle referenze merceologiche per l’horeca estendendo agli Spirits e agli amari la possibilità di partecipare, mentre un settore della fiera sarà dedicato ai produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti, attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità”.

    Media partner di Slow Wine Fair è tabUi, un’app che contiene tutte le informazioni utili a turisti, local o curiosi per esplorare il territorio attraverso la realtà aumentata. Grazie a tabUi, i partecipanti alla manifestazione potranno immergersi nelle atmosfere bolognesi e scoprire tutte le curiosità che la città sa regalare.
    Sono, inoltre, media partner: BioFiera.it, Horecanews.it, Italy Export, Luxury Food & Beverage Magazine, Premiata Salumeria Italiana.

    Enjoy Wine, foto da sito
    Enjoy Wine, foto da sito

    La viticoltura come strumento per incidere sulla crisi climatica e l’appello alla politica:

    «Per frenare il calo di produzione di queste ultime annate legato alla siccità e all’irregolaritàdelle stagioni bisogna contrastare significativamente la crisi climatica e cambiare l’attualemodello agricolo da intensivo in agro-ecologico, ascoltando la natura – sottolinea FedericoVarazi, vicepresidente di Slow Food Italia. Il modello intensivo minaccia l’ambiente, impoverisce i produttori generando la rincorsa sui prezzi, favorisce il caporalato e il lavoro nero.

    Per questo è importante essere a Bologna per la seconda edizione della Slow Wine Fair, insieme a centinaia di produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da tutto il mondo, per confrontarsi sul futuro del vino e per incidere nel futuro della viticoltura, oggi ancora troppo legata all’uso della chimica di sintesi che ha stravolto la biodiversità dei terreni e il paesaggio rurale in cambio del profitto e della produttività».

    La prima edizione di Slow Wine Fair ha messo in luce quanto sia importante per i produttori avere spazi per confrontarsi e promuovere un vino buono, pulito e giusto, tutti insieme.

    «Necessità, quella di fare fronte comune, che abbiamo potuto toccare con mano anche realizzando la guida Slow Wine: un’annata straordinaria, con condizioni climatiche mai registrate prima, che i produttori hanno affrontato mettendo in campo risposte agronomiche in ordine sparso” – dichiara Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida.

    L’edizione 2023 della Fair sarà, invece, l’occasione per discutere e chiedere alla politica un impegno concreto per finanziare la ricerca scientifica, essenziale per dare risposte ai problemi di un ambiente che muta a velocità assurda. La sostenibilità ambientale, tanto cara a Slow Food, va integrata con un virtuoso sistema economico che possa sostenere questo sforzo. E in questa direzione va la Fair, creando le giuste occasioni di promozione per questi vini di grande qualità, prodotti perlopiù con metodi biologici o biodinamici».

    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
    Slow Wine Fair del 2022, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Vino bio, un settore in crescita

    «In Italia, la viticoltura bio è aumentata in maniera significativa e incide per il 19% sulla superfice complessiva di vigneto, la percentuale più alta nel mondo, che supera la quota complessiva di superficie bio nazionale del 17,4%”. Secondo uno studio effettuato da Nomisma, Osservatorio SANA e Wine monitor le prospettive di sviluppo del vino bio Made in Italy sono molto interessanti. In questo momento di criticità ritengo importante sottolineare anche l’aspetto sociale e ambientale legato allo sviluppo del vino bio.

    Sul piano sociale si determina una concreta opportunità di crescita per le piccole e medie aziende viticole italiane orientate al territorio e alla produzione bio. A livello ambientale, la gestione del suolo del vigneto bio contribuisce a contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, dati scientifici attestano che con una cura sostenibile del suolo e del microbiota migliora notevolmente la qualità del vino. Lo sviluppo della viticoltura bio fornisce un contributo
    fondamentale all’affermazione di una sostenibilità economica, sociale e ambientale di cui ritengo ci sia davvero bisogno per il futuro», sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

    Gli eventi in programma

    Tra le conferme in calendario, le masterclass, le conferenze, gli appuntamenti in Arena, e ovviamente le degustazioni del banco di assaggio. Ecco le prime anticipazioni del programma della Slow Wine Fair.

    Le masterclass

    Si riconfermano le masterclass, degustazioni guidate rivolte agli appassionati o ai professionisti del settore e dedicate a esplorare il panorama vinicolo italiano e
    internazionale e l’affascinante mondo degli amari.
    La prima delle due masterclass già prenotabili online riguarda prestigiose etichette di un’annata che, grazie a un meteo e a un clima ideale, rasenta la perfezione e in cui sono stati creati autentici gioielli che fanno gola ai collezionisti enoici di tutto il mondo.

    Nonostante non sia una vendemmia così lontana nel tempo, già oggi, anche a causa dell’enorme successo avuto sul mercato d’oltreoceano, è diventato assai complicato riuscire a reperire bottiglie di questi vini.
    In questa masterclass la Banca del Vino di Pollenzo apre il suo scrigno per intraprendere un bellissimo viaggio nel 2010 attraverso tre fra le denominazioni più prestigiose e iconiche in Italia: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino.

    La seconda masterclass guarda invece al Caucaso, ossia la culla della viticoltura, attraverso una degustazione di alcuni tra i vini più significativi che raccontano il percorso della Slow Wine Coalition, la rete internazionale che conta oggi oltre 1000 adesioni da parte di produttori e appassionati che si riconoscono in una filosofia comune, ed è diffusa in 37 Paesi del mondo. Il focus sul Caucaso farà conoscere e apprezzare magnifici vini georgiani, azeri e turchi.

    Altre masterclass – in via di definizione – prevedono una strepitosa selezione di etichette dal portfolio di Tannico la più grande enoteca online specializzata nella vendita di vini italiani ed esteri, distillati, birre artigianali e champagne e numerose proposte per esplorare il vasto e per molti aspetti ancora poco noto mondo degli amari.

    Slow Wine Fair 2023, foto da sito
    Slow Wine Fair 2023, foto da sito, articolo: Torna a Bologna Slow Wine Fair, dal 26 al 28 febbraio 2023

    Le conferenze

    Organizzate online nelle settimane precedenti la Slow Wine Fair, le conferenze mettono a fuoco i tre principali temi al centro del dibattito della manifestazione consentendo a esperti e appassionati in ogni angolo del mondo di collegarsi e partecipare usufruendo del servizio di interpretariato.

    Il vino e la crisi climatica

    Il 2022 sarà da molti ricordato come l’anno più caldo e siccitoso mai vissuto fino a ora. E gli effetti del riscaldamento globale sono evidenti, e catastrofici, soprattutto a chi lavora in campagna. Nel 2022, dall’osservatorio privilegiato della guida Slow Wine, con i suoi 300 collaboratori in tutta Italia, abbiamo riscontrato numerosi problemi. I vignaioli, di fronte a un’emergenza così grande, hanno risposto tentando di interpretare i bisogni delle piante e traendone preziose lezioni per il futuro, ragionando in piccolo e in modo ecosistemico.

    Hanno percepito da vicino il messaggio che arriva dalla natura. Ora dobbiamo dedicarci al confronto, allo studio, alla ricerca scientifica e a mettere a sistema le esperienze positive e negative di ognuno di loro.
    Come si affronta il cambiamento climatico a partire dalla cura del suolo? Quali segnali possono cogliere i viticoltori dalle viti? Quali sono i passaggi utili e fondamentali in vigna, in cantina e fino alla distribuzione per ridurre il proprio impatto sul clima?

    Lo abbiamo chiesto ad Adriano Zago, una laurea in Agraria all’Università di Padova e una specializzazione in Viticoltura ed enologia a Montpellier, da una ventina d’anni lavora come consulente agronomico ed enologico. Alla Slow Wine Fair, interverrà insieme all’agronoma Martina Broggio e a Franco Meggio, docente all’Università di Padova, per affrontare il tema della crisi climatica in vigna. «Parleremo di tre ambiti: la pianta, il suolo e l’uomo.

    Cercheremo di spiegare che cosa sta succedendo, con la crisi climatica, nel suolo e nella pianta e di come l’uomo sta reagendo, inteso come organizzazione aziendale». Una cosa è certa, aggiunge Zago: «La crisi climatica sta portando all’attenzione il tema della fertilità del suolo. In altre parole, per reagire meglio a qualsiasi cambiamento climatico i suoli devono avere una fertilità molto sviluppata in termini di ciclo di sostanza organica».

    Siccità e fenomeni atmosferici estremi sono più frequenti di un tempo e, per non perdere il raccolto, occorrono suoli con specifiche caratteristiche: «In caso di grandi siccità abbiamo bisogno di suoli che sappiamo trattenere l’acqua e che permettano alle radici di andare molto in profondità continua Zago –, mentre in caso di eccessive piogge abbiamo bisogno di suoli che sappiamo drenare». Le soluzioni esistono, sia per quanto riguarda la cura della fertilità del suolo stesso sia per quanto riguarda i sistemi di landscaping della vigna: «Ad esempio si possono organizzare filari più corti, per permettere agli eccessi di acqua di defluire più facilmente».

    Suolo, pianta e uomo: un’azienda vitivinicola deve investire su tutti e tre questi aspetti.

    «Secondo me, la crisi climatica ci dice che la fertilità, il buon funzionamento della pianta e l’organizzazione aziendale sono tre argomenti fondamentali: non basta più fare un vino buono e preoccuparsi di portare a casa un’uva sana, obiettivi divenuti troppo deboli in un tempo storico molto diverso dal passato. Quando parlo di organizzazione aziendale, ad esempio, intendo dire che è opportuno essere in grado di prendere decisioni in tempi più brevi: per farlo, bisogna conoscere ancora meglio la propria azienda». Ecco allora che serve investire sugli elementi che compongono i gruppi di lavoro, formandoli e promuovendone anche l’integrazione all’interno della realtà imprenditoriale stessa.

    Le denominazioni, bene comune?

    In Italia nel 2022 si contavano 341 Doc e 78 Docg: 419 denominazioni in tutto, con il Piemonte a fare da capofila dal punto di vista numerico. Ma, al di là del dato numerico, quali sono gli elementi positivi delle denominazioni in Italia e nel contesto europeo? E quali gli elementi che necessiterebbero una rilettura? Infine, quali fenomeni dovrebbero farci riflettere con attenzione?

    Sul valore delle denominazioni di origine in termini assoluti non abbiamo dubbi. Lì dentro, infatti, c’è un’idea di difesa e di valorizzazione dei territori del vino che ha radici antiche e una ragion d’essere giustificata perlomeno dallo sviluppo tentacolare delle industrie del comparto agroalimentare, che tendono ad appiattire tutto, ad annacquare il valore (anche culturale) dei prodotti e a erodere il margine economico di chi fa agricoltura e trasformazione diretta.

    D’altra parte l’elenco delle denominazioni restituisce una visione d’insieme sin troppo frammentaria e incoerente dal punto di vista delle scelte strategiche e politiche adottate nel tempo; certe denominazioni appaiono marginali se non addirittura inconsistenti; e infine si registra la mancanza di una visione unitaria a livello nazionale, e anche di regione in regione.

    In un panorama immenso e ricco di sfumature e di criticità – che merita un approfondimento specifico – sta inoltre emergendo in modo sempre più evidente una tendenza che impone una riflessione. Negli ultimi tempi è infatti balzato agli occhi un tema che agita il mondo degli appassionati e dei professionisti del vino sotto diversi punti di vista: si stanno moltiplicando i casi di vignaiole o vignaioli che escono da una DOC o da una DOCG, mentre d’altra parte le commissioni di assaggio dei consorzi bocciano vini che nelle denominazioni dovrebbero rientrare a pieno titolo, e che spesso sono addirittura premiati nelle guide del settore.
    Una conferenza dedicata a esplorare i motivi della crescente sfiducia in questo sistema, ma anche a riflettere su come rivederlo e adeguarlo alla situazione presente.

    Bio è vita

    Benché stiamo attraversando una fase di grandi ed epocali cambiamenti, il bio ha confermato la tendenza di crescita in tutto il 2022. Nell’export si è arrivati sino a un +11%, con alcuni settori, come il vino, arrivati sino al 19%.
    Non è difficile intuire il perché di questo successo. I prodotti bio sono percepiti come portatori di qualità, ne viene meglio compresa la provenienza territoriale e ne è premiato il metodo di produzione, sicuramente più sano rispetto all’agricoltura convenzionale.

    Sempre più presenti nel settore HoReCa e nei negozi di settore, le etichette bio scontano ancora alcune difficoltà a livello di consumi familiari, una difficoltà dovuta al loro prezzo più alto che, in questa fase economica delicata – per i consumatori e per i produttori – può costituire un problema.

    A volte, però, il bio rischia di essere percepito solo come una moda, mentre è necessario fare un passo ulteriore e rendere il pubblico sempre più consapevole dei benefici che questa pratica agricola porta alla fertilità del suolo – grazie all’utilizzo di sola sostanza organica –, alle piante, a un uso più consapevole e parsimonioso delle risorse – in primis le risorse idriche – e anche come forma di contrasto e prevenzione dei cambiamenti climatici.

    Grazie alla preziosa partnership con la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica (Federbio) proponiamo un convegno di riflessione sul bio che, a partire dall’analisi della situazione attuale disegni anche gli scenari futuri di questo settore.

    Un anno di Slow Wine Coalition

    La rete internazionale che riunisce vignaioli e vigneron, professionisti e appassionati del mondo del vino spegne la sua prima candelina. Guidati dal Manifesto per il vino buono, pulito e giusto, che nasce dall’esperienza maturata da Slow Food in tutti questi anni, i protagonisti della rete hanno consolidato alleanze, accolto nuovi partecipanti e scritto importanti progetti per il futuro. Guardando ai numeri, dopo questo primo anno il Manifesto conta già oltre 1100 firmatari da 37 Paesi, che hanno contribuito all’organizzazione di più di 80 eventi sul territorio italiano e di quattro a livello internazionale.

    Dopo il successo di Slow Wine Fair 2022, ora la Coalition si prepara alla seconda edizione, per discutere insieme le principali sfide del mondo del vino legate al cambiamento climatico, alla tutela del paesaggio e a quella dei lavoratori del mondo della viticoltura.
    Negli ultimi mesi, inoltre, è stata creata la prima comunità parte della rete in Turchia, con l’obiettivo di tutelare e mappare vitigni autoctoni e vigne antiche sul territorio.

    In America Latina, invece, si celebra il primo Slow Wine Latam Day il 24 novembre, per promuovere e incoraggiare la produzione di vino buono, pulito e giusto nel continente sudamericano. Inoltre, la guida Slow Wine è stata presentata per la prima volta in cinese e in macedone.
    Per saperne di più segui la Slow Wine Coalition.

    Gli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena

    Tutte queste tematiche saranno altresì oggetto degli appuntamenti della Slow Wine Fair Arena, il luogo privilegiato per gli incontri e i dibattiti della Slow Wine Coalition.
    Dall’America Latina alla Croazia, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per i preziosi contributi dei partner dell’evento, nella Slow Wine Arena diamo conto del fermento che caratterizza il mondo della viticoltura internazionale.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Evento: https://slowinefair.slowfood.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Redazione

    Ecco un assaggio delle centinaia di realtà vitivinicole che si sono già registrate non solo degustazioni, masterclass e grandi vini: Slow Wine Fair è innanzitutto un’occasione di confronto e dibattito per vignaioli e vignerons provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo. Sono centinaia gli espositori che hanno già confermato la loro presenza alla seconda edizione che si terrà a BolognaFiere, dal 26 al 28 febbraio 2023, per affrontare insieme il dibattito sulla crisi climatica, scambiarsi idee e buone pratiche produttive e per farsi portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra.

    Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere
    Locandina evento di febbraio 2023 BolognaFiere, articolo da comunicato stampa: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Tra questi troviamo i produttori che aderiscono alla rete internazionale della Slow Wine Coalition e che portano avanti i princìpi messi per iscritto nel Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: la sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e il ruolo culturale e sociale che le aziende vitivinicole possono giocare nei territori in cui operano. Dal nord al sud del Paese, ecco qualche piccola anticipazione sul panorama vitivinicolo italiano che sarà presente alla
    Slow Wine Fair.

    Trentino-Alto Adige

    A San Giuseppe Lago, frazione del comune di Caldaro, nella provincia autonoma di Bolzano, la Tenuta Manincor porta avanti una perfetta simbiosi tra viticoltura biodinamica e fermentazioni spontanee. Sostenibilità e tradizione sono infatti i pilastri che Michael Goëss-Enzenberg tramanda dal 1996, secondo una visione illuminata che ha trovato nell’enologo Helmuth Zozin mani sicure per essere concretizzata al meglio.

    Lombardia

    Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair
    Tenuta Mazzolino, foto da sito Slow Wine Fair

    Sono trascorsi pochi anni da quando Francesca Seralvo, terza generazione della famiglia proprietaria della Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (Pavia), ha deciso di gettarsi a capofitto nella gestione dell’azienda. L’ha fatto con umiltà, visione e voglia di apprendere dai colleghi più virtuosi dell’Oltrepò. Senza dimenticare la determinazione che 40 anni fa ha spinto suo nonno Enrico a sfruttare le potenzialità che la cosiddetta collina del Pinot Nero poteva offrire.

    Piemonte

    Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair
    Marco Capra foto da sito di Slow Wine Fair, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Nonostante la giovane età, Marco Capra ha reso l’attività di famiglia una realtà di riferimento per la produzione artigianale di Santo Stefano Belbo (Cuneo), comune troppo spesso associato soltanto all’industria spumantistica. Sulla collina di Seirole, tra Langhe e Monferrato, Marco porta avanti la tradizione familiare dando la giusta spinta innovativa, privilegiando i vini autoctoni, frutto del miglior connubio tra vitigno e territorio, e una produzione limitata che rende a pieno le potenzialità del vigneto.

    Un altro giovane produttore è Nicholas Altare che, dopo un decina di anni di lavoro presso la cantina di Ferdinando Principiano (Dogliani, Cuneo), dove afferma di avere imparato tutto quello che sa del mestiere, ha deciso di dedicarsi solo alle vigne di famiglia, piantate in prevalenza a
    dolcetto. Il suo stile parla di vini immediati e diretti, prodotti in modo tradizionale, senza filtrazioni e con pochissima solforosa totale.

    Toscana

    «Gli scarti sono risorse»: questo è il pensiero lungimirante che guida Francesco Galgani e Flavia Del Seta, titolari dell’azienda Cappellasantandrea situata a San Gimignano (Siena).

    Protagonisti di una rinascita contadina rimasta fedele ai profumi e ai sapori di una volta, Francesco e Flavia portano avanti questa realtà biodinamica in cui viti, alberi da frutto e animali convivono in perfetta sinergia, secondo un’ottica di azienda a ciclo chiuso orientata a preservare la biodiversità. Un valore fondamentale anche per l’Erta di Radda, il progetto di Diego Fenocchi nato nel 2006 dalle forti pendenze dei vigneti situati a pochi passi dal centro storico di Radda in Chianti (Siena). L’azienda è il frutto del legame di Diego con il territorio, che viene lavorato secondo i princìpi della produzione biologica, nel rispetto dell’ambiente e del suolo.

    Veneto

    Incastonata sulle sponde del fiume Adige, tra il Monte Baldo e l’Altopiano della Lessinia, l’azienda agricola Roeno di Brentino Belluno (Verona) sorge nella cosiddetta Terra dei Forti, avamposto di confine in cui la famiglia Fugatti custodisce oltre 200 anni di storia, fortemente influenzata dalla convivenza con queste valli aspre e dure scavate dal secondo corso d’acqua più lungo d’Italia.

    La curiosità e lo studio ininterrotto delle potenzialità del territorio hanno reso l’azienda, condotta dai fratelli Giuseppe, Cristina e Roberta, uno tra i più espressivi testimoni e interpreti dei vini della zona. Merito anche di un patrimonio di
    vigne centenarie invidiabile, tra le quali spicca il vigneto a piede franco di enantio, da quest’anno Presidio Slow Food.

    Emilia Romagna

    A Imola (Bologna), l’azienda Tre Monti custodisce il lavoro di due generazioni: quella dei fondatori, Sergio Navacchia e la moglie Thea, e quella dei loro figli David e Vittorio, che hanno saputo far crescere l’azienda senza mai fermarsi nel campo della ricerca e della sperimentazione, arrivando anche a cambiare lo stile dei propri vini. Ne sono un esempio i rossi, sempre coerenti con le zone d’origine, resi più leggeri grazie a un minore impatto del legno.

    Lazio

    L’azienda agricola Damiano Ciolli si trova a Olevano Romano, borgo medievale a circa 600 metri slm, ai piedi del Monte Celeste, 45 chilometri a est della Capitale. In questo areale vocato alla viticoltura, Damiano inizia la sua attività nel 2001, forte di una tradizione familiare dedita alla vendita dello sfuso. Fin da subito si concentra sulla produzione di qualità, convinto che dal Cesanese si possano ottenere vini pregiati. Oggi, insieme alla compagna Letizia Rocchi, cerca di esprimere al meglio l’interazione tra suolo, microclima e vitigno attraverso un lavoro in campo sempre più curato e una grande conoscenza del territorio.

    Marche

    A pochi chilometri da Ascoli Piceno, nella frazione di Colonnata Alta, Federica e Francesca dell’azienda Pantaleone portano avanti la coraggiosa scelta del padre Nazzareno Pantaloni, che aveva visto in quei terreni scoscesi e inframezzati da boschi il giusto potenziale per dare vita a uve speciali. Equilibrio, natura e territorio sono le parole chiave di questa realtà biologica, dove la valorizzazione delle viti autoctone si unisce al desiderio di lasciare alla future generazioni terre e vigne migliori.

    Umbria

    Filippo Antonelli è l’anima dinamica di Antonelli San Marco, impresa di famiglia di Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni ha saputo scrivere pagine memorabili del vino umbro. Dal 2009 l’azienda ha effettuato la conversione integrale all’agricoltura biologica, mentre è in fase di ampliamento la cantina: si sta realizzando un percorso sotterraneo che comprenda tutte le fasi della produzione, da quando il grappolo raccolto entra in pressa fino all’imbottigliamento.

    Abruzzo

    I vini concettuali dell’azienda Cataldi Madonna, immersa nel Forno d’Abruzzo, l’altopiano che giace sotto l’unico ghiacciaio degli Appennini, il Calderone, sono espressione del territorio di Ofena (Aquila) e della filosofia del titolare Luigi: «Per fare bisogna prima pensare, e senza pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura». Vinificati in purezza e in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno, tutti i vini provengono da uve certificate biologiche dal 2016 e rispecchiano l’esclusività e l’autenticità della zona di produzione.

    Campania

    Espressione dell’eroica viticoltura di Tramonti (Salerno), nel cuore verde della Costa d’Amalfi, Tenuta San Francesco è l’ambiziosa avventura intrapresa nel 2004 da Gaetano Bove assieme ai soci Vincenzo D’Avino e Luigi Giordano. L’azienda agricola, che si estende su 14 ettari, produce vini provenienti da viti ultracentenarie prefillossera, tra cui spiccano i vitigni autoctoni del territorio: tintore, piedirosso e aglianico per i rossi, falanghina, biancolella, biancazita, biancatenera, pepella e ginestra per quanto riguarda i bianchi.

    Puglia

    Circondata da circa 100 ettari di vigneti e gli uliveti, a Cutrofiano (Lecce) nel cuore del tacco d’Italia a metà strada tra Gallipoli e Otranto, la Masseria L’Astore è il luogo ideale per immergersi nella cultura e nella tradizione del Salento. Il progetto di fare vino dai vigneti intorno alla masseria di famiglia e al suo antico frantoio ipogeo è nato negli anni Novanta, ma la dedizione e la consapevolezza di Paolo Benegiamo, medico contadino, lo hanno poi radicalmente trasformato: i vitigni internazionali hanno ceduto il posto agli autoctoni, e la volontà di espressione del terroir si è fatta stella polare.

    Sardegna

    I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair
    I Garagisti della Sardegna, foto da sito Slow Wine Fair

    A Sorgono (Nuoro), piccolo comune nel centro della Sardegna, Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru si definiscono Garagisti. Se in Francia questo termine viene utilizzato per i vini di nicchia dai prezzi poco accessibili, qui si riferisce al fatto che le uve coltivate vengono poi lavorate proprio in un garage del paese, con attrezzature elementari ma efficaci. Il resto lo fanno il territorio, la storia, la vocazione e la passione dei produttori uniti da un sogno:
    valorizzare gli antichi vitigni impiantati dai nonni e genitori per fare della regione delMandrolisai la nuova frontiera dei vini sardi.

    Sicilia

    Dalla vendemmia alla cantina, dalla commercializzazione alla distribuzione: nell’azienda agricola Possente di Salaparuta (Trapani), nella Valle del Belice, ogni fase viene seguita con la massima attenzione. I fratelli Stefania, Maria e Antonio condividono l’esperienza trasmessa dal padre e continuano a lavorare in vigna rispettando il terreno e valorizzando le varietà autoctone, come il Catarratto, il Grillo e lo Zibibbo, che negli ultimi anni hanno acquisito maggiore definizione varietale e territoriale.

     

    La commissione di assaggio

    Per Slow Wine, il vino che vorremmo si definisce attraverso tre aggettivi: buono, pulito e giusto. Gli elementi del pulito e del giusto sono garantiti dall’adesione delle aziende al Manifesto, che durante la Slow Wine Fair sarà presentato nella sua forma aggiornata e arricchita dai contributi della Slow Wine Coalition. Una delle novità dell’edizione 2023, importante per certificare ulteriormente l’elemento del buono è la presenza di una commissione internazionale di assaggio composta da membri della redazione Slow Wine e da altri degustatori professionisti:

    Antonio Boco, Paolo De Cristofaro e Giampaolo Gravina, per quanto riguarda l’Italia; Juan Gualdoni e Deborah Parker Wong, per quanto riguarda i vini internazionali. La commissione costituisce un importante elemento distintivo rispetto alle altre fiere del settore.

    Antonio Boco

    È uno dei più apprezzati wine writer italiani, con esperienza ventennale e collaborazioni di pregio con riviste e guide di settore. Curiosità, sensibilità e molte esperienze sul campo gli hanno permesso di accumulare un’enorme conoscenza dei più importanti territori del vino internazionale. Nel 2009, con il collega Paolo De Cristofaro, fonda il magazine online Tipicamente, spazio narrativo indipendente che di recente ha realizzato il podcast Vino al vino 50 anni dopo, sulle orme dei viaggi d’assaggio di Mario Soldati.
    Nell’aprile 2010 l’Associazione Grandi Cru d’Italia gli conferisce il titolo di Miglior giovane giornalista del vino italiano.

    Paolo De Cristofaro

    Paolo De Cristofaro è giornalista, assaggiatore, divulgatore e autore radio-televisivo. Da circa 20 anni collabora con alcune fra le più importanti testate del settore, tra cui Enogea di Alessandro Masnaghetti, che ha coadiuvato nella realizzazione del libro Chianti Classico.
    L’Atlante dei Vigneti e delle UGA (2022). Con l’amico e collega Antonio Boco ha fondato nel 2009 il magazine multimediale indipendente Tipicamente, per il quale ha ideato e curato la serie di podcast Vino al vino 50 anni dopo.

    Giampaolo Gravina

    Già collaboratore delle riviste Enogea e Pietre Colorate, è stato coordinatore nazionale della guida I Vini d’Italia dell’Espresso dalla prima edizione del 2002 fino al 2015. Dal 2015 è docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, nel master in Wine culture and communication, e presso l’Università San Raffaele di Milano, nel master in Filosofia del cibo e del vino. Tra i suoi libri più recenti, Vini e terre di Borgogna (con Camillo Favaro, Edizioni Artevino); Vini da scoprire – La riscossa dei vini leggeri (Giunti, 2016-17) e Vini artigianali italiani (Paolo Buongiorno Editore, 2018), tutti e tre scritti insieme ad

    Armando Castagno e Fabio Rizzari.

    Nel 2023 è in uscita un suo libro dedicato alla lingua e all’estetica del vino artigianale, nella collana Habitus dell’editore DeriveApprodi.

    Deborah Parker Wong

    Deborah Parker Wong è una giornalista californiana specializzata in vini e distillati. Scrive da anni sulle prestigiose pubblicazioni The SOMM Journal e The Tasting Panel magazine. È insegnante ai corsi WSET ed è membro della California Teachers’ Association. Giudice nei principali concorsi mondiali e curatrice dal 2020 della guida Slow Wine USA, che recensisce 300 cantine di California, Oregon, Washington State e New York State.

    I 15 anni di L’assemblea della FIVI e l’Assemblea nazionale dei soci

    Tra gli espositori, molti fanno parte della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli indipendenti, che conta 1300 vignaioli iscritti e che si batte per difendere gli interessi di tutti i vignaioli che in Italia hanno lo stesso approccio alla vigna e alla produzione di vino.
    Lorenzo Cesconi, presidente nazionale FIVI, racconta così il coinvolgimento della Federazione nella prossima edizione di Slow Wine Fair:

    «Nel 2023 FIVI festeggerà i suoi primi 15 anni. È un’associazione ancora giovane, ma che in poco tempo si è ritagliata un ruolo centrale nella rappresentanza e nella valorizzazione del ruolo dei vignaioli e delle vignaiole italiane.

    Questo successo lo dobbiamo a chi, nel 2008, vide lontano e mise le basi per costruire un’associazione basata su responsabilità e spirito di servizio, ma senza scordare mai il calore umano e il piacere dello stare assieme. Slow Food ebbe un ruolo importante, nella nascita di FIVI, e quindi è stato naturale per noi decidere di festeggiare questo compleanno nel contesto della Slow Wine Fair.

    Domenica 26 febbraio ci sarà una piccola cerimonia, coi protagonisti di allora e di oggi, alla quale seguirà l’Assemblea nazionale dei soci»

    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere
    Slow Wine Fair Febbraio 2023 BolognaFiere

    Vino e non solo…


    Numerose, poi, le novità che Slow Wine Fair 2023 ha in serbo per il proprio pubblico, che comprende vignaioli e vigneron, professionisti (importatori, distributori, osti, ristoratori, sommelier, enotecari e giornalisti) e wine lover che frequentano il mondo del vino in modo consapevole.

    La prima consiste nell’allargamento della platea degli operatori coinvolti, che comprenderanno anche i produttori di soluzioni tecnologiche innovative, impianti,
    attrezzature e servizi connessi alla filiera del vino, i veri partner della sostenibilità. La seconda new entry riguarda, invece, l’universo delle bevande spiritose, dei distillati, degli amari, dei liquori e molto altro. Slow Wine Fair proporrà, dunque, un’esperienza unica e completa, che va dall’aperitivo al dopo pasto.

    La Fiera dell’Amaro d’Italia ospite di Slow Wine Fair


    Tra le novità di questa edizione, Slow Wine Fair ospita la terza edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia, con un’area dedicata, dove produttori d’eccellenza potranno esporre i loro amari. Alcuni fra questi, selezionati da Amaroteca e dall’Associazione Nazionale Amaro d’Italia, potranno organizzare masterclass esclusive per raccontare la propria produzione.

    Un’occasione imperdibile per tutti gli operatori del settore, gli appassionati e potenziali acquirenti per scoprire una selezione qualificata di professionisti e partner della filiera dell’Amaro d’Italia.

    Nessuna carta dedicata al ristorante, nessun sommelier, nessuna denominazione d’origine controllata, nessun consorzio. Eppure l’amaro è un prodotto tipico italiano per eccellenza: con una lunga tradizione, legata a ingredienti e ricette del territorio, un prodotto che all’estero non si trova quasi da nessuna parte.

    Fra le presenze confermate, l’azienda siciliana Paesano che presenterà l’Amaro al carciofo Paesano, realizzato con un ingrediente chiave davvero unico: il carciofo nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food. E ancora l’azienda abruzzese Scuppoz, l’unica in Italia con una sua produzione di Genziana Lutea.

    Un evento a misura di buyer


    Nord Europa, con prevalenza di Germania e Danimarca, e Stati Uniti sono stati i Paesi con la maggiore presenza di buyer a Slow Wine Fair 2022, i quali hanno espresso grande soddisfazione per l’altissima selezione delle cantine, con prevalenza di aziende biologiche e biodinamiche, per la salubrità dei vini naturali proposti e per l’attenzione al consumo consapevole.

    Tutti elementi che hanno fatto di Slow Wine Fair un nuovo punto di riferimento nel panorama fieristico internazionale per chi vuole soddisfare le esigenze di un mercato che va oltre alle caratteristiche del vino nel bicchiere e cerca il buono a 360 gradi.

    Nel 2023 la proposta dedicata ai professionisti del settore, forte anche della partnership con la Italian Trade Agency (ICE) e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) si arricchisce, poiché la qualità dei vini esposti sarà ulteriormente certificata dal lavoro delle commissioni di assaggio italiana e internazionale e da incontri appositamente progettati per loro. Inoltre, la piattaforma B2Match svolgerà una funzione fondamentale nell’ambito di un evento fortemente connotato sul B2B.

    Grazie a questo strumento, infatti, i buyer potranno profilare nella maniera più dettagliata possibile le aziende e le etichette che corrispondono ai loro interessi, individuando facilmente annate, terroir, tipologie di vini, ma anche dettagli relativi al terroir (ad esempio tutti i vini provenienti da un suolo argilloso, marnoso, sabbioso eccetera), all’affinamento, e alla commercializzazione dei vini stessi. Potranno inoltre crearsi una propria agenda di appuntamenti, in modo da rendere l’esperienza di visita il più proficua possibile.

    Il premio alle migliori Carte dei vini

    Appassionati e professionisti del settore sono chiamati a dar vita a una delle principali iniziative e novità di Slow Wine Fair 2023: il Premio alle migliori Carte dei vini. Si tratta di un ulteriore tassello per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del vino buono pulito e giusto, e per rafforzare il legame tra locali che incentrano le proprie selezioni su vini di questo tipo e winelovers.

    I premi, territoriali e tematici, saranno conferiti a 12 diverse categorie. Fra i premi territoriali italiani, migliore selezione di Barolo e di Chianti Classico (per le denominazioni più affermate) e migliore selezione di vini irpini e di Trebbiano d’Abruzzo (per le denominazioni emergenti). Per i premi territoriali internazionali i focus sono invece la Loira e la Mosella e, per quanto riguarda i territori emergenti l’Austria e la Slovenia.

    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023
    Slow Wine Fair del 2022, articolo: L’Italia del vino a Slow Wine Fair 2023

    Non solo i terroir!

    Alla Slow Wine Fair diamo spazio anche ad alcune categorie tematiche, che rendono protagonisti i vitigni, le certificazioni, o l’idea stessa di vino buono, pulito e
    giusto.


    Migliore selezione di vini provenienti da vitigni autoctoni
    Migliore selezione di vini certificati (biologici e/o biodinamici)
    Migliore selezione di vini con un buon rapporto qualità/prezzo
    Migliore selezione di vini italiani buoni, puliti e giusti all’estero

    Per tutto dicembre, il pubblico potrà candidare i propri locali del cuore sul sito dell’evento e, dopo una prima scrematura, affidata sempre al voto degli appassionati, subentrerà il lavoro della giuria internazionale di esperti, che decreterà i tre indirizzi premiati per ogni categoria.

    Federica Randazzo

    Federica Randazzo è vice curatrice nazionale della guida Slow Wine. Metà altoatesina e metà siciliana, dopo una laurea in giurisprudenza e una diploma da sommelier inizia a occuparsi di vino. Oltre al lavoro di critica, scrive articoli, idea e cura progetti ed eventi, conduce degustazioni e corsi e crea contenuti per la comunicazione online ed offline.

    Giancarlo Gariglio

    Giancarlo Gariglio nel 2001 entra nelle commissioni regionali di degustazione della guida Vini d’Italia (Gambero Rosso e Slow Food), per poi entrare a far parte in pianta stabile delle commissioni finali che assegnano i Tre Bicchieri. È il curatore dell’edizione 2008 della Guida al vino quotidiano di Slow Food Editore. Nel 2007 organizza l’evento Vignerons d’Europe a Montpellier in Francia.

    È tra i fondatori, il 29 luglio del 2008, della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Il Consiglio Direttivo della FIVI lo sceglie come primo Segretario generale dell’associazione. Nel 2010 partecipa all’ideazione della guida Slow Wine e dall’edizione 2011 diventa cocuratore della stessa. Dal 2021 è coordinatore della rete tematica internazionale dedicata al vino Slow Wine Coalition

    Da Comunicato Stampa


    Sito Evento: https://slowinefair.slowfood.it/

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

     

  • LA WINE LIST DI PARTESA PER I BRINDISI DI FINE ANNO 2022

    LA WINE LIST DI PARTESA PER I BRINDISI DI FINE ANNO 2022

    Le feste 2022? A tutto Sparkling!Dagli Champagne Eric Taillet agli spumanti italiani della nuova linea B-Simple.

    Redazione

    Partesa porta in Italia il “re del Meunier” Eric Taillet con sei dei suoi inconfondibili champagne e lancia B-Simple, la sua nuova linea private label, con cinque spumanti italianissimi. E le festività si preannunciano più spumeggianti che mai.C’è chi le ama rosè e chi rigorosamente bianche. Chi le preferisce Dry e chi assolutamente a dosaggio zero.

    Chi le ordina all’aperitivo e chi le gusta a tutto pasto. Ma su una cosa sono tutti d’accordo: le bollicine sono le regine indiscusse dei brindisi. E sono pronte a conquistare i calici degli italiani per le Feste 2022.

    PARTESA Eric Taillet Des Grillons aux Clos
    PARTESA Eric Taillet Des Grillons aux Clos, foto da comunicato stampa

    Ben lo sa Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., che quasi 25 anni fa ha dato vita all’innovativo progetto “Partesa per il Vino” costruendo un vasto e variegato portfolio di vini di qualità, con centinaia di referenze da circa 120 cantine italiane ed europee. Un portfolio che si fa sempre più sparkling, portando in Italia gli champagne di Eric Taillet e lanciando, proprio in vista delle Feste 2022, la nuova linea di spumanti Made in Italy, B-Simple.Ecco, quindi, tra Francia e Italia, la wine list di Partesa per le Feste più spumeggianti dell’anno.

    PARTESA Eric Taillet Renaissance, foto da comunicato stampa
    PARTESA Eric Taillet Renaissance, foto da comunicato stampa

    CHAMPAGNE ERIC TAILLET

    Dopo Drappier e Diebolt-Vallois, Partesa porta in Italia un altro gioiello della Champagne: le produzioni di Eric Taillet, il “re del Meunier”. Alla guida della maison dopo quattro generazioni di vignaioli, negli anni Eric Taillet si è fatto conoscere per il suo perfezionismo e una filosofia radicata nel rapporto tra il terreno e la sua cuvée.

    Il terreno è quello della valle di Beval, zona settentrionale della Vallè de la Marne, di cui oltre 4 piantati a Meunier, vitigno emblema della maison. Viene coltivato solo da viti molto vecchie (alcune risalgono agli Anni ’50) e con certificazione biologica. Risultato? Champagne con una tipicità e uno stile riconoscibili fin dal primo sorso.

    A partire dal Renaissance, champagne Extra Brut frutto di una cuvée di antichissime viti su terra battuta che matura 72 mesi in cantina, dando risalto a un’espressione del Meunier densa, complessa e di infinita eleganza: un vero e proprio Rinascimento, da gustare a tutto pasto, con piatti a base di pesce o carni bianche, oppure con formaggi stagionati.

    PARTESA Eric Taillet Bansionensi Rosae, foto da comunicato stampa
    PARTESA Eric Taillet Bansionensi Rosae, foto da comunicato stampa

    Altro re della tavola, il Bansionensi – dal nome latino del villaggio di Baslieux-sous-Châtillon – colpisce per la sua freschezza e complessità. Nasce da una rigorosa selezione di vecchie viti e da un invecchiamento di almeno 36 mesi sui lieviti. Naso fresco e intenso, questo champagne Extra Brut è un’esplosione di frutta esotica e agrumi, che si ritrovano al palato tra aromi dolci, morbidi ed eleganti, rendendolo ottimo per gli antipasti, ma anche con piatti più elaborati che esaltano la delicata freschezza del vino.

    A riflettere l’alto potenziale del terroir di Baslieux anche il Bansionensi Rosae, Rosè de Meunier Brut Nature (99% Blanc de Meunier, 1% Rouge de Meunier) che esprime l’equilibrio perfetto tra maturità, finezza e delicatezza. Con un elegante colore di rosa bianca.

    E sempre da Baslieux-sous-Châtillon provengono il Meunier (90%) e lo Chardonnay (10%) che danno vita al Brut Nature Sur Le Grand Marais, perfetto per un brunch o un aperitivo: i profumi di agrumi e frutti bianchi lasciano spazio a quelli di brioches più delicati e leggeri, che dal naso riecheggiano nel palato in una continuità a cui le bollicine conferiscono freschezza e dinamismo.

    Definito “un vino per buongustai”, Le Bois de Binson, Cuvée Blanc de Meunier, Extra Brut, nasce invece da una sola vigna del 1956 nella parcella Lieu-Dit, a Montigly, e si distingue per la sua aromaticità: avvolge il naso con aromi tostati di brioche, nocciole e noci e un tocco di frutta delicata, che si ritrovano in un assaggio che regala pienezza e rotondità, con gusto ricco e finale lungo.

    Da abbinare a carni rosse e selvaggina per un’esplosione di sapori, ben accompagna anche pesce e carni bianche. Infine, il Des Grillons Aux Clos, altro 100% Meunier Extra Brut che ben si presta ad abbinamenti gastronomici: al naso è fresco, con note di agrumi, frutta tropicale, tostature e spezie dolci, mentre l’assaggio è netto, in un raffinato equilibrio tra il fruttato e il minerale, sostenuto da un perlage cremoso, fine e persistente, e un finale sapido.

    B-SIMPLE.

     PARTESA Serena B-Simple Cuvee Brut
    PARTESA Serena B-Simple Cuvee Brut

    Sono invece italianissime le bollicine di B-Simple, la nuova linea private label di Partesa che debutta nei locali e nei ristoranti del Belpaese proprio con l’avvicinarsi delle Festività.

    Un nome emblematico (“B” come bollicine e “Simple” come il suo carattere schietto) per una collezione di cinque spumanti freschi, giovani, facilmente leggibili, perfetti per accompagnare momenti di convivialità all’insegna dell’essere (e del bere) semplice.

    In una parola, appunto: B-Simple.

    Prodotto in esclusiva per Partesa da Serena Wines 1881 nel cuore della regione del Prosecco, B-Simple è un full che si compone di due Cuvée e di tre denominazioni.

    Agli spumanti metodo Charmat Cuvée Brut e Cuvée Extra Dry, si affiancano il Prosecco Rosé Doc Brut (90% Glera, 10% Pinot Nero), e il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry Millesimato (annata 2020) e il Prosecco Doc Treviso Extra Dry ottenuti da una soffice pressatura delle uve (85% Glera e un 15% di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio), lasciate poi fermentare ad una temperatura compresa tra 20 e 22°C.

    PARTESA Serena B-Simple Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg
    PARTESA Serena B-Simple Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, foto da comunicato stampa

    Il processo di spumantizzazione avviene secondo il metodo Charmat in autoclavi di acciaio secondo le regole dettate dal disciplinare di produzione.

    Perfetti sia da soli sia come base per la miscelazione, questi vini si distinguono per la loro freschezza e per i sentori floreali, che vengono richiamati anche nella grafica delle loro etichette dai colori accesi e brillanti, in un gioco di contrasti con il nome e il carattere.

    E che sia con vini francesi o italiani, da provare con abbinamenti gourmet o da gustare da soli, quello del brindisi è un momento di convivialità tutto da condividere.

    Anche sui social, dove Partesa per il Vino è da poco sbarcata con la nuova pagina @PartesaForWine, che affianca ed espande il portale Partesa for Wine – la piattaforma dedicata al racconto delle etichette e delle cantine partner -, proponendo novità, aneddoti e approfondimenti, appunti di degustazione, foto e video da produttori partner, esperti di Partesa e protagonisti del vino italiano e mondiale.

    PARTESA

    E’ una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. Attiva da 33 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.

    Partesa è parte del Gruppo HEINEKEN Italia.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Azienda: https://www.partesa.it/vino

    Sito Champagne: https://www.champagne-eric-taillet.fr/renaissance

    Partners Redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • GARBERHOF in Alta Val Venosta, Silent Luxury 2022

    GARBERHOF in Alta Val Venosta, Silent Luxury 2022

    Nasce il nuovo concetto di “Silent Luxury” al GARBERHOF in Alta Val Venosta. Nuova veste architettonica nel rispetto dell’ambiente e che regala il lusso di vivere la vacanza in hotel in ampi spazi.

    Redazione

    L’Hotel a 4 stelle lusso a conduzione familiare riapre il 25 dicembre 2022 dopo l’intervento di ristrutturazione con l’obiettivo di offrire ai propri ospiti un ambiente all’insegna del lusso silenzioso ossia il “Silent Luxury” che non risiede in aspetti superficiali, ma nella possibilità di potersi esprimere e muoversi in libertà con i propri tempi e spazi durante la vacanza. Tra le attrazioni, il vigneto in giardino a 1.000 metri di altitudine, l’Hamam tra i più grandi d’Italia e la linea di cosmesi a base di albicocca, cultivar dell’Alto Adige.

    Außenfassade, GARBERHOF in Alta Val Venosta, Silent Luxury 2022, foto da comunicato stampa
    Außenfassade, GARBERHOF in Alta Val Venosta, Silent Luxury 2022, foto da comunicato stampa

    Smstudio presenta GARBERHOF, hotel 4 stelle in Alta Val Venosta nato alla fine degli anni 70 dall’idea della Famiglia Pobitzer e inaugurato nel 1981. Garberhof è un’esperienza di puro piacere che si declina in una proposta gourmet d’eccellenza, in un’architettura amica dell’ambiente e in spazi benessere progettati per mettere al centro la persona, ispirandosi alla Val Venosta e ai suoi prodotti d’eccezione.

    Con la nuova stagione invernale 2022/2023 GARBERHOF riapre le proprie porte dopo un importante intervento di ristrutturazione con l’obiettivo di offrire ai propri ospiti un ambiente all’insegna del “lusso silenzioso” che non risiede in aspetti superficiali, ma nella possibilità di potersi esprimere e muoversi in libertà con i propri tempi e spazi durante la vacanza in Alto Adige, immersi in un’oasi di quiete.

    GARBERHOF Laguna, foto da comunicato stampa
    GARBERHOF Laguna, foto da comunicato stampa

    L’HAMAM TRA I PIU’ GRANDI D’ITALIA E LA LINEA DI COSMESI A BASE DI ALBICOCCA, CULTIVAR DELL’ALTO ADIGE.

    Guidata dal proprietario Klaus Pobitzer, con la collaborazione dell’architetto nonché amico di famiglia Thomas Rampp, questa trasformazione ha coinvolto le camere, gli ambienti comuni e l’architettura esterna. Gli spazi abitativi si rinnovano nel look e si ampliano con 23 nuove stanze per una nuova offerta complessiva di 20 camere, 20 suite e 2 chalet. Il giardino esterno si arricchisce di un laghetto balneare naturale trattato in modo completamente biologico.

    L’ampia area benessere “Mii: Amo” di 2200 mq si rinnova completamente nell’interior design introducendo materiali naturali quali l’argilla, il larice, il legno di abete rosso e rovere che rispecchiano la natura circostante e donano comfort, calore e benessere, migliora l’isolamento acustico e si arricchisce di una nuova spaziosa sala relax con accesso al giardino.

    GARBERHOF Bar, foto da comunicato stampa
    GARBERHOF Bar, foto da comunicato stampa

    Vanno ad aggiungersi l’Hamam – tra i più grandi d’Italia e comprensivo di 6 diverse aree per il rituale di purificazione – biosauna, sauna finlandese panoramica, docce emozionali, zona esterna con vasca ad acqua fredda, piscina interna ed esterna riscaldata panoramica, area fitness e zona beauty per massaggi e trattamenti con la linea cosmetica sviluppata in esclusiva per GARBERHOF a base di albicocca PRUNUS ARMENIACA, antica cultivar dell’Alto Adige.

    Infine il cuore pulsante del GARBERHOF, il Lounge Bar 1981 che, oltre ad offrire una selezione di 70 etichette di gin – incluso il Felix Luis realizzato in esclusiva per il proprietario Klaus a base di albicocca – si arricchisce di una nuova sala dedicata alle bollicine e una stanza per le degustazioni di vini locali per un’esperienza di piacere del palato che si completa con l’esperienza enogastronomica del Ristorante Pobitzer, guidato dallo chef Christian Lechthaler, che esalta le ricette tradizionali altoatesine, strizzando un occhio alla cucina mediterranea e internazionale, utilizzando prodotti regionali e di stagione e le erbe dell’orto.

    IL RISPETTO PER L’AMBIENTE, IL VIGNETO A 1.000 METRI E L’OBIETTIVO DI RAGGIUNGERE IL 90% DI SOSTENIBILITA’ ENERGETICA.

    Sin dalla sua nascita, GARBERHOF ha sempre avuto l’amore per la natura circostante tra i suoi principali interessi, da qui l’intuizione di piantare un vigneto di vitigni autoctoni – Souvignier Gris, Solaris e Johanniter – nel giardino della struttura, a oltre 1000 metri di altitudine, che quest’anno è stato vendemmiato per la prima volta con un risultato molto soddisfacente.

    Anche nella progettazione della struttura alberghiera l’attenzione all’ambiente è sempre stata alla base della filosofia della famiglia Pobitzer: già nel 1983, solo dopo 2 anni dall’inaugurazione, il riscaldamento di tutti gli ambienti proviene unicamente dall’utilizzo del cippato; GARBERHOF fu tra i primi in Val Venosta a utilizzare questo tipo di riscaldamento naturale. Nel corso degli anni, si è aggiunto l’uso del fotovoltaico da cui oggi proviene il 25% del fabbisogno energetico elettrico ed è già nei progetti della famiglia Pobitzer un nuovo impianto per arrivare al 50%.

    L’utilizzo di apparecchiature elettriche e luci a basso consumo e un sistema di programmazione e automatismi in grado di utilizzare in modo intelligente l’energia già attivo all’interno delle camere e in tutta la struttura.

    Inoltre, l’hotel utilizza la filtrazione e riciclo dell’acqua delle piscine per il riutilizzo come irrigazione nel giardino. La nuova ristrutturazione ha visto coinvolta anche l’architettura esterna: la facciata esposta a sud viene lavorata con la sabbiatura del legno affinché la struttura possa inserirsi al meglio nel paesaggio alpino circostante; una riqualificazione energetica e un progetto di isolamento della struttura attraverso l’utilizzo del legno sulle facciate esterne crea elementi di ombreggiamento volti a migliorare la termoregolazione e a favorire la riduzione del calore dovuto all’esposizione solare.

    L’obiettivo nei prossimi tre anni è quello di ottenere le principali certificazioni ambientali e arrivare ad essere sostenibili energeticamente, fino al 90%.

    Immerso in un contesto paesaggistico al confine tra Italia, Svizzera ed Austria, il GARBERHOF regala viste sconfinate sulle ampie distese di prati, oltrepassando i fitti boschi per posarsi sulle cime innevate di otre 3.000 metri di altitudine che si ergono in lontananza. Per la scoperta di questo splendido territorio, la famiglia Pobitzer organizza escursioni guidate con guide alpine e numerose attività outdoor che si possono praticare in ogni stagione, impreziosite da un servizio attento al dettaglio che garantisce all’ospite le soluzioni adeguate ad ogni desiderio.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Hotel:https://www.garberhof.com/it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.smstudiopr.it/

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  • Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Due grandi vini della tradizione e le bollicine del Brut Millesimato per festeggiare il Natale con Lungarotti

    Redazione

    Il Natale si avvicina ed è tempo di pensare ai regali e alla tavola delle feste.

    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022, logo azienda
    Lungarotti, i vini per festeggiare Natale 2022

    Per rendere ancora più speciali i momenti di convivialità in famiglia, le serate con gli amici o semplicemente per andare sul sicuro regalando dei grandi vini, dal cuore dell’Umbria, Lungarotti propone due fuoriclasse come il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2017 – Torgiano Rosso Riserva DOCG, Sangiovese in purezza nato nel 1964 da una felice intuizione di Giorgio Lungarotti e oggi considerato tra i migliori rossi italiani.

     

    Il Torre di Giano Vigna il Pino 2019 – Bianco di Torgiano DOC a base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, antesignano dei bianchi italiani affinati in legno, inserito quest’anno da Doctor Wine tra i migliori vini per rapporto qualità-prezzo.

     

    Due etichette ideali da mettere sotto l’albero e da servire in abbinamento con i menu di carne e di pesce che onoreranno le nostre tavole da nord a sud del Bel Paese.
    E per concludere in bellezza il 2022 e brindare al nuovo anno, la storica azienda umbra consiglia il suo Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico 2017 da uve Chardonnay e Pinot Nero, nato da un’idea di Giorgio Lungarotti che decise di provare a produrre a Torgiano un suo metodo classico, convinto che le peculiarità pedoclimatiche del territorio potessero dare uve di buona acidità ideali per realizzare degli ottimi spumanti. Intenso e avvolgente, il Brut Millesimato di Lungarotti è la scelta perfetta per festeggiare in allegria ogni nuovo inizio.

    Rubesco Riserva Vigna Monticchio

    Lungarotti Rubesco Riserva, foto da comunicato stampa
    Lungarotti Rubesco Riserva, foto da comunicato stampa

    Sangiovese in purezza apprezzato per il suo straordinario equilibrio tra potenza ed eleganza.

    Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa.

    Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che viene imbottigliato solo nelle migliori annate.

    In particolare, la 2017 sorprende con una freschezza inattesa, viste le condizioni climatiche difficili che hanno caratterizzato la stagione e le rese particolarmente basse, rivelando un grande equilibrio.

    Torre di Giano Vigna il Pino

    A base di Vermentino, Trebbiano e Grechetto, è un vino bianco con una bella struttura, equilibrio ed eleganza.

    Al naso presenta note floreali e di tiglio, timo e fiori di acacia che si alternano a delicate sfumature di cocco, vaniglia e cioccolato bianco.

    Il gusto è sapido e fragrante con una lunga persistenza nel finale, bilanciato da un’acidità rinfrescante.

    Brut Millesimato – Vino Spumante Metodo Classico

    Spumante da uve Chardonnay e Pinot Nero. Dorato, limpido e brillante, con perlage a grana molto fine e persistente, ha un profumo intenso e avvolgente che richiama la mandorla, la nocciola e una lieve espressione di crosta di pane. Il gusto è secco e pieno, fruttato e di bella struttura, e lascia nel finale un tocco agrumato con un’acidità fresca e pulita.

    Barricaia della Cantina Lungarotti foto da comunicato stampa
    Barricaia della Cantina Lungarotti foto da comunicato stampa

    Simbolo dell’eccellenza enologica umbra, Lungarotti ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Una storia cominciata con Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana che nel dopoguerra ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, a Torgiano, in una cantina di successo.

    Una storia che ancora oggi continua grazie all’impegno, la passione e la competenza di 3 generazioni della famiglia Lungarotti che hanno saputo innovare senza mai tradire il carattere inconfondibile dei loro vini iconici tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC.

    Vini Natale Lungarotti foto da comunicato stampa
    Vini Natale Lungarotti foto da comunicato stampa

    Lungarotti conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità. Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Cantina: https://lungarotti.it/

    Sito Ufficio Stampa: https://www.zedcomm.it/

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  • Rosso di sera gran galà vini rossi marchigiani 2022

    Rosso di sera gran galà vini rossi marchigiani 2022

    “Rosso di Sera”, il gran galà dei migliori vini rossi delle Marche, l’evento dedicato alla conoscenza e promozione del vasto patrimonio vitivinicolo regionale.

    Redazione

    L’appuntamento è per sabato 10 e domenica 11 dicembre a Porto San Giorgio, presso l’ottocentesca Villa Bonaparte, residenza di Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone, che innamorato della marchesa Anna Azzolino, “la più amabile gentildonna di Fermo”, scelse proprio il Fermano per stabilirsi alcuni anni.

    Rosso di Sera, prima edizione 2022 Marche
    Rosso di Sera, prima edizione 2022 Marche, foto logo evento

    Protagonista di questa prima edizione la DOC Rosso Piceno, la denominazione più estesa delle Marche, prodotta ovunque tranne che nella provincia di Pesaro – Urbino. Un vino in cui spicca il carattere del Montepulciano, col suo tannino irruento smorzato dalle parti fruttate del Sangiovese, in particolare nella versione Superiore, prodotta nel ristretto areale tra San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno. Oltre ad essa, anche gli altri rossi DOCG, DOC e IGT della nostra regione.

    Sarà un viaggio esperienziale unico in compagnia delle aziende vitivinicole marchigiane più rappresentative, perché è l’incontro diretto con il produttore il miglior modo per diffondere la cultura del vino e del bere bene.

     

    Rosso di Sera locandina evento 2022
    Rosso di Sera locandina evento 2022

    Banchi d’assaggio, degustazioni guidate, talk show, lezione – spettacolo sul dio Dioniso a cura del filosofo e performer teatrale Cesare Catà, asta di beneficenza, cena di gala con il sommelier e presentazione in anteprima nazionale di un frigo cantina per la conservazione del vino gestibile da smartphone e della nuova BMW i7 … questo e altro ancora è “Rosso di Sera”.

    Rosso di Sera Locandina evento retro
    Rosso di Sera Locandina evento retro

    L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Porto San Giorgio e dal Consiglio Regionale Assemblea Legislativa Marche, è posta all’interno del cartellone degli eventi natalizi del Comune di Porto San Giorgio; organizzatrice è l’Associazione “La luce e i sentieri” in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier Marche, i Rotary Club del territorio e la CNA.

    Da Comunicato Stampa


    Sito Acquisto Ticket: https://www.vivaticket.com/it/ticket/abbonamento-rosso-di-sera-gran-gala-dei-migliori-vini-rossi-delle-marche/198101

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