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  • WineESiena 2023 il fermento senese, di Elsa Leandri

    WineESiena 2023 il fermento senese, di Elsa Leandri

    Wine&Siena 2023, il fermento senese

    Di Elsa Leandri

    A fine gennaio a Siena vicino al Duomo c’è fermento, un brulichio di persone che entra e esce da Santa Maria della Scala con dei carrelli pieni di bottiglie o prodotti alimentari: è il via vai dei produttori che si stanno preparando all’ottava edizione del Wine&Siena tanto voluta da Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini.

    Flag Wine&Siena 2023, I capolavori del Gusto, articolo di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Flag WineESiena 2023, I capolavori del Gusto, articolo di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    Il 27 gennaio Helmuth, patron del Merano WineFestival e ottimo padrone di casa di questa manifestazione toscana, controlla che tutto sia in ordine per dare il via all’evento che proporrà le eccellenze premiate dal The WineHunter Award.

    Oltre ai numerosi banchi di assaggio che permettono di viaggiare lungo la penisola con circa 600 etichette in degustazione e 60 prodotti alimentari sono state organizzate masterclass presso il Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione, incontri dedicati al mondo del vino e dell’agricoltura e visite guidate all’archivio di stato e al palazzo Sansedoni, che ospita la Collezione Opere d’Arte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, sponsor della manifestazione.

    Il Duomo di Siena, articolo: Wine&Siena 2023, il fermento sienese di Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Il Duomo di Siena, articolo: WineESiena 2023, il fermento senese di Elsa Leandri, foto dell’autrice

    L’ideale sarebbe stato poter essere presente tutti e quattro i giorni dell’evento enogastronomico così da approfittare di ogni iniziativa proposta, ma purtroppo a volte dobbiamo fare delle scelte e il nostro Wine&Siena si è svolto nella giornata di domenica 29 gennaio.

    Siena

    Elsa Leandri all'evento Wine&Siena, foto dell'autrice
    Elsa Leandri all’evento WineESiena, foto dell’autrice

    Un passaggio tra i banchi di assaggio e poi di corsa al Grand Hotel Continental Siena – Starhotels Collezione a seguire le tre Masterclass della giornata il cui servizio è stato affidato, sotto la guida del Professor Francesco Piacenti, alla 5^E del corso di Enologia IIS Ricasoli.

    Le Masterclass

    “Ricoltivazione di un cru storico della Mosella – Verticale di Riesling Renano”

    Ivan Giovannett, cognome che riporta la mente alla nota cantina altoatesina Castelfeder, è qui per raccontarci, affiancato da Antonio Aquilino, degustatore AIS, il suo sogno oltralpe che è diventato realtà: dedicarsi al Riesling Renano nel territorio d’elezione, la Mosella.

    In foto Giovanett, degustazione di riesling al Wine&Siena 2023, foto di Elsa Leandri
    In foto Ivan Giovanett, degustazione di riesling al WineESiena 2023, foto di Elsa Leandri

    Questo zona così bella e allo stesso tempo poco popolata ha visto un graduale abbandono dei vigneti durante gli anni novanta e Ivan con il suo amico Tobias Treis hanno investito le proprie energie in 9,5 ettari di vigneto, laddove la Mosella fa la curva di 360°. Siamo a Sorentberg (lett. montagna di Sorrento) con una pendenza dell’80%-110% in piena esposizione Sud e con un terreno della tanto rara ardesia rossa.

    Parte così nel 2012 il reimpianto delle viti e la scoperta inaspettata e fortuita di 1000 piante di Riesling centenarie a piede franco poste nella parte più alta della montagna. Il percorso effettuato dai due amici è tale da permetterci di degustare oggi il Riesling prodotto sia dalle piante giovani che dalle vecchie vigne in due annate differenti la 2019 e la 2016.

    Foto delle bottiglie della Masterclass di riesling, immagine di Elsa Leandri
    Foto delle bottiglie della Masterclass di riesling, immagine di Elsa Leandri

    Sorentberg 2019 Riesling Rotschiefer Trocken
    Dorato luminoso. Il naso si apre con sentori fruttati e varietali di pesca e di mirabelle, echi di fiori di ginestra e di camomilla. Si arricchisce con una leggera speziatura di zafferano. In bocca una decisa freschezza e sapidità che offre un’elevata persistenza con finale di scorza di pompelmo.

    Sorentberg 2019 Riesling Von 1000 Alte Reben
    Dorato intenso. Apertura di agrumi canditi e in marmellata. La pesca gialla matura, il fiore giallo essiccato e la nota di zafferano completano il quadro olfattivo. Vibrante abbandona il cavo orale lentamente lasciando un ricordo agrumato.

    Sorentberg 2016 Riesling Rotschiefer Trocken
    Dorato vivace. Stupisce per i sentori iniziali di miele di tarassaco, pasticceria e di marzapane a cui si susseguono note di mango, papaya e di fiori gialli essiccati. Leggeri echi di idrocarburo. Freschezza importante con un finale di bocca di kumquat.

    Sorentberg 2016 Riesling Von 1000 Alte Reben
    Dorato brillante. L’elegante speziatura di curcuma e zafferano accompagna la frutta disidratata e il pot pourri di fiori gialli. In bocca si percepisce una maggior morbidezza ma permane in chiusura una freschezza importante con note di frutta candita.

    Per concludere la masterclass Ivan ci ha proposto Sorentberg 2020 Riesling Kabinett e Sorentberg 2018 Riesling Auslese che si differenziano ovviamente per la percezione di morbidezza e di dolcezza. Il primo ci porta verso note decisamente agrumate con richiami di pesca e di mela gialla fresca e con un finale vegetale di lemongrass; l’impatto è dolce ma la verticalità di beva è decisa. Il secondo ci offre delle note più calde di zafferano, di pesca sciroppata ravvivati da echi balsamici di menta e salvia e in bocca la dolcezza viene mitigata da una decisa acidità.

    “Catwalk Champagne”

    La seconda masterclass della giornata è stata dedicata unicamente alla bollicine per antonomasia: lo Champagne. A condurre questa chiacchierata parlando di zone e vitigni Helmuth Köcher affiancato dagli importatori italiani. In degustazione 6 vini che ci hanno permesso di toccare le diverse zone vitivinicole passando dalla Côte des Bar alla Vallée de la Marne alla Côte des Blanc con un profilo sensoriale differente dettato anche dalla presenza di percentuali diverse dei tre vitigni principali Pinot Nero, Chardonnay e Meunier. La degustazione inizia con una sciabolata effettuata da Helmuth stesso.

    Helmuth Köcher Wine&Siena 2023, foto di Elsa Leandri
    Helmuth Köcher WineESiena 2023, foto di Elsa Leandri

    Champagne Lombardi Cuvée Axiome
    70% Pinot Nero, 30% Chardonnay. 20% vini di Riserva. 8g/L.
    Ottimo champagne per iniziare la degustazione in cui si percepiscono dei sentori prevalentemente agrumati con accenni floreali di ginestra. In bocca sprigiona una freschezza elevata percepita da un agrume citrino correlato anche a una decisa sapidità.

    Champagne A.Robert Alliances N°16
    60% Meunier, 20% Pinot Nero, 20% Chardonnay. 40% vini di Riserva. 6,5g/L.
    Il n°16 sta a indicare il sedicesimo assemblaggio della maison in cui la protagonista è l’annata 2015.
    Apre con sentori di frutta gialla come mirabelle e mela gialla matura. Leggere note di pasticceria e di nocciola. Ottima freschezza che si chiude con un finale di scorza di arancia.

    Champagne Froment-Griffon Cuvée Grande Réserve 1er Cru
    50% Chardonnay, 35% Meunier, 15% Pinot Nero. 20% vini di Riserva. 9g/L.
    Elegante introduzione floreale che viene accompagnata da note di scorza di pompelmo e di frutta gialla. In chiusura pasticceria. Bocca ben bilanciata con un’adeguata persistenza.

    Champagne Froment-Griffon Sélection 1er Cru
    40% Chardonnay, 40% Pinot Nero, 20% Meunier. 9g/L.
    Profilo olfattivo molto interessante che si svela gradualmente: ginestra, acacia, mirabelle, si susseguono con effluvi di erbette aromatiche e pepe bianco. In chiusura miele di zagara. Sorso ampio e strutturato che appaga.

    Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Solèra
    100% Chardonnay. 50% vini di Riserva in Solera dal 2013. 5g/L.
    La protagonista di questa annata è la 2020 a cui concorrono il 50% di vini di riserva. Sorprendentemente fresco il profilo olfattivo con richiami di melone bianco, erba tagliata e pompelmo, echi di papaya e ananas. Decisa freschezza con una lunga persistenza.

    Champagne A. Bergère Blanc de Blancs Grand Cru 38-40
    100% Chardonnay. Annata 2012. 5g/L.
    Ottenuto da una selezione di vecchie viti di oltre 30 anni nei Grand Cru Avize e Oger con una sosta sui lieviti di 90 mesi non può che offrire una palette olfattiva ricca di sentori di viennoiserie, di crema pasticceria e di nocciola che accompagnano i più comuni ricordi fruttati. Delicata speziatura. Bocca ben strutturata che abbandona lentamente il cavo orale lasciando un aroma di pompelmo candito.

    Catwalk 2023 Wine&Siena, foto di Elsa Leandri
    Catwalk 2023 WineESiena, foto di Elsa Leandri

    “Chianti Classico: microzone a confronto”

    L’ultima masterclass della giornata è stata dedicata invece al vitigno per eccellenza toscano e nella sua espressione come solista o in orchestra: il Sangiovese. A condurre l’evento Andrea Frassinetti, delegato Onav Siena, accompagnato dai produttori delle varie etichette. Le sette etichette selezionate hanno permesso di toccare solo alcune delle nove aree di produzione: nello specifico Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Radda in Chianti e Greve in Chianti.

    L’annata protagonista è stata la 2019.

    Foto della Masterclass di Chianti Classico 2019, immagine di Elsa Leandri
    Foto della Masterclass di Chianti Classico 2019 al WineESiena, immagine di Elsa Leandri

    Vallepicciola Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio vivace. Offre sentori di frutti di bosco, arancia sanguinella e viola mammola. In chiusura echi di liquirizia e di cioccolato al latte. Tannini ben integrati e persistenza non molto lunga con un retrogusto amaricante.

    Tenuta Di Arceno Chianti Classico 2019
    90% sangiovese, 10% merlot.
    Carminio fitto e vivace. La tipica ciliegia con effluvi vegetali e l’elegante speziatura dolce di vaniglia e cannella caratterizza il profilo olfattivo. Sorso pieno con un’ottima freschezza e con tannini non ancora perfettamente levigati. Lunga chiusura.

    Castello di Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione 2019
    100% sangiovese.
    Carminio con riflessi granato. Naso ben strutturato: viola, ciliegia matura, tocchi speziati e balsamici. Ricordi di cioccolato e di note ferrose. Tannini saporiti rinvigoriti da un’acidità decisa. Abbandona la bocca lentamente con un finale agrumato.

    Tenuta Villa Trasqua Chianti Classico 2019
    80% sangiovese, 10% merlot, 10% cabernet sauvignon.
    Carminio di media intensità. Ciliegia marasca, melagrana con sentori di rosa e viola sono ravvivati da richiami balsamici e speziati. Al palato appare fresco ma con un tannino ancora graffiante.

    Vecchie Terre di Montefili Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio vivace. Offre sentori di frutta scura quale mora e susina e di viola. Note di humus, di cardamomo e di liquirizia affiancano le note empireumatiche di cioccolato e di polvere di caffé. In bocca ha una struttura importante che potrà sicuramente evolvere in quanto sorretto da freschezza e da tannini ancora in evoluzione. Chiusura raffinata di arancia sanguinella.

    Arillo in Terrabianca Sacello Chianti Classico 2019
    100% sangiovese.
    Carminio di media intensità. Si apre con eleganti sentori floreali a cui si susseguono ciliegia marasca, ribes rosso e melagrana. L’elevata freschezza e il tannino setoso rendono la bevuta piacevolmente immediata e di compagnia.

    Carpineto Chianti Classico 2019
    Sangiovese, canaiolo e altre varietà a bacca rossa.
    Carminio vivace. Note fruttate di ciliegia matura, mora e susina e floreali. Offre una beva non impegnativa ideale per accompagnare una merenda toscana.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Sito evento: https://wineandsiena.com/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023, il nebbiolo e le sue suadenti sfumature

    Di Ilaria Castagna

    Nelle sale dell’Hotel Palatino in via Cavour a Roma, il 14 e il 15 gennaio 2023, l’agenzia Riserva Grande di Marco Cum, come sempre, ci ha stupito e affascinato con il suo evento “ Nebbiolo nel cuore”, arrivato ormai alla nona edizione. Ben 50 cantine partecipanti, oltre 300 etichette degustate e circa 1.500 visitatori per promuovere culturalmente tutte le espressioni, così suadenti, di quello che è da tutti considerato un grande, nobile e potente vitigno, il Nebbiolo.

    Locandina evento da sito, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna
    Locandina evento da sito, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Novità assoluta di questa edizione è stata la presentazione, alla presenza della stampa e dei produttori presenti,della guida di “Nebbiolo nel cuore”. La prima, in assoluto, su questa varietà nella quale i vini prodotti e le varie aziende sono presentati distintamente per valorizzare le molteplici espressioni di uno dei più grandi vitigni di tutti i tempi.

    Verrà realizzata tramite un’APP gratuita, legata alla manifestazione, per tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle cantine e dei territori differenti dove il Nebbiolo si esprime nel migliore dei modi.

    Piccoli e grandi produttori, venuti per raccontarci le loro storie, la loro terra e tutti i loro sacrifici, legati ai vari terroirs che, da sempre, caratterizzano la regione del Piemonte. Dal Barolo al Barbaresco, dal Ghemme al Boca, dal Roero al Gattinara fino al Lessona, sono stati tanti i vini in degustazione che ci hanno fatto palpitare ed emozionare.

    Molte le conferme ma in questa edizione devo ammettere, molteplici scoperte di piccole aziende che stanno emergendo e che mi hanno sorpreso e meravigliato. Di seguito, ve ne riporto alcune.

    Azienda Le Strie, Ponte in Valtellina: 2 ettari di vigneto ed una produzione di 10.000 bt l’anno. Il Nebbiolo, localmente chiamato lì Chiavennasca, dona dei rossi potenti e strutturati, di grande finezza. Una menzione particolare va al loro Sforzato di Valtellina D.O.C.G . affinato due anni in grandi botti di rovere ed in seguito all’imbottigliamento, riposa altri quattro anni prima della commercializzazione. Un connubio perfetto di frutti rossi, spezie ed una frutta sotto spirito amalgamata in maniera affascinante.

    La linea dell’azienda LE STRIE, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda LE STRIE, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Luigi Vico, Serralunga D’Alba: realtà nata ufficialmente nel 2016 con 2,1 ettari di vigneto nella zona del Barolo. Ottiene una produzione, molto limitata, di Barolo del comune di Serralunga d’Alba e di Barolo Prapò. Per l’affinamento del suo Barolo, ha scelto il legno della foresta di Fontainebleau e Slavonia. Qui una grande conferma di vari assaggi, con un finale strepitoso, il loro Vermouth di Torino Ambrato. Un sublime vino Moscato con erbe, spezie, agrumi e piante officinali segrete. Un elisir che provoca dipendenza, Sublime!

    La linea dell’azienda Luigi Vico Serralunga CasaMia, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda Luigi Vico Serralunga CasaMia, foto di Ilaria Castagna

    Fabrizio Battaglino, Vezza D’Alba: piccola azienda di 5 ettari con 25 anni di produzione già alle spalle. Davvero notevole tutta la sua linea, da menzionare in particolare il Roero DOCG Riserva Colla 2018. Piccola curiosità: La vigna Colla, di proprietà della sua famiglia da generazioni, è stata la prima a veder nascere un Roero DOCG nel 2005. E’ sicuramente per loro motivo di orgoglio.

    Linea dell’azienda Fabrizio Battagliano, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’azienda Fabrizio Battagliano, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Azienda Agricola Renato Fenocchio, Neive. 6 ettari tra i comuni di Barbaresco, Neive e Treiso. Produce in media 27.000 bt totali. Ho scoperto dei vini sinceri, rispettosi, non omologati e incredibilmente unici e affascinanti. La sua linea a partire dal Nebbiolo 2020 passando dal Barbaresco 2019 “Starderi” fino ad arrivare al suo strabiliante Barbaresco 2016 sono stati per me, una vera e propria scoperta. Straordinari!

    Linea Azienda Renato Fenocchio, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’ Azienda Renato Fenocchio, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Aurelio Settimo, La Morra. L’etichetta AURELIO SETTIMO nasce nel ’62, ad oggi è la figlia Tiziana ad occuparsi della produzione. 5,60 ettari coltivati a Nebbiolo da Barolo e neanche 1 ha a Dolcetto d’Alba. 3,40 ha di Nebbiolo sono coltivati nel rinomato cru Rocche dell’Annunziata, una delle zone di maggior prestigio per la produzione del vino Barolo. Una sola parola per lui, eleganza. Davvero notevole il Barolo “Rocche dell’Annunziata” Riserva 2016. Un tripudio di frutta, vaniglia e spezie.

    Linea Azienda Aurelio Settimo, foto di Ilaria Castagna
    Linea dell’ Azienda Aurelio Settimo, foto di Ilaria Castagna, articolo: Nebbiolo nel Cuore edizione IX 2023 di Ilaria Castagna

    Massimo Clerico, Lessona. Una grande storia familiare che affonda le sue radici nel ‘700 nell’antica cantina di Lessona, in provincia di Biella. Il papà di Massimo, Sandrino Clerico fu uno dei primi 3 viticoltori in Lessona che vennero iscritti nell’albo dei produttori del vino. L’azienda fu poi ristrutturata nel 2004, da Massimo. Produce circa 10.000 bt/anno con 2 ha circa, suddivisi in quattro appezzamenti piantati principalmente a Nebbiolo ma anche a Vespolina, Croatina e Uva Rara. La sua linea si contraddistingue per un’eleganza salmastra unica dovuta anche ai suoi terreni molto particolari, di sabbia pliocenica (terreno sabbioso di origine marina ). Una piacevolissima sorpresa anche lui.

    La linea dell’azienda Massimo Clerico, foto di Ilaria Castagna
    La linea dell’azienda Massimo Clerico, foto di Ilaria Castagna

     

    Ilaria Castagna sommelier, winewriter,esperta vitivinicola
    Ilaria Castagna sommelier, winewriter,esperta vitivinicola

    Siti Partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati.

    Redazione

    Aperte le selezioni per la quarta edizione dell’evento-degustazione che si terrà dal 20 al 22 Maggio 2023 con tante novità e importanti riconferme.

    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022
    Torna a maggio Best Wine Stars, la kermesse milanese dei vini e distillati, foto da comunicato stampa, edizione 2022

    Dopo il successo dello scorso anno, torna la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars, regalando ancora una volta alla città coinvolgenti occasioni di approfondimento sia per gli esperti che per gli appassionati del settore enogastronomico e dei distillati.

    Per il secondo anno consecutivo, Best Wine Stars avrà luogo presso Palazzo del Ghiaccio, lo splendido edificio in stile Liberty che nel suo inconfondibile parterre di oltre 2400 metri quadrati, ospiterà per tre giorni le oltre 200 aziende selezionate.

    Realizzato da Prodes Italia srl, Best Wine Stars è un progetto annuale che si pone l’obiettivo di proporre un’esperienza esclusiva tra le nuove tendenze, le strategie social e le tecnologie emergenti. La cultura del vino e dei distillati viene, infatti, promossa a 360° grazie alla divulgazione della storia e dell’unicità di ogni singolo prodotto e azienda attraverso vari canali e differenti strategie. L’occasione è quindi un’ottima opportunità per presentarsi al grande pubblico e a tutti gli addetti al settore.

    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa
    Best Wine Stars a Milano, Palazzo del Ghiaccio 2023, foto edizione 2022 da comunicato stampa

    Novità assoluta di quest’edizione, in linea con i trend di mercato che premiano questa categoria, sarà la presenza di un’area bio, interamente dedicata alle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale e Best Wine Stars vuole rispecchiare le tendenze della nostra contemporaneità e le esigenze del pubblico, proponendo una selezione di eccellenze bio e naturali.

    In seguito all’ottimo riscontro ottenuto nell’edizione precedente, si amplia l’offerta relativa alle aziende internazionali e ai distillati, che rappresentano una nicchia piuttosto forte e molto apprezzata dai consumatori.

    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022
    Il pubblico ha dimostrato di possedere una sempre maggiore consapevolezza sul tema ambientale, foto da comunicato stampa edizione 2022

    Come per le precedenti edizioni, saranno assegnati i Best Wine Stars Awards, importanti riconoscimenti conferiti ai partecipanti al progetto. Quest’anno ci saranno due nuove categorie: Best Spirits e Best Rosè Wine, oltre ai già presenti Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Logo e Best Label.

    I vincitori dei premi Best Sparkling Wine, Best White Wine, Best Red Wine, Best Spirits e Best Rosè Wine vinceranno la partecipazione gratuita all’edizione 2024, mentre le cantine che si aggiudicheranno Best Logo e Best Label avranno l’opportunità di essere coinvolte come Wine Sponsor in eventi internazionali organizzati da Prodes Italia.

    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa
    Le degustazioni guidate durante la manifestazione, edizione 2022, foto da comunicato stampa

    Riconfermato anche per il 2023 il Premio Landini grazie alla partnership tra BWS e il brand italiano appartenente al Gruppo Argo Tractors, che in veste di Main Sponsor, selezionerà la miglior cantina che si aggiudicherà la targa celebrativa e un buono per l’acquisto di un trattore agricolo Landini. Questa collaborazione vuole promuovere l’eccellenza vitivinicola italiana, creando proficue relazioni tra i protagonisti della filiera e incoraggiandone competitività e presenza sul mercato

    “Landini – commenta Mario Danieli, Country Manager Italia di Argo Tractorsè un prestigioso marchio dell’industria italiana, simbolo del Made in Italy e di quella eccellenza riconosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, come sinonimo di qualità. Valori che facilmente troviamo nei vini italiani, da sempre apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. Come i produttori coltivano e curano con dedizione, professionalità e passione le uve per creare vini d’eccellenza, allo stesso modo noi investiamo, ricerchiamo e lavoriamo per proporre sul mercato dei prodotti sempre più competitivi, efficienti e tecnologici”.

    “In tal senso – aggiunge Danieliil nostro gruppo abbraccia questa manifestazione e i suoi protagonisti, sottolineando la naturale vicinanza a questo comparto grazie anche alla tecnologia dei nostri trattori specialistici, tecnologia che migliora ed ottimizza il lavoro nei vigneti. Argo Tractors è da anni impegnata nell’innovazione, grazie ai forti investimenti nel settore ricerca e sviluppo e al contempo coltiva la passione per il lavoro in agricoltura con una particolare attenzione al fattore umano”.

    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa
    Il pubblico in degustazione dei vini alla manifestazione 2022, foto da comunicato stampa

    Best Wine Stars, inoltre, è lieta di annunciare un’altra importante novità: la partnership con Iron 3, azienda specializzata in organizzazione di eventi, gestione di business contacts, realizzazione incontri B2B tra aziende vinicole e buyer esteri.
    In quasi dieci anni di attività, Iron3 ha sviluppato il know-how e le competenze necessarie all’organizzazione di vari tipi di eventi e manifestazioni di promozione del vino italiano all’estero, proponendo un servizio completo d’alta qualità, con personale qualificato, attività informativa e di ricerca, conoscenza del mercato.

    Punto fermo della manifestazione rimangono le masterclass, momenti di approfondimento organizzati in collaborazione con la sommelier e winewriter Adua Villa affiancata da un team di relatori di eccellenza, che nel corso degli anni hanno acquisito sempre più prestigio. Dodici in totale, le masterclass si divideranno tra verticali, incentrate su una singola azienda che verrà raccontata attraverso le degustazioni delle etichette più prestigiose, e di gruppo, che coinvolgeranno diverse aziende su differenti tematiche quali ad esempio il terroir, vinificazione, stile e tendenze.

    A seguito dell’evento le etichette delle aziende partecipanti saranno in vendita sulla piattaforma e-commerce www.bestwinestars.com.

    COMPANY PROFILE

    Best Wine Stars è un’iniziativa del gruppo Prodes Italia, che opera da anni nel settore dell’alta gioielleria, del design e dell’arte. Fondatore dell’evento annuale consolidato ormai negli anni Artistar Jewels, Prodes Italia rispecchia in questo nuovo progetto la medesima unicità e stile. Nel 2019 la società ha realizzato la prima edizione della Milano Jewelry Week, La Week Milanese che celebra la storia, la tradizione e l’innovazione dell’affascinante mondo del gioiello internazionale.

    Per candidarsi inviare una mail a: info@bestwinestars.com

    BEST WINE STARS

    20 / 21 / 22 Maggio 2023 – Palazzo del Ghiaccio – Milano
    info@bestwinestars.com
    www.bestwinestars.com
    Instagram Best Wine Stars: @bestwinestars
    Facebook Best Wine Stars: https://www.facebook.com/BestWineStars/

    Informazioni generali

    ORARI AL PUBBLICO
    Sabato: dalle 12:00 alle 21:00
    Domenica: dalle 12:00 alle 21:00
    Lunedì: dalle 12:00 alle 21:00
    INGRESSO: 25 euro – Open Tasting + Wine Glass

    Da comunicato stampa


    Sito evento: http://www.bestwinestars.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.prodesitalia.com/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Graziano Prà, vivere il vino in ogni stagione 2023

    Graziano Prà, vivere il vino in ogni stagione 2023

    GRAZIANO PRÀ: VIVERE IL VINO IN OGNI STAGIONE 2023

    Redazione

    L’azienda di Monteforte d’Alpone (VR) presenta i nuovi tour dedicati ai wine lovers, per scoprire il Soave tutto l’anno. Dalle degustazioni in barricaia ai bike tour tra le colline, fino alle escursioni nel Percorso Natura del nuovo agriturismo Monte Bisson.

    Graziano Prà, vivere il vino in ogni stagione 2023, foto da comunicato stampa
    Graziano Prà, vivere il vino in ogni stagione 2023, foto da comunicato stampa

    Quella di Graziano Prà è una realtà vitivinicola che nasce da un produttore appassionato e lungimirante, immersa in una natura rigogliosa a pochi passi da uno dei borghi più belli d’Italia. Qui prendono vita i suoi vini, dai vigneti allevati tra le colline del Soave e della Valpolicella, e frutto di un lavoro autentico di valorizzazione dei vitigni autoctoni e di grande attenzione all’innovazione.

    Qui prendono vita i suoi vini, dai vigneti allevati tra le colline del Soave e della Valpolicella, foto da comunicato stampa
    Qui prendono vita i suoi vini, dai vigneti allevati tra le colline del Soave e della Valpolicella, foto da comunicato stampa

    Graziano Prà è una vera e propria esperienza immersiva da vivere tutto l’anno e che dal 2023 apre sempre di più le porte ai wine lovers per far vivere il suo territorio in ogni stagione. Da quest’anno nascono infatti sei nuovi tour guidati pensati per accogliere al meglio tutti gli appassionati, senza dimenticare lo spirito familiare e conviviale che da sempre muove l’azienda.

    “Il tempo è prezioso, nel lavoro come nella quotidianità, parole di Graziano prà, foto da comunicato stampa
    Il tempo è prezioso, nel lavoro come nella quotidianità”, parole di Graziano prà, foto da comunicato stampa

    “Il tempo è prezioso, nel lavoro come nella quotidianità, ecco perché il nostro invito ai visitatori è quello di venire a trascorrere dei momenti di qualità insieme a noi – spiega Graziano Prà, titolare dell’azienda.

    Vivere la storia della cantina, sedersi con noi a tavola per assaggiare insieme i vini e i prodotti del territorio, immergersi nel bosco che circonda la nostra tenuta sul Monte Bisson o visitare il borgo medievale di Soave: sono esperienze di natura e di gusto che rigenerano anima e corpo e che speriamo lascino un bellissimo ricordo in tutti coloro che passano a trovarci”.

    Tenuta sul Monte Bisson, foto da comunicato stampa
    Tenuta sul Monte Bisson, foto da comunicato stampa

    Declinati secondo diverse proposte, i percorsi per vivere il vino secondo Graziano Prà possono comprendere una visita più storica e tecnica, dedicata alla cantina e alla barricaia di Monteforte d’Alpone, ma anche trekking guidati che partono dal nuovo agriturismo Monte Bisson e proseguono lungo il Percorso Natura, con un passaggio nei vigneti fino al bosco che li circonda e la visita all’annessa torre veneziana del 1400. Un sentiero escursionistico alla portata di tutti per scoprire la biodiversità dei colli alla ricerca di orchidee selvatiche, scoiattoli, ricci, tassi e volpi.

    Alcuni vigneti della cantina, foto da comunicato stampa
    Alcuni vigneti della cantina, foto da comunicato stampa

    La cantina ha pensato anche agli ospiti più sportivi e darà la possibilità di noleggiare a prezzi agevolati le e-bike, il modo ideale per scoprire gli scorci più suggestivi del territorio e del borgo medievale di Soave.

    La barricaia della cantina Graziano Prà, foto da comunicato stampa
    La barricaia della cantina Graziano Prà, foto da comunicato stampa

    Non può mancare quindi il momento della degustazione, che conclude tutte le visite, con diverse selezioni dedicate ai vini simbolo di Graziano Prà: dai Soave DOC, con le etichette Otto, Staforte e l’iconico Monte Grande, e la linea Morandina, con il Valpolicella, l’Amarone e il Ripasso. Ogni tasting è quindi accompagnato da un abbinamento di formaggi, salumi, focacce e altri prodotti gastronomici tipici del territorio, preparati direttamente in azienda.

    Da comunicato stampa


    Sito cantina: https://www.vinipra.it/it/

    Per scoprire tutti i tour: www.vinipra.it

    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023

    Degustazioni, Consulenza, formazione, innovazione, PARTESA A HOSPITALITY Disegna il futuro del Fuoricasa

    Redazione

    Dal 6 al 9 febbraio Partesa partecipa a Hospitality con due stand e un ricco programma di incontri, masterclass e degustazioni di birra e vino, tra novità ed eccellenze dall’Italia e dal mondo capaci di intercettare nuove abitudini e gusti in continua evoluzione. E dedica due corner per scoprire servizi digitali, consulenza e formazione per costruire business solidi e vincere le nuove sfide del mercato.

    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi
    Partesa a Hospitality disegna il futuro del fuoricasa 2023, foto da comunicato stampa di Alessandro Rossi

     Dove e quando?

    6 – 9 febbraio 2023 Hospitality – Quartiere Fieristico Riva del Garda Padiglione C3, Stand F01 e F04

    Degustazioni, incontri, consulenza, formazione, servizi digitali: Partesa, azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca., inaugura il 2023 aprendo una finestra sul futuro del fuoricasa a Hospitality, la più completa fiera italiana B2B dedicata al settore dell’ospitalità e della ristorazione, in programma dal 6 al 9 febbraio 2023 presso il Quartiere Fieristico di Riva del Garda.

    Partesa sarà presente con due stand, uno dedicato alla birra e uno al vino, due protagonisti assoluti del suo portfolio di oltre 8.000 referenze di qualità (birra, vino e spirits in primis, ma anche acqua, soft drink e snack), variegato e in continua evoluzione per intercettare sempre nuovi gusti, tendenze e abitudini di consumo fuoricasa.

    BIRRA. Riflettori puntati sulla birra allo stand C3 – F01, dotato di un impianto con 18 spine, frigovetrine con le referenze del Gruppo, insieme a un cellar e il Blade firmato Partesa.

    All’assaggio specialità da tutto il mondo (dalla siciliana Messina Cristalli di Sale alle californiane di Lagunitas), le ultime novità, come Heineken Silver, e un’anteprima 2023: Ichnusa Ambra Limpida (5% alc. vol.), lager dal gusto fresco, aroma intenso e una nota di morbidezza data dall’aggiunta di riso coltivato in Sardegna, che, lanciata a fine dicembre solo alla spina nei locali sardi, nelle prossime settimane sbarcherà nel “Continente” anche in bottiglia.

    Non solo, Partesa organizzerà ben sei degustazioni (due al giorno, alle 12.00 e alle 16.00) guidate dai mastri birrai e dagli esperti Partesa, per scoprire storia, caratteristiche, abbinamenti e consigli per un servizio sempre perfetto:

    si inizia lunedì 6 con Ichnusa Ambra Limpida, martedì 7 sarà la volta delle referenze del birrificio brianzolo Hibu, che ha saputo distinguersi per qualità, creatività e una buona dose ironia che anima anche i personaggi che popolano le sue etichette, mentre mercoledì 8 riflettori puntati su Beavertown, il birrificio londinese dallo spirito rock fondato da Logan Plant, figlio del leggendario frontman dei Led Zeppelin.

    VINO

    Anche lo stand dedicato al vino (C3 – F04) propone un vero e proprio viaggio in assaggi tra le eccellenze delle cantine italiane ed europee partner di Partesa, tutte da gustare e condividere sui social, dove Partesa per il Vino è recentemente sbarcata con la nuova pagina Instagram Partesa For Wine. Un focus particolare sarà dedicato al Veneto: ogni pomeriggio, dalle 12.00 alle 16.00, lo stand di Partesa accoglierà infatti i patron di tre diverse cantine del territorio, che stapperanno bottiglie speciali mentre raccontano le loro storie, terre e produzioni.

    Si inizia il 6 con Roeno, storica azienda agricola fondata da Rolando Fugatti negli Anni Sessanta, quindi il 7 con Gorgo, che con il suo stile moderno, eclettico e versatile ha conquistato i palati di Italia, Europa e Stati Uniti, e infine l’8 con Ca’ Rugate, che attraverso quattro generazioni ha firmato un secolo di storia del Vino in Italia.

    Non solo: in programma, presso la Sala Convegni, anche tre masterclass curate da Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa, che offrirà uno sguardo privilegiato sui vini Bianchi (lunedì 6 alle 11.00), sulle Bollicine (lunedì 6 alle 15.00) e sui Rossi (martedì 7 alle 11.00).

    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa
    Ichnusa Ambra Limpida della Gamma Partesa, foto da comunicato stampa

    FORMAZIONE & INNOVAZIONE

    Ma non solo degustazioni. Perché, oltre all’ampio portfolio, l’elevata efficienza logistica e la consulenza personalizzata, a distinguere Partesa sono la sua attenzione alla formazione continua e la sua attitudine all’innovazione che i visitatori di Hospitality potranno scoprire e approfondire nei due corner dedicati.

    Il primo ospita Università della Birra, l’innovativo hub di formazione professionale promosso da HEINEKEN Italia, che offre ai dipendenti del Gruppo e ai professionisti del fuoricasa un ricco programma di corsi (in aula e online) per approfondire la cultura di prodotto e per costruire e consolidare le proprie competenze in ambito commerciale, manageriale e digitale.

    Il secondo corner è invece dedicato a Partesa per Te, la piattaforma digitale, disponibile come app per smartphone e tablet, frutto dei costanti investimenti di Partesa in una digitalizzazione al servizio delle persone, che rende più veloci ed efficienti le operazioni di routine e permette di dedicare più tempo di qualità e risorse allo sviluppo della propria attività.

    Tramite l’app Partesa per Te, infatti, i gestori dei locali possono in ogni momento consultare il catalogo prodotti, valutare offerte mensili e promozioni dedicate, fare ordini in pochi click (anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale), consultare e gestire i documenti amministrativi, e, in caso di necessità, contattare il servizio di assistenza via chat, dove a rispondere non è una chatbot, ma il team Sales Support, appositamente formato per fornire un supporto rapido, diretto e personalizzato.

    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa
    Massimo Reggiani, AD di Partesa, foto da comunicato stampa

    «Nonostante le criticità degli ultimi mesi, il settore Ho.Re.Ca. inizia il 2023 con una forte volontà di ricominciare a crescere. Il contesto è indubbiamente sfidante e, mai come prima d’ora, richiede ai gestori dei locali di comprendere il nuovo pubblico di consumatori, intercettandone gusti e abitudini, e di confrontarsi con le nuove frontiere aperte dal digitale – spiega Massimo Reggiani, AD di Partesa.

    Un compito difficile, nel quale vogliamo affiancare i professionisti del fuoricasa non solo come distributore, con un ampio portfolio di referenze e un servizio logistico capillare ed efficiente, ma anche e soprattutto come partner, offrendo consulenza personalizzata, formazione continua, servizi e tecnologie innovative. In poche parole: tutti gli strumenti necessari per costruire, insieme, attività più solide e un futuro di crescita».

    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa
    Beavertown Gammay Ray di partesa, foto da comunicato stampa

    PARTESA è una società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca.
    Attiva da 34 anni, oggi opera in 13 regioni con 40 depositi, impiega circa 1.000 persone e conta oltre 42.000 clienti, a cui offre un ampio portfolio di prodotti di qualità (oltre 8.000 referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food), nonché efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business.

    Partesa è parte del Gruppo HEINEKEN Italia.

    Da comunicato stampa


    Sito Azienda: https://www.partesa.it/

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/

    Partners redazione: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023

    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente

    Redazione

    La delegazione Ais Bologna organizzerà il primo evento dedicato al sake giapponese, previsto per il giorno 10 febbraio alle ore 20:30 presso il Best Western Plus Tower Hotel in Viale Lenin 43 a Bologna.

    Altra proposta di Ais Bologna per un'esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa
    Altra proposta di Ais Bologna per un’esperienza oltre Oriente, foto da comunicato stampa

    Relatore della serata Gaetano Cataldo socio AIS di lungo corso e sommelier professionista con un master in Food & Beverage Management. Reduce del successo di Mosaico per Procida, prima bottiglia a celebrare una capitale della cultura, e recentemente nominato Miglior Sommelier dell’Anno alla 31^ edizione del Merano Wine Festival, sarà lui a guidare i partecipanti in questo viaggio attraverso la storia del fermentato di riso.

    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo esperto di Sake Giapponese, foto da comunicato stampa

    Infatti Gaetano Cataldo è anche sake sommelier certificato SSA, co-fondatore della Scuola Italiana Sake creata da Giovanni Baldini , col quale collabora redigendo contenuti su Sake News, e caporedattore enogastronomico per Mediterranea Online. Durante la serata si disquisirà dalla nascita del sake alla sua influenza nella società giapponese, dagli ingredienti del sake al processo produttivo, con cenni sul servizio, gli abbinamenti e tantissime altre curiosità.

    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approva a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa
    Il servizio del sake, articolo da comunicato stampa: Il Sake giapponese approda a Bologna con AIS 2023, foto da comunicato stampa

    Verranno messi in degustazione un tokubetsu junmai della prefettura di Yamagata, un junmai ginjo della prefettura di Tottori, un junmai daiginjo della prefettura di Tohoku e infine uno specialie sake della tipologia genshu direttamente dalla prefettura di Hyogo.

    La lungimirante delegazione emiliana ha voluto organizzare tale evento tenendo conto della diffusione del sake nel nostro Paese e della necessità di dotare i futuri sommelier di nuove matrici sensoriali, avviando così questo percorso inedito in Emilia Romagna, anche in considerazione della compatibilità tra la Dieta Mediterranea e questa millenaria bevanda.

    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo relatore di sake, foto da comunicato stampa

    Destinata sia ai soci AIS che al grande pubblico, il fermentato più famoso del Sol Levante sarà degustato assieme a 3 formaggi attentamente selezionati, proprio per dimostrare quanto l’abbinamento con il sake è in sintonia con il nostro modello alimentare. Inoltre, l’incremento di tendenza al consumo di sushi e sashimi nel nostro Paese, per non parlare dell’aumento dei ristoranti fusion, richiedono, a maggior ragione, proprio una costante formazione anche sul bere giapponese.

    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa
    Gaetano Cataldo pronto a raccontare tutto sul sake giapponese, foto da comunicato stampa

    Quindi la Sommellerie non può non tenere conto dei nuovi modelli del bere e delle tendenze culinarie influenzate dall’Estremo Oriente: di conseguenze si intuisce facilmente che avere più matrici sensoriali in faretra non può che rendere più competitivi sul mercato del lavoro figure come barman, chef che approcciano ad un dato modello di cucina, e tutti gli operatori della ristorazione che vogliano accrescere le loro competenze.

    Per info ed adesioni basterà scrivere a eventi.bo@aisemilia.it oppure collegarsi qui.

    Da Comunicato stampa

    (altro…)

  • L’Alto Adige di Kettmeir 2023 di Cristina Santini

    L’Alto Adige di Kettmeir 2023 di Cristina Santini

    L’Alto Adige di Kettmeir 2023

    Di Cristina Santini

    Una storia lunga 100 anni fatta di persone, tradizioni e progresso

    Continua il mio viaggio-racconto nella Regione vinicola più a nord d’Italia, l’Alto Adige, una terra di contrasti tra identità antiche e modernità. Percorrendo sempre la Strada del Vino arrivo a fare visita alla Cantina Kettmeir dove, nel cortile antistante, davanti allo splendido panorama costituito da montagne, meleti e vigneti, mi attende Giulia dell’Hospitality pronta a raccontarmi la sua storia.

    La Cantina Kettmeir, articolo di Cristina Santini
    La Cantina Kettmeir, articolo di Cristina Santini

    Il territorio altoatesino è completamente diversificato: ci sono diverse altitudini, come per esempio il vicino lago di Caldaro che si trova a 200 mt e la Cantina che invece è ubicata a 400 mt; diversi microclimi ed esposizioni solari che hanno portato nel corso degli anni a coltivare qui ben 25 varietà di vitigni differenti su un territorio molto piccolo di circa 5300 ettari vitati. La maggior parte sono prevalentemente a bacca bianca e si trovano tra Termeno, Caldaro e Appiano.

    Un tempo il territorio era ben diverso da oggi. La viticoltura è arrivata nel ‘500 a.c. con la popolazione dei Reti che si stanziò qui e cominciò a coltivare la vite.
    Poi arrivarono i Romani e portarono le loro usanze e le loro tradizioni. Ma il massimo splendore si ebbe durante l’impero austro-ungarico poiché l’Alto Adige era la parte più a sud, quella più calda, considerata quindi più vocata alla coltivazione della vite.

    In particolare alla coltivazione della Schiava che dava un vino molto leggero, un bianco travestito di rosso, di soli otto gradi di alcool e per tradizione servito freddo come tutt’ora. Chiamato il vino della colazione, i contadini erano soliti berlo la mattina insieme allo speck. La tipica merenda altoatesina.

    Al posto della strada del vino precedentemente c’era una ferrovia che veniva utilizzata come mezzo di trasporto, di comunicazione e di commercio, tanto che tutte le cantine avevano un sistema di condutture tramite le quali si pompava la Schiava direttamente dalle vasche fino ai treni pronti per andare Oltralpe a dissetare tutto l’impero.

    Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, l’Alto Adige passa all’Italia. Qui venne varata una forte manovra di italianizzazione che si inasprì duramente durante il periodo fascista, di conseguenza vennero vietate tutte le esportazioni verso i territori dell’ex impero austro-ungarico.
    In passato, l’80% degli ettari vitati, circa 10000, erano dedicati alla coltivazione della Schiava, quindi quasi il doppio degli attuali. Tranne il Lagrein, le altre varietà sono subentrate strada facendo.

    Cosicché i contadini, ritrovandosi con enormi quantità di questa uva da piazzare e avendo le frontiere sbarrate a Nord, provarono a rivolgersi verso Sud. Ma un vino così leggero a confronto con Barolo, Chianti, Teroldego non ebbe molto successo. Per cui il territorio entrò in un lungo periodo di crisi finché i contadini decisero per prima cosa di estirpare parte dei vigneti a favore di un’altra coltivazione ovvero quella delle mele. Pensate che qui si coltiva circa il 50% delle mele italiane. Nonostante si pensi che sia una coltura centenaria come in Trentino, di fatto c’è da poco meno di cent’anni.

    Mentre poi l’altra soluzione più intraprendente, lungimirante e temeraria, che sposerà anche Giuseppe Kettmeir, il fondatore dell’Azienda, fu quella di effettuare uno studio di zonazione. Grazie anche alle nuove generazioni di enologi e di tecnici si andò a studiare tutto il territorio, tutte le singole parcelle di terreno, con lo scopo di mettere a dimora il vitigno nel proprio terroir ideale, nel luogo nel quale si potesse esprimere al meglio.
    Ecco dunque che dalla monocoltura di Schiava, oggi si coltivano ben 25 varietà differenti.

    Vigneti intorno al Lago di Caldaro visti da Castelvecchio, foto di Cristina Santini
    Vigneti intorno al Lago di Caldaro visti da Castelvecchio, foto di Cristina Santini

    I Vigneti e i Masi

    Kettmeir non ha vigneti di proprietà, solo mezzo ettaro dislocato intorno alla cantina e vocato a Moscato rosa con il quale si produce un vino passito. In Alto Adige sono solo sette gli ettari dedicati a questo vitigno e rappresenta un prodotto di nicchia.

    Moscato Rosa: unico vigneto di proprietà, foto di Cristina Santini
    Moscato Rosa: unico vigneto di proprietà, foto di Cristina Santini

    L’azienda si avvale di 60 fedeli fornitori per 55 ettari situati prevalentemente in tutta la vallata della Bassa Atesina, mentre alcuni vigneti si trovano in luoghi particolarmente vocati come per esempio il Maso Ebnicher ubicato sull’altopiano del Renon, a circa 800 mt di altitudine. Terreno di elezione per il Müller Thurgau, un suolo sabbioso molto ricco di porfido che consente a questo vitigno di esprimersi in tutto il suo corredo aromatico.

    La zona di Castelvecchio, che si trova a 600 mt di altitudine, presenta una grande escursione termica tra il giorno e la notte e un terreno calcareo-dolomitico ideale per la coltivazione del Pinot Bianco e Pinot Nero utilizzati per le basi degli spumanti.
    L’ultima zona è a Pochi di Salorno, a sud del lago di Caldaro, dove c’è il Maso Reiner. È il fornitore più grande con sei ettari dislocati tra i 300 e i 400 mt di quota, con un’ottima ventilazione e terreni calcarei con presenza di porfido, argilla e sostanza organica, terroir ideale per le uve di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Grigio delle Selezioni.

    Tutti i versanti sono rivolti verso ovest dove il sole arriva solo in tarda mattinata e i raggi diretti e più scarichi solo nel pomeriggio, a vantaggio di una lenta maturazione delle uve. Le rese, a seconda della varietà, sono tra i 60 e i 90 q/h.
    Kettmeir nel corso degli anni ha instaurato un bellissimo rapporto di collaborazione con i suoi conferitori, permettendo loro di crescere e mantenere le loro attività anche nelle zone più impervie.

    I Masi, tipiche residenze locali che comprendono la casa in cui vivere e il terreno circostante, ne testimoniano il sodalizio. Qui vengono coltivate le uve destinate ai quattro Cru più importanti.
    L’azienda produce 390000 bottiglie l’anno di cui 130000 sono di spumante.

    Cartina che evidenzia la posizione della Cantina, del Lago di Caldaro e dei Masi, Cristina Santini
    Cartina che evidenzia la posizione della Cantina, del Lago di Caldaro e dei Masi, Cristina Santini

    La nascita di un’Azienda e delle sue bollicine

    L’Azienda è stata fondata nel 1919 a Bolzano da Giuseppe Kettmeir, Esperto Enologo e Ingegnere agronomo. Da prima diplomato alla Scuola San Michele all’Adige, laureato poi all’Università di Vienna, iniziò a lavorare nell’import export, finché poi entrò in società con un’altra persona per staccarsi e creare successivamente la sua azienda.

    Arrivò nell’attuale sede a Caldaro nel 1934, una struttura originaria del 1903 rimasta intatta nel tempo, apportando numerosi miglioramenti.
    Il suo più importante progetto fu quello di realizzare nuovamente uno spumante in Alto Adige che ripercorresse la storia della belle époque dei primi anni del ‘900, durante i quali, ad Appiano, era prodotto un vino spumante base Riesling molto caro alla Principessa Sissi che soggiornò per lungo tempo in queste zone.

    Questo rimarrà un sogno per Giuseppe Kettmeir perché morirà e sarà il figlio, Guido, nel 1964, a far nascere la prima e unica bollicina metodo Charmat per la Cantina e per tutto l’Alto Adige, la Grande Cuvée 100% Pinot Bianco.
    Poi tutto passerà nelle mani del figlio di Guido, Franco Kettmeir, che però non porterà avanti la tradizione di famiglia.

    Siamo negli anni ’80, il mercato del vino si fa sempre più competitivo e l’Azienda, conosciuta solo sul proprio territorio, ha bisogno di una spinta ulteriore. Ecco che nel 1986 arriva il Gruppo Vitivinicolo Santa Margherita che nel corso degli anni ne acquisisce il 100%. Giungono numerosi investimenti e miglioramenti che permettono a Kettmeir di affinare le pratiche di cantina alzando la qualità dei vini, sempre rimanendo fedeli alla propria identità, al legame con tutti i fornitori e alle tradizioni.
    Nel 1992 nasce il primo metodo classico, l’Athesis Brut, nel 2000 il Rosé, nel 2011 la Riserva e nel 2019 il Pas Dosé.

    La vendemmia

    Si svolge esclusivamente a mano tra la metà di agosto e la metà di settembre, un tempo lungo avendo dieci varietà differenti da vendemmiare. Josef Romen, l’enologo, che lavora qui dal 1984, è riuscito ad instaurare un rapporto molto profondo con tutti i suoi fornitori. Analizza le uve fornitore per fornitore, rifiutando quelle che non raggiungono standard qualitativi stabiliti.

    Le uve arrivano in cantina nelle grandi cassette, passano alla pesa, vengono fatte le prime analisi e poi versate in un grande imbuto. Da qui, attraversano un nastro trasportatore e cadono direttamente nelle presse insieme ai raspi. La diraspatrice separa gli acini dai raspi, che interi arrivano per caduta gravitazionale direttamente nelle vasche.
    Toccando il meno possibile le uve, si cerca di preservare, nel miglior modo possibile, le loro caratteristiche organolettiche.

    La Cantina di vinificazione, foto di Cristina Santini
    La Cantina di vinificazione, foto di Cristina Santini

    Le linee: Classici, Selezioni, Spumanti

    Nella linea dei Classici, i bianchi fanno esclusivamente acciaio e sono vini molto freschi, giovani, d’annata che rispecchiano le caratteristiche varietali del vitigno impiegato. I rossi invece affinano in grandi tini troncoconici di legno che danno struttura e corpo ma per nulla invasivi per cui sono vini anch’essi giovani e freschi.

    Due livelli sotto terra si arriva nella sala di riposo degli spumanti e qui la temperatura diminuisce notevolmente. È stato fatto uno dei più importanti investimenti nel 2016 ovvero la creazione di un impianto di geotermia che, prelevando l’acqua da una falda acquifera, va a refrigerare tutte le zone di affinamento con una temperatura costante e omogenea per tutto l’anno.

    Ogni catasta di bottiglie ha un tappo a corona di colore diverso che va a identificare un prodotto diverso. Il remuage a mano viene fatto solo per i pochi grandi formati.
    Dell’Athesis Brut e Rosé vengono prodotte circa 49.000 bottiglie l’anno con più lotti di sboccatura e diversa permanenza sui lieviti di almeno 24 mesi.

    Si dà grande valore alla produzione del metodo classico ed è per questo che Kettmeir fa parte anche di un’Associazione, chiamata “Südtiroler Sekt“, di Aziende altoatesine che producono solo questo metodo. È stata fondata nel 1992 da dieci aziende e nata per valorizzare “le nobili perle dell’Alto Adige, fino ad ora prodotti di nicchia. È questa la mia ambizione per il prossimo triennio”, parole di Josef Romen, Enologo di Kettmeir e Presidente dell’Associazione Produttori Spumanti Metodo Classico dell’Alto Adige (suedtirolersekt.it).

    La sala degli spumanti, foto di Cristina Santini
    La sala degli spumanti, foto di Cristina Santini
    Remuage a mano solo sui formati grandi. Tappi colorati per diversificare i prodotti
    Remuage a mano solo sui formati grandi. Tappi colorati per diversificare i prodotti

    Scendendo qualche gradino e lasciandomi la sala degli spumanti alle spalle, si palesa ai miei occhi una splendida grotta di vari colori. Qui riposano, a luce soffusa, in tonneau e barrique francesi e austriache i bianchi e i rossi della linea “Selezioni”. Accanto al riposo dei guerrieri la Sala accoglienza.

    La barricaia, foto di Cristina Santini
    La barricaia, foto di Cristina Santini

    I vini in ordine di degustazione

    Grande Cuvée Brut da Pinot Bianco, metodo Charmat lungo che affina sette mesi sui lieviti in autoclave. Inizialmente era una Doc, poi si è concordato di mettere in etichetta la menzione “vino spumante“, preferendo puntare sul metodo classico e declassare questo prodotto per non confondere anche il consumatore.
    Bollicina fine e persistente, un profumo delicato di frutta a polpa bianca, mela, pera, sentori di lievito equilibrati. Al palato spicca per la sua freschezza, acidità e una sapidità che lo contraddistingue. Pieno ed elegante. Ideale per un aperitivo.

    Vino Spumante "Grande Cuvée"
    Vino Spumante “Grande Cuvée” Metodo Charmat lungo

    Athesis Brut 50% Chardonnay, 40% Pinot Bianco, 10% Pinot Nero. Metodo Classico di almeno 24 mesi sui lieviti, sboccatura 07/22. Grande prodotto raffinato, elegante, perlage molto fine per nulla aggressivo, naso intenso con leggere note di lieviti e crosta di pane, verte più sui fiori e la frutta. Al palato molto fresco, rotondo, elegante con una bella salivazione e un bel retrogusto di frutta secca. Incarna perfettamente quella che è l’essenza dell’Alto Adige, il suo territorio e l’altitudine.

    Athesis Brut, Cristina Santini
    Athesis Brut, Cristina Santini Metodo Classico di Kettmeir

    Athesis Brut Rosé 50% Chardonnay, 50% Pinot Nero. Almeno 24 mesi sui lieviti, sboccatura recente 10/22. Colore stupendo e particolare, quasi di oro rosa, ramato dato da una brevissima macerazione sulle bucce di circa 5 ore. Raffinato sia al naso sia al palato, è un calice con una bollicina fine e molto persistente che carezza tutta la bocca, sposa note di frutti rossi e spezie dolci espresse nettamente al naso. Avendo una presenza più considerevole del Pinot Nero è più dinamico e corposo al palato tanto da renderlo molto intrigante e cremoso. Chiude con bellissime note di erbe aromatiche.

    “1919” Riserva Extra Brut 70% Chardonnay, 30% Pinot Nero, il 20% dello Chardonnay fa un passaggio in barrique, annata 2016, sboccatura 05/22, almeno 60 mesi sui lieviti.
    I grappoli di queste varietà provengono da parcelle dedicate solo alla spumantizzazione e vinificano tutte separate. Colore molto intenso e brillante che si avvicina allo Champagne; all’analisi olfattiva presenta un bouquet ampio che spazia dalla frutta matura agli agrumi canditi con una bella e integrata presenza di frutta secca, miele e speziature. Al palato vibra, avvolge, dona energia e complessità. Ancora giovane ma suadente ed emozionante. Da dimenticare per un’esperienza sensoriale completa. Chapeau!

    Athesis Brut, Cristina Santini
    Athesis Brut, Cristina Santini di Kettmeir

    Athesis Pinot Bianco 2020 linea Selezioni, affinamento 11 mesi in barrique di acacia, provenienza uve da Castelvecchio. Un calice da attendere minuto dopo minuto per la sua continua evoluzione che parte dalle note più fresche di frutta a polpa bianca come la mela, mandorla fino alle note speziate dolci di pepe bianco e vaniglia.
    Nel finale molto profumato, di buon corpo, buona acidità con note evolute e toni burrosi. Elegante, avvolgente con una mineralità molto piacevole.

    Vigna Maso Reiner Pinot Nero 2019, un vero e proprio Cru affinato 15 mesi in barrique di rovere francese.
    Da un inconfondibile colore del Pinot Nero, il viaggio sensoriale di questo calice parte dal naso con frutti rossi di ciliegia, lampone, ribes, note delicate di vaniglia e tabacco. Il suo tannino è morbido, equilibrato in tutte le sue componenti. Si arriva ad un finale speziato intrigante e persistente. Decisamente con caratteristiche atte all’invecchiamento. Estremamente elegante.

    Athesis Pinot Bianco e Vigna Maso Reiner Pinot Nero
    Athesis Pinot Bianco e Vigna Maso Reiner Pinot Nero di Kettmeir

    Athesis Moscato Rosa 2018, unica parcella di proprietà vinificata in acciaio. Una parte delle uve viene vendemmiata normalmente e fermenta in acciaio; l’altra parte delle uve viene fatta appassire in vigna e assemblata al vino precedentemente prodotto. Il tutto viene pressato nuovamente e filtrato. Riposa per circa tre mesi in barrique di secondo e terzo passaggio.

    Bellissimi riflessi arancio per questo calice di rosso rubino tenue con profumi evidenti di rosa, sentori di speziatura incredibili come pepe nero in grani e chiodi di garofano. Al palato si avverte un tannino elegante, un’acidità spiccata e intatta con un coinvolgente retrogusto aromatico a colpire tutti i sensi.
    La freschezza dell’acciaio va a controbilanciare la dolcezza misurata del passito.
    Ottimo in abbinamento allo Strudel. In una sola parola: EMOZIONE.

    Athesis Moscato Rosa
    Athesis Moscato Rosa di Kettmeir

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito cantina: https://www.kettmeir.com/

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

     

  • Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini

    Lo zafferano, stress e sbalzi d’umore, regoliamo?

    Di Carol Agostini

    Una spezia

    Lo zafferano è una spezia pregiata con un aroma e gusto inconfondibili, utilizzata per colorare e valorizzare varie pietanze. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che lo zafferano, o Crocus sativus, è un vero nutraceutico, ovvero un alimento-farmaco che ha proprietà benefiche per la salute umana.

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi

    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet
    Nome Scientifico Crocus sativus Famiglia Iridaceae Origine Asia Minore Sinonimi L’oro rosso Parti Utilizzate Droga costituita dagli stimmi, foto da internet

     Origini

    La pianta è originaria di Iran e Afghanistan e viene coltivata in tutta Italia principalmente in Abruzzo, Marche, Toscana e Sardegna, dove nel 2009 è stata riconosciuta la certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), non a caso il nome del promontorio sardo Capo Teulada significa “Capo Zafferano“, dove la coltivazione dello Zafferano risale ai tempi dei Fenici ed è attualmente stimata in una superficie coltivata di circa 35 ettari, dei 45 coltivati in totale in tutta Italia.

    Riproduzione pianta

    Riproduzione della pianta, foto da internet
    Riproduzione della pianta, foto da internet

    La pianta si riproduce solo tramite clonazione dei “bulbi-figli” e la droga, ovvero la parte della pianta con proprietà officinali, sono gli stimmi, ovvero la parte femminile del fiore( insieme a ovario e stilo).

    Il nome Zafferano deriva dall’arabo “Za’feràn“, termine che indica il colore giallo-oro che questa spezia conferisce alle pietanze, e già nella tradizione popolare araba lo Zafferano era utilizzato come rimedio per tanti disturbi.

    Gli stimmi, dal colore rosso-arancio acceso, sono raccolti a mano durante la fioritura e successivamente essiccati per essere utilizzati come spezia o per estrarre i principi attivi. Gli stimmi di zafferano contengono crocina, crocetina e safranale, sostanze con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, anti-stress e anti-depressive.

    Zafferano, coltivazione effimera – lo si può coltivare nello stesso campo solo per 4 o 5 anni consecutivi. La rosa dello zafferano esaurisce la terra in cui viene coltivata. Trascorso questo periodo è necessario attendere almeno un decennio per riprogettare lo zafferano. In questo tempo di attesa, gli agricoltori approfittano del terreno per altre colture.

    La raccolta

    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet
    La raccolta dei fiori e degli stimmi, foto da internet

    I bulbo-tuberi cormi, si interrano alla fine di agosto e l’aiuto della pioggia si provvederà a favorire il loro ciclo vitale con lo sviluppo delle radici e delle sottili foglie molto strette e allungate, quasi fossero dei sottili fili di erba, color verde intenso, riunite in ciuffi da una guaina, al centro della quale spuntano i fiori maestosi, solitamente da 3 a 5 per ciascun bulbo, secondo la sua grossezza.

    Ogni bulbo produce anche i bulbi secondari, o bulbilli, piccoli “bulbi-figli” che servono autenticamente alla riproduzione: la pianta è sterile, in quanto la sua struttura genetica la rende incapace di produrre semi.

    La raccolta dei fiori avviene nei mesi di ottobre e novembre a seconda del luogo di produzione, e da ciascun fiore, colto all’alba esclusivamente a mano, con un processo lento e delicato si asportano i tre stimmi.

    Da consuetudine sarda si ungono le dita con olio extravergine di oliva, dopo di che vengono posti a seccare rapidamente vicino a una fonte di calore moderata per evitare processi di fermentazione o di decomposizione ma deve comunque mantenersi elastico.

    Proprio la necessità di utilizzare moltissima manodopera per la sua raccolta rende questa spezia unica e costosa, ma ricordo che il suo uso culinario è reso accessibile a tutti poiché si impiega una minima quantità per una grande resa, grazie all’alta concentrazione delle sue sostanze aromatiche.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    È con l’essiccazione e il calore che gli stimmi, inodori e insapori da freschi, generano le sostanze organolettiche caratteristiche, utilizzate in campo gastronomico, come eupeptico per stimolare le funzioni digestive, e come fonte di salute e bellezza per l’alto potere antiossidante come accennato poc’anzi, utile come coadiuvante per contrastare alcune malattie.

    Questa pianta ha la necessità di un terreno argilloso e ricco di nutritivi e di un clima piovoso in primavera e secco in estate.

    Studi clinici, attività biologica

    Gli stimmi, foto da internet
    Gli stimmi, foto da internet

    Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo di estratti di zafferano può aiutare a migliorare l’umore e a ridurre i sintomi di depressione e ansia. Inoltre, l’uso di zafferano può anche aiutare a migliorare la qualità del sonno, aumentare la libido e migliorare la funzione cognitiva.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito lo Zafferano fra le monografie delle piante officinali: “Stigma Croci” (cioè gli Stimmi del Croco, in latino) si raccontano le proprietà biologiche e gli usi medicinali.

    E’ importante scegliere solo quello di qualità per avere la certezza di beneficiare delle sue proprietà.

    L’utilizzo di quello contraffatto o di bassa qualità, infatti, può essere dannoso per la salute e non avere gli stessi effetti benefici.

    Inoltre, l’utilizzo di integratori a base dell’oro rosso può interagire con alcuni farmaci, come gli antidepressivi, e pertanto è sempre importante informare il proprio medico prima di utilizzarli.

    La moderna letteratura scientifica riconosce agli stimmi essiccati la presenza di oltre 150 sostanze aromatiche e volatili, fra le quali spicca l’alta percentuale di carotenoidi dall’alto potere antiossidante, come licopene, zeaxantina, crocetina, picrocrocina, crocina, responsabile quest’ultima del colore giallo-oro conferito alle pietanze, e safranale, che conferisce la tipica fragranza olfattiva.

    La bellezza del Safron, foto da internet
    La bellezza del Safron, foto da internet

    Costituenti chimici
    • Glicosidi: crocina, picrocrocina;
    • Olio essenziale;
    • Coloranti;
    • Carotenoidi;
    • Licopene.

    Da tenere a mente che il safranale e la crocina, oltre alle loro peculiari proprietà organolettiche, favoriscono l’incremento dei neurotrasmettitori cerebrali serotonina e dopamina, responsabili del tono dell’umore, e la cui carenza può essere da stati ansiosi e depressivi che possono causare ansietà, angoscia, inquietudine.
    Una maggiore presenza di serotonina e dopamina può favorire un normale tono dell’umore, contrastare l’eccessiva tensione nervosa e i disturbi causati dallo stress, e mitigare i sintomi tipici della sindrome premestruale come sbalzi di umore e irritabilità delle donne affette.

    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini
    Sequenza di infusione, foto di Carol Agostini

    Le proprietà antiossidanti e anti-radicali liberi esercitano un’azione protettiva nei confronti delle cellule, sono vantaggiose per migliorare la circolazione sanguigna, stimolare la memoria e le capacità di apprendimento.
    Ciò viene associata all’azione afrodisiaca dello zafferano, per una probabile migliore irrorazione delle aree genitali, che ne aumenta la sensibilità, azione supportata anche dallo stimolo sulle ghiandole surrenali che producono ormoni, come cortisolo e adrenalina, che regolano e tonificano l’attività sessuale.

    Il licopene e zeaxantina costituiscono un alimento utile per proteggere la vista, in particolare la zona della retina chiamata macula.

    Infusione dell'oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini
    Infusione dell’oro rosso per creare un infuso benefico, foto di carol Agostini

    L’infuso di Zafferano può lenire le infiammazioni del cavo orale, infatti era utilizzato per strofinare le gengive dolenti e infiammate dei bambini, durante la prima dentizione, spesso miscelato al miele.
    Questa spezia può essere utilizzata anche in cosmesi per migliorare lo stato della pelle, renderla più luminosa e dorata, e in particolare per le pelli acneiche.

    Carol Agostini nell'esecuzione di un dolce a base di zafferano
    Carol Agostini nell’esecuzione di un dolce a base di zafferano

    Dosaggio

    Un’altra cosa importante da considerare è il giusto dosaggio di zafferano, in quanto l’abuso eccessivo può causare effetti collaterali come nausea, vomito, diarrea e irritazione gastrica.
    L’impiego di zafferano durante la gravidanza e l’allattamento deve essere evitato, in quanto non ci sono abbastanza informazioni sulla sicurezza dell’utilizzo di zafferano in questi periodi.

    Da tenere a mente che questa spezia non deve sostituire una terapia medica per la depressione o l’ansia, ma accostata come integratore per migliorare l’effetto del trattamento. Inoltre, non deve essere usato come unico metodo per trattare disturbi dell’umore o problemi di salute. È sempre importante seguire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano per ottenere i migliori benefici per la salute.

    E’ sempre importante acquistare zafferano da fonti affidabili e verificare che sia stato coltivato e lavorato in modo sostenibile e che sia stato certificato come DOP. Ciò garantirà che si stia acquistando zafferano di qualità e che si stia sostenendo i coltivatori locali.

    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini
    Riprese per alcune ricette a base di zafferano, in video Carol Agostini

    Ci sono altri modi per beneficiare degli effetti positivi della spezia in questione oltre al consumo alimentare. Ad esempio, ci sono creme e lozioni con estratto di zafferano che possono essere utilizzate per trattare la pelle secca o irritata, o per migliorare l’aspetto dei capelli. Anche l’utilizzo di oli essenziali di zafferano è stato dimostrato avere effetti positivi sull’umore e sullo stress.

    La preparazione di tisane e decotti può essere un modo semplice ed efficace per beneficiare delle sue proprietà, resta importante seguire le istruzioni di preparazione per evitare di utilizzare una quantità eccessiva di zafferano e causare effetti collaterali.
    Avvertenze

    La dose massima giornaliera di zafferano che si può assumere è di 1,5 g., le controindicazioni riguardano solo l’abuso di quantità molto elevate: a dosaggi eccessivi lo Zafferano è nocivo in gravidanza, perché può indurre contrazioni uterine, fino a divenire abortivo (10 grammi). Una dose di 20 grammi può essere potenzialmente mortale.

    Effetti collaterali

    Il Sovra-dosaggio comporta sintomi quali: vertigini, torpore e sanguinamento da riduzione del numero di piastrine ( porpora, enterorragia, ematuria), vomito, coliche intestinali di varia gravità, sanguinamento uterino, ingiallimento della cute e delle mucose e paralisi centrale, aborti.
    In alcuni casi è stato curato il sovra-dosaggio con la somministrazione di carbone attivo o lavanda gastrica.

    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet
    Il fiore aperto con i tre stimmi, foto da internet

    In Omeopatia

    E’ giunta la notizia delle sua attività dimagrante, esercitata attraverso la riduzione dell’appetito e mediante l’aumento del senso di sazietà, questo ha comportato l’invasione in commercio di molteplici integratori alimentari. Ad ogni modo, per confermare i risultati preliminari ad oggi ottenuti, dovrebbero essere condotti ulteriori e più approfonditi studi clinici.
    Sempre in omeopatia si usa questa spezia come detto prima per i trattamenti di epistassi, dismenorrea, mestruazioni emorragiche e isteria.

    Cenni storici

    Già da tempi remoti le proprietà di questa spezia erano note: si trovano citazioni nei papiri egiziani, nell’Iliade e nel Cantico dei Cantici.

    Nel Medioevo e nel Rinascimento si riteneva che lo Zafferano fosse una toccasana per qualsiasi malanno; ingrediente per preparare unguenti per la salute e la bellezza della pelle, per tingere di giallo-arancio brillante i tessuti più pregiati, consuetudine diffusa anche in India, Cina, Tibet per tingere le tuniche dei monaci Indù e Buddisti, mentre i Persiani, i Greci e i Romani ne individuavano già allora le proprietà afrodisiache, convinti che risvegliasse il desiderio e l’energia sessuale.

    Anche la Medicina Ayurvedica, antica medicina tradizionale indiana, lo espone fra le piante considerate contemporaneamente alimento e farmaco, ritenendolo in grado di curare depressioni, essere uno stimolatore per vari aspetti e situazioni, essere afrodisiaco come abbiamo accennato prima e regolatore antispasmodico del sistema ormonale femminile ed emmenagoghe.

    Nella medicina cinese, invece, è somministrato nelle patologie di menorragia, amenorrea, bronchiti, mal di gola, febbre e vomito.

    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini
    Il risotto al nero di seppia con mousse di zafferano ed erba cipollina, piatto eseguito da Carol Agostini

    In cucina

    E’ una pianta usata in ambito culinario, con benefici digestivi. Infatti, assunto a piccole dosi è in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, favorendo, in questo modo, la digestione.
    Per quanto riguarda l’impiego in cucina, può essere usato per insaporire risotti, zuppe, carni, pesce e molti altri piatti. Quello in polvere deve essere conservato in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di luce e di calore, mentre gli stimmi essiccati possono essere conservati in un contenitore ermetico per alcuni mesi.

    Curiosità e miti sullo zafferano

    Per la nascita dello zafferano gli antichi greci avevano creato addirittura due miti, tutte e due legati alla figura di Croco (che è diventato il nome tecnico del fiore dello zafferano) e questo la dice lunga sull’importanza che rivestiva anche in passato.

    Il primo riguarda un amore tra lo stesso Croco e una ninfa avversato dagli dei che trasformarono Croco in questo prezioso fiore.

    La seconda vuole che Mercurio per errore colpì Croco con un fulmine e per ricordare l’amico tinse i pistilli del fiore con il suo sangue. Conosciamo le sue origini antiche, è citato anche nell’Antico Testamento ed è presente in alcuni papiri Egizi.

    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini
    Un dolce con mousse di zafferano eseguito da Carol Agostini

    Pare che il fiore proveniente dall’India e sia stato introdotto in Spagna dai conquistatori arabi. Fu un monaco dell’inquisizione a introdurlo in Italia e qui la sua coltura si è sviluppata soprattutto nelle regioni del centro, grazie a viaggiatori e pellegrini e grazie alla tipologia del terreno e clima.

    Attualmente i principali paesi europei produttori sono la Spagna, la Grecia e l’Italia appunto, dove si ottiene l’oro rosso più pregiato.

    Per produrre 1 kg di spezia sono necessari 100.000 fiori, che occupano circa un ettaro di terreno e più di 400 ore di manodopera.

    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet
    Zafferano, sua Maestà del buon umore 2023 di Carol Agostini, foto da internet

    Amato in tutto il mondo come spezia trova un grande sostenitore in Enrico VIII d’Inghilterra. Il re in quel momento considerava l’oro rosso una straordinaria rarità e doveva essere curato e rispettato fino all’estremo. Pertanto, proibì alle donne di usarlo per tingere i capelli e gli uomini a fare lo stesso con le loro vesti. Inoltre, ordinò l’esecuzione di cittadini del suo regno che osarono adulterarlo.

    Curcuma e zafferano differenza? – Sono la stessa cosa? Assolutamente no. La riproduzione dello zafferano deriva dal bulbo, come scritto in precedenza non ha semi. La sua coltivazione inizia con l’impianto di una madre bulbo, che genererà nuovi bulbi.

    Mentre, la curcuma, a volte usata come sostituto dello zafferano o adulterato quando presentata come una polvere, viene riprodotta dai semi. Chi vuole piantare questa spezia pregiata dovrà comprare solo i bulbi dello zafferano.

    Un luogo preciso in suo onore – Saffron Walden, una cittadina di oltre 15 mila abitanti della contea dell’Essex, in Inghilterra, prende appunto il nome dalla spezia (in inglese zafferano si dice saffron) in quanto è il centro del commercio inglese di esso.

    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini
    Crema allo zafferano eseguita da Carol Agostini

    Quanto fa bene? – Il famoso dottore Avicenna lo raccomanda nei suoi libri di medicina. Nei suoi diversi trattati e scritti, appare come un antidoto contro tante malattie. Tra le altre proprietà, Avicenna ha parlato della capacità di migliorare la circolazione sanguigna e la respirazione.

    Alessandro Magno si lavava i capelli nello zafferano per mantenerne il vivace colore arancione lucido e senza badare a spese perché, all’epoca, era raro come i diamanti e più costoso dell’oro.

    Anche la regina Cleopatra lo usava come crema di bellezza, per dare un colore dorato alla sua pelle, per tingere le guance, le unghie e i capelli, aggiungendolo spesso a bagni, ungenti e oli.

    A Roma era un vero status symbol, nelle domus più ricche i commensali sedevano sui cuscini riempiti di petali di zafferano, mentre la polvere di zafferano cadeva sui convitati che sorseggiavano vino mescolato a stimmi di zafferano.

    Era una spezia talmente tanto esclusiva che nel Medioevo, le adulterazioni dello zafferano erano punite con la morte e chiunque veniva sorpreso a farlo con ingredienti meno pregiati veniva bruciato o sepolto vivo con il suo prodotto illegale.

    Simbolo e auspicio di felicità coniugale,ancora oggi in Oriente si usa regalarlo come augurio di lunga vita poiché evoca calore, energia, benessere.

    Oggi è l’Iran che fornisce il 90% della quantità a livello mondiale, ma in Italia lo troviamo in tutte le regioni, specialmente in Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Toscana, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Marche, ed è oggi molto conosciuto, apprezzato e utilizzato in mille occasioni anche se, sentendolo nominare, pensiamo immediatamente al Risotto allo zafferano, la cui origine è davvero curiosa.

    Leggende e…

    Secondo la leggenda si narra di un cuoco abruzzese emigrato a Milano dove aveva aperto una piccola osteria ma, costretto a servire solo grandi piatti di riso lesso, in un periodo di carestia, vi aggiunse un po’ di polvere di zafferano ricevuto in pagamento da un pittore spiantato che non aveva soldi per pagare il pasta consumato. I clienti ne furono entusiasti e il cuoco divenne ricco e famoso.

    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009
    Risotto allo zafferano oppure risotto alla milanese eseguito da Carol Agostini in abbinamento allo Caillez Lemaire Champagne Cuvée Jadis Millésimé Extra Brut 2009

    Tuttavia, la più accreditata racconta che sempre a Milano, verso la fine del 1300, quando si lavorava alla costruzione del Duomo e un maestro vetraio belga, un certo Valerio di Fiandra, incaricato per la realizzazione di alcune vetrate, aveva portato un giovane di grande bravura, soprannominato Zafferano, che usava aggiungere un pizzico di questa spezia all’impasto preparato dei colori, per renderli più luminosi.

    Il giovane, dopo anni di sopportazione poiché Valerio di Fiandra si divertiva a dirgli che prima o poi avrebbe finito per mettere l’oro rosso anche nel riso, proprio durante i festeggiamenti organizzato per il matrimonio della figlia del maestro vetraio, decide di escogitare uno scherzo e, con la complicità del cuoco, colora il risotto preparato per il pranzo di nozze con la polvere gialla.

    Alla vista dell’eccentrica portata, tutti i commensali assaggiano e consumano di buon gusto: la beffa non era andata a buon fine, ma il giovane Zafferano aveva creato una delle più prelibate ricette gastronomiche italiane.

    Il suo aroma così avvolgente diverta determinante n tante ricette a base di pesce, carni, cereali, verdure, legumi e per la pasticceria e non solo.

    Sua Maestà lo zafferano, un vero toccasana dall’aroma unico ed inebriante, una spezia d’eccellenza, dalle molteplici utilizzazioni della quale ormai non sappiamo più fare a meno.

    Carol Agostini autrice dell'articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine
    Carol Agostini autrice dell’articolo, commissario internazionale enologico,food&wineWriter, titolare agenzia FoodandWineAngels, Caporedattore Papillae Magazine

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  • Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022

    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022

    Etna DOC, non si ferma la grande crescita dell’imbottigliato

    Redazione

    Nel 2022 cresce di oltre il 28% il numero degli ettolitri imbottigliati rispetto al 2021. Etna Rosso e Bianco in cima.
    Francesco Cambria:“Un exploit che conferma la grande qualità e credibilità dei nostri vini, premiata dal grande interesse dei consumatori”.

    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022, logo da comunicato stampa
    Etna DOC, non si ferma la crescita dell’imbottigliato 2022, logo da comunicato stampa

    Catania, 17 gennaio 2023 – Se il 2021 ha rappresentato l’anno della auspicata ripresa, con dati in linea con gli anni precedenti l’inizio della pandemia, il 2022 certifica in modo chiaro l’ottimo stato di salute del vino prodotto alle pendici dell’Etna. È quanto emerge dai numeri relativi all’imbottigliato dell’anno solare 2022, analizzati e diffusi dal Consorzio di Tutela Etna DOC.

    Nell’anno appena conclusosi sono stati imbottigliati 43.651,09 ettolitri di vino, pari a poco più di 5,8 milioni di bottiglie, con una crescita del 28,68% rispetto al 2021. Un dato che, se confrontato con il 2019, ultimo anno prima dell’inizio della crisi pandemica e che si era chiuso già in modo molto positivo, sale al 34,6%.

    Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa
    Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, foto da comunicato stampa

    “Se gli ottimi dati del 2021 potevano essere visti come un normale rimbalzo rispetto all’anno precedente, flagellato dall’inizio della pandemia, grazie soprattutto alla riapertura del mondo Horeca, quelli relativi al 2022 certificano ora in modo inconfutabile la grande e costante crescita della richiesta sia sul mercato nazionale che internazionale” commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC.

    “Al di là dell’andamento generale e delle differenze presenti nelle singole tipologie della nostra denominazione, emerge un aspetto che probabilmente è quello che più di tutti ci riempie di orgoglio e dona grande fiducia per il futuro: la credibilità. I nostri vini sono riusciti a conquistarsi una posizione di grande prestigio all’interno del mercato locale, nazionale e anche nei principali Paesi dell’export grazie a scelte oculate da parte di tutta la base produttiva, che puntano a preservare la qualità e la tipicità del nostro terroir”.

    l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, foto da comunicato stampa
    l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, foto da comunicato stampa

    Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, l’Etna Rosso, che rappresenta poco più del 50% dell’imbottigliato complessivo, cresce del 28,36%, pari a 23.365,31 ettolitri. Crescita altrettanto sostenuta anche per la seconda tipologia più imbottigliata, l’Etna Bianco, con il 28,08%, pari a 14.366,09 ettolitri.

    Spiccano, anche se su numeri complessivi più piccoli, le ottime performance di due tipologie sempre più richieste e apprezzate dai consumatori, vale a dire l’Etna Bianco Superiore, le cui uve devono provenire esclusivamente dal Comune di Milo sul versante est del vulcano, che cresce del 67,19% con 746,48 ettolitri imbottigliati, e l’Etna Rosato, salito del 45,53% con 3.880,61 ettolitri imbottigliati. Stabile, ma sempre in crescita l’Etna Spumante, +5,85% con 792,65 ettolitri imbottigliati.

    Gli unici dati con segno meno sono relativi all’Etna Rosso Riserva, -26,30% con 146,87 imbottigliati, e all’Etna Spumante Rosato, -19,73% con 353,08 ettolitri imbottigliati, che derivano più da singole scelte produttive che non da minori richieste da parte del mercato.

    Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio, foto da comunicato stampa
    Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio, foto da comunicato stampa

    “I dati sono evidenti e certificano una crescita che possiamo certamente definire da record – aggiunge Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio – Negli ultimi 10 anni la superficie dei vigneti Etna Doc e la produzione di bottiglie è quasi raddoppiata. Si può affermare che la crescita è legata sia al rafforzamento dei mercati in cui siamo già presenti e sia alla forte spinta data dall’enoturismo, che vede l’Etna tra le destinazioni più ambite dai wine lovers di ogni parte del mondo.I numeri ci danno ci danno grande energia e fiducia e confermano la necessità di gestire la crescita della denominazione con oculatezza e responsabilità”.

    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia, foto da comunicato stampa
    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia, foto da comunicato stampa

    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia.

    Nel 1994 viene istituito il Consorzio di Tutela Etna DOC che per la sua rappresentatività, con il decreto ministeriale del 18 febbraio 2018, ottiene il riconoscimento Erga Omnes. Il Consorzio svolge le funzioni di tutela e valorizzazione del brand Etna Doc, del territorio e delle sue produzioni e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a garanzia dei consumatori e dei produttori.

    Inoltre promuove la crescita di visibilità e reputazione del marchio e dei vini in Italia e all’estero attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore e l’organizzazione di eventi autoprodotti. Il Consorzio di Tutela Etna DOC con la sua governance partecipa attivamente ai temi di interesse vitivinicolo, favorisce le relazioni tra i produttori e i mercati e lo sviluppo della cultura legata al mondo del vino tra i consumatori.

    Da comunicato stampa


    Sito Consorzio: https://www.consorzioetnadoc.com/
    Sito ufficio stampa: http://www.fruitecom.it
    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023

    ANTEPRIMA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, 16 febbraio 2023, a San Gimignano

    Redazione

    Giovedì 16 febbraio si terrà a San Gimignano l’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano DOCG, con la presentazione delle nuove annate alla stampa italiana e internazionale, all’interno del programma delle Anteprime di Toscana.
    Protagonisti i vini dell’ultima vendemmia, la 2022, e l’annata 2021 per la tipologia Riserva.

    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa
    Anteprima Vernaccia di San Gimignano febbraio 2023, logo da comunicato stampa

    La degustazione dei 96 vini in anteprima di 41 aziende, verrà ospitata nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, nel centro storico di San Gimignano, che sarà aperto con orario continuato dalle 9.00 alle 18.30.

    Alle ore 9.00 si terrà nella Sala Dante del Palazzo Comunale una masterclass – riservata alla stampa e su prenotazione – dal titolo “Timeless Vernaccia di San Gimignano”. Si tratterà di una verticale di annate vintage condotta dal primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli, che si concentrerà sulla potenzialità e sulla capacità evolutiva della Vernaccia di San Gimignano con il trascorrere del tempo.

    Foto dell'edizione 2022 dell'Anteprima Vernaccia di San Gimignano edizione precedente, foto da comunicato stampa
    Foto dell’edizione 2022 dell’Anteprima Vernaccia di San Gimignano edizione precedente, foto da comunicato stampa

    In assaggio 12 Vernaccia di San Gimignano DOCG da lui stesso selezionate di annate comprese fra il 1997 e il 2018, per raccontare un vino bianco italiano d’eccellenza.

    La giornata dell’Anteprima si concluderà con la cena stampa dislocata nei ristoranti della città, presenti i produttori, e con un menu specifico pensato in abbinamento alla Vernaccia di San Gimignano.

    Quest’anno ritorna anche la formula tradizionale dell’apertura agli operatori di settore e ai wine lover, che potranno accedere gratuitamente durante tutta la giornata e incontrare i produttori ai banchi di assaggio.

    Il territorio toscano in degustazione all'anteprima, foto da comunicato stampa
    Il territorio toscano in degustazione all’anteprima, foto da comunicato stampa

    Anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2023:

    Abbazia Monteoliveto, Alessandro Tofanari, Cappellasantandrea, Casa alle Vacche, Casa Lucii, Casale Falchini, Cesani, Collemucioli, Collina dei Venti, Fattoria di Fugnano, Fattoria La Torre, Fattoria Poggio Alloro, Fattoria San Donato, Fattorie Melini, Fornacelle, Geografico, Guicciardini Strozzi, Guidi, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Lastra, La Roccaia , Macinatico, Montenidoli, Mormoraia, Palagetto, Panizzi, Pietraserena, Podere Le Volute, Poderi Arcangelo, Poderi del Paradiso, San Benedetto, San Quirico, Signano, Tenuta La Vigna, Tenuta Le Calcinaie, Terre di Sovernaja, Teruzzi, Tollena, Vagnoni.

    Nei weekend del 18-19-20 e 25-26-27 febbraio si svolgerà inoltre l’ormai consueto appuntamento alla Rocca di Montestaffoli, Degusta le nuove annate, dove – su prenotazione – sarà possibile per operatori e pubblico assaggiare le nuove annate di Vernaccia di San Gimignano. Ciascuna giornata prevede tre sessioni di tasting della durata di un’ora e mezzo ciascuna, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.30.

    Da comunicato stampa


    Sito consorzio: https://www.vernaccia.it/

    Sito ufficio stampa: http://www.affinamenti.it

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/