Autore: Carol Agostini

  • Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni

    Di Carol Agostini

    La Val D’Orcia, una delle perle della Toscana, è stata inserita nella prestigiosa World Heritage List nel 2004, grazie al suo paesaggio incantevole che si estende intorno all’entroterra di Siena. Qui, arte e natura si fondono in un connubio magico, testimoniato dai borghi rinascimentali disseminati nella regione. È un luogo che invita alla scoperta e alla contemplazione, dove ogni angolo cela una storia da raccontare.

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D'Orcia del 2024, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    Nonostante il clima invernale possa far pensare che non sia il momento ideale per una passeggiata tra i vigneti, molti sono coloro che credono che non esista momento migliore per avventurarsi nella bellezza della Val D’Orcia. E così, durante la programmazione delle giornate dedicate al “Benvenuto Brunello” a Montalcino, molti hanno deciso di concedersi una visita alla Cantina Marco Capitoni, situata proprio nel cuore di questa regione incantevole.

    BENVENUTO BRUNELLO

    LECCIO D’ORO

    Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino assegna ogni anno un premio denominato LECCIO D’ORO.
    Il premio si divide in due sezioni: Sezione Ristoranti (Italia e Estero), Sezione Enoteche (Italia e Estero).

    I premi vengono assegnati ai locali che hanno la Carta dei Vini, ovvero il listino, con una gamma ampia e rappresentativa di vino BRUNELLO DI MONTALCINO e degli altri vini di Montalcino, in relazione sia alle diverse annate che al numero di etichette di aziende produttrici

    I PRODUTTORI

    Una varietà incredibile di cantine in una piccola porzione di territorio, questa è Montalcino. Storie da raccontare, esperienze da condividere e interpretazioni uniche del Brunello di Montalcino e della denominazione.

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    L’accoglienza presso l’Azienda Capitoni è calorosa e genuina, proprio come il sorriso di Marco Capitoni e la moglie Antonella, il cui entusiasmo sembra illuminare la giornata più cupa. Circondati dai vigneti che brillano ancora dei colori dell’autunno, ci si sente immediatamente avvolti da un senso di tranquillità e benessere, tipico della campagna toscana, anche in una giornata uggiosa, tra rari spiragli di sole e pioggia, creando dei meravigliosi arcobaleni.

    Decidiamo di seguire il consiglio di Marco e ci concediamo una degustazione dei suoi vini nel casolare. Qui, nella frescura della cantina, ci immergiamo in un viaggio sensoriale alla scoperta dei vini di Marco Capitoni.

    Marco Capitoni e le emozioni in Val D'Orcia del 2024, le vigne di Marco, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Marco Capitoni e le emozioni in Val D’Orcia del 2024, le vigne di Marco, foto di Cristina Santini e Carol Agostini

    Tra i vini proposti, spiccano il Troccolone Orcia Sangiovese DOC, il Capitoni Orcia Riserva DOC e il Frasi Orcia DOC Sangiovese Riserva. Ogni nome racchiude una storia unica, come quella del Troccolone, che prende il nome da un personaggio del mondo agricolo della Val D’Orcia e rappresenta un omaggio alla tradizione e alla storia di questa terra.

    La nostra visita prosegue con un pranzo d’eccezione e  con una passeggiata tra i vigneti, dove possiamo toccare con mano la terra sabbiosa e limosa, ricca di fossili e conchiglie, che conferisce ai vini di Marco quel carattere unico e inconfondibile.

    Ma la vera magia di questa esperienza risiede nella generosità e nella passione di Marco, un vignaiolo che ascolta la sua terra, cura le sue viti e trasmette il suo sapere con un rispetto profondo per la tradizione e la storia della Val D’Orcia.

    Perché la Val D’Orcia è molto più di un semplice paesaggio: è un luogo dove il tempo sembra fermarsi e dove ogni sorso di vino racconta una storia millenaria.

    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
    Un Viaggio nella Val D’Orcia: Alla Scoperta della Cantina Marco Capitoni, foto di Cristina Santini e Carol Agostini
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  • Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024

    Una lunga storia e una reputazione illustre: il Brunello di Montalcino della Tenuta Poggio Degli Ulivi

    Di Cristina Santini

     

    Partiamo da molto lontano, dagli albori dove ogni periodo ha contribuito a foggiare il presente e a gettare le basi per il futuro. Così è il racconto della Tenuta Poggio degli Ulivi.

     

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, la cantina, foto dell'autrice
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, la cantina, foto dell’autrice

    La storia della Tenuta di Sesta, nata dall’unione delle famiglie Ciacci di Montalcino e Tarugi di Montepulciano, rappresenta un affascinante intreccio di secoli di tradizioni, divisioni ereditarie e fusioni che hanno plasmato un ricco patrimonio culturale, storico e agricolo.
    La nascita della Tenuta Poggio degli Ulivi è il risultato di questo lungo percorso di evoluzione e di intrecci familiari che hanno plasmato la sua identità unica.

    Affonda le sue radici nel Regno longobardo e nei territori della diocesi, fino ad arrivare al potente Abate di Sant’Antimo che, per concessione di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, acquisì il possesso del territorio di Sesta. Con l’espansione della Repubblica di Siena e la decadenza dell’Abbazia di Sant’Antimo nel 1492, ad opera del Pontefice Pio II, la tenuta si evolse e si integrò nella nuova Diocesi di Montalcino, tracciando così un percorso storico ricco di cambiamenti e trasformazioni.

    Nel periodo dell’espansionismo senese, la proprietà divenne possesso dell’antica e nobile Famiglia dei Tolomei, divenuti ricchissimi mercanti, con legami alla dinastia tolemaica dell’antico Egitto.
    A metà Ottocento, i 1700 ettari appartenuti ai beni ecclesiastici passarono nelle mani dei fratelli Felice e Giovanni Ciacci che si dedicarono con impegno alla coltivazione di cereali, oliveti, vigneti e all’allevamento del bestiame, contribuendo allo sviluppo della tenuta con il loro lavoro e la loro passione per l’agricoltura e la terra.

    Alla scomparsa di Giovanni Ciacci, nel 1965, prende le redini Elisa Ciacci Bellocci, nota come Lisetta, una figura di spicco nel campo dell’agricoltura, un settore tradizionalmente dominato dagli uomini. Il suo ruolo nell’assumere la guida della fattoria e promuovere l’emancipazione femminile in questo ambito segna un punto di svolta importante nella lotta per la parità di genere in tali settori lavorativi.
    Sono gli anni della ripresa dal sistema mezzadrile ed il Brunello di Montalcino, divenuto una Doc nel 1966, comincia a divenire qualcosa di importante fino ad ottenere la Docg nel 1980 raggiungendo anche una regolamentazione più nitida e seria.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto da sito dei vigneti
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice dei vigneti

    Negli anni ‘90 Lisetta cede il testimone alla figlia, la professoressa Nicla Bellocci Secchi Tarugi, attuale titolare dell’Azienda, affiancata nella gestione dalla terza generazione, le figlie Lucia ed Elena e dai rispettivi mariti, Mario Valgimigli e Paolo Ancilli.

    In passato, l’olio aveva un grande valore, più del vino. Quando la grande fattoria di Sesta fu divisa, questa parte dell’azienda fu chiamata “Poggio degli Ulivi” per le oltre duemila piante ultracentenarie dominanti le colline circostanti.
    Oggi giorno, si continua a produrre olio, per ora solo per un consumo familiare con l’intento in un prossimo futuro di una crescita aziendale che porterà alla realizzazione in grande scala di un prodotto di alta qualità.

    Ai nostri giorni, l’Azienda di famiglia, a conduzione femminile, dispone di 90 ettari di terreno, di cui 6 allevati esclusivamente a Sangiovese grosso e sono seguiti dagli enologi Paolo e Jacopo Vagaggini. Le vigne hanno un’età media di 40 anni, alcune 60.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice dei vigneti
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice dei vigneti

    Posizionata al centro di un’area sede di insediamenti arcaici risalenti al periodo etrusco e romano, sul versante esposto a sud, di fronte al Monte Amiata, antico vulcano spento alto 1738 metri, la Tenuta è su terreni antichi e particolarmente vocati che degradano fino al fiume Orcia. Sono di diversa composizione e altitudine, formati dalla disgregazione di rocce, soprattutto galestro e alberese, argilla frammista al tufo, ricchi di scheletro e ciottoli di fiume nella parte finale.
    I vigneti, situati in un magnifico enclave, sono riparati dai venti freddi del nord dal Poggio d’Arna e dalle perturbazioni provenienti dalla Siberia dal Monte Amiata, risentendo favorevolmente anche dell’influenza del mar Tirreno che dista solo 30 km in linea d’aria.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice dei vigneti
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice dei vigneti

    In vigna, dopo aver appurato la maturità delle uve a seguito degli assaggi da metà settembre, segue la raccolta rigorosamente manuale con un’accurata selezione solo dei migliori grappoli, una vendemmia particellare a fasce di vigoria, come da tradizione famigliare. Portate in cantina, le uve passano 48 h di macerazione a freddo. La vinificazione ha luogo in botti troncoconiche di rovere francese da 25 hl, è una fermentazione alcolica tumultuosa che dura circa una settimana, alla temperatura di 28 gradi senza aggiunta di lieviti selezionati ma solo di un piede pre fermentativo con frequenti rimontaggi e follature.

    A fine fermentazione, si effettua una lunga macerazione sulle bucce che varia dai 20 ai 45 giorni a seconda dell’annata, mentre l’affinamento avviene in botti da 25 hl di slavonia con permanenza sulle fecce fini per 36 mesi di invecchiamento minimo, con controllo degustativo, a cadenza mensile, e travaso al minimo accenno di riduzione.

    Ogni singola vigna, Levante, Spianate e Campo dei Ceci, viene vinificata separatamente e al termine del periodo di invecchiamento le masse vengono assemblate riposando ulteriormente almeno dodici mesi in bottiglia.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice dei vigneti
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice dei vigneti

    La prima vendemmia del 1975 segna un punto di partenza, e da allora molte cose sono migliorate. Le tecniche di coltivazione, la vinificazione e la selezione delle uve sono diventate più sofisticate, garantendo vini di alta qualità.
    Noi abbiamo assaggiato in una verticale di più annate, un Brunello vecchio stile, tradizionale, con un’immagine che onora l’antico popolo etrusco come elemento storico-culturale.

    Un vino studiato per gli amanti del Sangiovese, dalla bella spalla acida, dal tannino graffiante che rappresenta una nicchia dato il limitato numero di bottiglie che si attesta intorno alle 3500 all’anno e che lo rende ancora più esclusivo.
    E’ in progetto l’aumento della produzione, che comunque non può superare 30000, per coprire altri mercati che oggi sono rivolti verso Svizzera, Francia, Est Europa e Italia.

     Line up dei vini degustati, articolo: Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice dei vigneti
    Line up dei vini degustati, articolo: Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice

    2019: il suo colore rubino con riflessi granati ai bordi indica una maturità e una complessità interessanti. Il naso esplosivo con profumi di tabacco, humus, sottobosco, cioccolato e spunti balsamici prepara ad un’esperienza sensoriale avvincente che non delude. La freschezza e l’acidità al sorso sono segni di un vino ben bilanciato, la profondità e il ritorno persistente di frutta matura, di ciliegia sotto spirito, indicano una qualità superiore. Un vino pronto per essere gustato anche dopo pochi anni di riposo, lungo, avvolgente, emozionante, di grande bevibilità e longevità allo stesso tempo.
    (2018 e 2014 non sono state prodotte perché annate pessime).

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice

    2017: In questo calice vince il “naso identitario” con sentori predominanti di cuoio e una riduzione delle note di tabacco tipici di vini maturi che iniziano a mostrare un bouquet più complesso e sfumature evolute. L’ampia presenza di tannini, che asciugano il palato, palesa che il vino potrebbe ancora beneficiare di qualche anno in cantina per arrotondare ulteriormente la sua struttura e permettere all’acidità di integrarsi meglio con le altre componenti.

    La persistenza e la complessità aroma gustativa, con frutta rossa come ciliegia e lampone e cenni ematici, mostrano il suo grande carattere e lunga vita. Certamente, un vino che lascia un’impressione marcata e promette ulteriori evoluzioni con l’invecchiamento.

    2016: un vino ricco e avvolgente, con aromi intensi e profondi. Il legno si fonde armoniosamente con gli altri elementi, donando una nota di raffinatezza e di balsamicità. Sorso di struttura, elegante, avvolto da una sensazione di pienezza, di frutta più scura in confettura e un tannino morbido e vellutato.
    Il vino sembra essere un grande cavallo di battaglia, un vero e proprio protagonista, con una persistenza lunga e piacevole, e un tocco affumicato che aggiunge complessità.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice

    2016 Riserva: un passo in più per questo calice che mostra un colore rubino brillante con riflessi granati e una piacevole esperienza olfattiva data dall’intenso profumo erbaceo, fruttato maturo e dolce. La freschezza e l’acidità bilanciate nel sorso rendono questo vino straordinario. Il tannino marcato, ma ben integrato, insieme ai toni di cioccolata, liquirizia e frutto scuro come la prugna, lo rendono un vino polposo e carnoso. Chiusura su eleganti note di cuoio. Una standing ovation per questa riserva.
    Le riserve vengono fatte solo nelle annate eccellenti (le prossime saranno la 2019 e la 2020).

    2015: Olfatto chiuso nella sua intimità, la corteccia e il cioccolato scuro portano una sensazione terrosa e ricca, mentre il balsamico ed erbaceo aggiungono un tocco di freschezza. I fiori leggermente appassiti richiamano l’immagine di un pot pourri, con i loro profumi misti. Tuttavia, al palato, sembra che questa annata sia meno identitaria e più fredda, con un aumento anche del grado alcolico nel calice. Il carruba contribuisce a questa complessità, ma in modo più timido rispetto alle altre note. Inoltre, non raggiunge quella freschezza che ci si aspetta.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice

    2013: Un vino molto evoluto, con note di carruba, terroso, spezie marcate, china, nocciole e grafite. La sua freschezza è ancora evidente, con una spalla acida alta. Al palato, risulta ampio e persistente, e sembra avere ancora molto tempo davanti a sé. I fiori appassiti e le note di marmellata di frutta scura completano il quadro di questo calice intrigante. D’altronde è un frutto che riesce a nascondere bene il passar del tempo.

    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell'autrice
    Tenuta Poggio degli Ulivi, viaggio a Montalcino 2024, foto dell’autrice

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/lalto-adige-di-kettmeir-2023-cristina-santini/

    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola
    Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

    Siti partners articolo: https://www.foodandwineangels.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.papillae.it/

    Sito cantina: https://www.tenutapoggiodegliulivi.it/

  • ViniAmo sabato 11 maggio 2024 vi aspetta per degustare

    ViniAmo sabato 11 maggio 2024 vi aspetta per degustare

    ViniAmo, Sabato 11 maggio a Roma, 70 cantine, oltre 250 etichette e stand gastronomici

    Redazione Carol Agostini

    Informazioni generali

    Dalle ore 11 fino alle ore 14.30 riservato a giornalisti, comunicatori, ristoratori, distributori, agenti ed enotecari, Dalle ore 14 fino alle ore 21 apertura anche al pubblico

    Hotel Cristoforo Colombo Via Cristoforo Colombo 710

    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende
    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende

    Manca poco alla II edizione di ViniAmo, kermesse che sabato 11 maggio porterà nella Capitale 70 cantine italiane – e non solo – e stand gastronomici con prelibatezze nazionali.

    Negli ampi e luminosi spazi dell’Hotel Cristoforo Colombo a Roma, zona Eur, si riuniranno 70 produttori dal nord al sud dello Stivale che porteranno in assaggio oltre 250 etichette, offrendo così un quadro ampio e variegato della produzione vinicola italiana. Saranno tante le regioni rappresentate e molte le denominazioni e le indicazioni tipiche che si potranno assaggiare dalle ore 11 (11-14 solo per operatori) fino alle ore 21 passando da spumanti a bianchi, rosati, rossi e vini dolci.

    Ospiti di eccezione di questa edizione saranno alcune etichette dalla Francia, zona Champagne, Borgogna e Bordeaux, e dall’Albania.

    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Coorganizzatrice Cristina Santini
    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Coorganizzatrice Cristina Santini

    Lista cantine e produttori gastronomici (in fase di definizione)

    PIEMONTE

    Podere Moretti (Langhe, Roero)

    Taverna Wines (Barbaresco)

    LOMBARDIA

    Malavasi Vini (Pozzolengo Pr. Brescia)

    Coronea (Franciacorta)

    TRENTINO ALTO ADIGE

    Maso Furli (Lavis Pr. Trento)

    FRIULI VENEZIA GIULIA

    Tenuta Stella Collio (Go)

    Vini Bortolusso (Ud)

    Vini Di Gaspero (Faedis UD)

    VENETO

    CastellAlta (Conegliano)

    Terre di Rizzato (Valpolicella)

    LIGURIA

    Tenuta Maffone (Imperia)

    EMILIA ROMAGNA

    Cantina Luretta (Piacenza)

    Carnevali Vigne e Cantina (Rubiera RE)

    TOSCANA

    La Ciarliana (Montepulciano)

    Col di Bacche (Maremma)

    L’Agona Vini (Colli Pisani PI)

    Tiberini (Montepulciano)

    Podere Casa al Vento (Montepulciano)

    Valdorcia Terre Senesi (Val d’Orcia)

    Podere Lecci e Brocchi (Chianti classico)

    Poggio degli Ulivi (Montalcino)

    LAZIO

    Antonella Pacchiarotti (Tuscia)

    Vinicio Mita (Roma)

    Vini Giovanni Terenzi (Piglio)

    Casa Mecocci Winery (Vignanello)

    Cantina Gaffino (Ardea)

    Terre del Veio (Formellese/Veio)

    Papalino (Castiglione in Teverina)

    Consorzio ROMA DOC

    Tenuta Iacoangeli (Genzano di Roma)

    Cantina Le Macchie (Rieti)

    Casale del Giglio (Nettuno)

    UMBRIA

    Cantina Napolini (Montefalco)

    Cantina Pomario (Lago Trasimeno)

    MARCHE

    Cantina Cerbero (AP)

    Tenute Urani (PU)

    Stefano Mancinelli – Morro d’Alba (AN)

    ABRUZZO

    Cantine Roveri (Ortona CH)

    Fattoria Gaglierano (PE)

    Tenuta Ulisse (CH)

    Vini Biagi (Colline Teramane)

    MOLISE

    Enoteca Tintilia Food & Wine (Fiano R./Isernia)

    Azienda Agricola L’Arco Antico (Pozzilli Isernia)

    CAMPANIA

    Azienda Vitivinicola Iovino (Campi Flegrei)

    Aroma Winery (Irpinia)

    Salvatore Molettieri (Irpinia)

    PUGLIA

    Giancarlo Ceci (Andria)

    Re Dauno (Foggia)

    BASILICATA

    Cantine De Biase (Pollino PZ)

    CALABRIA

    Farneto del Principe (CS) / Az.Agricola di Apicoltura Pacienza (CS)

    Le Conche (CS)

    Cantina Malaspina (RC)

    SICILIA

    Tenute Cuffaro (Agrigento)

    Sciare dell’Alba (Etna)

    SARDEGNA

    Contini 1898 (Oristano)

    Podere 45 (Alghero)

    TraMonti (Romangia SS)

    DISTRIBUZIONI E RAPPRESENTANZE

    Gruppo Ravazzolo:

    Tenuta Volpare (Trentino)

    Klosterhof (Alto Adige)

    Cave Monaja (Valle d’Aosta)

    Aurelie Berthod (Borgogna)

    Romain Tribaut (Champagne)

    Château de Reignac (Bordeaux)

    ATWine – Consulenze Enologiche:

    Antica Tenuta Palombo (Atina FR)

    Casale della Ioria (Anagni FR)

    Cantina Bacco (Nettuno RM)

    Casal De Luca (Aprilia LT)

    Murgo Nettunense (zona Anzio RM)

    Palazzo Prossedi (Bassiano LT)

    I Pampini (Acciarella LT)

    AZIENDE ESTERE

    Seb Winery Vlore (Albania)

    EXTRA VINO:

    FOOD E ALTRO

    SOFIE (Pasticceria e Cioccolateria)

    AGROMNIA Società Agricola (Ranch)

    AGRICOLA NASTI (Olio)

    FATTORIA DI ALICE (Tartufi, zuppe)

    ROMIZZA (Pizza/Impasto pizza)

    GASTRONOMIA

    AZIENDA AGRICOLA GIORGIO PRATINI

    Sponsor di questa II edizione sono NOVACONNECT, FRIMM, ASSOCIAZIONE STUDIO 121, GRUPPO RESTA/STUDIO ADP121

    Media Partners Magazine Papillae.it https://www.papillae.it/

    Vini da investimento Daniel Carnio LTD

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  • Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati

    Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati

    TERRE DI TOSCANA 2024: TRA BIANCHI E BIANCHI MACERATI

    Di Elsa Leandri

    Nelle date del 24 e 25 marzo 2024 si è svolta, presso l’UNA hotel di Lido di Camaiore, la sedicesima edizione di Terra di Toscana, un evento tanto atteso per il suo livello qualitativo d’eccezione assicurato dalla minuziosa selezione di 140 vignaioli di tutta la regione.

    Solitamente questa manifestazione segnava la chiusura degli incontri dedicati alle anteprime ma quest’anno invece l’epilogo sarà a maggio con l’Anteprima Vernaccia di San Gimignano, vitigno di cui Adriano Guerri ci ha offerto un’anticipazione riportandoci le sue impressioni sugli assaggi effettuati in questa occasione.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/terre-di-toscana-edizione-un-trionfo-versiliese/

    La nostra attenzione invece si è rivolta, probabilmente influenzati anche dal primo sole primaverile sulla pelle, dalla temperatura mite e dalla brezza marina, sui vini bianchi e macerati: la voglia d’estate si fa già sentire!

    Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, Elsa Leandri, foto dell'autrice
    Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, Elsa Leandri, foto dell’autrice

    La selezione è stata basata unicamente sulle sensazioni percepite in fase degustativa ponendo uno sguardo attento e curioso sulle vecchie annate che permettono di vedere l’evoluzione, ormai per fortuna sdoganata, anche dei vini bianchi rivelandoci delle interessanti sorprese. 

    Riportiamo quindi di seguito alcune note sui vini che ci hanno completamente dirottato in un mondo fatto di emozioni, eleganza e attrattiva. La novità di questo articolo è che per cercare di comunicare in modo chiaro a voi lettori il percepito durante l’assaggio, ogni vino è stato caratterizzato da un aggettivo o da un sostantivo così da offrire una lettura diretta e rapida.

    Invece delle classiche top ten noi riportiamo la nostra top sette: vogliamo rendere omaggio a quel numero ricco di mistero e connesso a fenomeni astrali o a proprietà aritmetiche, e che, effettivamente, ricorre molte volte nella vita di tutti i giorni, basti solo pensare a quanti sono i giorni della settimana!

    Senza nome 2021”- 100% Viogner- Podere Sant’Agnese

    Bizzarro

    Il nome non è quello ufficiale dal momento che Paolo ce lo ha fatto degustare in anteprima.

    È un vino che vi segnaliamo e da tenere sottocchio.

    Paglierino vivace. Tipici sentori di albicocca, pesca gialla, mirabelle ravvivati da effluvi di zenzero, timo e di ginestra. L’ingresso in bocca è pieno e dotato di una stuzzicante sapidità. Si dissolve lentamente su flavor di cedro.

    Batàr 2005- Chardonnay, Pinot Bianco- Querciabella 

    Sopraffino

    Dorato luminoso. Ampio corredo olfattivo: ananas essiccato, miele di acacia, rosmarino, dragoncello, macchia mediterranea, vaniglia e pepe bianco. Sorprende il palato avvolgendolo con una delicata speziatura e una viva freschezza. Finale molto lungo con richiami di tisana di tiglio.

    Batàr 2005- Chardonnay, Pinot Bianco-Querciabella, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell'autrice
    Batàr 2005- Chardonnay, Pinot Bianco-Querciabella, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell’autrice

    Fosso di Corsano 2017- Vermentino- Terenzuola

    Veritiero

    Paglierino. Le scorze di cedro e di pompelmo e la pesca essiccata sono accarezzate da soffi di erbette aromatiche e da lievi e attraenti cenni di idrocarburi. Il sorso è guidato dal connubio tra freschezza e sapidità su echi di zenzero candito.

    Fosso di Corsano 2017- Vermentino- Terenzuola, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell'autrice
    Fosso di Corsano 2017- Vermentino- Terenzuola, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell’autrice

    Mimesi 2022- Vermentino- Tenuta di Ghizzano 

    Autentico

    Paglierino con riflessi dorati. Si apre con sentori di melone bianco, pesca nettarina, salvia, verbena e con un leggero profumo di erba tagliata. In bocca l’entrata dinamica ravviva la lieve tannicità. Chiusura agrumata.

    Mimesi 2022- Vermentino- Tenuta di Ghizzano, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell'autrice
    Mimesi 2022- Vermentino- Tenuta di Ghizzano, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell’autrice

    Vea 2019- 100% Trebbiano- Beconcini 

    Sorprendente

    Dorato molto vivace. Seducente l’impatto olfattivo con note di fieno, mango, fiori di acacia, propoli e curcuma. Ottima simbiosi tra freschezza e sapidità accompagnati da una leggera astringenza. Lascia il cavo orale con ricordi di scorza di cedro candito.

    Vea 2019- 100% Trebbiano- Beconcini, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell'autrice
    Vea 2019- 100% Trebbiano- Beconcini, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell’autrice

    Seimiglia 2021- 100% Trebbiano- Colle di Bordocheo 

    Viaggiatore

    Dorato luminoso. Note balsamiche, erbette officinali e aromatiche, leggeri richiami di zafferano delle Indie e di curry si elevano dal bicchiere. Entrata inizialmente avvolgente ma rinvigorita da una decisa freschezza speziata.

    Seimiglia 2021- 100% Trebbiano- Colle di Bordocheo, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell'autrice
    Seimiglia 2021- 100% Trebbiano- Colle di Bordocheo, articolo: Terre di Toscana 2024, un viaggio di assaggi tra i macerati, foto dell’autrice

    Monopole 2013- 65% Vermentino, 15% Viognier- Montepepe

    Elegante

    Paglierino con riflessi dorati. Profilo olfattivo che spazia dall’origano e dal dragoncello alla pesca gialla matura e ai cenni di idrocarburi. La freschezza e la sapidità guidano il sorso verso un finale di bocca di pompelmo giallo candito.

    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.
    Elsa Leandri autrice articolo, è sommelier, blogger, esperta vitivinicola.

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ 

    Sito evento: https://terreditoscana.info/

  • Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà Rovere 2024

    Di Adriano Guerri

    In occasione della 56esima edizione di Vinitaly che ha avuto luogo a Verona all’interno dei padiglioni di Veronafiere dal 14 al 17 aprile, dietro al gentile invito di Alessandra dall’ O, ho visitato lo stand  dell’azienda Cà Rovere. L’ incontro è avvenuto sia con Alessandra sia con Marcella Biasin. Un’azienda a forte vocazione spumantistica. Prima di passare all’analisi sensoriale dei vini,  sottopongo alcuni cenni sull’azienda.

    Bollicine di Cà Rovere, articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi
    Bollicine di Cà Rovere, articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi

    Cà  Rovere si trova sui Colli Berici in provincia di Vicenza nel piccolo borgo di Alonte. Di proprietà della famiglia Biasin, vanta 30 ettari vitati su terreni prevalentemente calcarei, ricchi di minerali e fossili marini, le  cui vigne sono circondate da secolari e spontanei boschi, soprattutto di rovere, dal quale prende il nome e poste ad un’ altimetria di 150 metri s.l.m.. Le prime viti sono state piantate oltre 40 anni fa, laddove milioni di anni fa c’era il mare.  Inizialmente le uve venivano vendute a terzi. Solo all’inizio degli anni novanta iniziarono a produrre spumanti Metodo Classico. L’ esperienza acquisita negli anni e le basse rese per ettaro sono elementi imprescindibili e sinonimi di qualità.

    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell'autore, Marcella Biasin e Alessandra Dell'O
    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell’autore, Marcella Biasin e Alessandra Dell’O

    Le varietà coltivate sono: l’autoctona GarganegaChardonnayPinot Nero, Merlot e Cabernet Sauvignon attuando viticoltura ragionata, attenta alla sostenibilità ambientale.

    Al timone dell’azienda, ci sono oggi i dinamici fratelli Matteo, Marco e Marcella Biasin, la terza generazione. Ognuno dei quali ha ruoli e competenze diverse, Matteo è agronomo, Marco enologo e Marcella si occupa di marketing. Ben sette sono le etichette di bollicine ottenute con rifermentazione in bottiglia e con vari dosaggi.

    Vini molto eleganti, contraddistinti da una spiccata freschezza e una buona sapidità. Durante questa edizione di Vinitaly  è stata presentata la tipologia extra brut, sulla quale campeggia una “M”, acronimo del nome dei tre fratelli. Oltre alle bollicine producono anche un vino bianco,  un rosso ed un passito fermi. Lieto di aver approfondito la conoscenza di questa splendida realtà che avevo incontrato a Bologna, in occasione di Slow Wine Fair.

    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell'autore
    Articolo: Cà Rovere al Vinitaly 2024, momenti di scambio e assaggi, foto dell’autore

    I vini degustati a Verona nella Hall 8 Fivi:

    Extra Brut Millesimato 2021 – Garganega 100% – 24 mesi di affinamento sui lieviti – Giallo paglierino con perlage fine e persistente, con note di fiori d’acacia, rosa bianca, mela e sottili note agrumate,  il sorso è rinfrescante, invitante e persistente.

    Brut Nature Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega – 48 mesi sui lieviti – Giallo paglierino brillante con perlage sottile e continuo, emana sentori di fiori di biancospino, acacia,  pera, pesca e bergamotto,  al palato è vibrante,  sapido e duraturo.

    Brut Millesimato 2019 – Chardonnay e Garganega – 36 mesi sui lieviti –  Giallo paglierino con sfumature dorate,  perlage fine e brioso, sprigiona note di fiori di ginestra,  ananas, pompelmo e mandorla, la freschezza stimola l’avvolgente sorso che rimane in bocca a lungo.

    Brut Blanc de Blancs Millesimato 2018 – Chardonnay 100% – 48 mesi sui lieviti – Giallo paglierino brillante, bollicine fini,  al naso rivela sentori di zagara, cedro, albicocca e pasticceria da forno,  gusto cremoso e saporito, dotato di una lunga persistenza aromatica.

    Brut Rosé Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega, il Pinot Nero viene aggiunto al momento della sboccatura – 48 mesi sui lieviti – Rosa tenue con riflessi ramati, perlage finissimo e continuo,  rimanda sentori di uva spina, fragolina di bosco e agrumi uniti a note di nocciola, sorso dinamico, sapido, coerente e incredibilmente persistente.

    Cuvée del Fondatore Millesimato 2013 – Chardonnay e Garganega – 9 anni sui lieviti è lungo affinamento in bottiglia – Giallo dorato intenso,  perlage finissimo,  dipana eleganti sentori di mela,  mandorla,  eucalipto e crosta di pane,  al palato è cremoso, avvolgente, vibrante e dinamico.

    Demi-Sec Millesimato 2018 – Chardonnay e Garganega – 48 mesi sui lieviti – Il liquer d’expedition e a base di Garganega passito – Giallo paglierino brillante, perlage fine,  al naso libera sentori di frutta esotica,  bergamotto,  miele e crème noisettes, il sorso è avvolgente, cremoso ed armonioso. Chapeau!

    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance
    Adriano Guerri, sommelier professionista, wine critic e blogger freelance

    Riferimenti:
    Cà Rovere Società Agricola
    Via Bocara, 5 – 36045 Alonte (VI)
    Sito di riferimento: www.carovere.it

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  • ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende

    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende

    Torna nella Capitale la II edizione di ViniAmo, sabato 11 maggio 2024

    Redazione – Carol Agostini

    Evento con la partecipazione di 70 cantine, oltre 250 etichette e stand gastronomici si incontrano a Roma presso l’Hotel Cristoforo Colombo in Via Cristoforo Colombo 710

    Seconda edizione per ViniAmo, manifestazione che vede protagonisti i vini di cantine italiane, ma non solo, accompagnati da alcune prelibatezze della tradizione gastronomica del Bel Paese.

    L’appuntamento è per sabato 11 maggio negli accoglienti e luminosi spazi dell’Hotel Cristoforo Colombo a Roma, zona Eur, dove stampa, operatori ed eno appassionati potranno incontrare, ai banchi di assaggio, 70 cantine dal nord al sud dello Stivale, passando anche tra le isole, ed assaggiare oltre 250 vini di piccole e grandi realtà.

    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende
    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende

    Curiosità

    Ospiti di eccezione di questa II edizione saranno alcune etichette dalla Francia, zona Champagne, Borgogna e Bordeaux, e dall’Albania.

    Stand gastronomici, di eccellenze italiane, consentiranno ai presenti di intraprendere una pausa golosa tra un calice e l’altro.

    Ad arricchire la giornata ci saranno in programma un seminario sugli investimenti dei vini pregiati, con la possibilità per i partecipanti di assaggiare qualche preziosissima etichetta, ed una masterclass dedicata ad uno dei vitigni più particolari, gustosi ed intriganti dell’enologia nazionale: l’Aleatico.

    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Coorganizzatrice Cristina Santini
    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Coorganizzatrice Cristina Santini

    Informazioni

    Dalle ore 11.30 fino alle ore 14 l’ingresso sarà riservato agli operatori, ovvero giornalisti, comunicatori, ristoratori, distributori, agenti ed enotecari, mentre dalle ore 14 fino alle ore 21 le porte si apriranno anche ai winelovers, con il pagamento in loco di un biglietto di ingresso di 25 euro (20 euro per i sommelier attualmente tesserati e per studenti universitari) che consentirà l’assaggio di tutte le etichette.

    A breve sul sito www.minelliwineevents.it maggiori info sulle cantine, gli stand gastronomici, il seminario e la masterclass.

    Per richiesta accredito giornalisti e comunicatori scrivere a: pr.enogastronomia@gmail.com

    Per richiesta accredito ristoratori, enotecari, distributori ed agenti scrivere a: minelliwine.events@gmail.com

    Gli accrediti avranno validità solo una volta confermati via mail dall’organizzazione.

    L’evento è ideato ed organizzato da Minelli Wine Events, nata per promuovere la cultura del buon vino. Stefano Minelli, fondatore della Minelli Wine Events, lavora da tempo nel settore dei vini da investimento.

    Per maggiori info su ViniAmo – www.minelliwineevents.it – 3383046072

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    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Organizzatore e ideatore Stefano Minelli
    ViniAmo 2024, 2° edizione con tante novità e aziende, Organizzatore e ideatore Stefano Minelli

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  • Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024

    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024

    Emergenza alimentare 2024, il commercio internazionale continua a sostenere l’agricoltura

    Di Carol Agostini

    Nel 2023, l’export ha visto un aumento di valore, superando i 52 miliardi di euro, sebbene i volumi siano leggermente diminuiti. I dati, annunciati durante il lancio della 22esima edizione dell’Emergenza Alimentare, sono stati presentati presso il Dipartimento dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

    Il Ministro Francesco Lollobrigida ha dichiarato: “L’Emergenza Alimentare rappresenta sicuramente un’opportunità per consolidare il nostro modello alimentare come punto di riferimento globale”.

    Lo sviluppo internazionale, unito a un aumento della competitività, rimangono la strategia vincente per le Imprese Agricole Italiane, che continuano a guadagnare quote di mercato rispetto ai loro concorrenti e a combattere l’inflazione.

    La 22esima edizione dell’Emergenza Alimentare segna un nuovo record per le fiere del settore in Italia, con oltre 3.000 marchi presenti e 2.000 acquirenti internazionali provenienti dai principali mercati obiettivo. Per guardare al futuro del settore, Fiere di Parma e Università Cattolica hanno lanciato il nuovo Food Global Monitor.

    Per mantenere la crescita, l’agricoltura made in Italy deve guardare all’estero e al futuro. Emergono una serie di fattori che possono rappresentare una minaccia ma anche un’opportunità per le nostre imprese: volatilità delle materie prime, aumenti dei costi energetici, polarizzazione dei canali distributivi. Il made in Italy, sempre più presente sulle tavole globali e consapevole del suo ruolo di leader in termini di qualità e sostenibilità, sarà pienamente rappresentato alla 22esima edizione dell’Emergenza Alimentare (Fiere di Parma, 7-10 maggio), come annunciato oggi presso il Dipartimento dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.

    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet
    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet

    “Il made in Italy rappresenta il meglio che possiamo offrire. Dobbiamo promuovere l’eccellenza del nostro sistema agroalimentare al resto del mondo, facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L’export è fondamentale per l’economia nazionale, quindi è essenziale creare opportunità di incontro e discussione su nuovi scenari e strategie per il settore. L’Emergenza Alimentare, che ho presentato all’inizio di marzo in Giappone insieme al presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas e all’ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta certamente un’occasione per consolidare il nostro modello alimentare come punto di riferimento globale”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

    Nel 2023, secondo i dati Istat, nonostante una leggera diminuzione dei volumi, l’export ha registrato un valore superiore a 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022.

    Il futuro del settore è incerto a livello globale a causa dell’incertezza degli scenari internazionali e delle normative intra ed extra UE. Nonostante la diminuzione dei margini e del reddito disponibile, nonché il rischio di nuovi dazi e legislazioni restrittive, le aziende continuano a investire e innovare, prestando sempre più attenzione alle esigenze dei consumatori e dell’ambiente. Questo sarà evidente nei migliaia di prodotti esposti all’Emergenza Alimentare 2024, che cercheranno di ridare valore a categorie messe alla prova da conflitti e crisi climatiche.

    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet

    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet

    Federalimentare è lieta di contribuire, insieme a Fiere di Parma, alla realizzazione dell’Emergenza Alimentare 2024. Questa edizione si preannuncia record, come dimostrano il numero di partecipanti. Per la Federazione, è un’importante opportunità poiché l’industria alimentare, oltre a generare prodotti e occupazione, contribuisce alla sicurezza e al benessere degli italiani, dimostrando il suo alto valore sociale. L’industria alimentare italiana si presenta all’Emergenza Alimentare 2024 come un settore sano, in crescita e con la fiducia dei consumatori. Questa fiducia si riflette anche all’estero, dove l’industria alimentare italiana sta conquistando sempre più mercati, promuovendo il Made in Italy e lo stile di vita italiano”, ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

    I prezzi alimentari al consumo aumentano più dell’inflazione, secondo i dati di Federalimentare, a causa di fattori esterni alle imprese. Nel 2023, i prezzi al consumo nel settore alimentare sono aumentati del +9,8%, rispetto all’inflazione media del 5,7%, e questi aumenti non riescono a coprire i crescenti costi di produzione.

    Ulteriori segnali di vulnerabilità emergono osservando le quotazioni internazionali delle materie prime agricole, che nel decennio 2014-2024 sono tutte cresciute a doppia cifra (fonte: Banca Mondiale).

    Secondo Federalimentare, queste sfide si aggiungono alle tensioni sulle importazioni di cereali, che, anche a causa del conflitto in Ucraina, sono ad alto rischio con evidenti conseguenze sulla volatilità dei prezzi dei prodotti che sono alla base della dieta mediterranea.

    Un esempio emblematico è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio dei costi delle materie prime ha causato un aumento esponenziale dei prezzi del prodotto finito, portando a una riduzione del consumo da parte di un consumatore italiano su tre, come evidenziato in una recente ricerca presentata durante l’Emergenza Alimentare a Bitonto l’8 marzo scorso.

    “È evidente che ci sono cambiamenti nei modelli fieristici e nella loro internazionalizzazione che devono essere sfruttati, altrimenti rischiamo di rimanere indietro rispetto ad altri paesi. Non si tratta solo di dove potremmo arrivare sfruttando questi cambiamenti, ma dove finiremmo se non lo facessimo. Un esempio è ciò che sta accadendo nel panorama delle piattaforme fieristiche fuori dall’Italia legate al mondo del vino. Eventi come l’Emergenza Alimentare sono cruciali per valutare la situazione dei mercati nazionali e internazionali, nonché per le PMI, per avviare o potenziare il proprio processo di internazionalizzazione, rafforzando la loro presenza e individuando nuove opportunità e nuovi mercati”, ha affermato Matteo Zoppas, Presidente di ICE.

    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet
    Emergenza Alimentare, argomento nelle fiere di settore 2024, foto da internet

    Le fiere sono il luogo d’incontro tra acquirenti stranieri, che arrivano in Italia anche grazie all’Agenzia ICE, e gli imprenditori italiani, soprattutto le PMI, che hanno l’opportunità di stabilire contatti e concludere contratti che potrebbero far crescere il fatturato in pochi anni. Stiamo assistendo a una forte accelerazione del Sistema Paese, grazie alla collaborazione intensiva tra ICE, CDP, Sace e Simest, sotto la guida dei ministeri coinvolti che stanno fornendo supporto agli imprenditori che vogliono espandersi all’estero.

    Un esempio della capacità di collaborazione è l’operazione che ha portato la pasta italiana nello spazio, un’incredibile opportunità promozionale per la cucina italiana, soprattutto se consideriamo la candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO promossa dai ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Dobbiamo sfruttare queste attività promozionali perché la cucina italiana non è solo un valore numerico, ma ha un ruolo e un valore strategico per l’export italiano nel mondo”, ha concluso Zoppas.

    Tutto ciò evidenzia come l’industria alimentare italiana, nonostante sia strutturalmente dipendente dai trader internazionali per circa un terzo delle materie prime, continui a competere e crescere grazie alla sua straordinaria flessibilità e creatività, che ha permesso ai consumatori italiani di mantenere i propri consumi e ai distributori internazionali di adattare rapidamente le loro offerte per non perdere volumi.

    “Il futuro del Made in Italy Alimentare dipende dalla sua capacità di innovare e investire, rimanendo fedele alle tradizioni e ai territori. Dall’osservatorio privilegiato dell’Emergenza Alimentare, siamo molto fiduciosi riguardo alla solidità delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni, abbiamo ulteriormente migliorato il rapporto qualità-prezzo della nostra offerta, rendendola sempre più interessante per i principali mercati del nostro export, a vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”, ha affermato Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/lolio-doliva-diventa-un-prodotto-stagionale-crisi/

    L’Emergenza Alimentare ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore alimentare, sviluppato in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Questo monitor offrirà agli imprenditori, ai manager e ai policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore alimentare, fornendo indicazioni utili per la ricerca di opportunità commerciali nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata.

    Durante il salone verrà presentato un primo nucleo di dati della ricerca, focalizzato sui trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Lo studio si completerà in autunno con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia. L’obiettivo è valutare la competitività internazionale di ciascun paese, analizzando l’evoluzione della sua posizione competitiva negli ultimi cinque anni e i principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024?

    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024?

    Emergenza ambientale, costi alle stelle e consumi in netto ribasso. L’olio d’oliva diventa un prodotto stagionale?

    Di Carol Agostini

    Il settore è stato colpito da un’enorme ondata, che apre nuove prospettive per l’industria, la quale deve riconsiderare profondamente i metodi di produzione e distribuzione.

    Secondo i dati forniti dall’Istituto Piepoli: uno su tre consumatori ha diminuito l’utilizzo di olio. La crisi dell’olio spagnolo ha contribuito a raddoppiare i prezzi sugli scaffali e rischia di allontanare ancora di più i consumatori, che stanno cambiando le loro abitudini alimentari optando per grassi vegetali più convenienti.

    Questo sarà il tema principale del prossimo Cibus Lab (8 marzo, Bitonto, Teatro Traetta), con la partecipazione dei giganti della distribuzione organizzata e dei produttori del settore.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    L’Italia è nota per il suo olio, ma negli ultimi tempi il settore sta attraversando una grave crisi di uno dei suoi prodotti più rappresentativi. L’ultima stagione ha visto difficoltà in tutte le fasi della produzione, dalla raccolta alla lavorazione e all’imbottigliamento. Una serie di problemi e fattori che stanno spingendo l’industria verso un cambiamento fino a poco tempo fa impensabile: la trasformazione dell’olio in un prodotto stagionale.

    Questo argomento sarà approfondito nel prossimo Cibus Lab dell’8 marzo, che si terrà al Teatro Traetta di Bitonto (BA), con un seminario dal titolo “Olio di Oliva nell’era del cambiamento: evoluzione delle dinamiche tra produzione, rivenditori e consumatori”. Questa iniziativa, nata dalla collaborazione tra Cibus Parma, TUTTOFOOD Milano e la rivista online specializzata GDONews, coinvolge l’Unione delle Famiglie Olearie (Unifol), con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? logo da sito

    A confermare questo nuovo scenario sono gli ultimi dati di una ricerca condotta dall’Istituto Piepoli, secondo la quale molti italiani (un consumatore di olio su tre) hanno modificato le loro abitudini di acquisto e utilizzo a causa dell’aumento dei prezzi dell’olio extravergine di oliva avvenuto nell’ultimo anno. Una crisi dei consumi che si aggiunge alla crisi climatica, i cui effetti si fanno sempre più direttamente sentire per i produttori. Una situazione difficile da affrontare, che sta spingendo l’intera filiera a rivalutare profondamente i suoi metodi e modelli di produzione e distribuzione.

    Questa tempesta perfetta non riguarda solo l’Italia. Tra le cause converge anche la difficile situazione che sta vivendo il settore dell’olio spagnolo, fino a poco tempo fa capace di invadere il mercato con prezzi competitivi, se non addirittura inferiori ai costi di produzione. Ma questa situazione non si è ripetuta nell’annata 2023-24, portando a un raddoppio del costo medio al litro sugli scaffali della grande distribuzione e a una fuga dei consumatori.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Vladimir Gladkov
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Vladimir Gladkov

    Secondo la ricerca Piepoli, l’aumento dei prezzi da 4 a 9 euro a bottiglia ha influenzato le abitudini d’acquisto di circa il 30% dei consumatori: il 47% ha ridotto l’acquisto e il consumo del 30%, mentre il 40% lo ha dimezzato; il 45% ha modificato le proprie abitudini alimentari, preferendo oli vegetali più economici per la cottura e il condimento. La ricerca ha anche evidenziato che quasi il 50% degli intervistati ritiene giusto un prezzo di 7 euro per una buona bottiglia di olio extravergine italiano.

    Questa diminuzione dei consumi potrebbe portare a una riduzione del 40% nel giro di pochi anni, spingendo il settore a considerare la possibilità di trasformare l’olio d’oliva in un prodotto stagionale, come avviene per altri prodotti ortofrutticoli.

    “Cibus Lab – spiega Riccardo Caravita, responsabile del settore Food&Beverage di Fiere di Parma – rappresenta un nuovo modello di sviluppo fieristico, mirato a creare valore per tutti gli attori coinvolti durante tutto l’anno, attraverso iniziative che non siano solo occasioni di business, ma anche di cultura e dibattito, affrontando temi cruciali come quelli trattati nel Cibus Lab di Bitonto.

    Gli operatori del settore chiedono sempre più eventi di questo tipo, che permettano di confrontarsi sulle questioni centrali delle diverse filiere agroalimentari. Ecco perché dopo Bitonto, durante Cibus, affronteremo temi legati a due importanti settori del made in Italy, la pasta e i latticini. E in autunno saremo a Salerno, per continuare a concentrarci su tematiche simili, seguendo quanto già fatto l’anno scorso, dedicato al mondo del pomodoro”.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto da sito
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto da sito

    “L’olio è sempre stato un prodotto ampiamente consumato in Italia e la diminuzione dei consumi da un lato, insieme alla modifica delle abitudini dall’altro, avrà un impatto a lungo termine su un settore che rappresenta una vera eccellenza italiana. Da un lato, i consumatori diventano sempre più attenti: il 47% degli intervistati dichiara di preferire oli italiani o con Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il condimento e di utilizzare oli provenienti dalla Comunità Europea per la cottura.

    Dall’altro lato, tuttavia, un consumatore su tre ha ridotto l’uso di olio a causa dell’aumento dei prezzi, e di questi, poco più della metà acquista meno del 50% rispetto a prima. L’opportunità di discutere di questo argomento insieme all’industria e alla grande distribuzione nel Cibus Lab di Bitonto sembra essere un ottimo punto di partenza per trovare soluzioni pratiche da mettere in atto”, conclude Sara Merigo, AD dell’Istituto Piepoli.

    L'Olio d'oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Gianpiero Ferraro
    L’Olio d’oliva diventa un prodotto stagionale? crisi 2024? foto di Gianpiero Ferraro

    CIBUS LAB Il seminario “Olio di Oliva nell’era del cambiamento: evoluzione delle dinamiche tra produzione, rivenditori e consumatori” è organizzato dalla partnership tra Cibus Parma, TUTTOFOOD Milano e la rivista online GDONews, con la collaborazione di Unifol e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

    Numerosi sono gli ospiti previsti: nella prima parte saranno esaminati i risultati e le ricerche degli istituti di ricerca, tra cui l’Istituto Piepoli, NielsenIQ Italia, NielsenIQ Spagna e Areté – The Agrifood Intelligence. Nella seconda parte, ci sarà una tavola rotonda interattiva con i principali rappresentanti delle maggiori aziende del settore, come Zefferino Monini (Monini Spa), Gianluca Farchioni (Farchioni Spa), Giovanni De Santis (Olearia De Santis) e Nicola Pantaleo (Pantaleo Spa).

    Accanto a loro, parteciperanno manager delle principali imprese della grande distribuzione italiana, come Alessandro Masetti (direttore commerciale grocery di Coop Italia), Edoardo Gamboni (direttore commerciale di VéGé Italia), Gianluca Sgaramella (direttore acquisti di Apulia Distribuzione), Federico Stanghetta (direttore commerciale di Conad Adriatico), Antimo Cefarelli (direttore acquisti di Despar Maiora) e Fabrizio Maggiore (direttore grocery di Megamark).

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: http://Teatro Traetta di Bitonto (BA)

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024

    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024

    Immaginare un febbraio caldo ed accogliente nella campagna toscana fa già viaggiare con i pensieri e con il palato. E allora perché non viaggiare e volare davvero verso Valdarno, Tenuta Sette Ponti?

    Di Marco M. Marcialis

    La risposta è sì! Tenuta Sette Ponti è un’azienda vitivinicola creata dalla visione illuminata e lungimirante del dott. Antonio Moretti Cuseri, che dopo i grandi successi nel mondo della moda e dello stile made in Italy ha voluto, alla fine degli anni ’90, investire nella sua più grande passione: il vino!

    Nei primi giorni di febbraio, sono stato invitato dalla famiglia Moretti Cuseri a visitare le tenute di famiglia e conoscere il loro concetto di accoglienza e ospitalità. Un tour composto da tre giorni di piena immersione tra Valdarno, Bolgheri ed Arezzo.

    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis
    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis

    Si inizia con il benvenuto di Alberto ed Amedeo Moretti Cuseri, che tra stile e modernità conducono l’azienda sui più prestigiosi palchi internazionali. Villa Crognolo ci accoglie in modo regale presso la Vigna dell’Impero, dalle cui vecchie e nobili viti viene ottenuto l’omonimo sangiovese in purezza.

    Stile, rigore e accuratezza nella gestione delle vigne e delle zone di lavorazione, aprono le porte al primo tasting che, partendo dalla loro moderna visione del Chianti Vigna Pallino, cede il passo ai must dell’azienda come il Crognolo e poi gli iconici e pluripremiati Oreno e Sette, vere gemme che spiccano tra i super tuscan. Il tasting nell’accogliente e storica dimora prosegue davanti ad un grande caminetto acceso per poi dare spazio ad un aperitivo tra salumi di cinta senese e cena in pieno stile toscano che consente degli abbinamenti straordinari.

    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis
    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis

    Da Valdarno si prosegue a Bolgheri, dove la via Bolgherese mi ha lasciato senza parole per lo stupore e la meraviglia di ogni #winelover nel percorrere questo viale di memoria carducciana. La visita alle vigne di Orma apre la discussione su un territorio come quello di Bolgheri così amato e agognato. L’amore e l’agonismo verso Bolgheri vengono resi liquidi nei calici dei vini prodotti ad Orma, da un Vermentino fresco e sapido fino ad arrivare al ricercatissimo ed esclusivo Aola di Orma.

    Il tour tocca anche una parte storico-culturale che, passando dal Ponte Buriano famoso per essere stato dipinto da Leonardo Da Vinci sullo sfondo della Gioconda, arriva fino al centro di Arezzo, che respira e vive di grande arte ed enogastronomia.

    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis
    Tenuta Sette Ponti, un viaggio in Valdarno 2024, foto di Marco M. Marcialis

    Questo è stato un viaggio personale e magnifico con cui la famiglia Moretti Cuseri ha voluto farmi vivere un sogno toscano durato tre giorni e per questo rivolgo loro un immenso “Grazie”!

    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano
    Marco Fabio Maria Marcialis sommelier e wine-Trainer siciliano

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