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  • Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali

    Di Cristina Santini

    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Il 31 gennaio, nello Spazio Fare del Mercato Centrale di Roma è stata presentata, alla stampa e agli operatori di settore, l’Associazione “Ciociaria Naturale”, a cura di Andrea Petrini di Slow Food Roma e con la partecipazione del Presidente Amedeo Iafrati e dei produttori che ne fanno parte.

    Al termine della conferenza stampa abbiamo approfondito e degustato ai banchi d’assaggio i vini di queste piccole realtà vitivinicole che rappresentano un sodalizio nato durante il periodo pandemico 2020, oggi costituito da dieci Aziende unite nel promuovere e dare un nuovo slancio al territorio del basso Lazio, nel far emergere il potenziale dei vitigni autoctoni locali e incentivare l’enoturismo.

    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali, foto di Cristina Santini
    Ciociaria da Bere 2023, alla scoperta del Basso Lazio e dei suoi vini naturali, foto di Cristina Santini

    Dalle parole di Amedeo Iafrati: “Tutto è iniziato dall’incontro di quattro amici (Palazzo Tronconi, D.S. Bio, Fra i Monti e Il Vecchio Poggio) per buttare giù un’idea e fare qualcosa insieme, far struttura, un progetto per creare una grande entità vitivinicola, enologica, enogastronomica. Un’idea spontanea nata per trasformare la Ciociaria in un territorio turistico di grandi aspettative.”

    La Ciociaria è un’area che si estende da Nord Ovest a Sud Est seguendo la direzione degli Appennini e comprende la Valle Latina, una depressione valliva, che separa i complessi montuosi.

    Territori differenti caratterizzano la regione: nella zona nord-ovest, quella del Piglio, i vigneti si coltivano a 600/700 mt di altitudine su terre rosse di origine vulcanica e arenarie con componenti di argilla – i suoli perfetti per il Cesanese del Piglio e la Passerina del Frusinate. Le terre rosse donano vini molto più scorrevoli e gentili mentre le arenarie argillose vini più tesi, più compatti.

    A sud est c’è l’altra zona che comprende Arce, Isola del Liri, Cassino, Pescosolido dove l’altitudine cambia notevolmente da comune a comune e il suolo calcareo dona una mineralità importante in tutti i vini rendendoli unici e diversi l’uno dall’altro con un profilo che identifica il territorio di origine.

    Il territorio: "una sorta di mosaico", foto di Cristina Santini
    Il territorio: “una sorta di mosaico”, foto di Cristina Santini

    Una sorta di mosaico – come afferma Andrea Petrini – che va a comporre quest’area meridionale con tutte le sue caratteristiche morfologiche differenti e con i vini che raccontano un territorio al 100%.

    È una filosofia di fare vino naturale che non disdegna un filo comune: sono vini senza lieviti aggiunti, con una quantità di solfiti mediamente bassa, senza filtrazioni e chiarificazioni, caratterizzati da una qualità tale da non poter generalizzare quando si parla di difetti sul “naturale”. Seguire le pratiche e produrre vini naturali è sicuramente più complicato rispetto alla classica vinificazione. Per cui “Date a Cesare quel che è di Cesare….”

    Vi presento le Aziende degustate e qualche mia impressione sui vini:

    Vitivinicola Cioffi di Anselmo Ernesto Cioffi

    Azienda biologica e biodinamica di circa 1,5 ettaro ubicata a Pescosolido in alta collina a 500 mt slm con una produzione di 3500 bottiglie l’anno. I suoli sono composti da sabbia calcarea bianca e più in alto da roccia calcarea dura. Anselmo è un agronomo nella vita e nel 2020 decide di vinificare le proprie uve. I vini sono ottenuti dalla vinificazione in purezza di Passerina, Pampanaro, Campolongo bianco e un blend da Lecinaro nero, Maturano Nero e Uva Giulia.

    Pampanaro Igt 2021, vitigno autoctono antico e raro affinato in acciaio, avvolgente al naso in modo intrigante con sentori che ricordano la mela e il litchi, cenni mediterranei fanno da sfondo al profilo olfattivo. Sorso appagante, di buon corpo, mostra una struttura acida importante con un finale ricco, salino e leggermente balsamico.

    Pampanaro Igt 2021 di Anselmo Ernesto Cioffi, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Pampanaro Igt 2021 di Anselmo Ernesto Cioffi, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone

    Rocco Toti: “Il vino penso che sia l’elemento liquido più interessante per ricordare; un evento del genere è determinante per ricordare un grandissimo concetto fatto di Vigneron, di Donne, di Uomini che ci credono, si appassionano, hanno un progetto agricolo serio che punta al biologico, al biodinamico, alla ricerca più possibile pulita, a fermentazioni spontanee non filtrate, non chiarificate, un vero esempio di prodotto sano nel bicchiere.”

    Situata a Terelle in provincia di Frosinone, l’Azienda nasce nel 2017 con il progetto di recupero di vecchi vigneti allevati su terre rosse limose e argillose, tra i 500 e i 1000 mt di altitudine. In Cantina vengono utilizzati serbatoi di cemento in vetroresina e anfore di terracotta per le lavorazioni del Maturano bianco, un’uva autoctona della Valle di Comino, Pinot nero coltivato a 920 mt di altitudine, Merlot e Cabernet Sauvignon. Produzione annua: 25000 bottiglie.

    Sempre in due igt 2021 Maturano bianco proveniente da una piccola parcella con bassissime rese e affinato otto mesi in anfora sulle proprie fecce. È un vino macerato dai bellissimi riflessi aranciati che sorprende all’olfatto per le sue note di frutta fresca di papaya, mela gialla, pesca. La beva di piacevole freschezza denota una certa complessità e una buona spalla acida. Un bel finale con ritorni agrumati e nuance erbacee di sottofondo.

    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Fra i Monti di Rocco Toti e Benedetto Leone, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Carlo Noro

    L’Azienda agricola Carlo Noro, situata nel Comune di Piglio, rappresenta il punto di riferimento per la Biodinamica in Italia.

    Nasce come produzione di ortaggi alla fine degli anni ’70 ad opera del Papà Carlo fino al 2009 quando, ristrutturata la vecchia casa di famiglia, i fratelli Noro, Simone e Valerio, decidono di creare l’azienda vitivinicola.

    Simone Noro afferma: “Uno dei capisaldi del movimento è la libertà di espressione, è un vino libero, dove la fermentazione spontanea è il tassello finale. C’è ben altro prima! Mi riferisco alla professionalità agricola nel gestire i terreni e il contesto. Se migliora il contesto, migliora il mio vino anche a livello imprenditoriale.”

    I cinque ettari vitati sono micro appezzamenti parcellizzati coltivati sulle terre rosse di origine pozzolanica ricche di argilla per una produzione totale di 20000 bottiglie l’anno. Di proprietà anche mille piante di olive sul Monte Scalambra e altri 5 ettari attorno al corpo aziendale che un tempo erano coltivati a ortaggi e che oggi invece sono utilizzati a scopo di ricerca sull’agricoltura biodinamica.

    Due vini in degustazione: Oncia Bianca Igp 2020 Passerina e Malvasia di Candia e Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile.

    Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile, foto di Cristina Santini
    Collefurno IGP 2020 Cesanese di Affile, foto di Cristina Santini

    Il Cesanese Collefurno fermenta a contatto con le bucce per 18 giorni, matura dieci mesi in tonneaux esausti e affina dodici mesi in bottiglia. L’accostamento al naso rivela un mix di frutta rossa anche più scura molto generosa (Visciola, mora, Ciliegie) che incontra le note di fiori secchi.

    Il Sorso è agile e di grande concentrazione, avvolgente e succoso con tannini fitti. Una bella vitalità che chiude in un finale persistente di note speziate e richiami terrosi.

    D.S. Bio di Danilo Scenna

    Torniamo verso la parte appenninica, a Pescosolido, con un’Azienda che nasce nel 2012 per seguire le due passioni di Danilo, il vino e i cavalli. Si alleva il Pony di Esperia, una razza in via di estinzione del basso Lazio e si coltivano vitigni autoctoni della media Valle del Liri e della Valle di Comino come Maturano bianco, Lecinaro, Uva Giulia, Maturano nero, Capolongo, Pampanaro.

    Dieci appezzamenti parcellizzati e allevati in regime biodinamico in un raggio di sei chilometri con sei suoli completamente diversi. Sei vini per sei etichette frutto di sei morfologie diverse di suolo.

    Arcaro Igt 2020 è il Maturano bianco coltivato su suolo ricco di scheletro e sedimenti calcarei a 630 mt di altitudine, affinato in cemento sulle fecce fini per qualche mese.

    Al naso un dolce richiamo di sensazioni agrumate che si legano a leggere note speziate. Il sorso pieno, scattante di freschezza ha una bella mineralità molto netta. Un vino territoriale armonioso e di buona persistenza gustativa.

    Arcaro Igt 2020 di Danilo Scenna, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Arcaro Igt 2020 di Danilo Scenna, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

     I Ciacca

    Vicino Picinisco, in piena valle del Comino, troviamo l’Azienda agricola dell’Avvocato italo-scozzese Cesidio Di Ciacca nata nel 2012 che coltiva solo Maturano in unico appezzamento di circa 5 ettari a 600 mt slm. È stato un progetto molto ambizioso, legato anche alla sostenibilità, che ha riguardato la riqualificazione del vecchio Borgo rurale Di Ciacca appartenuto alla Famiglia e risalente al XVI secolo. Il Borgo ospita, oltre la Cantina di vinificazione, una Scuola internazionale di agronomia ed enogastronomia, un’enoteca, un albergo con sala di degustazione e ospitalità.

    Vigneto spettacolare a filiera biologica dal quale escono tre tipologie di Maturano.

    I Ciacca, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    I Ciacca, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Maria Ernesta Berucci

    Da Presidente della “Strada del Vino Cesanese” a Vigneron con 3,5 ettari condotti insieme al marito Geminiano nella zona del Piglio.

    Radici vinicole antiche quelle della Famiglia Massimi Berucci, ma di recente costituzione l’azienda che nasce nel 2008 ad opera del fratello Francesco.

    Nel 2015 Maria incontra Geminiano, uomo dalle numerose esperienze anche all’estero in vari campi, e oltre ad unire le loro vite, uniscono le vigne, le idee progettuali dando vita all’azienda vitivinicola attuale, orientata verso il più naturale dei metodi, l’agro-omeopatia, favorendo la biodiversità e lavorando in funzione del benessere produttivo.

    Attualmente producono 15.000 bottiglie l’anno divise in varie tipologie e concentrate soprattutto sul Cesanese del Piglio e Passerina del Frusinate.

    Dalle parole di Maria: “Ciociaria Naturale per me è la conferma che questo areale – che è stato sempre un fanalino di coda del Lazio – in realtà va, si lavora con una grande serietà e rispetto per la vite in un contesto paesaggistico che non sempre è tutelato da chi lo governa. Invece chi lo lavora da diversi anni fa un lavoro molto differente e forse grazie a realtà come le nostre, non unite a caso, incentrate sulla professionalità, qualcosa sta cambiando anche nel consumatore che assaggia i nostri vini.”

    Maria Ernesta Berucci, la sua produzione, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Maria Ernesta Berucci, la sua produzione, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Raphaël Cesanese del Piglio Docg 2021 blend di uve Cesanese di Affile e Nostrano provenienti dal vigneto di 1h di 45 anni di età coltivato su terreno di matrice vulcanica misto ad argilla e rocce calcaree. Vinificazione e affinamento in vasche di cemento con travasi di illimpidimento e anfore da 500 lt.

    Un concentrato di frutta rossa e speziatura che dal naso si amplifica al palato riscontrando una facilità di beva, una freschezza vivace e una trama setosa. Conquista per il suo sorso lungo e persistente.

    La Visciola – Piglio

    Realtà che nasce nel 2005 dalla passione di Piero Macciocca e la moglie Rosa con 1,5 h da subito adottando i principi della biodinamica e con una produzione di partenza di 700 bottiglie all’anno. Oggi ne producono 15000 provenienti da vigneti parcellizzati; ogni appezzamento è un vino diverso, vinificato separatamente. Una Cantina piccola ma con una grande qualità che produce quattro Cru da uve Cesanese di Affile, un vino base misto con uve degli altri appezzamenti e una Passerina rifermentata e in versione macerata.

    Due vini in degustazione: Donna Rosa Passerina del Frusinate Igt 2019 e Priore Mozzatta Cesanese del Piglio Docg 2019

    Il Cru “Mozzatta” è un Cesanese d’Affile che affina 12 mesi in Tonneaux e 24 mesi in bottiglia. Ha una grande eleganza che domina nel calice con una progressione impressionante ogni volta che si assaggia. La complessità di naso, tra visciola e ciliegia, sentori di sottobosco e note speziate si riscontra anche alla beva trascinata da una buona componente acido-sapida e una finezza di tannini ben integrati. Grande potere evolutivo.

    Alcuni vini della produzione, foto di Cristina Santini
    Alcuni vini della produzione, foto di Cristina Santini

    Palazzo Tronconi di Marco Marrocco

    Siamo ad Arce, nella Valle del Liri, quasi al confine con la Campania.

    Marco non era un vignaiolo e, spinto dalla passione per il suo territorio arcese, da ingegnere abbandona la professione e la vita romana per trasferirsi in campagna e dedicarsi al vino.

    Oggi l’Azienda coltiva 33 ettari di cui 14,5 di vigna, 7,5 di uliveti, 1h di noccioleto ed è costituita dalla Cantina, dall’osteria e dal b&b all’interno di Palazzo Tronconi.

    Nel 2010 compra i terreni e pianta le prime viti allevate in regime biodinamico.

    Laureatosi poi in Enologia nel 2014 e grazie ad alcune conoscenze nel campo vitivinicolo, come il Prof. Gaetano Ciocchi – che è stato il primo a registrare nel 2009 queste rare varietà – punta sulla coltivazione di antichi vitigni come Lecinaro, Olivella, Maturano, Capolongo e Pampanaro, sconosciuti al Catasto Vitivinicolo prima di quell’anno.

    “È sempre presente lo studio, la sperimentazione e il giocarsi tutto in campo perché poi quando l’uva arriva in cantina i giochi sono fatti non potendo utilizzare tutti quei stratagemmi che vengono usati nell’enologia moderna.”

    Tra i vini in degustazione ho scelto di parlarvi di Zi’tore Lecinaro Igt 2021 che affina 15 mesi in vasche di cemento.

    I suoi profumi di prugna e di cannella accolgono cenni di tabacco in foglia per un’armonia impressionante. Ingresso al palato pieno e succoso guidato da tannini morbidi.

    Il vino in degustazione di Marco marrocco, foto di Cristina Santini
    Il vino in degustazione di Marco Marrocco, foto di Cristina Santini

    Aurete

    L’Azienda, nata nel 2016 ad Esperia, nel Sud del Lazio, all’interno del Parco Naturale dei Monti Aurunci, ha una superficie vitata di 4 ettari di cui 1,5 h costituiscono il vigneto “Aurete” piantato nel 2018, 2 h il vigneto “Via Romana” e mezzo ettaro il vigneto più antico pre-fillossera di fine ‘800, a piede franco, il “Cariano”.

    Nel corso dei millenni, l’erosione carsica e la sedimentazione di minerali a valle dovuta alle piogge ha determinato la formazione di suoli rosso scuro ricchi di ferro e magnesio, molto interessanti dal punto di vista geologico e ideali per la viticoltura. Un territorio completamente diverso dagli altri.

    I movimenti tettonici frequenti hanno portato alla luce nel 2000 orme di dinosauri nei vigneti. Ecco spiegate le etichette!

    Inseriti nel 2021 dall’Arsial nel Registro Nazionale, spiccano la Reale bianca semiaromatica dalla quale viene prodotto un Orange wine e il Raspato Nero, vinificati entrambi in anfora di terracotta con fermentazioni spontanee, riposo in anfora o clayver.

    Theron 2020 Aurete, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Theron 2020 Aurete, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini

    Il Thero 2020 ottenuto da Reale bianca e un piccolo saldo di Trebbiano è un Orange wine dalla lunga macerazione di 45 giorni sulle bucce, svinatura, pressatura e continui bâtonnage durante il suo affinamento in anfora.

    Il suo gradevole aroma di margherite e primule accompagna l’intensa nota agrumata e le sue spezie dolci. La beva così palpitante, minerale e fresca si allunga in un finale meraviglioso di frutta esotica.

    Il Vecchio Poggio

    A Isola del Liri si trova l’Azienda agricola di Amedeo Iafrati e sua moglie Graziella, nata nel 2017 ma legata alla viticoltura dagli anni ’60, con un ettaro di vigna messo a dimora su una collina ben esposta.

    Amedeo Iafrati racconta: “L’idea di piantare la vigna mi è venuta quando ero bambino, a sei anni, perché già bevevo vino. C’è sempre stata questa idea. Poi ho piantato un po’ di vigna lì dove avevo due ettari di terreno. Abbiamo fatto la Cantina e la sala degustazione nuove e stiamo cercando di promuovere i nostri vini fatti principalmente da Syrah.”

    Dopo varie sperimentazioni, si coltiva Syrah, Lecinaro, Passerina (da poco piantata che uscirà tra qualche anno), Malvasia del Lazio e Riesling da cui viene prodotto il bianco. Per gli affinamenti la scelta è orientata sulle anfore Tava, fuori terra e in ceramica fatte a mano, che riescono ad esaltare, nei vini, il territorio fatto di pietra calcarea argillosa.

    In degustazione Puddinga IGP 2019 85% Cabernet Sauvignon e 15% Syrah ottenuto dalla macerazione di 20 giorni sulle bucce e 20 mesi di affinamento in anfora.

    Un olfatto ricco di frutti rossi di Cassis e Ribes nero, sbuffi di cacao e liquirizia che vertono sulle note speziate e leggere di tabacco al profilo gustativo. Un vino leggiadro, goloso, di ottimo equilibrio.

     

    Il Vecchio Poggio, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Il Vecchio Poggio, foto di Cristina Santini, articolo: Ciociaria da Bere 2023, Basso Lazio di Cristina Santini
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023

    Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023

    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger.

    Redazione

    Una grande passione per liquori, distillati, gin e birre artigianali, tutto rigorosamente fatto in casa. Così Manfred Volgger, proprietario del wellness hotel Gassenhof 4 Stelle Superior in Val Ridanna, arricchisce ulteriormente l’esperienza di soggiorno dei suoi ospiti, esperti, appassionati o semplicemente curiosi e li conduce in un viaggio sensoriale alla scoperta dei segreti e dei trucchi di questo mondo tanto interessante quanto coinvolgente, da vivere tra le mura della sua distilleria e del suo birrificio.

     

    Distillati e birre artigianali all'Hotel Gassenhof 2023, foto da sito
    Distillati e birre artigianali all’Hotel Gassenhof 2023, foto da sito

    Il wellness hotel Gassenhof, struttura di alto livello che offre ai suoi visitatori esperienze di soggiorno eccellenti sia dal punto di vista benessere che gourmet, amplia la sua offerta con l’aggiunta di un altro tassello, tanto insolito quanto interessante: un viaggio sensoriale alla scoperta della produzione di liquori, grappe, birre e gin, tutto di produzione propria.

    L’artefice e autore di questo mondo coinvolgente è Manfred Volgger, proprietario della struttura oltre che grande appassionato del settore, il quale ha dato vita, poco distante dall’hotel, a una vera e propria distilleria e a un birrificio artigianale, due luoghi magici dove le sue idee geniali vengono trasformate in vere e proprie creazioni da degustare.

    «Mi sono appassionato al mondo della distilleria in modo graduale e quello che era, inizialmente, solo un interesse, lo ho man mano trasformato in qualcosa di concreto a partire dal 2012, cimentandomi nella produzione di grappe, liquori, birre… E anche di Gin. Anzi, sono proprio i Gin direi, la parte più cult e originale della mia produzione. Ho cercato di trasformare quelle che erano solo idee nella mia testa in qualcosa di reale e, ad oggi, sono soddisfatto: la selezione di prodotti è vasta e sono tutti di qualità, unici nel loro genere; inoltre, vengono sempre molto apprezzati dagli ospiti» racconta Manfred Volgger.

    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger, foto da comunicato stampa
    Gita con degustazione distillati e birre artigianali a base di erbe e frutti locali al wellness hotel Gassenhof. In Val Ridanna, Alto Adige, e in compagnia del proprietario Manfred Volgger, foto da comunicato stampa

    Per quanto riguarda i liquori, la scelta è davvero varia: Manfred ne produce al lampone, al pino mugo, alla menta, all’achillea; e ancora: gemme di abete rosso, asperula, mirtillo nero e sambuco. A proposito di grappa, invece, vanno per la maggiore quelle alla mela: mela e imperatoria, una pianta erbacea perenne che cresce negli ambienti montani e si conserva bene al fresco, nel sottobosco, mela e zenzero oppure mela e sambuco; chi ama la frutta trova anche la grappa alle fragole e all’albicocca; per finire, quella alle gemme di abete rosso e di vinaccia di Gewürztraminer.

    La produzione di birre Manfred, foto da comunicato stampa
    La produzione di birre Manfred, foto da comunicato stampa

    Anche nella produzione di birre Manfred mette tutta la sua passione e sottolinea che è un ingrediente fondamentale, questo, quando si vuole dare vita a tante varietà diverse ma sempre accomunate dall’alta qualità. «Per le nostre birre impieghiamo esclusivamente prodotti naturali e non facciamo uso di additivi chimici» specifica Manfred, il quale, durante le visite racconta tutti i segreti del mestiere e spiega in cosa consiste il lavoro di un vero mastro birraio, con tutti i processi necessari per giungere ad un prodotto finito puro e dall’aroma inconfondibile.

    Ultimi, ma certo non per importanza, i Gin:

    sono tre quelli attualmente prodotti, l’ArGINtum, Slow Gin, l’ArGINtum, London Dry Gin e l’ArGINtum, Navy strength Gin.

    1. Il primo presenta note di mandorla e sfumature di ribes rosso e ciliegia, inoltre è leggermente addolcito dall’aggiunta dello zucchero. Nel complesso risulta secco e dolce con una leggera nota amara.
    2. Il secondo presenta un forte sapore di ginepro abbinato a un sentore resinoso tipico delle bacche accuratamente coltivate in montagna, inoltre, chi degusta percepisce sottili sfumature di lavanda e buccia di lime.
    3. L’ArGINtum, London Dry Gin ha una gradazione alcolica del 47% ed è meno corposo e forte rispetto al terzo che è davvero speciale, soprattutto per i più esperti: il suo sapore, puro, è totalmente incentrato sulla bacca di ginepro che si sprigiona proprio grazie alla maggiore gradazione alcolica.
    Gli ambienti dell'Hotel Gassenhof, foto da sito
    Gli ambienti dell’Hotel Gassenhof, foto da sito

    Manfred Volgger ci tiene a lasciare il segno e, soprattutto, a rendere partecipi i suoi ospiti di un’esperienza a 360° davvero completa. Proprio per questo, ogni visita termina con una bella degustazione in compagnia, seduti tutti insieme attorno al tavolo del suo birrificio, tra una chiacchiera e l’altra, sorseggiando le sue speciali creazioni che, per chiunque lo desideri, appassionati e non solo, sono anche acquistabili, magari su consiglio dell’esperto.

    Da comunicato stampa

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  • Interventi straordinari dei vini d’Abruzzo 2023

    Interventi straordinari dei vini d’Abruzzo 2023

    Approvati interventi straordinari per salvaguardare il mercato dei vini d’Abruzzo

    Redazione

    Per la vendemmia 2022 blocage per raggiungere un equilibrio tra domanda e offerta.

    Logo Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, immagine da comunicato stampa
    Logo Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, immagine da comunicato stampa

    Su proposta del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, il Tavolo Verde – con Regione Abruzzo, associazioni di categoria e Consorzi – ha approvato gli interventi straordinari per ridurre l’offerta di Montepulciano d’Abruzzo.

    presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi, foto da comunicato stampa
    Presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi, foto da comunicato stampa, articolo: Interventi straordinari dei vini d’Abruzzo 2023

    “Il Consorzio da anni crede che sia necessario utilizzare sistemi di regolamentazione del mercato. Da sempre il Montepulciano d’Abruzzo soffre un ribasso dei prezzi dettato da un eccesso di produzione; da un’attenta analisi, elaborata dal nostro comitato tecnico, dell’attuale andamento della Denominazione e dei possibili scenari del mondo del vino, era quindi fondamentale intervenire in questa direzione”, spiega il presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi.

    “L’obiettivo è quello di superare – con questi interventi – gli squilibri tra domanda e offerta in vista della prossima vendemmia; vogliamo così consolidare il valore del nostro vino e il suo posizionamento, a beneficio dei produttori e di tutto il territorio”, conclude il presidente.

    Alcune vigne abruzzesi, foto da comunicato stampa
    Alcune vigne abruzzesi, foto da comunicato stampa, articolo: Interventi straordinari dei vini d’Abruzzo 2023

    Il fine sarà perseguito – grazie al via libera dato dalla Regione – con gli strumenti previsti dall’articolo 39 (comma 4) del Testo unico della vite e del vino Legge 238 del 12/12/2016, “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”. La proposta di richiesta di attivazione alla Regione era stata approvata dall’assemblea del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo il 4 gennaio 2023.

    Nello specifico verrà regolamentato lo stoccaggio dei vini, in modo da gestire i volumi di prodotto disponibili, con il blocage del 20% di Montepulciano d’Abruzzo Doc rivendicato nell’annata 2022. Dal provvedimento sono esclusi il vino biologico e il vino delle cantine che imbottigliano tutta la loro produzione.

    Da comunicato stampa

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  • San Valentino 2023 a Milano da Dada in Taverna

    San Valentino 2023 a Milano da Dada in Taverna

    SAN VALENTINO A MILANO DA DADA IN TAVERNA

    Redazione

    Un menù sofisticato e afrodisiaco dedicato agli inguaribili romantici per trascorrere una piacevole serata con la propria dolce metà

    San Valentino 2023 a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa
    San Valentino 2023 a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa

    Per celebrare la festa degli innamorati, seguendo quell’intramontabile cliché che ci piace così tanto – una cena a lume di candela –, gli Chef Paolo Anzil e Davide La Grotteria di DaDa in Taverna, uno dei ristoranti di riferimento nel panorama meneghino, sono pronti con un menù da “perdere la testa” per offrire una serata perfetta, proprio come la desideriamo.

    Chef Paolo Anzil, San Valentino a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa
    Chef Paolo Anzil, San Valentino a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa

    La proposta per questo San Valentino prevede un menù a base di uno degli ingredienti più afrodisiaci per eccellenza: il pesce, con molluschi e crostacei, preparati con diverse cotture, in diverse consistenze. Cinque le portate che raccontano la grande creatività degli chef. Ancora una volta hanno voluto stupirci creando piatti sorprendenti, selezionando spezie e ingredienti raffinati di primissima qualità e optando per ortaggi di stagione.

    Si inizia con un’entrée di cappasanta ai carboni, cardo gobbo del Monferrato, con bagna cauda alle ostriche; segue un antipasto dal sapore delicato ma al contempo molto complesso: una terrina d’astice e the jasmine, brodo di spinaci e cardamomo, un mix sorprendete per naso e palato.

    Davide La Grotteria, San Valentino a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa
    Sous Chef Davide La Grotteria, San Valentino a Milano da Dada in Taverna, foto da comunicato stampa

    Il primo gioca su sapori e consistenze: Zuppetta tiepida di grano cotto e zenzero, insalata d’inverno cotta e cruda, bottarga di muggine che esalta il gusto.

    Per continuare, un piatto davvero particolare non solo per i suoi profumi e sapori ma anche per l’estetica e le scelte cromatiche: Corba rossa del Gargano cotta alle fave di cacao, scalogno fondente, amaranto e fiori di broccolo.
    Due piatti serviti contemporaneamente: in uno il pesce con l’amo – a simboleggiare la conquista del cuore della persona amata – e nell’altro, il filo con le sole guarnizioni previste per questa pietanza.

    E per sugellare questo inno culinario a Eros e ai suoi seguaci, tra gli ingredienti per questo appuntamento non poteva certo mancare il frutto della passione scelto per un finale in bellezza e dolcezza. Viene infatti proposto come sorbetto con foglia ostrica, castagne e mela verde.

    Piatti eleganti e ricercati che fanno sognare, con colori vivaci per far sì che il piatto possa essere mangiato anche con gli occhi!

    L'atmosfera e ambiente di Dada in Taverna, foto da comunicato stampa
    L’atmosfera e ambiente di Dada in Taverna, foto da comunicato stampa

    MENU’

    Cappasanta ai carboni, cardo gobbo del Monferrato, bagna cauda alle ostriche

    Terrina d’astice e the jasmine, brodo di spinaci e cardamomo

    Zuppetta tiepida di grano cotto e zenzero, insalata d’ inverno cotta e cruda, bottarga di muggine

    Corba rossa del Gargano cotta alle fave di cacao, scalogno fondente, amaranto e fiori di broccolo

    Sorbetto al frutto della passione e foglia ostrica, castagne e mela verde

    70 euro bevande escluse

    Si propone un abbinamento di vini al calice consigliato, al costo di 30 euro per persona oppure di champagne al costo di 50 euro per persona

    Uno dei piatti proposti da Dada in Taverna, foto da sito
    Uno dei piatti proposti da Dada in Taverna, foto da sito

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  • L’Altra Toscana chiuderà le Anteprime di Toscana 2023

    L’Altra Toscana chiuderà le Anteprime di Toscana 2023

    L’Altra Toscana andrà a chiudere la settimana delle Anteprime

    Redazione

    Appuntamento – per tanti giornalisti nazionali e internazionali e per gli operatori del settore – per il 17 febbraio a Palazzo degli Affari a Firenze.

    Il lavoro di squadra di dodici Consorzi di Tutela e tutte le nuove annate dei rispettivi vini DOP e IGP per raccontare quella Toscana meno conosciuta che va ad arricchire la proposta vinicola della regione.

    Logo L'Altra Toscana, da comunicato stampa
    Logo L’Altra Toscana, da comunicato stampa

    “L’anno scorso alla prima edizione de L’Altra Toscana eravamo in 10, quest’anno i consorzi sono diventati 12, a testimoniare la grande poliedricità della proposta enologica dei nostri territori e la forza riconosciuta al nostro progetto. Un progetto che da un lato – con l’unione – dà un impatto di immagine ai vini di questi Consorzi e, dall’altro – con un’offerta unica per varietà – va incontro anche alle esigenze di operatori continuamente alla ricerca di novità da proporre a consumatori sempre più curiosi”, spiega Francesco Mazzei alla guida dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.

    L’Altra Toscana chiuderà la settimana dedicata alle Anteprime. Nella giornata del 17 febbraio si terrà – a Palazzo degli Affari a Firenze – la degustazione dei vini delle DOP e IGP Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra. Protagonisti saranno tutti questi territori più “nascosti”, dove la vite si coltiva da secoli e dove, accanto agli storici produttori locali, nomi blasonati dell’enologia italiana portano nei calici qualità e identità.

    Oltre 330 etichette con due speciali degustazioni guidate da Gabriele Gorelli Master of Wine che avranno come tema: “Dreaming of a White Tuscany” e “I pilastri del Supertuscan: Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon”. “

    Con i dati di consumo che indicano un successo globale dei vini bianchi, l’Altra Toscana si presenta con otto vini da cinque Consorzi che hanno fatto di questo colore il proprio portabandiera. Da varietà simbolo come il Trebbiano, il Vermentino e l’Ansonica al Sauvignon Blanc, in vari stili e declinazioni ma tutti inconfondibilmente toscani”, commenta così la scelta della prima masterclass Gabrielle Gorelli.

    Prima masterclass Gabrielle Gorelli, articolo: L'Altra Toscana chiuderà le Anteprime di Toscana 2023, foto da comunicato stampa
    Prima masterclass Gabrielle Gorelli, articolo: L’Altra Toscana chiuderà le Anteprime di Toscana 2023, foto da comunicato stampa

    “Il Consorzio Vino Toscana si presenta invece come un’entità nuova che abbraccia e codifica quella che è stata, ormai più di cinquant’anni fa, una grande innovazione e che oggi rappresenta un vino iconico soprattutto nella versione Supertuscan; la degustazione sarà con nove vini a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, che dimostreranno come queste varietà così diverse si completino nel creare dei vini che sono ora dei classici inconfondibilmente toscani nonostante, soprattutto due di queste varietà, siano tra le più impiantate in diverse zone di tutto il mondo”, conclude Gorelli a proposito dei Supertuscan.

    Per approfondire ulteriormente i Consorzi hanno studiato anche cinque percorsi tematici:

    L'Altra Toscana la presenza di Gabriele Gorelli, foto da comunicato stampa
    L’Altra Toscana la presenza di Gabriele Gorelli, foto da comunicato stampa

    I blend di Sangiovese, un percorso dedicato a tutti i vini rossi e rosati prodotti con un minimo del 10% ad un massimo dell’80% di questo vitigno, in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali.

    Gli internazionali, che si snoda tra tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con varietà internazionali, sia in purezza che in blend tra loro. I bianchi, con un percorso che apre una vetrina su tutti i vini bianchi de L’Altra Toscana presenti a catalogo, ottenuti sia da vitigni autoctoni che da varietà internazionali, compresi i vini spumanti.

    Il Sangiovese, con protagonisti tutti i vini Rossi e Rosati prodotti con almeno l’85% di uve di questo vitigno. Infine Gli Altri Autoctoni, la vetrina che accende i riflettori su tutti i vini rossi prodotti con varietà autoctone diverse dal Sangiovese, sia in purezza che in blend tra loro (Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Canaiolo, Montepulciano).

    La regia de L’Altra Toscana è stata affidata anche quest’anno a Scaramuzzi Team, con sede a Firenze, che vanta una grande esperienza nell’organizzazione di eventi con un focus particolare nel settore del vino.

    Come di consueto la Settimana delle “Anteprime di Toscana” verrà inaugurata da PrimAnteprima, l’evento promosso da Regione Toscana insieme alla Camera di Commercio di Firenze e organizzato da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. PrimAnteprima 2023 è in programma la mattina di sabato 11 febbraio presso il Cinema La Compagnia di Firenze.

    Dove e orari

    L’ALTRA TOSCANA

    FIRENZE Palazzo degli Affari, Piazza Adua, 1

    9.00 – 19.00 Ingresso solo su prenotazione

    Da comunicato stampa

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  • Sentiero Anna, alla ricerca di erbe spontanee 2023

    Sentiero Anna, alla ricerca di erbe spontanee 2023

    Il sentiero Annaweg, in Alto Adige, un percorso da esplorare per cogliere lo spirito più autentico della Valle Aurina, alla ricerca di erbe spontanee, racconti mitologici e piatti genuini del territorio.

    Redazione

    Un viaggio fisico e spirituale quello del sentiero Annaweg, fatto di leggende antiche e misteriose e di scoperte sorprendenti. L’area vacanze Valle Aurina affascina gli ospiti in ogni suo aspetto, dalle splendide vette, ai pittoreschi paesaggi, dall’accoglienza genuina della sua gente ai gustosi piatti realizzati con le erbe alpine di queste montagne selezionate con amore e sapienza dall’esperta Anneres Ebenkofler.

    Il sentiero Annaweg, in Alto Adige, foto da comunicato stampa
    Il sentiero Annaweg, in Alto Adige, foto da comunicato stampa

    Il sentiero “Annaweg” offre in questo periodo invernale lo spettacolo seducente della neve, con il suo candido manto e quell’aria di freschezza, in un gioco di sensazioni che rasserena lo spirito.

    Sentiero Annaweg, alla ricerca di erbe spontanee 2023, foto da comunicato stampa
    Sentiero Annaweg, alla ricerca di erbe spontanee 2023, foto da comunicato stampa

    L’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, è uno scrigno di tesori da scoprire e vivere in ogni stagione e il sentiero Annaweg è uno di questi. Un percorso immerso nella natura, adatto a tutti, da esplorare lentamente per cogliere ogni dettaglio e abbandonarsi alla vista di panorami mozzafiato, in ogni periodo dell’anno anche in inverno con la neve.

    UN SENTIERO MILLE STORIE

    il sentiero “Annaweg” é un tracciato agevole da percorrere grazie ai suoi gradini torniti, foto da comunicato stampa
    Il sentiero “Annaweg” é un tracciato agevole da percorrere grazie ai suoi gradini torniti, foto da comunicato stampa

    Impreziosito da abeti rossi, larici e pini, il sentiero “Annaweg” é un tracciato agevole da percorrere grazie ai suoi gradini torniti, molto facile da individuare grazie ai pannelli in legno che ne indicano la direzione.

    Un sentiero incastonato tra l’antica chiesetta del ‘500 della frazione di Acereto a Campo Tures, con la sua architettura gotica e la sua caratteristica torre campanaria e il Moosmair Mooseum, all’interno del Moosmair Farmhotel, dove una visita è d’obbligo per ammirare i suoi cimeli del passato che raccontano perfettamente la vita contadina e della montagna.

    Si salgono le scale in legno senza fretta, in uno scenario creato ad arte e intervallato da stazioni artistiche nella selva e muri realizzati a secco che fanno da cornice agli elementi naturali del paesaggio alpino, in un connubio armonico che invita a farsi cullare dalla natura e dallo scorrere del tempo.

    Si affronta il sentiero con spirito avventuroso e aperto, alla ricerca di una natura autentica come solo la Valle Aurina può offrire; un territorio carico di storie e di mitologia che si perde nella notte dei tempi come quelle legate alle tre divinità della vegetazione.

    Wilbeth è la dea celtica della Luna e rappresenta il percorso della vita con lo scorrere del tempo, Borbeth è la dea del Sole che simboleggia la vita e la morte e infine Ambeth, ultima ma non meno importante, la prima dea della Terra madre e progenitrice, simboleggia il ciclo eterno di vita-morte e rinascita. Storie ancestrali e affascinanti, saperi antichi preservati e tramandati di generazione in generazione attraverso i secoli.

    Wilbeth è la dea celtica della Luna, foto da internet
    Wilbeth è la dea celtica della Luna, foto da internet

    Nel punto più alto del percorso, poco prima della meta, la vista mozzafiato è senza uguali e invoglia a concedersi una breve sosta rigenerante, accarezzati dai rami di un albero di ciliegio. Attraversare il sentiero “Annaweg” innevato è un’esperienza da provare sempre, il bianco brillante della neve sugli alberi e tutt’intorno al percorso trasforma ogni passeggiata in una giornata da ricordare con gli inseparabili ramponcini e bastoni da neve.

    LE ERBE SPONTANEE UN PATRIMONIO DELLA VALLE AURINA

    Le erbe alpine che crescono nell’area vacanze Valle Aurina sono un vero e proprio tesoro, lo sapevano le antiche popolazioni che hanno per millenni vissuto questi territori, lo sanno anche al giorno d’oggi coloro che vivono questi luoghi incontaminati. Al Ristorante delle erbe Arcana del Moosmair Farmhotel, Rafano, Ortiche e Cerfoglio selvatico (dal gusto delicato che ricorda molto il basilico) sono solo alcune delle erbe spontanee utilizzate per creare pietanze gustose.

    Le erbe spontanee un patrimonio della Valle Aurina, sentiero Annaweg, foto da comunicato stampa
    Le erbe spontanee un patrimonio della Valle Aurina, sentiero Annaweg, foto da comunicato stampa

    Qui, l’esperta di erbe Anneres Ebenkofler seleziona quelle migliori e più adatte da portare in tavola ai propri ospiti, per svelare il segreto e la ricchezza che ogni pianta spontanea porta con sé.

    «L’anno passato, un po’ per gioco, ho voluto accompagnare gli ospiti del Moosmair Farmhotel in un piccolo itinerario per il vicino sentiero di Anna, alla scoperta del territorio circostante e delle erbe che crescono rigogliose qua intorno.

    Volevo poter condividere le mie conoscenze e le mie esperienze con gli altri e con mio grande stupore ho riscontrato grande interesse in chi mi ascoltava, affascinato dai miei racconti e da quante cose utili e meravigliose si possono fare con le erbe di montagna, ad esempio i nostri distillati e grappe che riscuotono sempre grande successo tra gli ospiti» afferma Anneres.

    Anneres e le sue nozioni sul territorio ed erbe, foto da comunicato stampa
    Anneres e le sue nozioni sul territorio ed erbe, foto da comunicato stampa

    Con le stesse erbe lo Chef Dominik del Ristorante delle erbe Arcana realizza piatti squisiti come risotti al pino mugo con prosciutto di cervo o tartare di manzo bio con pane di pomodoro all’origano selvatico. In Valle Aurina l’utilizzo delle erbe spontanee in cucina, con le loro proprietà depurative, digestive e antinfiammatorie, è una tradizione consolidata da secoli.

    L'area vacanze Valle Aurina, foto da comunicato stampa
    L’area vacanze Valle Aurina, foto da comunicato stampa

    L’area vacanze Valle Aurina è luogo dove gli elementi della natura dialogano all’unisono e toccano l’anima. Un paradiso turistico per tutta la famiglia dove vivere, in ogni stagione, avventure straordinarie e ascoltare storie affascinanti che arricchiscono la vacanza.

    Da comunicato stampa


    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Biofach 2023, Demeter Italia presente e la nuova biodinamica

    Biofach 2023, Demeter Italia presente e la nuova biodinamica

    DEMETER ITALIA partecipa a Biofach dal 14 al 17 febbraio a Norimberga 2023

    Redazione

    La produzione biodinamica italiana approda a Norimberga, in Germania, con Demeter Italia a Biofach, la fiera più importante al mondo dedicata agli alimenti biologici, che quest’anno si terrà dal 14 al 17 febbraio.

    Biofach 2023, Demeter Italia presente e la nuova biodinamica, logo da comunicato stampa
    Biofach 2023, Demeter Italia presente e la nuova biodinamica, logo da comunicato stampa

    Demeter Italia è un’associazione privata di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici, affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (BFDI). Con sede a Parma, Demeter Italia svolge un’attenta azione di controllo sulla produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti, seguendo ogni fase della filiera fino al rilascio della certificazione e all’etichettatura.

    L’Associazione comprende oltre 700 aziende di diverse categorie merceologiche diffuse su tutto il territorio nazionale, che applicano il metodo di agricoltura biodinamico ispirato da Rudolf Steiner nel 1924.

    Demeter Italia a Biofach, foto da comunicato stampa
    Demeter Italia a Biofach, foto da comunicato stampa

    La presenza di Demeter Italia a Biofach prevede uno stand di oltre 350 mq, elaborato dallo studio di architettura organica vivente Forma e Flusso di Milano, in linea con i valori dell’associazione per la scelta dei colori e dei materiali utilizzati per gli allestimenti.

    La biodinamica, Demeter Italia, foto da comunicato stampa
    La biodinamica, Demeter Italia, foto da comunicato stampa

    All’interno dell’area espositiva, che quest’anno sarà vicina a quella della Biodynamic Federation Demeter International per dare continuità al marchio all’interno della fiera, saranno presenti 16 aziende certificate italiane appartenenti a diversi settori merceologici: ortofrutta, aceto, erbe officinali, vino, uva da tavola, salumi, conserve, pasta, legumi, agrumi e formaggi.

    Un paniere completo di prodotti biodinamici rappresentativi della produzione di alta qualità italiana, che sarà presentato nella Hall 6, Stand 6-325 6-219.

    Come nelle edizioni passate, un servizio di catering presso lo stand di Demeter Italia consentirà ai visitatori di assaggiare gustosi piatti con gli ingredienti biodinamici dei produttori affiliati.

    Biodinamica, Demeter Italia, foto da comunicato stampa
    Biodinamica, Demeter Italia, foto da comunicato stampa

    Fondata nel 1990 e a Norimberga dal 1999, la fiera Biofach è interamente dedicata agli alimenti biologici e si svolge in concomitanza con Vinaness, che riguarda prodotti naturali e biologici per la cura della persona. Quest’anno giunta alla sua 34° edizione, dopo l’edizione digitale del 2021 e la Summer Edition nel 2022, Biofach ritorna nella sua sede naturale di febbraio. La Summer Edition 2022 ha visto oltre 24.000 visitatori professionali provenienti da 137 paesi e 2.276 espositori provenienti da 94 paesi.

    Tra i punti di interesse della manifestazione, il Padiglione “Innovation” con varie novità (dolci fatti con legumi, sostitutivi del latte, nuovi imballaggi biodegradabili e molto altro ancora) e i dibattiti su politiche come il commercio equo e solidale, il benessere degli animali, l’uso sostenibile delle risorse naturali e i sistemi alimentari sociali.

    Da comunicato stampa


    Aggiornamenti da sito: https://demeter.it/biodinamica/

    Che cos’è l’agricoltura biodinamica

    Agricoltura biodinamica. Due parole che implicano un modo di lavorare, osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo.

    Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini.

    La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.

    Il profondo legame con la natura e il completo rispetto dei suoi ritmi portano, con l’agricoltura biodinamica, ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli in cui la natura è immersa.

    La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.

    Secondo il metodo biodinamico, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.

    Rendendo vitale la terra ed aumentandone l’attività biologica, le piante crescono in modo naturale, nutrite dall’ecosistema del suolo.

    La concimazione e la cura del terreno sono quindi finalizzate all’ottenimento e al mantenimento di questo equilibrio.

    Per informazioni più approfondite potete consultare il sito nazionale di agricoltura biodinamica e il sito dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica


    Sito evento: https://www.biofach.de/en

    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/

    Sito Associazione: https://demeter.it

    Partners redazione: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti

    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti

    Dal 13 al 15 febbraio i Vini D’Abruzzo al Wine paris & Vinexpo Paris

    Redazione

    Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo sarà per la seconda volta alla fiera francese, porta d’ingresso per il mercato d’oltralpe e verso il nord Europa. Quest’anno focus sul Montepulciano d’Abruzzo, con una masterclass allo stand di Revue du Vin de France

    Logo Consorzio Tutela Vini D'Abruzzo, immagine da comunicato stampa

    Logo Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, immagine da comunicato stampaSarà Parigi, dal 13 al 15 febbraio, la prima vetrina internazionale del 2023 per i vini d’Abruzzo, con la partecipazione di una collettiva guidata dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, a Wine Paris & Vinexpo Paris. La fiera del vino e degli alcolici dedicata agli operatori, propone 3 giorni di incontri, approfondimenti e appuntamenti d’affari su misura, e rappresenta una occasione per consolidare l’exploit messo a segno dall’export enologico abruzzese nel 2022 sul mercato francese.

    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D'Abruzzo presenti, foto da comunicato stampa
    Wine Paris e Vinexpo Paris 2023, Vini D’Abruzzo presenti, foto da comunicato stampa

    “Wine Paris & Vinexpo Paris è una grande opportunità di promozione in Francia, dove nel 2022 le nostre esportazioni sono cresciute del 57% in valore, ma anche verso i mercati del nord Europa grazie alla presenza di operatori di Paesi target, come possono essere Paesi Bassi e Danimarca, dove saremo già la settimana successiva con masterclass e walk around tasting, il 20 febbraio a Rotterdam e il 22 febbraio a Copenaghen”, spiega il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi.

    Lo stand del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo a Parigi sarà organizzato con un’area collettiva formata da 13 aziende e un’area tasting consortile con circa un centinaio etichette di cantine che non saranno presenti fisicamente in fiera.

    Il territorio dei vini d'Abruzzo, foto da comunicato stampa
    Il territorio dei vini d’Abruzzo, foto da comunicato stampa

    A fare da capofila ci sarà sempre il Montepulciano d’Abruzzo, al quale quest’anno è dedicata una speciale masterclass, organizzata in collaborazione e presso lo stand della rivista Revue du Vin de France e guidata da Jérémy Cukierman Master Of Wine, a ulteriore dimostrazione del crescente interesse per un vino in grado di conquistare ampie fasce di consumatori, grazie alla sua complessità unita all’eleganza di aromi a profumi caratteristici delle specifiche zone di origine.

    “La promozione realizzata dal Consorzio all’estero è molto importante per i nostri produttori, che investono sempre più sulla qualità dei propri vini e sui mercati internazionali non solo aumentando i volumi ma anche il valore dell’export, cresciuto del 10% nel 2022 e del 90% dal 2010. Con il riconoscimento dell’Abruzzo come Regione Vinicola dell’Anno da parte della rivista Wine Enthusiast, quest’anno abbiamo un’importante carta in più da giocare a Parigi e nel resto del mondo”, conclude il presidente Nicodemi.

    L’intenso programma 2023 di iniziative promozionali del Consorzio all’estero ha visto già la realizzazione di trasferte negli Usa prima del Wine Paris & Vinexpo Paris: dall’1 al 9 febbraio negli Usa con masterclass e walk around tasting a Las Vegas, Charleston, Miami, Dallas e Houston, mentre è in calendario uno speed tasting il 14 febbraio a Shanghai in Cina.

    Da Comunicato stampa


    Approfondimenti da sito: https://wineparis-vinexpo.vinexposium-connect.com/
    Logo di Wine Paris e Vinexpo paris 2023, immagine da sito
    Logo di Wine Paris e Vinexpo paris 2023, immagine da sito

    3 GIORNI PER TASTARE IL POLSO A UN MONDO CHE CAMBIA E SUPERARE I LIMITI.

    Con il tema centrale “World in Motion“, la fiera Wine Paris & Vinexpo Paris 2023 abbraccia il cambiamento costante e si è data la missione di avventurarsi in territori inesplorati attraverso oltre 100 degustazioni, masterclass e dibattiti multiformi.

    Parliamo di vino, foto da sito
    Parliamo di vino, foto da sito

    PARLIAMO DI VINO!

    Con il patrocinio dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), 16 discussioni stimolanti sui nuovi modi di produrre e bere il vino nel mondo.

    LE MASTERCLASS

    Quasi 40 masterclass di alto livello per immergersi nel cuore di specifiche regioni vinicole con i migliori esperti in materia.

    LE PROSPETTIVE TECNOLOGICHE DEL VINO

    Un’area dedicata all’innovazione e alla digitalizzazione all’interno del settore per fornire supporto a tutti gli stakeholder nella fase di transizione e di risposta alle nuove sfide del mercato.

    Il bar infinito, foto da sito
    Il bar infinito, foto da sito

    IL BAR INFINITO
    Progettato per mostrare lo spirito creativo dei migliori mixologist presenti a Be Spirits, l’Infinite Bar ospiterà quest’anno 5 bar europei, 5 bar delle regioni francesi e 10 bar parigini distribuiti su un enorme bancone lungo 40 metri.

    SPEAKEASY
    L’area Speakeasy, che fa parte di Be Spirits, lo spazio dedicato agli alcolici della mostra, offrirà una serie di masterclass, conferenze ed eventi incentrati sugli alcolici e sulla mixologia.

     

    PROGRAMMA DETTAGLIATO
    Conferenze, masterclass, degustazioni, interviste… Il programma per giorno, per ora e per luogo!

    Il programma, foto da sito
    Il programma, foto da sito

    LE DEGUSTAZIONI LIBERE
    Alcune emozioni possono essere trasmesse solo attraverso le degustazioni. Scoprite 1.500 vini, tra cui la selezione internazionale di Valeria Gamper, 2022 Miglior Sommelier delle Americhe.

    IL VILLAGGIO RVF
    La Revue du Vin de France curerà delle masterclass per un pubblico selezionato, in modo che possiate ampliare le vostre conoscenze con i migliori specialisti del mondo.

     

    Da Redazione, Carol Agostini


    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/
  • Fonzone Caccese e i suoi vini sartoriali 2022/2023

    Fonzone Caccese e i suoi vini sartoriali 2022/2023

    NEL CUORE DELL’IRPINIA, L’AZIENDA FONZONE CACCESE PRODUCE VINI SARTORIALI CHE RACCONTANO IL TERRITORIO RICERCANDO L’ECCELLENZA

    Redazione

    Su un colle di circa trenta ettari, nelle campagne di Paternopoli (in provincia di Avellino), all’interno della DOCG Taurasi, sorge una moderna cantina che domina un paesaggio mozzafiato scandito da vigneti di Aglianico, Falanghina, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo. Siamo nel cuore dell’Irpinia, terra di grandissimi vini apprezzati in tutto il mondo, ed è qui che la famiglia Fonzone Caccese ha scelto di realizzare il suo sogno:

    coltivare le varietà autoctone per produrre 8 vini sartoriali che raccontano nel bicchiere l’amore e il rispetto per il territorio, ma anche il valore dell’appartenenza ad una grande famiglia che condivide da sempre la passione per una viticoltura di precisione, finalizzata ad una produzione di altissima qualità.

    Fonzone Caccese e i suoi vini sartoriali 2023, foto da comunicato stampa
    Una passione di famiglia

    Fondata nel 2005 da Lorenzo Fonzone Caccese, medico chirurgo con la passione per il vino, sin da subito l’azienda ha deciso di sposare un approccio sostenibile, sia in vigna che in cantina, per realizzare vini bianchi, rossi e rosati profumati, cremosi e longevi assecondando i ritmi di madre natura e preservando la biodiversità.

    Mappa dell'Irpinia produttiva, foto da internetMappa dell’Irpinia produttiva, foto da internetOggi, la nuova generazione della famiglia Fonzone Caccese, rappresentata dai figli e dalle rispettive mogli, ha raccolto il testimone dimostrando di proseguire quel cammino alla ricerca dell’eccellenza avviato dal fondatore.

    Siamo una grande famiglia unita da un sogno comune – dice la produttrice Silvia Campagnuolo Fonzone – quello di realizzare vini capaci di raccontare l’Irpinia e i suoi vitigni straordinari. Lorenzo Fonzone, oltre alla passione per il vino, ci ha trasmesso valori importanti come l’impegno, la precisione, l’ordine e il rispetto per la natura. Noi vogliamo fare tesoro di questi insegnamenti e seguire il solco che lui ha tracciato per poi trasmettere questa preziosa eredità ai nostri figli. Abbiamo scelto di fare vino e di farlo bene, con cura e amore”.

    Foto aerea della Tenuta Fonzone, foto da sito
    Foto aerea della Tenuta Fonzone, foto da sito

    Nella tenuta di 30 ettari si coltivano le varietà simbolo dell’Irpinia: Aglianico (circa 12 ettari), Fiano d’Avellino (2 ettari), Falanghina (3 ettari) e Greco di Tufo (1 ettaro e mezzo). Nei vigneti non vengono utilizzati diserbanti e la difesa fitopatologica è in accordo con i criteri di lotta integrata.

    Cantina Fonzone, foto da sito
    Cantina Fonzone, foto da sito

    Il suolo viene trattato solo con concimi organici e sovesci e la potatura mira al rispetto della pianta e ad un carico di produzione molto basso per migliorare la qualità delle uve. Per favorire il più possibile la biodiversità, lo spazio interfilare è gestito con la tecnica dell’inerbimento di piante spontanee.

    L’equilibrio tra leguminose, graminacee ed altre specie è regolato con gli sfalci, e nelle aree di bordura sono state piantate essenze erbacee per offrire l’habitat ideale agli insetti impollinatori. L’azienda, che nel giro di pochi anni otterrà la certificazione biologica, è accompagnata in questo cammino dall’enologo consulente di riconosciuta fama Luca D’Attoma, pioniere della viticoltura biologica e grande esperto di biodinamica.

    “Un territorio così straordinario aveva bisogno di mani esperte per esaltarne le caratteristiche – afferma Silvia Campagnuolo Fonzone – ed è per questo che abbiamo scelto di affidarci alla competenza e al talento di un grande enologo come Luca D’Attoma. La sua filosofia è quella di esplorare, sperimentare e valorizzare vitigni e territori per creare, con intuito e lungimiranza, vini unici”. Ad affiancarlo, seguendone le linee guida, l’enologo Francesco Moriano.

    Cassetta di uva della Tenuta Fonzone, foto da sito
    Cassetta di uva della Tenuta Fonzone, foto da sito

    Il territorio

    L’azienda agricola Fonzone Caccese si trova a Paternopoli, in provincia di Avellino, uno dei diciassette comuni dell’areale della DOCG Taurasi. Il colle su cui sorge la cantina si colloca nella sottozona “Campi Taurasini” ed è circondato dai comuni di Villamaina, Castelfranci e Gesualdo. I vigneti si estendono sui due versanti dell’altura, beneficiando di molteplici esposizioni e di un’altitudine che varia dai 360 m ai 430 m/slm.

    La collina comprende sia suoli argilloso – calcarei che suoli a tessiture più sciolte, di chiara origine sedimentaria, ed è circondata dai torrenti Fredane ed Ifalco, che ne influenzano il microclima caratterizzato da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Inoltre, data la vicinanza in linea d’aria con il Vesuvio, nel sottosuolo è presente polvere vulcanica, deposito delle eruzioni avvenute nel corso dei secoli.

    La tenuta si completa con i vigneti situati a San Potito Ultra, Parolise, Altavilla Irpina e Montefusco con altitudini che, in alcuni casi, raggiungono fino ai 650 sul livello del mare.

    “Campi Taurasini” della Tenuta Fonzone, foto da sito
    “Campi Taurasini” della Tenuta Fonzone, foto da sito

    I Vini

    L’azienda agricola Fonzone Caccese produce 8 vini monovarietali che valorizzano le caratteristiche straordinarie dei vitigni simbolo dell’Irpinia.
    Dai vigneti di Aglianico si ottengono tre vini: Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva, Irpinia Rosato DOC e una nuova etichetta che verrà svelata a breve.

    Da quelli coltivati a Falanghina si ricava, invece, Le Mattine Falanghina Irpinia DOC, mentre il Fiano d’Avellino DOCG proviene dai vigneti di San Potito Ultra e il Sequoia Fiano d’Avellino DOCG Riserva da quelli di Parolise. A completare la gamma, il Greco di Tufo DOCG e Oikois Greco di Tufo DOCG Riserva realizzati con le uve raccolte ad Altavilla Irpina e Montefusco.

    La massima espressione dell’Aglianico si ritrova nello Scorzagalline Taurasi DOCG Riserva, un vino di grande struttura, con una complessità aromatica molto coinvolgente, destinato a raccontarsi nel tempo. Ottenuto dalle migliori uve provenienti dalla sezione più alta del vigneto, situato a 430 m s.l.m., al naso si presenta di grande complessità e finezza e al palato avvolgente, intenso e persistente.

    Sempre a base di Aglianico è l’Irpinia Rosato DOC realizzato con le uve provenienti dai vigneti situati nelle zone più fresche della collina. Color cerasuolo con sfumature rosso corallo, è caratterizzato da un profumo molto intenso di fragola ed erba fresca.
Ha un ingresso al palato potente, ma mai invadente, e in bocca risulta piuttosto sapido.

    Uva della Tenuta Fonzone, foto da sito
    Uva della Tenuta Fonzone, foto da sito

    La gamma dei bianchi di Fonzone si apre con Le Mattine Irpinia Falanghina DOC, prodotto con uve provenienti da un vigneto situato a 380 m s.l.m., in prossimità del torrente Ifalco. Piacevolmente fresca e strutturata, questa Falanghina si caratterizza per la sua rotondità, l’equilibrio ed il sapore che ricorda la pasticceria secca.

    Dall’ettaro e mezzo di vigneti situati a Parolise si ottiene, invece, il Sequoia Irpinia Fiano D’Avellino DOCG Riserva, presentato da poco sul mercato. Le particolari condizioni pedoclimatiche della zona favoriscono una lenta e sana maturazione delle uve che si conclude a novembre con una vendemmia tardiva, quando i grappoli vengono raccolti per compiere delle microvinificazioni. Il Sequoia si caratterizza per un piacevole equilibrio fra la dolcezza, data dalla maturità del frutto e dal legno, e l’acidità. Persistente nel finale, mostra lievi sentori tostati.

    La vendemmia in Tenuta Fonzone, foto da sito
    La vendemmia in Tenuta Fonzone, foto da sito

    Il Fiano di Avellino DOCG è prodotto, invece, con uve provenienti da San Potito Ultra, a 500 m s.l.m. e si distingue per l’eleganza e la delicatezza dei sentori. Al palato è fresco ed equilibrato, viscoso e molto persistente.

    Il Greco di Tufo DOCG di Fonzone nasce dai vigneti di Altavilla Irpina e Montefusco che crescono lungo ripidi pendii tra i 650 e i 450 m s.l.m. Il microclima, i terreni argilloso-tufacei-calcarei e le basse rese conferiscono caratteri esclusivi alle uve che, alla raccolta, si presentano di un caratteristico giallo carico. E’ un vino morbido, succoso, con un finale lungo che svela gradevoli sensazioni di albicocca secca. Infine, con i migliori grappoli raccolti esclusivamente dai vigneti di Altavilla Irpina si realizza Oikois Greco di Tufo DOCG Riserva, un bianco strutturato, complesso, profumato che insieme al Sequoia Irpinia Fiano D’Avellino DOCG Riserva rappresenta la grande novità del 2022.

    Il progetto della cantina

    La moderna cantina che domina i vigneti, copre una superficie complessiva di circa 2.000 mq ed è quasi del tutto ipogea, sia per mimetizzarsi nel paesaggio che per sfruttare fattori naturali consoni alla lavorazione delle uve e all’affinamento del vino.

    La Famiglia Fonzone, foto da sito
    La Famiglia Fonzone, foto da sito

    Il progetto architettonico, realizzato dello studio Sifola & Sposato Architetti, nasce, infatti, dal desiderio di creare un impianto produttivo intimamente legato al territorio, capace di integrarsi e di dialogare con la morfologia collinare circostante, rendendolo il meno invasivo possibile.
    Pavimenti rosso fuoco, elementi di vetro e acciaio rendono la sala che ospita le bottiglie uno spazio di grande impatto visivo, teatro di degustazioni e momenti di incontro.

    Da comunicato stampa


    Sito cantina: http://www.fonzone.it

    Sito ufficio stampa: https://www.zedcomm.it/

    Siti partners: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • PIWI 2023 – sarà una Rivoluzione di Rosaria Benedetti

    PIWI 2023 – sarà una Rivoluzione di Rosaria Benedetti

    Il costante e decisivo incremento della produzione di vini PIWI è stato confermato nel corso della 2° Rassegna dei Vini da uve resistenti organizzata dalla Fondazione Mach.

    Di Rosaria Benedetti

    La Fondazione Edmund Mach, Scuola di Formazione ed Ente privilegiato di Ricerca, con sede nell’antico affascinante monastero agostiniano di San Michele all’Adige, ha organizzato nel novembre scorso la 2° edizione della Rassegna nazionale dei vini PIWI con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le varietà “sostenibili”, nate per offrire resistenza (o meglio tolleranza) alle principali malattie della vite: oidio e peronospora.

    Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti
    Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti

    L’accresciuto numero dei vini presentati è la prova tangibile dell’interesse crescente con il quale il mondo vitivinicolo guarda alle varietà “pilzwiderstandfaehig” cioè resistenti agli attacchi fungini, nell’acronimo Piwi: 82 campioni per 44 aziende suddivisi in 6 categorie, bianchi, frizzanti, spumanti charmat, spumanti metodo classico, orange e rossi sono stati valutati in due sedute di degustazione alla cieca, il 9 e 10 novembre us.

    La doppia Commissione per totali 30 commissari era così composta: 5 giornalisti, 5 sommelier, 5 comunicatori del vino, 5 ricercatori universitari, 10 enologi-enotecnici.

    Lo stato dell’arte

    Il riscontro normativo, con il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre 2021, nel quale l’Unione Europea ha concesso il suo via libera all’inserimento dei “PIWI” nei vini a Denominazione di Origine, ha dato maggiore solidità a progetti fino ad oggi sorretti quasi unicamente dalla volontà dei singoli, ma purtroppo l’ Italia ancora annaspa tra cavilli formali (se non addirittura meramente linguistici) ed è in grave ritardo nel recepire la disposizione europea.

    Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

    Nelle scelte legate all’innovazione genetica in viticoltura, la Germania invece, riconosciuto precursore delle ricerche nel campo degli incroci, è la nazione europea più avanzata mentre anche la Francia ha già predisposto e avviato un significativo quanto ambizioso programma di innovazione con l’obiettivo di selezionare, entro il 2030, varietà che siano durevolmente resistenti all’oidio e alla peronospora e che al contempo (cosa non da poco!) riescano a preservare la tipicità dei vini di Champagne.

    La degustazione

    Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell'autrice
    Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell’autrice

    Nonostante qualche spigolosità riscontrata nei rossi e nei frizzanti e la freschezza forse estrema di alcuni campioni di vini bianchi, l’impressione all’assaggio è generalmente molto positiva.

    Il livello qualitativo più elevato spetta ancora ai bianchi fermi seguiti dai macerati, grazie probabilmente al fatto che parecchi tra i produttori di queste tipologie hanno alle spalle consolidate esperienze con le varietà Piwi che necessitano sia nella fase agronomica che in vinificazione di estreme cure e attenzioni

    Per i rossi, benché sia ancora difficile misurare la tenuta temporale delle vinificazioni da varietà resistenti, il buon riscontro in termini degustativi dell’annata 2020 lascia immaginare scenari positivi in casi di parziale invecchiamento.

    La raccolta delle valutazioni sui parametri olfattivi ha messo in luce una costante presenza di toni fruttati dagli agrumi alla frutta esotica cui si aggiungono in percentuale significativa i sentori floreali.

    Alla beva, se la presenza di un retrogusto amaricante spesso incide positivamente sulla piacevolezza gustativa perché ne rafforza la percezione della mineralità, in altri, per altro molto pochi, preclude in parte la bevibilità.

    Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

    Dal Trentino   Diadema – Frizzante

    Dal Trentino Diadema - Frizzante Az. Agricola Michele Sartori, immagine da sitoSolaris 100% coltivato a 700 mt di altitudine sulle sponde del Lago di Ledro.

    Una bollicina leggera ed elegante che ben si esprime sia versando il vino limpido sia mettendo in sospensione i lieviti lasciati nella bottiglia.

    La loro fragranza unitamente alle note agrumate e a una mineralità ben espressa invita al sorso vivace, fresco e sapido.

    Un frizzante che sorprende, inedito e gustoso.

    Az. Agricola Michele Sartori www.sartoriorganicfarm.com

     

    Dal Veneto   Oltre – Charmat VSQ Extra Brut 2018

    Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene, immagine da sito
    Oltre

    Johanniter 55% Bronner 45% prodotto nel cuore del prosecco, a Valdobbiadene.

    Il suo nome indica la ferma volontà di andare “oltre” i protocolli e le certificazioni, per interpretare in chiave nuova l’agricoltura e l’enologia.

    Fiori bianchi, mela, cedro, ricordi di erbe aromatiche e di fiori di sambuco arricchiscono una mineralità ben delineata, mentre la tensione acida rinnova la freschezza del sorso.

    Le varietà resistenti vincono in questo spumante la sfida con il più tradizionale prosecco.

    Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene www.bortolotti.com

    Dal Trentino   NaranMetodo Classico Extra Brut 2018

    Naran, foto da sito
    Naran

    Affinato sui lieviti per almeno 18 mesi, questo metodo classico ha un residuo zuccherino vicino ai 3gr/l ed è prodotto da uve johanniter 100% coltivate a ca 350 mt in Valle dei Laghi.

    Agrumato e fragrante, con ricordi di mela e di frutta secca, regala un sorso fresco e una tensione gustativa prolungata.

    La nota minerale è rafforzata nel finale dalla delicata presenza del tocco di mandorla della quale ben si percepisce l’elegante aromaticità.

     

    Pravis www.pravis.it

     

    Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti
    Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti

    Dal Friuli   Feltro Bianco 2021 – Vino bianco biologico

    Feltro Bianco, foto da sito
    Feltro Bianco

    Solaris e Bronner in produzione biologica a Villaga (PN) in altitudine compresa tra 10 e 350 m slm. Danno un vino ricco ed espressivo sia all’olfatto che in bocca.

    Le note di frutta fresca e fiori bianchi devono cedere il passo a ricordi di ananas e tocchi speziati.

    Fresco e sapido, sa sorprendere con un sorso elegante dalla mineralità che lo avvicina ai giovani riesling.

    La vinificazione è precisa e accurata come di chi ha ormai acquisito consolidata esperienza con la vinificazione dei Piwi.

    Terre di Ger www.terrediger.it

    Dal Trentino   El Losc 2020 – Vino rosso 13,50% alc

    El Losc, foto da sito
    El Losc

    Da uve termantis 100% coltivate nella valle del Chiese dall’unica cantina esistente nella zona, è un vino di estrema concentrazione.

    Nessuna trasparenza è concessa ad un color porpora vivace; il vino si esprime in tutta la sua succosità, ricco di note fruttate alternate alle spezie, quasi un concentrato di piccoli frutti.

    La tannicità è ardita, ancora non del tutto domata e il sorso si chiude estremamente asciutto.

    Il previsto passaggio in tonneau sarà in grado di ammorbidire le spigolosità di un vino davvero unico.

    Az Agr. Bondaion www.aziendaagricolabondaion.it

    Dalla Lombardia   Rukh 2018 Orange Wine Biologico

    Rusk Nove Lune, foto da sito
    Rusk Nove Lune

    Bronner e johanniter in parti uguali formano il blend di questo bianco macerato prodotto a ca 450 mt in provincia di Bergamo, che fermenta e poi matura in anfora di argilla per molti mesi.

    Vino sottile ed elegante dal tratto agrumato e floreale con ricordi di frutta sciroppata e un inconfondibile tocco di pietra focaia.

    Sapido in bocca, affilato, sfoggia una impercettibile tannicità che prolunga la persistenza.

    Az. Agricola Nove Lune www.nove-lune.com

    Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti
    Conclusioni

    La diffusione delle varietà Piwi è aumentata considerevolmente e progressivamente nell’ultimo decennio, soprattutto in alta Italia con nuovi impianti localizzati sia in vicinanza di aree urbane che in altura.

    Due temi rimangono però ancora aperti. In primis quello legislativo: alla Ricerca e alla conoscenza capillare, fondamentali per il consolidamento di un concetto di viticoltura del futuro è indispensabile affiancare normative solide che consentano direttive chiare e adeguate ad una coltivazione della vite ispirata alla sostenibilità. Secondo, quello del rapporto con il consumatore finale: è un dato acquisito per tutti il fatto che l’agricoltura in genere dovrà essere fondata sulla qualità dei prodotti, ma il cliente finale fatica ancora a cambiare la sua percezione nei confronti dell’innovazione genetica.

    Si rende quindi indispensabile rafforzare il rapporto di fiducia tra scienza, agricoltura e consumatori.

    Rosaria Benedetti autrice dell'articolo GIOIA DEL COLLE: GENESI E FUTURO DEL PRIMITIVO 2020 2019, degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    Sito fondazione: http://www.piwi-international.de/   www.fmach.it

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/