Autore: Carol Agostini

  • Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024

    Sensorialità e Memoria Olfattiva: Un Viaggio tra Chimica, Psicologia e Cultura

    Di Carol Agostini

     

    L’olfatto è uno dei sensi più antichi e complessi, dotato di un potere unico nel suscitare emozioni e risvegliare ricordi. A differenza degli altri sensi, l’olfatto ha un legame diretto con il sistema limbico del cervello, il centro delle emozioni e della memoria. Questo articolo esplorerà la natura della sensorialità olfattiva, i suoi collegamenti chimici e fisici, il ruolo nel corpo umano, e il suo impatto psicologico. Inoltre, analizzeremo le implicazioni storiche, culturali e tradizionali di questo senso straordinario.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    La Chimica e la Fisica dell’Olfatto

    L’olfatto inizia con le molecole odorose che si disperdono nell’aria e vengono inalate attraverso il naso. Queste molecole si legano ai recettori olfattivi situati nell’epitelio olfattivo, una piccola area di tessuto all’interno della cavità nasale.
    Struttura dei Recettori Olfattivi

    I recettori olfattivi sono proteine situate sulle membrane delle cellule olfattive. Ogni recettore è specifico per una particolare molecola odorosa o una classe di molecole. Quando una molecola odorosa si lega a un recettore, provoca un cambiamento conformazionale nella proteina, innescando una cascata di segnali chimici all’interno della cellula.

    Transduzione del Segnale

    La transduzione del segnale avviene quando il legame della molecola odorosa al recettore provoca l’attivazione di una proteina G, che a sua volta attiva una cascata di reazioni chimiche all’interno della cellula. Questo porta alla produzione di un segnale elettrico che viaggia lungo l’assone della cellula olfattiva fino al bulbo olfattivo nel cervello.

    Bulbo Olfattivo e Corteccia Olfattiva

    Il bulbo olfattivo è la prima stazione di elaborazione del segnale olfattivo. Qui, i segnali delle cellule olfattive vengono riorganizzati e trasmessi alla corteccia olfattiva, dove vengono ulteriormente elaborati. La corteccia olfattiva è collegata direttamente al sistema limbico, che include l’ippocampo (coinvolto nella memoria) e l’amigdala (coinvolta nelle emozioni).

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    Il Ruolo del Corpo e la Psicologia dell’Olfatto

    Influenza sul Sistema Limbico

    L’olfatto è unico tra i sensi per la sua connessione diretta al sistema limbico, il che spiega perché gli odori possono evocare ricordi ed emozioni con tale intensità. Questa connessione permette agli odori di influenzare il nostro stato emotivo e mentale in modi profondi e immediati.

    Memoria Olfattiva

    La memoria olfattiva è sorprendentemente duratura. Studi hanno dimostrato che le persone possono ricordare un odore con precisione anche dopo diversi anni dall’esposizione iniziale. Questo fenomeno è dovuto alla forte connessione tra l’olfatto e l’ippocampo, l’area del cervello responsabile della formazione delle memorie a lungo termine.

    Condizionamento e Olfatto

    Gli odori possono essere potenti trigger di memorie e associazioni emotive. Questo fenomeno è noto come condizionamento olfattivo. Per esempio, l’odore di una determinata pietanza può riportare alla mente ricordi di infanzia, suscitando emozioni legate a quei momenti.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto di Carol Agostini
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto di Carol Agostini

    Implicazioni Storiche e Culturali

    L’Antichità e il Valore dell’Olfatto

    Nelle antiche civiltà, l’olfatto aveva un ruolo centrale nella vita quotidiana e nelle pratiche religiose. Gli Egizi, per esempio, utilizzavano oli profumati e incensi non solo per piacere personale, ma anche per scopi spirituali e di purificazione. Anche i Greci e i Romani attribuivano grande importanza agli odori, utilizzando profumi e incensi nelle cerimonie religiose e nei riti funebri.

    Tradizioni e Riti

    Molte culture hanno tradizioni che coinvolgono l’uso degli odori per scopi rituali. Nella cultura indiana, gli incensi sono utilizzati durante le cerimonie religiose per purificare l’ambiente e creare un’atmosfera sacra. Anche nella tradizione cristiana, l’incenso ha un ruolo simbolico importante, rappresentando la preghiera che sale verso il cielo.

    La Modernità e il Marketing Olfattivo

    Nel mondo moderno, l’olfatto è diventato un potente strumento di marketing. Le aziende utilizzano fragranze specifiche nei loro negozi per creare un ambiente accogliente e influenzare il comportamento dei clienti. Questo approccio, noto come marketing olfattivo, si basa sulla capacità degli odori di evocare emozioni e migliorare l’esperienza del cliente.

    Sensorialità e Cibo

    L’Olfatto nella Degustazione

    L’olfatto gioca un ruolo cruciale nella degustazione del cibo e delle bevande. Quando mangiamo, le molecole odorose vengono rilasciate dal cibo e raggiungono i recettori olfattivi attraverso la via retronasale, ovvero attraverso la cavità orale. Questo contribuisce in modo significativo alla percezione del sapore.
    Gastronomia Sensoriale

    La gastronomia sensoriale è una disciplina che esplora l’interazione tra i sensi e la percezione del cibo. Chef e scienziati collaborano per creare esperienze culinarie che stimolino tutti i sensi, non solo il gusto. L’olfatto è particolarmente importante in questo contesto, poiché gli odori possono amplificare l’esperienza gustativa e influenzare la percezione del piatto.

    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d'oggi 2024, foto da internet
    Sensorialità e Memoria Olfattiva ai giorni d’oggi 2024, foto da internet

    Il Futuro dell’Olfatto

    Innovazioni Tecnologiche

    La tecnologia sta aprendo nuove frontiere nello studio e nell’applicazione dell’olfatto. Gli scienziati stanno sviluppando “nasi elettronici”, dispositivi in grado di rilevare e analizzare gli odori con grande precisione. Questi dispositivi hanno potenziali applicazioni in vari campi, dalla sicurezza alimentare alla diagnosi medica.
    Terapia Olfattiva

    La terapia olfattiva è un campo emergente che utilizza gli odori per trattare vari disturbi psicologici e neurologici. Per esempio, alcune terapie utilizzano profumi specifici per aiutare i pazienti a rilassarsi o a evocare ricordi positivi. Questa tecnica si basa sulla comprensione dei profondi legami tra l’olfatto, le emozioni e la memoria.

    L’olfatto è un senso straordinario con un potere unico nel connettere la mente, il corpo e le emozioni. Attraverso la chimica, la fisica e la psicologia, possiamo capire meglio come funziona l’olfatto e come influisce sulla nostra vita quotidiana. La storia e la cultura ci mostrano come gli odori abbiano sempre avuto un ruolo centrale nelle pratiche umane, mentre le innovazioni tecnologiche e le nuove applicazioni terapeutiche aprono nuove possibilità per il futuro. In definitiva, l’olfatto è un senso che continua a stupirci e a influenzare profondamente la nostra esistenza.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024

    L’arte antica di fare ristorazione di tradizione, di territorio e di passione: Vicolo della Neve

    Di Gaetano Cataldo

    Di ristoranti scintillanti, strafighi e iperbolici ne troverete una vagonata in Italia, ma è raro trovarne di così ricchi di storia da poterci scrivere un manuale di gastrosofia sociale e nel novero di quei pochi, potete contarci, ci ritroverete per certo il Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante, in quel di Salerno, nel cuore storico della città campana.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    La notizia, dopo la chiusura del 2021 a causa della pandemia virale, è che il Vicolo della Neve ha riacceso i fornelli sabato 25 maggio scorso e la riapertura, come potrete leggere di seguito dalla dichiarazione dei nuovi imprenditori, è tutta un programma:

    “Volevamo dare nuova vita alla storia ma soprattutto volevamo restituire ai salernitani radici e viscere che passano attraverso una cultura gastronomica che ricorda la semplicità delle mani delle nonne e di chi Salerno l’ha vissuta con sguardo attento e infinita saggezza. Il Vicolo è di tutti, è il filo rosso tra la città e chi la ama incondizionatamente. Vogliamo intraprendere un vero e proprio viaggio nel passato”.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    È stata una giornata che tutti i salernitani ricorderanno, perché un faro luminoso, tra i più vivi nel panorama gastronomico cittadino, torna ad inondare di luce un quartiere e frantuma le ombre di una malinconia che si avvertiva dalla improvvisa chiusura, privando la città granata di un suo importante riferimento, pure perché esso ha da sempre costituito un luogo per celebrare non soltanto il semplice piacere della tavola, bensì per essere una viva rappresentazione della vita cittadina, indipendentemente dall’estrazione sociale.

    Complimenti a chi, per la vita, se lo ricorderà davvero questo giorno e cioè Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari e Marco Laudato, compagni di cordata coraggiosi in questa nuova avventura imprenditoriale, i quali promettono di alla città di Salerno un pezzo della sua storia, facendolo con orgoglio e commozione, tenendo fede alla tradizione golosa, tramandata da “Sciacquariello” e da “Peppiniello”, irriducibili deus ex machina del Vicolo della Neve ed artefici indiscussi del successo di questo locale.

    Ai tre fieri gestori va anche il merito di aver attinto dalla memoria civica locale, con grande commozione della cittadinanza, i tantissimi aneddoti di cui il Vicolo è protagonista, proprio come in una collana verbale di Antropologia.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Facciamo un salto nel tempo, entro le mura dell’antica Salerno, patria indiscussa della prima università ante litteram, facendo appello alla memoria collettiva salernitana che qui, con il Vicolo della Neve, diventa un cammino in equilibrio tra storia e leggenda: infatti, è inconfutabile che sia il Vicolo della Neve abbia costituito da sempre il baluardo gastronomico della città di San Matteo per tutto il ‘900, ma si narra che esistesse già nel XIV secolo, durante il periodo aragonese, per quanto altre fonti vorrebbero sia stato fondato, più verosimilmente, attorno al ‘700.

    Certo è che, nell’antica Salerno, questo locale prende il nome dal vicolo dove, poco più di un secolo fa, si vendeva anche la neve per gli usi più disparati, neve utile tanto ai pescivendoli che ai vinai, con in mezzo il core business dell’arte della pizza e della cucina popolare.

    Come detto prima però, non soltanto piatti tipici e tonde fumanti appena sfornate: tra i tavoli del Vicolo della Neve sono passate intere generazioni di letterati e politici, di saltimbanchi e sensali, attori e prostitute, artisti e clerici, operai e dottori, ecco perché ha costituito un condensato del genius loci salernitano, ove andavano stratificandosi culture, mestieri e condizioni economiche, tra le più disparate, di un’umanità trasversale che si riversava lietamente, ferocemente e appassionatamente tra i tavoli, affamata com’era di buon cibo e di viverlo come pretesto per socializzare, per forza o per piacere, per come si stava stretti.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Tra le pietanze che andavano per la maggiore c’erano quelli appartenenti alla cucina più squisitamente popolare del Sud e cioè pasta e fagioli, parmigiana di melanzane, peperoni imbottiti, polpette al sugo, calzoni con le scarole e la cotica di maiale, pietanze che ricevevano la carezza termica di un forno a legna, per non parlare della milza e del baccalà con le patate. Ma il vero condimento erano gli ospiti che, famosi o meno, industriali piuttosto che operai, diventavano tutti protagonisti e teatranti di un unico grande spettacolo che la vita tuttavia era e continua ad essere.

    Tra le armi segrete del nuovo Vicolo c’è la signora Maria Caputo, nonna di Gerardo Ferrari, che in fatto di tradizione se ne intende e, nella funzione di consulente gastronomica, certo darà qualche dritta a Marco Laudato, chef del “Vicolo della Neve” che saprà certo attirare l’attenzione con i profumi invitanti del ragù, della genovese e della lardiata.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Tra gli illustri ospiti merita doverosa menzione Clemente Tafuri, famosissimo pittore, che dipinse le pareti della pizzeria, di cui la rappresentazione dell’Inferno costituisce solo una parte dell’intera opera, oggi appartenente alla famiglia Carro, i vecchi proprietari del “Vicolo della Neve”, gestito
    da Matteo Bonavita a partire dagli anni ’70.

    Immancabilmente citiamo Alfonso Gatto, poeta ed habitué della storica locanda, attraverso i versi che le dedicò:

    “Il vicolo aveva nel gancio l’insegna contrabbandiera del c’era una volta il lontano racconto del tempo che fu. Straniero, se passi a Salerno in una notte d’inverno di luna a mezzo febbraio, se vedi il bianco fornaio che batte le mani sul tondo di quella faccia cresciuta, ascolta venire dal fondo degli anni la voce perduta. L’odore di menta t’invita, la tavola bianca, la stanza confusa dall’abbondanza. In quell’odore di forno per qualche sera la vita si scalda con le sue mani e quegli accordi lontani del tempo che fu”.

    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell'autore
    Vicolo della Neve, antica pizzeria e ristorante di Salerno 2024, foto dell’autore

    Hanno presenziato a questo lieto evento il governatore Vincenzo De Luca, quindi Vincenzo Napoli, primo cittadino di Salerno, Alfonso Amendola, professore di Sociologia dei Processi Culturali presso l’Università degli studi di Salerno, Massimo Cerulo, professore di Sociologia all’Università Federico II di Napoli, Marco Russo, presidente dell’associazione “Tempi Moderni”, Yari Gugliucci, regista e attore, Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore, e tantissimi esponenti del mondo della cultura e del giornalismo locale e regionale con, inoltre, i “Neri per Caso”.

    La celebrazione della mattinata ha poi lasciato spazio ai preparativi per la serata: attorno alle 19:00, si è aperto nuovamente il sipario per l’inaugurazione del Vicolo della Neve e la folla che si contava è stata il vero metronomo per questa location dove la “salernitanità” si identifica.

    Gaetano Cataldo F&B Manager, docente di Sake, giornalista pubblicista, assaggiatore di salumi e sommelier professionista.
    Gaetano Cataldo F&B Manager, docente di Sake, giornalista pubblicista, assaggiatore di salumi e sommelier professionista.

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  • Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Giornate del pinot nero 2024, Blauburgundertage 2024, degustazione dei VINCITORI delle Regioni italiane

    Di Rosaria Benedetti

    Il Concorso legato alle Giornate del Pinot Nero/Blauburgundertage giunto alla sua 26° edizione, si è svolto a Montagna nelle giornate precedenti l’Evento, mentre nel Week End dal 10 al 13 maggio si sono susseguite le Masterclass e le libere degustazioni dei più di 100 pinot nero presentati.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, foto dell'autrice
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, foto dell’autrice

    In particolare sabato 11 maggio si è svolta la Masterclass con la presentazione dei Campioni, i migliori Pinot Nero classificati in Concorso di ciascuna regione italiana. La Presidente Ines Giovanett, Donna del Vino TAA ha sottolineato il grande apprezzamento che le Giornate del Pinot Nero di Egna e Montagna, veri centri di eccellenza della varietà, riscuotono nel panorama vitivinicolo italiano attirando nella bassa atesina produttori, enologi, appassionati e giornalisti.

    La presidente delle Giornate del Pinot Nero Ines Giovanett e il Sommelier André Senoner, foto dell'autrice, articolo: Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero
    La presidente delle Giornate del Pinot Nero Ines Giovanett e il Sommelier André Senoner, foto dell’autrice, articolo: Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero

    Guida di spessore per questa degustazione André Senoner, miglior Sommelier del Pinot Nero nel 2021: chi meglio di lui! nato all’ombra dei vigneti altoatesini, esperto relatore, docente e raffinato cultore di questa varietà. Il suo breve prologo illustra le caratteristiche ampelografiche che il pinot nero richiede per produrre vini di qualità: buona esposizione ma zone fresche, asciutte e ventilate, con escursioni termiche importanti.

    Padre riconosciuto e oscuro genitore di molte varietà ad oggi ascritte nell’elenco degli autoctoni, il pinot nero è di fatto vitigno internazionale. Il variegato panorama italiano è ricco di interpretazioni legate a clima, latitudine e gestione enologica. L’Italia, con i suoi quasi 6000 ettari è al quarto posto per superfice vitata dedicata al pinot nero, dopo Francia, Stati Uniti e Germania.

    “Provarci” con questa varietà è una sfida per moltissimi produttori in tutto il mondo, ma rimane indiscutibile la vocazionalità del territorio altoatesino e in particolare dei vigneti di Mazon e Gleno. Statisticamente l’Alto Adige presidia con il pinot nero, ca 600 ettari, dei ca 3700 di superficie vitata, una presenza che contribuisce non poco ad innalzare il già elevato spessore qualitativo della produzione nazionale.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    La sequenza dei Campioni delle singole regioni, tutti 2021, non può che partire dal vincitore assoluto.

    ALTO ADIGE: Elena walch – Suedtirol/Alto Adige Doc Pinot Nero “Ludwig” 2021.

    Già primo classificato per tre volte in annate diverse, il vino è l’accurata sintesi della vinificazione di alcune vocate parcelle collocate sui versanti opposti della valle, a Gleno sulla sinistra dell’Adige e a Caldaro sulla destra. La varietale trasparenza rosso rubino si fa più fitta nel centro calice, quasi ad anticipare l’efficace consistenza del sorso. Lampone e piccoli frutti scuri ricorrono con costanza, lasciando affiorare di tanto in tanto delicate note di pepe. Il segno del passaggio in barrique è piacevolmente percepibile in sottofondo, mentre l’ingresso di bocca fresco apre un sorso deciso, asciutto ma ricco, dalla trama tannica ben integrata e di lunga persistenza gustativa.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    Tenuto conto che i limiti climatici impongono severe selezioni e che il Concorso prevede un numero minimo di partecipanti per stabilire un vincitore regionale (almeno 5 vini per regione presenti in Concorso) la sequenza di degustazione risale l’Italia dal basso verso l’alto, dal sud, si fa per dire, al nord. Si parte dal centro Italia, latitudine al di sotto della quale difficilmente il pinot nero trova efficaci collocazioni, fatte salve alcune pregevoli produzioni numericamente esili.

    https://www.elenawalch.com/it/

    UMBRIA: Azienda Agricola Poggio Petroso – Umbria Igt Pinot nero “Fab” 2021

    Un vigneto di 20 ca in zona ventilata a ca 500 mt/slm è la culla del Pinot Nero 1° classificato per la regione Umbria. Il calice si presenta con una colorazione decisa, rosso rubino dal riflesso violaceo, quasi fitto. Un importante affinamento in anfora di cocciopesto (antica tradizione risalente all’impero romano) dopo la fermentazione, conferisce al vino una cifra personalissima al naso, ricco di piccoli frutti rossi, che lascia la speziatura in sottofondo per mettere in risalto un piacevole timbro giovanile.

    Il sorso è asciutto con entrata fresca e un centro bocca che richiama la ricchezza del frutto; ancora molto efficace la trama tannica che sostiene a lungo la persistenza e fa presagire longevità.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.poggio-petroso.com/?lang=it

    TOSCANA: Fattoria San Felo – Toscana Igt Pinot Nero 2021

    Un Pinot Nero di Maremma, prodotto in un areale quanto meno insolito, dove sangiovese e vermentino la fanno da padroni. Si presenta con una veste calda, e una trasparenza tipica della varietà. Il frutto rosso maturo si fa strada tra sentori di foglie di tabacco essiccate, erbe aromatiche e rosa appassita. Più delicata la presenza speziata che conferisce comunque insieme alla leggera vaniglia un tratto maturo. Il sorso è coerente, con entrata fresca e centro bocca affilato. Una tannicità piacevole ed elegante allunga la beva che nel retrogusto racconta di mandorla.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://fattoriasanfelo.com/

    PIEMONTE: Bricco Maiolica – Lange Doc Pinot Nero “Perlei” 2021

    Un omaggio all’anima femminile del Pinot Nero nel nome di questo vino, prodotto nelle Langhe su un versante ombroso di nord-est, soggetto a importanti escursioni termiche. Il calice rosso rubino è luminoso e brillante, presagio di freschezza. Piccoli frutti e note floreali di rosa rossa si alternano con una decisa speziatura. Il sorso si conferma giovanile, con un centro bocca sottile e ben modulato. I nove mesi in rovere hanno affilato i tannini che rimangono comunque grintosi e prolungano la persistenza dal ritorno vanigliato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.briccomaiolica.it/

    VALLE D’AOSTA: Grosjean Vins – Valle d’Aosta Doc Pinot Noir “Vigne Tzeriat” 2021

    L’altitudine, con il vigneto a 900 mt/slm, è la cifra indiscutibile di questo pinot nero, rubino luminoso e trasparente. Il frutto scuro, prugna e mora, si cela dietro le tonalità vanigliate del passaggio in tonneaux per rivelarsi in bocca. Sorprende, dopo l’ingresso fresco, la morbidezza che avvolge setosa il palato; una tannicità già domata e ben integrata arricchisce il gusto asciutto e accompagna lungamente la percezione di una piacevole sapidità finale.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://grosjeanvins.it/

    LOMBARDIA: Conte Vistarino – Pinot Nero dell’Oltrepò pavese Doc “Pernice” 2021

    Prodotto di spicco dell’Azienda, tra le prime in Italia a produrre Pinot Nero, si presenta nel calice con la tradizionale trasparenza ed un riflesso color carminio che lo caratterizza. Sottili note fruttate accompagnato un eco di spezie dolci, liquirizia e sottobosco. Austero ed elegante il sorso ma ancora dinamico, aperto a prospettive di longevità. Non indugia a morbidezze eccessive; il centro bocca snello sfoggia tannini raffinati mentre i 12 mesi in barriques segnano il finale vanigliato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.contevistarino.it/

    VENETO: Borgo Stajnbech – Tre Venezie Igt Pinot Nero 2021

    Nato nel Veneto orientale, questo pinot nero non conosce passaggi in legno e possiede un timbro decisamente fresco e giovanile. Rubino scarico, trasparente nel calice, si fa un poco attendere prima di sprigionare le varietali componenti fruttate, ciliegia in primis, che ben si legano a timidi profumi di macchia, timo e rosmarino. Il sorso è sottile, vi prevale con coerenza la freschezza mentre la trama tannica sfuma in un finale dalla vena floreale di viola.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.borgostajnbech.com/

    FRIULI: Castello di Spessa – Collio Doc Pinot Nero “Casanova” 2021

    Da Collio Goriziano un pinot nero cromaticamente ricco, color rubino con riflesso quasi aranciato. Un fondo speziato con slanci di piacevole tostatura dovuti ai 12 mesi di passaggio in barrique di legno francese, fa da sfondo alle note di piccoli frutti rossi maturi, quasi in confettura. Dopo l’entrata fresca, il centro bocca è morbido e avvolgente e la trama tannica, già vellutata, ha il compito di affilare il sorso e prolungarne la piacevolezza gustativa.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.castellodispessa.it/

    TRENTINO: Tenuta Le Volpare – Trentino Doc Pinot Nero “Tenuta Volpare”2021

    Il Pinot Nero trentino, dai vigneti delle colline di Trento, è intrigante e per certi aspetti sorprendente. Rubino vivace e brillante espone subito l’elegante marchio di delicate tostature dovute al passaggio in legno cui si affiancano le note dei tradizionali piccoli frutti, di buccia d’agrume rosso e un sottile ricordo di erbe aromatiche. Senza eccedere in struttura, la beva è carezzevole e setosa mentre la tannicità scorrevole dona eleganza al sorso sostenendo e prolungando il retrogusto speziato.

    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti
    Blauburgundertage 2024, le giornate del Pinot Nero, i vini degustati, foto di Rosaria Benedetti

    https://www.tenutavolpare.com/

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

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  • La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    LA SCUOLA DEL CONTADINO. UN PROGETTO AD ALTO IMPATTO SOCIALE

    Di Danilo Amapani

    Nasce a Gioia del Colle, provincia di Bari, la prima “Scuola del Contadino” del Sud Italia. Il progetto, proposto da Tracceverdi, ha origine nel 2019 con obbiettivo il coinvolgimento sociale di ragazzi con difficoltà in attività come agricoltura, riciclo del legno, erboristeria. 

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    Sin dal primo istante, il comune di Gioia del Colle ha aiutato questa cooperativa, capitanata da Cecilia Posca, nella crescita costante del progetto. Oggi a distanza di 5 anni è stato presentato il libro “- La Scuola del Contadino. Un Progetto ad Alto impatto sociale-“ con lo scopo di raccontare ciò che la cooperativa svolge insieme ai ragazzi e alle loro famiglie.

    Durante la presentazione sono intervenuti la senatrice Maria Nocco, membro della Commissione programmazione economica; Cecilia Posca, presidente della Cooperativa sociale Tracceverdi; Giovanni Barnaba, presidente della Cooperativa sociale Soleluna. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Giovanni Mastrangelo assieme all’assessora alle politiche sociali e giovanili del comune di Gioia del Colle Marianna Milano. Il tutto moderato da Rosangela Silletti, ufficio stampa e componente della Cooperativa Tracceverdi. 

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    Le parole che hanno accompagnato l’incontro sono state concretezza e comunità. Concretezza nel credere e tuffarsi pienamente nel progetto. Il sindaco ha ribadito più volte gli obiettivi: avvicinare i ragazzi al mondo contadino, un mondo che oramai si sta lasciando sempre più in secondo piano; integrazione e socialità, un risultato che può essere vincente solo con l’inclusione di questi ragazzi. 

    La difficoltà sta soprattutto nella continuità progettuale, una continuità che tutti i coordinatori devono trasmettere ai ragazzi poiché li forma come contadini, ma soprattutto come cittadini del futuro.

    L’’agricoltura è un cardine fondamentale per la società. Accresce il turismo e l’enogastronomia”, queste le parole della senatrice Maria Nocco che inoltre spiega come l’agricoltura diventa terapia per questi ragazzi divenendo anche un benessere psicofisico.

    Un punto importante è stata la proposta fatta alla senatrice di presentare in Senato il progetto con l’intento di far crescere la comunità portandone l’attenzione nelle altre regioni.

    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza
    La scuola del Contadino 2024, una vera e propria eccellenza

    È Cecilia Posca che approfondisce e ci racconta le origini di questa iniziativa. Il libro è proprio un racconto di tutte le esperienze e dei lavori portati a termine nella scuola del contadino. Il grande lavoro svolto dai ragazzi è stato possibile anche grazie alle piccole aziende che hanno voluto collaborare con Tracceverdi: se ne contano circa 20.

    La pubblicazione del libro “La Scuola del Contadino. Un progetto ad alto impatto sociale” è il mezzo con cui la cooperativa Tracceverdi vuole portare il progetto ad un livello superiore: partendo da piccole realtà e arrivando a coinvolgere le aziende più grandi. Questo progetto può diventare promotrice dei prodotti di punta del territorio regionale e nazione, mantenendo lo scopo di scommettere su questi ragazzi per un’integrazione nel mondo lavorativo. (altro…)

  • Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica

    Vinitaly, grandi curiosità e scoperte per questa nuova edizione

    Di Carol Agostini

    Dal 14 al 17 aprile 2024, la storica città di Verona ha ospitato la 57ª edizione di Vinitaly, uno degli eventi enologici più prestigiosi a livello mondiale. Questo evento, che si tiene annualmente presso il centro fieristico di Verona Fiere, rappresenta un appuntamento imperdibile per professionisti del settore, appassionati di vino e curiosi, desiderosi di esplorare le ultime tendenze, innovazioni e prodotti dell’industria vinicola e dei distillati.

    Un Evento di Rilevanza Internazionale

    Vinitaly 2024 è stato un’esperienza unica, con oltre 4.500 espositori provenienti da circa 40 paesi diversi. Gli spazi espositivi hanno coperto un’area di 89.192 metri quadrati, offrendo una vasta gamma di vini, distillati, oli extravergine d’oliva e prodotti correlati. Tra i partecipanti, si sono contati più di 29.600 buyer internazionali, rendendo Vinitaly una piattaforma chiave per la promozione e la commercializzazione del vino italiano su scala globale.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024

    Le Aree Tematiche

    La manifestazione ha offerto diverse aree tematiche per soddisfare i gusti e gli interessi di tutti i visitatori:

    Sol – Salone Internazionale dell’Olio d’Oliva: Un’area dedicata all’olio d’oliva di alta qualità, dove i visitatori hanno potuto scoprire le eccellenze del settore oleario italiano e internazionale​.
    Vinitaly Bio: Spazio dedicato ai vini biologici certificati, italiani e stranieri, con degustazioni e un negozio di vini biologici.
    Micro Mega Wines: Una sezione esclusiva per le piccole produzioni di vini di alta qualità, sia autoctoni che internazionali, curata da Ian D’Agata​ .
    Mixology: Area dedicata ai cocktail e ai distillati, con masterclass tenute da bartender di fama nazionale e internazionale​.
    International Wine Hall: Una vetrina delle produzioni vinicole e dei distillati di cinque continenti, con un focus sui migliori vini internazionali​.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Luciano Pignataro
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Luciano Pignataro

    Attività e Degustazioni

    Il programma di Vinitaly 2024 è stato ricco di eventi, tra cui degustazioni guidate, masterclass e seminari. Tra le degustazioni più attese ci sono stati i “Grand Tastings”, che hanno incluso sessioni dedicate ai vini spumanti italiani, alle grandi denominazioni come Barbaresco, Barolo, Bolgheri e Brunello, e una esplorazione dei vini italiani in relazione al mercato cinese.

    Un’altra attrazione è stata l’evento “Walk Around Tasting”, organizzato da Gambero Rosso, che ha offerto ai partecipanti la possibilità di degustare una selezione dei migliori vini premiati con i Tre Bicchieri​​.

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    Vinitaly e il Territorio

    Non è stato solo un’esposizione di vino, ma anche un’occasione per esplorare e apprezzare la ricchezza culturale e storica di Verona. La città, famosa per il suo patrimonio architettonico e per essere la città di Romeo e Giulietta, ha offerto un’ambientazione suggestiva per questo evento di portata mondiale. Durante il periodo della fiera, si è tenuto “Vinitaly and The City“, un evento parallelo che si è svolto nel centro storico di Verona e che ha permesso ai visitatori di godere di degustazioni, spettacoli e percorsi culturali​.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Roberto Cipresso
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, Carol Agostini al Vinitaly 2024, Carol Agostini con Roberto Cipresso

    Innovazione e Tecnologia

    La manifestazione ha segnato anche la 25ª edizione di Enolitech, la fiera internazionale delle tecnologie applicate alla viticoltura, olivicoltura e alle bevande. Questo evento si è espanso ulteriormente, occupando un’area di 7.600 metri quadrati con circa 150 espositori, di cui il 10% provenienti dall’estero. Enolitech è stata un’opportunità per scoprire le ultime innovazioni tecnologiche che stanno trasformando l’industria vinicola e oleicola.

    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, foto di Carol Agostini
    Vinitaly 2024: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Enologica, foto di Carol Agostini

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    Come Partecipare

    Per partecipare è stato possibile acquistare biglietti giornalieri o richiedere un freebadge, riservato ai professionisti del settore. La registrazione poteva essere effettuata online, e il freebadge ha permesso l’accesso a tutte le aree della fiera e la partecipazione alle degustazioni gratuite incluse nel programma ufficiale​.
    Conclusione

    L’Evento si è rivelato come un evento imperdibile per tutti gli appassionati di vino e i professionisti del settore. Con la sua vasta gamma di espositori, eventi tematici, degustazioni e seminari, ha offerto un’opportunità unica per esplorare le tendenze globali del mercato vinicolo, fare networking e scoprire le eccellenze del territorio italiano. Verona, con la sua bellezza storica e culturale, ha fatto da cornice perfetta a questo straordinario evento, rendendo Vinitaly 2024 un’esperienza indimenticabile per tutti i partecipanti​.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.vinitaly.com/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura in Condizioni Estreme

    Di Carol Agostini

    L’evento “Terre Estreme” si è confermato uno degli appuntamenti più significativi del 2024 nel panorama enogastronomico italiano. Questa manifestazione ha celebrato i vini prodotti in condizioni estreme, mettendo in risalto le sfide e le peculiarità della viticoltura in territori difficili e promuovendo una profonda connessione tra il vino e il territorio, sottolineando l’importanza della biodiversità e della sostenibilità.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, locandina da sito
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, locandina da sito

    Il Concept di Terre Estreme

    “Terre Estreme” si è focalizzato sui vini che nascono in aree con condizioni ambientali particolarmente impegnative, come terreni ripidi, altitudini elevate, climi severi o suoli poveri. Questi vini rappresentano il risultato di una viticoltura eroica, dove il lavoro dei vignaioli si fonde con la natura in un rapporto di rispetto e valorizzazione del territorio.

    Collegamenti con il Territorio

    La manifestazione si è svolta in diverse località italiane note per la loro viticoltura eroica, come la Valtellina, le Cinque Terre, il Trentino e la Sicilia. Questi territori offrono un panorama variegato di tradizioni vitivinicole che rispecchiano la diversità del paesaggio italiano. La scelta delle location non è stata casuale: ogni area ha rappresentato un esempio di come la viticoltura possa adattarsi e prosperare in condizioni estreme, creando vini unici e di alta qualità.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica,foto vigne cantina Walter De Battè
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica,foto vigne cantina Walter De Battè

    Attività e Programma

    L’edizione 2024 di “Terre Estreme” ha offerto una serie di attività pensate per coinvolgere sia gli appassionati di vino che i professionisti del settore. Tra gli eventi principali ci sono stati:

    Degustazioni Guidate: Masterclass con esperti sommelier e produttori che hanno guidato i partecipanti alla scoperta delle caratteristiche uniche dei vini estremi. Queste sessioni hanno offerto una panoramica sui metodi di produzione, le varietà di uve utilizzate e le peculiarità organolettiche di questi vini.

    Conferenze e Workshop: Seminari tematici su argomenti come la sostenibilità, la biodiversità e le tecniche innovative di viticoltura. Questi incontri hanno visto la partecipazione di ricercatori, agronomi e viticoltori che hanno condiviso le loro esperienze e conoscenze.

    Visite ai Vigneti: Tour guidati nei vigneti delle regioni ospitanti, permettendo ai visitatori di vedere da vicino le condizioni estreme in cui queste vigne crescono e di incontrare i produttori locali.

    Abbinamenti Enogastronomici: Esperienze culinarie con chef rinomati che hanno creato menu abbinati ai vini estremi, esaltando le caratteristiche di ogni vino attraverso piatti preparati con ingredienti locali.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Villa Corniole
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Villa Corniole

    Presenze e Partecipazione

    L’edizione 2024 è stata ricca di partecipazioni, con la presenza di oltre 100 produttori provenienti da diverse regioni d’Italia e dall’estero. Tra questi, ci sono state cantine famose per la loro produzione in condizioni estreme, come le aziende vinicole delle Cinque Terre, note per i loro terrazzamenti sul mare, e quelle della Valtellina, con i loro vigneti situati su pendii ripidissimi.

    L’evento ha attirato numerosi appassionati di vino, giornalisti, enologi e operatori del settore, rendendo “Terre Estreme” un’occasione imperdibile per networking e scambio di idee. Inoltre, la manifestazione è stata aperta al pubblico, offrendo a tutti la possibilità di scoprire e apprezzare i vini estremi attraverso degustazioni e attività didattiche.

    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Val di Scalve
    Terre Estreme 2024: Un Trionfo della Viticoltura Eroica, foto vigneti di Val di Scalve

    Sostenibilità e Innovazione

    Un tema centrale di “Terre Estreme” è stata la sostenibilità. Molti dei produttori partecipanti adottano pratiche di agricoltura biologica e biodinamica, cercando di ridurre l’impatto ambientale e preservare la biodiversità del territorio. Durante l’evento, sono stati presentati progetti innovativi volti a migliorare la resilienza delle vigne e a promuovere una viticoltura sostenibile.
    Conclusione

    “Terre Estreme 2024” è stato un evento di grande importanza per il mondo del vino, mettendo in luce la passione e la dedizione dei viticoltori che lavorano in condizioni difficili. Questo appuntamento non ha solo celebrato i vini estremi e i territori da cui provengono, ma ha rappresentato anche un’opportunità per riflettere su temi cruciali come la sostenibilità e la biodiversità. Per chi ama il vino e la natura, “Terre Estreme” è stata un’occasione unica per scoprire e degustare vini straordinari e per approfondire la conoscenza di un settore in continua evoluzione.

     

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.vinidaterrestreme.com/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/ https://www.foodandwineangels.com/

  • Carol Agostini e “Cena con fattura d’amore e i sensi” 2024

    Carol Agostini e “Cena con fattura d’amore e i sensi” 2024

    Carol Agostini e “Cena con fattura d’amore e i sensi”: Una Esplorazione Enogastronomica e Sensoriale

    Redazione

    Carol Agostini è una figura emergente nel panorama enogastronomico italiano, nota per la sua capacità di unire la passione per la cucina con un profondo senso di esplorazione sensoriale. Il suo primo libro, “Cena con fattura d’amore”, rappresenta una celebrazione del cibo come strumento di seduzione e connessione umana. Questo articolo esplorerà la vita e la carriera di Carol Agostini, il contenuto e l’importanza del suo libro, e come il suo approccio alla gastronomia influisce sulla percezione dei sensi e delle emozioni.

    Carol Agostini e "Cena con fattura d'amore e i sensi" 2024
    Carol Agostini e “Cena con fattura d’amore e i sensi” 2024

    Chi è Carol Agostini?
    Background Professionale

    Carol Agostini è conosciuta per le sue masterclass e degustazioni guidate, che tiene in vari eventi fieristici del settore enogastronomico. La sua competenza non si limita solo al cibo, ma si estende anche al vino, rendendola una sommelier di alto livello. Grazie alla sua vasta esperienza, Carol è diventata una figura di riferimento per chiunque voglia approfondire la conoscenza del vino e della cucina.

    Iniziative e Progetti

    Oltre alle sue attività come sommelier e chef, Carol conduce una rubrica intitolata “In viaggio con Carol“, una serie di podcast enogastronomici che raccontano le realtà produttive e i territori italiani attraverso visite e interviste con i produttori​​. Questo progetto mette in luce la sua instancabile ricerca di sinergie e opportunità per unire persone e professionisti del settore.

    Carol Agostini e "Cena con fattura d'amore e i sensi" 2024
    Carol Agostini e “Cena con fattura d’amore e i sensi” 2024

    “Cena con fattura d’amore e i sensi”: Il Libro
    Trama e Contenuti

    “Cena con fattura d’amore” racconta la storia di Cornelia, una donna alla ricerca dell’amore che trova la propria realizzazione attraverso la cucina. La trama si snoda attorno al suo percorso di crescita personale e di scoperta delle proprie capacità seduttive, che esprime attraverso la preparazione di piatti speciali. Il libro è arricchito da venti ricette di cucina, ognuna pensata per accendere i sensi e aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione​​.

    Il Potere della Gastronomia Sensoriale

    Carol Agostini utilizza la gastronomia sensoriale come tema centrale del suo libro. Questa disciplina esplora come i sensi interagiscono con il cibo, influenzando la percezione e l’esperienza culinaria. Le ricette proposte nel libro non sono solo semplici istruzioni culinarie, ma vere e proprie esperienze sensoriali che mirano a stimolare tutti i sensi, dalla vista all’olfatto, dal gusto al tatto​.

    Carol Agostini all'evento Modena Champagne Experience presentando il suo libro, articolo: "Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023"
    Carol Agostini all’evento Modena Champagne Experience presentando il suo libro, articolo: “Il Viaggio di Papillae mediante gli Eventi Vinicoli 2023”

    Il Ruolo dei Sensi nella Gastronomia
    Vista e Presentazione

    La presentazione del cibo è fondamentale per stimolare l’appetito e preparare il palato all’esperienza gustativa. Carol Agostini pone grande attenzione all’estetica dei piatti, utilizzando colori vivaci e combinazioni visivamente accattivanti per creare un impatto visivo immediato.

    Olfatto e Memoria

    L’olfatto è strettamente legato alla memoria e alle emozioni. Gli aromi del cibo possono evocare ricordi potenti e suscitare emozioni profonde. Carol sfrutta questa connessione nei suoi piatti, utilizzando erbe aromatiche e spezie per creare profumi che rimangono impressi nella memoria dei commensali.
    Gusto e Combinazioni di Sapori

    Il gusto è il senso più diretto coinvolto nella degustazione del cibo. Le ricette di Carol sono progettate per esplorare una vasta gamma di sapori, dalle note dolci a quelle salate, dall’acido al piccante. Le combinazioni di sapori sono studiate per creare un equilibrio perfetto e sorprendere il palato.
    Tatto e Consistenza

    La consistenza del cibo gioca un ruolo cruciale nella percezione sensoriale. La varietà di texture, dai cibi croccanti a quelli morbidi, aggiunge una dimensione tattile all’esperienza culinaria. Carol utilizza tecniche di cottura che esaltano la consistenza degli ingredienti, rendendo ogni boccone una scoperta.
    Udito e Ambiente

    Anche l’ambiente in cui si consuma il cibo può influenzare l’esperienza sensoriale. Il suono del cibo che scrocchia o il rumore di una bottiglia di vino che si stappa possono aggiungere un’ulteriore dimensione all’esperienza. Carol cura anche questi dettagli, creando un ambiente che stimola tutti i sensi.
    Impatto Psicologico e Emotivo
    Connessione Emotiva

    La cucina di Carol Agostini non mira solo a nutrire il corpo, ma anche l’anima. Attraverso i suoi piatti, Carol cerca di creare connessioni emotive profonde con i suoi ospiti. Ogni ricetta è pensata per suscitare emozioni positive, come la gioia, la nostalgia o la serenità.
    Terapia e Benessere

    Carol crede nel potere terapeutico del cibo. Preparare e consumare cibo può essere un atto di cura verso se stessi e gli altri. Questo approccio olistico vede la cucina non solo come un’arte, ma anche come una forma di terapia che può migliorare il benessere emotivo e mentale.

    I sensi, ricette, Cena con Fattura D'Amore di Carol Agostini
    I sensi, ricette, Cena con Fattura D’Amore di Carol Agostini

    La Tradizione e l’Innovazione
    Radici Culturali

    Carol Agostini trae ispirazione dalla ricca tradizione culinaria italiana, ma non ha paura di innovare. Le sue ricette spesso combinano tecniche tradizionali con ingredienti moderni, creando un ponte tra passato e futuro. Questo approccio riflette la sua convinzione che la cucina debba evolversi pur rimanendo radicata nelle proprie origini culturali.

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    Influenza di Altri Paesi

    Oltre alle tradizioni italiane, Carol incorpora influenze di altre culture nelle sue ricette. La fusione di sapori e tecniche provenienti da diverse parti del mondo arricchisce la sua cucina, rendendola unica e universale.

    Eventi e Masterclass
    Degustazioni Guidate

    Carol è nota per le sue degustazioni guidate, in cui accompagna i partecipanti in un viaggio sensoriale attraverso il vino e il cibo. Questi eventi sono progettati per educare i partecipanti sui vari aspetti del gusto e dell’olfatto, migliorando la loro capacità di apprezzare la complessità dei sapori.

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    Collaborazioni con Chef e Sommelier

    Carol collabora spesso con altri chef e sommelier di fama internazionale, creando eventi che offrono esperienze culinarie indimenticabili. Queste collaborazioni le permettono di ampliare la sua visione e di esplorare nuovi territori gastronomici.

    “In viaggio con Carol”

    La sua rubrica “In viaggio con Carol” è un esempio del suo impegno nel raccontare storie enogastronomiche. Attraverso podcast e interviste, Carol porta i suoi ascoltatori alla scoperta di produttori locali e realtà gastronomiche autentiche, promuovendo una maggiore consapevolezza del patrimonio enogastronomico italiano​.

    Carol Agostini è una figura affascinante nel mondo dell’enogastronomia, capace di trasformare ogni pasto in un’esperienza sensoriale completa. Il suo libro “Cena con fattura d’amore e i sensi” non è solo una raccolta di ricette, ma una guida per esplorare il potere del cibo nel connettere le persone e suscitare emozioni profonde. Attraverso la sua cucina, Carol ci invita a riscoprire l’importanza dei sensi e a celebrare la bellezza del cibo in tutte le sue forme.

    La sua dedizione alla gastronomia sensoriale, la sua abilità nel creare piatti che stimolano tutti i sensi e la sua capacità di raccontare storie attraverso il cibo la rendono una delle figure più interessanti e innovative del panorama enogastronomico contemporaneo. Per chiunque voglia esplorare il mondo del gusto e dell’olfatto in modo più profondo, Carol Agostini e il suo lavoro rappresentano un punto di riferimento imprescindibile.


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  • La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio

    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio

    La Vernaccia di San Gimignano: Celebrazione di un Patrimonio Vitivinicolo, evento Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest

    Redazione – Carol Agostini

    Nei giorni scorsi, San Gimignano ha ospitato un evento dedicato alla Vernaccia di San Gimignano, uno dei vini bianchi più prestigiosi d’Italia. Questo incontro ha riunito produttori, enologi, esperti del settore e appassionati per celebrare e promuovere questo vino che rappresenta un simbolo della tradizione enogastronomica toscana. L’evento ha offerto un’opportunità unica per esplorare la storia, il territorio, la cultura e le tradizioni legate alla Vernaccia di San Gimignano, evidenziando anche gli abbinamenti gastronomici ideali.

    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, logo da comunicato stampa
    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, logo da comunicato stampa

     

    La Storia della Vernaccia di San Gimignano

    Origini e Tradizione

    La Vernaccia di San Gimignano ha radici antichissime che risalgono al XIII secolo. Questo vino è stato menzionato in numerosi documenti storici e letterari, incluso “La Divina Commedia” di Dante Alighieri, dove viene citato nel Purgatorio. Nel corso dei secoli, la Vernaccia è diventata sinonimo di qualità e tradizione, guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama vitivinicolo italiano.

    Nel 1966, la Vernaccia di San Gimignano è stata il primo vino italiano a ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC), riconoscimento che sottolinea la sua importanza e il suo legame con il territorio. Successivamente, nel 1993, ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), attestando ulteriormente la sua eccellenza.

    Il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano

    Il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano svolge un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela di questo vino. Fondato nel 1972, il Consorzio lavora per garantire la qualità della produzione, proteggere il marchio e promuovere la Vernaccia a livello nazionale e internazionale. Attraverso iniziative come degustazioni, eventi e campagne di marketing, il Consorzio contribuisce a mantenere viva la tradizione e a far conoscere la Vernaccia di San Gimignano a un pubblico sempre più ampio.

    Il Territorio di San Gimignano

    Geografia e Clima

    San Gimignano, situata nella provincia di Siena, è una cittadina medievale famosa per le sue torri e per il suo paesaggio collinare. Il territorio è caratterizzato da suoli sabbiosi e calcarei, che conferiscono alla Vernaccia le sue peculiarità uniche. Il clima mediterraneo, con estati calde e inverni miti, favorisce la coltivazione della vite e la produzione di vini di alta qualità.

    Viticoltura e Produzione

    La coltivazione della Vernaccia di San Gimignano si estende su circa 700 ettari di vigneti, con una produzione annua di circa 5 milioni di bottiglie. La vite di Vernaccia si adatta perfettamente ai terreni collinari di San Gimignano, dove le altitudini variano tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare. Questo ambiente favorevole, combinato con le tecniche di viticoltura tradizionale, consente di ottenere un vino dalle caratteristiche inconfondibili: colore giallo paglierino, profumi floreali e fruttati, e un gusto secco e fresco con una nota ammandorlata nel finale.

    I Produttori della Vernaccia di San Gimignano

    Le Cantine e i Vignaioli

    Durante l’evento, sono stati protagonisti numerosi produttori locali che hanno presentato le loro etichette di Vernaccia di San Gimignano. Tra le cantine più rinomate figurano:

    La Lastra: Questa cantina si distingue per l’approccio sostenibile alla viticoltura e per la produzione di vini biologici che esprimono al meglio il territorio.
    Teruzzi: Innovativa e orientata alla qualità, Teruzzi combina tradizione e modernità per creare una Vernaccia di grande carattere.
    Casa alle Vacche: Una realtà a conduzione familiare che produce vini autentici e rappresentativi del territorio.

    Ogni produttore ha contribuito a creare un panorama diversificato di interpretazioni della Vernaccia, offrendo ai partecipanti la possibilità di scoprire le varie sfumature di questo vino unico.

    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, foto da sito
    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, foto da sito

    La Vernaccia di San Gimignano e la Cultura

    Patrimonio Culturale

    La Vernaccia di San Gimignano non è solo un prodotto enogastronomico, ma anche un elemento integrante della cultura e della storia del territorio. La produzione del vino è strettamente legata alle tradizioni locali e rappresenta un patrimonio da preservare e valorizzare. Le storie dei vignaioli, tramandate di generazione in generazione, raccontano di un legame profondo con la terra e con la vite.

    Eventi e Iniziative Culturali

    L’evento dedicato alla Vernaccia di San Gimignano è stato arricchito da una serie di iniziative culturali, tra cui mostre d’arte, concerti e visite guidate. Queste attività hanno permesso ai visitatori di immergersi completamente nell’atmosfera di San Gimignano, scoprendo non solo il vino, ma anche la bellezza e la storia della cittadina.

    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, foto da sito
    La Vernaccia di San Gimignano 2024, il vino un territorio, foto da sito

    Abbinamenti Gastronomici

    Il Vino e il Cibo

    La Vernaccia di San Gimignano è un vino versatile che si presta a numerosi abbinamenti gastronomici. La sua freschezza e la sua complessità lo rendono ideale per accompagnare piatti a base di pesce, frutti di mare, verdure e carni bianche. Durante l’evento, sono stati proposti vari abbinamenti che hanno esaltato le qualità del vino:

    Antipasti di Mare: Ostriche, cozze e tartare di pesce sono stati abbinati a Vernaccia giovane, capace di esaltare i sapori delicati del mare.
    Risotti e Pasta: Risotto ai funghi porcini e pasta con frutti di mare sono stati accostati a Vernaccia invecchiata, che ha aggiunto profondità e complessità ai piatti.
    Carni Bianche: Pollo alla griglia e coniglio alla cacciatora hanno trovato un perfetto equilibrio con Vernaccia strutturata, capace di sostenere i sapori decisi delle carni.

    Le Ricette Tradizionali

    La cucina toscana, con i suoi sapori autentici e le sue ricette tradizionali, si sposa perfettamente con la Vernaccia di San Gimignano. Piatti come la pappa al pomodoro, la ribollita e la panzanella sono stati protagonisti di degustazioni che hanno esaltato il connubio tra vino e territorio.
    Conclusione

    L’evento dedicato alla Vernaccia di San Gimignano è stato un successo, confermando l’importanza di questo vino nel panorama enogastronomico italiano. La partecipazione di produttori, esperti e appassionati ha permesso di approfondire la conoscenza di un vino che rappresenta un simbolo di qualità e tradizione. Attraverso degustazioni, abbinamenti gastronomici e iniziative culturali, la Vernaccia di San Gimignano ha mostrato tutto il suo potenziale e la sua capacità di emozionare.

    San Gimignano, con il suo paesaggio incantevole e la sua storia millenaria, si è rivelata ancora una volta il palcoscenico ideale per celebrare un patrimonio vitivinicolo che continua a conquistare il palato e il cuore di chiunque lo assaggi. La Vernaccia di San Gimignano, con le sue sfumature di sapore e la sua ricchezza culturale, resta un simbolo indiscusso dell’eccellenza enologica toscana e italiana.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito consorzio: https://wineexperience.vernacciasangimignano.it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi

    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi

    Un Viaggio attraverso la Memoria Gustativa: Un Intreccio di Storia, Cultura e Psicologia

    Di Carol Agostini

    La memoria gustativa, quella capacità di ricordare sapori e odori nel tempo, è un fenomeno affascinante che attraversa le barriere del tempo e dello spazio. È una porta verso il passato, un ponte che collega esperienze sensoriali con ricordi, emozioni e identità culturali. Per comprendere appieno la complessità di questa capacità umana, è necessario esplorare le sue radici storiche, culturali e psicologiche, oltre a considerare i collegamenti con i nostri sensi, il corpo e la chimica del cervello.

     

    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet
    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet

    Memoria Gustativa: Un Viaggio nel Tempo

    Per comprendere la memoria gustativa, dobbiamo risalire alle sue radici storiche. L’antica Roma, ad esempio, considerava il banchetto non solo un momento di nutrimento fisico, ma anche un’occasione per celebrare la vita e la cultura. I ricchi banchetti romani erano una sinfonia di sapori, con piatti elaborati e spezie esotiche che stimolavano i sensi e lasciavano un’impronta duratura nella memoria dei commensali.

    Ancora più indietro nel tempo, nelle antiche civiltà dell’Oriente, la cucina era considerata un’arte sacra, capace di unire il corpo, la mente e lo spirito. Le spezie come la cannella, il cumino e lo zenzero non solo conferivano sapore ai piatti, ma anche proprietà curative e simboliche. Questi antichi popoli comprendevano già l’importanza di associare i sensi con l’esperienza umana e la memoria.

    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet
    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet

    Cultura e Tradizione: Le Radici della Memoria Gustativa

    La memoria gustativa è strettamente intrecciata con la cultura e la tradizione culinaria di un popolo. Ogni piatto tradizionale racconta una storia, tramandata di generazione in generazione attraverso sapori e odori. Ad esempio, il curry indiano evoca le spezie del subcontinente, mentre il sushi giapponese porta con sé l’essenza del mare e delle terre fertili.

    Le feste e le celebrazioni sono spesso accompagnate da cibi e bevande specifiche, creando legami emotivi con ricordi e momenti speciali. È così che una fetta di panettone può riportare alla mente le riunioni natalizie in famiglia o un piatto di paella può trasportare immediatamente nella calda atmosfera della Spagna.

    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet
    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto da internet

    Sensi e Corpo: Il Ruolo dell’Esperienza Sensoriale

    La memoria gustativa non è isolata, ma è parte integrante di un complesso sistema sensoriale. Oltre al gusto, sono coinvolti l’olfatto, il tatto e persino la vista nella creazione di ricordi legati al cibo. Il suono del frizzling di una bistecca sulla griglia, il profumo invitante di una torta in forno, la sensazione croccante di un pane appena sfornato: tutti questi elementi si combinano per creare esperienze sensoriali memorabili.

    Il legame tra cibo e emozioni è profondo e complesso. Studi psicologici hanno dimostrato che i ricordi legati al cibo possono influenzare il nostro umore e il nostro comportamento. Ad esempio, il consumo di cibi confortanti può alleviare lo stress e l’ansia, poiché attivano ricordi positivi legati all’infanzia e alla sicurezza.

    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto di Carol Agostini
    Memoria gustativa 2024, la curiosità di usare i sensi, foto di Carol Agostini

    La Chimica della Memoria Gustativa

    A livello chimico, la memoria gustativa è legata all’attività neurale nel cervello. Quando assaggiamo un cibo, le molecole chimiche presenti stimolano le cellule recettoriali nella nostra bocca e nel nostro naso, inviando segnali al cervello. Qui, queste informazioni vengono elaborate e memorizzate attraverso complessi processi neuronali.

    Gli studi sul cervello hanno dimostrato che la memoria gustativa è strettamente correlata all’ippocampo e alla corteccia prefrontale, aree del cervello coinvolte nella memoria e nel pensiero decisionale. Queste regioni cerebrali sono responsabili della conservazione dei ricordi legati al cibo e della loro evocazione in risposta a stimoli sensoriali.

    La memoria gustativa è molto più di un semplice ricordo di sapori e odori; è un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, un intreccio di storia, cultura e psicologia. Attraverso i nostri sensi e il nostro corpo, il cibo diventa una finestra sulla nostra identità e sulle nostre esperienze. Esplorare la memoria gustativa ci permette di apprezzare la complessità della mente umana e di connetterci con le nostre radici culturali in modi profondi e significativi.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale

    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale

    ASSAGGI, salone dell’enogastronomia laziale, ci porta allo show cooking di Alain Rosica, grande curiosità!

    Di Cristina Santini

     

    Si è da poco conclusa, con ottimi risultati, la terza edizione di Assaggi – Salone dell’Enogastronomia Laziale di Viterbo, la kermesse delle eccellenze del nostro territorio e dei numerosi eventi collaterali.

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto dell'autrice
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto dell’autrice

    Tra le tante attività alle quali abbiamo partecipato, abbiamo dedicato uno spazio allo show cooking dello Chef Alain Rosica del Ristorante Belvedere dal 1933 situato a Frascati (RM), dal titolo “La profonda identità delle radici”.

    Un titolo, quello dell’incontro, a tema data la provenienza dal Venezuela dello Chef che si è portato un bagaglio di ricordi, sapori e conoscenze, e approdato ai Castelli Romani, la sua cucina si è contaminata con il nuovo ambiente. La matrice genetica, la biodiversità di una grande Capitale come Caracas, la cucina e la storia geologica castellana si fondono in un mosaico complesso e affascinante, un viaggio culinario, omaggio alla storia personale e alla passione per la cucina, un ponte tra due mondi che si incontrano in un piatto.

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto dell'autrice, show cooking
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto dell’autrice, show cooking

    Il viaggio che abbiamo intrapreso con Alain e Matteo è stato il riflesso di questa storia bellissima:

    “E’ un’emozione e un onore rappresentare un territorio così vicino a Roma e così complesso. Al ristorante Belvedere, al centro di Frascati, abbiamo trovato una dimensione locale importante, in questi tempi riuscire ad avere questo nesso con il territorio, così quotidiano, è l’unica chiave che possiamo utilizzare per avere la stagionalità invece che la grande distribuzione, quindi il fruttarolo della piazza, il pastificio o il nostro macellaio di fiducia, i formaggi come la ricotta che ci viene consegnata calda.

    Quest’anno facciamo 25 anni di attività e conserviamo ancora alcuni dei nostri fornitori storici.
    Qui oggi abbiamo portato un piatto che rappresenta una unione di culture, siamo andati anche molto indietro nel tempo, a cogliere l’essenziale di quello che è quel territorio che circonda Roma, la Roma di un tempo che ritroviamo nell’agnello, nelle erbe spontanee di campagna e nel pecorino.”

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto dell'autrice, degustazione prodotti
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto dell’autrice, degustazione prodotti

    La cucina romana è fatta di ingredienti poveri e la sua evoluzione nei secoli è stata arricchita da contaminazioni virtuose e influenze regionali, ne è un chiaro esempio l’unione gastronomica giudaico-romana. Come anche le spezie, gli amidi di riso, il pepe oggi utilizzato tanto nella nostra alimentazione.

    In questa preparazione si è mantenuta l’identità locale castellana, con l’impiego di un formaggio, stravecchio, di un produttore di Grottaferrata e l’agnello in bianco, una preparazione certamente di provenienza abruzzese-laziale. Un tipo di carne che richiama le origini abruzzesi da parte paterna, perché il papà era di Guardiagrele, dove Alain ha vissuto per alcuni anni conservando questo forte legame, anche contadino, con il territorio.

    “Ragionandoci abbiamo voluto proporre un piatto antico, dai sapori e dalle radici antiche, di queste parti prima che arrivasse la cultura dell’antica Roma con tutto ciò che si è portata dietro, ovvero quello che mangiavano le comunità autoctone dei Castelli, prima che arrivasse la Roma imperiale raccontando per alcuni versi anche la biodiversità territoriale.”

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto dell'autrice, degustazione piatto
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto dell’autrice, degustazione piatto

    Arriviamo al nostro meraviglioso e buonissimo piatto: si tratta di una sfoglia particolare, una pasta di grano antico saragolla, un po’ amaro, utilizzata per comporre i cappellacci che sposano perfettamente la dolcezza della carne di agnello con fonduta di pecorino e salsa di melograno e l’aggiunta di erbe amare spontanee e uvetta. C’è complessità ma anche tanta bontà in questo delizioso piatto, con il cumino tostato a corredo che lega perfettamente con la carne, insieme a chiodi di garofano, pepe, cannella, dal tocco orientale come le origini dello Chef, tutte spezie dell’antica Roma, ma anche del Nord Africa e del bacino del Mediterraneo. Un piatto dal sapore delicato, dove ogni ingrediente è riconoscibile e ben integrato, con gli aromi speziati a dominare la scena. Una riduzione lenta di melograno, senza zuccheri, quasi neutra, a colorare e condire con maestria la pietanza.

    L’utilizzo del succo, secondo noi, ha colto l’essenza finale del piatto, un elemento poco utilizzato in cucina che invece sarebbe appropriato reinserire nella nostra cultura perché regala tanta aromaticità, molto usato ad esempio nella gastronomia dei balcani. Profumi inebrianti provengono dai formaggi e dalle erbe aromatiche che compongono la ricetta, soprattutto dalle misticanze ripassate con l’uvetta.

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto dell'autrice, show cooking
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto dell’autrice, show cooking

    Dulcis in fundo, i cappellacci, prima di essere serviti, sono stati tostati un pochino – quasi mai mantecati nel loro sugo, come racconta Alain – per dare più intensità aromatica e croccantezza al palato. Si vuole, a ragion veduta, esaltare la fragranza dell’impasto e creare una specie di “dumpling”.

    “Abbiamo utilizzato le ossa, che oggi nei ristoranti è difficile trovare, per fare il fondo. E’ un piatto che ha quel gusto e quel ricordo di una volta perché nelle ricette tradizionali bisogna ritrovare la nonna, la mamma.”

    Una storia importante che si riflette nelle proposte, quei ricordi di Alain, della sua nonna in Venezuela che cucinava e si riscaldava con le braci in quel paesino a 1800 metri di altitudine lontano dal clima torrido di Caracas. E la casa in Italia, quella connessione indissolubile con il nostro Paese sin da piccolo dove passava le feste insieme al papà.
    Ma la crisi economica che stravolse la Nazione, portò tutti a spostarsi e ricominciare da capo.

    Ciò nonostante, è affascinante come le tradizioni e i dialetti possano creare una relazione così profonda con un territorio.
    Frascati è davvero un gioiello. La sua atmosfera pittoresca e il legame con la tradizione culinaria italiana lo rendono un luogo unico. La famiglia che gestisce il ristorante sembra aver fatto un ottimo lavoro nel preservare queste tradizioni e creare un’identità autentica. È sempre bello vedere come la cultura locale si intrecci con la cucina e l’ambiente circostante creando sinergie.

    “Viviamo in cucina, facciamo cucina, un lavoro di ricerca sui prodotti, sulle materie prime, di identità ma anche di amore. E quindi il nostro pecorino non sarà mai del supermercato come anche una bottiglia di vino non arriverà dalla grande distribuzione, questo per dare al nostro ospite un servizio completo”.

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto da sito ristorante
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto da sito ristorante

    Lo Chef Rosica ci racconta del suo “Belvedere dal 1933” che già dal nome possiamo intuirne la posizione.

    “Abbiamo in mente di allargare un po’ la sala anche all’esterno, dove abbiamo una veranda permanente. E vogliamo renderla fruibile anche d’inverno. L’estate invece si apre alle Terrazze proprio dall’altra parte. Abbiamo una cucina sempre stagionale, ma un po’ più leggera d’estate per il grande numero di persone, cercando sempre una formula comunque che mantenga la qualità nei nostri piatti.
    Altro piccolo progetto, sarà quello di inserire una cottura un po’ più primitiva. Tornare proprio alla semplicità e ai profumi veri della cucina, questa voglia di rimettere le erbe spontanee al centro, di ritrovare l’olio quello giusto. Insomma si è alzata moltissimo la soglia di attenzione sulla materia prima, e siamo anche fortunati di essere fuori in campagna, ci aiuta tantissimo questa vicinanza al produttore e questa conoscenza del suo lavoro.”

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto di Cristina Santini
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto di Cristina Santini

    Ad accompagnare il piatto di Alain, un calice di Roscetto in purezza prodotto dall’Antica Cantina Leonardi di Montefiascone (VT), i cui vigneti sono esposti sulle colline vulcaniche del Lago di Bolsena. Una realtà enologica nata agli inizi del ‘900 dalla passione di un giovane imprenditore che, innamorato della sua terra e del vino, ha piantato le basi per quella che è diventata la più storica e prestigiosa cantina del luogo.

     

    Luce del Lago – Lazio Igp Roscetto 2022 affinata in acciaio

    Il Trebbiano giallo, localmente chiamato Roscetto per via della colorazione degli acini rosata anziché dorata in fase di maturazione, presenta un bouquet delicato di note fruttate come la pesca e l’albicocca, accompagnate da erbe aromatiche che lasciano una bocca fresca, leggera nella struttura e armonica.
    Il suo sorso minerale e deciso, dall’acidità spiccata, si sposta sulla dorsale agrumata, sulle note fumé, di pietra focaia che rendono tutta l’esperienza degustativa gradevole e di ottima morbidezza con un finale lievemente ammandorlato.

    Assaggi 2024, alla scoperta dell'enogastronomia Laziale, foto di Cristina Santini
    Assaggi 2024, alla scoperta dell’enogastronomia Laziale, foto di Cristina Santini

    Un successo accertato l’abbinamento con la pasta nel mix dei suoi ingredienti, concedendoci l’esaltazione al gusto della riduzione e delle sue erbette integrate alle note aromatiche e fruttate del vino. Un vino che esalta il piatto lasciando la bocca pulita e ben appagata.

     

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Sito evento: https://www.assaggisalone.com/

    Sito ristorante: https://www.belvedere1933.com/ 

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ 

    https://www.papillae.it/