1000 CAVALLI PER UN’ ETICHETTA – Falezze di Luca Anselmi, a Illasi in Valpolicella
1000 CAVALLI PER UN’ ETICHETTA – Falezze di Luca Anselmi, a Illasi in Valpolicella
Di Rosaria Benedetti
Quando le linee dell’arte e quelle del vino si incontrano
La giornata era davvero torrida come tante in questa estate anomala e pensare di assaggiare Amaroni in Valpolicella mi aveva creato qualche preoccupazione, ma come ben si poteva prevedere, il racconto del vino e la degustazione presso l’Azienda Falezze di Luca Anselmi hanno annullato completamente l’intensità dell’effetto termico e mi sono trovata accolta in un paesaggio dolcissimo, una sorta di “piccolo mondo antico” dai contorni ritmati di sfumature verdi: quelle dei filari di vigna interrotte dalle macchie di olivi.
L’Azienda ha sede nel Comune di Illasi, nella Valle di Mezzane e vanta radici territoriali profonde e grande lungimiranza di progetti. La sua storia inizia con il nonno e il padre di Luca Anselmi, tradizionali ed illuminati coltivatori di uve in Valpolicella. Da loro l’attuale proprietario e gestore ha appreso la fiducia nella sua terra e la consapevolezza che il primo patrimonio di una famiglia è costituito dalla sua storia unita al rispetto per ciò che nel tempo si è ricevuto.
Dopo gli studi come perito agrario Luca diventa biologo molecolare e nutrizionista con specializzazione in genetica e microbiologia enologica. La sua preparazione gli consente di applicare minuziose analisi sui terreni e sulle varietà di uva che vi si producono, diventando nel tempo riconosciuto esperto del proprio terroir. Segue oggi tutta la filiera di produzione determinato a valorizzare nei vini la personalità dei suoi cru.
Il vigneto “Falezze”, primo nucleo di proprietà acquisito dal nonno di Luca già consapevole dell’estrema potenzialità della valle di Mezzane, è incastonato tra boschi di rovere a ca 250 mt s/l e conferisce il nome all’Azienda. Da quell’acquisto fino agli attuali 5 ettari sono passati 85 anni di progetti e vendemmie, rigorosamente improntati ad esaltare la tradizionale vocazionalità della Valpolicella e imbottigliare solamente vini di pregio.
Dalle tre varietà tradizionali, corvina, corvinone e rondinella, affiancate talvolta dalla più delicata oseleta, si producono mediamente poco più di 10.000 bottiglie per vendemmia, fino a 15.000 nelle annate più generose. A fare di questi vini un progetto non solo vitienologico ma anche artistico, ha contribuito il tratto raffinato della mano di Sofia Kerkeladze compagna nella vita di Luca Anselmi, che in Falezze ha trovato a sua volta un modo personale di declinare e caratterizzare l’arte della vinificazione. Il connubio tra i due porta ad un risultato di rara finezza sia dentro che fuori la bottiglia.
I VINI DI FALEZZE
Il Valpolicella Superiore, da corvinone, rondinella e oseleta, nasce dopo un breve appassimento e una maturazione in tonneaux di rovere francese. Vino dalla bevibità scorrevole, esprime comunque un’ottima struttura e una lunga persistenza. Si alternano con grande coerenza al naso e in bocca note speziate e ritorni fruttati.
Giocato in seconda fermentazione sulle bucce dell’Amarone, il Valpolicella Superiore Ripasso si produce con uve leggermente appassite e vinificate a novembre, il giorno dopo San Martino. Su uno sfondo minerale dovuto alla presenza di celle vulcaniche nel terreno, si rincorrono sentori floreali e di frutta matura. Il vino è solido in bocca pur mantenendosi verticale e asciutto.
L’Amarone della Valpolicella DOCG, direttamente dal cru Falezze è accompagnato nel suo percorso di produzione dalla cura attentissima di Luca che seleziona le uve sia in vigna che durante l’appassimento per modellarlo con le sue mani come un’opera di pregio. Elegante e profondo, profuma di chiodi di garofano, cannella, spezie dolci, tabacco e grafite. Il sorso è ampio, di grande struttura, rotondo e vellutato.
Solo quando l’annata permette un estratto secco importante, Luca Anselmi produce poi il suo Amarone della Valpolicella Riserva, un grande vino, una vera un’opera d’arte. Sul vestito e nel contenuto di queste 1000 bottiglie, si intersecano infatti progetti grafici esclusivi e vinificazioni cesellate.
Al pregio del vino, ottenuto solo nelle migliori annate, si aggiunge infatti l’unicità delle etichette, disegnate dell’artista georgiano Nico Kerkeladze che ha tratteggiato 1000 ritratti diversi di cavalli, uno per ogni bottiglia. A chi avrà la fortuna, la possibilità e la costanza di collezionare il prezioso Amarone Riserva, sarà garantita la continuità dello stesso ritratto su ogni annata, siglato in maniera esclusiva per una collezione personale di elevato valore sia artistico che enologico.
Il ripasso
La tecnica del “ripasso” legata a doppia corda con i vini della Valpolicella non è poi così moderna come si può immaginare. L’uso virtuoso di “ripassare” il vino sulle bucce dell’Amarone non è infatti nato come vezzo commerciale al seguito del successo dell’autorevole passito ma viene da una tradizione storica ben fondata in una terra dove la vite e il vino sono sempre stati fonte di sostentamento per intere famiglie.
Nel positivo ciclo naturale ed economico di chi vive di agricoltura nulla andava buttato, tanto meno il prezioso frutto della vite che doveva essere utilizzato fino all’ultimo residuo. La storia del “ripasso” nasce nella zona classica verso Illasi, forse la più povera della Valpolicella, dove pur di sfruttare ogni cellula del frutto, si usava spremerne una seconda volta le bucce riversandovi il vino appena fatto.
Di Rosaria Benedetti
Credits: foto di Antonio Cossu
Siti: https://www.comune.illasi.vr.it/
https://www.consorziovalpolicella.it/en/types-of-wines/valpolicella-ripasso-doc/
Sito Partner: https://www.foodandwineangels.com/