Antica Tenuta Palombo 2023 Atina, memorie, radici e assaggi

Antica Tenuta Palombo, memorie e tradizioni vinicole ad Atina: Radici profonde in una terra nobile

Di Cristina Santini

L’universalità della bellezza risiede in un luogo e nel suo trascorso che non può e non deve essere dimenticato e a volte l’unico punto di partenza è riprendere il filo da dove lo si è interrotto. Questa è la storia di Antica Tenuta Palombo di Atina, in provincia di Frosinone, Città dalle origini antichissime, patria di facoltose famiglie patrizie.

Antica Tenuta Palombo di Atina, foto di Cristina Santini

Antica Tenuta Palombo di Atina, foto di Cristina Santini

Con un press tour organizzato dai ragazzi di Vinario4, in collaborazione con l’Azienda ospitante e gli Enologi, Pierpaolo Pirone e Roberto Mazzer, di At Wine Consulenze Enologiche, abbiamo avuto prova di tanta bellezza osservando da vicino la Valle di Comino, circondata dall’Appennino abruzzese, fatta di paesaggi meravigliosi e molto generosa di una vegetazione differente dalle altre zone pedemontane del Lazio.

Piena di ruscelli, sorgenti, boschi è conservatrice di una lunghissima tradizione vitivinicola, esistente già in età romana, che ebbe inizio dalla coltivazione dei vitigni provenienti dal Medoc francese, impiantati più di 160 anni fa, fino ad arrivare ai nostri giorni alla riscoperta di rarità enologiche locali.

Il Press Tour all'Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

Il Press Tour all’Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

Nel 1860 la zona ricadeva nel Regno delle due Sicilie e un tale Pasquale Visocchi, allora Ministro dell’Agricoltura del Regno di Napoli nonché nobile di zona, fu inviato per conto del Regno in missione in Francia. Appassionato di viticoltura, notando delle similitudini con il terreno di Atina, portò con sé varietà, come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Sauvignon Blanc, Sémillon per creare campi sperimentali in questo angolo di natura.

Giunti poi all’Unità d’Italia, la zona rimase rurale, esclusa dagli investimenti per lungo tempo fino al secondo dopoguerra, diventando terra di emigranti e rimanendo isolata e sconosciuta.
Anche dopo la morte del Visocchi, il tempo cancellò la memoria e le piante di Cabernet e Merlot furono confuse l’una con l’altra.

Si dovrà attendere gli anni ‘80 per vedere la ripresa territoriale e la produzione di vini di qualità con Giovanni Palombo, Fondatore dell’Antica Tenuta Palombo.

La Valle di Comino, articolo: Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

La Valle di Comino, articolo: Antica Tenuta Palombo 2023, foto di Cristina Santini

L’areale è circondato dalle montagne che lo proteggono dai venti freddi del Nord. Circa 200 milioni di anni fa, l’Appennino era una barriera corallina che si trovava nell’attuale Mar Rosso; oggi troviamo un territorio, originato dal fondo del mare molto friabile, con tre fiumi principali che lo attraversano (il Liri, il Fibreno e il Melfa). Tutti questi corsi d’acqua in milioni di anni hanno eroso tutta la parte centrale dell’Appennino portando all’attuale conformazione caratterizzata da colline di marne calcaree che vanno dai 400 mt ai 700 mt di altitudine.

Questi rappresentano i terreni più nobili per la coltivazione della vite che regalano vini di grande profumo, di grande eleganza e acidità, con colori poco compatti, molto vivi, mai concentrati sull’estratto e sulla struttura.
Il suolo è abbastanza uniforme, cambia un pò la dotazione di scheletro con aree più ricche o più povere a seconda di quanto sono distanti dagli originari corsi d’acqua.
E’ una zona con una buona piovosità, anche durante il periodo estivo, con un clima continentale e precipitazioni nevose che creano disponibilità idrica per tutto l’anno e grandi escursioni termiche che vanno dai 30 gradi di giorno ai 20 nel pomeriggio.

Questo permette di spostare la maturità di tutte le uve di circa un mese più avanti rispetto a tutta la zona, avendo da una parte una grossa freschezza e dall’altra morbidezza, espressioni peculiari del territorio. L’escursione termica non regala sensazioni di grande corposità al palato ma vini comunque molto eleganti e ancora sconosciuti al grande pubblico.

I vigneti intorno alla Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

I vigneti intorno alla Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Tutto inizia nel 1980 quando Giovanni Palombo, in principio per gioco poi per una vera e propria attività, inizia a produrre vino, in particolar modo il Cabernet di Atina. Ottenendo da subito i primi riconoscimenti continua nella sua espansione, aumentando la produzione. Credeva molto in questo progetto e nel 1999 spinse per la realizzazione della Denominazione Atina Dop Cabernet, per il riconoscimento di questa zona considerata di elite per la viticoltura e successivamente per la costituzione del Consorzio di Tutela Atina Dop.

Sala di degustazione Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

Sala di degustazione Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

Oggi il Consorzio consta di 17 aziende e ogni produttore ha una piccolissima produzione che copre soprattutto il consumo interno con qualche esportazione al di fuori del territorio. E’ una vera e propria nicchia enologica di grande qualità.

Nel 2000 viene costruita l’attuale struttura, realizzata da Roberto Mazzer, Architetto ed Enologo della Tenuta, inizialmente con fini di produzione, recuperando i vecchi vigneti e impiantandone di nuovi.
Poi nel 2016 subentrata la nuova proprietà a supporto della quarta generazione del fondatore con Giacomo Palombo e suo fratello che sono ancora parte attiva nell’Azienda e portano avanti il lavoro del nonno. Un ulteriore salto di qualità è dato anche dalla nuova struttura ricettiva e ristorativa che mette a disposizione degli ospiti una cucina gourmet del territorio e sale per le degustazioni e gli aperitivi.

Oggi insieme ai vitigni internazionali si porta avanti la coltivazione degli autoctoni come Maturano, Capolongo, Lecinaro, Ottonese, impianti sperimentali già messi a dimora da Giovanni Palombo nel 1996, accuratamente selezionati per le microvinificazioni.

Attorno al corpo aziendale e nei vigneti sono state collocate anche delle splendide opere d’arte, realizzate dall’artista Mario Velocci, che si intrecciano perfettamente con questo meraviglioso paesaggio montano; una collezione permanente di sculture di arte contemporanea che compongono “La Collina Sonora”, un bellissimo connubio tra arte e vino.

La Collina Sonora, Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

La Collina Sonora, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Passeggiando tra i vigneti, Pierpaolo Pirone, l’altro Enologo, ci racconta:

“Al momento l’Azienda dispone di 10 ettari: durante il periodo di fermo parte dei terreni sono stati dati in affitto e ogni anno che terminano i contratti tornano in proprietà. Il corpo principale dei vigneti si estende intorno alla struttura, verso le montagne c’è un anfiteatro dove sono piantati i vigneti storici di Cabernet e Merlot e proseguendo c’è un’altra terrazza con il Sauvignon dove le lavorazioni vengono fatte a mano per le pendenze accentuate. Di fronte le sale del ristorante invece si trova il vigneto sperimentale con il Maturano.

Qui nella parte nord est, più adatta per i bianchi, si andranno a piantare gli autoctoni Maturano, Capolongo, ma anche il Lecinaro adatto a comporre la base del nostro metodo classico. Questo è l’obiettivo principale: andare a riequilibrare la produzione che ad oggi è composta per l’80% dal rosso. Il Maturano e il Sauvignon sono produzioni ridotte che nell’ottica dovrebbero crescere nei prossimi anni come anche la parte delle uve impiegate per lo spumante.

Aperitivo in barricaia, foto di Cristina Santini, Antica tenuta palombo 2023

Aperitivo in barricaia, foto di Cristina Santini, Antica Tenuta Palombo 2023

Continua il nostro percorso all’interno della Cantina e giunti alla barricaia dove affinano i rossi, troviamo le pupitre dove riposa il Metodo Classico. Qui ci aspetta un gradito aperitivo di benvenuto con il Metodo Charmat e un piccolo buffet ad accompagnare i nostri calici. Degustiamo con curiosità un extra dry, 13 g/l e permanenza sui lieviti di 4 mesi in autoclave, molto fresco, immediato con una grande acidità. Questo prodotto, ideale per il ristorante e gli aperitivi, nasce per valorizzare quel poco di falanghina esistente.

Le Pupitre, Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini

Le Pupitre, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

La sala è stata disegnata e progettata per produrre circa 150000 bottiglie, ma già dal prossimo anno, con l’aumento degli ettari tornati in proprietà e il Sauvignon già pronto, la produzione aumenterà del 50% e sarà in continua crescita per gli anni a venire.
L’uva viene raccolta a mano e messa in cassette lasciate un’intera notte all’esterno della Cantina. Tutte le fasi vengono seguite da remoto, dai travasi ai tagli, al controllo delle temperature, alla fermentazione, ai rimontaggi, protocolli impostati al minuto per qualsiasi necessità.

Le fermentazioni sono lunghe (35 giorni) lente e continue, come anche le macerazioni, fino ad arrivare ad un mosto con la migliore pulizia olfattiva. L’obiettivo è la costanza.
Si parte con uve portate la mattina in cantina a sette gradi, messe nei serbatoi a fermentazione, innestati i lieviti con temperature che salgono lentamente.
Non lavorando all’istante le uve, si riesce a sfruttare il picco di maturazione che si ha al momento del distacco dalla pianta in risposta allo stress per la mancata alimentazione che si esaurisce nel giro di 24 ore. Al contrario si perderebbe questa maturazione naturale che rilascia altri aromi varietali.

Tutti i rossi sono affinati in barriques, come da tradizione, differenti per tostature e doghe di rovere francese provenienti da varie zone.
Il Cabernet riserva fa sempre legno nuovo per almeno un anno poi dipende dall’annata, e successivamente un anno in bottiglia.

Il Cabernet e il Merlot vengono fatti affinare nelle barrique che hanno più di un anno fino ai tre, a seconda di quanto ancora possono regalare ai vini. Una parte viene mantenuta in acciaio, l’altra parte fa legno di secondo o terzo passaggio. Dopo un anno in genere vengono assemblati e imbottigliati oppure continuano l’affinamento in legno o in acciaio fino ad ottenere un prodotto pronto e mai anticipato nei tempi.
Questa era la filosofia di Giovanni Palombo e lo è ancora tutt’oggi, la stessa che riporta in bottiglia vini in purezza, nonostante il disciplinare permetta un’elasticità del 15%.

Amantata Charmat Extra Dry Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

Amantata Charmat Extra Dry Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Anche il Metodo Charmat nasce dal vigneto sperimentale, la falanghina, mentre una parte dell’aglianico insieme ad altre varietà autoctone a bacca bianca e rossa, che non possono essere vinificate in purezza, vengono impiegate per lo spumante Metodo Classico che verrà sboccato in primavera. In futuro sarà il Lecinaro, altro vitigno autoctono che si adatta meglio alla zona, ad essere la parte portante di questo spumante.

Tra due anni uscirà una nuova referenza, da sempre vino di punta dell’azienda: un taglio bordolese composto per il 50% Merlot e 50% Cabernet. Dal 2018 infatti si è cominciato a metter da parte, in due barrique nuove, una frazione di Merlot destinata alla riserva, e la migliore partita risultante dall’assemblaggio del Cabernet Riserva che viene poi inserita un altro anno in barrique nuove. Quindi l’affinamento dura due anni in legno e tre anni in bottiglia con una produzione limitata a 600 bottiglie. Questo era un prodotto che Giovanni Palombo amava produrre per sé o regalare come omaggio a personaggi illustri.

Terminata la visita, siamo stati ospitati nella bellissima sala del ristorante con vista sui vigneti dove abbiamo degustato i vini accompagnati da un gustoso pranzo a menù tradizionale curato dallo Chef Dino Notarianni che ci ha proposto e illustrato piatti e prodotti locali rivisitati in chiave moderna.

Maturano 2020 e la Vellutata di Cannellini di Atina, mousse al Blu di Picinisco e pancetta croccante, Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini

Maturano 2020 e la Vellutata di Cannellini di Atina, mousse al Blu di Picinisco e pancetta croccante, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

La degustazione parte dal più atteso degli autoctoni, il Maturano 2020, vitigno poco aromatico, soprattutto nel primo anno di vinificazione, non ha un’estrema complessità, matura molto tardi e già di per sé non riesce a mantenere molto l’acidità. Quindi la raccolta delle uve è anticipata proprio per ottenere un vino fresco, piacevole, con note nette ed espressive del suolo marnoso calcareo. Per avere struttura ed equilibrio gustativo si esegue la stabulazione mantenendo il mosto torbido a bassa temperatura per diversi giorni.

Dopo la fermentazione di circa 12 giorni, riposa sulle fecce fini per otto mesi e poi viene imbottigliato.
Le sue note delicate e citriche al naso sono inconfondibili come anche al sorso lo è la sua piacevole acidità, freschezza, apportata da sensazioni salivari tipiche che si presentano né dolci come la sapidità del mare nelle zone costiere, né tendenti all’amaro come nelle zone vulcaniche.

Grazie agli Enologi che hanno esaudito le nostre curiosità, abbiamo avuto il piacere di assaggiare da vasca il nuovo Maturano 2022 che risulta essere un buon vino profumato, intenso e aromatico con evidenti nuance balsamiche. Una partenza straordinaria!

Con il Sauvignon Blanc 2021 viene fatta la criomacerazione delle uve, per una maggior estrazione di aromi primari dalla buccia, per circa 8/10 ore a seconda dell’annata. Dopo una leggera pressatura e la decantazione statica a freddo, affina 10 mesi in acciaio sulle fecce fini e poi riposa in bottiglia. Il naso pulito e fresco mostra la sua parte vegetale dominante coadiuvata dagli inconfondibili sentori di frutto della passione e sambuco. Dal sorso intenso e persistente, emerge la sua acidità pronunciata e un leggero finale balsamico piacevolmente gradevole.

Sauvignon 2021 Antica tenuta palombo, foto di Cristina Santini

Sauvignon 2021 Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina Santini

Per questo Merlot 2018 i suoi acini interi vengono diraspati e caricati direttamente nel serbatoio dove avvengono entrambe le fermentazioni, alcolica e malolattica. Il 30% affina in legno di secondo/terzo passaggio, la restante parte invece in acciaio per poi essere assemblate. Riposa otto mesi in bottiglia prima della sua uscita sul mercato, altrimenti rimane in vasca per un ulteriore affinamento.

Inizialmente atteso qualche minuto per essere capito, all’olfatto si è aperto poi su note di fiori appassiti e frutto rosso pieno e maturo. La sua beva morbida dalle sfumature erbacee lascia una sensazione di asciutto con un fondo amarognolo nella parte superiore del palato. Ci piacerebbe degustarlo prima di questa annata.

Merlot 2018 Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

Merlot 2018 Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Il Cabernet Sauvignon 2018 segue lo stesso percorso di affinamento del Merlot e impressiona per la sua freschezza. Caratterizzato da un naso intenso e concentrato sulle note vegetali, è un vino morbido ed elegante, frutto del suo territorio e al contempo ben strutturato con una bella acidità che lo rende molto godibile.

Cabernet 2018 e Cacio e pepe affumicato con riduzione al Cabernet, Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

Cabernet 2018 e Cacio e pepe affumicato con riduzione al Cabernet, Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Primo anno per il Duca Cantelmo Cabernet Sauvignon Riserva 2017, una referenza che non veniva prodotta dal 2005 che affina in barrique nuove di media tostatura per 12 mesi. Sono i grappoli migliori selezionati per questo vino che macerano per 65 giorni a serbatoio colmo con frequenti rimontaggi.
Note di marasca matura, erbette che accompagnano il naso in un connubio tra il legno e la frutta scura. Elegante il suo sorso compatto sorretto da tannini prestanti in uno stile raffinato e di grande longevità. Il ragazzo ha carattere da vendere.

La Riserva e lo Stracotto di manzo al Cabernet Palombo con patate morbide affumicate, Antica tenuta Palombo, foto di Cristina santini

La Riserva e lo Stracotto di manzo al Cabernet Palombo con patate morbide affumicate, Antica Tenuta Palombo, foto di Cristina santini

Sboccato per noi in anteprima, il Metodo Classico da Aglianico, Lecinaro, Falanghina, millesimato 2020 è un altro importante nuovo progetto in via di sperimentazione che avrà un dosaggio extra brut e 30 mesi sui lieviti con l’obiettivo di andare avanti per vederne l’evoluzione.
Ottima base di partenza.

Anteprima Metodo Classico Antica Tenuta Palombo, foto dell'autrice

Anteprima Metodo Classico Antica Tenuta Palombo, foto dell’autrice

Nella Valle di Comino si respira un’aria pura e frizzante, c’è una squisita fluidità di movimenti, un intenso ardore e tanta voglia di cogliere i frutti della terra camminando con decisione sulle orme del suo Fondatore.

Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola

Cristina Santini Sommelier, winewriter, esperta vitivinicola


Sito cantina: https://www.anticatenutapalombo.it/it

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