Autore: Carol Agostini

  • 42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    42° Forum della Cultura del Vino e Festa dei Sommelier, con i Vini del Lazio per l’Estate

     

    Redazione – Carol Agostini

    Dove, quando?

    Lunedì 1° luglio – ore 11.30

    Hotel Rome Cavalieri Hilton

    Via Alberto Cadlolo, 110 – Roma

    Intervengono

    Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio

    Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio

    Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario Arsial

    Franco Maria Ricci, Presidente della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda Editrice

    È in programma lunedì 1° luglio a Roma, all’Hotel Rome Cavalieri a partire dalle 11.30, il 42° Forum della Cultura del Vino, curato dalla Fondazione Italiana Sommelier con il contributo di Regione Lazio e Arsial.

    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio
    42° Forum della Cultura del Vino, Festa dei Sommelier, Lazio

    Il “Forum” è un evento annuale di particolare rilevanza nel panorama enologico nazionale, dedicato alla celebrazione della cultura del vino. Riunisce sommelier, produttori, esperti del settore, appassionati e operatori dell’enogastronomia con l’obiettivo di esplorare tematiche cruciali come la degustazione, la produzione vinicola, le nuove tendenze del mercato, la sostenibilità e l’educazione enologica.

    L’edizione del 1° luglio è interamente dedicata al Lazio, alla sua crescita qualitativa e al fatto che, nonostante la presenza di aziende e produzioni di livello altissimo, i vini della nostra regione non abbiano ancora ottenuto il riconoscimento che meritano, a causa di pregiudizi radicati che ne hanno storicamente limitato l’apprezzamento. ll “Forum” rappresenta, quindi, un’importante piattaforma di dialogo, per discutere di strategie e soluzioni, finalizzate a promuovere una valorizzazione più equa e consapevole, rapportata alla grande qualità dei vini laziali.

    Al “Forum” prenderanno parte, in qualità di relatori, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, l’Assessore con deleghe a Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini, il Commissario Straordinario di Arsial Massimiliano Raffa e il Presidente della Fondazione Italiana Sommelier e di Bibenda Editrice Franco Maria Ricci, coadiuvati da un parterre importante, composto da esperti e operatori del settore.

    L’evento si accompagna alla Festa del Sommelier, durante la quale saranno nominati 350 sommelier del vino e dell’olio, oltre alla consegna degli attestati d’onore per i 10, 15, 20, 25 e 30 anni di appartenenza alla Fondazione Italiana Sommelier. In questa cornice, , a partire dalle 16.00, sarà allestito un grande banco di assaggio con la partecipazione di oltre 50 aziende del Lazio, che proporranno in degustazione più di 300 etichette di vini bianchi, rosati e spumanti di loro produzione.

    “Dichiarazione dell’Assessore Righini – da inserire”

    “Regione Lazio e Arsial hanno scelto di sostenere la 42° edizione del forum della cultura del vino che per quest’anno è dedicato ai vini e alle cantine della nostra regione. È una grande opportunità per tutto il nostro settore vitivinicolo, che si colloca nel solco della strategia di promozione che stiamo portando avanti da un anno in sinergia con l’Assessorato, mirata al racconto del Lazio come regione di eccellenza enologica, con elevati standard qualitativi e un proprio modello di sviluppo, che abbiamo chiamato appunto ‘Modello Lazio’. Crediamo nella qualità e siamo convinti, sulla scia dei risultati che stiamo raccogliendo, che i territori del Lazio siano pronti per competere con le regioni più blasonate, senza temere confronti, né sul mercato interno, né nei contesti internazionali”.

    Nel complesso, il “42° Forum della Cultura del Vino” e la “Festa dei Sommelier”, rappresentano un’occasione di confronto e crescita per il settore enologico, finalizzata alla promozione del patrimonio vitivinicolo del Lazio e alla sua valorizzazione, anche oltre i confini nazionali. Maggiori informazioni sull’iniziativa, incluso il programma della giornata, sono disponibili sui siti della Fondazione Italiana Sommelier – Bibenda (www.bibenda.it) e Arsial (www.arsial.it).

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti di riferimento: http://www.bibenda.it http://www.arsial.it

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024

    Il Vino e la Cultura per il Rilancio del Territorio 2024, Città del Vino e le bandiere

    Redazione – Gaetano Cataldo

    Grazie a un’attività congiunta tra l’associazione culturale Identità Mediterranea, l’associazione nazionale delle Città del Vino, il Comune di Lacco Ameno e, in particolare, l’assessorato alla cultura della cittadina ischitana, ieri è stato possibile creare un evento di grande rilievo per l’Isola Verde, e non solo.

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato
    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato

    Infatti, con delibera di giunta n° 24 del 7 marzo 2024, Identità Mediterranea, su concessione e approvazione dell’associazione nazionale delle Città del Vino, ha ottenuto il conferimento della prestigiosa bandiera delle Città del Vino per il museo archeologico di Pithecusae – Villa Arbusto, uno storico edificio che racchiude la profonda cultura ischitana, preservando importantissimi reperti archeologici a partire dalla preistoria.

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato
    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato

    Si è tenuto nei giorni scorsi il convegno “Il Vino e la Cultura per il Rilancio del Territorio” presso Villa Arbusto, un dibattito con numerosi relatori, alla presenza della stampa e della cittadinanza, per discutere sul potenziale di Ischia in quanto attrattiva di un turismo incentrato anche sul vino e l’archeologia, oltre che sulle straordinarie capacità, tuttavia inespresse, di destagionalizzare i flussi e godere della presenza di “cittadini temporanei” anche d’inverno. A seguito dell’analisi di tali tematiche, è avvenuta la consegna ufficiale del vessillo delle Città del Vino e quindi l’apertura dei banchi di degustazione, con i sapori dell’isola e i vini ischitani e flegrei.

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato
    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato

    Quali opportunità dunque per Ischia, mediante il sodalizio con le Città del Vino ed Identità Mediterranea? Si sono prospettati i presupposti per allestire una cabina tecnica di regia per la promozione dei valori territoriali e la realizzazione di progetti concreti?

    A tal fine, con la moderazione del giornalista Graziano Petrucci, hanno partecipato Giacomo Pascale, sindaco di Lacco Ameno, e Carla Tufano, assessore alla cultura di Lacco Ameno, per i saluti istituzionali.

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato
    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato

    Sono intervenuti Marco Razzano, del consiglio nazionale delle Città del Vino, Giuseppe Andreoli, enologo della Cantina La Pietra di Tommasone, Ciro Verde, enologo della Cantina Il IV Miglio, Gaetano Cataldo, founder di Identità Mediterranea, Tommaso Mascolo, delegato Ais Isola di Ischia e Procida, Marco Starace, presidente Cigar Club Ischia, Michele Farro, presidente Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei ed Ischia, Andrea D’Ambra, presidente Coldiretti provincia di Napoli e CEO di Casa d’Ambra, Ciro Cenatiempo, giornalista e scrittore, e Francesco Maisto, presidente Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

    Ha concluso Angelo Radica, sindaco di Tollo e presidente nazionale delle Città del Vino.

    L’evento, per quanto di importanza locale sia per Ischia che per i Campi Flegrei, ha avuto in realtà una rilevanza a carattere nazionale in quanto è stato un evento assolutamente inedito: la commissione e la presidenza delle Città del Vino hanno deciso per la prima volta un tale riconoscimento, infatti per la prima volta il vessillo sventolerà su un museo piuttosto che su di una municipalità.

    Alla manifestazione, con ingresso totalmente gratuito, hanno partecipato importanti attori del comparto vitivinicolo, del settore turistico, ristorativo e alberghiero, unitamente alle pro loco e alle associazioni. La cittadinanza di Lacco Ameno e tutta la comunità ischitana hanno assistito e partecipato all’avvenimento.

    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato
    Bandiera delle Città del Vino, loro degno aumento 2024, Gaetano Cataldo, foto di redazione e comunicato

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  • Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024

    Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024

    Montefalco Sagrantino DOCG nella ruota sensoriale con le altre denominazioni di territorio

    Di Adriano Guerri

    In occasione di “A Montefalco”, anteprima dedicata non solo al Montefalco Sagrantino Docg, ma anche ad altre denominazioni locali, quali, Spoleto Trebbiano Spoletino Doc, Montefalco Grechetto Doc, Montefalco Bianco Doc, Montefalco Rosso Doc e Montefalco Rosso Riserva Doc, andata in scena nei giorni 12 e 13 giugno 2024 nell’ incantevole cittadina umbra, sulla via del rientro verso casa, ho colto l’occasione per visitare la Cantina Briziarelli.

    Vigneto con vista digradante verso Montefalco, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Vigneto con vista digradante verso Montefalco, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Sono stato accolto dall’amministratore delegato Alessandro Giannoni, con me c’erano anche altri colleghi. Alessandro ci ha accompagnato nel vigneto adiacente alla cantina, poi siamo entrati nella cantina sottostante, completamente ipogea, sia in zona vinificazione sia in zona affinamento dei loro capolavori enoici. Una cantina moderna ben realizzata e molto funzionale con attrezzature all’avanguardia. È seguita la degustazione di alcuni dei loro vini abbinati a specialità locali. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini degustati, alcuni cenni sull’azienda.

    Botti e tonneaux della cantina visitata, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Botti e tonneaux della cantina visitata, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    L’azienda vitivinicola Briziarelli si trova a poca distanza sia da Bevagna sia da Montefalco, in provincia di Perugia, all’interno della denominazione del Montefalco Sagrantino. Dalla parte superiore della cantina si può osservare la vasta vallata umbra, che si sviluppa da Perugia a Spoleto, con l’ammaliante scenario di Assisi, Spello, Bevagna, Foligno e Montefalco. La nuova cantina è accogliente ed è stata realizzata nel 2012, con il preciso obiettivo di produrre vini di elevata qualità. Tuttavia, l’azienda risale al 1906, fondata da Pio Briziarelli.

     

    Posta sulla sommità della collina, vanta 50 ettari, di cui 22 sono vitati. Le varietà coltivate sono oltre al Sagrantino: Sangiovese, Merlot, Trebbiano e Viognier. Una collina sempre ben ventilata, condizioni favorevoli per avere uve sane. Nella patria del Sagrantino, i vigneti di questa varietà sono posti ad altimetrie più elevate rispetto ad altre. Condizioni ideali per dare origine a vini di eccellente qualità. La vendemmia viene svolta rigorosamente a mano.

    Ecco i vini degustati

    L’ Affabile Umbria Bianco Igt 2023 – Viognier – Giallo paglierino luminoso, rivela sentori di susina, melone, pesca e bergamotto, al gusto è vibrante e sapido e dotato di una buona facilità di beva.

    L' Affabile Umbria Bianco Igt 2023, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    L’ Affabile Umbria Bianco Igt 2023, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Sua Signoria Umbria Bianco Igt 2023 – Trebbiano – Di un bellissimo colore giallo paglierino intenso, al naso sprigiona sentori di fiori di campo, frutta esotica, agrumi e erbe aromatiche, al palato è piacevolmente fresco, saporito e coerente.

    Sua Signoria Umbria Bianco Igt 2023, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Sua Signoria Umbria Bianco Igt 2023, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Montefalco Rosso Doc 2021 – 60% Sangiovese, 30% Merlot, 10 Sagrantino – Colore rosso rubino intenso, emana note di marasca, mora e spezie dolci, il sorso è avvolgente con tannini nobili e di lunga persistenza aromatica.

    Montefalco Rosso Doc 2021, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Montefalco Rosso Doc 2021, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Montefalco Sagrantino Docg 2020 – Bellissima tonalità rosso rubino, all’olfatto giungono sentori di frutti di bosco uniti a note di tabacco, spezie orientali e balsamiche, attacco tannico poderoso ma setoso, vibrante e duraturo.

    Montefalco Sagrantino Docg 2020, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Montefalco Sagrantino Docg 2020, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Montefalco Sagrantino Docg Vitruvio 2018 – Rosso rubino profondo, libera sentori di rosa appassita, frutti di bosco maturi, anice stellato, cannella e nuances balsamiche, il sorso è pieno ed appagante, setoso ed armonioso.

    Montefalco Sagrantino Docg Vitruvio 2018, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Montefalco Sagrantino Docg Vitruvio 2018, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Uno Nove Zero Sei Umbria Rosso Igt 2018 – Sagrantino 50% Merlot 50% – Rosso rubino profondo, dipana note di melagrana, fragola, mirtillo, violacciocca e polvere di cacao, al palato è invitante, rotondo, setoso e equilibrato.

    Uno Nove Zero Sei Umbria Rosso Igt 2018, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Uno Nove Zero Sei Umbria Rosso Igt 2018, articolo: Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore
    Per concludere, qualche cenno sul Sagrantino

    Il Montefalco Sagrantino è entrato a pieno titolo nella cerchia dei grandi vini rossi italiani , una gemma enologica, molto apprezzato sia in Italia sia altrove. L’areale si trova in Umbria, in provincia di Perugia. Il Montefalco Sagrantino Docg, viene prodotto oltre che nel comune di Montefalco e nei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi. Il Sagrantino viene ipotizzato che sia giunto in Umbria ad opera dei frati Francescani dall’Asia Minore, mentre altri sostengono che sia arrivato dai monaci bizantini provenienti dalla Grecia, intorno al 1100.

    Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell'autore
    Montefalco Sagrantino DOCG e non solo, autentico giugno 2024, foto dell’autore

    Altra ipotesi dell’etimologia del termine, sembra che derivi da sacrestia, in quanto veniva usato durante le messe. In tempi remoti veniva prodotto unicamente nella tipologia passito, da alcuni decenni viene prodotto anche nella tipologia secca. Il Sagrantino dà origine a vini dotati di una fitta trama tannica, pertanto, necessitano di un periodo di elevage per poter essere apprezzati al meglio. A tavola trova abbinamento con svariate preparazioni a base di carne, ottimo con l’agnello al forno. La meritatissima Docg è arrivata nel 1992.

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito evento e consorzio: https://www.consorziomontefalco.it/

    Blog autore: https://cloudwine9.com/

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  • Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso

    Brassica Osteria Contemporanea: Un Angolo di Tradizione e Innovazione a San Miniato

    Di Carol Agostini

    Nel cuore di San Miniato, l’Osteria Brassica rappresenta un perfetto connubio tra tradizione culinaria toscana e innovazione gastronomica. Situata in una posizione suggestiva che permette di ammirare le bellezze paesaggistiche della zona, Brassica è diventata rapidamente un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina e del buon vino.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini

    Un Menù che Celebra il Territorio

    L’Osteria si distingue per l’uso di ingredienti freschi e locali, provenienti dalle campagne circostanti e dai produttori della zona. Il menù varia stagionalmente, riflettendo la disponibilità dei prodotti e mantenendo un legame stretto con le tradizioni culinarie toscane. Tra i piatti più apprezzati troviamo la ribollita, una zuppa di verdure e pane tipica della regione, e il cinghiale in umido, cucinato secondo antiche ricette tramandate di generazione in generazione.

    Il Tartufo Bianco di San Miniato

    Un elemento distintivo di Brassica Osteria Contemporanea è la sua celebrazione del Tartufo Bianco di San Miniato. Durante la stagione del tartufo, il menù si arricchisce di piatti raffinati come le tagliatelle al tartufo bianco, l’uovo al tegamino con tartufo e il carpaccio di manzo al tartufo. Ogni piatto è studiato per esaltare il sapore unico di questo prezioso tubero, rendendo ogni pasto un’esperienza culinaria unica.

    L’atmosfera è accogliente e rustica, con un tocco di eleganza che rende l’ambiente adatto sia per cene intime che per eventi speciali. Le sale interne, arredate con gusto, richiamano le antiche osterie toscane, mentre la terrazza esterna offre una vista panoramica sulle colline di San Miniato, creando l’ambiente perfetto per una cena al tramonto.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Chef Andrea Madonia, foto di Carol Agostini

    La cantina è ben fornita di vini locali, con un’attenzione particolare ai vitigni autoctoni della Toscana. Gli ospiti possono scegliere tra una selezione di Chianti, Vernaccia di San Gimignano e altre eccellenze enologiche, consigliate e abbinate con cura dai sommelier della casa per esaltare i sapori dei piatti.

    Un’Esperienza da Non Perdere

    Brassica Osteria Contemporanea non è solo un luogo dove mangiare, ma un vero e proprio viaggio nella cultura gastronomica toscana. Con la sua dedizione alla qualità e alla tradizione, unita a un’innovazione che rispetta i sapori autentici, Brassica è una tappa obbligata per chi visita San Miniato. Che si tratti di una cena romantica, di una festa tra amici o di un’occasione speciale, il ristorante promette un’esperienza indimenticabile, capace di soddisfare i palati più esigenti e di far innamorare chiunque della cucina toscana.

    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Fabio Caputo durante la cena di Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini
    Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, Fabio Caputo durante la cena di Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini

    Chi è Andrea Madonia?

    Chef Andrea Madonia: Il Custode della Tradizione e Innovatore della Cucina a San Miniato

    Nel panorama enogastronomico di San Miniato, lo chef Andrea Madonia si distingue per la sua capacità di unire tradizione e innovazione, creando piatti che raccontano la storia e la cultura del territorio toscano. Alla guida dell’Osteria, Madonia ha saputo trasformare questo locale in un punto di riferimento per gli amanti della cucina autentica e raffinata.

    Buñuelo al cumino con crema di melanzane, salsa di yogurt, manzo marinato, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini
    Buñuelo al cumino con crema di melanzane, salsa di yogurt, manzo marinato, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini

    Ha iniziato il suo viaggio culinario con una formazione nelle più prestigiose scuole di cucina italiane, arricchendo la sua esperienza con stage e collaborazioni in rinomati ristoranti stellati. La sua passione per la cucina è radicata in una profonda conoscenza delle materie prime e delle tecniche tradizionali, che ha saputo reinterpretare con un tocco moderno e creativo.

    La filosofia dello chef si basa su un rispetto rigoroso per gli ingredienti locali e di stagione. Ogni piatto è pensato per esaltare i sapori autentici del territorio, utilizzando prodotti freschi e di alta qualità provenienti dai migliori fornitori locali. Il Tartufo Bianco di San Miniato, le carni toscane, l’olio extravergine di oliva e i formaggi artigianali sono solo alcuni degli elementi che compongono il suo repertorio culinario.

    Lo chef Madonia è un maestro nell’arte di bilanciare tradizione e innovazione. Nei suoi piatti, si possono trovare le radici della cucina toscana, come la ribollita e il cinghiale in umido, rivisitate con tecniche moderne e presentazioni eleganti. Il suo obiettivo è offrire agli ospiti un’esperienza culinaria che sia al contempo familiare e sorprendente, facendo riscoprire sapori antichi attraverso una lente contemporanea.

    Battuta di manzo al coltello, maionese all'aglio nero, salsa al cocco e biscotto al parmigiano, Cena abbinamento vini Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini
    Battuta di manzo al coltello, maionese all’aglio nero, salsa al cocco e biscotto al parmigiano, Cena abbinamento vini Podere Pellicciano, foto di Carol Agostini

    Riconoscimenti e Premi

    Grazie al suo talento e alla sua dedizione, Andrea Madonia ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera. La sua cucina ha attirato l’attenzione di critici gastronomici e riviste specializzate, consolidando la sua reputazione come uno dei chef più promettenti e innovativi della Toscana.

    Un’Esperienza Indimenticabile all’Osteria Brassica

    Sotto la guida dello chef, il ristorante è diventato una destinazione imperdibile per chi visita San Miniato. Ogni piatto servito è una celebrazione del territorio e della sua storia, un invito a esplorare la ricchezza della cultura enogastronomica toscana. Che si tratti di un pranzo informale o di una cena gourmet, l’esperienza culinaria all’Osteria Brassica promette di essere un viaggio indimenticabile attraverso i sapori autentici e raffinati della Toscana.

    Lo chef Andrea Madonia rappresenta un punto di riferimento per la cucina toscana a San Miniato, grazie alla sua capacità di innovare nel rispetto della tradizione, offrendo piatti che raccontano storie di territorio e passione.

    Risotto allo zafferano, liquirizia e bocconcini di piccione arrosto, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini
    Risotto allo zafferano, liquirizia e bocconcini di piccione arrosto, articolo: Brassica Osteria Contemporanea 2024, delizioso percorso, foto di Carol Agostini

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  • Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite

    La Toscana in Purezza: Un Viaggio tra i Vitigni Autoctoni Toscani di Podere Pellicciano

    Redazione – Carol Agostini

    Storia di una casa di campagna che diventa una prospettiva di vita

    Nel 2003, Concetta e Gerardo Caputo decisero di acquistare una casa in campagna per ospitare gli amici sportivi dei loro figli. Fabio e Federico erano impegnati a livello agonistico nel ciclismo, mentre la figlia Martina si dedicava agli studi. La scelta ricadde su un “Podere” che faceva parte dei Poderi storici della Famiglia Migliorati, una delle ultime famiglie nobili di San Miniato. La proprietà produceva già vino, olio e cereali, ma inizialmente nessuno pensava che potesse diventare il futuro della famiglia.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini, Federico Caputo
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini, Federico Caputo

    Con il tempo, Concetta iniziò a vedere nuove prospettive per la proprietà e a pensare di trasformarla in una vera e propria azienda. La sua determinazione e amore per il luogo portarono tutta la famiglia a credere nel progetto. Nel 2008, Federico iniziò a studiare Enologia e Agraria all’Università di Pisa, e la passione per la viticoltura si consolidò. La vigna passò da 2,5 ettari a 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, circa 800 piante.

    Il primo passo fu lo studio dei vigneti e del patrimonio ampelografico presente. Si scoprì che nella proprietà erano coltivati solo vitigni autoctoni: malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana. Dopo le selezioni massali e su suggerimento dei vecchi contadini, si decise di vinificare in purezza, delineando la strada della produzione dei monovarietali o “purezze”.

    Negli anni successivi, i vigneti furono ampliati e ristrutturati. Nel 2019, furono acquisite le vigne di Bucciano, tutte a sangiovese, situate tra i 170 e i 280 metri sul livello del mare. Nel 2015, fu piantato il vermentino, e nel 2020, l’ultimo impianto vide la presenza di alcune piante di grenache, ritrovate in un vigneto abbandonato acquistato nel 2016.

    Fabio Caputo, articolo: Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Fabio Caputo, articolo: Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

    Fabio, dal 2014, si occupa del commerciale e dei rapporti con i clienti, mentre Federico gestisce la parte produttiva. Martina, dopo aver completato gli studi di legge, offre supporto alla famiglia quando necessario.

    La proprietà si estende su suoli prevalentemente argillosi, con una superficie tufacea, caratteristici del territorio di San Miniato, noto per il pregiato Tartufo Bianco. Il clima fresco e gli sbalzi termici tra giorno e notte favoriscono la viticoltura. I vigneti, con una densità di circa 5000/6000 piante per ettaro, sono allevati principalmente a Guyot monolaterale. L’azienda è certificata Biologica dal 2019.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

    DA LEGGERE ANCHE: https://www.papillae.it/podere-pellicciano-vini-valore-san-miniato/

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, Fabio Caputo e lineup degustata durante il press-tour organizzato da Claudia Marinelli
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, Fabio Caputo e lineup degustata durante il press-tour organizzato da Claudia Marinelli

    La produzione annuale è di circa 50.000 bottiglie, suddivise in dieci etichette:

    Family: Biondo (vermentino), Cimba (rosato di sangiovese, canaiolo e malvasia) e Tricche (stesso uvaggio del rosato). I nomi rappresentano i soprannomi dei figli dati da Gerardo.
    Monovarietali: Egola (malvasia nera), Buccianello (colorino) e Fonte Vivo (trebbiano 100%).
    Tradizione: Chianti, In Fermento (rosato di sangiovese, rifermentato in bottiglia) e Griso (Vin Santo del Chianti DOCG Occhio di Pernice).
    Prato della Rocca: L’ultimo nato in azienda, rappresenta l’azienda nella sua completezza con un blend di malvasia nera, sangiovese, colorino e canaiolo.

    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, casa, vigne, famiglia, ultra vite, foto di Carol Agostini

    Una curiosità riguarda il logo dell’azienda, che rappresenta un colino di bronzo etrusco usato per filtrare il vino, ritrovato negli scavi etruschi a San Genesio, l’antica Fonte Vivo.

    Questo viaggio tra i vitigni autoctoni toscani rappresenta non solo un’esperienza enogastronomica unica, ma anche una storia di passione e dedizione familiare che ha trasformato una casa di campagna in una realtà vitivinicola di successo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

    Riferimenti del press-tour: DarWine&Food di Claudia Marinelli  eventi@darwineandfood.com

  • Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato

    Scoprire San Miniato Attraverso i Vini di Podere Pellicciano: un viaggio enogastronomico tra tradizione, cultura e bellezze paesaggistiche

    Di Carol Agostini

    San Miniato, incastonata tra le colline toscane, è una città che incanta con la sua ricca storia, le tradizioni secolari e una cultura enogastronomica senza pari. Al centro di questo microcosmo, Podere Pellicciano si erge come simbolo della dedizione al territorio e alla qualità, producendo vini che sono veri e propri ambasciatori dei vitigni autoctoni locali.

    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano 2024, vini di valore di San Miniato, foto di Carol Agostini

    Podere Pellicciano: L’anima del vino toscano

    La storia di Podere Pellicciano inizia nel 2003, quando Concetta e Gerardo Caputo acquistarono una casa di campagna con l’idea di creare uno spazio conviviale per la famiglia e gli amici. Da questa semplice iniziativa, è nata un’azienda vitivinicola che oggi si estende su 8,5 ettari di vigneto e 2,5 di oliveti, con una produzione annua di circa 50.000 bottiglie. I vitigni autoctoni coltivati includono malvasia nera, sangiovese, colorino, malvasia bianca, trebbiano e colombana, riflettendo la ricchezza del patrimonio ampelografico toscano.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Il legame con il territorio

    San Miniato è famosa per il Tartufo Bianco, considerato uno dei migliori al mondo. I suoli argillosi e tufacei della zona, ideali per la viticoltura, contribuiscono anche alla crescita di questo prezioso tubero. Ogni autunno, la città ospita la Sagra del Tartufo Bianco, un evento che attira appassionati da ogni dove e offre l’opportunità di degustare piatti tradizionali a base di tartufo, come le tagliatelle al tartufo, uova al tegamino con tartufo e carpaccio di manzo al tartufo.

    Un’esperienza turistica completa

    Oltre alla straordinaria esperienza enogastronomica offerta da Podere Pellicciano, San Miniato vanta numerose attrazioni storiche e culturali. Il Duomo di San Miniato, con il suo splendido campanile detto “La Torre di Matilde”, e la Rocca di Federico II, che offre una vista panoramica mozzafiato sulla Val d’Elsa, sono tappe imperdibili. Il Museo Diocesano d’Arte Sacra custodisce una ricca collezione di opere d’arte religiosa, mentre la Chiesa di San Domenico e il Convento di San Francesco raccontano storie di fede e arte.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Tradizioni e feste in un territorio unico

    San Miniato è un luogo dove le tradizioni sono ancora vive. Oltre alla Sagra del Tartufo, altre feste importanti includono la Festa del Grillo, che celebra la primavera, e la Festa di San Genesio, patrono della città. Durante queste feste, i visitatori possono immergersi nelle tradizioni locali, assaporare piatti tipici e partecipare a eventi folkloristici.

    Piatti tipici e ingredienti locali

    La cucina di questa cittadina è una celebrazione dei sapori toscani. Oltre ai piatti a base di tartufo, il cinghiale in umido, la ribollita, una zuppa di verdure e pane raffermo, e la pappa al pomodoro, sono piatti che raccontano la storia e la cultura del luogo. Ingredienti come l’olio extravergine di oliva, i salumi toscani e i formaggi locali, completano l’offerta gastronomica.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto di Carol Agostini

    Un viaggio da vivere attraverso le degustazioni in cantina di Podere Pellicciano

    Un viaggio in questa zona è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. La visita a Podere Pellicciano, con le sue degustazioni di vini autoctoni, offre un tuffo nella viticoltura toscana, mentre le bellezze storiche e naturali della città arricchiscono il soggiorno di cultura e meraviglia. Assaporare i piatti tipici in una trattoria locale, partecipare a una delle numerose feste e passeggiare tra le colline toscane, rende San Miniato una meta ideale per chi cerca autenticità e tradizione.

    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet
    Podere Pellicciano e alcune vigne della cantina, foto da internet

    Questo podere non è solo un’azienda vitivinicola, ma un punto di partenza per scoprire e vivere la vera essenza di San Miniato, un luogo dove la storia, la cultura e la gastronomia si intrecciano in un’esperienza indimenticabile.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito cantina: https://poderepellicciano.it/

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    Riferimenti del press-tour: DarWine&Food di Claudia Marinelli  eventi@darwineandfood.com

    Riferimenti: https://www.terredipisa.it/

  • Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024

    La Tuscia e il suo splendido territorio attraverso l’olio Traldi

    Di Carol Agostini – Degustazione di Rosaria Benedetti

    L’Oleificio Traldi, situato nel cuore della Tuscia, è un simbolo della tradizione olearia di un territorio ricco di storia, cultura e sapori autentici. La Tuscia, regione che si estende tra Lazio, Umbria e Toscana, offre un paesaggio collinare unico, ideale per la coltivazione dell’olivo grazie al suo clima mite e terreno fertile.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito, Resort dell'Oleificio Traldi
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito, Resort dell’Oleificio Traldi

    Territorio, Storia e Tradizione

    La Terra della Tuscia

    La Tuscia, conosciuta anche come Etruria, è una terra che affonda le sue radici nella storia antica. Qui, gli Etruschi, e successivamente i Romani, hanno lasciato un’eredità culturale e agricola straordinaria. Il territorio è caratterizzato da borghi medievali, necropoli etrusche e paesaggi rurali che sembrano dipinti. La posizione geografica della Tuscia, con il suo mix di influenze climatiche marittime e continentali, crea condizioni ideali per la produzione di olio di oliva di altissima qualità.

    Prodotti Tipici e Tradizioni Gastronomiche

    La gastronomia della Tuscia è un viaggio attraverso sapori autentici e ricette tramandate di generazione in generazione. Tra i piatti tipici della regione spiccano la zuppa di legumi, i pici all’aglione e la celebre acquacotta, una zuppa di verdure e pane raffermo arricchita con l’olio extravergine d’oliva locale.

    Una ricetta tradizionale che esalta l’olio dell’Oleificio citato è la bruschetta con olio novello: pane casareccio tostato, strofinato con aglio e condito con olio appena franto, un vero e proprio inno alla semplicità e alla bontà dei prodotti locali.

    Personaggi Storici e Culturali della Tuscia

    La Tuscia ha dato i natali a numerosi personaggi illustri. Tra questi spicca la figura di Fra’ Giovanni da Pian del Carpine, uno dei primi esploratori europei a raggiungere la Mongolia nel XIII secolo. Inoltre, il territorio è stato una fonte d’ispirazione per artisti come il pittore rinascimentale Benozzo Gozzoli, le cui opere adornano diverse chiese della regione.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito,
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito

    L’Oleificio Traldi: Tradizione e Innovazione

    Si distingue per l’eccellenza dei suoi prodotti, ottenuti da olive coltivate con cura e passione. Le varietà di olive tipiche della Tuscia includono il Canino, il Frantoio e il Leccino, ognuna con caratteristiche organolettiche uniche. L’olio extravergine d’oliva prodotto da queste varietà si contraddistingue per il suo gusto fruttato, con note di erba fresca e carciofo, e per la sua bassissima acidità, segno di qualità superiore.

    Valorizza i frutti della terra con una visione anticonformista e una cura quotidiana. Le scelte dell’azienda mirano a creare capolavori dedicati a chi apprezza la bellezza pura della natura, offrendo un gusto autentico nell’olio extra vergine di oliva.

    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito
    Oleificio Traldi: Piacere della Tuscia in Ogni Goccia 2024, foto da sito

    La Storia dell’Azienda

    Nel 1960, Angelo Traldi, in controtendenza rispetto all’industrializzazione, acquistò una tenuta agricola a Vetralla, nella rigogliosa Tuscia. Oggi, la figlia Elisabetta Traldi e la nipote Francesca Boni portano avanti questa visione con dedizione, creando esperienze sensoriali uniche.

    L’Evoluzione dell’Oleificio Traldi

    • 1960: Nasce l’Azienda Agricola con l’acquisto della tenuta a Vetralla.
    • 1988: Elisabetta Traldi affianca il padre nella gestione, espandendo le relazioni con il mercato romano.
    • 2014: Francesca Boni lancia il marchio Olio Traldi.
    • 2015: Debuttano i primi oli con il marchio in questione: Eximius, Elektia e Athos, premiati a livello nazionale e internazionale.
    • 2016: Apre il Resort Traldi Agriwellness, arricchendo l’esperienza con il benessere degli oliveti.
    • 2019: l’Olio riceve il premio Flos Olei per il miglior olio fruttato intenso.
    • 2020: L’immagine dell’olio viene rinnovata con etichette artistiche e creative.
    • 2023: Il Resort Traldi Agriwellness inaugura il ristorante EaT, dedicato alla valorizzazione dell’Olio Traldi e della buona cucina.

    L’Azienda Agricola

    L’azienda si estende per 150 ettari sulle colline di Vetralla, con 5.550 olivi di varietà tipiche del Centro Italia, inclusa la Caninese. Recentemente, sono state aggiunte 1.200 piante di cultivar dal Sud Italia per oli più delicati. L’oliveto si alterna a campi seminativi e frutteti che producono pere, mele, ciliegie, e molti altri frutti.

    Produzione e Qualità

    Si distingue per un profilo sensoriale eccezionale, frutto di studio e cura costante. Le olive sono raccolte nelle prime ore del mattino e portate in frantoio entro 4 ore per minimizzare i processi ossidativi. L’olio è conservato in contenitori saturi di ozono e imbottigliato solo al momento dell’ordine, garantendo freschezza e qualità.

    Con le sue scelte visionarie e anticonformiste, l’Oleificio Traldi crea autentici capolavori sensoriali, mantenendo vivo l’amore per la natura e la tradizione.

    L’Oleificio Traldi non è solo un produttore di olio d’oliva, ma un custode della tradizione e della cultura della Tuscia. Ogni bottiglia racchiude il sapore di una terra antica e generosa, portando sulla tavola dei consumatori un pezzo di storia e di natura. La sinergia tra tradizione e innovazione rende l’Oleificio Traldi un esempio brillante di come l’eccellenza locale possa competere su scala globale, mantenendo intatta l’autenticità dei suoi prodotti.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco

    CANTINA DIVINJA dal 2008

    La tradizione della famiglia Barbanti e il Lambrusco come si faceva una volta

    di Rosaria Benedetti

    La Cantina Divinja è una Azienda situata alle porte di Sorbara, in provincia di Modena, gestita fin dai primi del 1900 dalla famiglia Barbanti. Dei ca 6 ettari di proprietà, ben 5 erano, prima degli anni 2000, vocati a frutteto con l’immancabile, per la zona, coltivazione delle pere. All’unico ettaro restante erano destinati alcuni vigneti rigorosamente con sistema “semibelucci”, per l’allevamento di varietà storiche come l’uva d’oro e naturalmente il lambrusco di Sorbara.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito

    Negli anni 2000 la diffusione drammatica del “colpo di fuoco batterico” ha costretto la famiglia a estirpare completamente il frutteto sostituendolo definitivamente con un moderno impianto a spalliera dedicato in via definitiva al lambrusco di Sorbara.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, logo da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, logo da sito

    Porta la data dell’8 dic. 2008, la conversione dell’azienda agricola in cantina vitivinicola, un primo passo verso progetti futuri purtroppo interrotti nel 2012 dal grave sisma che ha colpito la regione e nel 2014 dall’alluvione del Secchia. La conseguente ricostruzione ha dato origine alla nuova efficiente cantina tecnologica dove ha attualmente sede l’Azienda.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto da sito

    Vi operano Denis Barbanti coadiuvato dalla consulenza dell’enologo Enzo Mattarei. I vini vengono prodotti oggi ancora nei poderi a Sorbara di Bomporto in provincia di Modena secondo la tradizionale alternanza delle due varietà nel vigneto che per favorire l’impollinazione, deve essere rigorosamente composto come da disciplinare: Lambrusco di Sorbara 60% e salamino 40%. Si lavora secondo il sistema di lotta integrata, solo con prodotti naturali e lieviti selezionati.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, Denis Barbanti, foto da sito
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, Denis Barbanti, foto da sito

    Quattro dei vini prodotti sono lavorati dal mosto, con metodo tradizionale, come si faceva una volta; una tipologia di lavorazione che richiede tempo e una lunga refrigerazione delle celle.

    Tutti i vini rossi provengono da varietà esclusivamente in purezza. Oggi la Cantina Divinja con i suoi 6 ha di vigna ca, ne dedica 5 alla produzione del Lambrusco riservando il restante al pignoletto (su terreni di limo e sabbia) e a una ridottissima produzione di merlot, per una media di ca. 60.000 bottiglie l’anno. Delle 10 etichette, escludendo il merlot, ben sette sono dedicate al lambrusco (di cui una al salamino) e tre ai bianchi.

    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto dell'autrice dei vini degustati
    Cantina Divinja dal 2008, un viaggio speciale nel Lambrusco, foto dell’autrice dei vini degustati

    IN DEGUSTAZIONE:

    UNICO – Lambrusco di Sorbara DOC Brut 2023 – lambrusco di sorbara 100%

    Presa di spuma in autoclave prolungata per 90 giorni. Colore rosso rubino, illuminato da un perlage fitto e persistente con una brillante vena rosata. Decisamente fragrante al naso con tracce di viola e sentori fruttati di ciliegia e fragola. Sorso fresco, di bell’ equilibrio con finale sapido e un ritorno delle note di piccoli frutti.

    IL MORRO – Lambrusco di Modena Doc Extra Dry 2023 – lambrusco salamino 100%

    Presa di spuma in autoclave per un minimo di 60 giorni. Rosso rubino deciso e intenso con spuma vivace e continua. I marcatori di frutta rossa scura, la mora e il lampone, si alternano a fugaci tocchi vegetali. Il vino è corposo, asciutto e quasi austero, con buon equilibrio gustativo e un finale delicatamente speziato.

    S. AMALIA – Pignoletto di Modena Brut 2023 – pignoletto 85% trebbiano 15% malvasia 5%4

    Metodo Charmat. Il colore giallo paglierino tenue, è solcato da un finissimo perlage. Il bouquet rilascia note floreali eleganti e fresche. In bocca il sorso è vivace, piacevolmente acidulo e croccante. Il finale agrumato richiama i sentori della primavera.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/piwi-sara-una-rivoluzione-di-rosaria-benedetti/

    **********************

    Per saperne di più:

    SEMIBELUCCI: termine dialettale utilizzato in Emilia-Romagna, in particolare nella zona di Modena, per indicare un tradizionale metodo di coltivazione del vitigno lambrusco che consiste nel tirare i tralci altissimi da un filare all’altro creando un affascinante effetto a scacchiera.

    LAMBRUSCO DI SORBARA: vitigno autoctono di antiche origini, che deriva dall’addomesticamento di viti selvatiche, la Vitis Labrusca, detta anche “uzelina” o “oselina, viti che crescevano spontaneamente al limitare dei boschi e venivano depredate dagli uccelli. Sua caratteristica peculiare è l’acinellatura: solo alcuni acini sul grappolo arrivano a maturazione, mentre i restanti rimangono del diametro di pochi millimetri. Il fenomeno è dovuto ad una anomalia floreale e provoca una sensibile perdita di prodotto nonché una concentrazione di acidi superiore alla media.

    L’antico metodo dei “semibelucci” è oggi ampiamente sostituito dal guyot ma permane rigidamente sancito dal disciplinare l’obbligo per la denominazione di alternare nel vigneto le due varietà salamino e sorbara con un rapporto da due a uno: durante la fase di fioritura, il polline del Salamino feconda i fiori del Sorbara, assicurando così la produzione. La zona classica e storicamente più vocata in provincia di Modena si trova compresa tra i fiumi Panaro e Secchia.

    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola
    Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

    https://www.cantinadivinja.com

    https://enotecaemiliaromagna.it

    https://lambrusco.net

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  • I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I Magnifici 16

    Di Adriano Guerri

    Martedì 16 aprile, durante la 56° edizione di Vinitaly ho partecipato ad una degustazione guidata dei vini delle Marche, magistralmente condotta dall’esperta Wine Educator Cristina Mercuri. Avvenuta in Sala Raffaello,all’interno del Padiglione Marche. Le Marche sono una splendida regione e tutta da scoprire soprattutto per quanto riguarda l’enoturismo, ho sottolineato il Presidente di IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini) Michele Bernetti. Concordo pienamente con il presidente, durante le mie visite in alcuni areali della regione, ho scoperto e visitato alcuni suggestivi e medievali borghi di rara bellezza con panorami mozzafiato. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini, alcuni cenni sulle Marche vinicole.

    Cristina Mercuri in Sala Raffaello, foto dell'autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri
    Cristina Mercuri in Sala Raffaello, foto dell’autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    I magnifici 16 sono appunto 16 denominazioni, di cui 4 sono Docg e 12 sono Doc di questa stupenda regione tutelate da IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Le Docg sono : Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia di Serrapetrona. Le Doc, Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica.

    I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri, vini degustati, foto dell'autore
    I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri, vini degustati, foto dell’autore

    Un territorio piuttosto variegato contraddistinto dal 70% di rilievi collinari ed il 30% montuosi. Il clima è di carattere mediterraneo lungo la fascia costiera verso sud e più continentale nell’entroterra verso nord. Le escursioni termiche tra le ore diurne e notturne sono notevoli ovunque. Le condizioni pedoclimatiche sono propizie per l’allevamento della vite nell’intero territorio collinare. I vitigni che affondano le radici sono sia autoctoni sia alloctoni, per quanto riguarda le varietà a bacca bianca è il Verdicchio il più diffuso, ma anche Pecorino, Passerina, Trebbiano, Malvasia e Biancame, tra quelli a bacca nera, Montepulciano, Sangiovese, Vernaccia Nera e Lacrima.

    Al tavolo di degustazione, foto dell'autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell'esperta Cristina Mercuri
    Al tavolo di degustazione, foto dell’autore, articolo: I Magnifici 16 delle Marche dell’esperta Cristina Mercuri

    Sedici le Denominazioni, 12 i vini degustati:

    1) Garofanata Marche Igt Bianco 2022 Terracruda – Giallo paglierino con sfumature dorate, rivela note di fiori di campo, agrumi e spezie, piacevole spalla fresca e altrettanto la vena sapida, coerente e persistente.
    Sito di riferimento: www.terracruda.it

    2) Ribona ‘D’ Colli Maceratesi Doc 2022 Saputi – Giallo paglierino luminoso, emana note di fiori di camomilla, pesca, albicocca e frutta esotica, sorso vibrante e saporito, lungo e duraturo.
    Sito di riferimento: www.saputi.it

    3) Il Famoso Grottino 2022 Marche Bianco Igt Bruscia – Giallo paglierino, al naso arrivano note di rosa bianca, litchi, maracuja e pepe bianco, palato coerente e saporito, il sorso rimane in bocca a lungo.
    Sito di riferimento: www.brusciavini.it

    4) Bellantonio Marche Igt 2021 Tenuta Santi Giacomo e Filippo – Incrocio Bruni 54 – Giallo paglierino tenue, rimanda sentori di fiori di campo, mela verde, susina e lime, gusto fresco e ben equilibrato, armonioso e lungo.
    Sito di riferimento: www.tenutasantigiacomoefilippo.it

    5) Chiaraluce Bianchello del Metauro Doc Superiore 2021 Crespaia – Giallo paglierino brillante, sprigiona note di albicocca, pesca e zagara, palato delicato e leggiadro.
    Sito di riferimento: www.crespaia.it

    6) Fiori Pergola Doc Aleatico Rosato 2023 Fattoria Villa Ligi – Rosa tenue, dipana note di fragolina di bosco, ribes e rosa canina, sorso accattivante e persistente
    Sito di riferimento: www.villaligi.it

    7) Guardengo Lacrima di Morro d’Alba Superiore Guardengo 2022 Lucchetti – Rosso rubino con riflessi carminio, con note di amarena, ribes, tamarindo e pepe nero, palato carezzevole, pieno, appagante e durevole.
    Sito di riferimento: mariolucchetti.it

    8) Focara Rive Colli Pesaresi Doc 2021 Fattoria Mancini – Di un bel rubino trasparente, palesa sentori di frutti di bosco, melagrana e spezie dolci, palato avvolgente, aggraziato e persistente.
    Sito di riferimento: www.fattoriamancini.com

    9) Collequanto Serrapetrona Doc 2018 Terre di Serrapetrona – Rosso rubino profondo con sfumature granata, emergono sentori di pot-pourri floreale, prugna, amarena, polvere di cacao e pepe, al gusto è rotondo e di buona corrispondenza gusto-olfattiva
    Sito di riferimento: www.terrediserrapetrona.it

    10) Il Cacciatore di Sogni 2022 Rosso Conero Doc La Calcinara – Montepulciano 100% – Rosso rubino intenso, naso intenso di prugna, marasca, sottobosco e bacche di ginepro, attacco tannico poderoso ma setoso, avvolgente e persistente.
    Sito di riferimento: www.lacalcinara.it

    11) Sassi Neri Conero Riserva Docg 2020 Fattoria Le Terrazze – Montepulciano 100% – Rosso rubino profondo con riflessi granata, libera sentori di frutti di bosco maturi, spezie orientali e balsamiche, al palato è deciso e preciso, armonico e lungo.
    Sito di riferimento: wwwfattorialeterrazze.it

    12) Luigi Fiorini Colli Pesaresi Riserva Doc 2019 Fiorini – Sangiovese 100% – Rosso rubino trasparente, si percepiscono note di violetta, ciliegia, ribes, mora e tabacco, al palato è fine, generoso ed armonioso.
    Sito di riferimento: wwwfioriniwines.it

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Sito: https://imtdoc.it/

    Sito Blog autore: https://cloudwine9.com/ 

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/

    https://www.foodandwineangels.com/

  • Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa: Un’Esplorazione Multidimensionale

    Di Carol Agostini

    Nel vasto panorama delle esperienze sensoriali umane, la memoria gustativa occupa un posto unico e affascinante. È un viaggio attraverso i ricordi, le culture, i sensi e i misteri del nostro corpo e della nostra mente. Attraverso le lenti della storia, della cultura, della psicologia e persino della chimica, possiamo esplorare la ricchezza e la complessità di questa meravigliosa facoltà umana.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet

    Radici Storiche e Culturali:

    Le radici della memoria gustativa affondano profondamente nella storia e nella cultura umana. Fin dai tempi antichi, l’essere umano ha attribuito grande importanza alla cucina e al cibo. Le prime civiltà hanno sviluppato complesse tradizioni culinarie, trasmettendo conoscenze e sapori di generazione in generazione. Le spezie della Via della Seta, i piatti elaborati delle corti reali europee e le ricette tradizionali delle comunità indigene sono solo alcune delle testimonianze della ricchezza culturale legata al cibo.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto da internet

    Il Ruolo dei Sensi e del Corpo:

    La memoria gustativa coinvolge più di un senso. Oltre al gusto, il nostro olfatto, la vista e persino il tatto contribuiscono a plasmare le nostre esperienze gustative. I ricordi legati al cibo spesso evocano immagini vivide, odori distinti e sensazioni tattili. Il corpo stesso gioca un ruolo cruciale nella memoria gustativa. Le papille gustative sulla lingua e nel palato, insieme alle ghiandole salivari, svolgono un ruolo fondamentale nel percepire e nel ricordare i sapori.

    La Psicologia dietro i Ricordi Gustativi:

    La psicologia della memoria gustativa è un campo affascinante e complesso. I ricordi legati al cibo sono spesso potenti trigger emotivi. Un profumo o un sapore familiare possono scatenare un’onda di nostalgia o gioia. Questo fenomeno è conosciuto come “proustiano“, in onore dello scrittore francese Marcel Proust, che ha descritto la potenza dei ricordi gustativi nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”.

    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto di Carol Agostini
    Il Viaggio Sensoriale della Memoria Gustativa 2024, foto di Carol Agostini

    Il Linguaggio Chimico del Gusto:

    A livello chimico, la memoria gustativa è sorprendentemente intricata. I recettori gustativi presenti sulle papille gustative rilevano una vasta gamma di molecole chimiche, ognuna delle quali produce una sensazione gustativa unica. Ad esempio, le molecole di zucchero attivano i recettori del gusto dolce, mentre quelle del sale stimolano i recettori del gusto salato. Questa complessa interazione chimica tra le molecole alimentari e i recettori gustativi contribuisce alla formazione dei ricordi gustativi nel cervello.

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    Un’Esperienza Multisensoriale:

    La memoria gustativa è intrinsecamente legata a una vasta gamma di esperienze sensoriali. I ricordi gustativi spesso evocano immagini, suoni, odori e sensazioni tattili associate a esperienze passate. Ad esempio, il ricordo di un gelato al gusto di fragola potrebbe riportare alla mente il suono di una gelateria affollata, l’odore dolce delle fragole mature e la sensazione fresca e cremosa sulla lingua.

    Il Viaggio Sensoriale "nascosto" della Memoria Gustativa 2024
    Il Viaggio Sensoriale “nascosto” della Memoria Gustativa 2024

    L’Importanza Culturale e Sociale:

    Oltre a essere un fenomeno personale, la memoria gustativa ha anche un’importanza culturale e sociale significativa. Il cibo e le tradizioni culinarie sono spesso al centro delle celebrazioni culturali e delle interazioni sociali. I pasti condivisi con amici e familiari, le ricette tramandate di generazione in generazione e le festività culinarie sono tutti legati alla memoria gustativa e alla condivisione di esperienze sensoriali.

    E’ molto più di una semplice funzione sensoriale. È un viaggio multidimensionale attraverso la storia, la cultura, i sensi e la psicologia umana. Attraverso i ricordi legati al cibo, possiamo esplorare il nostro passato, connetterci con le nostre radici culturali e apprezzare la complessità e la bellezza delle esperienze sensoriali umane.

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    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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