Autore: wp_13547190

  • Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo

    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo

    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo

    Di Carol Agostini

    L’olio extravergine d’oliva, il liquido prezioso che scorre dalla millenaria tradizione delle terre mediterranee, è molto più di un semplice condimento. È una gemma della cucina, un simbolo di salute e benessere, e un elemento distintivo della cultura italiana. In questo articolo, ci immergeremo nella storia della produzione di questo straordinario olio, esplorando le zone produttive, le varietà di cultivar, i metodi di lavorazione e scoprendo l’arte e la poesia che ruotano attorno a questo tesoro dorato.

    Olio Evo: Tesoro d'Italia e del Mondo 2023, l'oro giallo, foto da internet
    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo, foto da internet

    Storia della Produzione

    L’uso dell’olio d’oliva risale a tempi antichissimi. Si dice che gli Egizi, i Greci e i Romani lo abbiano utilizzato non solo come alimento, ma anche come medicina e cosmetico. Gli uliveti dell’antica Grecia, in particolare, hanno dato origine a leggende e miti legati all’olivo, che era considerato un dono degli dèi.

    In Italia, la coltivazione dell’ulivo risale a oltre duemila anni fa, ed è stata tramandata da una generazione all’altra. L’olivicoltura è diventata una tradizione radicata in tutto il paese, con alcune regioni come la Puglia, la Calabria e la Sicilia che ne sono diventate vere e proprie capitali dell’olio.

    Olio Evo: Tesoro d'Italia e del Mondo 2023, l'oro giallo, foto da internet
    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo, foto da internet

    Zone Produttive con le varie caratteristiche organolettiche

    Le zone di produzione dell’olio evo in Italia sono numerose e offrono una grande varietà di sapori e aromi. Tra le regioni più famose vi sono la Toscana, la Liguria, la Campania e la Sicilia. Ogni regione ha le sue cultivar e le sue particolari caratteristiche organolettiche.

    La Toscana è celebre per il suo olio di oliva Toscano, ottenuto principalmente dalle cultivar Frantoio, Leccino e Moraiolo. Questo olio è noto per il suo profilo fruttato e erbaceo, con sentori di erba fresca e un leggero retrogusto di pepe.

    La Liguria, invece, è famosa per il suo olio evo Ligure, prodotto principalmente dalla cultivar Taggiasca. Questo olio ha un sapore delicato e leggermente dolce, con note di mandorla e un retrogusto di mela.

    La Campania è nota per l’olio evo Campano, che utilizza le cultivar Ravece e Ogliarola. Questo olio è caratterizzato da un sapore robusto e piccante, con note di erbe aromatiche e mandorla amara.

    La Sicilia, infine, è famosa per il suo olio evo Siciliano, prodotto da una varietà di cultivar tra cui Nocellara del Belice e Cerasuola. Questo olio ha un sapore fruttato e complesso, con sentori di pomodoro, erbe aromatiche e mandorla.
    Cultivar di Olio Extravergine d’Oliva

    Umbria: L’Umbria è celebre per l’olio evo Umbro, noto per il suo profilo di gusto fruttato e leggermente piccante. Le principali cultivar includono il Moraiolo, il Leccino e il Frantoio. La città di Assisi è una delle zone di produzione più iconiche dell’Umbria.

    Lazio: Le colline intorno a Roma e Viterbo in Lazio producono olio extravergine d’oliva di alta qualità. La cultivar principale è l’Olivastra Seggianese, che conferisce all’olio un sapore delicato e fruttato.

    Calabria: La Calabria, nella parte meridionale dell’Italia, è una regione in ascesa nella produzione di olio extravergine d’oliva. Qui, le cultivar autoctone come la Carolea e la Ottobratica sono ampiamente coltivate, producendo oli con sapori fruttati e piccanti.

    Puglia: La Puglia è la principale regione produttrice di olio extravergine d’oliva in Italia. Qui, la cultivar Coratina è diffusa e produce oli dal sapore robusto e piccante. Anche la cultivar Ogliarola Barese è molto comune e produce oli più delicati.

    Sardegna: La Sardegna produce olio evo con sapori e profumi unici. Le principali cultivar sarde includono la Bosana, la Tonda di Cagliari e la Semidana. Gli oli sarde spaziano da quelli fruttati a quelli piccanti.

    Veneto: La regione del Veneto produce olio extravergine d’oliva principalmente nelle colline vicino a Verona e Vicenza. Le cultivar tradizionali includono il Grignano, il Favarol e il Casaliva. L’olio veneto è noto per il suo sapore leggero e fruttato.

    Lombardia: Anche la Lombardia produce olio evo, specialmente nella zona del Lago di Garda. Le cultivar più comuni in Lombardia includono il Casaliva e il Frantoio. L’olio lombardo è apprezzato per il suo gusto fruttato e delicato.

    Marche: Le Marche, con i suoi paesaggi collinari, coltiva varie cultivar di olivo, tra cui il Leccino, il Frantoio e l’Ascolana. L’olio marchigiano è noto per i suoi sapori fruttati e leggermente piccanti.

    Basilicata: La Basilicata, situata nel sud Italia, è un’altra regione che produce olio extravergine d’oliva. Qui, la cultivar Ogliarola è diffusa e produce oli con un profilo di gusto equilibrato tra fruttato e piccante.

    Molise: Il Molise è noto per la coltivazione delle cultivar Gentile e Leccino. Gli oli molisani sono spesso caratterizzati da sapori fruttati e piccanti.

    Emilia-Romagna: nota per la coltivazione di Nostrana di Brisighella, la Ghiacciola, la Mignola, caratterizzano oli leggeri, fruttati con sentori erbacei, freschi.

    Olio Evo: Tesoro d'Italia e del Mondo 2023, l'oro giallo, foto da internet
    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo, foto da internet

    Zone produttive generiche regione per regione

    La Toscana è una delle regioni italiane più rinomate per la produzione di olio d’oliva di alta qualità. La sua storia millenaria nell’arte dell’olivicoltura e la varietà di cultivar coltivate hanno reso la Toscana un importante centro di produzione di oli extravergini pregiati. Ecco alcune delle cultivar più significative coltivate in Toscana:

    1. Frantoio: Il Frantoio è una delle varietà di olive più diffuse in Toscana e in altre regioni italiane. Questa cultivar è apprezzata per la sua capacità di produrre oli dal profilo di gusto equilibrato, con note fruttate e piccanti. L’olio Frantoio è versatile in cucina ed è ampiamente utilizzato per insalate, zuppe e piatti a base di pesce.
    2. Leccino: Il Leccino è un’altra cultivar tradizionalmente coltivata in Toscana. Le olive Leccino producono oli con un sapore fruttato e delicato, caratterizzato da un leggero retrogusto di mandorla. Questo olio è spesso usato per condire piatti di carne e verdure grigliate.
    3. Moraiolo: La Moraiolo è una varietà che cresce principalmente in Toscana e in Umbria. Gli oli ottenuti dalle olive Moraiolo sono noti per il loro sapore intenso e piccante, con note erbacee e un caratteristico retrogusto amaro. Questo olio è ideale per piatti robusti e sapori decisi.
    4. Pendolino: La varietà Pendolino è spesso utilizzata come pollinizzatrice in molti oliveti toscani. Le olive Pendolino producono oli con note dolci e fruttate, spesso con un tocco di mandorla. Questo olio è apprezzato per il suo sapore delicato.
    5. Maurino: La cultivar Maurino è ampiamente coltivata in Toscana ed è nota per la sua resistenza alle malattie delle piante. Gli oli ottenuti dalle olive Maurino presentano un profilo di gusto morbido e fruttato, con una nota dolce e leggera di mandorla.
    6. Correggiolo: La varietà Correggiolo è tipica della Toscana e produce oli con un sapore leggermente piccante e note erbacee. Questo olio è ideale per insalate e piatti di pesce.

    Queste sono solo alcune delle cultivar di olio d’oliva coltivate in Toscana. La regione vanta una ricca tradizione nella produzione di olio di alta qualità, con oli extravergini che riflettono le caratteristiche del terreno, del clima e delle varietà coltivate. I produttori toscani dedicano molta attenzione alla coltivazione e alla raccolta delle olive, contribuendo così a mantenere l’alto standard di qualità per cui l’olio toscano è rinomato in tutto il mondo.

    Mappa Olio Evo, foto di Terra e Vita - Edagricole
    Mappa Olio Evo, foto di Terra e Vita – Edagricole

    La Liguria è una delle regioni italiane più rinomate per la produzione di olio d’oliva di alta qualità. La sua posizione geografica, con terrazze costiere e colline che si affacciano sul mare, crea un ambiente ideale per la coltivazione degli ulivi. L’olio d’oliva ligure è noto per il suo sapore delicato, fruttato e aromatico, ed è spesso utilizzato nella cucina mediterranea.

    Cultivar: La Liguria è famosa per la cultivar Taggiasca, una varietà autoctona di olivo che produce olive piccole e dolci. Gli oli d’oliva ottenuti dalla cultivar Taggiasca sono molto apprezzati per il loro sapore fruttato, con note di mandorla e un tocco di piccante.

    Territorio: Le colline costiere della Liguria, con il loro terreno calcareo e il clima mediterraneo, forniscono un ambiente ideale per la coltivazione degli ulivi. Gli oliveti liguri sono spesso terrazzati, il che rende la raccolta delle olive un’arte antica e unica.

    Metodo di raccolta: Le olive vengono spesso raccolte a mano per garantire la massima qualità. La raccolta manuale permette di selezionare attentamente le olive mature, evitando di danneggiarle.

    Molatura a freddo: Nelle tradizionali frantoio liguri, le olive vengono macinate a freddo per estrarre l’olio. Questo metodo di lavorazione mantiene intatte le note aromatiche e i sapori dell’olio.

    DOP e IGP: Alcune zone della Liguria hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva, riconoscimenti che garantiscono la qualità e l’autenticità dei prodotti.

    L’olio d’oliva ligure è ampiamente utilizzato nella cucina regionale, come condimento per piatti a base di pesce, insalate, focaccia e piatti tradizionali come il pesto genovese. È noto per il suo profilo di gusto unico e l’equilibrio tra sapore fruttato e piccante.

    La produzione di olio d’oliva in Liguria è una parte importante della tradizione culinaria della regione e contribuisce al suo rinomato patrimonio gastronomico. Gli oli d’oliva liguri sono molto richiesti sul mercato nazionale ed internazionale per la loro qualità superiore e il gusto distintivo.

    La Campania, una regione situata nel sud Italia, è celebre per la sua ricca tradizione culinaria e la produzione di olio d’oliva. Le condizioni climatiche e il terreno favorevole rendono la Campania una regione ideale per la coltivazione degli ulivi e la produzione di oli d’oliva di alta qualità.

    Cultivar: La Campania è caratterizzata dalla coltivazione di diverse cultivar di olivo. Tra le varietà più note vi sono la “Ravece” e la “Nocellara del Belice.” Queste cultivar producono oli con un profilo di gusto fruttato, leggermente piccante e con note aromatiche complesse.

    Zone di produzione: Le zone di produzione di olio d’oliva in Campania includono le colline dell’Irpinia, la zona costiera dell’Amalfi e la pianura del Sele. Ciascuna di queste aree ha le proprie caratteristiche climatiche e di terreno che influenzano il sapore e l’aroma dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Campania è spesso fatta a mano per garantire la massima qualità. Le olive mature vengono raccolte e trasportate ai frantoi per l’estrazione dell’olio.

    Produzione DOP e IGP: Alcune zone della Campania hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva, garantendo la qualità e l’autenticità del prodotto.

    Usi culinari: L’olio d’oliva campano è ampiamente utilizzato nella cucina regionale. È un ingrediente chiave in piatti tradizionali come la pizza napoletana, il famoso sugo alla puttanesca, la mozzarella di bufala e molto altro. L’olio d’oliva viene spesso utilizzato come condimento e per insaporire piatti a base di pesce e verdure.

    Qualità e prestigio: Gli oli d’oliva campani sono conosciuti per la loro alta qualità e sono molto apprezzati sul mercato nazionale ed internazionale. Molti produttori campani si impegnano per mantenere le tradizioni locali e garantire la qualità dei loro oli.

    La Campania è una regione che unisce tradizione e innovazione nella produzione di olio d’oliva. Gli oli campani sono noti per il loro gusto ricco e complesso, che li rende ideali per una vasta gamma di piatti. La produzione di olio d’oliva è parte integrante della cultura culinaria campana e contribuisce alla sua reputazione come una delle regioni gastronomiche più importanti d’Italia.

    Olio Evo: Tesoro d'Italia e del Mondo 2023, l'oro giallo, mappa produzione olio, foto da Frantoio online
    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo, mappa produzione olio, foto da Frantoio online

    La Sicilia è una delle regioni più importanti per la produzione di olio d’oliva in Italia e nel mondo. La sua posizione geografica, il clima mediterraneo e la ricchezza di terreni fertili la rendono un luogo ideale per la coltivazione degli ulivi e la produzione di oli d’oliva di alta qualità. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva in Sicilia:

    Cultivar: La Sicilia ospita una varietà di cultivar di olivo, ciascuna con le proprie caratteristiche uniche. Tra le cultivar più conosciute vi sono la “Nocellara del Belice,” la “Biancolilla,” e la “Cerasuola.” Ogni varietà produce oli con profili di gusto diversi, da fruttati a piccanti, con note di erba fresca, mandorla e pomodoro.

    Zone di produzione: La Sicilia è suddivisa in diverse zone di produzione di olio d’oliva, tra cui la Valle del Belice, le Madonie, e il Val di Noto. Ogni zona ha condizioni climatiche e tipi di terreno unici che influenzano il gusto dell’olio prodotto.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Sicilia è spesso un’attività tradizionale, che coinvolge la raccolta manuale delle olive dagli alberi. Questo metodo garantisce la selezione delle olive mature e la riduzione dei danni alle drupe.

    Molitura a freddo: Gli oli d’oliva siciliani sono spesso ottenuti mediante una lavorazione a freddo. Questo significa che le olive vengono macinate e spremitelentamente per mantenere intatte le qualità organolettiche dell’olio.

    DOP e IGP: Alcune zone della Sicilia hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva. Queste designazioni certificano l’origine e la qualità dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva siciliano è un elemento chiave nella cucina regionale. Viene utilizzato in piatti tradizionali come la caponata, le panelle, il pesce spada alla ghiotta, e la pasta con le sarde. La sua versatilità lo rende adatto sia per piatti a base di pesce che per quelli a base di carne.

    Qualità e prestigio: Gli oli d’oliva siciliani sono noti per la loro alta qualità e sono apprezzati sia in Italia che all’estero. Molti produttori siciliani si dedicano alla produzione di oli di alta gamma e partecipano a concorsi internazionali per dimostrare la qualità del loro prodotto.

    La produzione di olio d’oliva è una parte fondamentale dell’identità culinaria della Sicilia. L’olio d’oliva siciliano è amato per la sua complessità di gusto, il suo aroma fruttato e il suo sapore unico. La tradizione millenaria di produzione dell’olio in Sicilia continua a prosperare, contribuendo alla reputazione dell’isola come uno dei luoghi più importanti per l’olio d’oliva di alta qualità.

    L’Umbria è una regione dell’Italia centrale rinomata per la produzione di olio d’oliva di alta qualità. La sua posizione geografica, con un clima mediterraneo, terreni fertili e altitudini variabili, crea le condizioni ideali per la coltivazione degli ulivi e la produzione di oli d’oliva pregiati. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva in Umbria:

    Cultivar: In Umbria, sono coltivate diverse cultivar di olivo. Alcune delle varietà più conosciute includono la “Moraiolo,” la “Frantoio,” la “Leccino” e la “Dolce Agogia.” Ogni varietà contribuisce a produrre oli con caratteristiche di gusto uniche, tra cui note di erba fresca, mandorla e frutta.

    Zone di produzione: L’Umbria è suddivisa in diverse zone di produzione di olio d’oliva, tra cui le colline intorno a Assisi, la Valnerina, e il territorio attorno al lago Trasimeno. Ogni zona ha le proprie caratteristiche climatiche e tipi di terreno che influiscono sul gusto e l’aroma dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Umbria è spesso effettuata a mano, per garantire la selezione delle drupe mature. Questo approccio tradizionale alla raccolta contribuisce a mantenere l’integrità delle olive e preserva la qualità dell’olio.

    Molitura a freddo: Molte aziende produttrici in Umbria seguono il metodo tradizionale di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    DOP e IGP: Alcune zone dell’Umbria hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva. Queste designazioni attestano l’origine e la qualità dell’olio prodotto in quei territori.

    Usi culinari: L’olio d’oliva umbro è ampiamente utilizzato nella cucina regionale. È un ingrediente fondamentale in piatti tradizionali come la bruschetta, le pappardelle al tartufo, e la zuppa di lenticchie di Castelluccio. La sua versatilità lo rende adatto sia per piatti a base di carne che per quelli a base di pesce e verdure.

    Qualità e prestigio: Gli oli d’oliva umbri sono noti per la loro alta qualità e sono spesso premiati in concorsi nazionali e internazionali. Molti produttori umbri sono impegnati nella produzione di oli extra vergini di alta gamma, contribuendo così alla rinomanza dell’olio umbro nel panorama nazionale ed internazionale.

    La produzione di olio d’oliva è una parte importante dell’agricoltura e della cultura umbra. Gli oli d’oliva umbri sono celebrati per il loro gusto fruttato e ricco, nonché per le loro proprietà salutari. L’Umbria continua a distinguersi come una delle regioni leader nella produzione di olio d’oliva di alta qualità in Italia.

    Il Lazio è una regione dell’Italia centrale che, sebbene meno celebre di altre regioni italiane per la produzione di olio d’oliva, ha una tradizione olivicola importante e sta guadagnando sempre più riconoscimento per la qualità dei suoi oli extra vergini. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva nel Lazio:

    Cultivar: In questa regione si coltivano diverse cultivar di olivo. Alcune delle varietà più comuni includono il “Carboncella,” il “Canino,” e il “Frantoio.” Queste varietà contribuiscono a produrre oli d’oliva con una gamma di profili di gusto, tra cui note erbacee, fruttate e piccanti.

    Zone di produzione: Le principali zone di produzione di olio d’oliva nel Lazio includono le colline intorno a Viterbo, la zona dei Monti Cimini, e le aree costiere della provincia di Latina. Ogni zona ha caratteristiche climatiche e terreni diversi che influiscono sul gusto dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive nel Lazio può essere sia manuale che meccanizzata, a seconda delle dimensioni delle aziende agricole e dei metodi preferiti dai produttori. La raccolta manuale è spesso utilizzata per garantire la selezione delle olive mature.

    Molitura a freddo: Molte aziende seguono il metodo tradizionale di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, conservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva del Lazio è utilizzato nella cucina regionale per preparare una varietà di piatti tradizionali. Alcuni esempi includono la pasta all’amatriciana, la coda alla vaccinara, e la crostata di ricotta. L’olio è anche utilizzato per condire insalate e verdure.

    Qualità e prestigio: Negli ultimi anni, l’olio d’oliva laziale ha iniziato a guadagnare riconoscimento per la sua qualità e autenticità. Molti produttori locali sono impegnati nella produzione di oli extra vergini di alta gamma e partecipano a concorsi e rassegne per dimostrare la qualità del loro prodotto.

    Anche se il Lazio potrebbe non essere al centro dell’attenzione quando si parla di olio d’oliva italiano, la regione sta lavorando duramente per affermarsi come un produttore di oli di alta qualità. La combinazione di tradizione, varieta di cultivar e paesaggi diversi rende l’olio d’oliva laziale un prodotto interessante per gli amanti della cucina e dell’olio d’oliva di qualità.

    La Calabria è una regione dell’Italia meridionale nota per la sua produzione di olio d’oliva di alta qualità. La regione, con il suo clima mediterraneo, terreni fertili e tradizione millenaria nella coltivazione delle olive, è una delle principali aree di produzione di olio d’oliva in Italia. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva in Calabria:

    Cultivar: In Calabria, sono coltivate diverse cultivar di olivo, tra cui la “Carolea,” la “Ottobratica,” la “Sinopolese,” e la “Nocellara del Belice.” Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con caratteristiche di gusto uniche, tra cui note fruttate, piccanti e erbacee.

    Zone di produzione: Le principali zone di produzione di olio d’oliva in Calabria includono la zona costiera intorno a Tropea, la Piana di Sibari, le colline intorno a Cosenza e Catanzaro, e molte altre aree della regione. Ogni zona ha condizioni climatiche e tipi di terreno diversi che influenzano il gusto dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Calabria può essere sia manuale che meccanizzata. La scelta del metodo dipende spesso dalle dimensioni delle aziende agricole e dalla preferenza dei produttori. La raccolta manuale è tradizionalmente utilizzata per selezionare le olive mature.

    Molitura a freddo: Molte aziende seguono il metodo tradizionale di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    DOP e IGP: Alcune zone della Calabria hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva. Queste designazioni attestano l’origine e la qualità dell’olio prodotto in quei territori.

    Usi culinari: L’olio d’oliva calabrese è ampiamente utilizzato nella cucina regionale. È un ingrediente fondamentale in piatti tradizionali come la famosa “nduja,” un’unta di peperoncino piccante, e la “caciocavallo,” un formaggio stagionato. L’olio è anche utilizzato per condire piatti di pesce, pasta, e verdure.

    Qualità e prestigio: Gli oli d’oliva calabresi sono noti per la loro alta qualità e autenticità. Molti produttori locali si dedicano alla produzione di oli extra vergini di alta gamma, contribuendo così alla reputazione della Calabria come una delle regioni leader nella produzione di olio d’oliva di qualità.

    La produzione di olio d’oliva è un aspetto importante dell’agricoltura e della cultura calabrese. Gli oli d’oliva calabresi sono rinomati per il loro gusto ricco e autentico, e rappresentano un patrimonio culinario di grande valore nella regione.

    La Puglia, situata nel cuore della regione mediterranea, è famosa per essere la maggiore produttrice di olio d’oliva in Italia e una delle principali al mondo. L’olivicoltura in Puglia ha una storia millenaria, e la regione è conosciuta per le sue coltivazioni di olivi secolari, la diversità di cultivar e la produzione di oli d’oliva di alta qualità. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva in Puglia:

    Cultivar: La Puglia vanta una vasta gamma di cultivar di olivo, tra cui la “Coratina,” la “Ogliarola,” la “Cellina di Nardò,” la “Leccino,” e molte altre. Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con caratteristiche di gusto uniche, tra cui note fruttate, piccanti e erbacee.

    Zone di produzione: La Puglia è suddivisa in diverse zone di produzione di olio d’oliva, ciascuna con le sue peculiarità. Alcune delle zone più note includono le colline di Foggia, la Valle d’Itria, il Gargano, il Salento e la Terra di Bari. Ogni area ha condizioni climatiche e tipi di terreno diversi che influenzano il gusto dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Puglia può essere sia manuale che meccanizzata, a seconda delle dimensioni delle aziende agricole e delle preferenze dei produttori. La raccolta manuale è spesso utilizzata per garantire la selezione delle olive mature.

    Molitura a freddo: Molte aziende in Puglia seguono il tradizionale metodo di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    DOP e IGP: Numerose zone in Puglia hanno ottenuto la denominazione di origine protetta (DOP) o l’indicazione geografica protetta (IGP) per i loro oli d’oliva. Queste designazioni attestano l’origine e la qualità dell’olio prodotto in quei territori.

    Usi culinari: L’olio d’oliva pugliese è un ingrediente essenziale nella cucina regionale. È utilizzato per preparare molte specialità pugliesi, tra cui la “focaccia,” le “orecchiette,” le “cime di rapa,” e l’”insalata pugliese.” L’olio è anche apprezzato per condire pietanze di pesce, verdure e piatti di pasta.

    Qualità e prestigio: La Puglia è rinomata per la produzione di oli d’oliva di alta qualità, e molte aziende locali sono impegnate nella produzione di oli extra vergini di alta gamma. La regione è conosciuta per la sua capacità di adattarsi alle nuove tendenze del mercato, come la produzione di oli monovarietali e biologici.

    Gli oli d’oliva pugliesi sono conosciuti per la loro autenticità, gusto ricco e versatilità culinaria. La Puglia continua a giocare un ruolo di primo piano nell’industria dell’olio d’oliva italiano e internazionale, grazie alla sua tradizione secolare e alla dedizione dei produttori locali.

    La Sardegna è una delle regioni italiane con una tradizione millenaria nella produzione di olio d’oliva. Sebbene non sia una delle principali aree produttrici d’Italia, la Sardegna ha una produzione di olio d’oliva di alta qualità con caratteristiche uniche. Ecco alcune informazioni chiave sull’olio d’oliva in Sardegna:

    Cultivar: La Sardegna coltiva diverse cultivar di olivo, tra cui la “Bosana,” la “Tonda di Cagliari,” la “Semidana,” la “Nera di Gonnos,” e molte altre. Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con caratteristiche di gusto uniche, tra cui note fruttate, piccanti e erbacee.

    Zone di produzione: La produzione di olio d’oliva in Sardegna è diffusa in tutta l’isola. Alcune delle zone più note includono la provincia di Nuoro, la provincia di Cagliari, la provincia di Sassari e la regione del Sulcis. Ogni zona ha condizioni climatiche e tipi di terreno diversi che influenzano il gusto dell’olio.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Sardegna può essere sia manuale che meccanizzata, a seconda delle dimensioni delle aziende agricole e delle preferenze dei produttori. La raccolta manuale è spesso utilizzata per garantire la selezione delle olive mature.

    Molitura a freddo: Molte aziende in Sardegna seguono il tradizionale metodo di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva sardo è un ingrediente essenziale nella cucina regionale. È utilizzato per preparare piatti tradizionali come “malloreddus alla campidanese” (gnocchi sardi), “porceddu” (maialino da latte), “pane carasau” (pane sottile croccante) e molto altro. L’olio è anche utilizzato per condire pietanze di pesce, carne e verdure.

    Qualità e prestigio: La Sardegna è nota per la produzione di oli d’oliva di alta qualità, spesso estratti da olive raccolte a mano. Molti produttori locali si dedicano alla produzione di oli extra vergini di alta gamma, contribuendo alla reputazione della Sardegna come produttrice di oli autentici e genuini.

    Gli oli d’oliva sardi sono apprezzati per la loro autenticità e il loro gusto ricco. La tradizione millenaria dell’olivicoltura in Sardegna è parte integrante della cultura culinaria dell’isola e continua a essere valorizzata da produttori e chef locali.

    Olio Evo: Tesoro d'Italia e del Mondo 2023, l'oro giallo, foto da Pinterest
    Olio Evo: Tesoro d’Italia e del Mondo 2023, l’oro giallo, foto da Pinterest

    Il Veneto è una regione dell’Italia famosa per la produzione di vino, ma ha anche una crescente tradizione nella produzione di olio d’oliva. Le condizioni climatiche favorevoli e il terreno adatto in alcune parti del Veneto hanno contribuito allo sviluppo dell’olivicoltura in questa regione.

    Le zone del Veneto più adatte alla coltivazione degli ulivi sono principalmente quelle situate lungo la costa adriatica e nelle zone collinari. Alcune delle cultivar coltivate in Veneto includono:

    1. Frantoio: Questa varietà è tra le più diffuse in Italia ed è apprezzata per la produzione di oli con un profilo di gusto fruttato e bilanciato.
    2. Leccino: Il Leccino è un’altra varietà molto diffusa in Italia ed è nota per la produzione di oli con un sapore morbido e fruttato.
    3. Maurino: La cultivar Maurino è spesso coltivata in Veneto ed è apprezzata per la sua resistenza alle malattie delle piante. Gli oli ottenuti dalle olive Maurino presentano un profilo di gusto morbido e fruttato, con una nota dolce.
    4. Pendolino: La varietà Pendolino è spesso utilizzata come pollinizzatrice in molti oliveti veneti. Le olive Pendolino producono oli con note dolci e fruttate, spesso con un tocco di mandorla.
    5. Favarol: Questa varietà autoctona è specifica del Veneto e produce oli con un sapore fruttato e leggermente piccante.

    La produzione di olio d’oliva in Veneto è in costante crescita, e la regione sta iniziando a guadagnare riconoscimento per la qualità dei suoi oli. Gli oli d’oliva veneti spesso presentano un sapore delicato e fruttato, ideale per condire insalate, verdure, pesce e piatti leggeri.

    Anche se la produzione di olio d’oliva in Veneto è ancora limitata rispetto ad altre regioni italiane, sta emergendo come una destinazione di interesse per gli amanti dell’olio di alta qualità, grazie alla sua continua ricerca della perfezione nella produzione e alla valorizzazione delle varietà autoctone.

    Le Marche, una regione dell’Italia centrale che si affaccia sul Mar Adriatico, sono conosciute per la loro ricca tradizione culinaria e la produzione di olio d’oliva ne è una parte importante. Ecco alcune informazioni chiave sulla produzione di olio d’oliva nelle Marche:

    Cultivar: Nelle Marche, vengono coltivate diverse varietà di olivo, tra cui la “Raggia,” la “Carboncella,” la “Ascolana tenera,” e la “Piantone di Falerone.” Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con diverse caratteristiche di gusto, profumi e livelli di piccantezza.

    Zone di produzione: Le zone di produzione di olio d’oliva nelle Marche si trovano principalmente nelle province costiere come Ancona, Ascoli Piceno e Fermo. Le condizioni climatiche costiere favoriscono la coltivazione degli olivi.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive nelle Marche può essere sia manuale che meccanizzata, a seconda delle dimensioni delle aziende agricole e delle preferenze dei produttori. La raccolta manuale è spesso utilizzata per garantire la selezione delle olive mature.

    Molitura a freddo: Molte aziende nelle Marche seguono il tradizionale metodo di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva marchigiano è un ingrediente essenziale nella cucina regionale. È utilizzato per preparare piatti tradizionali come “Olive all’ascolana” (olive ripiene), “Vincisgrassi” (lasagna marchigiana), piatti di pesce e verdure. L’olio d’oliva è anche utilizzato per condire insalate fresche e antipasti.

    Qualità e prestigio: Le Marche sono conosciute per la produzione di oli d’oliva di alta qualità. Molte aziende locali si dedicano alla produzione di oli extra vergini di alta gamma, spesso vincitori di premi e riconoscimenti in competizioni nazionali ed internazionali.

    La produzione di olio d’oliva nelle Marche contribuisce alla ricca tradizione culinaria della regione. Gli oli d’oliva marchigiani sono noti per i loro gusti fruttati, le note erbacee e la freschezza. La regione è orgogliosa della sua produzione di olio d’oliva di alta qualità e promuove la cultura dell’olivicoltura attraverso eventi, degustazioni e visite alle aziende agricole.

    La Lombardia, una delle regioni settentrionali dell’Italia, è conosciuta principalmente per la sua produzione di vini, formaggi e altri prodotti alimentari di alta qualità. Tuttavia, l’olio d’oliva è stato prodotto in alcune parti della Lombardia, sebbene la produzione sia limitata e meno diffusa rispetto ad altre regioni dell’Italia, come la Puglia o la Sicilia. Ecco alcune informazioni sulla produzione di olio d’oliva in Lombardia:

    Cultivar: In Lombardia vengono coltivate principalmente cultivar di olivo resistenti al freddo, come la “Frantoio,” la “Leccino,” la “Pendolino” e la “Maurino.” Queste varietà sono adatte alle condizioni climatiche più fredde del nord Italia.

    Zone di produzione: Le zone di produzione di olio d’oliva in Lombardia sono concentrate principalmente nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona. Queste aree hanno un clima temperato che può ospitare la coltivazione di olivi, anche se la produzione è su scala ridotta.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Lombardia è generalmente manuale, poiché le dimensioni delle aziende agricole e la quantità di olivi coltivati sono spesso limitate.

    Molitura a freddo: Molte aziende locali seguono il tradizionale metodo di molitura a freddo per ottenere l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: Anche se la produzione di olio d’oliva in Lombardia è modesta rispetto ad altre regioni, l’olio d’oliva locale è utilizzato in cucina per condire insalate, piatti a base di pesce, carni e verdure. L’olio d’oliva lombardo è apprezzato per il suo sapore leggero e fruttato.

    La produzione di olio d’oliva in Lombardia è incentrata su piccole aziende agricole e produttori artigianali che coltivano olivi principalmente per il consumo locale e la vendita diretta. La regione non è nota per la produzione su larga scala, ma alcuni produttori locali si dedicano con passione alla coltivazione e alla produzione di oli d’oliva di alta qualità. La produzione di olio d’oliva in Lombardia contribuisce alla diversità culinaria della regione e rappresenta un piccolo ma significativo settore dell’agricoltura lombarda.

    Il Friuli-Venezia Giulia, una regione situata nel nord-est dell’Italia, non è tradizionalmente conosciuta per la produzione di olio d’oliva come altre regioni italiane. Tuttavia, negli ultimi anni, alcune zone del Friuli hanno iniziato a sperimentare la coltivazione di olivi e la produzione di olio d’oliva di alta qualità.

    Le coltivazioni di olivi in Friuli sono spesso concentrate nelle aree collinari e costiere della regione, dove il clima è più favorevole alla crescita delle olive. La produzione di olio d’oliva in questa regione è ancora limitata rispetto ad altre parti dell’Italia, ma sta guadagnando popolarità grazie all’interesse crescente per l’olio extravergine di oliva di alta qualità.

    Alcune delle cultivar coltivate in Friuli includono il “Friulano” (o “Tergeste”), il “Mignola,” e altre varietà autoctone. Gli oli prodotti in Friuli spesso presentano caratteristiche gustative uniche, influenzate dal terroir e dalle condizioni climatiche locali.

    Mentre il Friuli-Venezia Giulia non è una delle principali regioni produttrici di olio d’oliva in Italia, sta emergendo come un’area in crescita per la produzione di oli di alta qualità. Gli oli d’oliva friulani sono apprezzati per il loro sapore delicato e fruttato, che li rende ideali per condire piatti leggeri e insalate.

    Va notato che, sebbene la produzione di olio d’oliva in Friuli stia crescendo, la regione non compete ancora con le regioni del sud Italia, come la Puglia e la Sicilia, che sono più conosciute per la produzione di olio d’oliva a livello nazionale e internazionale.

    In Emilia-Romagna, la coltivazione dell’olivo è influenzata dalla varietà delle cultivar coltivate in questa regione. Mentre l’Emilia-Romagna non è una delle principali regioni produttrici di olio d’oliva in Italia, presenta alcune varietà autoctone che si sono adattate alle condizioni climatiche del nord Italia. Ecco alcune delle cultivar di olio d’oliva coltivate in Emilia-Romagna:

    1. Nostrana di Brisighella: Questa è una delle varietà più conosciute e caratteristiche dell’Emilia-Romagna. Le olive Nostrana di Brisighella sono apprezzate per la produzione di oli extravergine di alta qualità, con un sapore delicato e fruttato.
    2. Ghiacciola: La Ghiacciola è un’altra varietà autoctona dell’Emilia-Romagna. Queste olive producono oli leggeri e freschi, ideali per piatti leggeri e insalate.
    3. Mignola: La Mignola è una varietà tradizionale coltivata in questa regione. Gli oli ottenuti dalle olive Mignola sono noti per il loro profilo di gusto equilibrato, con note erbacee e fruttate.
    4. Ravaglia: La varietà Ravaglia produce oli d’oliva con un sapore delicato e fruttato. Questa cultivar è coltivata principalmente nella provincia di Ravenna, in Emilia-Romagna.
    5. Raggiola: La Raggiola è un’altra varietà tradizionale dell’Emilia-Romagna, nota per la sua resistenza al freddo. Gli oli ottenuti da questa cultivar sono spesso caratterizzati da note di erbe aromatiche.

    La Basilicata, una regione situata nel sud dell’Italia, è famosa per la sua affascinante paesaggistica montagnosa, ma è anche un’area in cui si produce olio d’oliva di alta qualità. Ecco alcune informazioni chiave sulla produzione di olio d’oliva in Basilicata:

    Cultivar: Nella Basilicata, vengono coltivate diverse varietà di olivo, tra cui la “Ogliarola del Vulture,” la “Frantoio,” la “Coratina,” la “Picholine,” e la “Nocellara del Belice.” Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con diverse caratteristiche organolettiche.

    Zone di produzione: Le zone di produzione di olio d’oliva in Basilicata sono principalmente concentrate nelle province di Potenza e Matera. Queste aree sono caratterizzate da terreni collinari e montagnosi, ideali per la coltivazione degli olivi.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Basilicata è generalmente manuale, poiché molte aziende agricole della regione sono di dimensioni ridotte e le olive vengono raccolte a mano per garantire una selezione accurata.

    Molitura a freddo: La maggior parte delle aziende agricole in Basilicata utilizza il tradizionale metodo di molitura a freddo per estrarre l’olio d’oliva. Questo processo garantisce la conservazione delle caratteristiche organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva basilicata è ampiamente utilizzato nella cucina regionale. È un ingrediente chiave in piatti tradizionali come “cavatelli con cime di rapa” e “peperoni cruschi” (peperoni secchi fritti). È anche utilizzato per condire insalate, carni, pesce e verdure grigliate.

    Qualità e prestigio: L’olio d’oliva prodotto in Basilicata è noto per la sua alta qualità e spesso riceve premi e riconoscimenti in competizioni nazionali ed internazionali. Molte aziende agricole si concentrano sulla produzione di oli extra vergini di alta gamma.

    La produzione di olio d’oliva in Basilicata rappresenta una parte importante dell’agricoltura regionale. La regione è orgogliosa della sua tradizione di produzione di olio d’oliva e promuove attivamente l’olivicoltura attraverso eventi, degustazioni e iniziative culturali. Gli oli d’oliva basilicata sono noti per i loro sapori complessi, con note di erbe aromatiche, frutta e piccantezza moderata, che li rendono apprezzati sia a livello locale che nazionale.

    La regione del Molise, situata nel centro-sud dell’Italia, è conosciuta per la sua produzione di olio d’oliva di alta qualità. Ecco alcune informazioni chiave sulla produzione di olio d’oliva in Molise:

    Cultivar: Nel Molise, vengono coltivate diverse varietà di olivo, tra cui la “Leccino,” la “Pendolino,” la “Frantoio,” la “Tonda Iblea,” e la “Gentile di Larino.” Ogni varietà contribuisce a produrre oli d’oliva con diverse caratteristiche organolettiche.

    Zone di produzione: Le zone di produzione di olio d’oliva in Molise sono concentrate principalmente nelle province di Campobasso e Isernia. Queste aree presentano terreni collinari e montagnosi ideali per la coltivazione degli olivi.

    Metodo di raccolta: La raccolta delle olive in Molise è spesso manuale, poiché molte aziende agricole nella regione sono di dimensioni ridotte e le olive vengono raccolte a mano per garantire una selezione accurata.

    Molitura a freddo: Molte aziende agricole in Molise seguono il tradizionale metodo di molitura a freddo per estrarre l’olio d’oliva. Questo processo prevede la macinazione e la spremitura delle olive senza l’uso di calore, preservando così le qualità organolettiche dell’olio.

    Usi culinari: L’olio d’oliva molisano è un ingrediente chiave nella cucina regionale. È utilizzato per preparare piatti tradizionali come “gnocchi alla molisana,” “brodetto molisano” (zuppa di pesce) e piatti di carne. È anche utilizzato per condire insalate, verdure e legumi.

    Qualità e prestigio: L’olio d’oliva prodotto in Molise è noto per la sua alta qualità e spesso riceve premi e riconoscimenti in competizioni nazionali ed internazionali. Molte aziende agricole si dedicano alla produzione di oli extra vergini di alta gamma.

    La produzione di olio d’oliva in Molise è una parte importante dell’agricoltura regionale. La regione è orgogliosa della sua tradizione di produzione di olio d’oliva e promuove attivamente l’olivicoltura attraverso eventi, degustazioni e iniziative culturali. Gli oli d’oliva molisani sono noti per i loro sapori complessi, con note erbacee, fruttate e piccanti, che li rendono apprezzati sia a livello locale che nazionale.

    Il Piemonte è una regione dell’Italia nota principalmente per la produzione di vino e tartufi, ma recentemente ha iniziato a sviluppare una piccola ma crescente produzione di olio d’oliva di alta qualità. Il clima delle zone collinari e montuose del Piemonte, in particolare nella zona delle Langhe e delle colline del Monferrato, offre condizioni favorevoli alla coltivazione degli ulivi.

    Le cultivar di olivo coltivate in Piemonte spesso includono varietà autoctone e alcune importate da altre regioni italiane. Alcune delle cultivar più comuni in Piemonte includono:

    1. Tonda di Cuneo: Questa è una varietà autoctona di olivo del Piemonte, nota per produrre oli delicati con un profilo di gusto fruttato.
    2. Leccino: Il Leccino è una varietà diffusa in molte regioni italiane ed è apprezzata per la produzione di oli fruttati e morbidi.
    3. Frantoio: Questa varietà è comune in tutto il Paese ed è apprezzata per gli oli equilibrati con note fruttate.
    4. Coratina: Sebbene originaria della Puglia, la Coratina è stata coltivata con successo anche in alcune zone del Piemonte. Gli oli prodotti da questa cultivar spesso presentano un sapore robusto e piccante.
    5. Nocellara del Belice: Questa varietà è più comune in Sicilia, ma è stata coltivata anche in alcune aree piemontesi. Gli oli ottenuti dalla Nocellara del Belice possono essere fruttati con una nota leggera di piccante.

    Nonostante non abbiano la stessa notorietà di altre regioni, queste ultime zone italiane sono orgogliose delle loro produzioni di olio extravergine d’oliva di alta qualità. La diversità di terreni, microclimi e cultivar contribuisce alla creazione di oli unici in ognuna di queste regioni. Se sei un appassionato di olio extravergine d’oliva, potresti scoprire alcune gemme nascoste esplorando le produzioni di queste regioni.

    (altro…)

  • Evo IOOC Italy 2024, il concorso italiano avanza corposo

    Evo IOOC Italy 2024, il concorso italiano avanza corposo

    Da oggi puoi diventare ancora più protagonista di EVO IOOC Italy 2024

    Redazione – Carol Agostini

    EVO IOOC mira a valorizzare le eccezionali qualità dell’olio extravergine d’oliva, diffondere i benefici nutrizionali del suo utilizzo nella dieta mediterranea, promuovere le eccellenze olearie dei diversi paesi del mondo.
    Il concorso è aperto a Olivicoltori, Produttori, Frantoi, Oleifici Sociali e Cooperativi, Cooperative ed Organizzazioni di Produttori, Imbottigliatori, Associazioni di Produttori, Commercianti (Esportatori, Importatori e Commercianti di Olio da Olive), Confezionatori.

    EVO International Olive Oil Contest®: Un Successo Guidato da Esperti Mondialmente Riconosciuti

    L’EVO International Olive Oil Contest® è una manifestazione di successo che deve la sua notorietà a una squadra di esperti di fama mondiale nel settore degli oli d’oliva e all’organizzazione di eventi di portata internazionale. Questo team, unito dalla passione comune per l’olio d’oliva e dalla determinazione ad innovare costantemente, è guidato dal dottor Antonio G. Lauro.

    Il dottor Antonio G. Lauro è un assaggiatore professionista con una carriera eccezionale. È il fondatore del rinomato comitato di assaggio degli oli d’oliva noto come “Prim’Olio” e riveste il ruolo di responsabile del Panel in diversi concorsi oleari internazionali. Inoltre, è un autore prolifico di numerose pubblicazioni tematiche che hanno contribuito a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento degli oli d’oliva di alta qualità.

    L’EVO International Olive Oil Contest® è un evento di prim’ordine grazie a queste menti brillanti che portano avanti la tradizione e l’innovazione nel mondo dell’olio d’oliva. La loro competenza e dedizione sono essenziali per mantenere gli elevati standard di eccellenza che definiscono questo contest.

    Approfondimenti
    Brevi articoli redazionali con notizie, curiosità e interviste ai produttori, dedicati ai Vincitori Assoluti (Best in Class) dell’ultima edizione di EVO IOOC Italy, svoltasi in Calabria a maggio 2023.
    Protagoniste le società che – tra tutte – hanno ricevuto dai giudici del primo concorso internazionale del Sud Italia, il grande ed ambito trofeo. A questi articoli, a breve, verranno affiancati anche i profili aziendali dei vincitori dei premi nazionali (9 Best of Country) e dei premi speciali (3 Special Awards), così da completare la classifica di eccellenza rilasciata, come ogni anno, da EVO IOOC Italy.
    Evo IOOC Italy 2024, il concorso italiano avanza corposo, foto da comunicato stampa
    Evo IOOC Italy 2024, il concorso italiano avanza corposo, foto da comunicato stampa

    Oganizzatori Concorso:

    Antonio G. Lauro Presidente

    Stefania Reggio  Direttore Generale

    Leonardo Castellani  Direttore Tecnico

    Davide V. Lauro  Direttore Sala Campioni

    Antonio G. Lauro: L’Esperto di Olivicultura e Olio d’Oliva di Fama Internazionale

    Antonio G. Lauro, un nome rinomato nel mondo dell’agricoltura e dell’olivicoltura, è un esperto agronomo e funzionario che ha servito nella Regione Calabria, specificamente nel Dipartimento Agricoltura e presso l’ARSAC, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese. Il suo campo di specializzazione è l’olivicoltura, e da molti anni si è distinto come consulente nel settore dell’olio d’oliva.

    In qualità di esperto di analisi sensoriale, Antonio G. Lauro è coinvolto attivamente nel marketing dei prodotti agroalimentari, con un’enfasi particolare sull’olio extravergine di oliva. La sua esperienza come assaggiatore professionista è indiscutibile, e ha contribuito a fondare il comitato di assaggio degli oli d’oliva noto come “Prim’Olio.”

    Inoltre, Antonio G. Lauro è una figura di spicco in numerosi concorsi nazionali ed internazionali sull’olio d’oliva, dove svolge il ruolo di giurato. Nel 2016, ha fondato e presiede il concorso “Domina IOOC,” ribattezzato nel 2018 come “EVO IOOC – EVO International Olive Oil Contest.” È anche co-fondatore del “TerraOlivo Jerusalem Award,” dove ricopre il ruolo di responsabile degli assaggi in qualità di Panel Leader.

    Antonio G. Lauro è responsabile del Panel del Concorso internazionale dedicato agli oli extravergine di oliva di qualità “OLIVINUS Argentina Award” e ha svolto il ruolo di Capo Panel del Concorso “OLIVE JAPAN.” È inoltre il Panel Leader del concorso “Japan Olive Oil Prize” (JOOP) e ha collaborato con “Athena IOOC.” Tra le numerose responsabilità, figura il ruolo di Capo Panel del rinomato “NYIOOC – New York World Olive Oil Competition” e dell’Anatolian IOOC.

    Antonio G. Lauro condivide la sua vasta esperienza insegnando nei corsi per Olive Oil Sommelier dell’IOOS International Olive Oil School, con sedi a New York, San Francisco (California) e Londra. Questi corsi sono promossi da Olive Oil Times Education Lab e dall’International Culinary Center. Inoltre, tiene corsi di formazione sul settore dell’olio d’oliva in varie parti del mondo, tra cui Stati Uniti, Sudafrica, Turchia, Argentina, Brasile, Norvegia, Spagna, Cina, Grecia, Giappone, Azerbaijan, e molte altre destinazioni.

    Antonio G. Lauro è autore di numerose pubblicazioni tematiche e ha collaborato con molte riviste specializzate come autore free lance dal 1995. Dal 2008, gestisce il noto blog “Antonio Lauro, il Blog,” che tratta ampiamente il mondo dell’olio extravergine di oliva. La sua influenza nel settore dell’olivicoltura e dell’olio d’oliva è ampiamente riconosciuta, e il suo impegno continuo contribuisce a promuovere la qualità e l’eccellenza di questo prezioso prodotto agricolo in tutto il mondo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

  • DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme

    DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme

    DiVinoInCanto  apre l’appuntamento “Vini Terre Estreme” che si terrà in Villa Braida il 19 e 20 Novembre 2023

    Redazione – Carol Agostini

    Dodicesima edizione all’insegna delle novità per operatori e appassionati wine lovers.

    DiVinoInCanto  apre l'appuntamento “Vini Terre Estreme” che si terrà in Villa Braida il 19 e 20 Novembre 2023, foto da internet
    DiVinoInCanto  apre l’appuntamento “Vini Terre Estreme” che si terrà in Villa Braida il 19 e 20 Novembre 2023, foto da internet

    Le due giornate di workshop di degustazione dei vini eroici, che si svolgeranno a Villa Braida il 19 e 20 Novembre, saranno precedute da un evento nell’evento, un concerto che si terrà sabato 18 Novembre, alle ore 19.30, nell’Auditorium Fondazione Cassamarca di Treviso: “DiVinoInCanto“, un percorso-spettacolo per la valorizzazione dei vini “eroici”.

    Un viaggio attraverso la prosa, la musica e la terra. Un’apologia della vite che coinvolgerà il pubblico in un grande brindisi finale con una selezione di etichette eroiche.

    DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme, logo da comunicato stampa
    DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme, logo da comunicato stampa

    Le musiche del Maestro Ennio Morricone, arrangiate da Massimo Scattolin per chitarra, il violino di Paolo Tagliamento e l’orchestra d’archi dei giovani talenti del Venice Dream Ensemble e la prosa di Fabio Sartor, conquisteranno la scena con una scaletta che prevede brani espressamente dedicati al vino “Il vino e l’uva” e due medley: “Spaghetti western” e “Love Themes”, perfetta sintesi del lavoro del Maestro.

    DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme, logo da comunicato stampa, foto da internet
    DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme, logo da comunicato stampa, foto da internet

    Per chiudere con “Here’s to You” la ballata composta e interpretata da Joan Baez come parte della colonna sonora del film Sacco e Vanzetti.

    Logo da sito, articolo di redazione: DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme
    Logo da sito, articolo di redazione: DiVinoInCanto 2023 a Villa Braida per Vini Terre Estreme

    Dove: 
    Auditorium Fondazione Cassamarca, Piazza delle Istituzioni, 7 Area Appiani – Treviso
    Villa Braida, Via Bonisiolo 16 b – Mogliano Veneto TV

    per la prevendita e l’acquisto biglietti online e per maggiori informazioni: 
    info@pilotagreen.it      www.pilotagreen.it    www.vinidaterrestreme.com 

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto.

    Di Carol Agostini

    Esperti del settore, giornalisti e sommelier di varie associazioni, suddivisi in quattro commissioni, sono stati chiamati ad eleggere i migliori tra i vini di quelle che all’estero vengono definite “le 3B del vino italiano”: Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Decanto

    La degustazione si è svolta secondo lo schema dei blind tasting orizzontali, ovvero le 52 referenze di Barolo e Barbaresco – in batterie da sei vini – e le 44 referenze di Brunello di Montalcino – in batterie da cinque – sono state assaggiate e valutate dalle commissioni esaminatrici rigorosamente alla cieca, al fine di eleggere i migliori vini che si sono aggiudicati il premio Tre Cavatappi.

    I criteri di valutazione sono stati espressi da ciascun giurato attraverso un punteggio in scala da uno a cinque, per ciascuno dei seguenti ambiti: attrattività, espressività, iconicità, piacevolezza/prospettiva e coerenza.

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, Carol Agostini con Cristina Santini

    I Premi Assegnati

    Sulla base della media aritmetica dei punteggi assegnati dai degustatori sono stati assegnati i Cavatappi di Decanto:

    • Da 15 a 17 punti UN CAVATAPPI
    • Da 18 a 20 punti DUE CAVATAPPI
    • Da 21 a 25 punti TRE CAVATAPPI
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l'ottava edizione del contest 3B Untold, la rubrica di Decanto, foto di Decanto
    Alcuni giurati durante gli assaggi alla cieca, Fabio Pascucci Pepi, articolo: A Salerno, presso il Saint Joseph Resort,  si è svolta l’ottava edizione del contest 3B Untold, foto di Decanto

    Sono stati poi premiati i vini che hanno totalizzato il punteggio più alto nelle seguenti categorie:

    • Miglior vino
    • Vino più tipico
    • Vino con maggiore rapporto qualità-prezzo
    • Vino con la migliore etichetta (assegnato dai follower di Decanto sui social network)
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold di Decanto, foto di Decanto
    Roberto Garofalo e Luca Mattarazzo in giuria a Untold 3B, foto di Decanto

    A questi premi si è aggiunto anche quello di “Migliore Cantina“, assegnato all’azienda che ha ottenuto il punteggio più alto sommando quelli ottenuti da due referenze, e quello di “Migliore Cantina Emergente” all’azienda fondata negli ultimi venti anni sempre con lo stesso criterio.

    Decanto è stato inoltre Media Partner del Paestum Wine Fest dove il 26 marzo – presso il padiglione di Decanto Untold – all’interno della kermesse, è stato possibile assaggiare proprio i vini che si sono aggiudicati i Tre Cavatappi.

    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold di Decanto, foto di di Carol Agostini
    Gaetano Cataldo con Carol Agostini, in giuria a Untold 3B, foto di Carol Agostini

    Il Premio “Rosso dell’Anno” Dei Migliori Vini: Una Giuria di Esperti del Settore Rivela i Vincitori

    Un evento enologico di risonanza internazionale ha visto la luce con il Premio “Rosso dell’Anno“, una celebrazione dell’eccellenza vinicola che ha coinvolto una giuria di esperti del settore, unitamente al team Decanto. L’obiettivo? Assaporare e valutare, alla cieca, i vini migliori tra i migliori.

    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto
    Cristina Santini e altri giurati, foto di Decanto

    La Sfida Epica Tra le 9 Referenze Vincitrici

    Nel corso delle precedenti otto edizioni del contest “Untold,” ben nove referenze avevano conquistato il titolo di vincitrici. Un confronto epico si è tenuto quando queste eccellenze vinicole si sono sfidate per la prima volta, in un assaggio alla cieca che ha messo alla prova il palato e il discernimento dei giudici.

    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023
    Momenti di Untold 3B, articolo: Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023

    Hanno preso parte alla giuria in ordine alfabetico:

    • Andrea Annunziata, Direttore Editoriale, Decanto
    • Danilo Amapani, Redattore, Decanto
    • Francesco Corsi, Giornalista, Carlo Zucchetti
    • Gaetano Cataldo, Giornalista, Mediterranea Online
    • Lorenzo Colombo, Giornalista, ioeilvino.it
    • Luigi D’Acunto, Titolare, Decanto
    • Roberto Garofalo, Sommelier & Wine Blogger, Decanto
    • Simona Geri, Wine Expert, The Winesetter srls

    Momenti di relax post giuria di Untold 3B di Decanto, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi
    Momenti di relax post giuria di Untold 3B, Carol Agostini, Cristina Santini, Gaetano Cataldo e Fabio Pascucci Pepi

    I vini assaggiati:

    1. Le Fonti – Panzano – Chianti Classico 2018
    2. Le Berne – Vino Nobile di Montepulciano 2018
    3. Col d’Orcia – Brunello di Montalcino Riserva “Nastagio”, 2016
    4. Castello di Cacchiano – Chianti Classico Gran Sel. “Millennio” 2015
    5. Strapellum – Aglianico del Vulture Sup. “Tenute Piano Regio” 2016
    6. Anzivino – Gattinara Riserva “Cesare” 2017
    7. Cantine Povero – Barbaresco “Batù”, 2019
    8. Cascina Bongiovanni – Barolo “Pernanno”, 2018
    9. Bianchi – Ghemme 2013

    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi
    Decanto e la tripletta 3B, Barolo, Barbaresco Brunello 2023, foto di Carol Agostini con Fabio Pascucci Pepi

    La Selezione del “Rosso dell’Anno” Scoperta Dagli Esperti

    Nel contesto dell’evento, ciascun membro della giuria ha avuto l’opportunità di indicare le proprie tre preferenze, indicando il numero delle calze in cui erano custoditi i tre migliori vini in competizione.

    Dopo una rapida conta dei voti, è stata la “calza 7” a rivelare il vino decretato “Rosso dell’Anno,” che ha conquistato il cuore di ben sette giurati.

    Il prestigioso riconoscimento del “Rosso dell’Anno” è stato attribuito al Barbaresco “Batù” del 2019, prodotto dalle Cantine Povero.

    Per completezza, va notato che le tre selezioni effettuate dalla giuria sono state, nell’ordine: il Vino Nobile di Montepulciano, il Chianti Classico e il Barbaresco, tutti dignitosi rappresentanti dell’arte vinicola.

    Conclusione

    E’ stata un’esperienza intensa che ho vissuto grazie all’invito di Luigi D’Acunto di Decanto e il collega, grande esperto enogastronomico Gaetano Cataldo, con me a vivere tutto ciò la collega Cristina Santini con la quale portiamo avanti il progetto www.Papillae.it e Fabio Pascucci Pepi direttore amministrativo della cantina Col D’Orcia, in rappresentanza della cantina .

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficiale: https://decanto.wine/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Il 32° Merano WineFestival: Bio&Dynamica e Sostenibilità al Centro dell’Interesse

    Redazione – Carol Agostini

    Il futuro del mondo vinicolo si svela a Merano con l’apertura del 32° Merano WineFestival. Quest’anno, il patron Helmuth Köcher ha deciso di ritornare alle origini, aprendo la manifestazione venerdì 3 novembre con la rassegna dedicata a “Bio&Dynamica“. Questa scelta sottolinea l’impegno costante di Köcher verso un’agricoltura sostenibile e il benessere delle future generazioni, mantenendo al contempo alti standard di eccellenza.

    Spiega Köcher: «Puntare su vitigni resistenti e sostenibili significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta»,

    rimarca il patron del Merano WineFestival che aggiunge: «Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di CO2. Aziende presenti al Merano WineFestival perché capaci di produrre eccellenze sostenibili, spesso anticipando quello che dovrà essere il solco della viticoltura di domani», chiude Helmuth Köcher.

    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni, foto autrice
    Carol Agostini a Merano Winefestival presente da 28 anni, foto autrice

    La 32^ edizione del Merano WineFestival registra un aumento del 50% nella partecipazione delle aziende nel settore “Bio&Dynamica”, una tendenza in costante crescita sia in termini di produzione che di risonanza mediatica rispetto al 2019. Venerdì 3 novembre, nel suggestivo scenario delle sale del Kurhaus, i protagonisti saranno i vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e i vini da agricoltura integrata. La manifestazione ospiterà 160 produttori e oltre 300 etichette bio&dynamica, dimostrando il crescente interesse del mercato verso questi prodotti.

    Tra gli eventi imperdibili, spicca “Percorrendo l’Italia” con l’enologo Luca D’Attoma, che esplorerà i vini biodinamici e le varietà PIWI, ovvero vitigni resistenti alle malattie fungine. Secondo Köcher, investire in vitigni resistenti e sostenibili rappresenta la chiave per una viticoltura veramente sostenibile. Questi vitigni presentano una resistenza naturale alle malattie fungine, consentendo una drastica riduzione dei trattamenti e, di conseguenza, una minore emissione di CO2 nell’ambiente.

    Locandina evento, articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023
    Locandina evento, articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023

    Uno studio scientifico condotto presso l’azienda Albafiorita in provincia di Udine, in collaborazione con “Climate Partners“, ha dimostrato che i vitigni resistenti producono il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quelli tradizionali. Questo studio pionieristico ha analizzato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e resistenti, evidenziando l’importanza delle scelte aziendali sull’ambiente.

    Il Merano WineFestival vuole anche onorare la memoria di Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice originaria dell’Etiopia, fondatrice dell’azienda casearia “La Capra Felice” in Trentino, tragicamente scomparsa nel 2020. Il Mercato della Terra di Slow Food Alto Adige Südtirol, che si terrà il 4 novembre in Piazza della Rena a Merano, sarà dedicato alla sua visione di un futuro migliore. Quindici piccole aziende agroalimentari e artigiani del gusto parteciperanno a questo mercato, che simboleggia la lungimiranza di Agitu Ideo Gudeta nel promuovere un’antropizzazione sostenibile del territorio.

    Il Merano WineFestival, che si terrà dal 3 al 6 novembre, è più che una semplice manifestazione enologica. È un viaggio nel futuro del vino, un futuro guidato dalla sostenibilità, dalla qualità e dalla consapevolezza ambientale. La rassegna Bio&Dynamica rappresenta il cuore pulsante di questa edizione, evidenziando il cambiamento positivo che sta avvenendo nel mondo del vino e il ruolo fondamentale che la sostenibilità gioca in questo contesto.

    Articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023, foto da comunicato stampa
    Articolo: Merano, il festival e la sostenibilità a 360 gradi 2023, foto da comunicato stampa

    Precisiamo che il 7 novembre sarà una giornata a sè con gli Champagne & More, vi aspettiamo anche in questo giorno.

    Ufficio Stampa: smstudio | pr & communication Stefania Mafalda press@smstudiopr.it

    Media Partners: Radio Monte Carlo (Radio Partner), Baccus, I Grandi Vini, Pambianco Wine&Food, Vinum, Glance, Il Gusto Enoblogger, Hipster Wine, Simona Geri, WineMob, WineTv, Vino Tv, Italian Wines, Italian WineLovers, WineBlog Roll, Il Cucchiaio D’Argento, Reporter Gourmet, WineNews, Cantina Social, Luca Grippo, Andrea Radic

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/

    Siti partners artciolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com

    (altro…)

  • Merano WineFestival 2023 e il +futuro dell’enogastronomia

    Merano WineFestival 2023 e il +futuro dell’enogastronomia

    Merano WineFestival: dalle origini al futuro dell’enogastronomia passando per la sostenibilità.

    Redazione – Carol Agostini e F.P.

    La 32^ edizione della nota rassegna internazionale supera il concetto di eccellenza con le nuove menzioni: Iconic, Unique, Platinum e Next Platinum. E alla Terra, preda di sconvolgimenti climatici, dedica il summit “Respiro e Grido della Terra” che mette al centro il tema della sostenibilità.

    Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023, foto da comunicato stampa
    Merano riapre le porta a Merano WineFestival 2023, foto da comunicato stampa

    Nella “Città delle Palme” più a nord d’Europa è in programma dal 3 al 7 novembre Merano WineFestival. L’appuntamento con gli amanti della qualità enogastronomica quest’anno segna anche il ritorno al format lanciato dal patron Helmuth Köcher: bio&dynamica e GourmetArena in apertura, seguita dalle giornate centrali di The Festival, con espositori presenti per tutte le giornate di sabato, domenica e lunedì.

    Un ritorno alla tradizione che guarda, però, al futuro. Le nuove menzioni speciali che certificano una selezione oltre ogni aspettativa (ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM), più spazio per gli espositori internazionali, super Masterclass nella cornice del Castello Principesco, un’area dedicata a Luca D’Attoma “Luca D’Attoma: percorrendo l’Italia” ma anche il Summit internazionale sulla Sostenibilità “Respiro e Grido della Terra”, oltre al The WH Buyers’ Club che andrà a completare il programma della manifestazione.

    «La ricerca dell’eccellenza nel mondo dell’enogastronomia non ha mai fine, perché l’evoluzione stessa delle tecnologie e delle tecniche agricole non ha limiti definiti. Eccellenza è un concetto che deve andare di pari passo con il rispetto per la fertilità del nostro pianeta. Dove l’uomo non accarezza il territorio nel quale vive, la Terra risponde con tutta quella serie di stravolgimenti che sempre più osserviamo», sono le parole con le quali Helmuth Köcher inaugura la 32^ edizione del Merano WineFestival, dal 3 al 7 novembre 2023.

    Sostenibilità è la parola chiave, perché solo in questa direzione è possibile perseguire eccellenza, fino a superarla, come certificato dalle nuove menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM e NEXT PLATINUM. La 32^ edizione del Merano WineFestival rinnova l’appuntamento con il Summit sulla sostenibilità a 360°: “Respiro e Grido della Terra” dove si fa il punto della situazione dopo un anno di eventi targati The WineHunter legati al cambiamento climatico che questa estate, nella siccità e nelle inondazioni, ha mostrato segnali inequivocabili.

    Sempre più internazionale, unico nel suo genere per via del perfetto connubio tra eventi riferibili al mondo dell’enologia e quelli relativi alla gastronomia oltre a una serie di eventi collaterali, Merano WineFestival 2023 spinge ancora di più in alto l’asticella della qualità tra eleganza, cultura e business.

    merano va in scena, merano Winefestival 2022, foto da comunicato stampa
    Merano Winefestival, foto da comunicato stampa edizione 2022

    32^ EDIZIONE ALL’INSEGNA DELLE NOVITÀ

    Ritorno alla tradizione ormai decennale, per la 32^ edizione del Merano WineFestival con venerdì 3 novembre dedicato alla rassegna bio&dynamica che suggella l’importanza del focus sul biologico, biodinamico, organico e orange.

    Quindi, da sabato 4 a lunedì 6 novembre la scena è per le selezioni del The WineHunter nella cornice liberty del Kurhaus che dal 1874 ospita eventi di respiro internazionale. Da quest’anno, ancora più ricca la sezione International con selezioni provenienti dai cinque continenti. Come da tradizione, il martedì è targato Catwalk Champagne per gli amanti delle bollicine d’oltralpe, ma anche nazionali.

    Wine ma anche Food al festival meranese, con la Gourmet Arena capace di sprigionare i sapori della tradizione gastronomica italiana del Food – Spirits and Beer. Merano WineFestival è anche sinonimo di show cooking, che partiranno già venerdì alla Gourmet Arena negli spazi dedicati alla Campania e all’Abruzzo, così molti eventi collaterali e Masterclass tra il Fuori Salone e l’Hotel Therme Merano.

    OLTRE L’ECCELLENZA CI SONO “ICONIC”, “UNIQUE”, “PLATINUM” e “NEXT PLATINUM”

    La sezione “The Festival” è come al solito dedicata alle menzioni speciali del The WineHunter Helmuth Köcher con uno sguardo che dalla tradizione guarda a 360 gradi al futuro. Quest’anno Helmuth Köcher ha voluto spingersi oltre l’eccellenza, già raggiunta con la menzione PLATINUM, per quei prodotti che nel 2023 hanno raggiunto un punteggio superiore a 95/100, e NEXT PLATINUM dove sono racchiuse le promesse del futuro già insignite del The WineHunter Award Gold nelle diverse categorie.

    «Eccellenza significa rappresentatività iconica del territorio ma anche unicità di prodotti che nascono solo in condizioni particolarissime e non riproducibili in altri contesti. Un patrimonio che deve essere tanto protetto quanto valorizzato al punto che abbiamo immaginato nuove e specifiche menzioni: ICONIC, UNIQUE, PLATINUM E NEXT PLATINUM», spiega The WineHunter.

    Presentante anche le due nuove menzioni: ICONIC, attribuita a quei vini che rappresentano un riferimento di eccellenza nazionale ed internazionale per un territorio, insigniti del The WineHunter Award Gold; presenti sul mercato da almeno 25 anni, vengono prodotti da aziende storiche, con almeno 50 anni di attività. UNIQUE, invece, è la menzione che certifica i prodotti unici per tipologia di vinificazione e/o affinamento, così come per vitigno unico oppure per condizioni pedo-climatiche estreme se non eroiche, anche questi già riconosciuti dal The WineHunter Award Gold.

    Alcune degustazioni al Merano Winefestival 2022
    Alcune degustazioni al Merano Winefestival edizione 2022

    HIGHLIGHTS, I CONSIGLI DEL WINEHUNTER. GLI EVENTI DA NON PERDERE.

    Il Merano WineFestival è come un menu dalle mille portate capace di solleticare qualsiasi tipo di palato. Difficile se non impossibile fare una selezione tra eventi nel e fuori dal Festival. Partendo da venerdì, imperdibile la super Masterclass al Kurhaus con Luca D’Attoma, enologo sperimentatore della viticoltura biologica in Italia capace di innovare fino alle eccellenze biodinamiche della sua cantina senese.

    Venerdì è anche la giornata del DNA Vernatsch, ovvero la schiava gentile caratteristica dell’Alto Adige in presenza di nove produttori locali nelle sale del Kurhaus.

    Venerdì pomeriggio appuntamento alla Palm Lounge dell’Hotel Therme Merano con la presentazione del libro “Terradivina” di Riccardo Corazza. Nell’ambito di bio&dynamica, inoltre, dalle ore 14:30 alle 16:00, la Masterclass “Resistenti Nicola Biasi – I vini del futuro” con Helmuth Köcher, Attilio Scienza e Nicola Biasi.

    Sabato mattina è in programma dalle ore 10:00 in Piazza della Rena, il “Mercato della Terra” a cura di Slow Food Alto Adige. Alle ore 13:00, nella cornice del Teatro Puccini il Summit “Respiro e Grido della Terra” con esperti che si confronteranno sul tema della sostenibilità. Alle ore 15.00 alla Palm Lounge presentazione del libro “”Intrepide, Storie di donne, vino e libertà” firmato da Laura Donadoni. Dalle 16:00 alle 17:00 la Masterclass “Eccellenza dall’Albania” by Cobo Winery con il wine critic Luca Gardini. Alle ore 20:00 presso la GourmetArena Campania showcooking con Antonio Tubelli e Umberto Mazza.

    Domenica la presentazione della Guida Vini Buoni d’Italia al Teatro Puccini, dalle ore 10:30 e dalle dalle ore 11:00 alle ore 13:00 nella Sala dei 30 presso l’Hotel Therme Merano Tavolo Rotondo e Masterclass “La nuova filosofia del calice sensoriale secondo Italesse L’importanza della cultura del calice per esaltare l’unicità di ogni singolo vino” organizzato in collaborazione con Italesse e, a seguire, alle ore 14:00 Masterclass Georgia con i “Vini Qvevri – I vini in anfora”.

    Dalle ore 17:00 alle ore 19:00 presso il Castello Principesco: “La Storia di Masseto”, degustazione di 3 annate in una tavola rotonda a cura di Roberto Camuto Wine Storyteller con la presenza di Lamberto Frescobaldi. Imperdibile il lunedì, dalle 10:00 alle 12:00 al Castello Principesco assieme a Oscar Farinetti, Albiera Antinori e Priscilla Incisa della Rocchetta l’evento “Le Vite Parallele di Tignanello & Sassicaia” delle annate 1990/2008/2018.

    Alle ore 16:00, invece, Premio Godio meets Premio Zierock che celebra la cucina genuina e vicina al territorio nonché una visione olistica della produzione del vino e alle ore 19.30 presentazione della Guida “Osterie D’Italia” by Slow Wine alla Cantina di Merano. Quindi, martedì dalle ore 15.30 al Kursaal premiazione del concorso “Emergente Sala 2023”.

    SOSTENIBILITA’: MERANO WINEFESTIVAL RACCOGLIE IL “GRIDO DELLA TERRA”

    «La scorsa è stata una estate che dal punto di vista climatico ha mostrato una serie di eventi naturali come siccità e inondazioni di una intensità che non si era mai vista prima d’ora» sottolinea Helmuth Köcher. «Dalle terrazze del Kurhaus dal quale storicamente si snoda il Merano WineFestival è quasi possibile intravedere le cime orientali dei ghiacciai del Similaun che di anno in anno si ritirano sempre di più. È del 2017 la notizia che dopo 7000 anni di inerzia anche il ghiacciaio sul monte Ortles ha iniziato a ritirarsi.

    Allo stesso tempo, la viticoltura sale di quota ben oltre i 1000 m e nel fondovalle il caldo torrido e la siccità rendono sempre più complessa l’agricoltura». Non c’è da meravigliarsi quindi che al patron del festival Helmuth Köcher stia particolarmente a cuore l’appuntamento con il Summit “Respiro e Grido della Terra”: momento riflessivo caratterizzante il venerdì pomeriggio al Merano Wine Festival.

    Quali sono le proposte di soluzione alle conseguenze del cambiamento climatico in corso, in particolare quando si parla di viticoltura e agricoltura? Una domanda sulla quale, dalle ore 13:00 alle ore 15:00 di venerdì 3 e sabato 4 novembre presso il Teatro Puccini, un panel di esperti internazionali si confronteranno, sistematizzando il materiale raccolto dal WineHunter e dai suoi collaboratori nel corso dell’ultimo anno.

    I NUMERI DEL MERANO WINEFESTIVAL

    Le giornate di festival, 10.000 visitatori attesi, più di 600 espositori, oltre 1.500 vini in degustazione, 350 etichette nella WineHunter Area, più di 1750 WineHunter Awards, 26 masterclass, 22 showcooking, 2 presentazioni di libri e 6 talk al Summit “Respiro e Grido della Terra”.

    LA PRESENZA DELLE ISTITUZIONI

    Numerose le istituzioni presenti durante le giornate del festival, coinvolti anche in cerimonie, tavole rotonde e talk in programma nel Summit e non solo. Tra i nomi spiccano: il Sottosegretario di stato Luigi D’Eramo, il Vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, l’Assessore alle politiche agricole Calabria Gianluca Gallo, l’Assessore alle politiche agricole Piemonte Marco Protopapa, l’Assessore alle politiche agricole Campania Nicola Caputo, l’Assessore alle politiche agricole Molise Nicola Cavaliere, il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, il Presidente Slow Food Italia Barbara Nappini, il Console della Nuova Zelanda Austin Brik.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it/

    Sito partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023

    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023

    L’e-commerce di Birrificio del Ducato si arricchisce con i marchi Duvel, Chouffe e Maredsous, diventando una piattaforma multi-brand.

    Redazione – Carol Agostini

    Una novità assoluta:nel carrello del webshop di Birrificio del Ducato, oltre alle etichette della gamma brassicola di Soragna, da ora èpossibile inserire anche i prodotti del gruppo belga Duvel Moortgat. Chouffe, Duvel e Maredsous,comodamente a casa con un click Soragna, 19 ottobre è il grande giorno: l’e-commerce di Birrificio del Ducato diventa una piattaforma multi-brand, raggiungibile al seguente link: https://www.birrificiodelducato.it/shop/

    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa
    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa

    Un modo comodo, pratico e veloce per acquistare la ricca selezione di birre del Gruppo Duvel Moortgat, così da ricevervele e gustarle comodamente a casa.

    I marchi che fanno compagnia alle etichette del birrificio di Soragna, sono quelli già distribuiti dalle sue reti commerciali HORECA e GDO, ossia Duvel, Chouffee Maredsous. Una grande novità poiché, per la prima volta in Italia, si può accedere e usufruire di una piattaforma ufficiale dedicata alla vendita online dei prodotti del Gruppo Duvel Moortgat.

    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa
    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa

    In aggiunta alle birre della gamma Duvel, Duvel Classica e Duvel 666, della linea Chouffe,La Chouffe, Mc Chouffe, Houblon Chouffe, Cherry Chouffe e Chouffe Blanche, e Maredsous, Maredsous Blonde, sono disponibili anche calici brandizzati e divertenti gadget, così da vivere un’esperienza totale di gusto tra i sapori della tradizione brassicola belga. Le novità non sono ancora finite!

    Anche il pack dedicato alle spedizioni ha avuto un restyling, sia nella grafica sia nel contenuto.Nel primo caso, ogni facciata raffigura l’immagine iconica e rappresentativa di ciascuno dei quattro brand presenti sull’e-commerce. Per quanto riguarda il contenuto, è stato ridotto da 12 a 6 referenze, ma con la possibilità di comporreil pack a proprio piacimento in multipli di 6 senza minimi d’ordine imposti per ciascuna referenza.

    Insomma, da oggi potrete ricevere alcune delle più classiche birre del Belgio a casa in un click… ovviamente assieme alle etichette del Birrificio del Ducato, il birrificio italiano più premiato al mondo.

    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa
    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa

    Birrificio del Ducato

    Nel 2007 a Roncole Verdi di Busseto (Pr), il paese natale di Giuseppe Verdi,si aprono le porte del Birrificio del Ducato. Un’importante realtà che ha saputo valorizzare al meglio la lunga tradizione territoriale della provincia di Parma, tanto da classificarsi, nel giro di pochi anni, come il Birrificio italiano più premiato al mondo con oltre 100 riconoscimenti.

    Notevoli risultati ottenuti grazie a una ricerca scrupolosa di materie prime, ‘ingredienti’ che si intrecciano a una lavorazione rispettosa che porta alla produzione di birre invitanti, equilibrate e piacevoli da bere, frutto anche di metodi all’avanguardia ediun sistema automatizzato.In più, Birrificio del Ducato si avvale di un laboratorio interno che esegue analisi microbiologiche, chimiche e sensoriali, oltre alla decisione di non filtrare o pastorizzare le birre per preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime.

    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa
    Birrificio del Ducato e la nuova rinascita multi-brand 2023, foto da comunicato stampa

    Premi e riconoscimenti

    Come la doppia vincita a Birrificio dell’Anno nel 2010 e nel 2011 –hanno incrementato la fama del Birrificio che, da sempre, ha l’obiettivo dell’alta qualità. Fortedel suo valore e dopo l’apertura della nuova sede a Soragna, nel 2016 la famiglia belga Moortgat acquisisce il 35% delle quote, nel 2018 il 70% e, nel 2020, il 100%.

    Oggi, Birrificio del Ducato si collocata trale realtà brassicole le cui birre risultano essere le più richieste dal mercato italiano, dal mercato internazionale e dai beerlovers.

    DuvelMoortgat

    Quella della famiglia Moortgat è una lunga storia, iniziata nel 1871 per mano di Jan-Leonard Moortgate della moglie, quando crearono il loro birrificio a Puurs-Sint-Amands, in Belgio. L’attività, successivamente, passò ai figli Albert e Victorche contribuirono in maniera consistente a produrre la birra oltre a darle il nome.

    Dopo la Prima Guerra Mondiale, proprio Albert Moortgat produsse una birra seguendo l’amato ‘stileinglese’, chiamandola, per celebrare la fine del conflitto bellico, Victory Ale.

    Si narra che assaggiando la birra, un amico di famiglia, abbia commentato: “Questa è un vero Diavolo (Duvel)”. Un’affermazione forte ma avvincente, tanto da utilizzare dal 1923 il nome Duvel sulle etichette. Oggi, con la quarta generazione della famiglia Moortgat al comando, le birre Duvel Moortgat sono riconosciute a livello internazionale come standard perle birre speciali rifermentate in bottiglia e sono sinonimo di qualità ed eccellenza, frutto di attente selezioni delle materie prime pure e dell’utilizzo dello stesso ceppo di lievito dal 1918.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito birrificio: https://www.birrificiodelducato.it/

    Sito Ufficio stampa: https://rossiebianchi.com/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

     

  • InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel

    InGravel Morellino 2023
    Buona la prima per “InGRAVEL” 2023: La Bicicletta Gravel, MTB ed E-bike prendono d’assalto il Morellino in Maremma!

    Redazione – Carol Agostini

    Scansano, 20 ottobre 2023. Il weekend del 14 e 15 ottobre ha visto il trionfo della passione per la bicicletta, con l’evento InGRAVEL che ha fatto rivivere l’anima delle due ruote nei magnifici territori del Morellino di Scansano, in Maremma. Organizzato nei dettagli, questo evento ha entusiasmato i partecipanti, offrendo un’esperienza indimenticabile coinvolgendo gravel bike, MTB ed E-bike.

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa
    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa

    Gli amanti delle due ruote provenienti da tutta Italia si sono radunati per due giorni indimenticabili, esplorando i paesaggi mozzafiato della Maremma Toscana. Sabato 14 ottobre, i partecipanti hanno affrontato due percorsi.
    Il primo, di 47 km con un dislivello positivo di 1100 metri, ha messo alla prova la resistenza dei ciclisti. Il secondo, di 75 km e con un dislivello di 1800 metri, ha sfidato le abilità tecniche. Entrambi i percorsi hanno offerto paesaggi spettacolari che solo la Maremma può offrire.

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa
    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa

    Durante la social ride di domenica di 59 km, i partecipanti hanno affrontato la rinomata salita denominata “Il Muro del Pirata”. Ǫuesta sfida è stata un vero banco di prova per la forza e la determinazione dei partecipanti.
    Da segnalare che non sono mancati i rifornimenti lungo i percorsi (ben 4 nel percorso da 75km) disposti in luoghi iconici, come Roccapesta e Monte Po, grazie alla collaborazione con la Famiglia Tanzini e Biondi Santi. Qui i partecipanti hanno avuto la possibilità di assaggiare prelibatezze locali, così come al ristoro finale presso l’Antico Casale di Scansano Resort, incantevole sede di partenza ed arrivo della manifestazione.

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa
    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa

    Tre i brand ambassador presenti:

    Riccardo Magrini, noto telecronista di Eurosport, ha condiviso le sue esperienze e consigli con gli appassionati di ciclismo presenti.
    Marta Giunti, giovane atleta nazionale di sci, che ha ispirato tutti grazie al suo entusiasmo con la sua determinazione ed il suo amore per la sfida.

    Alessandro Ballan, l’ultimo campione del mondo italiano di ciclismo su strada, ha aggiunto un tocco di eccellenza al weekend, fornendo ispirazione e consigli preziosi a tutti i partecipanti.

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa
    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa

    Inoltre, l’evento ha avuto l’onore di ospitare il Colonnello Filippo Monti, comandante del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare di Grosseto, che ha elogiato l’impegno degli organizzatori e degli atleti. Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Morellino, e Bennardo Guicciardini Calamai, Presidente del Consorzio Morellino, hanno dato il benvenuto a tutti i partecipanti e hanno sottolineato l’importanza di un evento
    come InGravel per promuovere la bellezza dei territori del Morellino:

    “Siamo felici di vedere la comunità ciclistica riunirsi in questo evento eccezionale. Il Morellino e la Maremma offrono uno scenario unico per gli amanti della bicicletta e siamo entusiasti di condividere questa bellezza con tutti i partecipanti. Siamo grati per la presenza di ospiti d’eccezione come Riccardo Magrini e Alessandro Ballan, che hanno reso questa edizione un’esperienza ancora più indimenticabile”.

    Gli organizzatori Andrea Gurayev e Werner Peruzzo, hanno aggiunto: “Vogliamo ringraziare il Comune di Scansano, lo staff, tutti i partecipanti, i volontari e gli sponsor che hanno reso possibile InGRAVEL. La passione per la bicicletta è ciò che ci unisce, ed è stato meraviglioso vedere la comunità ciclistica unirsi per festeggiare quest’ esperienza unica.”

    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa
    InGRAVEL Morellino 2023, in maremma la bicicletta Gravel, foto da comunicato stampa

    InGRAVEL ha lasciato un segno indelebile nel cuore della Maremma, e l’attesa per la prossima edizione è già iniziata. L’evento continuerà a crescere e ad ispirare sempre più persone.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito ufficio stampa: https://www.fruitecom.it/
    Sito evento: www.ingravel.com

    Sito consorzio: https://www.consorziomorellino.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità

    Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità

    Convegno “Il futuro del vino tra algoritmo e cambiamento climatico” durante la presentazione della Guida Vini d’Italia 2024 del Gambero Rosso

    Di Cristina Santini

    Il 15 ottobre al Teatro Brancaccio di Roma, durante la presentazione della Guida Vini d’Italia 2024 del Gambero Rosso, è stato dedicato ampio spazio al tema “Il futuro del vino tra algoritmo e cambiamento climatico”.

    Il palco del Teatro Brancaccio di Roma, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Il palco del Teatro Brancaccio di Roma, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Il convegno che ha preceduto la cerimonia di premiazione Tre Bicchieri della guida, è stato moderato dal giornalista Gianluca Semprini che ha rivolto alcune domande ad una platea di esperti intervenuti ognuno nelle proprie competenze e dei quali riportiamo alcuni spunti per un aggiornamento o una riflessione personale.

    Gli ospiti al convegno, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Gli ospiti al convegno, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Sono intervenuti Renato Brunetta, presidente del Cnel , Silvia Puca, matematica e project manager Eumetsat Hydrology Saf per la Protezione Civile, Andrea Gasparri del dipartimento di Ingegneria civile dell’Università Roma Tre, Daniele Nardi del dipartimento di Ingegneria informatica dell’Università Sapienza di Roma, Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso, Carlo Spallanzani, amministratore delegato di Gambero Rosso e Marco Mensurati, direttore responsabile di Gambero Rosso.

    Apertura con l’intervento del Presidente del Cnel, Renato Brunetta:

    “Non bisogna aver paura del progresso. In Inghilterra, nei primi decenni dell’800 i luddisti si aggiravano per le campagne per distruggere i telai meccanici, temendo che quelli distruggessero il loro lavoro. Ma sappiamo tutti come finì: ci furono tre rivoluzioni industriali, aumentò la produzione, il benessere e anche l’occupazione.

    Oggi anche il vino sta vivendo la sua rivoluzione. Di fronte ai cambiamenti climatici è sempre più difficile avere l’anno, che io definisco, della sincronizzazione, ovvero quello in cui va tutto bene. Quindi, la viticoltura è destinata a soccombere? No, perché l’uomo guarda al progresso. Da qui l’importanza che la transizione digitale potrà avere nei prossimi anni per costruire nuove annate straordinarie. Unica condizione mischiare l’intelligenza artificiale a quella umana”.

    Presidente Cnel Renato Brunetta, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Presidente Cnel Renato Brunetta, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    A seguire il discorso di Silvia Puca, matematica e project manager Eumetsat Hydrology SAF:

    “Mi occupo del coordinamento del progetto satellitare europeo più grande che abbiamo in Europa per la stima dei parametri idrologici, quindi precipitazioni, umidità, neve, che hanno un impatto sul territorio, e lavoro nell’ambito della Protezione Civile. Ogni qual volta abbiamo, come recentemente in Emilia Romagna, eventi così intensi ed estremi, c’è una tecnologia satellitare italiana importante che ne segue l’evoluzione.

    Ci sono eventi intensi che sono più facilmente prevedibili ed altri in cui è veramente molto difficile; quelli di tipo meteorologico hanno una scala sinottica ovvero prendono aree molto ampie, si generano in territori molto lontani da noi, e ci sono modelli meteorologici che riescono a prevederli. Quello in Emilia Romagna è stato uno di questi, quindi la protezione civile a livello locale e nazionale si è mossa in tempo. Sono state evacuate centinaia di persone prima dell’evento e questo ha permesso la salvaguardia dei nostri cittadini.”

    Per quanto riguarda le previsioni a lungo raggio che riguardano soprattutto la siccità, con i modelli matematici a disposizione cosa possiamo sapere ed entro che lasso di tempo?

    “L’uomo, nell’aver creato grosse problematiche come l’innalzamento delle temperature e tutto ciò che vediamo sul cambiamento climatologico, è però allo stesso tempo avanzato con le tecnologie in modo molto importante. I primi satelliti che hanno iniziato a monitorare la Terra in modo continuativo e operativo sono degli anni ‘80, quindi sono cinquant’anni circa che raccogliamo una serie di parametri di tipo atmosferico e quelli riguardanti le nostre terre.

    Queste informazioni ora ci permettono di vedere giornalmente, se non anche più volte al giorno, alcuni dati fisici che ci aiutano a prevedere la precipitazione più o meno intensa o più o meno lunga, o di tipo grandigeno, ma anche di vedere una diminuzione dell’umidità del terreno associata a minori precipitazioni.

    Queste Informazioni ci portano mesi prima a capire le condizioni per una probabile siccità. Ormai si parla sempre in termini di probabilità, abbiamo ora delle condizioni che sono anomale e quindi non sono le precipitazioni che avremmo dovuto avere in questa stagione e, venendo anche da un anno povero di neve, non abbiamo avuto le risorse idriche che si mettono in cantiere.”

    Quindi cosa sappiamo adesso da qui ai prossimi mesi?

    In questo momento il nostro territorio nazionale, ma non solo l’Italia, è al di sotto di quelle che sono le risorse idriche che abbiamo in questo periodo rispetto agli anni precedenti. I modelli al momento non ci danno precipitazioni importanti per dire che recupereremo questo deficit, però cosa accadrà nei prossimi mesi non possiamo saperlo con certezza perché purtroppo i modelli nel lungo termine, da un mese in poi, fanno più fatica e spesso possono sbagliare.

    A breve termine cosa ci permettono di sapere le tecnologie ad esempio in vigna e capire fra quante ore accadrà cosa?

    Le previsioni sono di tipo meteorologico, non abbiamo altri tipi di previsioni, quindi la modellistica meteorologica ci dirà che nei prossimi giorni avremo delle precipitazioni. Però quello che sappiamo anche che al momento queste piogge previste non sono sufficienti per andare a recuperare questa anomalia che abbiamo.

    Silvia Puca, matematica e project manager Eumetsat Hydrology SAF, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Silvia Puca, matematica e project manager Eumetsat Hydrology SAF, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Per il lavoro svolto in ambito sostenibilità, è intervenuto il Vice Presidente di Equalitas, Michele Manelli:

    “Dieci anni fa, patrocinati a casa del Gambero per il Forum della sostenibilità, ci siamo accorti che un terzo della nostra economia del green si stava muovendo in questa direzione e che c’era però complessità nella rappresentazione. E’ stato fatto un percorso sotto la guida di Federdoc, riconosciuto anche dal ministero come progetto di interesse pubblico nazionale sul tema della sostenibilità, e oggi abbiamo in certificazione, perché Equalitas è “Standard Owner”, ovvero non certifica, ma accredita Enti di certificazione che svolgono le verifiche, circa il 20% della filiera italiana. Rappresentiamo quasi centomila ettari e otto miliardi di fatturato, sono numeri importanti.

    Certificazione riconosciuta a livello statale come una sorta di bollino di Stato, poi cosa è successo?

    E’ stato istituito un percorso che poi ha consentito alle Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) di integrarsi con nuovi requisiti e di definire che la sostenibilità deve essere multi pilastro e avere un’utilizzazione qualitativa che riflette tutte le istanze ambientali ed economiche. E’ chiaro è un inizio, noi ne abbiamo 147 di requisiti, è un sistema molto più articolato, forse non è sufficiente in questo momento né per essere riconosciuto dal mercato come qualificante né per mettere ordine su quella che è la definizione della sostenibilità.

    Se guardiamo solo al mondo del vino, cerchiamo con una serie di accordi internazionali di ricercare questa armonizzazione perchè se non facciamo ordine non troviamo la base con la quale definire questo sistema e faremmo fatica a convincere le aziende ad investire e i consumatori a scegliere. Stiamo parlando di circa 50 Standard che stiamo analizzando a livello internazionale per trovare delle sintesi e quasi 100 solo per il mondo del vino.

    Michele Manelli, Vice Presidente di Equalitas, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Michele Manelli, Vice Presidente di Equalitas, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Il consumatore più attento alla sostenibilità è sicuramente quello nord europeo, nord americano. In Italia sta cambiando qualcosa?

    In questo decennio si può notare chiaramente come sia triplicato l’interesse dei consumatori verso i temi della sostenibilità. Questo punto oramai è il secondo motivo di acquisto del consumatore dopo l’origine. E’ molto interessante come ci sia una chiara convergenza verso il prodotto di qualità, il prodotto sostenibile e nonostante le difficoltà contingenti di poteri di acquisto che si deteriorano, è inevitabile che la sostenibilità possa moltiplicare l’esperienza ed il racconto del vino.

    Sulla robotica in agricoltura e in vigna interviene il Prof. Andrea Gasparri del Dipartimento di Ingegneria Civile, Informatica e delle Tecnologie Aeronautiche Università degli Studi di Roma Tre:

    Quando parliamo di agricoltura di precisione, di cosa parliamo effettivamente?

    Parliamo di strategie di gestione che permettono di sviluppare modelli agricoli che siano sostenibili, riescano a garantire la sicurezza alimentare e al contempo mitigare la carenza di forza lavoro.
    La definizione che voglio dare di agricoltura di precisione presa da un articolo scientifico che ritengo molto interessante dice: “E’ il saper fare la cosa giusta nel posto giusto al momento giusto”, ma dietro questo concetto c’è una grossa complessità perché bisogna raccogliere molti dati ed avere una conoscenza puntuale della cultura e questo implica l’utilizzo di molte tecnologie abilitanti tra le quali sicuramente l’intelligenza artificiale e la robotica.

    Robotica agricola: il mercato, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Robotica agricola: il mercato, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Cosa abbiamo al momento per quanto riguarda la robotica?

    Se guardiamo dal punto di vista commerciale, abbiamo soluzioni che permettono, nelle colture erbacee e in quelle di serra, la rimozione delle erbe infestanti, la preparazione del terreno, il controllo dei parassiti e delle malattie, la raccolta.
    Per quanto riguarda la ricerca, si concentra principalmente sul concetto complesso di colture permanenti perché la presenza di filari, di sesti di impianto, chiaramente complica la vita del robot che in questo caso non riesce a fare la manovra. Quindi noi dobbiamo lavorare per dare intelligenza e capacità a questi robot di muoversi in maniera opportuna.

    Ad oggi quali robot abbiamo in agricoltura efficienti?

    Noi stiamo lavorando a dei progetti europei di ricerca nei quali abbiamo sviluppato delle soluzioni robotiche in cui i robot riescono, in maniera del tutto automatizzata, a fare operazioni varie come la spollonatura in un noccioleto. C’è anche il progetto in cui stiamo sviluppando un’architettura che permetta di condividere gli spazi operativi tra le macchine e l’umano.

    Sono delle piattaforme robotiche che, in questo caso lavorano sull’uva da tavola, devono fare un’operazione di aggancio per lo scambio delle cassette piene e lo devono fare nella stessa area in cui stanno lavorando anche degli operatori umani e devono essere in grado di considerare tale contesto. Abbiamo un esempio di come in maniera del tutto automatizzata la piattaforma robotica riesca a riconoscere un grappolo, valutarne lo stato di maturazione ed effettuare il taglio. Il passo successivo sarà passare all’uva da vino.

    Progetto europeo “Canopies”, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Progetto europeo “Canopies”, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Introduce il tema sull’intelligenza artificiale il Prof. Daniele Nardi del Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale “A. Ruberti” Sapienza Università di Roma:

    Io non riproporrei il classico tema ci fa paura, non ci fa paura l’intelligenza artificiale ma andrei alla situazione di oggi. Abbiamo fatto tanti passi in avanti, che cosa succede in particolar modo per le persone che abbiamo di fronte?

    Dopo l’intervento di Andrea Gasparri ho poco da dire rispetto all’intelligenza artificiale all’uso del vino e aver centrato questo concetto della sincronizzazione in maniera così precisa mi lascia poco spazio. Forse si può allargare il discorso, nel senso che l’intelligenza artificiale può essere utile anche nella lavorazione del prodotto e poi anche nella distribuzione. Parliamo di Chat GPT.

    Chat GPT e l’agricoltura, non ne vedo applicazione, quale può essere?

    C’è un’applicazione diretta che secondo me riguarda soprattutto i piccoli produttori e che ha a che vedere con il fatto che banalmente la traduzione di un testo per il mercato estero, la profilazione dell’utente, la sintesi comprensibile di strumenti complessi che possono essere anche documenti emanati dal Governo, tutto ciò che riguarda la parte di elaborazione dei testi, è qualcosa sicuramente di direttamente fruibile anche senza avere delle applicazioni dedicate.

    Poi si possono sviluppare anche tante applicazioni dedicate su tutti i problemi che sono stati sollevati in precedenza, dall’ottimizzazione dell’irrigazione a quello dell’individuazione delle pratiche da adottare a fronte di una particolare sequenza di eventi. In particolare, i modelli su cui si basa Chat GPT hanno alla base la capacità di lavorare su sequenze e analizzare i dati sul contesto meteorologico, quali trattamenti sono stati fatti per produrre poi una serie di azioni da svolgere. Questo è uno dei compiti che si potrà affidare in futuro ad un’applicazione.

    Daniele Nardi, Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale “A. Ruberti” Sapienza Università di Roma, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice
    Daniele Nardi, Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale “A. Ruberti” Sapienza Università di Roma, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d’Italia 2024 e grandi novità, foto dell’autrice

    Quali possono essere le prospettive a lungo raggio sull’agricoltura e sulla viticoltura e dove ci potranno portare?

    L’uso della tecnologia migliorerà la produzione, la qualità del prodotto o aiuterà a migliorare e forse su questo si può fare una considerazione di carattere generale: studi recenti mostrano che, per esempio nell’uso dell’intelligenza artificiale applicata a Chat GPT, si ottiene un miglioramento delle prestazioni medie; mentre invece l’esperto rimane più bravo nello svolgere certi compiti. Ora da questo punto di vista, credo che la riflessione possa essere interessante perché questo è uno degli argomenti più dibattuti, ovvero come inserire questi sistemi all’interno di un contesto dove ci sia un esperto umano.

    Sulla media ci aiuta l’intelligenza artificiale, sull’annata più difficile o su una scelta più particolare può vincere ancora l’intelligenza umana soprattutto in vigna?

    Non ne farei una questione di chi vince o perde, è un approccio del tutto collaborativo. Quando ci sono tanti dati è un problema computazionalmente molto complesso e quindi è inevitabile che l’intelligenza artificiale abbia dei mezzi superiori alle nostre capacità di lavorazione.

    Staff Gambero Rosso, articolo: Gambero Rosso e la Guida Vini d'Italia 2024 e grandi novità, foto dell'autrice

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito guida:  https://www.gamberorosso.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/

    https://www.foodandwineangels.com/

  • ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina

    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina.

    Redazione – Carol Agostini

    Immerso nelle dolci colline del Monferrato, ALMARANTO Boutique Hotel e Relais vanta una delle carte vini più insolite della regione, con una scelta di 200 etichette provenienti da tutto il mondo. Una selezione di nicchia che dà voce al territorio e incarna lo spirito cosmopolita del nuovo Piemonte.

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa

    Lo spirito del nuovo Piemonte trova espressione nella carta vini di ALMARANTO Boutique Hotel e Relais, il progetto della cuoca e formatrice tedesca Alexa Schulte: oltre 200 referenze locali e internazionali, frutto di viaggi, incontri e amicizie, selezionate dal marito esperto di vini Markus Schulz. Una scelta che esalta le qualità del territorio attraverso uve autoctone dimenticate, etichette rinomate e artigiani di nicchia, con cui Markus ha instaurato legami personali.

    Senza gerarchie, solo una selezione di vini per ogni occasione, ambiente e piatto, perfettamente abbinati ai menu degustazione dello Chef Mario Maniscalco nel ristorante gourmet ADAGIO, l’elegante fine dining all’interno del relais. Da non dimenticare anche gli abbinamenti LIGHT e ZERO, con una scelta inclusiva di 12 accompagnamenti analcolici, tra cui la Champagner Bratbirne di Manufaktur Jörg Geiger a base di pere, perfetto per i sober curious o per chi, anche per necessità, è alla ricerca di un’esperienza più leggera.

    Davvero eccezionale è la straordinaria collezione di vini internazionali spesso importati direttamente, con denominazioni difficilmente reperibili non solo nella regione, ma in tutta Italia: Lodi, Franschhoek, Luján de Cuyo. Una lista vini itinerante che narra una vita di viaggi che hanno portato i proprietari in tutto il mondo, prima di realizzare il loro sogno di stabilirsi a Calamandrana.

    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO, il nuovo relais cosmopolita che celebra i vini unici da tutto il mondo, da degustare al fine dining o in cantina, foto da comunicato stampa

    DEGUSTAZIONI IN CANTINA E CONCERTI LIVE

    Nell’antico fienile risalente al 1700 e sapientemente ristrutturato nel 2021, le 200 etichette sono ospitate in una cantina verticale realizzata con mattoni recuperati, nascosta dietro una scala a spirale che conduce alla suggestiva sala degustazione e alla sala da biliardo. Una scelta che abbraccia il restyling rispettoso del contesto circostante, un omaggio al suo passato. Nella sala degustazione, che si affaccia su un cortile incantevole, gli ospiti possono immergersi in degustazioni intime con i produttori del posto guidate da Markus Schulz, il tutto accompagnato da stuzzichini preparati con ingredienti a filiera corta, la filosofia culinaria che guida l’offerta gastronomica del relais.

    Esperienze enologiche che si sposano perfettamente con l’atmosfera d’inizio autunno del relais: prelibatezze gastronomiche DOP e vini locali accompagnati da concerti di artisti rinomati in collaborazione con “Resort in Concerto“. Tra questi spicca il pianista Andrea Bacchetti, che il 26 ottobre riempirà gli affascinanti spazi di ALMARANTO con la sua musica classica.

    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa
    ALMARANTO 2023, relais con novità del fine dining e cantina, foto da comunicato stampa

    Il relais ALMARANTO è il risultato di anni di viaggi e passione, un sogno che si è concretizzato a Calamandrana con 23 suite e camere, i due ristoranti ADAGIO ristorante gourmet e ANIMA ristorante bistro, e una scuola di cucina, ADAGIO ACCADEMIA. Un progetto moderno e ambizioso che conserva il fascino del vecchio mondo e infonde una nuova energia cosmopolita nell’Alta Langa.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito relais: https://www.almaranto.it/

    Sito ufficio stampa: https://www.smstudiopr.it

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/